.sì assoluta che dimostra quanto sicuramente si ritenesse che Dante avesse abitato nel Trentino. Adamo Chiusole (') conferma, egli pure questa tradi zione; tanto essa valse, che Antonio Cesari nel suo ma gnifico dialogo sulla lingua italiana intitolato « Le Gra zie», non dubitò punto di porre in bocca ad un altro illustre trentino, l'abate Pederzani, il paragone della Valle Lagarina con quella cui accenna il poeta nel VII canto del Purgatorio Pi li Tartarotti ( 1 * 3 ) conferma la dimora
di Dante nella Valle Lagarina, e la espone come indubbia verità. Giuseppe dei Telati volle far- argomento di due dis sertazioni la dimora di Dante nel castello di Lizzati a, e già nella prima al suo cugino baron Gasparo Lindeg- go ( 4 ) si studiò di recarne le prove più convincenti, men tre nella seconda a S. E. don Antonio Mazzetti, rettifi cando alcune inesattezze della prima, viene con più ca lore e con prove più salde a rafforzare il suo assunto. Il conte Benedetto Giovanetti, nella sua
disertazione sulle mine di Marco, viene indirettamente a concludere che Dante abbia abitato qui vicino, se 1’ ha veduta ed am mirata da suscitare nella sua divina fantasia « un qua dro corrispondente al luogo orribile dell' inferno, da lui descritto con sì vivi colori nella Divina Commedia. In quali anni Dante abitò nella Valle Lagarina? Era Firenze orribilmente sconvolta dalle fazioni dei Bianchi e dei Neri; Dante, quale partigiano dei primi, fu soggetto alla funesta lor sorte, e nel 1301 fu cacciato