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Category:
Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Law, Politics
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[ca. 1991]
¬L'¬ unità d'Europa: aspetti e problemi nel mondo culturale italiano e nel mondo culturale tedesco dell'età contemporanea : atti del XV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1978
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Page 227 of 554
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <15, 1978, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Place: Meran
Physical description: XXXIII, 514 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas: Aspekte und Probleme in der deutschen und italienischen Kulturwelt der Gegenwart Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: s.Europäische Integration ; f.Kongress ; g.Meran <1978>
Location mark: II Z 759/15(1978)
Intern ID: 62143
», assegnando all’Italia il compito di iniziatrice della nuova era dell’umanità. II primato italiano è proclamato apertamente fin dal titolo nella ce- lebre opera di Vincenzo Gioberti Delprimato morale e civile degliltaliani (1843). Anche l’idea dominante di Gioberti è quella dell’unità euro- pea, che deve superare lo stato di anarchia e di guerra; ma l’unità civile e politica gli appare impossibile senza quella religiosa. II papa è l’unico principio dell’unione, della pace e del diritto comune della

cristianità eu- ropea. Se l’Europa è cristiana, lo deve ai papi del Medioevo: il ponte- fice ha impresso il primo moto alla macchina della civiltà europea. La storia d’Italia s’identifica con quella del papato, quindi con la storia del mondo civile e cristiano. L’Italia è la capitale d’Europa, perché è la me- tropoli religiosa del mondo. Nella teleologia delle nazioni europee l’I- talia è il principio organico dell’unità europea, è sintesi e specchio d’Europa: «L’unificazione morale e civile d’Europa

II dogma della Letteratura Europea non puó scriversi che intorno al Pantheon di tutte le letterature. La legge d’ogni letteratura nazionale non puó scriversi se non nel codice che avrà in fronte quel dogma». 16) L’idea di missione tende facilmente a trasformarsi in quella di prima- to, del diritto di un popolo a guidare gli altri. E’ quanto accade in quasi tutti i paesi europei. Lo stesso Mazzini, fin dal 1834, alla tesi del prima- to francese contrappose quella dell’«iniziativa italiana

fu... per ogni ri- spetto opera italica e romana* giacché preparata da Roma gentile e guerriera, venne adempiuta effettualmente da Roma cattolica e ponti- ficale. E siccome ciò che è principio nell’ordine del tempo lo è altresi nel giro delle operazioni, e il primato logico s’immedesima col crono- logico, l’Italia viene ad essere per via di Roma ilprincipioorganico del- l’unità europea». Anche Gioberti concepisce un’unità letteraria europea, ma, con prospettiva antitetica a quella dei romantici

l’Italia è il centro». 17) II Delrinnovamento civile d’Italia (1851) sostiene la tesi che bisogna 191

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Books
Category:
Philosophy, Psychology
Year:
[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Page 160 of 244
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Place: Meran
Publisher: [k.A.]
Physical description: XII, 225 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Subject heading: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Location mark: II Z 759/10(1970)
Intern ID: 62122
, su Hegel, che un articolo, peraltro assai importante, scritto nel ‘31 in oc- casione del centenario hegeLiano per la «Rivista di filosofia», il che lascia pensare che, se quella occasione non si fosse presentata, molto probabilmente neppure una pagina di Hegel - che fu, insieme con Vico, Kant e Savigny, uno dei suoi quattro autori, e di tutti e quattro il prediletto gli sarebbe mai uscita dalla penna» (L’ insegnamento di Gioele Solari, in «II Ponte», V, 1949, pp. 1124 - 1131, ora in Italia civile

, Manduria, 1964, pp. 160 - 161. 48) N. BOBBIO, op. cit., p. 183. 49) G. SOLARI, II concetto di società civile in Hegel, in Studi storici difilosofia del diritto, con prefazione di L. EINAUDI, Torino, 1949, p. 360: «La società civile si presenta pertanto come un sistema di reciproca dipendenza e di relativa eticità». Come «sistema di relativa eticità», soprattutto, la società civile si distingue dallo Stato come sistema di assoluta eticità. 50) G. SOLARI, Diritto astratto e diritto concreto, in «Giom

forme e nei limiti delTindividuo con- creto, singolo o associato che sia, Lo Stato è etico non perché vive in inferiore homine, ma perché è esso stesso realtà e sostanza etica che non si concreta solo negli individui, ma progressivamente nella famiglia, nelle associazioni, nella na- zione, nell’umanità». Intanto, il Bobbio: «Con questa formula (idealismo sociale) egli intendeva dire anche la sua concezione era, si, idealistica, ma si distingueva da quella di Croce e da quella del Gentile, che erano

presenta per lui un autore fondamentale. Scrive N. Bobbio: Non vi fu forse filo- sofo del passato che Solari abbia studiato piü di Hegel (come sa bene chiunque abbia avuto la fortuna di valersi della sua biblioteca, dove si trovano rari testi e saggi hegeliani dalle Theologische Jugendschriften del Nohl allo Hegels Lexi- con): eppure, a parte un corso di dispense, quello del 1931 - 1932, dedicato e- sclusivamente al filosofo di Stoccarda, in tutta la vasta produzione di Solari non si trova

., crit. d. fil, it.», 1948, pp. 42-81, 51) G. SOLARI, Stato corporativo e Stato etico, Lettera aperta al prof. A. Volpicelli, in «Nuovi Studi di diritto, economia e politica, vol. III, fasc. II, marzo - aprile 1930, pp. 119 -120: «Credo errore del neo-idealismo aver deviato dalla tradizione hegeliana (almeno quale io la intendo) circa la natura e i fini dello Stato. II neo- hegelismo tende, a mio credere, verso un individualismo idealistico quando con- cepisce lo Stato non in sé e per sé, ma nelle

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Books
Category:
History , Philosophy, Psychology
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 219 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
dal Prof. Veneruso, e che aveva la sua valenza politico-civile nella figura e nel gruppo che lavorava in- torno al Tamburini; basterebbe citare il Degola, il Natali, il Palmieri, che, pur geno- vesi, erano strettamente legati al gruppo pavese del giansenismo lombardo. Emerge quindi il bisogno di dare alla storiografia un piü ampio ambito di ricerca, di rifles- sione, di consapevolezza e quindi di testimonianza culturale. L’altro aspetto si traduce in un sottile antifascismo. II voler trovare

e proporre invece una storiografia che affondasse le sue radici molto piü profondamente nella vita culturale e nella vita intellettuale del Paese. Di qui allora l’interesse di Rota per i problemi anche letterari che lo portarono a studiare, da storico, la poesia di Carlo Porta. Ma lo qualificano soprattutto i suoi interessi di tipo etico-religioso tradotti nei suoi studi sul giansenismo lombardo. Ed è sul giansenismo lombardo che s’innesta poi anche il giansenismo ligure molto opportunamente ricordato

Interventi sulla relazione II Prof. Italo BERTONI svolge le seguenti considerazioni: «L’ampia, dettagliata, approfondita e non distaccata, anzi appassionata, relazione del Prof. Veneruso mi ha indotto a riflettere su esperienze personali. Pur non essendo io uno storico, ho ripercorso la mia formazione universitaria, il mio impegno con la storia come settore di studi. E ho ripensato con profonda serietà alle lezioni di Ettore Rota che era allora, il mio professore di storia. Ora, proprio come

testimonianza di stima e di rispetto per il Prof. Veneruso, vorrei contribuire al chiarimento del problema da lui posto proponendo un’interpretazione, indubbiamente complessa, delTatteggiamento storiografico di uno storico come Et- tore Rota, del mondo cioé in cui la storiografia di Rota si svolgeva Ci potrebbe essere infatti, da una parte un problema di metodo storiografico - e il Prof. Veneruso va- luteràpoi, da storico, quanto valgaquesto mio contributo - dall’altra una verae pro- pria presa di posizione

nei confronti di un problema che che va molto al di là del Ri- sorgimento in quanto tale. II programma di metodo mi pare possa essere inteso come uno sforzo di liberarsi da un atteggiamento storiografico allora autorevolissimamente rappresentato dal Silva: l’esigenza cioé di allargare consapevolmente l’ambito del senso della storia, di ampliare l’orizzonte del significato dei singoli elementi costitutivi della storia stessa. Reagire cioé a quella che potremmo chiamare una storia diplomatica

