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Title A - Z
Title Z - A
Books
Year:
1890
Storia della Val di Sole
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Page 68 of 104
Author: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Place: Trento
Publisher: Monauni
Physical description: 103 S.. - 2a ed.
Language: Italienisch
Location mark: II 8.254
Intern ID: 339179
decimoterzo esistevano alcune di tali associazioni amministrative, le quali col nome di Universitas, o di Comuniias, trattavano i propri affari, e dirigevano F ordine pubblico in base a certe regole e vecchie costumanze del paese. Queste erano certamente avanzi della dominazione romana e lon gobarda, conservate nella tradizione e passate in uso da lungo tempo. Quando perciò la nostra valle venne sotto il governo del Vescovo di Trento (1027), era già formata al sistema di Comunità, e non ebbe bisogno

y. Jim (WIE INTERNO. Reca per vero stupore il trovare nella Val. di Sole unà strana abbondanza di piccole Comunità, una dall'altra indipen denti, in modo che quasi ogni paesello vive una vita civile sua propria; basti notare, che su una popolazione complessiva di venti due mila persone, sono quaranta i Comuni che la rappresentano. Ma quello che più interessa a sapersi è l'antichissima introdu zione di questo reggime sociale fra noi. Le nostre carte ci ap prendono, che ornai nel secolo

di impetrare all' uopo un singolare privilegio ; del che gli atti antichi del Codice Vanghiano non porgono cenno di sorta; bensì rileviamo, che i primi Principi Vescovi confer marono colla propria autorità quella forma di governo popolare, e ne sancirono gli statuti. Che . poi così per tempo siasi fra noi sviluppato il reggime a Comune, deve spiegarsi dal motivo, che nella vali e mai potè aver luogo una privata giurisdizione feudale, mai la prepotenza di un dinasta; circostanza, che cotanto ritardò

la formazione dei Comuni in altre vallate del Trentino. Dobbiamo però fare ecce zione per la valle di Eabbi, nella quale gli antichi signori di Caldes si avean aperta la via ad esercitare sopra gli abitanti dei diritti di bassa giurisdizione, che poi, come fu detto, passarono nella famiglia dei Tono. Nissuno inoltre ardirà disconoscere quanto abbia influito nella creazione dei liberi Comuni la cri stiana religione, cui dal tempo di S. Vigilio sinceramente pro fessava il nostro popolo ; come in tutto

1
Books
Year:
1890
Storia della Val di Sole
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Page 43 of 104
Author: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Place: Trento
Publisher: Monauni
Physical description: 103 S.. - 2a ed.
Language: Italienisch
Location mark: II 8.254
Intern ID: 339179
sentenza del Principe Yescovo dì Trento ha prodotto in noi sullo prime un certo senso di stupore. Imperocché il vedere un Principe Sovrano enormemente offeso nella stia dignità e ne' suoi diritti dat un popolo tumultuante, il quale non solo non castiga alcuno, nem meno dei Capi della rivolta, ma non trova nè anco una parola, di rimprovero per essi e per il fatto, e non solo tutto perdona o tutto assolve, ma accorda perfino alle Yalli ribellate nuove e no tevoli franchigie, è cosa non solamente

dettava il documento del 31 marzo, nutriva in cuore siffatte speranze, ne dovette ben tosto restare amaramente deluso. Imperocché, ritornato appena da Bolzano alla sua sede, ove pareva abbonacciata la procella, nel recarsi alla Cattedrale venne arrestato dai faziosi sulla pubblica via, villanamente insultato „0 condotto prigione nella Tor Yanga. Lascio, a chi vorrà scrivere dello cose dì Trento, il triste

, che non era punto ignoto al Principe di Trento quanta parte nei torbidi della Città e delle Yalli del Nosio avessero avuto il Conte Federico ed i di lui partigiani. Se quindi avesse aggravata la mano contro i colpevoli, avea a temere, che il Conte, per maggiore mal animo contro di lui, raddoppierebbe i suoi conati a favore dei malcon tenti, e a totale rovina del Principato ; mentre all' opposto, usando clemenza, toglieva al Conte ogni pretesto di rammarico e di ven detta. Inoltre con un atto

sì solenne di generoso perdono era lecito al Yescovo sperare, che anche la Città di Trento, disposta a migliori consigli, avrebbe trovato il coraggio e la fiducia di pre sentarsi a Lui per chiedere ed impetrare somigliante favore. In fine, dopo una testimonianza così gloriosa di paterno affetto, po teva pur aspettarsi, che le Yalli del Nosio, porzione principalis- sirna del Principato, da qui innanzi si mostrerebbero meglio at taccate alla sua persona ed al suo governo. Ma se il Yescovo Giorgio, mentre

rara e singolare, ma di remo unica e quasi meravigliosa. Se non che, chi ben guardi, la condotta del Yescovo Giorgio trova una ragionevolissima spiegazione. Di fatto è certo per una parte, che gravissimi furono i torti, i soprusi, le angherie degli ufficiali vescovili a danno del popolo, causa potissima della rivolta, e piace, che ne abbiano risentita aspra punizione ; dall' altra parte poi, concesso pure che al Yescovo non mancassero i mezzi per castigarne almeno i caporioni, vogliasi osservare

