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Books
Category:
Arts, Archeology
Year:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Page 339 of 481
Author: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Place: Trento
Publisher: Seiser
Physical description: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: Xerokopie
Subject heading: g.Duino / Schloss
Location mark: II A-1.623
Intern ID: 137259
Cesso di ragionare intorno alle sue memorie sulla Turchia, sulla Spagna, sulla Francia, sull 1 Italia; di quanto egli operò a favore dei Triestini e dei sudditi austriaci; delle altre commissioni straor dinarie ricevute dal principe; di ciò che rìsguarda le cose ecclesia stiche e particolarmente il concilio di Trento; del suo carteggio coi personaggi più chiari del suo tempo e di tanti altri non lievi argomenti, che spero poter esporre a parte in altro scritto. Se non che quanto operosa, tanto

fu breve la vita di questo espertissimo diplomatico, di cui il Morelli 1 ad ogni volger di pa gina va illustrando la memoria. Affievolito nella salute dalla troppa assiduità del lavoro ed afflitto dall’amarissima perdita della moglie, contessa Laura tT Arco J , egli la seguì nel sepolcro dopo appena quarantacinque giorni. Nel luglio del 1566 egli era intervenuto quale commissario imperiale ad un collegio di giureconsulti di Padova, per definire la controversia insorta fra il duca di Mantova o la città

di Casale, intorno a cui nel secolo seguente fu sparso tanto sangue. Infermato a Padova, a grave stento fu ricondotto a Venezia, ed ivi chiuse in pace ì suoi giorni nella fresca età di quarantasett 1 anni. Fu sepolto con sua moglie a Gorizia nell’esterno della chiesa di S. Francesco, dove a loro ed agli avi precedente- mente ivi deposti da Raimondo VI fu fatta costruire una tomba \ La Repubblica per vera stima, più che per costumo, onor rollo di solennissimi funerali, a cui furono presenti il Doge

Pietro Loredano, il sonato e tutto il corpo diplomatico. Bernardino Fcli- cìano, uno degli illustri oratori di quell' età, ne tenne la lauda toria orazione pubblicata poi per le stampo, prendendo per testo il celebre motto: fortes creantur fortibus et bonis. Nè minore fu il concetto ch’ ebbero del barone Francesco della Torre gli uomini di lettere; lo stesso mordacissimo Lazio, storiografo di Ferdinando» . 1 Saggio storico della Contea di Gorizia. 5 I conti d’Arco, parenti non meno degli Hofer che

dei Torriani e che ancora. incontreremo, ebbero nel 1186 in feudo dal Vescovo di Trento la ròcca d’origine romana da loro denominata, che sta sopra la piccola città d’ugual nome non lungi da Riva di Garda, dove oggi sorge la suntuosa Villa di S. A. I. l’Arciduca Alberto d’ Austria. Sembra die la famiglia, oriunda dalla Baviera, traducesse il suo nome tedesco di Bogen nel corrispondente italiano. Certo è eh’essi furono fra i più potenti signori di questa parte del Tirolo e fino dall 221 ebbero

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Category:
Arts, Archeology
Year:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Page 429 of 481
Author: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Place: Trento
Publisher: Seiser
Physical description: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: Xerokopie
Subject heading: g.Duino / Schloss
Location mark: II A-1.623
Intern ID: 137259
Questa sua ritrosia lo mosse audio irci 1790 a ri fiutare V amba sciata di Napoli, alla cui corte egli era molto ben veduto per l’aderenze clic vi aveva il fratello Giuseppe. Ma appena morto l’Imperatore Giuseppe II, i rappresentanti della contea di Gorizia desiderosa di ricuperare la propria autonomia, lo indussero, seb bene riluttante, ad accettare l’incarico di trattare a Vienna con due altri nobili della dieta sul riordinamento della provincia. Im presa difficile per molto ragioni, fra

le quali non ultima 1’ opposi zione di Gradisca di unirsi a Gorizia. Per accondiscendere al de siderio de 1 suoi concittadini, Raimondo rinunciò anche all’ incarico d’ accompagnare V internunzio austriaco alle conferenze che allora tcnevansi a Bukarest per la pace. L’ attività spiegata ad un tratto in questa occasione mosse la gratitudine de’ suoi mittenti a chie dere il conte Raimondo per capitano supremo della contea. E l’Im peratore non solo condiscese alla dimanda, ma volle a lui affidato nel