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Books
Category:
History , Linguistics
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea universale di Roma e la sua funzione europea nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XIV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 5 - 10 aprile 1976
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Page 238 of 292
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XIII, 271 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Location mark: II Z 759/14(1976)
Intern ID: 62133
, una carta d’archivio datata dell’ottobre 1552 e prodotta dallo Schöner 2) , at- testa che, in quel tempo, Andrea si trovava in Trento presso il Cardinal Cristoforo Madruzzo, il quale si preoccupava anzi di predisporre un viaggio del «Kiinstleri- schen Baumeister zu Vincenza» ad Innsbruck, con compiti non specificati dal docu- mento ma, da alcuni studiosi, riferiti alla costruzione della Hofkirche nella città au- striaca. Convien avvertire che la notizia del viaggio è attendibile: anzi

LIONELLO PUPPI L’IDEA DIROMA, ATTRAVERSO PALLADIO, NELLA CULTURA ARCHITETTONICA DEL MONDO AUSTRIACO E TEDESCO DEL XVIE XVII SECOLO È abbastanza singolare che l’incidenza di Palladio sul momento classicistico della cultura architettonica del mondo di lingua tedesca (ch’é momento, in realtà, artico- lato, complesso: e di tempi lunghi quantunque di differente accentuazione ed im- pronta) non sia stata studiata in maniera sistematica. Pure, e alla luce dei contributi, parziali ma stimolanti

, indubitabile. / libri di spesa per la costruzione delle logge della Basilica vicentina, infatti, ricor- dano, il 24 dicembre 1552, un versamento di dieci ducati pagato a Giacomo Anga- rano, amico stretto del maestro, «per tanti prestadi a... meser Andrea... quando andó a Trento dal reverendo Cardinale» 3) . Per altro riguardo, sappiamo dei legami del Madruzzo con Vicenza, attraverso Giangiorgio Trissino il quale, nel gennaio 1548 lo invitava a tomare ad Augusta dove, forse, l’aveva conosciuto l’anno avanti

4) . Una fonte solitamente bene informata - la biografia palladiana stesa da Paolo Gualdo nel 1617 per il President de Thou- assicura che l’architetto sarebbe stato «chiamato dal signor cardinale di Trento per fare il suo palazzo in detta Città» 5) ; e, su tal fonda- mento, s’é anche pensato che ragione dell’invito e dell’escursione trentina sia stato un qualche intervento nel Castello del Buonconsiglio, in realtà e alla prova di docu- menti disponibili, inammissibile 6) . Potremmo, piuttosto e piú

, offerti, in ispecie da Erich Hubala e da Gunther Schweikhart 1) , io credo sia possibile sviluppare qualche nuova riflessione in forma di appunti, nella prospettiva di ulteriori approfondimenti e di un’auspicabile sintesi organica, dalla quale potremmo attenderci chiarimenti importanti ai fini di una com- prensione piü ampia della vicenda storica della civiltà architettonica tedesca tra XVI e XVIII secolo. È, per l’intanto, da non trascurare la notizia di un diretto approccio di Palladio. In effetti

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Books
Category:
History , Linguistics
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea universale di Roma e la sua funzione europea nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XIV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 5 - 10 aprile 1976
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Page 35 of 292
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XIII, 271 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Location mark: II Z 759/14(1976)
Intern ID: 62133
ma stesa (tranne alcuni ultimi ritocchi) negli anni immediatamente suc- cessivi al 1308. Nella crisi politica e morale in cui è caduta la società ci- vile, cui allude la selva selvaggia, la sfrenata cupidigia impedisce di salire il colle che porta, attraverso l’ordine civile, alla grazia divina, e quindi vieta l’acquisizione della salvezza etema; tutti ne sono impediti: anche chi, come Dante, ha pure aperto gli occhi ed è desideroso di riseatto. Piú innanzi, descrivendo nel Paradiso terrestre

l’albero del bene e del male, il poeta dirà che quella pianta è stata «dimbata» una seconda volta: quasi che tutta l’umanità sia ricaduta in una sorta di seeondo peccato originale. Poiché la strada della salvezza è ormai preclusa a tutti i viventi, è necessario l’avvento di un Veltro provvidenziale che, cacciando la lupa, ricostituisca le condizioni di un ordinato vivere civile senza il quale la stessa salvezza etema è impossibile. Sono note le mille discussioni insor- te intomo ai tentativi

Camilla,/Eurialo e Tumo e Niso di ferute» (Inf. 1 106 - 108). Occorre peraltro osservare come nella prima cantica la necessità della soluzione imperiale, pur pienamente acquisita, rimanga tuttavia sfocata nel generico; e se Roma è punto di riferimento nella storia dell’umanità (il Veglio di Creta, che rappresenta appunto la storia del genere umano, volgendo le spalle all’Oriente, dove la civiltà nacque, guarda a Roma «come suo speglio»: Inf XIV 105), perché per la sua fondazione Dio pre- dispose

di precisare chi possa essere il Veltro: alla luce di quel che abbiamo detto è indubbio che a cacciare la cupidigia non possa essere che quell’unico preconizzato nel libro quarto del Convivio come libero dalla cupidigia, cioé l’Imperatore; e del resto, tutto il primo canto deWInferno, fin dalla presentazione di Virgilio come poeta dei destini im- periali di Roma, è in chiave di esaltazione dell ’lmpero e del suo fondatore Enea, mentre il Veltro «di quella umile Italia fia salute/per cui mori la ver- gine

la discesa agli Inferi di Enea si che il Redentore nascesse nell’Im- pero augusteo, e Lucifero maciulla nelle sue bocche col traditore di Cristo i traditori di Cesare e dell’Impero, il fmtto piú cospicuo dell’Impero Ro- mano è la Roma cristiana e papale (Inf II23-24: «fu stabilita per lo loco santo/u’ siede il successor del maggior Piero»). Dante dunque sembre- rebbe qui non porsi ancora con risolutezza il problema di Roma come se- de stabile del potere imperiale, di per sé posto fuori discussione dalla

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Books
Category:
History , Philosophy, Psychology
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 202 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
nazionalizzazione della Chiesa quale è prefigurata ad esempio nella costituzione civile del clero di Francia. Non è soltanto la sfasatura crono- logica tra i tempi della rivoluzione italiana e la politica del direttorio ad 184

grarsi sempre di piú in una battaglia anche mondana, antipapale» (59). Non tanto al giansenismo, quanto, piuttosto, alla sfiducia nella Scolastica come filosofia naturaliter cristiana riconduce le simpatie rivoluzionarie di molti cattolici italiani, specialmente appartenenti al clero colto, Fran- cesca Guerrera Brezzi (60), mentre Mario Rosa appunta la sua attenzione nei precedenti piú lontani della rivoluzione, pur sempre religiosi, nella «crisi della coscienza europea dei primi decenni del

del riformismo illuminato e delle riforme operate, sul piano ecclesiastico e religioso, all’intemo della società deWancien régime» (61). Si rinvia ancora una volta al problema non risolto del giansenismo, come rileva anche Margiotta Broglio (62). Si deve pur osservare, per chiudere argomento, che la questione religiosa entro il giacobinismo italiano è tuttora aperta. Si sa, per ammissione degli stessi «illuministi», che nella cultura italiana non erano penetrati quei fer- menti «scientisti» di cui