2
Books
Year:
1890
Storia della Val di Sole
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Page 25 of 104
Author: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Place: Trento
Publisher: Monauni
Physical description: 103 S.. - 2a ed.
Language: Italienisch
Location mark: II 8.254
Intern ID: 339179
BJ Dopo la erezione del Principato. Più abbondante materia alla nostra narrazione viene offerta dall' epoca dell'istituzione del civile Principato di Trento, mercè i molti documenti, che ci hanno conservata la memoria dei fatti dopo quella accaduti. Il Codice Wanghiano, gli Annali Alberti, i Volumi del Bonetti, e le nostre domestiche carte contengono notizie interessanti non solo per la Storia della Val di Sole, ma per quella eziandio di tutto il Trentino, come si rileverà da quan to in seguito

vengo esponendo. L'Imperatore Corrado, detto il Salico, volendo imitare 1' e- sempio di qualche suo antecessore, con solenne diploma dato in Brescia nel 1027, fece ampia e perpetua donazione alla Chiesa di S. Vigilio in Trento, vale a dire al. Vescovo di questa Città e successori, del paese formante il Comitato Tridentino, con tutte quelle pertinenze e diritti, che prima d'allora vi aveano esercita to i Duchi, i Conti e i Marchiani, posti a governo di questa provincia; l'anno dopo lo stesso

' Adige le loro acque, non che per quelle bagnate dal Sarca e dal Chiese. Subì in seguito per parte di e- stemì ed interni nemici violente manomissioni, e fu ristretto a minor circondario; potè nullameno sostenere per quasi otto seco li la propria dignità, soccombendo solo allora, quando le maggiori Sovrane Potenze ne decretarono la secolarizzazione (1803). Non sì tosto i Vescovi di Trento furono investiti della civile giurisdizione, presero a cuore e la tutela dei feudali diritti, e il buon governo

Imperatore vi aggiunse simile donazione dei Comitati della Venosta e di Bolzano. Da questo momento il Vescovo di Trento fu insignito col titolo di Principe, e. riguardato quale gran Feudatario dell'Impero Romano, otte neva la imperiale investitura delle. regalie, cioè dei diritti sovra ni inerenti al Principato. Questo poi abbracciava nei primi tem pi un territorio assai vasto; poiché dalla Chiusa di Verona si e- s tende va per tutta la Valle dell'Adige, e per tutte le Valli la terali. che spingono all

dei loro sudditi. Ne fanno prova per la Valle di Fi emme i patti convenuti col Vescovo Ghebardo già sui pri mordi del secolo duodecimo, e per la nostra Valle le molto me morie conservate nel Codice Wanghiano, dalle quali apparisce

3
Books
Year:
1890
Storia della Val di Sole
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Page 55 of 104
Author: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Place: Trento
Publisher: Monauni
Physical description: 103 S.. - 2a ed.
Language: Italienisch
Location mark: II 8.254
Intern ID: 339179
Dies, ore mìsero paura ai rivoltosi, e gli eccitarono alla quiete, dopo però la consegna delle chiavi del castello ai Deputati. In seguito a ciò il Buseti con lettera 26 maggio scriveva al Tono — i soli uomini della Pieve di Malè essersi diportati bene — ; e tre giorni dopo lo stesso Arciduca (Conte del Tirolò) lodava assai la fedeltà e il buon volere dei Maletani. Anche in altre terre del Principato la rustica ribellione si era fatta conoscere : nella Yalle dell' Adige, sopra e sotto Trento

, nella Valsugana, nella Rendena e nelle Giudicane; dappertutto si osservava un moto insolito di persone che andavano e venivano, e in secrete combriccole si intendevano per combinare una som mossa generale. Fu anche in questi giorni tastata la città di Trento, per spiare quanto su essa potesse contarsi ; ma non si ebbe mai altra risposta che questa : la città voler stare coli'Impero, colla Provincia e col Tescovo in tutte le cose lecite e oneste. — Ed è ben certo, che l 'esempio della città

