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Books
Year:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Page 126 of 379
Author: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Place: Milano
Publisher: Aliprandi
Physical description: 374 S. : Ill.
Language: Italienisch
Location mark: III 79.502
Intern ID: 333735
a spazzar via tutto. Negli appartamenti sgombrati dal principe vescovo riposarono i sanculotti di Joubert. Abolito di fatto il principato ecclesiastico, il Castello del Buon Consiglio fu, senza riguardo alcuno alle sue memorie storiche ed artistiche, tramutato in una caserma, nella quale a seconda delle varie vicende, alternaronsi francesi e tedeschi, finché vi rimasero e vi sono tuttavia questi ultimi padroni assoluti, dopo averlo consacrato col sangue di ventuno giovani trentini e della

campagna, trovati dalla soldatesca nei pressi di Castel Toblino, armati e pronti ad accorrere in Lombardia ove si pugnava per l’indipendenza della Patria, e fucilati in massa nella gran corte del Castello, la mattina del 15 aprile 1848. Compiutovi quel lavacro col sangue italiano la soldatesca austriaca si trovò forse meglio nel Castello del Buon Consiglio. Inutile dire, che nel succedersi di tante generazioni di soldati, di tutto quello che d’artistico abbelliva l’interno del castello, stucchi

vassalli, dove i servi ad ogni porta s’inchinavano sul passaggio del principe, risuonano le gride, le bestemmie, le risate, le canzonacele di tutta quella gio ventù accasermata: alla campana che suonava l ’Angelus della sera e quello del mattino, l’ora della refezione e quella' del succulento pranzo vescovile, si' è sostituita la tromba del picchetto, che suona i segnali delle varie fazioni — e la memoria dell’antico splendore della sua vita passata va per il Castello del Buon Consiglio ogni giorno più

perdendosi nell’abbrutimento della sua trasformazione in caserma. Nella spianata, davanti al Castello, del Buon Consiglio, presso un gruppo d’alberi, sta, mezzo interratale lasciata in abbandono, un’antica arca sepolcrale: chi vi fosse dentro, o chi vi sia ancora,'non ho curato di appurare. Certo però, quell’arca è là da molti' secoli; da quando cioè il Castello del Buon Consiglio era all’apogeo del suo splendore. Allora, la vista di quella tomba dev’essere stata di richiamo malinconico ai gaudenti

signori, ai cortigiani che dimo ravano nel Castello e si affacciavano alle sue finestre — e forse qualcuno di essi avrà pensato, senza osarlo, di far rimuovere' di là il molesto memento. Allora, fra la tomba e il castello ci doveva essere una corrente antipatica: oggi, quella corrente si dev’essere dileguata: quei due monumenti si guardano senza rancore^ l’uno non invidia più all’altro il suo splendore, la sua vita, e questi non rinfaccia più alla tomba la tristezza che ne emana. Oggi quei due monu

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