Settecento che ram- polla dalla fermentazione di motivi culturali, ideologici, religiosi dello scorcio del Seicento e sembra trovare sbocchi e sviluppi positivi e aprire, pur nei suoi limiti, prospettive nuove al mondo cattolico nel decennio 1740-1750 che chiude la lunga vita del Muratori e rappresenta la svolta del papato di Benedetto XV». Ma questa crisi, secondo il Rosa, si chiude in modo diverso dalle aspettative della generazione che aveva assistito al- la prima, e cioé «nel quadro del fallimento

è cosi largamente permeata sia la cultura inglese che quella francese. Invece dell’urto frontale di opposte concezioni della vita, prevale in Italia un evidente sforzo di conciliazione culturale, che tende a eliminare gli estremi. Venturi puó ben celebrare il suo Radicati di Passeranno perché, se non l’unico illuminista ultradeista e forse ateo, è certo uno dei pochi (63). Nella penisola la rivoluzione possiede questa du- plice differenza rispetto alla Francia: stentano affermarsi le idee scientiste

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Books
Category:
History , Linguistics
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea universale di Roma e la sua funzione europea nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XIV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 5 - 10 aprile 1976
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Page 241 of 292
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XIII, 271 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Location mark: II Z 759/14(1976)
Intern ID: 62133
materiali e strutturali in cui l’impresa del Boekler si colloca come momento d’auto- coscienza: basterà, qui, per ragioni di tempo e nello spirito preventivamente indicato di questa nota, osservare soltanto che la proposta scaturisce dalle obiettive condizio- ni poste - nella frantumazione politica del mondo tedesco dopo la guerra dei Trent’anni - àdXYarea di un elettorato cattolico e di tradizione agraria. Posto che «regola dell’arte» sono per Boeckler - seppure in termini critici

- le «an- tichità» riconosciute in una precisa eredità romana, Palladio vien indicato come «non ... soltanto un grande seguaee dei vecchi maestri [cui si deve la consegna del patrimonio culturale di riferimento] ma ... il loro Aemulus e Competitore di onore». La sua é, quindi e necessariamente, mediazione necessaria ai fini del «judizieren» e del «practicieren» l’architettura: in altri termini, in quel Palladio, cui «spetta per giu- stizia e la palma e la piü elevata sede» nella scala dei valori storici garanti

quando si tenga conto che, quattr’anni avanti la pub- blicazione dell’edizione del Boeckler, nel 1694 e sempre a Norimberga, quello stes- so Johann Joachim von Sandrart che, di quell’opera aveva affrontato il frontespizio nell’evidenza di un autentico manifesto, curava la stampa di una sequenza «palatio- rum romanorum a prestantissimis sui aevi architectis aedificatorum» (trasposta, in realtà, dalla nota serie del Ferrario) in sorprendente associazione, nella pars secunda, con «immortalis gloriae

, al livello operativo il fallimento che s’avverte, anzi, enfatizzato per un riguardo dalla sospensione dell’edizione del trattato palladiano, a dispetto delle speranze del Boeckler e, d’altro canto, dalla completa sfortuna, finan- co editoriale, dell’iniziativa del Sandrart 22) , che vedo richiamata solo, sul finir del ’700, in una nota dello Hirschfeld nella sua «Theorie der Gartenkunst» 23) , Del resto, l’assunzione, da parte del Volkamer - nella sua «Continuation» delle Esperidi norim- bergensi - del

un’esigenza funzionali- sta che pur consentendo un certo campo d’azione all’istanza dello sperimentalismo (significativa, al riguardo, è l’attenzione ai camini e ai tetti «in uso in Germania»), postula il rifiuto energico del decorativismo rappresentato dalle «orrende caricature e satiri ed erme simili» 21) , L’intento di una rifondazione metodologica e pratica, in chiave classicistica e romana attraverso Palladio - entro una congiuntura concreta precisa - è esplicito; e di portata tanto piü rilevante

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Category:
History , Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Philosophy, Psychology , Linguistics
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ influenza del Rinascimento italiano nella cultura di lingua tedesca e in rapporto al mondo culturale europeo : riassunto bilingue delle relazioni del XII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 12 - 17 ottobre 1972
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Page 147 of 254
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <12, 1972, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Place: Meran
Publisher: [k.A.]
Physical description: 43 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ Wirkung des italienischen Rinascimento auf die Kultur deutscher Sprache und innerhalb der europäischen Kulturwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: s.Renaissance ; g.Italien ; s.Rezeption ; g.Deutsches Sprachgebiet ; f.Kongress ; g.Meran <1972> g.Italien ; z.Geistesgeschichte 1420-1600 ; s.Rezeption ; g.Deutsches Sprachgebiet ; f.Kongress ; g.Meran <1972>
Location mark: II Z 759/12(1972)
Intern ID: 62128
termini: «Non siete piü voi a fare questa civiltà, a mantenerla; è essa che vi for- ma, che a poco a poco fa di voi una cosa sua» (trad. it., p. 61). È come dire che l’uomo del Rinascimento, partito come costruttore del suo regno, né è divenuto schiavo. Ec’é una parte di vero in questa constatazione, la quale, tuttavia, non può impegnare l’uomo del Rinascimento che è nell’uomo moderno e contem- poraneo ad un antistorico rifiuto di ció che ha creato. Certo, c’é il problema dell’uomo, di non

lasciarsi dominare da ciò che ha creato: ma non è un proble- ma che l’uomo possa risolvere distruggendo ció che ha creato. 100) TH. LITT, op. cit., p 129. Dove si precisa: «L’uomo che si spersonalizza sotto la speeie di un intelletto astratto e generale, il mondo che si dissolve Ín una tra- ma di relazioni causali universalmente valide, fanno entrambi svanire fin l’ul- timo resto di ció che si esprime nella triade ‘individualità’, ‘universalità’, ‘to- talità’». 101) CH. PERCY SNOW, Le due culture cit

., p. 61. 102) Cfr., di E. Garin, soprattutto Dal Rinascimento all’Illuminismo cit. In propo- sito è opportuno spiegare la genesi stessa degli interessi di Garin per la eultura rinascimentale con D. Cantimori: «Questo dotto (Garin) era partito nelle sue ricerche dagli illuministi inglesi del Sei e del Settecento, (cfr. L’llluminismo inglese. I moralisti, Milano, 1942), ma, nel controllare i loro riferimenti e le lo- ro indicazioni, si senti condotto a guardare da vicino il moto del pensiero ita- liano del

Quattrocento, perché notava sempre o quasi sempre, dovunque diri- gesse il suo sguardo, la presenza dell’opera di quegli umanisti nella meditazio- ne francese, tedesca, svizzera, olandese, inglese dei secoli successivi» (Valore dell'umanesimo, in «Comprendere», 1956, 15, ora in Studi di storia, Torino, 1959 2, pp. 379 - 390; per la citazione, p. 384. Le parentesi sono mie). 103) Si accenna alla distinzione, operata da Rousseau nel primo capitolo delVEmi- le, tra l’uomo naturale come «unità intera» e l’uomo

civile come «unità frazio- naria». L’uomo civile o borghese è unità frazionaria proprio perché non ha un’esistenza indipendente; e dipende da una «unità comune» che è la società. In quest’ordine di idee, non è possibile piu, oggi, Tuomo rinascimentale, pro- prio come sostiene Snow; ma per una ragione che è quella addotta da E. Kahler: «Naturalmente, anche in una comunità compiuta, l’individuo sosterrà una parte diversa da quella sostenuta nell’età individualistica, tra il Rinascimento e il se- colo