e le esortazioni de' suoi consoli valsero assai per frenare 1'ardor degli animi, specialmente presso i contadini delle Giudi carie. Non di meno anche in Trento pullulavano i germi della sedizione, in maniera che il Vescovo Bernardo, a sicurezza della sua persona, per tempo erasi rifuggito a Riva, raccomandando la città alle cure dei Consoli e dei tre Capitani da lui nominati. I consoli, replicando sincere proteste di divozione con frequenti e calde lettere, lo invitavano a ritornare al suo castello, assicu

randolo che la di lui presenza tornava necessaria, atteso che l'Arciduca, Conte del Tirolo, veniva manifestando intenzioni e pretese pregiudicevoli alla principesca sua autorità. Intanto i rivoltosi, dando avviso che lo stesso Arciduca ne era contento, aveano indetto un convegno a Merano, nel qua! luogo si sarebbero uditi i gravami del popolo e trattato un ami chevole componimento. La Città vi mandò i suoi Nunzi, coll'i- struzione di nulla accettare di quanto si proponesse a disonore dell'Impero

, della Provincia o del Vescovado, o a danno della Città. Anche i Dodici, rappresentanti del popolo, che interinal- mente governavano le due Valli, vi spedirono i loro messi, quan tunque parecchie comunità fossero di contrario parere, e prefe rissero di trattare le cose col solo Vescovo, al quale aveano già indirizzato un atto di sommissione, chiedendo però che venissero

4
Books
Year:
1890
Storia della Val di Sole
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Page 61 of 104
Author: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Place: Trento
Publisher: Monauni
Physical description: 103 S.. - 2a ed.
Language: Italienisch
Location mark: II 8.254
Intern ID: 339179
autorità, meno ancora scor geva opportune al ristabilimento della pace le misure adottate nella Dieta, Quindi con lettera dei 5 e 7 agosto confidentemente si lamentava col suo capitano scrivendo : altro essere il Princi pato di Trento, altro il comitato del Tirolo; non esser quello a questo soggetto, ma semplicemente alleato ; godere il primo propri statuti e antiche consuetudini, che senza il suo consenso non devono venir annullate; l'effetto poi prodotto nelle valli aver abbastanza dimostrato

l'inopportunità dei nuovi ordini; formulava quindi alcuni articoli più conducenti allo scopo, cui desiderava poter pubblicare al suo popolo. La rivolta erasi oltremodo estesa anche nell'interno della città e nei paesi di qua e di là da Trento; anzi si avea secreta- mente combinato fra i sediziosi del Principato il progetto di piombare tutti insieme addosso alla città e di saccheggiarla: a questo colpo erasi stabilito il giorno 30 agosto. I contadini della Yalsugana con altri venuti da Pine e da Meano si erano

già raccolti a Pergine, e nella vigilia di quel giorno avanzatisi sino al castello di Trento, di là in aspettazione dei colleghi tentavano i cittadini e preparavano intelligenze coi soci interni. Se non che, unitesi i cittadini con alquanti soldati di fresco venuti, sor tirono contro quella ciurma, e la fecero ritornare coi sacchi vuoti verso le sue case. Il giorno seguente fecero simile sortita contro quelli che da Cadine e vicinanze si avanzavano verso Trento con eguale intendimento, e, uccìsine

alcuni, li costrinsero a precipitosa fuga. Non fu bisogno ripetere l'istessa difesa contro i rivoltosi delle Yalli del Nosio; aveano ben essi, secondo l'accordo, preso le misure per trovarsi a Trento il giorno 30 agosto e dividersi il bottino; cinque persone per ciascun paese ben armate e sala-

Di fatto, anche in questi luoghi ferveva più che mai lo spirito della rivolta; a Is orni si avea fatto perire nelle fiamme il castel lano Pietro Busio; nella bassa Yalsugana era stato ucciso il ca pitano di Castel Ivano, Giorgio Pichler; e in generale la pubbli cazione degli ordini della Dieta avea acceso di maggior furore i sediziosi. Il Vescovo Bernardo, sagace come era, e che pria d'ora avea dovuto disapprovare certi passi fatti dall'Arciduca e da' suoi commissari in pregiudizio alla propria

5
Books
Year:
1890
Storia della Val di Sole
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Page 31 of 104
Author: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Place: Trento
Publisher: Monauni
Physical description: 103 S.. - 2a ed.
Language: Italienisch
Location mark: II 8.254
Intern ID: 339179
del Principato dipendeva quasi del tutto dal suo arbitrio, e in qua lità di Podestà di Trento, a nome suo e a nome dell'Imperatore, ne dirigeva la temporale amministrazione. Peggiorarono poi le cose allorché nel 1259 successe al padre il Conte Mainardo II. Questi estorse al Vescovo il diritto di porre nella Città un proprio Capitano, con autorità eguale ed anche maggiore di quella che vi esercitava il Capitano del Prin cipe. Ma ciò non bastando alle ambiziose sue mire, nel 1275 in vase all

anche da alcuni maggiori Feudatari della Val Lagarina, che- il Ye seovo Egnone, a fine di evitare mali maggiori, e col consenso dei Canonici e della Città, solennemente confermò a Mainardo quel diritto il 2 maggio dell'anno 1256. Il Conte prestò sui santi Vangeli il giuramento di fedeltà e di protezione al Vescovo, e questi da parte sua lo arricchì di nuovi feudi, che e ran si devo luti alla Chiesa di Trento. Ma tutto questo non valse che ad accrescere la potenza e l'audacia del Conte; il reggimento

