¬La¬ navigazione sull'Adige in rapporto al commercio Veronese.- (Quaderno mensile ; 40) - .- (Bollettino dell'Istituto Statistico-Economico di Trieste ; 4. 1925, 4)
in seguito a decreto dell’Imperatore del 1182 era passata dal Comune di Trento ad esclu- sivo beneficio del Principe Vescovo (1). Un secondo dazio, in questa parte del corso, doveva esser pagata a Sacco, località situata sulla sinistra dell’Adige poco dopo Ala; il dazio era quivi importante ed antico e riguardava principalmente il legname, che « colle Zatte si conduce per il fiume a Ve rona » (2). A testificare quanto abbiamo detto, v’è una tariffa rinvenuta negli Atti dei Rettori Veneti
sottoposti i trasporti fluviali delle merci, si trovava nel giugno del 1325 alla Chiusa, che veniva pagato a Federico della Scala. I veneziani si lamentavano e in proposito scrive il Marchesini : « Gli Scaligeri si scusavano che questo dazio non era del comune di Verona, al che il Doge rispondeva che la Chiusa era nel distretto veronese, che i patti imponevano ai veronesi di dover tener sgombro da dazi tutto il loro territorio, e che quel d«zio i vene ziani non lo avevano mai pagato e non lo volevano
al Vescovo di Verona, fra l’altro, il ripa tico dell’Adige in città. Su ciò, noi siamo informati, da un resoconto di un processo intentato al Vescovo nel 1388 dal Giudice dei dazi, dal Sindaco del Comune etc., per impedirgli l’esercizio delle Mude e dei ripatici. «Non è certo causale — dice il Si- meoni — questo ripetersi dello stesso fatto. Come all’ inizio della Signoria Scaligera . abbiamo avuto il processo contro i Visconti (7), cosi ora ali’ inizio di quella Viscontea, (1) Il Ducato di Trento nei