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History , Linguistics
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[ca. 1991]
¬L'¬ idea universale di Roma e la sua funzione europea nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XIV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 5 - 10 aprile 1976
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Page 89 of 292
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XIII, 271 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Location mark: II Z 759/14(1976)
Intern ID: 62133
Chiesa. Gregorio XIII pose al servizio della Chiesa le nunziature, l’ordine dei gesuiti e quello dei cap- puccini. Durante il suo pontificato parte da Roma il tentativo di una restaurazione cattolica in grande stile: la Gennania, la Svezia e ringhilterra debbono essere rigua- dagnate alla fede cattolica. Dopo il rifiuto della dottrina di Trento da parte dellTmpero germanico, lentamen- te maturò a Roma la convinzione che l’attuazione del Concilio doveva essere rag- giunta sul piano degli stati

il punto centrale di quel cattolicesimo ricostituito che cercava di riconquistare le posizioni perdute in conseguenza dello scisma, come mostró fra l’altro la fondazione della congregazione di Propaganda. Questa fu un chiaro segno dell’interesse ufficiale di Roma per la conservazione e la diffusione della fede e della consapevolezza della responsabilità papale per la ehiesa mondiale. In quel momento a Roma dominava un’ideologia religiosa di liberazione, che del resto si ritrovava an- che fra

Riassunto in lingua italiana REMIGIUS BÀUMER «ROMA E LA CONTRORIFORMA» Dopo un chiarimento del concetto di «eontroriforma» (col quale in senso ampio si intende il rinnovamento interno della Chiesa cattolica nel secolo XVI), la relazio- ne cerca di dare una risposta al problema di qual significato abbia avuto Roma in tutto il processo della riforma cattolica. Aveva ragione il Pastor quando pensava che il rinnovamento della chiesa cattolica nel secolo XVI sarebbe venuto da Roma indi

- pendentemente dallo scisma religioso? I tentativi riformatori a Roma aü’inizio del secolo XVI ebbero una prima matu- razione ai tempi di Adriano VI, il «sacco di Roma» promosse nella chiesa quella nuova presa di coscienza che poi si incrementò vivamente sotto Paolo III. II pro- gramma del suo pontificato fu: concilio e riforma. Quanto si fosse profondamente radicato in Roma il pensiero riformatore apparve dai tentativi di riforma di Paolo IV. Sotto Paolo IV Roma divenne un centro di rinnovamento della

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Category:
History , Linguistics
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea universale di Roma e la sua funzione europea nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XIV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 5 - 10 aprile 1976
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Page 238 of 292
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XIII, 271 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Location mark: II Z 759/14(1976)
Intern ID: 62133
, una carta d’archivio datata dell’ottobre 1552 e prodotta dallo Schöner 2) , at- testa che, in quel tempo, Andrea si trovava in Trento presso il Cardinal Cristoforo Madruzzo, il quale si preoccupava anzi di predisporre un viaggio del «Kiinstleri- schen Baumeister zu Vincenza» ad Innsbruck, con compiti non specificati dal docu- mento ma, da alcuni studiosi, riferiti alla costruzione della Hofkirche nella città au- striaca. Convien avvertire che la notizia del viaggio è attendibile: anzi

, indubitabile. / libri di spesa per la costruzione delle logge della Basilica vicentina, infatti, ricor- dano, il 24 dicembre 1552, un versamento di dieci ducati pagato a Giacomo Anga- rano, amico stretto del maestro, «per tanti prestadi a... meser Andrea... quando andó a Trento dal reverendo Cardinale» 3) . Per altro riguardo, sappiamo dei legami del Madruzzo con Vicenza, attraverso Giangiorgio Trissino il quale, nel gennaio 1548 lo invitava a tomare ad Augusta dove, forse, l’aveva conosciuto l’anno avanti

ragionevolmente, far caso che, proprio tra 1552 e 1553, il Madmzzo aveva promosso l’innalzamento di un piano della propria residenza suburbana, detta delle Albere, presso Trento 7) e, in particolare, tener conto che, dell’andamento dei lavori, il cardinale dovette aver mo- tivi, a un certo momento, di dolersi, siccome si evince da una lettera di giustifica- 220

LIONELLO PUPPI L’IDEA DIROMA, ATTRAVERSO PALLADIO, NELLA CULTURA ARCHITETTONICA DEL MONDO AUSTRIACO E TEDESCO DEL XVIE XVII SECOLO È abbastanza singolare che l’incidenza di Palladio sul momento classicistico della cultura architettonica del mondo di lingua tedesca (ch’é momento, in realtà, artico- lato, complesso: e di tempi lunghi quantunque di differente accentuazione ed im- pronta) non sia stata studiata in maniera sistematica. Pure, e alla luce dei contributi, parziali ma stimolanti

, offerti, in ispecie da Erich Hubala e da Gunther Schweikhart 1) , io credo sia possibile sviluppare qualche nuova riflessione in forma di appunti, nella prospettiva di ulteriori approfondimenti e di un’auspicabile sintesi organica, dalla quale potremmo attenderci chiarimenti importanti ai fini di una com- prensione piü ampia della vicenda storica della civiltà architettonica tedesca tra XVI e XVIII secolo. È, per l’intanto, da non trascurare la notizia di un diretto approccio di Palladio. In effetti

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Category:
Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Law, Politics
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ unità d'Europa: aspetti e problemi nel mondo culturale italiano e nel mondo culturale tedesco dell'età contemporanea : atti del XV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1978
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Page 83 of 554
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <15, 1978, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Place: Meran
Physical description: XXXIII, 514 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas: Aspekte und Probleme in der deutschen und italienischen Kulturwelt der Gegenwart Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: s.Europäische Integration ; f.Kongress ; g.Meran <1978>
Location mark: II Z 759/15(1978)
Intern ID: 62143
evidenza, nel secolo. Una specie di “rivolta contro la ragione”, i limiti che impone, la con- cezione della vita che rappresenta. Ripudio della filosofia ufficiale, il positivismo, ultimo germoglio del tronco illuministico. Detronizza- ta, la Dea Ragione, al suo posto, i valori al di fuori e al di sopra della ragione in cui si esprime il nuovo spirito del secolo: la potenza, la vo- lontà, l’azione. Una vera e propria insurrezione filosofica, uno schie- ramento d’avanguardia, in cui si allineano

di interessi, le timide combinazioni dei disseccati cervelli diploma- tici, ai quali è affidata la storia presente del regno d 5 Italia? “Come puó l’Italia, "dove il vento salato soffia sino alla cima delle Alpi e sui valichi dell’Appennino sottrarsi al richiamo del mare, al richiamo della potenza e della grandezza“? Espressione, la prosa dannunziana, di uno stato d’animo: ma eco, ad un tempo, sia pur sommaria e approssimativa, di un movimento di pensiero, che si manifesta, con sempre maggior

le nuove dottrine. Nietz- sche, la volontà di potenza di Nietzsche, Bergson, James, Sorel, intui- zionismo, pragmatismo, attivismo. Ripudio della filosofia imperante, nel campo del pensiero. Ripudio dei principii consacrati, nel campo dell’azione. Ripudio di quello che Léon Daudet chiama le stupide XlXe siécle, l’Ottocento democratico, cresciuto all’ombra dei grandi principii dell’ ’89. Ripudio del credo de- mocratico, delle sue premesse teoriche, della sua applicazione pratica. La rivolta contro