' improvviso con buon numero di soldati le terre del Principato, occupò Trento e il suo Castello, e in breve tempo si impadronì delle Rocche stanti nelle Valli del Nosio. Il Vesco vo Enrico, lanciata la scomunica contro 1' usurpatore, potè bensì ricuperare il Castello della Città, ma non la libera giurisdizione nelle nostre due Valli. Rimesse le differenze per ordine dell'Im peratore Rodolfo alla sentenza di due Arbitri, e non essendosi questi accordati nei molti punti della quistione, Io stesso Impe

ratore nell'estate 1276 da Uima pubblicò solenne Laudo col quale comandava la restituzione dei castelli ingiustamente dal Conte occupati: ma questi a ben tutt' altro pensava, nò gli mancavano pretesti per procrastinare nella esecuzione del Laudo imperiale. Intanto si dovette riporre la causa a nuova sentenza dell'Arbitro

— àò — a) Il Principato Trentino e la Contea del Tirolo. Al Conte Alberto eia succeduto il genero Mainardo Conte di Gorizia, il quale, prodotto l'atto di investitura concessa nel 1240 dal Vescovo Aldrighetto a favore eziandio delle femmine, pretese il diritto di Avvocazia per la moglie e pe' suoi figli. Le cose del Principato erano già allora ridotte a sì triste condizione per le incessanti vessazioni dei Conti, non che per le feroci devastazioni di Ezzelino da Romano, assistito perfidamente

6
Books
Year:
1890
Storia della Val di Sole
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Page 45 of 104
Author: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Place: Trento
Publisher: Monauni
Physical description: 103 S.. - 2a ed.
Language: Italienisch
Location mark: II 8.254
Intern ID: 339179
il Principe a favore del Conte. Ad ogni occasione della nomina di un nuovo Vescovo, il Conte brigava di porvi un suo protetto, dal quale poi estorceva patti dannosi al civile governo del Principato ; più di tutto poi seppe volgere a suo profitto i torbidi causati dallo scisma avvenuto dopo la morte di Alessandro (1444), e che per due anni pose in soqquadro la cosa pubblica sì nella Città come nelle Valli trentine. Gli Annali Alberti descrivono la condizione di quel tempo colle tristi parole : le pecorelle

famiglia Federici di Valcamonica; molti diritti di decima Tennero concessi a nobili casati ; molte differenze fra Comuni tolte o sopite mediante sentenza dei Giudici ora Imperiali, ora Vescovili, e più di spesso mediante arbitramento di persone sapienti. Se non che andavano intanto di male in peggio gli affari del Principato. Il Conte del Tirolo continuava i suoi maneggi per indebolire ognor più il governo dei Vescovi, segnatamente nella Città, la quale più d'una volta si alzò contro

. Si applicò egli con lodevolissima premura al benessere spirituale e temporale dei suoi sudditi, troncò con eque sentenze le quistioni confinarie fra paese e paese, munì di migliori fortificazioni i castelli del Prin cipato, sostenne rigorosamente la sua autorità nel fatto della uccisione del giovanetto Simonino da Trento contro i maneggi degli Ebrei e di quanti avean questi corrotto coi denaro, e ricu però molti dei beni dispersi nelle passate fazioni ■ di maniera che il trentino Principato ricevette

erano senza pastore, i sudditi senza capo, dappertutto sedizioni e tumulti. Fu in questa emergenza che il Conte si fece consegnare per cinque anni la temporale amministrazione del paese, colla promessa che, ricu perati infanto i diritti e i beni sperperati dallo scisma, avrebbe poi di tutto fatta restituzione nelle mani del Principe. Nel 1466 ascese la Cattedra di S. Vigilio il nuovo Vescovo Giovanni Inderbachio, uomo dottissimo e in gran credito presso 1 ; Imperatore e presso il Conte Sigismondo

da lui insolito splendore. Ma negli affari di maggior importanza il suo governo trovava sempre nuovi inciampi, o per parte del Conte, che si sentiva sempre più forte per autorità e per aderenze, o per parte dei nobili Vassalli, dei quali ad ogni occasione sperimentava dubbia e vacillante la fedeltà. Continuamente quindi bersagliato da interni ed esterni nemici, il nostro Principe non poteva sostenere i suoi