Tornano fu quindi richiesta per altro gelosissimo incarico, quello cioè, di accompagnare il co mandante supremo del corpo di spedizione avviato in Italia, in qualità di commissario generale dell’ esercito, e di ad latus per gli affari civili. L’impresa fu sfortunata, ma non senza profitto si leg gono le relazioni della medesima, fatte dal conte Raimondo. Cre scendo pertanto ogni dì più il pericolo d’ un invasione, il conte della Torre venne chiamato a prendere i suoi provvedimenti coi comandanti

militari per la sicurezza del litorale c per difesa della linea dell’Isonzo. , . Liberata la provincia, l’Imperatore che stava per aggregare ■ai dominii della sua corona una dopo l’altra l’Istria veneta e la Dalmazia, comprendeva troppo bene con quanta circospezione conve nisse procedere, per conciliare co’ suoi uuovi diritti quelli dei due territorii acquistati. Il governo francese assoggettò la Dalmazia con 1 Per cura del conte Raimondo fu anche ristabilito il santuario del Monte Santo presso Gorizia

, dove si condusse egli medesimo con pompa solenne a portare i voti della città. .

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Category:
Arts, Archeology
Year:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Page 113 of 481
Author: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Place: Trento
Publisher: Seiser
Physical description: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: Xerokopie
Subject heading: g.Duino / Schloss
Location mark: II A-1.623
Intern ID: 137259
üGi'ia, por quanto ricca, ci passa inosservata, quando non sappiasi che in gran parto è opera di due illustri principesse, le zie dell 1 in felice Luigi XVI, Maria Adelaide c Vittoria Luisa: triste ma pre ziosa memoria del loro esilio, di cui fecero dono all’ avo della Principessa d’ Hohenlohe, il conte Pompeo Brigido. Non meno cari sono per questa due busti, 1’ uno scolpito dal veneziano Ferrari rappresentante la sorella di S. A., contessa Ilaimonclina Thunn- Ilolicnstein rapita all’amore

della famiglia sul fior degli anni; l’altro coll’ effigie dell’arci duchessa Beatrice d’Este, della cui intima con fidenza si onorava la genitrice della Principessa. Prima d’uscire della stanza giova affacciarsi al verone, che solo in tutto il castello, per essere collocato ad uno svolto, unisce insieme le due superbe prospettive sul mare, dal levare del solo fino al tramonto. Non v’ha pennello che possa adequar sulla tela quel magico quadro, nè penna elio osi descriverlo. Nell’antisala dei conviti

comincia ad aversi un saggio della preziosa raccolta in ceramica fatta con intelligente e pazientissima perseveranza dalla padrona del luogo. Qui, dove l’occhio non è distratto da altri oggetti, poiché fino la lampada pendente dal sof fitto è di antica maiolica, si ha tutto l’agio di contemplare le pere grine e vetusto porcellane viennesi e del Giappone disposte a piramidi sulle pareti e sulle credenziere. Nelle altre stanze le sto viglie andranno variando a seconda del gusto delle medesime. Perciò

nella sala seguente, destinata ai banchetti, si veggono invece i boc cali e i piatti di Montolupo, commisti alle tazze, ai calici, ai bacili, alle brocche portanti alcune le armi e le imprese dell’Impero ger manico. Altri scaffali recano argenterie e vasellami di diversi tempi della Francia c dell’Inghilterra. La stanza è nello stile del rina scimento, c in generale fu conservata con istudio l’impronta del tempo, in cui il castello fu acquistato dai Tovriani, benché interamente riattato dalla loro

discendente. Molta lode spetta in questo al signor Angelo Sala, decoratore milanese, che seppe com prendere e seguire con valente maestria i concetti della castel lana. Conoscendo molto bene gli effetti della luce c delle tinte e sapendo appropriare all’ indole dei diversi locali i suoi disegni, dipinse qui il soffitto a lacunari che servono a nasconderne all’ oc- , chio la irregolarità, tutta propria di queste stanze. Di grande • illusione sono i finti bassiriliovi che fasciano la cornice, rappre

