Eco delle feste del decimoquinto centenario dei SS. Martiri Anauniensi : la pieve di Sanzeno ; notizie topografiche, civili ed ecclesiastiche
Nuovi guai dovevano molestare/ il nostro paese, e questi ven nero da dove meno si doveva pensare; Morto il conte del Tirolo Àdal- preto, la contea da lui lasciata passò a Mainardo I di Gorizia, il quale ne aveva sposata 1' unica figlia. Costui qual conte del Tirolo si recò a Trento, e costrinse il vescovo non solo a rinnovare a lui la investi tura fatta al suocero suo, ma ad averlo quale protettore e avvocato della chiesa .di Trento : bene importandogli di avere con la salvaguardia di questo
titolo un pretesto per ingerirsi nelle faccende del principato, e aggiungere, all' occasione, a detrimento di questo, possessi e ric chezze alla sua famiglia. Ed invero, Mainardo II, cui nel 1259 era stata rinnovata dal vescovo l'investitura assieme a quel titolo, pretese, che la avvocazia, quale egli la aveva sulla chiesa di Trento, godesse dei diritti e dei significati più estesi di quanto avevano inteso ì vescovi che l'avevano concessa, e così avvenne, che avendo egli comperato il castello
di Castelfondo con i suoi possessi e giurisdizioni, fattosene investire, com' era suo dovere, dal vescovo Egnone nel 1271, da quel momento in poi, nulla curando i diritti sacrosanti del prìncipe vescovo, se ne volle rendere affatto libero, e così Castelfondo divenne centro della potenza del conte nella nostra valle, e la sede della grande giuris dizione che comprendeva tutta 1' alta valle di Non, alla destra della Novella cioè fino ad Àrz e alla sinistra fino a s. Romedio e a Tavone in ci usi va mente. Non
è che tutti questi passi sieno stati fatti senza che il ve scovo, legittimo padrone, se ne lamentasse, che anzi nacquero fin da principio lotte e scaramuccie fra i partitanti del vescovo e gli ade renti che il conte s' era procurato nella valle. Frutto di queste lotte però non fu già il riconoscimento dei diritti del vescovo e la gra titudine verso di lui, ma un patto, stipulato a Pont' alto, con il quale le due parti promettevano di cessare dall' offendersi. Fosse almeno stato esso mantenuto
; ma invece fu subito rotto dal conte che con tinuò a voler dominare nella valle per gran tratto ; ed anche allora il vescovo, quantunque padrone, per evitare di peggio, fu costretto venire ad un compromesso, fatto nell'agosto del 1279, per il quale il vescovo doveva lasciare nelP Anatolia due capitani, uno per sè, l'altro per il conte, i quali la reggessero per un. anno, difendendo gli interessi dei rispettivi padroni ; ì redditi poi andassero metà per parte. Tuttavia Mainardo agognava di più, e ruppe