'222 Scrittori ed Artisti Trentini r Viaggiata dipoi la Germania, venne a Merano, dove si trat tenne alcun tempo presso il giudice Weiser a fare pratica nelle cose giudiziali,'politiche e criminali. Di là fé’ ritorno a Trento, ed abbandonate le pratiche legali, tutto si dedicò agli studj pei quali si sentiva inclinato. Prime sue pubblicazioni furono di cose letterarie. Indi la storia, la numismatica e 1 *archeologia divennero le scienze sue predilette. Un- saggio di amena letterattura lo diede
nel dramma Bentlei e Valeur (Venezia, 1796), ed un altro nella commedia intitolata LI amor paterno in contrasto (Ibid. 1806); ma poi lasciato in disparte anche questo genere di studj, s’appigliò a trattare di cose più serie e scientifiche. Scrisse per primo di Trento citta d'Italia per origine, per lingua e pei costumi (Trento, 1810), un ragionamento storico dettatto sotto l’impressione dei mutamenti avvenuti nella nostra politica per la riunione del Trentino al Regno d’Italia. Due anni appresso
mandò alle stampe un libro Intorno all* antica Zecca Trentina e di due monumenti Reti, {Ibid. 1812), e tra sportò in tedesco U Aristodemo dì V Monti (Bolzano, 1812); cose che gli procacciarono molta lode e lo confirmarono nella stima e nell’ammirazione de’ suoi concittadini. Mutate le con dizioni politiche- col Trattato di Vienna,- fu nominato Podestà di Trento (primi di Luglio 1816J, il terzo che portasse questo titolo dopo l’abolizione del Magistrato Consolare. Rimase in quest’ufficio per
lo spazio non interotto di 30 anni, spiegando quella indefessa attività, che rese a Trento quei rinnovamenti e quell’ aggiustatezza di proporzioni che la tolsero dal vecchio in che.'giaceva, e la resero al gusto moderno delle migliori città provinciali d’Italia. Ed a ciò fare ebbe, come è ben naturale, da lottare contro i nemici delle novità, contro le censure degli invidiosi e dei maligni. Lottò adunque, persuaso che Favvenire gli avrebbe fatta ragione; ed ora che non è