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Category:
Arts, Archeology
Year:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Page 395 of 481
Author: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Place: Trento
Publisher: Seiser
Physical description: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: Xerokopie
Subject heading: g.Duino / Schloss
Location mark: II A-1.623
Intern ID: 137259
— 388 — Cä presentasse presso quella corte, ma per avere in lui un ministro che tenesse E occhio e la mano sulle cose che avvenivano anche di fuori. Quitti è cho per la stima o 1’ influenza acquistatasi da Uldarieo, i legati cesarei delle altre corti, segnatamente d’Italia e di Spagna, terminarono a seguire 1’ impulso dato da lui. À questo fatto s’ attaglia in un certo senso 1’ osservazione del Morelli, che »l’ambasciatore Francesco Uldarieo della Torro si distinse dagli altri per un nuovo giro

cho diede al maneggio degli affari, da cui ebbero origine quello massime, secondo lo quali si diressero poi i suoi successori«. Non era l'isolamento in cui si teneva dapprima ciascuno dentro i confini dello Stato a cui era spedito, ma un ope rare concorde, diretto ad un fine e ad un centro comune, quello cho doveva legare fra loro questi varii rappresentanti di Cosare. Prin cipio giusto in se stesso e che poteva attuarsi finché vi aveva fra gli ambasciatori un Uldarieo della Torre, ma non meno

pericoloso per le gare c le gelosie che ne potevano derivare. Il conte della Torre, venuto a Venezia nel maggio del 1679, prcscntossi in senato in forma pubblica il 1.9 febbraio 1680 con un’arringa la quale giustificò la fama già precorsa di lui e rin novò la memoria de’suoi maggiori che in quel posto medesimo s’erano segnalati. Ma la legazione d’ Uldarieo cadde in un tempo dei più agitati per le guerre degl’ infedeli non meno che dei fedeli a danno dell’Austria e dell’impero: da un lato i Turchi uniti

.agli Ungheresi; dall’altro il Re francese Lodovico XIV. Questi, dopo tratto ogni vantaggio dalla paco di Nimega (1078), stava istituendo lo camere di riunione (1070-83), l’atto più insigne della sua pre potenza; quelli riprendevano le armi per condurre Leopoldo I. quasi all 1 orlo del precipizio. Intimamente connesso con ciò era quanto avveniva in pari tempo in Italia por opera del medesimo genio ambizioso di Lodovico. Perocché se in Germania compivansi lo famoso rivendicazioni e si comperavano

colle pensioni il Brandem- burgo, la Sassonia, l’Assia, la Baviera, in Italia tentavasi con ogni mezzo lo annessioni e gli acquisti; in Francia il clero collo quattro proposizioni veniva spinto sulla via della ribellione contro il Capo della Chiesa, e intanto in Italia insnltavasi il Pontefice nella sua stessa residenza dal duca di Crequi, da quello d 1 Estrées e dal marchese di Lavardino; nell 1 Ungheria 1’ oro e T influenza francese sostenevano i sollevati ed i Turchi; in Italia corrompevasi

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Category:
Arts, Archeology
Year:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Page 384 of 481
Author: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Place: Trento
Publisher: Seiser
Physical description: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: Xerokopie
Subject heading: g.Duino / Schloss
Location mark: II A-1.623
Intern ID: 137259
di essere carcerato per ordine deli’Imperatore- clic finalmente . Giovanni Mattia fratello di Gianfilippo preteso innanzi ai tribu nali esser nullo il suo assenso dato alla donazione, ma che terminò col perdere la causa Intanto in Germania continuava a svolgersi il sanguinoso dramma della guerra trentenne. Dopo il tragico fine del Wallon- stein, l’Arciduca Ferdinando, figlio dell’ Imperatore, aveva assunto col Gallas il comando dell’ esercito e, rinforzato da 10,000 Spa glinoli, batteva gli

Svedesi nella memorabile battaglia di Nordlingen (1634).-Allora il Pii eh eli ou, levata la maschera, intimò la guerra alla Spagna e intese a cacciarla di Milano. Gli avvenimenti si compli carono alla morte del Duca 'Vittorio Amedeo di Savoia, finche nel 1640 il conte Arrigo d’Ilarcourt con ridurre Torino in suo potere diede la prevalenza ai Francesi. Altri commovimenti agitavano la penisola iberica, per la rivolta del Portogallo e per quella della Catalogna, attizzato dal Richelieu contro

