Casanova, Lo "shopping" dopo la prigionia - "La bisogna più urgente mi sembrò quella di cambiarmi completamente" racconta l'autore nelle sue memorie
Author:
Dal Lago Veneri, Brunamaria
Date:
2010.11.14
Source:
Corriere dell’Alto Adige, Nr. 267, 13
Articletype:
Sekundärtext: Bericht
Involved person:
Bonoldi, Andrea
Involved organisation:
Palazzo Mercantile; Archivio Menz di Bolzano
Authormap:
Dal Lago Veneri, Bruna Maria Texte 6
Location mark:
0138_035
Corriere dell'Alto Adige Domenica 14 Novembre 2010 Cultura &Tempo libero II soggiorno a Bolzano del libertino più celebre della storia di BRUNAMARLA DAL LAGO VENERI La domanda principale rispetto alla que stione che andiamo ad esaminare è se po trebbe esserci stato un «cavaliere Casano va» senza gli splendidi abiti con i quali vie ne ritratto e come doveva apparire un gen tiluomo veneziano del Settecento. Pare proprio che, almeno considerandolo dal di fuori, nell’aspetto esteriore, la figura
del gentiluomo Giacomo Casanova sia in qualche modo legata al suo abbigliamen to. Ma chi fu Giacomo Casanova e cosa ha a che fare con Bolzano? Giacomo Girolamo Casanova (Venezia, 2 aprile 1725-Dux odierna Duchov, 4 giu gno 1798), cittadino della Repubblica di Venezia, fti un avventuriero e un dameri no o uno scrittore, un diplomatico o agen te segreto italiano? Di lui resta una produ zione letteraria molto vasta, ma viene principalmente ricordato come avventu riero e come colui che fece del
proprio no me il sinonimo di seduttore. A questa fa ma contribuì veros imilm ente la sua opera più importante: Histoire de ma vie (Storia della mia vita), in cui l’autore descrive, con la massima franchezza, le sue avventu re, i suoi viaggi e i suoi innumerevoli in contri galanti. E questo anche per quanto riguarda la città di Bolzano. Ecco che ac cadde che Giacomo Casanova, assieme al frate Marino Balbi, fuggito dai Piombi di Venezia in una rocambolesca fuga avvenu ta nella notte fra il 31 ottobre
e il primo novembre 1756, si trovò nella situazione di cambiarsi d’abito e di rifugiarsi in terri tori lontani dal distretto di giurisdizione di Venezia. E fu così che, per rifornirsi d’abiti e di denaro, si fermò a Bolzano, al l’epoca famosa come emporio commercia le di tutto rispetto, città di fiere e piazza di cambio collegata con i principali centri fi nanziari europei. Nelle sue memorie, (re datte in verità quarant’anni dopo), il Casa nova nota: «La bisogna più urgente mi sembrò quella di cambiarmi
». Così abbigliato Casanova riesce a farsi aprire il portone del Palazzo Ducale «come se fosse stato uno chiuso dentro per sbaglio». Dopo questa descrizione ini zia la fuga da Venezia, prima in gondola fino a Mestre, da qui a Treviso. Poi, per sicurezza, sceglie la via di Feltre, Belluno e da Borgo Valsugana a Pergine, poi a Tren to e di là a Bolzano. A Bolzano giunge il 7 novembre e «qui, trovandomi ormai qua si completamente sfornito di denaro men tre molto me ne occorreva e per vestirmi e per