la ragione si risolve in rivolta contro la democrazia. Non piu diritti dei popoli, fratellanza delle nazioni, ma la nazione co- me volontà e potenza, come volontà di potenza. Avulsa dalle sue ra- dici democratiche, la nazione non è piu, ormai, che la nazione pura, la nazione assoluta, una realtà a se stante, che non ha altro fine che se stessa. Ripudiata la ragione, ripudiata la democrazia, il concetto di nazione cerca un suo significato, una sua giustificazione al di fuori della ragio- ne e della

democrazia. II nazionalismo francese fa appello alla storia, all’eredità della storia, a quella occulta e possente forza che è la tradi- zione. Maurice Barrés si richiama, m antitesi al cosmopolitismo illu- ministico, all’istinto vitale della nazione, che si esprime nella tradizio- ne. Charles Maurras invoca il ritorno al passato, il ritorno alla conti- nuità storica, all’istinto nazionale incarnato nella monarchia, in quel- la monarchia che aveva dato alla Francia un’anima e un corpo, in quel

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Category:
History , Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Philosophy, Psychology , Linguistics
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ influenza del Rinascimento italiano nella cultura di lingua tedesca e in rapporto al mondo culturale europeo : riassunto bilingue delle relazioni del XII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 12 - 17 ottobre 1972
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Page 188 of 254
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <12, 1972, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Place: Meran
Publisher: [k.A.]
Physical description: 43 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ Wirkung des italienischen Rinascimento auf die Kultur deutscher Sprache und innerhalb der europäischen Kulturwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: s.Renaissance ; g.Italien ; s.Rezeption ; g.Deutsches Sprachgebiet ; f.Kongress ; g.Meran <1972> g.Italien ; z.Geistesgeschichte 1420-1600 ; s.Rezeption ; g.Deutsches Sprachgebiet ; f.Kongress ; g.Meran <1972>
Location mark: II Z 759/12(1972)
Intern ID: 62128
che il Rinascimento è stato un movimento di riforma an- cor prima della Riforma stessa. II noto studioso del Concilio tridentino, Prof. Hubert Jedin, ha dimostrato in molteplici lavori che prima della Riforma si ebbero diversi movimenti riformatori all’interno del mondo cattolico, ma ha anche fatto vedere che senza la Riforma protestante non sarebbe storicainente concepibile quel moto rifor- matore che alla fine condusse al Concilio di Trento. Qualcosa di simile si puó dire indubbiamente anche del

Riassunto in lingua italiana FERDINAND HOLBÖCK RINASCIMENTO, RIFORMA, CONTRORIFORMA NELLE LORO RELAZIONI DAL PUNTO DI VISTA TEOLOGICO Indubbiamente il Rinascimento, anche per quel che riguarda la storia della Chie- sa, fu un’età di enormi mutamenti. Ancor oggi nelle storie ecclesiastiche non si ha un’unità di giudizio specialmente per quel che riguarda il problema della religiosità e della ecclesialità degli umanisti e delle figure preminenti del Rinascimento. Tutta- via sempre piú si riconosce

Rinascimento e delTUmanesimo ad esso congiunto. Con questo sono accennate quelle relazioni di cui si parla nel tema: ben prima della Ri- forma protestante ci sono state nella cristianità occidentale tendenze riformatrici, so- prattutto fra gli uomini del Rinascimento. Alcuni umanisti possono addirittura essere definiti dei «preriformatori». Nell’età del Rinascimento ci furono degli avvenimenti e furono manifestate delle idee che favorirono e promossero una vasta ribellione contro la Chiesa papale e poi

addirittura portarono a questa ribellione. Ma in questo stesso periodo ci furono anche uomini che prepararono la «Riforma cattolica» (la Controriforma). Eugenio Garin nella sua ampia trattazione sulla «Civiltà del Rina- scimento» nel sesto volume della Propylàen-Weltgeschichte (pagg. 429 - 534) intro- duce opportunamente un importante capitolo dal titolo «Critica religiosa e rinnova- mento». La critica degli uomini piu notevoli del Rinascimento al Papa ed alla sua signoria mondana, alla curia, alla

mondanizzazione del clero e degli ordini monasti- ci, alla decadenza della filosofia e della teologia scolastiche e in genere a tutta la vita della Chiesa, per quanto giustificata, era spesso estremamente dura e piena d’odio, ma anche molto discorde sicché poteva portare al rinnovamento della Chiesa e della cristianità. Potrebbe ben aver ragione il Garin quando dice che si deve togliere ogni drammaticità al «cosiddetto problema del ‘Paganesimo’ rinascimentale, della sopravvivenza e del ritorno delle antiche

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Category:
History , Philosophy, Psychology
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 215 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
. P. Romano, II Settecento, il periodo francese e le origini del Risorgimento italiano in Lombardia, in Bergomun, 1943, n. 1. (48) Cfr. E. Rota, II giansenismo in Lombardia e iprodomi del Risorgimento italiano, in Rac- colta di scritti storici in onore del prof Giacinto Romano, Pavia, 1907; E. Rota, II gian- senismo nell’ Università pavese e la questione religiosa della Repubblica cisalpina, in Bollettino della società pavese di storia patria, 1906, pp. 564-600; 1906; pp. 564-608; E. Rota, Per la riforma

(38) Cfr. M. Mazzucchelli, II tribunale rivoluzionario, Milano, Longanesi, 1969 (1° ediz. 1931); M. Mazzucchelli, La Rivoluzione francese vista dagli ambasciatori veneti, Bari, Laterza, 1935. (39) Cfr. R. Ciampini La caduta della monarchia (1792), Bologna, Cappelli, 1934. (40) Cfr. F. E. Morando, Studi di letteratura e di storia, prefaz. di G. Ansaldo, Firenze, La Nuovaltalia, 1937, p. 117. (41) Cfr. A. Omodeo, L’età del Risorgimento italiano, Messina,- Roma, Principato 1939; A. Qmodeo

, La cultura francese nell’età della Restaurazione, Milano, Mondadori, 1936; A. Omodeo, II senso della storia, a cura di L. Russo, Torino, Einaudi, 1948; A. Omodeo, Difesa del Risorgimento, Torino, Einaudi, 1951; Omodeo, Studi sull’età della Restaura- zione, Torino, Einaudi, 1970 (con prefazione di A. Galante Garrone). Si tenga presenta che queste opere contengono studi degli anni trenta. (42) Cfr. G. Maranini, Classe e Stato nella Rivoluzione francese, Perugia, Regia Università degli studi, 1935

degli studi eccelesiastici nell’università pavese al tempo di Giuseppe II, ivi, 1907, E. Rota, Pietro Tamburini giansenista bresciano e il suo testa- mento morale, ivi, 1908, pp. 82-110; E. Rota, Pietro Tamburini di Brescia «teologo pia- centino» e la controversia giansenistica a Piacenza, ivi, 1912, pp. 343-364. (49) Cfr. A.C. Jemolo, II giansenismo in Italia prima della Rivoluzione, Bari, Laterza, 1928. (50) Cfr. E. Codignola, Carteggi di giansenisti liguri, Firenze, Le Monnier, 1941(due voll

