LE OPERAZIONI SUL GRAPPA DURANTE LA BATTAGLIA DI VITTORIO VENETO Nella battaglia di Vittorio, secondo il piano strategico elaborato dal Comando Supremo italiano, all'Armata del Grappa avrebbe dovuto spettare un compito secondario, e cioè quello di cooperare all'azione principale svolta dalle Armate Ottava e Dodicesima. Le piogge e la conseguen te piena del Piave avendo imposto un ritardo allo svolgi mento dell'azione principale, e radicatasi nel Comando la convinzione che, in vista della

situazione militare generale, il nostro sforzo, se ben condotto, avrebbe ineluttabilmente portato alla decisione della guerra, fu deciso di rinforzare l'Armata del Grappa con quattrocento pezzi disponibili e di farla operare a fondo in modo da precedere l'attacco principale e prepararlo richiamando tra Brenta e Piave le riserve nemiche dislocate nel solco Arten -Feltrè e mit do a raggiungere il solco stesso, Fu deciso che l'azione dell'Armata del Grappa si ini ziasse all'alba del 24 ottobre coadiuvata

a destra da trup pe della Dodicesima Armata, e a sinistra dal concorso delle artiglierie della Sesta Armata la quale avrebbe dovuto anche eseguire alcuni colpi di mano su tutta la propria fron te a scopo diversivo. Alle ore cinque le artiglierie nostre aprirono il fuoco. Una fitta nebbia e poi la pioggia dirotta ne limitarono 1 a- zione; malgrado ciò le nostre fanterie attaccarono alle ore sette e quindici e subito la lotta divenne accanitissima,

mi chilometro, con altri risvolti riuniti da tratti diritti, riprende la direzione della cima: arriva così a pochi metri sotto la vetta, raggiun gendo Osteria Monfenera (7 - 55,8) E a pochi metri sotto il grande costone che congiunge il monte Pallone al Tomba e al Monfenera. Lungo tutto il tratto di strada che, in leggera salita, conduce da sotto la vetta del Tomba all'oste ria, è bellissimo il panorama dei colli dell'Asolano, del Montella e della pianura veneta. Salendo poi alla vetta del

Tomba appare in tutta la sua magnificenza la conca di Alano, coronata dal Cisa e dallo Spinuccia, con il Piave verso cui si apre, e le montagne che sovra stano Segusino e Valdobbiadene. A ponente si svolge tutta la linea di vette della famosa regione fra Brenta e Piave che tanta parte eb be durante le operazioni dell'ultima annata di guerra. Intorno al monte Tomba furono sostenute aspri ssime lotte per arrestare la marcia nemica dopo la nostra ritirata dell'ottobre-novembre 1918 (vedere a pag. 692

questo modo la loro efficienza prima di poter entrare in azione. L obbiettivo delle truppe nemiche sui monti era quel lo di aprirsi la via alla pianura, sfond andò prima con dieci Division le linee dalla vai d Assa alla vai Fren- zela; poi, allargandosi a ventaglio, avrebbero dovuto oc cupare nella giornata stessa la linea marginale dell alto piano e ì contrafforti occidentali del Grappa che serrano da oriente il corso del Brenta. Ma le truppe della Sesta Armata, fra cui combattevano divisioni

di oltre cento chilometri di linee con una potenzialità giornaliera di oltre centodieci tonnellate. La zona, essendo priva di acque, fu arricchita di quattro impian ti idrici con una potenzialità giornaliera di circa cinquecentomila litri d'acqua. LE OPERAZIONI FRA BRENTA E PIAVE in seguito alla ritirata verso il Piave ed all'abbandono del Cadore, le truppe della Quarta Armata dovettero schie rarsi su nuove posizioni fra Brenta e Piave. Il terreno montagnoso è costituito nella parte meridiana dal