1’ improvvido Olivarez. In mezzo a tutte queste guerre che invasero si gran parte d’ Europa, Gian Filippo della Torre fu portato dalle congiunture a seguire la bandiera della potenza più debole. Duo erano sulla fine i partiti che si stavano di fronte: Austria c Spagna da un lato, Francia dall’altro. Questa, rappresentata dal più abile ministro del tempo, stava per salire al suo apogeo; F Austria, quantunque stanca di tante lotte, non temeva del suo avvenire; la Spagna andava incontro alla sua inevitabile

decadenza. E dell’ esercito spagnuolo, con approvazione dell’ Imperatore, Giovanni Filippo era diventato colonnello, promovendo in Austria con tutto F impegno gl’ interessi di quella potenza. Si diede quindi ad arruolare nuovi militi per la Spagna e a contrai* prestiti per assoldarli; propose riforme nei reggimenti, mantenne .vivo carteggio col viceré di Napoli e - adoperossi in ogni modo per sostenerne la causa coll’opera e col consiglio; ma alla fine, troppo mal soddisfatto della piega che prendevano

le coso *, stimò prudente consiglio il ritirarsi, per atten dere invece alle cose della sua patria. Dopo la guerra degli Uscochi si può dire che le provincie del Litorale sieno rimasto in quiete. Quella dei trent’ anni passò senza recare disastri; il maggiore pericolo era quello dei Turchi, contro il quale il governo cercò premunirsi, ponendo in istato. di 1 Ardi, di Duino, atti del 1629. a Ivi, atti di quegli anni. Lo Scussa pag. 125 ricorda, anche un amu- tinamento di milizie tedesche arruolate per

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Category:
Arts, Archeology
Year:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Page 437 of 481
Author: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Place: Trento
Publisher: Seiser
Physical description: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: Xerokopie
Subject heading: g.Duino / Schloss
Location mark: II A-1.623
Intern ID: 137259
guerra colla Porta, gli affidò dapprima la difesa dei due porti di Trieste e di Fiume, quindi gli diodo il comando della flottiglia danubiana, destinata a sostenere le mosse del maresciallo Laudon. Non ancora compiti i ventott’ anni, egli era di conseguenza creato colonnello, c coll’opera sua molto aiutò il valoroso maresciallo nel- 1’ espugnazione di Belgrado. Nel 1791, essendosi conchiusa la pace o disarmata la flottiglia del Danubio, Leopoldo II, insignitolo del grado di generale

ed intorni. ÀI tempo della seconda coalizione contro la Francia, il della Torre in qualità d’aiutante di campo accompagnò il Ito Ferdinando nell’ impresa tentata dal generale Mach contro la Repubblica ro mana. Essa ci viene descritta minutamente dal conte Giuseppe o il suo gusto per le aiti belle, nutrito o cresciuto nell’Atene d’Italia, lo conduco a parlarci minutamente anche in mezzo alle occupa zioni di guerra, dei dipinti, delle statue antiche, busti, vasi etru schi, medaglie, codici preziosi ecc

, convertita nella Repubblica Partenopea, venne affidato al conte della Torre l’incarico di proteggerne la ritirata a Palermo. Poco dopo però l’esercito francese si vide costretto d’abbandonar Napoli, per venire nell’alta Italia in soccorso del Moreau; e il conte Giuseppe, creato brigadiere, ebbe bordine di raccogliere sotto di sè le podio navi che rimanevano ancora della fiotta napoletana. 1 Ardi, di Duino, spedizione del novembre 1798. 3 II Nelson fu molto legato col conte Giuseppe della Torre, eh’ egli

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Category:
Arts, Archeology
Year:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Page 396 of 481
Author: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Place: Trento
Publisher: Seiser
Physical description: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: Xerokopie
Subject heading: g.Duino / Schloss
Location mark: II A-1.623
Intern ID: 137259
le Alpi e per allargarvisi. Adoperare la forza, affine di ricuperare quanto il feudo imperiale aveva perduto per la slealtà del duca scialaquatore, non fu per allora possibile; ma ridonda a gran lode d’ Uklarico l’avere saputo trattenere Eerdinando da nuovi errori e premunirlo contro 1’ astuzia c 1’ oro francese. E non fu poco F aver in sèguito reso innocuo questo principe incostante od ambizioso. Era chiaro il disegno della Francia, e il conte della Torre 10 dimostra nelle sue relazioni per invadere

