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Place:
Bozen
Publisher:
Südtiroler Hochschüler/innen/schaft
Physical description:
112 S. : Ill.
Language:
Deutsch; Italienisch
Notations:
Text dt. und ital.
Subject heading:
g.Südtirol ; s.Student ; f.Zeitschrift
Location mark:
III Z 342/40(1997), 3/4
Intern ID:
331947
"Quale università per l'Alto Adige. Weiches Südtirol für die Universität". Ripor tiamo qui l’intervento dei prof. Massimo Egidi, rettore dell’Università di Trento. Solo oggi le università europee cominciano a ricono scere la necessità di entrare in rete le une con le altre. Negli ultimi 200 anni erano cresciute molto più legate ai rispettivi caratteri nazionali, tradendo in qualche modo la loro natura originaria. Le prime università europee, come quella di Bologna o di Parigi, erano strutturate
in modo che gli studiosi non avessero difficoltà a comunicare tra loro. C’era una lingua comune, il latino, c’erano delle opinioni condivise o discusse settimanalmente o mensilmen te. Pian piano sono nati dei libri - che nell’era moderna diverranno i cosiddetti „journals“ - per scambiarsi le opinioni. Dunque la natura originaria e profonda delle istituzioni universitarie era fondata sul principio della ricerca, al di là di ogni barriera nazionale. Soltanto nell'Ottocento le università hanno via via
assunto sempre di più una connotazione nazionale. In quegli anni si è prodotto un altro aspetto, della cui influenza sulla ricerca forse pochi di noi si rendono conto, quello della proprietà intellettuale. Si tratta di un problema molto importante, che è stato oggetto alla fine del secolo scorso di un approfondito dibattito, che si può semplificare con questa doman da: quando qualcuno ha un’idea che può avere un’applicazione importante, mettiamo si tratti di una scoperta, perché non brevettarla? Come
mai Einstein non ha brevettato la teoria della relatività, quando i suoi risultati avrebbero potuto arricchirlo? Proprio nel momento in cui le scienze, e le università collegate alle scienze, assumevano sempre di più caratteri e connotazioni legati alle nazioni e ai loro sviluppo, in quello stesso momento si è posto il se guente problema: possiamo brevettare le nostre idee? Ne è emerso un contrasto in termini: se io tendo a brevettare, ossia a proteggere, le mie idee, limito la possibilità della
loro espansione, di un libero dibattito e quindi della loro crescita successiva. Ma alla fine del secolo scorso le università rinascono con un principio fondamentale: quello di garantire la ricerca agli studiosi, dando loro uno stipendio a pre scindere dai risultati che essi immediatamente posso no dare. Perché la ricerca funzioni, occorre che le persone si mettano a lavorare senza sapere con cer tezza quali saranno i risultati, senza avere dei limiti im mediati di tempo, ed anche con