Saggio sullo stato e costituzione politico-civile-amministrativa della Val di Fiemme dagli antichi tempi fino al XIX secolo
Proferita la sentenza dal Vicario e consì glio dei Giurati, e messa dal Rotaie in iscritto, veniva pubblicata al Banco della Resòn al suo no della campana della Comunità, detta Peri glierà, posta sul Campanile $i 8, Sebastiano, ed ora su quel dello Spedale di Tesero. Quindi si passava all’ esecuzione della sentenza, la qua le, oltre alla prigionìa, infliggeva le seguenti pene (Cap. 15, de Crini.): ,, tagliar la testa, „appiccare, squartare, metter in ruota, abhrug- „ giare, fustigare
e qualsivoglia altra sorte di „sentenze corporali effeMive“ le quali venivano - eseguite dal Ministro della Giustizia (Carnefice, Boia). La pena del capestro si eseguiva ai così detto „Dos della Forca“ fra Cavalese e Castello,, ove.pure si squartava e si metteva in ruota,* sopra il „Dos delle Streghe“ oltre Cavalese si tagliava la testa e si abbracciava; la frusta, o scopa si dava principiando al Banco della Re sòn ed andando al Capitello di Manaiò], e da questo alla Cappella di S. Leonardo, con più o meno
viaggio a seconda della sentenza ; la berlina al Banco della Resòn; la corda pubblica una volta nel Revelli no (cortile del palazzo ve scovile) in seguito sulla piazza di Cavalese ; la corda segreta nel palazzo vescovile. Altro modo di punire i delinquenti era la prigionia. ÀI Vi- / cario toccava far eseguire P arresto, ma F aprir le prigioni era dello Scario, che ne custodiva ■le chiavi. li quale non- era tenuto ad aprirle,/ se prima non era informato delle cause richie denti la prigionia, e se non