7
Books
Year:
1890
Storia della Val di Sole
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Page 94 of 104
Author: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Place: Trento
Publisher: Monauni
Physical description: 103 S.. - 2a ed.
Language: Italienisch
Location mark: II 8.254
Intern ID: 339179
- M - zi on e ì diritti da loro pretesi sulla Yalle di Babbi; e da questa epoca quella nobile famiglia si pianta nella nostra valle alle gandosi con nuovi possedimenti a Croviana ed a Male. Ai nostri giorni il casato dei Caldes è estinto, ed i beni dagli eredi furono venduti. — Quello dei Livo scomparisce già nel secolo decimo quarto. La famiglia Federici, orionda dalla Yal Camonica, fu inve stita circa alla metà del secolo decimo quinto della Signoria del Castello di Ossana con diritti

di decima, ma senza alcuna giuris dizione. Fu già detto, che nella rivoluzione popolare del 1477, Federico, signore di Ossana, venne barbaramente assassinato; la di lui discendenza vi si mantenne fino ai primi anni del secolo decimosettimo, ed avea intanto aggiunto ai suoi titoli anche quello di signori de Aydorff. Il feudo passò di poi in uso della famiglia Bertelli, e di qualche altra più tardi ; attualmente le rovine del castello formano un titolo di onore acquisito dalla nobil famiglia Sizzo

di Trento. Tra le famiglie poi onorate con diploma di nobiltà mettiamo le seguenti: 1, La casa Migazzi, derivata dalla Valtellina e stabilitasi a Cogolo nei primi anni del secolo decimoquinto, divenne ragguar devole per le prestazioni dei suoi notai, per pubblici impieghi occupati, e per la nobiltà di cui fu già avanti tre secoli fregiata. Verso la metà del secolo decimosesto si portò a Trento, appli candosi alla mercatura e in seguito a più alti uffici. Diede alla patria valenti uomini di armi

e di toga, come è a .vedersi nello stampato del signor Campi di Cles, ma soprattutto il celebre Arci vescovo di Vienna Cardinale Cristoforo. È poi notevole che questo casato, ora trasferito in Ungheria e fregiato del titolo di Conti, ha conservato mai sempre grata memoria della patria antica, e non sono molti anni, che ha donato alla chiesa di Cogolo un ricco Ostensorio. 2. La famiglia Pezzon, orionda di Valcamonica, si stabilì a Vermiglio, quindi a Croviana sullo scorcio del secolo decimo quinto; ebbe

8
Books
Year:
1890
Storia della Val di Sole
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Page 98 of 104
Author: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Place: Trento
Publisher: Monauni
Physical description: 103 S.. - 2a ed.
Language: Italienisch
Location mark: II 8.254
Intern ID: 339179
segnatamente nella Pieve di Ossana, offrivano loro cairipo di esercitare utilmente gli uffici del sacro ministero. Tostoche poi, in forza delle salutari discipline sancite nel Concilio di Trento, si riordinò in bella forma la ecclesiastica gerarchia, il novero dei sacerdoti si aumentò notabilmente fra noi ; e quanti non trovava no occupazione nella patria valle si disseminavano per altri luoghi della Diocesi Tridentina, ed anche fuori di essa. Si frughi piire nelle memorie delle case canonicali

la cosa, devo però fare singolare menzione di quelli che, per il posto dignitoso a cui furon elevati, precipuo decoro riverberarono sulla loro patria. E primi fra tutti dovrò porre i già menzionati Rainoaldo, Vescovo di Trento nel 992, e Ugo Bianco, Cardinale di S. Chiesa nel 1050, i quali comunemente si ritiene aver appartenuto all' an tichissima famiglia dei Oaldesio ; quindi ripetere il nome del celebre Cristoforo Migazzi, Arcivescovo e Cardinale, benché, a dir vero, essendo la sua famiglia da tre

secoli domiciliata fuori della Valle, i meriti e la gloria di quest'uomo solo di lontano riflettano sul l'onore del nostro paese. Le di lui opere grandiose di splendida carità istituite qual Vescovo di Avaccia nell'Ungheria, e poi quale Arcivescovo di Vienna, formeranno mai sempre argomento di am mirazione e di riconoscenza nella memoria dei posteri. Un altro distinto personaggio di quella Casa appartiene più da vicino a noi, in quanto che il suo genitore era nato a Cogolo, ed è Mon signor Giacomo