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Category:
Philosophy, Psychology
Year:
[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Page 149 of 244
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Place: Meran
Publisher: [k.A.]
Physical description: XII, 225 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Subject heading: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Location mark: II Z 759/10(1970)
Intern ID: 62122
diritto. Faccio un esempio- limite: quello di G. Bovio, filosofo ufficiale ed anche oratore ufficiale della democrazia repubblicana, che, nonostante la sua aspirazione ad ac- cordare dialettica hegeliana e positivismo, puó cadere in una ibrida e contraddittoria definizione dello Stato come questa: «Dove la comunanza crebbe sino all’essere proprio di nazione, ivi fu lo Stato, II quale dunque si definisce il medio proporzionale tra le parti eontrarie di una nazione» (39). Né c’é aspettarsi molto

si trovano tra gli opposti fronti del neokantismo e del positivismo. Ma, nelle mani di costoro, bisogna dirlo francamente, lo strumento della dia- lettica hegeliana, anche quando è adoperato con la massima buona vo- lontà, il piú delle volte si inceppa; ed essi finiscono col trovarsi ad avere a che fare o con l’astrazione concettuale del diritto o con la cattiva realtà empirica del diritto: posizioni già viste come contrastanti con la hegeliana «idea» (il concetto e la sua realizzazione) del

dall’utilizzazione dello strumento della dia- lettica hegeliana da un professore di filosofia del diritto come L. Miraglia che, accoppiando Hegel con il Trendelenburg e questi due distinguendo dallo Ahrens, conclude: «Nei libri di Hegel e di Trendelenburg prevale la Filosofia, in quello di Ahrens i particolari abbondano, e l’elemento spe- culativo non ha largo sviluppo. Hegel e Trendelenburg non sono giuristi nel senso proprio della parola» (40). Né si puó dire che coglie il senso piú serio della filosofia del

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Books
Category:
Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Law, Politics
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ unità d'Europa: aspetti e problemi nel mondo culturale italiano e nel mondo culturale tedesco dell'età contemporanea : atti del XV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1978
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Page 81 of 554
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <15, 1978, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Place: Meran
Physical description: XXXIII, 514 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ Einheit Europas: Aspekte und Probleme in der deutschen und italienischen Kulturwelt der Gegenwart Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: s.Europäische Integration ; f.Kongress ; g.Meran <1978>
Location mark: II Z 759/15(1978)
Intern ID: 62143
come principio universale, lo spirito di fratellanza e di solidaneta cui si ispira, rimane un dato acquisito, il verbo ufficiale - si potrebbe dire - della convivenza europea. E su questa nota, sulla nota universale, batte l’accento dei congressi per la pace che si succedono periodicamente, dal lontano 1848, con una crescente presa sull’opinione pubblica. Già nel discorso d’apertura del primo Congresso, Victor Hugo aveva fissato come punto di partenza del programma il promuovere l’organizzazione

La storia della nazionalità, in Europa, si muove fra questi due poli: 1 universalismo, la concezione della nazione come principio, come valore universale; il particolarismo, la concezione della nazione come entità singola e a se stante, chiamata a perseguire i propri fíni. Un intimo dualismo, che si sviluppa e si configura con una progre- diente accentuazione nel corso del secolo. Mantiene un sostanziale equi- librio mentre è in atto la nvoluzione della nazionahtà”, che trova il suo coronamento

della società internazionale; e aveva auspicato il giomo in cui “questi due gmppi immensi, gli Stati Uniti d America, e gli Stati Uniti d’Europa si tenderanno la mano al di sopra dei mari”. Quasi mezzo secolo dopo, il Congresso riunito a Roma nel 1891 si apriva con una esortazione alle società europee per la pace “a fare degli Stati Uniti d’Europa il fine supremo della loro attività”, e racco- mandava la creazione di un congresso permanente delle nazioni per regolare di comune accordo le questioni

controverse. I giuristi sono già all’opera. Nel 1881 Johann Kaspar Bluntschli, m un saggio sull’organizzazione della comunità europea, Die Orga- nisation des europâischen Staats-vereins, propone la creazione di una confederazione europea, prefenbile, a suo awiso, a quella di uno Stato federale, per la possibilita che formva di salvaguardare la sovra- nità delle singole nazioni. Un Consiglio, composto dei delegati dei goverm e un Senato, composto dei rappresentanti dei Parlamenti, avrebbero assunto

la funzione di organi supremi per la regolamenta- zione e la soluzione dei problemi della convivenza europea e delle questioni di diritto internazionale che ne potevano derivare. 45

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Books
Category:
History , Philosophy, Psychology
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 477 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
Le tappe della libertà Orbene, la determinazione concreta di questi gradi è tema della filoso- fia dello spirito. Per quel che conceme questa determinazione speculati- va, Hegel spiega nella Filosofia della Storia come il primo grado, in quan- to grado immediato, cade nell’ambito della situazione, onde lo spirito è ancora immerso nella naturalità, in cui esiste solo in singolarità non libera (uno solo è libero). II secondo grado è il suo emergere venendo alla co- scienza della sua libertà

. Questo primo elevarsi è però incompleto e par- ziale (alcuni sono liberi), provenendo dall’immediata naturalità e restan- do con ció ancora in rapporto con essa, che continua ad aderirgli come un suo momento. II terzo grado è l’emergere da questa libertà ancora parti- colare alla pura universalità (l’uomo come tale è libero), all’auto-coscien- za e all’autosentimento dell’essenza della spiritualità (10). La prima epoca, dunque, in cui si considera lo spirito, è paragonabile, secondo Hegel, allo

spirito infantile, e corrisponde al mondo orientale. In questo mondo, domina l’unità dello spirito con la natura. Tale «spirito na- turale» (natürlicher Geist) è quello che è ancora presso la natura, non pres- so di sé, che dunque non è ancora libero, che non ha ancora percorso il processo della coscienza della libertà. Anche in questa fase iniziale dello spirito abbiamo religione, arte, stati, i primordi della cultura e della scien- za: ma tutto eiò sta sul piano della natura. II momento dello

spirito è qual- cosa di sostanziale, a cui l’individuo si aggiunge solo come un accidente. Alla volontà dell’uno sono legati gli altri, come bambini, come sotto- posti, ovvero dipendenti senza autonomia. Si realizza perció l’esperienza della sostanzialità: l’uomo esperimenta se stesso come parte del tutto, co- me momento della totalità, la quale è la sola realtà che è in sé e per sé. Si deve perciò dire che non c’é differenza ontologica fra Dio e il mondo, fra l’uomo e la natura, fra la persona

e il genere, ma solo nel mondo ebraico è presente l’inizio di questa differenza con le nozioni di Dio come unico spirito e della creazione. II secondo comportamento dello spirito è quello della separazione, del- ladifferenza, mediante l’autoriflessione: l’emergere dallamera ubbidien- za e fiducia. Tale comportamento, alla luce della filosofia, significa «l’espansione dello spirito nella coscienza della libertà» (11). Ed esso, dal punto di vista della successione cronologica, contiene la storia del mondo

