posso farlo serenamente senza confusione di questioni, e senza introdurre nel precedente lavoro, discussioni e' raffronti intempestivi. E. rispondo soltanto per quelle persone che veramente in buona fede mi mossero l’appunto * di cui si tratta: per quelle in mala fede — e sfortunatamente sono il numero maggiore,-generalmente nel gior nalismo officioso, pagato, Procolo della politica austrofila? a cui i patti della Triplice astringono il governo italiano — è inutile ogni risposta. Potrei
e gli altri storici ufficiosi della casa asseriscono — andò, italianizzandosi, man mano che prendeva gusto nello sfogliare il famoso carciofo d’Italia. Di più: oltre che per il trattato del 1860, imposto da Vittorio Emanuele, il Gran re, e'da Cavour, al novello Parlamento italiano, nel quale, in cambio della pjngup- Lombardia e dell’Emilia, e-giù, giù, fino alle Legazioni,- ' alle Romagne, alle Marche, si retrocedeva-alla Fwancia la. Savoia, e le si cedeva la contea’di Nizza, la'Savoia.— che durante
il periodò preparatorio (1848-49) dèi risorgimento italiano, si era mostrata nel Parlamento subalpino, gelosa delire sua lingua e delle sue prerogative nazionali: che aveva, per mezzb de’suoi deputati le forse con ragione) assunta la parte di vittima, di sacrificata agli interessi italiani che non eflno i suoi e che anzi erano contrari-ai suoi, accolse con piacere il plebiscito: del 1860 che la ritornava alla Francia; e ben pochi, e non disin- « ..... ... •* «,‘tèressatì, furono i savoiardi che