però non debba succedere ali’ hora tutto quello che tra noi ambe parti è convenuto, sij totalmente levato, eh’a Sua Dile ttone et Altezza, et a noi, se Sua Dilettone et Altezza sarà colpe vole della mora, sia reservato, et admesso a ciascuna parte d’ usar quello haurà, facoltà, et ragione. 7. Quanto poi tocca 1 ’ articulo circa il prestare aiuto per un • Vescovo di Trento a Prencipe de Tirol, Sua Dilettone et Altezza intorno a ciò con noi, è convenuta et accordata in questo modo, che questo ponto

sia osservato conforme al libello della Provincia fatto sotto l’anno 1511, et noi Cardinale Ludovico insieme col Vescovado di Trento, et Suoi pertinenti sudditi, dobbiamo, et vogliamo osservare, et eseguire.esso libello Provinciale del 1511, in quanto concerne runa, et T altra parte ledelmente, et sinceramente in fede et confirmatione di quel tutto noi predetto Cardinale Ludovico Vescovo di Trento habbiamo affisso qui il nostro sigillo, et espedito per noi in Roma àlli 2.0 d’Aprile dopo

Dilettone et Altézza, et Noi, e tutti li nostri Successori Conti et Prin cipi de Tirolo, parimente Vescovi, et Capitolo di Trento sij eseguito in tutto, e per tutto in tutti li ponti, et articoli suoi debitamente, et effettualmente, et osservato in perpetuo fermamente, et inviolabilmente siccome verso Sua Dilettone, et Altezza, Suoi Eredi et Successori Conti et Princìpi de Tirol habbiamo formato ciò con scrittura, et apprèsso per la nra persona solo obbligati con giuramento, quale corporalmente

habbiano prestato : et in caso che questa differenza nel predetto ter mine di un anno, doppoi che a Noi sarà dato il possesso della tenv poralità del Vescovado, et Castello di Buon Conseglio per amicabile, o giuridica pronuncia, o cognitione siccome ò sopra scritto in tutto non sarà decisa, et redutta a fine, nel che Noi, et non S. C, ML o Suoi Conseglieri, tardi fossimo, o che nelli predetti due termini avessimo tralasciato di proponer le nostre raggioni, et istessi causata la Mora, o tardanza, il che

la Natività di Cristo Signore Redentore, et Salva tore anno 1578. 8. Ét noi Decano, Canonici, et tutt’ il Capitulo di Trento recó- gnoscemo anche questa renovatione, et confermatione delia predetta obligatione scritta, et quel tanto il prenominato nostro Gratioso Signore Cardinale Ludovico Vescovo di Trento per se stesso et tutti i suoi Successori Vescovi, et Capitulo di Trento si ha obligato con giura mento, confirmato, messo in scritto, stabilito, promesso et astretto, fu fatto con nostro Conseglio

264 Segne il giuramento fatto dalla Città di Trento, Noi cittadini, et habitatori della città di Trento, et ciascuno di noi in particolare promettemo et giurano al Serenissimo Prencipe il Signore Signore Ferdinando Archiduca d’Austria, Duca di Borgundia et Conte di Hàbspurg et Tirol, nostro Clementissimo Signore co me. al presente Regnante Signore et Prencipe del Ducal Contado de Tirol, Protettore et Difensore del Vescovado, et Chiesa di Trento, che noi, et ciascuno dì noi vogliamo, et dobbiamo

d’ Ottobre nel Castel del Buon Conseglio di Trento, nel luogo ■ a basso, ove si gioca al Pallone, in presentia dell’ Eccellente Signor Giovanni Renner Dottore, il Nobile et Magnifico Signore Michele Mechda Millia, il Magnifico ms Bortölamio Hurber scrivante del Paese Longo l’Adice, et’ l’Egr. ms nro Signor Francesco Castellerò della Giuri- sditione di Telvana Testimoni Rogati. Si ha narrato, eh’ essendo levata, et accomodata la defferenza del temporal Dominio del Vescovado di Trento tra il Serenissimo

Prpe Ferdinando Archiduca d’Austria, Duca di Borgundia et Conti di Tirol, et Prencipe nro Clementissimo, et V Illustrissimo et Reveren dissimo Mons. Cardinale di Trento il Signor Lodovico della S. Rom. Chiesa del titolo di S. Honofrio Prete Cardinale, et Vescovo di Trento, et volendo li M. Illustrìssimi SS. 1 qui presenti il D. 1 ' Luca Remer Baron de Marech, et Mayrnburg, dì Sua Serenissima Altezza Consi liario, .et Capitanio della Provincia Longo l’Adice, il Signor Christo- foro - Baron

osservar, et mantenere inviolabilmente, et non contrafar in conto alcuno perpetuamente tutt’ il/’ contenuto in tutti li. ponti et artìcoli dell’ obbligatiqne scritta, fatta e sigillata, et data a Sua Ser. ,,lil Altezza per il Gratiosissimo nro Signore Cardinale Vescovo di Trento, siccome ancora per il Decano, et Ca pitolo di quella Cathedrale Chiesa, la quale manzi a noi è stata letta per quanto quella noi come sudditi del Vescovado tocca, et noi se condo il tenore, et dispositione d’ essa verso