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Books
Category:
History , Linguistics
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea universale di Roma e la sua funzione europea nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XIV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 5 - 10 aprile 1976
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Page 213 of 292
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XIII, 271 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Location mark: II Z 759/14(1976)
Intern ID: 62133
nesto del Cristo e della sua parola nel tronco della rivelazione di Jahvé, ma a queH’innesto non ne segue e non ne seguirà alcun altro neila storia della salvezza. Tutto ció che la Chiesa ascolta dalle varie culture e dalla storia del mondo puó cooperare, nella luce del suo spirito profetico, a comprendere piü profondamente ciò che è già contenuto nella rivelazione di Dio, ma nulla aggiunge alla rivelazione stessa fatta dal Cristo, Le cul- ture profane e la storia aiutano la Chiesa dall’estemo

ad approfpndire il proprio messaggio, ad applicarlo con maggiore efficacia al compimento del mistero della salvezza dell’umanità in cammino verso il Regno di Dio. II messaggio sapienzale di Roma cattolica è universale, si rivolge all’intera ecumene. La predieazione del Vangelo ha subito nella storia delle contaminazioni dai vari nazionalismi, delle limitazioni dalla cultura occidentale e ha incontrato delle difficoltà nella valutazione della com- patibilità del Vangelo con le varie culture, per esempio quella

cinese, con cui veniva a contatto. E tuttavia Roma cattolica non ebbe mai dubbi sulia sua missione di annunziare il Vangelo a tutte le genti, sulla capacità della sapienza del Cristo d’illuminare e santificare ogni uomo che viene a que- sto mondo. «Propaganda fide», all’inizio del secolo XVII, ammoniva i missionari a predicare il Vangelo in modo conforme alla cultura di tutti i popoli, non essendo il Cristianesimo italiano o francese o tedesco o inglese. Papa Pio XI estese la gerarchia cattolica

ai paesi di missione con la nomina dei pri- mi sei Vescovi cinesi, promuovendo cosi quelle comunità cristiane alla dignità di chiese locali diocesane, rappresentate dai loro Pastori nei Con- cili ecumenici. Da quella prima decisione di Pio XI, che ebbe nella storia della Chiesa un valore profetico, l’Episcopato dell’Africa e dell’Asia è cresciuto in modo cospicuo di numero e di peso nella vita della Chiesa. Pio XII nominó i primi Cardinali di quegli stessi due Continenti, che han- no cosi autorità nel

Senato gerarchico della Chiesa e nella presidenza dei Sinodi universali dei Vescovi. II Concilio Vaticano II, nella sua Costituzione Lumen Gentium, ha mes- so in evidenza come il Popolo di Dio si estenda, a suo modo, sino agli stessi non credenti che cercano Dio con cuore sincero nella propria co- scienza, questo misterioso sacrario dell’uomo, in cui tutti gli uomini si possono incontrare con Dio e tra loro su alcuni punti di universale con- senso. 195

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Books
Category:
History , Linguistics
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea universale di Roma e la sua funzione europea nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XIV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 5 - 10 aprile 1976
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Page 212 of 292
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XIII, 271 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Location mark: II Z 759/14(1976)
Intern ID: 62133
di Cristo e della liberazione e promozione dell’uomo, tratta in di- versi capitoli del rapporto della Chiesa con la cultura, la famiglia, l’ordine economico, la società civile e la comunità degli Stati. È cotesta una sapienza vissuta sempre imperfettamente e sempre da rinnovarsi con l’ispirazione evangelica e la conoscenza del mondo. La Chiesa ortodossa, che è principalmente Chiesa dei monaci, abban- donó il mondo al potere terreno, riservando per sé la vita dello spirito, ma subi il controllo

oppressivo del potere civile nel suo proprio dominio re- ligioso. La Chiesa cattolica non esulò dal mondo e dalla città, controlló la legittimità morale e religiosa del potere politico e lo assunse essa stessa a propria tutela, ma ne contrasse le inevitabili contaminazioni. Roma eattolica vive il suo messaggio sapienziale nel divenire storico: la rivelazione cristiana circa Dio, il Cristo salvatore, il regno dei cieli è infatti compiuta, ma non lo è la sua lettura, che diviene sempre piú pro- fonda per

giosi, che hanno portato elevati contributi alla conoscenza e alla propa- gazione del messaggio ecclesiale. La sapienza di Roma cattolica si estende in tre rapporti di contenuto oggi particolarmente rilevanti: Chiesa-mondo; Chiesa-storia; Chiesa- ecumene religiosa. I due primi rapporti sono felicemente enunciati nel titolo della Costi- tuzione conciliare Gaudium et spes del Vaticano II: De Ecclesia in mundo huius temporis, col quale si vuol dire che la Chiesa non soltanto si accosta al mondo

, ma vive in esso e nella storia, pur non essendo di quaggiú, ma di lassú, non finalizzata nel tempo, ma nell’eterno. II proprio della sapienza cattolica, sapienza globale annunziata al cre- dente, è la sintesi viva e vivificante della tensione escatologica, che si svi- luppa nella storia, e dell’attività temporale, che è vissuta come fine inter- medio, sacralizzato e santificato dal fine ultimo, il regno dei cieli. La Co- stituzione conciliare Gaudium et spes, nella prospettiva sapienzale della sequela

il sensusfidei di tutti i fedeli e per 1 ’infallibilità del magistero. Allo sviluppo della sapienza della Chiesa concorrono non soltanto la fe- de, coi suoi carismi di sapienza, scienza e profezia, ma anche le scienze umane. Roma cattolica coi suoi successivi Concili prova la sua attenzione alla storia, il suo ascolto dello sviluppo della cultura e dei costumi. L’ortodossia cattolica distingue nel proprio messaggio lo sviluppo omogeneo e la crescita eterogenea. La sapienza cristiana è nata dall’in- 194

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Books
Category:
Philosophy, Psychology
Year:
[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Page 143 of 244
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Place: Meran
Publisher: [k.A.]
Physical description: XII, 225 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Subject heading: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Location mark: II Z 759/10(1970)
Intern ID: 62122
sto: i filosofi del diritto italiani, anche quelli che piú hanno hegelizzato, non hanno ascoltato la Stimmung accennata e, per ció, hanno trascurato la razionalità del mondo storico del diritto, questo stesso non esaminando nella sua eoncretezza piü evidente. È come dire che la filosofia del diritto ha preso il sopravvento sulla storia del diritto, scindendo ció che, nella le- zione hegeliana, si presenta come un nesso indissolubÜe e, cioé, appunto, come un nesso dialettico. In verità, se non

il positivo mondo storico del diritto, va esaminata non solo nella sua portata polemica, ma anche nelle sue conseguenze pratiche, che sono, poi, quelle contro le quali si ri- volgono, con istanze analoghe, antimistificanti, il marxiano rovescia- mento e l’attualistica riforma della dialettica hegeliana (9). II problema, allora, era quello, direi, di ascoltare criticamente la Stim- mung dialettica, la volontà di Vereinigung, sul terreno della riflessione giuridica, della lezione hegeliana. Un problema