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Books
Category:
Philosophy, Psychology
Year:
[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Page 233 of 244
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Place: Meran
Publisher: [k.A.]
Physical description: XII, 225 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Subject heading: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Location mark: II Z 759/10(1970)
Intern ID: 62122
cui gli accadrebbe di «applicare una formula filosofica della libertà che consiste nel fare ciò che si deve e volere cid che sifa - nel campo politico, ritrovando nell’ordine costituito dello Stato il principio dell’obbiettività -fare ció che si deve - e nella rappresentanza nazionale il principio della subbiettività - volere ció che sifa -» (5). Ma questa confusione dei due piani, filosofico e politico, altro non è se non l’espressione di quella tra- duzione in termini concreti fatta dallo

Spaventa nei riguardi della filoso- fia hegeliana. L’idea della libertà è hegelianamente, per Spaventa, il fon- damento della stessa storia che si presenta appunto corne storia della li- bertà (6); anzi il legame tra lo Spaventa e Hegel pare nasca proprio da questa esigenza della libertà che è Lunico scopo della ragione\ libertà, beninteso, che è tale solo se collegata al principio dell’autorità; libertà che, comunque, in Spaventa, sembra aver perso ogni significato metafi- sico e che, a contatto con

si trasformava in di- scussione concreta sul problema di come nello Stato - principio della li- bertà oggettivata e quindi delLautorità - anche il principio della subbiet- tività della libertà debba e possa trovare il suo pieno riconoscimento. Per Hegel «Lo Stato è la realtà della libertà concreta» anzi la forza e profon- dità dello Stato modemo sta nel fatto che «Luniversale deve essere di- mostrato col fatto; ma la soggettività, dall’altro lato, deve essere svilup- pata totalmente e vivamente» (9). Sulle

sue orme lo Spaventa si domanda: «Ora nello Stato questo principio della libertà come ha da aver luogo? Lo Stato è la verità della libertà: in esso cioé la libertà obbiettiva (il ragione- vole della libertà) giunge alla sua verità: e parimenti della libertà sogget- tiva. Ma la libertà soggettiva come coscienza non ha la sua verità che nel- la rappresentazione; la sua verità nello Stato è dunque che vi sia rappre- sentata. Di qui il principio della rappresentazione» (10). Quella rappre- sentazione

che ha lo scopo di far valere il lato soggettivo della libertà e quindi, nello stesso tempo, di essere hegelianamente il sistema di media- zione tra la moltitudine (cioé soggettività e arbitrio) e lo Stato (oggettività 217

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Books
Category:
History , Philosophy, Psychology
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 216 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
in D. Cantimori, Studi di storia, Torino, Einaudi, 1959, pp. 665-675 e 676-690. (54) Cfr. A. Saitta, Filippo Buonarroti. Contributi alla storia della sua vita e del suo pensiero, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 1950-1951, due voll. (55) Cfr. R. De Felice, Note e ricerche sugli «illuminati» e il misticismo rivoluzionario (1789- 1900), Roma, Edizioni di storia e letteratura, 1960. (56) Cfr. R. De Felice, Italia giacobina, Napoli, E.S.I., 1965. (57) Cfr. E. Dammig, II movimento giansenista a Roma nella

al Sinodo di Pistoia dell786, in Rivista di storia della Chiesa inltalia, VII (1953), pp. 377-41 Oe VIII (1954), pp. 49-92; E. Passerin d’Entreves, Studi eproblemipolitico- religiosi dell’Italia del’700, in Quaderni di cultura e storia sociale, a. II, (1953), pp. 22-28; E. Passerin , La politica dei giansenisti in Italia nell’ultimo Settecento, ivi, a. III, (1954); pp. 269-288 e 309-329; E. Passerin d’Entreves, Ideepolitiche di un canonista del parlamento di Parigi all’inizio della Rivoluzione francese

: G/N. Multrot (1714-1803), in Studi in memoria di Gioele So- lari, Torino, Ramella, 1954, pp. 373-372; E. Passerin d’Entreves, L’ambiente culturale pisano nell’ ultimo Settecento: il trionfo e la crisi del riformismo anticulturale in alcuni carteggi di colti pisani, in Bollettino storico pisano, XXII-XXIII (1953-1954), serie III, pp. 54-121; E. Passerin d’Entreves, L’istituzione dei patrimoni ecclesiastici e il dissidio tra il vescovo Scipione de’Ricci e i funzionari leopoldini (1783-1789), in Rassegna sto

- rica toscana, 1 (1953), pp. 6-27; E. Passerin d’Entreves, II fallimento dell’offensiva ri- formistica di Scipione de’Ricci secondo nuovi documenti (1781-1788), in Rivista di sto- ria della Chiesa in Italia, IX (1955), pp. 99-131; E. Passerin, La Rivoluzione francese, Torino, Edizioni Radio Italiana, 1956; E. Passerin d’Entreves, La riforma «giansenista» della Chiesa e la lotta anticuriale in Italia della seconda metà del Settecento, in Rivista storica italiana, LXXI (1959), pp. 209-234: E. Passerin

10
Books
Category:
History , Philosophy, Psychology
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 279 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
sa da Kant alla ricerca filosofica, resta tuttavia uno iato difficile da col- mare tra la condizione suprema della moralità e l’esperienza fattuale dell’agire morale. In altre parole, di fronte alla maestà della legge che la volontà dà a se stessa, la coscienza vuole tuttavia sapere se ció che essa compie, e quindi l’azione nella sua singolarità, sia intrinsecamente buo- na. La coscienza infatti possiede nelia legge solo Luniversale, mentre Lagire è sempre individuale. Cosi quando la legge

comanda: «agisci in base ad una massima che possa valere a un tempo come legge universa- le», la difficoltà non consiste tanto nell’intendere come una massima, sempre soggettiva, possa trasformarsi in una legge oggettiva. L’autoedu- cazione della volontà all’universalità si realizza infatti nel passaggio dairuniversalità soggettiva della massima all’universalità oggettiva della legge, ma sempre all’intemo del terreno dell’universale. II passaggio dall’una all’altra è reso possibile dal fatto che

entrambi sono «principi pratici» e quindi «contengono una determinazione universale della vo- lontà» (51). Di tutt’altranatura è invece il passaggio all’azione: qui l’uni- versale deve saltare oltre se stesso in ciò che gli è qualitativamente oppo- sto, nell’unicità singolarizzata dell’azione. Anche quando viene invocato l’intelletto, come la facoltà capace di mediare l’applicazione della legge morale «agli oggetti della natura» (52), questo non ha altro da offrire che la pura forma della legge

di natura come il «tipo» della legge morale. Ma con ció non viene ancora attuata mediazione alcuna tra uni- versalità e singolarità: il «tipo» è sempre qualcosa di universale e la dif- ferenza qualitativa con la singolarità dell’azione resta incolmabile. Se l’essenza del comandare consiste nel potere dirigere e padroneg- giare l’efficacia dell’agire, il comando della ragion pratica rischia di ri- manere svuotato della sua essenza finché non si trova il passaggio dall’universale al singolare. II bene che

dovrebbe essere reso possibile daH’autodeterminazione della volontà finisce per non raggiungere mai la singolarità dell’azione, la quale si trova cosi sguamita della possibilità di sapersi come buona e cattiva. Beninteso qui non si tratta di pretendere dalla ragion pratica ciò che essa non puó offrire, se non cessando di essere «pratica» per se stessa e non in vista di altro da sé; non si chiede cioé che essa offra schemi di azione o principi da applicare alle situazioni e regole per quest’applicazione