l’Italia, conveniva anzitutto formare della Savoia il centro dello operazioni. Di là po tevano stendersi le conquiste a Genova, a Milano, a Mantova, a Parma ed agli altri ducati. Colla Savoia amica 'o, per dir meglio, vassallo, prometteva la Francia di dividevo il bottino, e con ciò si assicurava il libero varco dell’ Alpi. Docile strumento per le me ditate imprese fu pel Re Lodovico Madama Reale, Maria Giovanna di Nemours, la vedova duchessa di Savoia, che reggeva lo Stato a nome del figlio minorenne

andrebbe egli stesso a prendere la sposa in Portogallo; o la sua assenza offriva intanto opportuna occasione alla Francia, di occupare tutti i suoi Stati. Se non che il conto s’era fatto senza i grandi di Savoia c Piemonte, i quali, saputo il progetto, levarono alti lamenti, per essersi ciò fatto senza il loro consenso e contro il loro inte resse. Il della Torre, che non dormiva, fu pronto a mettersi in . 1 Àrcli, dì Duino, Relazioni diplomatiche del conte Francesco Uldarico della Torre, ambasciatore

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Category:
Arts, Archeology
Year:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Page 382 of 481
Author: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Place: Trento
Publisher: Seiser
Physical description: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: Xerokopie
Subject heading: g.Duino / Schloss
Location mark: II A-1.623
Intern ID: 137259
Duchi di Mantova e del Monferrato avevano a quel tempo con tratta parentela colla Casa d’Absburgo, pel matrimonio dell’ Im peratore Ferdinando II colla Principessa Eleonora, che fu sorella di Vincenzo II, ultimo Duca della linea principale, morto nel 1627. Accenniamo qui di passaggio, per quello che dovremo esporre più tardi, che due rami secondarii si disputavano allora, com’ è noto, il ducato di Mantova: 1’ uno trasferitosi in Francia, dove ottenne i ducati di Nevers e Miètei ; V altro

fortezza di Casale formava 1’ oggetto delle comuni offese e difese. Il Principato di Mantova era fondo impe riale, ma.il Duca di Nevers, fiero dell’appoggio della Francia, non voleva piegarsi a vedere definita la questione dall’ Imperatore. Ecco pertanto sopravvenire un esercito anello dalla Germania, il quale, condotto dal conte Cobalto, servì ad accrescere lo complica zioni od a diffondere la peste in gran parto d’Italia. La ragione però alla pace di Glioraseo nel 1631 rimase allo armi del Ri chelieu

e in Mantova fu insediata la linea di Nevers. Quando la Principessa Eleonora Gonzaga fu fatta sposa dell’Imperatore Ferdinando II, condusse con sè altra Eleonora Gonzaga, Marchesa c Principessa del S. R. I., che discendeva dalla linea di Castiglione. A questa per ugual sentire l’Imperatrice por tava singolarissimo affetto c sopra gli altri suoi parenti la ono rava il che si vide specialmente nella presa di Mantova, se guita nel 1630, in cui rimase dubbio per lungo tempo se Luigi, fratello della Marchesa

Eleonora, fosse restato morto. L’Impera trice, afflittissima pel dolore della Marchesa, non lasciò nulla di intentato per averne notizie, e in fine potè tranquillarla col darlo l’annunzio che il Marchese Luigi s’ora messo al sicuro con sal vocondotto. Vi morì però il padre, a quanto si crede, di poste. In questo medesimo tempo trovavasi alla corte di Fcrdi- ' Arci», di Duino, Corrispondenza epistolare fra l’Imperatrice ed Eleonora Gonzaga-della Torre.

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Books
Category:
Arts, Archeology
Year:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Page 405 of 481
Author: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Place: Trento
Publisher: Seiser
Physical description: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: Xerokopie
Subject heading: g.Duino / Schloss
Location mark: II A-1.623
Intern ID: 137259
veneta, ed appianarsi la via all’ impresa comune, tanto caldeggiata dall’ impero, contro la Porta ottomana. Tre Pontefici sedettero sulla cattedra di S. Pietro durante l’ambasceria del conte della Torre. D’ambiduo gl’Innocenzi XI e XII egli discorre con somma lode, sebbene talora non approvi qualche loro atto politico. Non potè accordarsi col modo di procedere di .Alessandro Vili, il veneziano Ottoboni, e non notarne i difetti. Comprendendo quanto premesse in tempi sì travagliosi per