Migazzi, il quale nel 1611 era Canonico di Bres sanone, e nei 1623 anche di Trento. — Della famiglia Aliprandini fu detto poc : anzi. Altro degnissimo Prelato ci offre la famiglia Maturi, tra piantata sui principiare del secolo decorso da Pinzolo a Mezzana, nel suo Padre Antonio, francescano e missionario nel!' Asia. Di

9
Books
Year:
1890
Storia della Val di Sole
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Page 44 of 104
Author: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Place: Trento
Publisher: Monauni
Physical description: 103 S.. - 2a ed.
Language: Italienisch
Location mark: II 8.254
Intern ID: 339179
— 4a — ufficio di narrare le scene avvenute in questa occasione nella Città, la disfatta delle truppe cittadine sulle porte di S. .Martino per opera del Capitano Vescovile Enrico dì Rottemburgo, la Città stessa posta a ferro e a fuoco, la liberazione del Vescovo, la pena capitale inflitta al Bellenzani, la ristaurazione del Princi pesco governo. Questo solo mi piace rammentare, seguendo le indicazioni compendiate negli Annali Alberti, che il Conte Federico, visto andar a vuoto F ambizioso suo

disegno, che già contava effettuare nelle presenti turbolenze, raccolta forte mano dì soldati, comparve tosto nella desolata Città, ove fu accolto a braccia aperte ; forzò il Vescovo a concedere ampio perdono ai ribelli, e ad accettare altre durissime condizioni. Alle quali più tardi rifiutandosi il Vescovo, potè a stento ricoverarsi in Moravia presso i suoi parenti, e raccomandare la sua causa all'Imperatore e ai Padri del Con cilio di Costanza nel 1415. Ma nè il bando dall'Impero inflitto al Conte

da Sigismondo Re de' Romani, nè le censure decretate contro di luì dal Concilio valsero ad ottenere dal Conte la resti tuzione dei beni e dei diritti usurpati al Principe di Trento. Dopo quattro anni però, spìnto dalle istanze dell'Imperatore e da pressanti bisogni, promise di consegnare al Vescovo quanto do ve a ; il Vescovo allora si mise in viaggio per ritornare alla sua sede ; ma il Conte, che nulla voleva mantenere, lo fece arrestare sulla via e tradurre nelle carceri del Castello di Sporo, ove pochi

mesi dopo lasciò miseramente la vita (1419), come sospettò taluno, avvelenato. Successivamente al fiero turbamento cagionato nella nostra Valle dai fatti del 1407 poche cose abbiamo a notare di qualche importanza. Il benigno compatimento accordato dal Vescovo ai tumultuanti, e i nuovi favori concessi per il reggìme interno del paese, giovarono assai allo sviluppo materiale e politico della popolazione. Questa con regolare progresso veniva aumentandosi nei singoli paeselli ; ma crebbe oltremodo

nella Pieve di Ossana a motivo delle molte famiglie forestiere che vi presero stanza £er occasione dei lavori nelle miniere. Le Comunità impetravano dal Principe novelli privilegi per il loro miglior ordine, come si r lh'à più sotto. Il Castello di S. Michele di Ossana fu dato a, feudo semplice, cioè senza alcuna giurisdizione verso il 1430 alla

10
Books
Year:
1890
Storia della Val di Sole
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Page 32 of 104
Author: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Place: Trento
Publisher: Monauni
Physical description: 103 S.. - 2a ed.
Language: Italienisch
Location mark: II 8.254
Intern ID: 339179
Chiesa di Trento. Dopo la morte di Mai- nardo soltanto il Vescovo Filippo potè entrare nella sua diocesi, e quivi adoperarsi per la esecuzione testamentaria di Mainardo. Se non che i figli pure, ad imitazione del padre, sebbene avesse ro solennemente promesso di adempiere alla volontà paterna, mai si riducevano a farlo ; in maniera che anch' essi meritarono i fulmini della scomunica, e da qui gli animi furono spronati a più aperta rottura. Intromessisi però a mediatori i Comuni di Mantova e di Verona

discordia e la gara di partito. Le nostre Carte poi dimostrano con quanta autorità vi governassero i Capitani del Conte, mentre quasi tutti gli atti pubblici di quest' epoca si leggono redatti per ordine di loro. Ripetè il Vescovo nel 1284 le sue istanze per il rilascio delle tre Pievi della Val di Sole, ma inutilmente; che anzi si vide per opera dell' usurpatore Mainardo privato della civile amministrazione. Successe nel Vescovado l'anno 1289 Filippo Bonacolsi, e sperimentata pur egli la pertinacia

di Mainardo nel negare la restituzione dei diritti vescovili tante volte promessa, ottenne dal Papa un Monitorio rilasciato a Bernardo Vescovo di Padova, in forza del quale veniva imposto al Conte di effettuare entro breve termine quanto doveva al Vescovado di Trento, sotto pena della maggiore scomunica; e pareva che egli si disponesse a compiere il suo dovere; ma noi fece finché visse; pria di morire però (1295) impose con codicillo ai tre suoi figli la restituzione dei beni e dei diritti spettanti alla