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Books
Category:
Philosophy, Psychology
Year:
[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Page 168 of 244
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Place: Meran
Publisher: [k.A.]
Physical description: XII, 225 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Subject heading: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Location mark: II Z 759/10(1970)
Intern ID: 62122
tuizione intellettuale del Vico o di Rosmini o di Gioberti, fu in un primo tempo rendersi conto della distinzione, in ordine al problema fondamen- tale dell’identità di filosofia e religione, natura e spirito, e in generale degli opposti, tra la concezione di Hegel e quella di Schelling, che era loro piü affine (3). Lo svolgimento deH’hegelismo in Italia, durante il secolo XIX, segue problemi analoghi a quelli del neo-hegelismo tedesco, nel quale ebbero per noi particolare importanza Karl

Ludwig Michelet, con la sua rivista Der Gedanke, e Kuno Fischer, e a quelli del neo-hegelismo inglese (dello Stirling, dei Caird) e francese (del Vacherot): i problemi della unificazio- ne della logica e della metafisica, della risoluzione dialettica della gno- seologia criticista, della riduzione filosofica della teologia, della determi- nazione delle leggi storiche, della valutazione positiva dell’esperienza, della scienza, dell’arte. Ma ebbe questo svolgimento in Italia anche ca- ratteristiche

accogliere, o tutto in parte, l’insegnamento di Hegel si ispirano alla tradizione filoso- fica italiana del Rinascimento, nella quale egli aveva colto, oltre l’interes- se culturale e le manifestazioni umanistiche, soprattutto il valore in- trinseco dell’opera di Giordano Bruno, per la ricerca dell’unità degli op- posti come implicazione della forma e della materia nel determinarsi dell’Assoluto, per la eoncezione della logica lulliana come sistemazione totalitaria del pensiero e della realtà e per

l’interpretazione simbolica del fenomeno naturale e umano rispetto all’Idea identicamente e luminosa- mente reale (4). Domenico Mazzoni (di Comeana, Prato; 1783 - 8153), lettore di filo- sofia e rettore del Collegio Forteguerri di Pistoia, promotore di una co- noscenza approfondita della filosofia germanica nella nuova cultura to- scana, tentò e lasció nei suoi manoscritti su\YEducazione Filosofica (5) una dottrina della formazione e attuazione dell’autocoscienza, in cui si 152

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Books
Category:
Philosophy, Psychology
Year:
[ca. 1991]
¬Lo¬ hegelismo nella cultura di lingua italiana e nella cultura di lingua tedesca dal 1831 ad oggi (nel quadro dell'unità culturale europea) : riassunto bilingue delle relazioni del X convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 1 - 5 aprile 1970
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Page 172 of 244
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <10, 1970, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Place: Meran
Publisher: [k.A.]
Physical description: XII, 225 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Hegelianismus in der Kulturwelt deutscher und italienischer Sprache von 1831 bis heute (im Rahmen der europäischen Kultureinheit) Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Subject heading: s.Hegelianismus ; f.Kongress ; g.Meran <1970>
Location mark: II Z 759/10(1970)
Intern ID: 62122
Da un altro lato, che sarebbe per noi a sinistra, l’hegelismo italiano cer- có fin da principio di contestare airontologismo e al positivismo la fon- datezza delle loro teorie dell’esperienza e della scienza, nelle quali si po- neva il merito del secolo, e di cercare e mostrare nel pensiero del Hegel principi ormai classici e perennemente superiori in quel merito. Tra gli anni trenta e gli anni sessanta questa corrente d’idee venne alimentata dall’hegelismo dell’Italia settentrionale. In esso

precede Giambattista Passerini (di Valsabbia, Brescia, 1793 - 1864), che, dopo aver studiato a Berlino, alle lezioni di Hegel e di Schleiermacher, insegnó in Svizzera e ivi pubblicó la sua traduzione della Filosofia della Storia (1840). La co- noscenza della filosofia della natura dello Schelling, piú vicina alle scien- ze naturali di osservazione, lo fece avvertire che le vie della scienza spe- rimentale passavano tra l’uno e l’altro sistema; ma alla loro apertura tro- vava in Hegel principio

conveniente l’identità del metodo e della scienza (9). Identità che era poi la stessa deH’immanenza del divino nella natura e della possibile rispondenza di questa alla dialettica dell’essere assoluto, oggetto necessario del pensiero, che vive solo di verità. Maggior apporto letterario diede alla filosofia, sebbene in latino piú che in Italiano, Pietro Ceretti (di Intra, 1823 - 1884). Nel suo Pasaelogices Specimen («Saggio di Panlogica», 1864 - 1871) (10) egli mosse dallo stesso limite della filo- sofia

hegeliana, il panlogismo, per comprendere il processo della realtà in genere a della natura in ispecie come sviluppo razionale dell’immanen- za dell’idea in progressivi rapporti dialettici e stati di coscienza ascenden- ti verso la ragione e lo spirito. In questo quadro logico-biologico dei prin- cipi e delle forme del mondo e della vita il problema teologico è però dis- solto nei suoi termini umani: la religione è nella necessità della contem- plazione della verità e della rassegnazione al dolore

e nella logica trascendente della vita spirituale, che si rende capace di un mondo di dif- ferenze e di valori, al di sopra del divenire degli opposti. Per il Ceretti, «l’assoluto è l’infinita attitudine della Coscienza ad astrarsi in sé da sé stessa», cioè non è altro che l’assolutezza interiore dell’autocoscienza (11). Egli stesso sentiva in questo concludersi del pensiero entro se stesso («sinautologia») il logorarsi delle categorie hegeliane, consumate in un processo evolutivo materializzato nella

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Books
Category:
History , Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Philosophy, Psychology , Linguistics
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ influenza del Rinascimento italiano nella cultura di lingua tedesca e in rapporto al mondo culturale europeo : riassunto bilingue delle relazioni del XII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 12 - 17 ottobre 1972
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Page 132 of 254
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <12, 1972, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Place: Meran
Publisher: [k.A.]
Physical description: 43 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ Wirkung des italienischen Rinascimento auf die Kultur deutscher Sprache und innerhalb der europäischen Kulturwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: s.Renaissance ; g.Italien ; s.Rezeption ; g.Deutsches Sprachgebiet ; f.Kongress ; g.Meran <1972> g.Italien ; z.Geistesgeschichte 1420-1600 ; s.Rezeption ; g.Deutsches Sprachgebiet ; f.Kongress ; g.Meran <1972>
Location mark: II Z 759/12(1972)
Intern ID: 62128
rivoluzione» metodologica (quella galileiana, appunto) senza la quale non si sarebbe costituita come scienza, non pervenendo i suoi giudizi a possedere i caratteri dell’oggettività, della necessità e dell’universalità, Ma ció che maggiormente importa è il fatto che proprio la costituzione della scienza della natura come scienza, cosi come si ha tra Leonardo e Galilei, e senza la quale non sarebbe stata possibile la pienezza della ba- coniana obbedienza alla natura, è un aspetto fondamentale