ed onoro di Venezia. La sua' virtù non potè a meno di non essere riconosciuta anche dal della Torre; ma egli non era persuaso che il Barbarigo possedesse tutti i talenti necessarii al sommo rettore della Cristianità in quei tempi, c sembra eziandio che lo temesse, quanto contrario all’ Imperatore, altrettanto propenso alla Francia. Un boli’esempio offerse in questi due conclavi-il piissimo Cardinale Leandro Colloredo il quale, benché amico e parente del conte della Torre, gl’ interdisse seve ramente

di rivolgersi a lui per qualsiasi motivo, finché reiezione del Pontefice non fosse seguita. Copiose sono le altre prove della vigilanza usata da Fran cesco Uldarico in tutto ciò che spettava il servizio del suo prin cipe, e dell’accortezza con cui seppe sempre trarre profitto dagli avvenimenti per avvantaggiarne la causa. Ma il suo studio precipuo, come vedemmo, era rivolto a scoprire le mene ed a spiare ogni passo di Lodovico XIV, come quello da cui Leopoldo I. aveva a temere più che d’ ogni altro nemico

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Category:
Arts, Archeology
Year:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Page 452 of 481
Author: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Place: Trento
Publisher: Seiser
Physical description: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: Xerokopie
Subject heading: g.Duino / Schloss
Location mark: II A-1.623
Intern ID: 137259
contro la' Francia; ma sopra tutti quel Federico Luigi, capitano supremo degli eserciti prussiani, non meno sagace elio sventurato per la perdita della battaglia di Iena, dovuta al non essere stati eseguiti i suoi consigli c comandi. s Ma se la prodezza nell’armi onora il cavaliere, il perfetto gentiluomo si conosce inoltre dal suo alto -Sentire e dalle nobili azioni, dagli utili studii che ne ornano gli ozii, dà quei fermi prin cipii che non mutano per mutar di vicende, dal tradurre in atto

gl’ intimi convincimenti religiosi. Tale mostrassi per venire agli ul timi tempi un Carlo Alberto, zelantissimo sostenitore dell’ordine e della religione; tale il venerando Principe Alessandro Vescovo di Sardica già ricordato, tali in fine i tanti illustri membri viventi della Famiglia, i cui nomi a me vieta di citare il rispetto, ma che dai posteri non verranno dimenticati. Cara o benedetta per sempre rimarrà nel castello di Duino la memoria del Prìncipe Egone Carlo di Hohenlohe- Waldenburg-Schillings

/tirsi, consorte della Signora Castellana, il quale se rifulse per atti di sommo valore sui campi di battaglia, fra le domestiche mura fu marito c padre incompa rabile, benefico senza ostentazione, religioso senza umano rispetto, e lasciò a’ suoi amatissimi figli non la grandezza soltanto che viene dalla discendenza d’illustri progenitori, ma lo specchio dello proprio virtù. L’universale compianto che lö accompagnò alla tomba V 11 gennaio 1865 a soli 45 anni, manifestò quanto profondo fosso il dolore

di tanta, irreparabile perdita. Se vero è che da nobile e ben culto terreno gentili frutti. produconsi, ben mi è dato desumere felicissimi auspicii dal triplico motto della Fenice degli Hohenlohe: Resurgam , Ex flammis orior; Ex flammis clarior; predicendo che nella nuova progenie rivivranno in tutto il loro splendore le esimie virtù dei genitori e degli avi e che a nuovo lustro s’inalzeranno per lei le storiche mura del cele brato Castello di Duino,

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Category:
Arts, Archeology
Year:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Page 394 of 481
Author: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Place: Trento
Publisher: Seiser
Physical description: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: Xerokopie
Subject heading: g.Duino / Schloss
Location mark: II A-1.623
Intern ID: 137259
■sarebbe potuta mutarsi d’ un tratto, se avesse consentito a sposare il Duca Filippo di Neuburg competitore del Duca di Lorena e soste nuto dal senato polacco nella nuova elezione del Re, dalla quale uscì acclamato Giovanni Sobieski. Ma 1’animo della Regina inclinava ■invece per Carlo di' Lorena, il generalissimo degli eserciti impe riali, al quale venne realmente maritata poco appresso in seconde nozze. Però anche dopo il ritorno in patria, trovatasi da principio abbandonata, Eleonora ebbe

