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Category:
Geography, Travel guides
Year:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Page 10 of 105
Author: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Place: Novara [u.a.]
Publisher: De Agostini
Physical description: 74 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Location mark: II 87.677 ; 1.088
Intern ID: 88598
Gaìdaro. Castelrotto, Chiusa, Egna, liana, Merano, Passnio, Sarentiiio, Sil andrò. Questi 10 decanati sono suddivisi in 56 parrocchie e rispet tive curazie; parrocchie che hanno un'a,rea media kmq. 64,6 e mia popolazione media di 2800 anime, assai superiore a quella dei comuni. A Bolzano risiede un Prevosto infoiato, vicario per la, parte atesina della Diocesi di Trento. Le sorgenti dell'Adige, tutto il distretto di G-lorenza, noncliè il tratto orientale dell'Alto Adige, colle valli della

parte della Val Venosta, appartiene oggi, nell'Alto Adige, la Val Monastero, nella quale però più della metà della popolazione è di confessione evangelica. 5. DIVISIONI STORICHE. — I primi abitatori delle alte valli atesine, come di quelle del sottostante Trentino, appartennero alle stirpi mediterranee, anzi al ramo italico con preponderanti caratteristi che etnische, che nei tempi storici le popolazioni del piano chiamarono Beti. Ma l'impronta della latinità su queste genti alpine venne im pressa

dalla conquista romana. E difficile stabilire i limiti di tale conquista; ma all'epoca repub blicana, sebbene questi territori fossero abitati da genti ancora irrequiete, i romani ritenevano di aver portato il confine d' Italia al Brennero, sul crinale delle Alpi, chiamate dalla città più impor tante della Val d'Adige, Alpes Triäentinae. All'epoca imperiale, quando con Dm so e Tiberio la conquista romana si spinse oltre il Brénnero sul versante alpino settentrionale, e Augusto fondò a, difesa

d'Italia la provincia Bética che insieme al Nórico comprendeva il nodo centrale alpino fino al Danubio, il confine del Municipio Tridentino, che era aggregato alla, X- Eeg'ione d'Italia, venne portato verso la, Chiusa di Bressanone ad oriente, e presso Merano ad occidente. Due lapidi ci assicurano che a Sabiona, a sud-ovest di Bressanone, e a Parcines, sulla stretta di Teiles sopra Merano, v'erano due stazioni di gabellieri, ciò che indicherebbe che lì presso passava il confine. La X Regione d'Italia

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Category:
Geography, Travel guides
Year:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Page 51 of 105
Author: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Place: Novara [u.a.]
Publisher: De Agostini
Physical description: 74 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Location mark: II 87.677 ; 1.088
Intern ID: 88598
Così, negli anni che corrono fra il ISSO e 1890, si manifestò in tutti i capitanati una emigrazione notevole, a causa della crisi agri cola clie si manifestò gravissima in tutta la Val d'Adige a coltura intensiva, per le malattie del gelso e della vite e l'avversa stagione; crisi che si ripercosse sull'economia pastorizia delle regioni alpestri, per cui buona parte della popolazione tedesca emigrò anche definiti vamente, verso i centri industriali dell'Europa centrale o nelle città (capitanato

di Bolzano incremento migratorio — 1,9 Brunico — 4,7 Ampezzo — 11,0 all'anno ogni 1000 ab.). Dopo il 1890 le condizioni economiche dell'Alto Adige andarono invece notevolmente migliorando e più rapidamente clie nel sottoposto Trentino, per cui in tutti i capi tanati si ebbe una ripresa notevole della immigrazione, data sopra tutto dai trentini che rioccuparono i vuoti lasciati nel decennio pre cedente dall'esodo dei tedeschi, e ciò specialmente in Val d'Adige e in Val Venosta (capitanato di Merano

e Silandro incremento migratorio del 2,6 e 8,1 °/ 00 negli ultimi due decenni); mentre i capitanati pre valentemente di alta montagna di Brunico e Ampezzo, presentano ancor oggi una quozione di emigrazione molto notevole, salvo negli ultimi anni in alcuni centri turistici alpini (Ampezzo) ove si sviluppò l'industria del forestiero, 4. RELIGIONI. — La religione assolutamente dominante nel l'Alto Adige è la cattolica, professata entro i confini della regione amministrativa, dal 96,4 °/ 0 della popolazione