della cultura del Rinascimento italiano, se è vero che essa trova la sua possibilità ef- fettiva nello spirito matematico della ricerca leonardesca e del metodo galileiano. È un aspetto, questo, messo in luce, del resto, da alcune inter- pretazioni della cultura del Rinascimento italiano: quella di Cassirer, ad esempio, il quale trova che gli uomini del Rinascimento hanno soprattutto il merito di avere avviato la concezione scientifica modema che riceve nella gnoseologia kantiana la sua versione

teoretica (87) ; o quella di L. Olschki, secondo il quale «la matematica era stata un elemento della cul- tura molto prima del Rinascimento, ma durante il Rinascimento, per me- rito di pensatori come Leonardo e Galilei, divenne una nuova forza cul- turale» (88) . 10. La «nuova scienza» come «industrial science» e la civiltà neotecnica La matematica come «nuova forza culturale» è quella che permette al sapere empirico di sollevarsi all’altezza della scienza universale ed og- gettiva. È la forza che porta

a queir«obiettivismo fisicalistico» che Hus- serl imputa non poco alla «matematizzazione galileiana della natura», in forza della quale Galilei, che pure è stato un grande scopritore diventa un grande occultatore e la scienza della natura ha uno «svuotamento di sen- so» nella «tecnicizzazione» (89) . Questo «obiettivismo fisicalistico» - è bene intanto ricordare - Husserl pone, proprio in quanto costituisce oc~ cultamento o negazione del «soggettivismo trascendentale, come il prin- cipio della

«limitazione positivistica dell’idea di scienza», (90) del «posi- tivismo (che) decapita per cosi dire la filosofia» (91) . Óra, quali che pos- sano essere le motivazioni di fondo della critica husserliana della «mate- matizzazione galileiana della natura», bisogna riconoscere che questa, come tratto fondamentale della cultura rinascimentale attribuitole da Cas- sirer o da Olschki, proprio promuovendo la «tecnicizzazione», rende pos- sibile l’intervento scientificamente attivo dell’uomo sulla natura

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Books
Category:
History , Philosophy, Psychology
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 287 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
Interventi sulla relazione II Prof. Pietro FAGGIÖTTÖ svolge le seguenti considerazioni: «II tema della li- bertà puó essere trattato, e viene effettivamente trattato in questo Convegno, da mol- teplici punti di vista: dal punto di vista storico, da quello linguistico, da quello let- terario. Ciascuno di questi punti di vista introduce una particolare prospettiva e con- tribuisce a illuminare la problematica della libertà nella sua interezza. II Prof. Chiereghin ha scelto il punto di vista

filosofieo, anzi specificamente me- tafisico, che potrebbe apparire a prima vista troppo astratto, troppo lontano dalla concretezza della vita umana, ma che in realtà è intimamente connesso con questa perché è rivolto a sondame in qualche modo la profonda stmttura ontologiea. È pos- sibile alTuomo un atto di libertà che si affranchi dal meccanicismo dominante nel mondo naturale? II Prof, Chiereghin si è soffermato sulla risposta che a questo problema è stata da- ta dalla metafisica kantiana. Sono

d 5 accordo con il relatore che debba parlare di una metafisica kantiana, come vera e propria forma di conoscenza teoretica e non come semplice postulato della ragion pratica. Tradizionalmente la filosofia kantiana è pre- sentata come una forma di antimetafisicismo che nega la possibilità che la metafisica possa costituirsi sul piano della ragion pura. Ma, come cercheró subito di spiegare, questa interpretazione tradizionaie va ridimensionata. Come è noto, la risposta di Kant al problema della libertà

umana si articola sulla base della distinzione tra fenomeno e noumeno. Dal punto di vista fenomenico il comportamento delTuomo è sottoposto, come qualunque altro processo naturale, al piu rigoroso meccanicismo. «Se ci fosse possibile avere del modo di pensare di una persona, quale esso si manifesta nelle azioni inteme non rneno che esteme, una ve- duta cosi profonda da svelarci ogni suo movente, anche minimo, conoscendo insie- me tutte le occasioni esteme che agiscono su quel modo di pensare

, si potrebbe pre- vedere il comportamento di una persona in futuro con la stessa certezza di una eclissi di luna e di sole» {Kritik der praktischen Vernunft, ediz. dell’Accademia di Berlino, vol. V, p. 99). Questa visione meecanicistica alla Laplace, che sembrerebbe essere la negazione piú radicale e totale della libertà, vale peró soltanto sul piano della Erscheinung, del fenomeno. Sul piano invece del noumeno, cioé dell’essenza piú profonda, intelligi- bile della realtà umana, la nostra condotta è per

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Books
Category:
History , Philosophy, Psychology
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 294 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
cetto di libertà, Nelle Lezioni sulla storia della filosofia Hegel afferma che relativa- mente al concetto di libertà Kant aveva posto il piede sull’ultima cima. Anche se le Lezioni derivano dagli appunti degli scolari e quindi non costituiseono un testo pro- priamente hegeliano, mi piace pensare che quella frase sia stata effettivamente pro- nunciata da Hegel, Chi ama e pratica la montagna puó apprezzare a fondo la metafora impiegata da Hegel: Kant ha posto il piede su una cima che non era

stata ancora con- quistata da nessuno; ma non basta, perché quella era anche Yultima cima che restava inviolata. Da parte di Hegel si tratta di un riconoscimento non da poco: ció significa che per Hegel stesso non rimanevano altre cime da conquistare, ma semmai si trattava di rielaborare e rifondare I’intero cammino della tradizione filosofica occidentale. Relativamente poi al problema della differenza che sussisterebbe tra l’oggettività di un bene che attira a sé, propria della concezione classica

, e il principio della sog- gettività che domina invece nell’etica kantiana, non v’ è dubbio che le differenze so- no radicali. Tuttavia se andiamo a vedere i caratteri strutturali con cui si presenta il rapporto che il principio trascendente intrattiene col divenire, ad esempio in Aristo- tele, e il principio della libertà che trova espressione nella legge morale in Kant, pos- siamo trovare delle non trascurabili affinità. Si sa come Aristotele, per poter spiegare come possa accadere che il principio del

tutto è ragione del divenire senza essere per questo inficiato in qualche modo dal mu- tamento, traspone arditamente dal piano dell’esperienza psicologica al piano cosmico il rapporto di desiderio e di amore. Come ció che si ama ci attira senza che in esso nulla muti, altrettanto un primo motore puó essere causa del movimento come ogget- to del desiderio e dell’amore, senza essere esso stesso mosso. All’intemo della costi- tuzione soggettiva deil’uomo, Kant si trova di fronte a un problema analogo

: si tratta di spiegare come la legge morale possa agire sulla parte sensibile dell’uomo senza essere inficiata dalle sue limitazioni. Quando Kant indica nel sentimento puro del ri- spetto (e il sentimento appartiene alla sensibilità) l’unico indubitato «movente» mo- rale, egli mette in campo una stmttura profondamente affine, formalmente, alla fun- zione svolta dal desiderio e dall’amore aristotelici. Infatti l’imperativo etico attiva nel sentimento di rispetto un rapporto della sensibilità alla legge