, si badi, questo, che la- scia indifferenti la coscienza giuridica del positivismo naturalistico (at- tento allo studio del positivo mondo storico del diritto, lasciato vergine di universalità) e la coscienza giuridica del neokantismo (pronto ad aggrap- pare l’universalità giuridica al chiodo fisso del valore antistorico); ma che mette radici nella coscienza neohegeliana piu tenacemente attesa a pro- blematizzare, con riferimento alla realtà concreta delle istituzioni giuri- diche e politiche del

si vuole giudicare sempre aprioristicamente una filo- sofia del diritto di ispirazione hegeliana, bisogna leggere attentamente nel radicale atteggiamento antiscissionistico che emerge dalla lezione hege- liana. Certo, da ultimo, Hegel salda in energica unità filosofia del diritto e storia del diritto, come in energica unità ha saldato filosofia e storia del- la filosofia, estetica e storia dell’arte (7): il che puó comportare la presa di coscienza della circostanza che Hegel è un filosofo che studia

ia storia del problema, di ogni problema, che tratta da filosofo; e, contemporanea- mente, comporta la convalidazione di un’accusa ormai programmatica- mente rivolta ai filosofi neohegeliani di casa nostra: secondo la quale essi deducono troppo e studiano poco. Ma, quale che sia la risposta che puó darsi a siffatta accusa (8) non bisogna eludere il problema del senso delle saldature hegeliane a tutti i livelli. Nel caso specifico, la saldatura dialet- tica, che tende ad investire di intima razionalità

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Books
Category:
Philosophy, Psychology
Year:
[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Page 173 of 244
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Place: Meran
Publisher: [k.A.]
Physical description: XII, 225 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Subject heading: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Location mark: II Z 759/10(1970)
Intern ID: 62122
A Torino Bertrando Spaventa (di Bomba, Chieti; 1817 - 1883) (12) pubblicava nel 1850 i suoi primi Studi sulla Filosofia di Hegel, in cui in- cominciava a far conoscere i frutti delle pazienti meditazioni sulla genesi e sul sistema del maggiore filosofo germanico, a cui si era avvincinato dalTontologismo rosminiano e giobertiano; e dopo averne preso le difese verso le critiche del Rosmini e del Tommaseo, (1855), nella prolusione a un corso di filosofia del diritto, tenuto nell’Università

di Modena nel 1859, lo adottava come suo maestro. In un prirno tempo, tuttavia, egli si dedicó ad avvalorare soprattutto il significato statico e risolutivo della dottrina hegeliana in confronto della filosofia italiana del Rinascimento, di Telesio e Bruno e Campanella e Vico, e della critica della conoscenza fondata da Kant e sviluppata da Rosmini (1855 - 1860). Nella prolusione al corso di Storia della filosofia presso TUniversità di Bologna (1860) e in un’apposita opera esegetica {La Filosofia

di Gioberti Napoli, 1863) so- stenne ancora che Tontologia di Gioberti, con la sua dialettica dell’intuito e della riflessione, e della mimesi e della metessi, e dei cicli creativi, e della rivelazione e della ragione, avesse maturato anche presso di noi il succo del pensiero kantiano e raggiunto tale maturità speculativa da po- tersi paragonare con la logica di Hegel. Questo perché Tuna e Taltra ave- vano superato e inverato il monismo di Spinoza, vertice metafisico del Rinascimento, nella vita dello

spirito, ed elevato il pensiero puro a un’adeguata contemplazione del massimo problema dell’Essere, come principio assoluto nella identità di creazione e realtà. Nella Prolusione e Introduzione alle lezioni di Filosofia neU’Univer- sità di Napoli (1861) lo Spaventa passó a svolgere la sua celebre e tanto discussa ricostruzione storica dei momenti caratteristici del pensiero mo- demo; il cui contenuto non è semplicemente la rivalutazione de «la filo- sofia italiana nelle sue relazioni con la filosofia

europea», tema posto in evidenza del Gentile e dalla storiografia contemporanea, ma la compene- trazione dialettica di tutta la nuova filosofia col pensiero di Hegel, in mo- do da mostrare, da una parte, la fecondità di questo nell’intendere a fondo la storia della filosofia e, dall’altra, che una necessaria, apodittica, ripe- tuta sequenza di problemi e soluzioni porta a toccare in Hegel il culmine della metafisica. II pensiero italiano del Rinascimento aveva generato e proseguito la ricerca

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Books
Category:
History , Philosophy, Psychology
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 491 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
, una vita politica e di diritto privato a partire da principi etemi, un impero razionale mondano confor- me all’idea della libertà e all’assoluto del diritto». Non si tratta di una teocrazia. Infatti: «nella misura in cui la legge, il razionale e l’universale appartengono cosi al mondano, alla Chiesa le resta la cura delle anime dei singolari, della soggettivitàparticoiare; l’universale mondano si converte in una cosa autonoma» (91). Secondo le Lezioni del 1824 la realizzazione della fede cristiana

nella storia porta nel presente mondano quella riconciliazione che nel piacere eucaristico si proiettava in un aldilà, in un cielo ultraterreno, in un passato e in un futuro. Tuttavia per arrivare a tale riconciliazione nel presente mondano «il Regno di Dio nella comunità» deve traversare la tripla og- gettività del cuore, delTintelletto e del Concetto. Nell’oggettività del cuo- re, cioé nel rude mondo medievale la Chiesa lotta con il mondano e cade corrotta dalla mondanità. Nella oggettività della

astratta della religione maomettana (92) e della religione dellTllustrazione (93). Davanti a questo svuotamento pro- dotto dalla riflessione «il contenuto religioso si fuga nel concetto» per trovare li la sua giustificazione o, per contro, si rifugia «nella forma del sentimento o della sensazione... rinuncia a sapere un contenuto, di manie- ra che la santa Chiesa non possiede già piú nessuna comunione (Gemein- schaft) e si disgrega in atomi» (94). In quest’ultimo caso il sentimentali- smo

riflessione si presentano due tappe. Nella prima, le istituzioni dell’eticità (famiglia, proprietà e Stato) ottengono «la testimonianza dello Spirito di essere rapporti essen- ziali», contro Tautorità della Chiesa che rivendica i tre aspetti della vita monacale (castità, povertà e ubbidienza). Nella seconda tappa non solo si discute Tautorità della Chiesa ma anche la sua dottrina. II dogma della Trinità, il processo della grazia, Tunità della natura divina e umana sono eliminati in nome delTidentità

di Schleiermacher si è sommato allTllustrazione razionalista nella sua polemica alla «filosofia» (hegeliana), la quale deve lottare contro questi due fronti. Quindi questo lungo processo di «realizzazione» della 473