presidente della camera in Vienna. A questa lettera Leopoldo X rispose in .termini, che fanno vedere quant’egli fosse schivo di qualsiasi pressione: »Circa quello, dico egli, che Vostra Maestà mi scrive, toccante .il conto Uldarico della Torre, io conosco benissimo lo suo ottime qualità e che certo è capace di molti uffitii, Ha meritato adesso non poco- per haver servito la M. V., onde sempre li avrò particolar consideratione di esso. Per adesso però il conte Brainer sta meglio, e dandosi il caso

complicazioni suscitategli anche là per opera della Francia, Quando pertanto F Imperatore mandò Uldarico ambascia- toro presso la Repubblica veneta, non fu solamente perchè lo rap- 1 Arch. di Duino, corrispondenza colla Regina Eleonora e col Duca di Lorena.

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Category:
Arts, Archeology
Year:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Page 346 of 481
Author: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Place: Trento
Publisher: Seiser
Physical description: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: Xerokopie
Subject heading: g.Duino / Schloss
Location mark: II A-1.623
Intern ID: 137259
al giogo del crudelissimo et superbissimo tiranno, per ritenerli in fede et devótione verso S. M. Più difficile ancora fu la.sua mis sione presso il Gran Turco, di cui parlano a lungo le sue relazioni e ■die offrirebbero materia di trattarne a parte. Massimo onore egli ebbe, quando dopo la partenza di Carlo Vili di Francia dal reame di Napoli, Tenne mandato come oratore al Re Federico di Sicilia, Questi gli diede un segno particolarissimo della sua stima, nella lettera che gli accompagnava

il diploma di cavaliere dell’ordine del Grifone. Dopo d 1 averlo chiamato nell’indirizzo Magnifico Mi lite Giovanni della Torre , consigliere cesareo cd amico nostro ca rissimo , nel testo gli dice: »vorremmo poter dimostrarvi l’amore che abbiamo per vostra Magnificenza con una significazione mag giore, come richiedono i vostri meriti e il sommo affetto verso di voi e la condizione nostra; ma non potendo fare di più in tanta distanza di luoghi, spedimmo al nostro oratore Francesco dei Monti il privilegio

da consegnarvi a nostro nome, aggiungendo l’attestazione della propensissima volontà nostra di gratificare a vostra Magnificenza in ogni cosa. La Magnificenza vostra vorrà prestar fede indubitata alle parole del nostro oratore, essere noi disposti a prometterlo tutto quello eh’ è d’ aspettarsi da Principe amantissimo« J . L’ ordine del Grifone è descritto colle parole se guenti : » Jdeir co Vos Magnificum Joannem Amprìsia stolae candi dae cum hydriis et monili, seu torque aureo cum gryphe pendente in dicto

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Books
Category:
Arts, Archeology
Year:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Page 398 of 481
Author: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Place: Trento
Publisher: Seiser
Physical description: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: Xerokopie
Subject heading: g.Duino / Schloss
Location mark: II A-1.623
Intern ID: 137259
dei Veneziani verso l’Imperatore s’ era già manifestato più vo\te e massimamente quando il suo legato annunciava in Senato gli inattesi trionfi riportati sotto le mura di Vienna contro il formi dabile nemico del .nome cristiano. Tuttavolta il senato non sapeva risolversi, ogni momento sorgeva qualche nuovo ostacolo; . sicché, non ci volle di meno che tutta la destrezza di Uldarico, ■ per ve dere coronati i suoi sforzi, dai quali dipendeva in tanta parte la prospera riuscita della guerra

. E certo neppure Venezia ebbe a pentirsi d’avergli prestato ascolto: mentre l’armi imperiali ricon-, quistavano una dopo 1’ altra le piazze di Gran, di Neuhäusel, di Buda,. Szeghedìno, Moliacz, Belgrado, la bandiera vincitrice di S. Marco piantatasi sulle fortezze della Morea e, vinta Corinto, il. terrore dei Veneziani si fece sentire da Atene fino alla Dalmazia. Ma il corso vittorioso dell’ armi cristiane doveva nuova mente essere arrestato dal Ile Lodovico, il quale, rotta per ftp gestione del

la spalla del Re Cattolico non poteva resistere, sarebbero state chieste alla Savoia Vercelli e Torino senza incontrar resistenza; il Monferrato, tenendo essi Casale, era già nelle loro mani; Parma non avrebbe potuto vietare a Modena di cedere alla Francia Berscllo; facile cosa si credeva l’indurre coll’ oro l’incostante duca Ferdinando Carlo a permettere 1’ occupazione di Mantova: ed ecco piantata la bandiera della Francia nel cuor dell 1 Italia. ; Nel frattempo però contro ogni aspettazione del