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Books
Category:
History , Philosophy, Psychology
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 293 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
del Giudizio con quando è detto nella Critica della ragion pratica non possiamo non avvertire un’incongruenza, Nella terza Critica la libertà appartiene agli scibiiia, è una resfacti, una Tatsache, sottratta sia ail’arbitrio dell’opinione sia al soggettivi- smo della fede, dimostrabile mediante le leggi pratiche della ragion pura e nelie azio- ni che vi si conformano e quindi nell’esperienza. Nella seconda Critica la libertà compare invece tra i postulati, anche se in una posizione piú defilata

rispetto ai po- stulati deirimmortalità dell’anima e dell’esistenza di Bio. Credo tuttavia che l’in- congruenza si possa sciogliere se guardiamo a quello che della libertà diventa og- getto di postulato, La libertà che viene postulata è quella necessaria come condizione di realizzabilità del sommo benc, si tratta quindi dell’effettiva possibilità da parte del libero arbitrio di resistere agli impulsi e di uniformarsi al comando della legge morale. L’uso della libertà da parte deH’arbitrio come

di un «potere» di compiere realmente ciò che comanda il «dovere» è qualcosa che non appartiene agli scibilia né alle Tatsachen, bensi alle Glaubenssachen, ai postulati della ragion pratica. Non c’é dubbio, poi, come osservava il Prof, Bertoni, che nel gioco che s’istituisce tra libertà umana e libertà divina, l’assolutezza con cui la forma della legge si presenta in Kant potrebbe indurci a far coincidere questa assolutezza con la non- libertà e quin- di con una vera e propria negazione della libertà. Penso

tuttavia che anche qui bisogna ricorrere ad una distinzione che diventa fondamentale nelle ultime opere di Kant, nel- la Religione nei limiti della pura ragione e nella Metafisica dei costumi, vale a dire ia distinzione tra Wille e Wilikttr, tra volontà e arbitrio. Della volontà nella Metafisica dei costumi Kant dice con apparente paradosso che essa non puó essere concepita né come libertà né come non libertà, mentre propriamente libero è solo l’arbitrio. Che la volontà non si possa dire né libera

né non libera ha fatto pensare a molti interpreti a un clamoroso capovolgimento dell’atteggiamento dell’ultimo Kant, che avrebbe fatto coincidere volontà e necessità, In realtà penso che le cose stiano altrimenti. La volontà non è né libera né non libera perché è fondamento della libertà delLarbitrio; come principio di libertà essa giace al di là dell’alternativa tra l’essere libero o non hbero; ció non significa che allora essa sia identica alla necessità, ma al contrario che essa è condizione

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Books
Category:
History , Philosophy, Psychology
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 328 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
Riassunto in lingua italiana KARL EGON LÖNNE LA «RELIGIONE DELLA LIBERTÀ» IN CROCE Nella sua «Storia d’Europa nell’Ottoeento» Benedetto Croce ha rappresentato lo sviluppo storico sotto il segno della libertà. Egli vedeva la libertà come elemento co- stitutivo della storia, come la sua vera essenza, il suo vero impulso. Inoltre la defi- niva come postulato etieo-politico attraverso cui gli spiriti piu nobili di tutta Europa si orientavano e si entusiasmavano. Diventando convinzione operante

la libertà non rimaneva soltanto principio di sviluppo della storia e postulato etico, ma diventó re- ligione della libertà che per i suoi seguaci divenne il senso piü importante della loro vita. Cosi Croce riconobbe il compito vero ed essenziale della storiografia nella rap- presentazione dello sviluppo della libertà nelle sue espressioni concrete cosi come è stata sempre realizzata nuovamente ed a seconda delle condizioni storiche a dispetto di tutte le contestazioni e resistenze. Per Croce

il grandioso disegno della religione della libertà fu il centro dispensa- tore di energie della sua opposizione al regime fascista del suo paese. Contempora- neamente fu peró anche una tappa nello sviluppo del suo pensiero che il filosofo por- tó avanti nel contenzioso con correnti spirituali del suo tempo e con le loro conse- guenze etico-politiche. Si pensi alla critica crociana del marxismo cosi come alla sua lotta contro il positivismo che peró non condusse principalmente solo nel campo dell’estetica

e della scienza della letteratura. Già queste ma anche altre discussioni Croee incentró su aspetti della libertà; sulla libertà di pensiero rispetto alla cono- scenza resa assoluta soggettivamente, sulla libertà del giudizio estetico rispetto a metri consolidati, sulla libertà di azione rispetto a dottrine politiche di salvazione. Tenendo presente questo impegno a favore di richieste di libertà di vario tipo, non c’é da meravigliarsi che il disegno di Croce di una religione della libertà rappresenti

il culmine del suo impegno battagliero per la libertà, ma non la sua fine. Lo sviluppo della lotta per la libertà lo condusse piuttosto verso un’opposizione spirituale sempre attiva contro il fascismo ed il nazionalsocialismo ed infine, dopo la loro caduta, ver- so una decisa presa di posizione contro il marxismo visto come nucleo di una mi- naccia politica che stava prendendo forma e che immediatamente dopo la seconda guerra mondiale comportó il pericolo di un’espansione dell’influenza russa anche

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Category:
History , Philosophy, Psychology
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 273 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
senza che sia mai possibile raggiungerlo né, identificandosi con esso, pa- reggiare la sua perfezione. 3. Credo che l’esame dei caratteri costitutivi della nozione kantiana di li- bertà offra una giustificazione sufficiente della necessità di fronte a cui Kant venne a trovarsi di collocare l’etica come metafisica dei costumi airintemo del sistema della ragion pura. Ma il principio della libertà consente d’intendere la metafisicità dell’etica non semplicemente come una parte del sistema, che

si colloca accanto alla filosofia della natura, ma di assegnare all'etica una funzione fondativa nei confronti dell’intero sa- pere metafisico. Se ci riferiamo alla formulazione piu matura data da Kant del concetto di libertà, contenuta nel paragrafo 91 della Critica del giudizio, troviamo che la libertà, lungi dall’essere solo un’ipotesi o un’esigenza pratica, deve essere annoverata tra le resfacti, tra le Tatsa- chen, non certo di natura empirica, bensi come un fatto, e quindi una re- altà oggettiva