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Books
Category:
History , Linguistics
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea universale di Roma e la sua funzione europea nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XIV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 5 - 10 aprile 1976
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Page 61 of 292
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XIII, 271 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Location mark: II Z 759/14(1976)
Intern ID: 62133
si è compiuto nella storia una volta sola e che puó rinnovarsi nell’intimo di un’anima nell’istante stesso in cui essa crede e ama: Christus semper natus est et semper na- scitur 2 \ E tempo spiritualmente insignificante la storia politica e civile dei po- poli con le sue molteplici forme culturali effimere, che non possono es- sere invocate a testimoniare della salvezza delle nazioni nell’etemità, mentre il tempo dell’anima è il trapasso esistenzialmente sofferto dall’angoscia del peccato e dell’orgoglio

dialettica della sua storia. Lutero non ebbe questa consapevo- lezza storica e, nel giudicame la presenza europea e il significato etico, si appelló al messaggio di Cristo, inteso nella sua purezza assoluta come rapporto soteriologico di Dio e uomo. La questione delle indulgenze gli offri l’occasione di rimettere in luce Tessenzialità del cristianesimo come verità divina che trascende qualsiasi tempo e inizia il tempo della salvez- za, che è estraneo alla storicità mondana. La sua teologia cristocentrica

individuale alla sicurezza della fede. E nemmeno esiste uno spazio privilegiato nella storia della salvez- za, poiché la salvezza si avvera ovunque ci sia un’anima che si affida a Cristo con dedizione assoluta. Non esistono dunque città privilegiate: né Roma, né Gemsalemme, né Costantinopoli, le quali altro non possono es- sere se non le tappe di una storia esteriore e mondana fatta dagli uomini, destinate, come tutte le opere degli uomini, alla decadenza e alla morte. Per Lutero la sentenza del mistico

universalità, che con lui inizia la piü grave eclisse della sua storia; sicché dopo di lui non sarà possibile ricostruire ció che egli ha demolito o tentato di demolire se non tenendo conto delle sue istanze essenziali che segnano le indicazioni di un nuovo ecumenismo. Roma come idea universale, nel diritto, nella religione, nell’arte, nel pensiero, puó essere compresa soltanto se la inseriamo nella storia della civiltà, se la comprendiamo nell’esercizio della sua vocazione storica, cioé nella

, nel rifiutare tutto l’apparato dottrinale e dogmatico della Scolastica, si ri- collegava al pensiero di Paolo e di Agostino ed accoglieva l’ispirazione della mistica eckhartiana: la nascita etema, celebrata da maestro Eckhart, non conosce né lo spazio né il tempo creati dalla inquietudine degli uo- mini e si avvera nell’interiorità dello spirito; le stesse vicende storiche del Cristo nato a Bethleem e morto sul Golgota finiscono per avere soltanto il significato paradigmatico di un evento che

14
Books
Category:
History , Philosophy, Psychology
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 200 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
significativo alla vittoria della rivoluzione in Italia (49). Nel dibattito che insorge tra i due e che impegna a lungo la storio- grafia italiana, si inserisce negli anni quaranta una puntuale ricerca di Er- nesto Dodignola che, pubblicando e commentando i carteggi dei gianse- nisti liguri, documenta che una forte carica è sempre stata presente nella speculazione teologica e nella polemica anticuriale dei giansenisti liguri (50). II Cantimori, studiando le componenti religiose del giacobinismo ita- liano

, si avvede che alla loro origine non possono esservi la irreligiosità pura di un Helvetius, di un D’Holbach, di un Diderot, e neanche il razio- nalismo vagamente deista, di Voltaire, bensi la religiosità, sia pure non ortodossa e sociale, del «vicario savoiardo» di Rousseau, con il relativo nesso: «rivoluzione sociale, rivoluzione morale, rivoluzione religiosa» (51). Nei giacobini italiani, pertanto, la rivoluzione si individua essen- zialmente nella loro esigenza sociale, (52), che attraversando anche

del giacobinismo, due storici destinati a lasciare un segno importante nel- la storiografia italiana sulla Rivoluzione francese: Delio Cantimori ed Armando Saitta. II punto di partenza del Cantimori è un giudizio, assai scettico, del Botta sugli utopisti, sui riformatori che pullulano durante la rivoluzione. Ma lo storico lo riprende non per accettarlo, bensi per rove- sciarlo. Sono pertanto messe in primo piano personalità dimenticate della Rivoluzione e specialmente del giacobinlsmo italiano

, proprio perché giudicate prive di realismo. Tra queste personalità un posto di spicco oc- cupano coloro che sono animate da una profonda esigenza religiosa, an- che se questa non sempre si esprime in forme ortodosse e compatibili con la Chiesa cattolica. Con il Cantimori, la componente religiosa entra a far parte di diritto nella storiografia italiana sulla Rivoluzione e sul suo moto espansivo. Fino a quel momento, essa ne aveva trattato solo per escluder- la o per ridurla a qualche cosa di altro

, come avevano fatto prima il Rota e poi, un ventina di anni dopo, ed in polemica con lui, lo Jemolo. II primo aveva parlato di un giansenismo cosi politicizzato e secolarizzato da con- fluire nel patrimonio culturale dei rivoluzionari italiani come generico impulso ad un impegno civile vagamente filantropico (48). II secondo, vi- ceversa attribuisce valore in sé al contenuto teologico delle opere dei giansenisti italiani, negando nel contempo che questi avessero portato un contributo positivo

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Books
Category:
History , Linguistics
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea universale di Roma e la sua funzione europea nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XIV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 5 - 10 aprile 1976
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Page 36 of 292
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XIII, 271 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Location mark: II Z 759/14(1976)
Intern ID: 62133
co- me l’Imperatore di tutti, dei Guelfi come dei Ghibellini; e Dante si illuse che egli potesse restaurare in modo definitivo l’ordine imperiale e che ciò gli riaprisse la via ad un ritomo glorioso in Firenze. Le tre epistole poli- tiche a noi note che il poeta scrisse in quel periodo chiariscono cosa il poeta vedesse nella figura deH’Imperatore: non solo il detentore di diritto del potere civile, autonomamente dal potere sacerdotale (come voleva del resto la tradizione giurisdizionalista di parte imperiale

che alla figura dell’Impe- ratore antico, a quella del re ebraico, detentore del potere civile e nel con- tempo direttamente ispirato da Dio: come Mosè, Davide, Salomone. La 18

suoi pastori, «i nuovi Farisei» (Inf. XXVII 85) che fomentano con la si- monia e la loro privata cupidigia di denaro e di potere le divisioni e le lot- te. L’invettiva esplode violenta nel canto dei simoniaci, in un passo che la predizione della morte ormai prossima di Clemente V induce a ritenere aggiunto in extremis, poco prima della pubblicazione della prima cantica nella sua interezza, appunto nel 1314: «Di voi pastor s’accorse il Vange- lista...» (Inf. XIX 106 - 117). In essa Dante

fa propria l’interpretazione che dal famoso passo delVApocalisse dava l’esegesi gioachimitica: non della corruzione della Roma pagana ed imperiale avrebbe parlato l’apo- stolo, bensi della simonia e della prostituzione politica della Roma papa- le: è una convinzione, centrale nel pensiero dantesco, che verrà ribadita con altrettanta forza nella grande figurazione allegoriea disegnata nel Pa- radiso terrestre: «Sicura, quasi rocca in alto monte,/seder sovr’esso una puttana sciolta/m’apparve con le ciglia

e ghibellina), ma altresi l’Unto del Signore. Arrigo è salutato da Dante come un secondo Mosè (Ep. V 4), si che prostemandosi ai suoi piedi per il dovuto omaggio il poeta ripetè dentro di sè le parole che il Battista aveva dette di Cristo: «Ecce Agnus Dei, ecce qui tollit peccata mundi» (Ep. VII10; cfr. Ioann. 129). Questo nè il piü fazioso ghibellino nè il piü tenace difensore dei di- ritti imperiali era mai arrivato ad asserire. Per capire compiutamente chi sia l’Imperatore per Dante occorre pensare, piü