Adalgerio Vescovo di Fei tre. il quale il 5 agosto 1279 pronun ciò: dovere il Vescovo collocare nelle Valli del Nosio due Capi tani, l'uno suddito del Vescovo, l'altro del Conte, finché i diritti vicendevoli venissero stabilmente decisi. A questo modo venne continuata la disputata giurisdizione sulle Valli del Nosio, si accrebbero le pubbliche spese, e si aprì al Conte una favorevole occasione di spargere non solo fra il basso popolo, ma eziandio fra i Castellani delle Valli, il seme della

11
Books
Year:
1890
Storia della Val di Sole
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Page 30 of 104
Author: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Place: Trento
Publisher: Monauni
Physical description: 103 S.. - 2a ed.
Language: Italienisch
Location mark: II 8.254
Intern ID: 339179
più i maggiori Tassali!, che avessero ottenuto facoltà di erigerò una casa munita o un castello, doveano promettere e giurare di tenerlo sempre aperto al Principe ed a' suoi uomini, e sempre chiuso ai malfattori e ai nemici di lui. Per tal maniera piantossi fra noi il governo del Principe Vescovo di Trento; governo, che cementato da continui atti di generosa condiscendenza da parte del Sovrano, e di giurata fe deltà da parte dei sudditi, dovea pur promettere un pacifico svi luppo del benessere

lo stesso Principe di Trento di proprio moto e allo scopo di ami carsi un sì potente vicino lo abbia insignito del titolo di Difen sore e Avvocato della Chiesa e dell'Episcopato Trentino; e tale lo troviamo nominato già nei documenti Grhebardini del 1106 e 1111; titolo, di cui in seguito si fecero investire i Conti succes sori, e che servì ai medesimi di plausibile pretesto per intromet tersi da vicino negli affari del Principato e turbarne la pacifica amministrazione. Dal Conte Adalberto, il quale nel

1106 ostil mente piomba sopra Trento e ne caccia il Yescovo, sino allo scorcio del secolo decimo quinto, la Storia del nostro Principato non è che una serie pressoché continuata di disaccordo e di lotta fra i Conti Tirolesi e i Principi di Trento. Legga gli Annali Alberti chi vuol conoscere le studiate pressioni, le insidie nascoste e le aperte violenze, le mancate promesse e i violati giuramenti, coi quali quasi tutti i Reggitori della Contea si provavano a invadere i diritti del Principato

materiale e morale della nostra gente. E ciò sarebbe certamente avvenuto, se il Principato Trentino non avesse trovato sino da' suoi primordi un acerrimo nemico, che per lun ghi sedoli ne sconvolse ogni buon ordine, e ne minacciò perfino l'esistenza. Fu questi il Conte del Tirolo, Signore di molte castella confinanti al settentrione dei Principato, e di altri feudi interni, dei quali dal medesimo Vescovo riceveva la investitura, Poiché il documento di donazione del 1027 non ne fa parola, pare che

e a usurparne il dominio. Al mio intento basta che venga narrando quei fatti che toccano la nostra Valle, e che gravissimi furono per sè stessi e per le loro conseguenze; al che ora mi accingo, seguendo l'ordine del tempo, nei prossimi capitoli.

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Books
Year:
1890
Storia della Val di Sole
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Page 99 of 104
Author: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Place: Trento
Publisher: Monauni
Physical description: 103 S.. - 2a ed.
Language: Italienisch
Location mark: II 8.254
Intern ID: 339179
esso il P. Bonelli ci narra, che fu 'Vicario Apostolico di Smirne, poi Yescovo di Sciro, quindi Arcivescovo di Nasso e Primate, nelle isole del mare Egèo, ove mori nel 1751. La famiglia poi possiede molti altri documenti che interessano la di lui vita privata e pubblica. In minore, ma sempre distinta dignità, troviamo collocati: Gian Giacomo Malanoti di Caldes, che fu Yicario vescovile dopo, il 1550, e poi anche Canonico di Trento sino all'anno 1581; e Bernardino Malanoti suo nipote Canonico

di Trento dal 1646 al 1689; Bortolo Beltramo Pezzano (Pezzen) di Yermiglio, Yicario generale e Canonico di Trento dal 1595 al 1615. Osserva il P. Bonelli, che nella Cattedrale si vedevano ancora i monumenti sepolcrali di tutti e tre i nominati canonici con onorevoli iscri zioni. Nel 1663 ci occorre Antonio Rossi di Piano, Arciprete di Qssana e Canonico di Bressanone; nel 1634 Giambattista Mel chior! di Comezzadura, Canonico di S, Stefano a Yienna; nel 1697 Alessandro Giuseppe Guarischetti dì Pellicano