, assistita da 282 sacer doti secolari e da numerosi ordini religiosi (ecclesiastici 0,4 °/ 0 della popolazione). — Gli evangelici sono poco più di due migliaia e mezzo, cioè Pl,l7o, e solo nel capitanato di Merano essi rappresentano il 3,1 °/ 0 della popolazione, attorno a questa città - stazione invernale di fama europea - essendovi i maggiori immigrati d'oltralpe (1). Gli israeliti raggiungono appena il migliaio e sono il 0,4 °/ 0 della popolazione, della, quale meno del 0,1 °/ 0 si è dichiarata senza

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Category:
Geography, Travel guides
Year:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Page 42 of 105
Author: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Place: Novara [u.a.]
Publisher: De Agostini
Physical description: 74 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Location mark: II 87.677 ; 1.088
Intern ID: 88598
a quella del Trentino (47.3 °/ 0 )- Si comprende come la massima esten sione si abbia nei comuni del tratto più meridionale dell'Alto Adige, dove i versanti montuosi sono in gran parte al di sotto del limite dei boschi. Così il capitanato di Bolzano ha metà della sua superficie coperta dalla foresta (49,9 %) e i comuni del pianoro porfirico di. vai d'Ega (Eggentlial) oltre il 70 °/ 0 - In simili condizioni si trovano i comuni degli stretti ed ombrosi fianchi della valle Pusteria e della vai

d'Isarco, con. una media su periore al 48 °/ 0 dell'area produttiva. Glie poi l'esposizione dei versanti abbia notevole influenza sull'e- tensione del bosco è confermato dalle percentuali di alcuni comuni del versante ad ombrìa della Val Venosta, che pur non essendo nel com plesso notevolmente boscosa (capitanato di Silandro 25,4 °/ 0 ), lianno invece fin 1' 82,0 °/o della loro area coperta da bosco (Montefranco = Freiberg). Relativamente scarsi di boschi (meno del 40 °/ 0 ) sono invece molti comuni

della regione dolomitica, per la grande estensione che vi as sumono i terreni incolti e i pascoli. Il reddito delle foreste è assai notevole, giacché nell'Alto Adige, sono sfruttate con norme razionali, che hanno preservato il paese dai. diboscamenti deplorati nel Trentino; pur nocendo allo sviluppo del bosco il taglio dei rami degli abeti fin quasi alla cima, come si. usa in Pusteria. La sorveglianza forestale è mantenuta da appositi organi pubblici, ma è coadiuvata, in modo soddisfacente dalla

popolazione. - 4. PRATI E PASCOLI ( Tav . IX). — L' estensione dei prati e dei pascoli è di kmq. 2816,05 (37,4 °/ 0 dell'area totale) con una per centuale assai maggiore di quella del vicino Trentino (31,0 °/ 0 ) ed eguale a quella del Tirol o transalpino. La distribuzione, nei vari territori comunali, è poi complementare a quella della foresta (che ha una su perficie assai simile), prevalendo le associazioni erbacee nelle zone su periori al limite del bosco. Così la massima estensione prativa si ha verso