, della ragione. Cose di fatto sono gli oggetti dei concetti, di cui puó essere provata la realtà oggettiva sia mediante la ragione sia me- diante l’esperienza. Ora «ciò che è molto notevole», afferma Kant «é, che tra le cose di fatto si trovi anche un’idea della ragione (che in sé non è ca- pace di alcuna esibizione dell’intuizione, e quindi di nessuna dimostra- zione teoretica della sua possibilità); ed è questa l’idea della libertà, la cui realtà, come una specie particolare di causalità (il cui

concetto sarebbe trascendente dal punto di vista teoretico), si puó dimostrare mediante leg- gi pratiche della ragion pura e, conformemente a queste, nelle azioni reali, e quindi nell’esperienza. Tra tutte le idee della ragion pura è l’unica di cui l’oggetto sia una cosa di fatto, e debba essere messa tra gli scibilia» (27), come oggetto di sapere, quindi, e non di mera opinione o credenza. Nonostante sia impossibile esibire un’intuizione corrispondente al concetto della libertà (e l’esibire ha appunto

il significato del dimostrare in senso teoretico), la libertà deve avere tuttavia uno specifico modo di accessibilità, che si caratterizza proprio come sapere, dotato di non mi- nore cogenza dimostrativa di quella legata all’intuizione empirica in sede teoretica. Tale forma di accessibilità si rende visibile solo se ci volgiamo ai caratteri dell’atto della ragione che sta unitariamente alla base tanto della ragione teoretica quanto della ragion pratica. «La ragion pratica» in- fatti, afferma Kant, «ha per

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Category:
History , Philosophy, Psychology
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea di libertà nella cultura delle aree linguistiche italiana e tedesca : storia, glottologia, storiografia, filosofia, pedagogia ; atti del XXI convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 10 - 15 aprile 1989
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Page 491 of 564
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <21, 1989, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XV, 540 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Der¬ Freiheitsgedanke in den Kulturen des italienischen und deutschen Sprachraumes Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989> g.Italien ; s.Freiheit ; f.Kongress ; g.Meran <1989>
Location mark: II Z 759/21(1989)
Intern ID: 62158
sere temporale. Con questo si introduce in essa l’organizzazione. Ella è il Regno di Dio, il presente conquistato, la vita, conservazione e piacere dello Spirito» (90). In questa misura la Chiesa ha eliminato dall’intemo l’indirizzo polemico della comunità iniziale riguardo ad una mondanità esistente fuori di essa e ha re-introdotto le istituzioni dell’eticità: la fami- glia, la proprietà, le leggi e il governo. Quindi: «si tratta che si configuri dal seno della stessa Chiesa una vita libera

, una vita politica e di diritto privato a partire da principi etemi, un impero razionale mondano confor- me all’idea della libertà e all’assoluto del diritto». Non si tratta di una teocrazia. Infatti: «nella misura in cui la legge, il razionale e l’universale appartengono cosi al mondano, alla Chiesa le resta la cura delle anime dei singolari, della soggettivitàparticoiare; l’universale mondano si converte in una cosa autonoma» (91). Secondo le Lezioni del 1824 la realizzazione della fede cristiana

nella storia porta nel presente mondano quella riconciliazione che nel piacere eucaristico si proiettava in un aldilà, in un cielo ultraterreno, in un passato e in un futuro. Tuttavia per arrivare a tale riconciliazione nel presente mondano «il Regno di Dio nella comunità» deve traversare la tripla og- gettività del cuore, delTintelletto e del Concetto. Nell’oggettività del cuo- re, cioé nel rude mondo medievale la Chiesa lotta con il mondano e cade corrotta dalla mondanità. Nella oggettività della

riflessione si presentano due tappe. Nella prima, le istituzioni dell’eticità (famiglia, proprietà e Stato) ottengono «la testimonianza dello Spirito di essere rapporti essen- ziali», contro Tautorità della Chiesa che rivendica i tre aspetti della vita monacale (castità, povertà e ubbidienza). Nella seconda tappa non solo si discute Tautorità della Chiesa ma anche la sua dottrina. II dogma della Trinità, il processo della grazia, Tunità della natura divina e umana sono eliminati in nome delTidentità

astratta della religione maomettana (92) e della religione dellTllustrazione (93). Davanti a questo svuotamento pro- dotto dalla riflessione «il contenuto religioso si fuga nel concetto» per trovare li la sua giustificazione o, per contro, si rifugia «nella forma del sentimento o della sensazione... rinuncia a sapere un contenuto, di manie- ra che la santa Chiesa non possiede già piú nessuna comunione (Gemein- schaft) e si disgrega in atomi» (94). In quest’ultimo caso il sentimentali- smo

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Category:
History , Linguistics
Year:
[ca. 1991]
¬L'¬ idea universale di Roma e la sua funzione europea nel mondo di lingua italiana e nel mondo di lingua tedesca : atti del XIV convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 5 - 10 aprile 1976
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Page 239 of 292
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <14, 1976, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XIII, 271 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ universelle Idee Roms und ihre europäische Funktion in der italienischen und in der deutschen Sprachwelt Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Rom <Motiv> ; f.Kongress ; g.Meran <1976>
Location mark: II Z 759/14(1976)
Intern ID: 62133
zioní rimessagli di Venezia il 12 settembre 1553, a operazioni ormai compiute, dall’esecutore Francesco di Gandino 8) . Congetturare, a questo punto, un rapporto del viaggio di Palladio a Trento con qualche controversia in materia di costruzione del «palazzo delle Albere», e per una consulenza, sembra abbastanza ragionevole, e sti- molante, quando si voglia trarre l’ulteriore ipotesi di lavoro di un’intenzione, impli- cita nelle ragioni dell’invito, di interrogare non tanto, genericamente

, un architetto di fama già consolidata e sicura, ma un esperto professionalmente qualificato di edi- lizia suburbana e di campagna. Precisamente alla vigilia del viaggio, Palladio aveva consegnato i progetti per le ville di Francesco Pisani a Montagnana e di Giorgio Comaro a Piombino Dese, nei quali la tipologia, di eloquio classicistico, della resi- denza agricola del «gentilhuomo di città di molto splendore» risulta assestata e ri- solta in termini coerenti e impressionanti 9) . II prolungamento del

viaggio sino a In- nsbmck, invece, se pur non sconcerta, s’avverte abbastanza oscuro: e, se è ben vero, che all’epoca, Andrea Crivelli, architetto di fiducia del Madruzzo, provvedeva alla costruzione della Hofkirche, risulta d’altronde certo che il procedere della fabbrica seguiva senza le impasses accertate nel cantiere del «palazzo delle Albere» 10) , Ma nulla s’oppone, in ogni caso, alla congettura di un controllo dei lavori che il Madruz- zo, profittando della disponibilità del «Kíinstlerischen

Baumeister», potrebbe aver promosso e sollecitato. Quando volessimo convenirne, potremmo esser tentati di porre la domanda se, a conseguenza dell’escursione palladiana a Innsbruck possa ri- ferirsi la facciata della Maria-Hilf-Kirche di Graz eretta da Pietro de Pomis tra 1607 e 1611 nell’evidenza attestataci da un documento grafico edito dal Kohlbach che la illustra prima della ricostruzione del 1742 n) . Ma, in realtà, quantunque lo schema sia di chiarissima matrice palladiana (e costituisca, anzi

, invece, la circolazione di rilevamenti e disegni di fabbriche (o, per l’appunto, financo progetti) del Palladio, capaci di sollecitare - nel clima del dibattito e della prassi architettoniea delle aree cattoliche deil’universo culturale tedesco volte a recuperare i termini linguistici e tipologici, ed insomma i segni, di un’autorappresentazione spaziale ma anche tese a perseguire un’altemativa di ordine all’irrazionalismo patetico rappresentato da un Dietterlin - financo integrali riproposizioni

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