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Books
Category:
History , Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Philosophy, Psychology , Linguistics
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ influenza del Rinascimento italiano nella cultura di lingua tedesca e in rapporto al mondo culturale europeo : riassunto bilingue delle relazioni del XII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 12 - 17 ottobre 1972
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Page 249 of 254
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <12, 1972, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Place: Meran
Publisher: [k.A.]
Physical description: 43 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ Wirkung des italienischen Rinascimento auf die Kultur deutscher Sprache und innerhalb der europäischen Kulturwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: s.Renaissance ; g.Italien ; s.Rezeption ; g.Deutsches Sprachgebiet ; f.Kongress ; g.Meran <1972> g.Italien ; z.Geistesgeschichte 1420-1600 ; s.Rezeption ; g.Deutsches Sprachgebiet ; f.Kongress ; g.Meran <1972>
Location mark: II Z 759/12(1972)
Intern ID: 62128
: la vita si imponeva nella sua immediatezza e veniva sublimata dalla presenza del divino, volto a trascenderla piu che a comporla in armonia. Teologia quindi e non letteratura; senso del presente irrepetibile piutto- sto che interpretazione storiografica. In questo contesto la docta ignorantia si specifica proprio per il sostantivo con- tenuto nelTespressione: ignoranza è rifiuto di mediazione culturale è rifiuto di uma- nesimo. L’aggettivo dotta ha un valore piú che altro polemico: Tignoranza

la citata espressione del Piccolomini - «vogliono parere piú che essere teologi». La sola pietas è un equivalente della sola fides, delinea uno status che se non raggiunge la purezza mistica, trapassa nelTorgiastico o comunque nella avventura irrazionale, magari tematizza razionalmente (di una razionalità meramente strumentale). Tentiamo di condensare il nucleo centrale di questa comunicazione prospettando una linea interpretativa del problema dei rapporti umanesimo italiano e mondo ger- manico

I «santi costumi della Germania» respingono quindi la falsa «pietas» degli uma- nisti; il ripensamento cristiano del mondo classico allontanava la spiritualità germa- nica da un cattolicesimo che risco^riva la sua continuità con un mondo estraneo alla recente tradizione tedesca. La nazione germanica si riconosceva come primogenita di una civiltà cristiana nata da una rpttura del mondo cristiano con la tradizione clas- sica e respingeva una nuova concezione storiografica che Tavrebbe privata

di un pri- vilegio nel contesto della civiltà cristiana, Ed eccola quindi raccogliersi nella pura fides, nella fides sola. I costumi poi non erano, in verità, tanto santi, ma rifiutavano la mediazione sa- pienziale della humanitas per configurarsi tra un’irruenza passionale ancora ricca di vigore barbarico e l’accecante irrompere della grazia che salva per iniziativa dell’in- finita misericordia di Dio. Un tale mondo morale non aveva bisogno di moralisti ras- serenanti o di composizioni estetiche

si fa dotta perché ha respinto la falsa dottrina degli umanisti, perché sa di non sapere. Gli uma- nisti sanno, conoscono le raffinatezze delTespressione e Tarte ideologica di coprire e comporre. L’ignorantia tedesca ha rotto Tinganno, si pone di fronte immediata- mente alla passione per la vita e al mistero religioso. L’insegnamento del Cusano era andato oltre Íl suo intendimento ed il suo esempio. La radicalità investe ora la vita ed il discorso. La filosofia come metafisica (platonica) declina

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Books
Category:
History , Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Philosophy, Psychology , Linguistics
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ influenza del Rinascimento italiano nella cultura di lingua tedesca e in rapporto al mondo culturale europeo : riassunto bilingue delle relazioni del XII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 12 - 17 ottobre 1972
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Page 189 of 254
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <12, 1972, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Place: Meran
Publisher: [k.A.]
Physical description: 43 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ Wirkung des italienischen Rinascimento auf die Kultur deutscher Sprache und innerhalb der europäischen Kulturwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: s.Renaissance ; g.Italien ; s.Rezeption ; g.Deutsches Sprachgebiet ; f.Kongress ; g.Meran <1972> g.Italien ; z.Geistesgeschichte 1420-1600 ; s.Rezeption ; g.Deutsches Sprachgebiet ; f.Kongress ; g.Meran <1972>
Location mark: II Z 759/12(1972)
Intern ID: 62128
quanto la nuova età del Rinascimento non introdusse nuove religioni, nuovi culti, e neppure un neopaganesimo, ma piuttosto fu caratterizzata dall’«esigenza di illumi- nazione, di critica, di riforma morale, di valorizzazione deH’interiorità. I suoi punti nodali erano nella polemica contro la corruzione del clero e della sua signoria mon- dana e nell’ardente desiderio di una religione interiore, di una fede, di una tolleranza e comprensione reciproca». È notevole il fatto che nel Quattrocento

ogni ‘sintesi’, che ritiene un ‘rimescolamento degli opposti’ ... No, qualunque siano gli errori del Rinascimento, con la sua fede nella somiglianza degli uomini a Dio, ha sviluppato la sua forza creativa in una mi- sura che non si riscontra in altre epoche. II suo entusiasmo è pur sempre migliore della nostra fredda disperazione, cui si accompagna sfiducia e dubbio. Nel suo ten- tativo di render feconda per tutta la cultura e per l’arte l’idea dell’uomo divino - an- che se è fallito e fin

a quei papi del Rinascimento (Pio II, Sisto IV, Aiessandro VI, Giulio II, Leone X) e a quegli umanisti (L. Valla, A. Beccadelli, Poggio Bracciolini ed altri), che promossero una paganizzazione del cristianesimo ed una sensualizzazione del sacro e dello spirituale, si opponessero non solo grandi predicatori di penitenza (Bemardino da Siena, Gerolamo Savonarola, etc.) e grandi teologi riformatori (eome Domenico de’ DomenichÍ col suo scritto «De reformatio- nibus Romanae curiae» e Nicola Cusano con

la sua bolla di riforma «Reformatio ge- neralis», ma anche santi e beati in numero cosi grande quale a stento si trova in altri secoli. Questi santi, che cominciarono la riforma da se stessi e cosi portarono il loro contributo alla riforma della «Ecclesia semper reformanda» realizzarono anche nel modo piü bello l’ideale rinascimentale dell’«uomo divino». Queste considerazioni ci portano anche a vedere l’attualità del tema «Rinascimento, Riforma, Controrifor- ma» e la sua relazione con la crisi

odierna della Chiesa e dell’umanità. Hans SedL mayr, che mette in guardia contro un’apologia unilaterale del RÍnascimento e tenta una revisione del Rinascimento stesso (Epoche ed Opere, Vol. I, pag. 202 segg.) di- ce: «Quanto piú impariamo a meglio vedere ed intendere il Rinascimento, tanto piú emergeranno le manchevolezze che gli sono particolarmente proprie ... Se il Rina- scimento ha tratto la sua grandezza dalla duplicità della natura umana, dalla ‘gran- dezza e miseria’ dell’uomo, la nostra età

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Books
Category:
Philosophy, Psychology
Year:
[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Page 152 of 244
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Place: Meran
Publisher: [k.A.]
Physical description: XII, 225 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Subject heading: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Location mark: II Z 759/10(1970)
Intern ID: 62122
nell’unità assoluta della comunità è il demone teoretico piú rivoluzionario della hegeliana filosofia del diritto anche come filoso- fia politica e teoria dello Stato. Che se particolarismo si ha nella conce- zione astrattamente penalistica del crimine, contro la quale si son visti he- gelianamente battersi P. D’Ercole ed A. C. De Meis, si puó eomprendere come, attraverso anche un aggancio netto alla tradizione piú genuina del diritto penale italiano, anche attraverso le sottilissime complicazioni del

reale è qualcosa che è: oggettività, adempimento, esecuzione, soluzione. Ora, il farsi da ideale reale significa che l’idea adempie, attua, risolve se stessa. Ciò significa che l’idea è pratica, operosa: è azione, in una parola. L’azione esprime l’etemo dover essere che diviene essere» (67). Anche qui si fa sentire piú Fichte che Hegel? Puó darsi benissimo, se il Maggiore è anche uno studioso di Fichte (68); ma c’é soprattutto il bisogno di pro- blematizzare l’«idea» del diritto, perché non

si dia come immediata l’identità di razionale e reale giuridico. È a questo punto che si avverte come la lezione hegeliana è recepita criticamente attraverso la riforma della dialettica hegeliana; ed il recepimento critico è possibile coglierlo attraverso i piu avveduti filosofi del diritto della scuola attualistica che, quando anche indulgono all’assunzione spiritualistica del diritto come «valore» da tradursi in concreto (69), ció che vogliono soprattutto salvaguardare è il diritto come attività

