sopra di loro. Ma tosto che i raggi del sole ebbero diradate lo nebbie, i legionarii atterriti al vedersi dinanzi il nemico o stiman dolo più numeroso che non era, con gran tumulto fuggirono al campo, spargendo anche là il più grande spavento. Non si udiva che un grido; al mare , al mare; tutti si precipitarono a quella volta, dove anche il console, dopo d’ avero indarno tentato eli ri chiamare i fuggenti, fu costretto a seguirli. Rimase, indietro con tre manipoli il solo tribuno M. Licinio
essere fra i primi a salirvi. Molte barche per il peso soverchio pericolarono di affondarsi, e il consolo dovette dar ordine di sco stare la flotta dalla spiaggia. Latta una rassegna, appena mille degente si trovarono fra. tanta moltitudine, avere ancora le armi. Fu duopo chiamare dalla terza legione il presidio dei Galli e, ri composto l’ordine, commciossi finalmente a sentire Tonta di quella fuga ignominiosa, 11 campo perduto venne preso d’assalto: dogli Istri disfatti dal vino ed impotenti
a resistere, quelli che ancora reggevansi in piedi, si diedero a fuga precipitosa; la maggior parte passarono dal sonno alla morto. Il ro temulento, perduti non meno di otto mila dei suoi, fu posto sopra un destriero e a grande fa tica riuscì a sottrarsi da quella carnificina. Fra i vincitori iT erano periti quattrocento; i più non nella riconquista del campo, sibbene nella fuga del mattino. . Indicibile fu in Roma il terrore, quando s’intese la fuga del!’ esercito di Manlio, la quale, dipinta coi colori