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Books
Category:
Arts, Archeology
Year:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Page 403 of 481
Author: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Place: Trento
Publisher: Seiser
Physical description: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: Xerokopie
Subject heading: g.Duino / Schloss
Location mark: II A-1.623
Intern ID: 137259
il rifiuto della Repubblica di stringere un’ alleanza comune in Italia contro la Francia venne acremente biasimato dal conte Torriano, come atto di pusillanimità. Non senza lotta egli potè sostenere a nome di tutti i suoi colleghi i diritti degli ambasciatori presso la Repubblica. Sospesa rimase fino a Maria Teresa Y involuta questione del Patriarcato d’.Aqui- Icia, benché più volto Uldarico, il quale vedova che il Patriarca non era se non uno strumento di politica in mano del governo veneto, si l'osso

provato di condurla ad un termine, col togliere il territorio austriaco da quella soggezione. Siffatte questioni non po tevano attendere che dal tempo c dalle mutato congiunture la loro soluzione; l’opera d’ un sol uomo non ora sufficiente. Ma il conte della Torre sapeva giustamente calcolare fin dove egli poteva giun gere con isperanza di buon esito; e so non abbandonava nemmeno le controversie più ardue e per allora insolubili, ciò era nella giusta previsione clic in altro momento con nuovi sforzi

veneti nella contea di Gradisca ed anche nelle sue terre di Duino e Sagrado per opera di quelli di Monfalcouc e Fogliano, furono più volte fatte reprimere c punire. E il governo s’affrettava tanto più prontamente a compiacerlo, sapendo che quando il torto era della parte austriaca, I’ animo retto di Uldarico non si pre stava a pretendere un’ ingiustizia. . La medesima rettitudine dimostrò il conte Francesco nel trattare coi principi d’Italia. Quelli soggetti all’Impero ricorsero sempre a lui tanto

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Books
Category:
Arts, Archeology
Year:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Page 430 of 481
Author: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Place: Trento
Publisher: Seiser
Physical description: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Notations: Xerokopie
Subject heading: g.Duino / Schloss
Location mark: II A-1.623
Intern ID: 137259
Centinaia di fucilazioni e di esecuzioni capitali; ina questo non era il mezzo d’amicarsi un popolo. Occorreva un uomo esperto e pru dente, fornito di nobili e franche maniere, il quale senza mancare del necessario vigore, più che coll’ armi sapesse trarre gli animi all’obbedienza colla persuasione. La scelta dell’Imperatore Fran cesco cadde sul conte Raimondo e l’esito superò la sua aspetta zione. In poco tempo il della Torre in qualità di Commissario Imperiale percorse quasi iu trionfo una

il conte della Torre, finito l’ordinamento dei- fi Istria ed affidatone ad altri il governo, nell’agosto del 1797 partì , a quella volta in mezzo ai più grandi pericoli: da una parte il mare estremamente fortunoso, dall’ altra i corsari francesi, elio, presa la - sua flottiglia per legni inglesi, gli recarono somme mo lestie; passando sotto Sebenico, poco mancò clic Raimondo non fosse cólto da lina palla con cui era stato caricato un cannono nell’atto che la fortezza faceva i saluti d’uso al passaggio

condannavano siffatta resistenza, ma concorsero giulive ad accogliere l’inviato di Cesare. Quando poi si conobbe alla prova quello che la fama aveva già divulgato sull’ animo retto e libera lissimo del conte della Torre, i sera di fiducia e d’ affetto anda rono sempre crescendo. Anche il Montenegro affrettossi a stringere accordi di buon vicinato, e se promise soccorsi pel caso d’ un te muto bisogno, non furono vane parole; conciossiachè oltre a bu cinarsi che i trattati fra la Francia e fi Austria erano

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