li Prencipi Regnanti di Tirol, et Avvocati, Protettori, et Defensori del Vescovado, et Chiesa di Trento, et per il presente a Sua Ser. mA Altezza siamo tenuti, et obbligati, siccome il Sign: Iddio noi aiuti et tutti li Santi. Oss . Simile giuramento faranno da tutte le altro città, giurisdizioni, e sudditi del Vescovato di Tronto. Istrumento del giuramento : 1578. In Christi Nomine Am. etc. — 1’ anno dopo la Sua Nati vità mille cinquecento settanta otto, Inditione, sesta, lunedì vigesimo del Mese

lira in Spira prodotti in scritto, cavati dalle più antiche unioni, accordi, pronuncie et obligationi fatte tra Pirol et Trento, et per conto dell’ essordio litigioso della notula dì Spiral novamente conceputa et delle ulteriori apendici, et cognitione da parte nostra dimandata, quali, tra noi stessi sin hora non habbiamo potuto accordare, ne concedere. 6. Et acciò che la predétta pronuncia o cognitione amicabile, o giuridica tanto più speditamente si faccia sopra li predetti ponti, et articuli

riservati per noi Lodovico Cardinale et Vescovo di Trento come differenti, et non accordati, et che tanto meno da una, et l’altra parte sia prolongata Sua prefatta Diletione et Altezza, et noi Fhabbiamo insieme talmente accordati,. che Sua Diletione et Altezza, et noi, cioè che ciascuna parte in due termini debbi, et voglia proporre le sue ragioni in iscritto avanti la prefatta Ces. Maestà, et con ciò concludere, et che da poi tra noi ambe parti sia levato I’ulterior supplicare, produrre, èt impedimenti

, et più non siano admesse, et tutte le cose per noi ambe le parti talmente promosse, che la predetta pronuncia o cognitione ami- cabile, o giuridica per S. M. Ces. sia infallibilmente et certamente fatta avanti il fine d’un anno, doppoi che avremo pigliato il possesso della temporalità, acciò ogni differenza sortisca la sua quiete et fine, et quanto all’amicabile, o giuridica pronuncia, a cognitione predetta sarà fatta per la prefatta Ces. Maestà per conto dellì predetti allegati, et ancora diffe

Baroni, quatro anni sono, in virtù di sentenza Cesarea, pro nunciata (come vien asserito) in contumacia di Mons Vescovo per la di cui morte, come ultimo maschio della sua Famiglia, resterebbero, come Feudali, devoluti et ' incorporati alla Chiesa, Ha stimato il Ca- nitolo non esservi più valido mezzo, che 1’ elettione del Senno Sigi smondo, quale per la molta autorità, che tiene appo la Maesta del- l’Imperatore, per esser anco congionto di sangue, sarà per reacquistare alla Chiesa im feudo tanto

segnalato. 5/. Perchè inoltre si doverà etiandio contendere^con gli Heredi di Mons Vescovo defonto Cavaglieri Lorenesi della b amigli a di Le- noncourt per farli render conto dell'amministrali.one, reintegrar l'In ventario delle Argenterie, e mobili di prezzo considerabile, aspettanti alla Mensa Epici goduta da Casa Madruzzo, per il spatio di cento e venti cinque anni incirca, in gran parte consumate, coni anco per astringerli a rilasciar Castella, Decime, et altri Reni emphiteutici, e feudali che per

l’estintione della mediua Famiglia, ricadono devoluti alla Chiesa, ascendenti a valore di molta consideratione . nel che si come saranno necessarie spese rilevanti, così anco per conseguirne l'effetto, si ha reputata per necessaria 1 autorità del Senno Sigismondo. ó/ Perchè sotto al governo di Mons. Vescovo ultimamente defonto ’ molti Castelli, e Fabriche del Vescovato sono in maniera rovinate, e disfatte, c’hanno bisogno di esser riparate ben presto, mentre non si vogli vederne una total distruttìone

; il che non si poteva sperare mentre s’havesse eletto chi del proprio patrimonio tanto non haveva, che potesse sostenersi, imperocché necessitato a valersi dell'entrate della Mensa, non poteva applicarne al riparo delle Fabriche senza diminutione del Patrimonio della Chiesa. H, s ha pro vato coll’esperienza c havendo li sudditi contribuito volont aria mente »rossa somma di danaro, e ricevuto Mons. Vescovo dalli moderai, et etiandio dal Clero, sussidii caritativi considerabili, all’ effetto suddetto

280 i i alcuno, molto meno da privato interesse indotti, (come pare di ma ligno relatore possino esser stati dipinti per iscreditarli) ma ben si da puro Zelo dell’ utile della Chiesa, e Benefìcio de sudditi, sono con unanimi voti, liberamente concorsi all’Elettione del Sermo Sigismondo, animati dalle di lui incomparabili qualità, e per sodisfare alla loro conscienza e giuramento prestato nell’Elettione. Si spera però, che questa sincerissima, e divotissima informatione, sia per trovar luogo

presso la Somma bontà di N. S. e benignità degli Emmi della Sac. Congregatione Concistoriale, e per far inclinar gli animi loro alla tanto bramata e necessaria Confermatione : unico, e sicuro mezzo per re stituire a questa Chiesa, quella pace, quiete, e tranquilla, della quale è restata priva, quasi per tutt’il tempo, che l’ha governata Mons. Vescovo Madruzzo, ultimo defouto, perchè non ha saputo, o voluto per suoi fini privati, come si conveniva, coltivarla. In oltre sarà ri mediato con facilità