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Category:
Geography, Travel guides
Year:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Page 43 of 105
Author: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Place: Novara [u.a.]
Publisher: De Agostini
Physical description: 74 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Location mark: II 87.677 ; 1.088
Intern ID: 88598
Il rajiporto del prato coltivato, che è insediato al disotto del li mite del bosco in vicinanza ai centri abitati, rispetto al pascolo na turale, che si estende verso le cime montuose, è solo del 18,6 °/ 0 della complessiva formazione pratense, il che dà un'idea della grande im portanza che assume nell'Alto Adige il problema della monticazione estiva (malghe) nei pascoli di alta montagna. 5. BESTIAME ( T ay . X). — Kol 1900 l'Alto Adige possedeva 221388 capi di bestiame, dei quali 114 967

bovini (51,8 °/ 0 dell'intero numero), 77 926 ovini (35,3 °/ 0 ), 20 749 suini (9,4 °/ 0 ) e 7593 cavalli (3,4 «/e). Il massimo numero di animali è dato dai bovini, e la loro quantità sta in relazione non solo coll'esten sione delle aree pascolive naturali, ma anche con quelle dei prati coltivati, molte mucche essendo allevate nelle stalle. L'allevamento del bestiame infatti rappresenta una delle maggiori risorse economiche della regione; e a questo riguardo è significativa la cifra dei capi

di bestiame rispetto al numero degli abitanti, che per una regione alpina come la nostra è uno dei migliori indici della eco nomia- prevalente della regione. Tale indice è infatti assai notevole per i bovini, di cui si hanno 53,8 capi ogni 100 ab. (Tirolo transalpino 49,7) con un massimo nei capitanati alpestri di Bnmico e. Silandro (76,5 e 87,9 capi ogni 100 ab.),

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Category:
Geography, Travel guides
Year:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Page 44 of 105
Author: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Place: Novara [u.a.]
Publisher: De Agostini
Physical description: 74 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Location mark: II 87.677 ; 1.088
Intern ID: 88598
dove prevalgono la razza grigia da lavoro e da latte della Val Venosta, nonché la razza grande rossa da ingrasso della Pu steri a. Xon altrettanto progredita è invece l'industria, del buri-o e dei formaggi, perchè esercitata poco razionalmente e con metodi antiquati, cosicché il prodotto caseario serve solo al consumo locale; recentemente però andarono diffondendosi caseifìci sociali e migliorando il tipo e la conduzione delle malghe per la monticazione estiva. I migliori malgari provenivano

, anche prima, dal Regno e dal Trentino. G-li ovini (36,3 ogni 100 ab.) sono in una proporzione assai mag giore che nel Eegno (S,0 ogni 100 ab.), ma essi prevalgono sui coiti imi d'alta montagna dove si Iranno i prati magri, come nel capitanato di Silandro (93,3 ogni 100 ab.), pur essendo numerosi anche in Posteria e nell'Ampezzano dove si ha il pascolo sterile della zona dolomitica (Bru nice 58,6, Ampezzo 4<S,1 ogni 100 ab.). L'allevamento dei mini, molto meno esteso (9,7 maiali ogni 100

ab.), ha un rappòrto simile a quello medio del Regno (7,3), ma molto infe riore a quello dell'Austria (22,5). Esso si lia specialmente nell'alta Val Venosta (24,6 capi ogni 100 ab.) e nelle valli Sarentina e Passiria, mentre è scarsissimo nell'Ampezzano (4,4). Gli equini, data la montuosità della regione, sono abbastanza nu merosi (3,5 ogni 100 ab.) a confronto del Tirolo transalpino (2,8), ma l'allevamento non avviene che sul fondo delle grandi vallate, come la Pusterfa e la Venosta (capitanato di Brunico 4,8

statistica della Camera di Commercio di Bolzano, sarebbero di 61,1 ogTii 100 ab. residenti; contro 66,0 del Trentino e 49,3 del Tirolo transalpino. Di questi agricoltori molti sono piccoli proprietari, sebbene qui la proprietà non sia così suddivisa come nel Trentino. Nella parte settentrionale dell'Alto Adige (Pusteria, conca di Bressanone, bacino di Vipiteno) solo 0,1 °/ 0 del possesso fondiario appartiene a proprietari con meno di mezzo ettaro, il 2,3 °/ 0 a quelli con 0,5-5,0 ett., mentre il 24,0

