Ottono, o Matteo Visconte da popolare tumulto era stato espulso. Guido della Torre, chiamato il Micco 1 per antonomasia, .veniva alla sua volta acclamato nel 1302 Signore perpetuo , mentre Ga stone, figlio di Corrado Mosca *, .succedeva ad Ottone Visconti nella cattedra arcivescovile. ' Guido, giunto alFapice della sua grandezza, trattò con animo generoso i suoi nemici, e, sprezzando lo suggestioni di quelli, che l’aizzavano contro Matteo Visconti, lasciollo vivere in pace nel suo ritiro eli
Nogarola. Se non che ben disse un autore, che discordia Turrianorum fuit ruina Turrianorum. Intanto che regnava la pace coi nemici, s’acceso la guerra fra parenti; i due poteri supremi, P ecclesiastico ed il civile, uniti nelle mani Tornane, anzi che ser virsi di vicendevole appoggio, vennero in collisione fra loro. Gastone accusato da Guido di tendere insidie alla sua vita, fu da lui im prigionato; di che Milano rimase interdetta, Guido fulminato d’ana tema. Essendosi Pagano della Torre, Vescovo
a quei giorni di Padova, frammesso nel dissidio con altri amici o parenti, Gastone venne bensì liberato, ma dovette andare a confino. Non ultima cagione fu questa, che affrettò la calata di Arrigo VII in Italia. L’Imperatore soggiornato in Àsti duo mesi, benché titubante, s’avanzò sopra Milano, per istigazione del vecchio Matteo Visconte, che, alzando la destra: »Signore, gli disse, questa mano ti può dare o ti può togliere Milano«. Troppa ragione aveva Guido, capo della parto guelfa, cui s’erano
uniti i Fiorentini, di restare turbato alP avanzarsi di Cesare in compagnia del Visconti, dietro il quale stavano i Ghibellini. E non poteva tornargli gradito, che dalle mani dell’Arcivescovo Gastone della Torre, riconciliato con Matteo, egli ricevesse noi 1311 la corona d’Italia \ Ma incerto del favore del popolo, dovette-acconciarsi alle congiunture ed uscì incontro all’Im peratore con mal celato dispetto. Vero è, che il Lusscmburghcso protestava di voler essere amico di tutti; ma i Guelfi