.- (¬Der¬ fahrende Skolast ; 40 - 41. 1995 - 1996)
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Place:
Bozen
Publisher:
Südtiroler Hochschüler/innen/schaft
Physical description:
Getr. Zählung
Language:
Deutsch
Notations:
Enth.: 1995, Nr. 1/2 - 3/4 ; 1996, Nr. 1/2 - 3/4<br />Universität in Südtirol : Vortragsreihe und Podiumsdiskussion = Università in Alto Adige. - 1995<br />Frauenhaus zwischen Autonomie und Anpassung : Tagung, Bozen 17. 9. 1994 = Casa delle donne tra autonomia e adattamento. - 1995<br />50: unvergessen = 50: dimenticare mai. - 1995
Subject heading:
g.Südtirol ; s.Student ; f.Zeitschrift
Location mark:
III Z 342/40-41(1995-96)
Intern ID:
319184
ra un altro passo, e anche Levi sa rebbe diventato muto. All'inizio del suo racconto, quando descrive l’anticamera di Auschwitz, Levi dice: “Questo è l’inferno. Oggi, ai nostri giorni, l’inferno deve esse re così ”. E possibile leggere le opere di Levi (specialmente “Se questo è un uomo” e “I sommersi e i salvati”) come un viaggio dan tesco in negativo, un viaggio che parte dall’Inferno, come quello di Dante, per arrivare al posto dove dovrebbe esserci Dio (la com prensione, la giustizia, il premio
e la punizione), ma, a differenza di quel che succede in Dante, in quel posto Dio non c’è. Sono andato a parlare più volte a Torino, con Primo Levi, fino a pochi mesi prima della sua morte, proprio per discutere con lui su questi punti: qual era la col pa attribuita agli ebrei, la “colpa di essere nati”, come dev’essere il Dio dei tedeschi, come si sente un ebreo verso i tedeschi, verso i cri stiani, verso Dio. Ho riunito i dia loghi in un libretto intitolato “Conversazioni con Primo Levi”. Levi ha subito