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Category:
Geography, Travel guides
Year:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Page 50 of 105
Author: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Place: Novara [u.a.]
Publisher: De Agostini
Physical description: 74 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Location mark: II 87.677 ; 1.088
Intern ID: 88598
Le cifre percentuali dell'incremento naturale dimostrano un con tinuo accrescersi della popolazione non solo complessivamente nell'Alto Adige, ma anche nei singoli capitanati, salvo che per quello alpestre di Ampezzo. Ciò è dovuto sopratutto alla forte natalità della regione; massima^ nel capitanato agxicolo di Bolzano, abitato da italiani, dove raggiunse, nel decennio 1900-1910, la media annua del 32,9 per mille ab., seguita poi dal quoziente dei capitanati alpestri di Brunìco e Silandro (30,0

, anche dal capitanato di Brunìco (8,1 %o) P er minima mortalità. Meno uniforme andamento ha il fenomeno migratorio nei vari capitanati e in periodi successivi. Mentre l'emigrazione permanente o temporanea al di fuori dell'Alto Adige, può dirsi quasi sconosciuta come fenomeno normale, presenta invece importanza l'immigrazione, permanente o temporanea, degli ita liani del Trentino o del Begno, nonché gli spostamenti interni della popolazione fra i vari capitanati. Se noi escludiamo le città di Merano

e Bolzano - che per il loro progressivo sviluppo, specie nell'ultimo decennio, hanno attirato sempre una notevole immigrazione -, i movimenti migratori negli altri capi tanati hanno avuto sorti diverse nei vari decenni, a seconda delle variabili condizioni economiche della nostra regione, dovute al vario grado e valore dello sfruttamento agricolo; ciò che ha portato, come risultato ultimo, all'esodo della popolazione dalle alte vallate alpine sature di abitanti, e all'addensamento sui larghi fondi delle

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Category:
Geography, Travel guides
Year:
1919
¬L'¬Alto Adige : cenni geografici e statistici
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Page 31 of 105
Author: Toniolo, Antonio Renato / Antonio Renato Toniolo
Place: Novara [u.a.]
Publisher: De Agostini
Physical description: 74 S. : Ill., Kt.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Südtirol ; s.Landeskunde
Location mark: II 87.677 ; 1.088
Intern ID: 88598
i romani vennero per la prima volta in contatto. Resti archeologici di queste antiche età sono i castellierì preromani o retici lungo l'Adige, e l'Isarco e i giacimenti dell'età del bronzo e del ferro in Val d'Adige (Rovere della Luna, Salorno, Cortaccia, ìficlàr, Castel Yètere, Oalda.ro), nell' Oltradige a Vadena, Terlano, Lana, ma anche in Val d'Isarco (Stufles presso Bressanone) e in Val Pusteria (Van- dojes = Vinti). Della conquista romana rimangono ponti, torri, cippi, are votive, pietre

miliari, tombe, iscrizioni, che si trovano in gran numero lungo l'Adige, a Revere della Luna, Sa Ionio, Bolzano, Gries, Galles, a Parcmes nella Venosta, a Prato (Prad), Siusi (Seis), Castelrotto, Sa- biona (Säben), Mules (Muls) in Val d'Isarco, a S. Lorenzo in Pusteria, ecc. Traccio visibilissime sono poi in tutta la toponomastica dell'Alto Adige, anche in quella di aspetto tedesco, giacche nelle stesse lon tane valli Venosta e Pusteria oltre la metà, dei nomi di località sono romani o romanizzati

. Resti etnici reto-romani sono oggi giorno i ladini, che parlano dialetti latini alquanto diversi fra loro nelle singole valli e distinti in due gruppi (il romancio di Val di Monastero e il ladino della regione dolomitica di Val Gardena, Badia,, Marebbe e Ampezzo), ma di unico ceppo e che divergono dai confratelli dell'Italia settentrionale, perchè conservarono caratteri più arcaici, svolgendo propri fonemi, per la si tuazione appartata delle valli, dove si rifugiò la popolazione romana allora delle

il « paradiso della nobiltà » per le numerose rovine di castelli, che si ergono anch'oggi su ogni vetta.

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