, a quelli abusi, et inconvenienti, resi insopportabili, che dal Clero fatto licenzioso, con grave Scandolo de’ Seculari, par- tìcolarmente in quelle partì della Diocese, che Mons. Vescovo defonto, non ha per spacio di anni visitato, sono stati introdotti, riuscend’ ogni dilatione dì pregiuditio, et evidente pericolo delle Anime di quelle pecorelle, che vivono sotto la custodia di quelli. E restarà (cosa degna d’esser ben ponderata) meglio assicurato il Stato politico e Temporale, che per esser numeroso

di cento, e più mille sudditi, di natura feroci, armigeri, divisi in fattioni, et amatori di' novità, in sito confinante con altri Prencipi, puono facilmente, allettati dalla speranza di maggior libertà, immunità, et esentioni (apparendone già non isprezzabile prin cipio) sottrarsi dall' obedìenza dell’Amministrazione Capitolare, massime nelle presenti circostanze, di sì longa vacanza della Sede Epale, che sempre rende li Popoli più arditi. E per non potersi promettersi l’as sistenza, e protettione

N.° 15. Libello dell’ Undici, (Balla Storia inedita d’Inn. a Prato). MSS. dolia B. di T. N. 4. Noi Giorgio per la Iddio gratia Vescovo di Trento, Christo foro ner la detta gratia Vescovo di Bressanone, et noi di quattro Stati Prelati, Nobili, Città et Giurisditioni del Conta de Tirol confessiamo per noi et nostri Heredi et successori pubblicamente a Ciascuno con la presente qualmente il Ser.mo et Inv.mo Principe et Sig.re Mas similiano, per la Iddio gratia Imperatore sempre Augusto, Conte

Regnante, in tempi di guerra non siamo più oltre obbligati, ne tenuti, che per un Mese solamente in sussìdio de Sua Serenità a nostre spese nel Con tado a servirlo fin alli confini; et se Sua Maestà volesse più oltre adoperarci, che all’ bora con Salario 0 provisione ci debbi mantenere come gli altri al suo servitio. ■ 2. Siamo perciò noi prenominati insieme con li sudditi et popoli della Giurisditione di Lienz, et Pustertholl, et delle trei Città et Signorie di Rotemberg, Ropstain, Rintzpiller per

de Tirol o li doi Vescovadi di Trento et Bressanone, similmente la Signoria di Lienz, Pustertholl, la Città et Giurisditione di Rottemberg, Ropstain et Rintzpiller dalli loro confinanti, o ciascun altro fossero assaltati, 0 molestati, o che alcuno si volesse contro loro opponere, che all'hora noi de due Vescovadi, il Conta Tirol, la Signoria dì Lienz con Pustertholl, Rottenberg, Ropstein et Ritzpiller contro tal’ assalto, o sforzo dobbiamo mettergli, et mandare secondo ricercarà il Negotio

284 gl’lllmi e Rmi Signori Canonici intendendosi sotto il medesimo giu ramento. Et ciò segui li 28 aprile 1689 dopo fatta, e pubblicata l'elezione. Ego Joseph Victorius de Albertis electus Tridentinus affermo rispetto alli Béneficj che vacati attualmente, e a quelli che vacaranno. N.° 22. Passaggio delle truppe imperiali comandate dal principe Eugenio per la Borcola. (Note tolte dai registri de’ morti della Parocchia di Terragnolo 9. A dì 2 giugno 1701. „ Tomaso figlio di Michele dalla Riva

di Vallarsa detto Lazzari, „ essendo per comando di S. M. Ces. con mille altri uomini non solo „ di tutti i luoghi di codesta Podesteria di Rovere, ma anco di Fol- „ garia, Caldonazzo, Centa e Lavarono su la strada, eh’ ora viene „ inventata verso la montagna della Borcola, ed indi per il Vicentino „ per lavorarla e farla carreggiabile per condurvi il grosso canone „ con altro bagaglio cesareo contro l’armi Francese, fu soprafatto da „ dolori colici a segno, che per la morte sua che seguì improvisa

il Ducato di Milano, occupandoli con l’armi del di lui Avo Re della Francia Lodovico XIV, e perciò essendo insorta ” mierra con la Maestà dell’Imperatore Leopoldo primo, lì Francesi ” occuparono il passo della Chiusa di Verona, trincerandosi di là ” dell’Adige in luogo detto Rivoli per impedire la calata in Italia all’ esercito cesareo, come seguì a segno, che l’Altezza Serenissima ” Sua d’Eugenio Prencipe di Savoja, hora Generalissimo dell’Armi ” imperiali, fu astretto far strada e renderla anco