; ed è il caso di W. Cesarini Sforza che pone il problema della sintesi a priori giuridica (70) o di A. E. Cam- marata che concepisce anche l’atto giuridico come «atto spirituale», co- me un atto, cioé, che non si risolve in una «sintesi a priori meramente lo- gico-formale» (71) o anche di un F. Costa per il quale «la suprema realtà dello Spirito pratico non è altro che questa volontà universale, nella quale si risolvono perpetuamente i particolarismi» (72). La risoluzione di tutti i particolarismi

discorso che derivano da una formazione sanamente positivistica, U. Spi- rito possa rigettare il concetto naturalistico di pena, assumendo a princi- pio «che il diritto non puó essere che realtà etica, ma nella realtà etica de- ve trovare la propria determinazione» (73). Ma non solo il diritto, per U. Spirito, è realtà etica; realtà etica è soprattutto lo Stato; e, per salvaguar- dame la natura di realtà etica, bisogna difenderla da ogni attacco partico- laristico. Di qui, la denuncia della

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Books
Category:
Philosophy, Psychology
Year:
[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Page 164 of 244
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Place: Meran
Publisher: [k.A.]
Physical description: XII, 225 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Subject heading: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Location mark: II Z 759/10(1970)
Intern ID: 62122
, relativa al diritto penale, nel mio Spirito del tempo e costume speculativo, Firenze, 1962, pp. 173 segg.. 80) Per una bibliografia essenziale sull’argomento, oltre all’Orecchia, al Pericone ed al Piovani cit.: S. ALLOGGIO, Le nuove teorie del diritto, Milano, 1925; F. BATTAGLIA, Filosofia del diritto ed economia, in Cinquant' anni di vita intel- lettuale italiana, a cura di C. ANTONI e R. MATTIOLI, Napoli, 1950, vol. II; N. BOBBIO, La filosofia del diritto in Italia nella seconda metà del secolo XIX

. I, pp. 40 - 57; E. PA- RESCE, La filosofia del diritto in Italia nel secolo XIX, in «Rivista intern. di fil. del diritto», 1951, fasc. I, pp. 31 - 39; A. POGGI, II concetto di dirítto e dello Sta- to nella filosofia giuridica contemporanea, Padova, 1933. 148

gnoseologia» (Lafilosofia del diritto come scienza filosofica cit., pp. 282 - 283). E per questo che altra volta (cfr. n. 2) ho detto al Piovani: De re nostra agitur. Ma, per farla nostra, bisogna saper complicare il sapere specialistico, in un itinerario di ricerca che, di recente, ho cercato di esemplificare (cfr. il mio L’ attività storio- grafica infilosofia e la categoria marxiana della totalità, nel «Giom. crit,. della fil. it.»). 79) Cfr. l’esemplificazione, suggeritami da U. Spirito

, in «Boll. dell’Ist. di Fil. del diritto della R. Università di Roma», 1942, n. 3, pp. 73 - 94 e n. 4, pp. 109 - 119 e Lafilosofia del diritto in Italia, in «Jus», 1957, fasc, VI, pp. 183 - 198; W. CESARINISFORZA, Lineamenti storici della filosofia del diritto, Pisa, s. a.; G. DEL VECCEIIO, Storia della filosofia del diritto, Milano, 1965 3; E. OPPOCHER, Considerazioni sugli ultimi sviluppi della filosofia del diritto italiana, in «Riv. intem. di fil. del diritto», 1951, fasc

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Category:
History , Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Philosophy, Psychology , Linguistics
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ influenza del Rinascimento italiano nella cultura di lingua tedesca e in rapporto al mondo culturale europeo : riassunto bilingue delle relazioni del XII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 12 - 17 ottobre 1972
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Page 137 of 254
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <12, 1972, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Place: Meran
Publisher: [k.A.]
Physical description: 43 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ Wirkung des italienischen Rinascimento auf die Kultur deutscher Sprache und innerhalb der europäischen Kulturwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: s.Renaissance ; g.Italien ; s.Rezeption ; g.Deutsches Sprachgebiet ; f.Kongress ; g.Meran <1972> g.Italien ; z.Geistesgeschichte 1420-1600 ; s.Rezeption ; g.Deutsches Sprachgebiet ; f.Kongress ; g.Meran <1972>
Location mark: II Z 759/12(1972)
Intern ID: 62128
bisogna cercarla, come opportunamente consiglia il Garin citato, nelie «cattedrali di idee», bensi, di volta, in volta, nella politica, nella morale, nella logica, nella retorica ecc. (125) ; né è detto che si abbandona la vista sul piano culturale, se modi peeuliari della divisone del lavoro debbano scorgersi nel politico professional, poniamo, o nel soldato di mestiere. Ma, a parte ogni possibile felice tentativo di scardinare il mito dell’uo- mo del Rinascimento come uomo onnilaterale non

condizionato alla di- visione del lavoro (I26) , bisogna convenire che è la stessa visione del mon- do e dell’uomo rinascimentale ad esigere, per ció che essa propugna, l’azione scientifica dell’uomo sul mondo, la borghesizzazione delhuo- mo. Da questo punto di vista, si puó anche far nostra, senza tuttavia stra- volgeme troppo il senso, la proposizione engelsiana secondo la quale gli uomini del Rinascimento «fondarono il modemo dominio della borghe- sia». Piú esattamente: gli uomini del Rinascimento

, specificatamente i rappresentanti di quelle che si sono dette la «nuova filosofia» e la «nuova scienza», indicano la via attraverso la quale Puomo puó fondare il suo do- minio teorico e pratico sulla natura. Lo puó fondare facendosi homofa- ber, scientificamente faber; e, per farsi tale, l’uomo deve rinunciare alla sua onnilateralità. «Dio de la terra», nel senso bruniano dellaparola, l’uo- mo diventa solo votandosi alPunilateraiità del fare scientifico, alla spe- cializzazione tecnica. È questa unilateralità

, questa specializzazione che lo fanno borghese; ma sono anche questa unilateralità e questa specia- lizzazione che, una volta deposta la luciferina ambizione onnilaterale, procurano, da parte dell’uomo, Pappianamento delle «difficultadi», il soddisfacimento delle «necessitadi», la vittoria sull’«egestade» di cui parla ancora il genio rinascimentale di Bruno. Sono parole che sembra a- scolti il goethiano Wilhelm Meister quando, oltre il tempo dell’alterigia onnilaterale patita nella theatralische

Sendung (127) , avverte: «L’ora del bello è passata. Oggi la miseria e l’implacabile necessità reclamano il no- stro tempo. Mi volgerò verso gli artigiani: Studieró la meccanica e la chi- mica» (128) . La «miseria» e l’«implacabile necessità» ricordano l 5 «egesta- de» e le «necessitadi» di Bruno: e sono quelle che si impongono all’at- tenzione di un Wilhelm Meister figlio della prima epoca industriale e tec- nologica; sono quelle che continuano a riscontrarsi, in evolutissima epoca industriale

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