üGi'ia, por quanto ricca, ci passa inosservata, quando non sappiasi che in gran parto è opera di due illustri principesse, le zie dell 1 in felice Luigi XVI, Maria Adelaide c Vittoria Luisa: triste ma pre ziosa memoria del loro esilio, di cui fecero dono all’ avo della Principessa d’ Hohenlohe, il conte Pompeo Brigido. Non meno cari sono per questa due busti, 1’ uno scolpito dal veneziano Ferrari rappresentante la sorella di S. A., contessa Ilaimonclina Thunn- Ilolicnstein rapita all’amore
della famiglia sul fior degli anni; l’altro coll’ effigie dell’arci duchessa Beatrice d’Este, della cui intima con fidenza si onorava la genitrice della Principessa. Prima d’uscire della stanza giova affacciarsi al verone, che solo in tutto il castello, per essere collocato ad uno svolto, unisce insieme le due superbe prospettive sul mare, dal levare del solo fino al tramonto. Non v’ha pennello che possa adequar sulla tela quel magico quadro, nè penna elio osi descriverlo. Nell’antisala dei conviti
comincia ad aversi un saggio della preziosa raccolta in ceramica fatta con intelligente e pazientissima perseveranza dalla padrona del luogo. Qui, dove l’occhio non è distratto da altri oggetti, poiché fino la lampada pendente dal sof fitto è di antica maiolica, si ha tutto l’agio di contemplare le pere grine e vetusto porcellane viennesi e del Giappone disposte a piramidi sulle pareti e sulle credenziere. Nelle altre stanze le sto viglie andranno variando a seconda del gusto delle medesime. Perciò
nella sala seguente, destinata ai banchetti, si veggono invece i boc cali e i piatti di Montolupo, commisti alle tazze, ai calici, ai bacili, alle brocche portanti alcune le armi e le imprese dell’Impero ger manico. Altri scaffali recano argenterie e vasellami di diversi tempi della Francia c dell’Inghilterra. La stanza è nello stile del rina scimento, c in generale fu conservata con istudio l’impronta del tempo, in cui il castello fu acquistato dai Tovriani, benché interamente riattato dalla loro
discendente. Molta lode spetta in questo al signor Angelo Sala, decoratore milanese, che seppe com prendere e seguire con valente maestria i concetti della castel lana. Conoscendo molto bene gli effetti della luce c delle tinte e sapendo appropriare all’ indole dei diversi locali i suoi disegni, dipinse qui il soffitto a lacunari che servono a nasconderne all’ oc- , chio la irregolarità, tutta propria di queste stanze. Di grande • illusione sono i finti bassiriliovi che fasciano la cornice, rappre