di pubblica utilità degni di singolar menzione si presentano : Pietro Antonio Guardi di Mastellina, Paroco a Yigo nella Fan nia, il quale, come scrive Bonelli. co' suoi scritti ha. oltremodo benemeritato della morale disciplina; conosciamo due brevi trat tati — dei 'peccati occulti — e V ambizione abbattuta — i quali rivelano quanto grande era in quell' uomo lo zelo del decoro ec clesiastico: quindi Bartolomeo Bottea dì Monclassico, il quale consacrò la sua vita al privato magistero delle lettere umane

, Preposito in foiato di Zwetkl in Liententhal; alla qua! famiglia opino aver appartenuto eziandio quell' Orazio Guarischetti, che giusta il ca talogo Bonelli apparisce Canonico di Trento tra gli anni 1622 e 1640 ; nel 1718 Giambattista Lorengo di Caldes, Paroco a Mez- zacorona e Canonico di Trento. Yiene pure citato da taluno un Donato Pezzi da Termenago qual Canonico di Bressanone, e au tore di un catalogo dei Yescovi di quella diocesi. E nel novero dei sacerdoti distinti per dottrina e, per ser vigi

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Books
Year:
1890
Storia della Val di Sole
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Page 71 of 104
Author: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Place: Trento
Publisher: Monauni
Physical description: 103 S.. - 2a ed.
Language: Italienisch
Location mark: II 8.254
Intern ID: 339179
e Plezano, uno per Mezzana, Roncio e Menaso, e uno per'la Co- mezzadura. I quattro primi si dicevano — Sindici della Montagna, — gli altri tre — Sindici del Piano —; così da un documento del 1501. Non occorre che qui ripeta i mali servigi prestati per lunghi anni nella nostra valle dagli officiali vescovili sia nell'ammini strazione clella giustizia, sia nella rascossione delle pubbliche gabelle, nò le funeste conseguenze che vi cagionarono; ne fu detto abbastanza e anche troppo agli anni 1407

e 1477. Solo qui osservo, che, siccome quelli appartenevano quasi tutti alla Kaimia, cosi ritengo essere eia ciò derivata quell'aria burbanzosa, colla quale i Nonesi trattano i Solandri, e quella antipatia colla quale i Solandri riguardano i Nonesi. Il fatto è antico e notorio ; nò io saprei nella nostra storia trovarne per altro verso la spie gazione. TI. PRIVILEGI DELLA TALLE. Fu già rimarcato che le valli del N'osio ottennero sin dai primordi del trentino Principato notevoli privilegi. Era questo

il costume, per que' tempi ancor rozzi generalmente adottato dai Principi, di manifestare con simili concessioni la propria autorità, e insieme di vincolare i sudditi al loro governo. Anche i Te seo vi Principi di Trento furono per tempo, come consta dal Codice TTangfaiano e dagli Annali Alberti, larghi di tali favori verso le genti da loro dominate, ma in singoiar maniera lo furono per conto dei valligiani del Nosio. Esse n' aveano eziandio singolare motivo- attesoché la,valle del Nosio poteva offrirsi

di nuovo alle orde settentrionali quale strada sicura per discendere nel cuor del Trentino, e quindi dell'Italia, come più volte era avvenuto nei secoli anteriori. Da qui si spielt non solo il pronto ampliamento a miglior difesa del castello di Ossana, e la erezione di un forte di avan guardia sul Tonale, ma la sellecitudme eziandio dal Tescovo osata per amicarsi la popolazione delle nostre due valli. A que sto scopo conduceva anzi tutto la conferma di quelle usanze che ab antico erano vigenti nel

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Books
Year:
1890
Storia della Val di Sole
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Page 40 of 104
Author: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Place: Trento
Publisher: Monauni
Physical description: 103 S.. - 2a ed.
Language: Italienisch
Location mark: II 8.254
Intern ID: 339179
tamente nascosti. Ma la catastrofe fu ben diversa da quello che si temeva, e che noi stessi avremmo dovuto aspettare. Essa ci viene indicata da un prezioso ed autentico documento, che tengo fra mano, favoritomi dal Comune di Ossana, e dal quale ho ricavato la genuina narrazione di questo fatto strepitoso. Le Valli non attesero un ordine formale di comparire in nanzi al Tribunale del Principe, ma esse medesime si affrettarono a chiedere licenza di presentarsi ad esporre le ragioni dei fatti

e a domandare perdono. L'udienza seguì il giorno ultimo di marzo di questo stesso anno 1407 in Bolzano, ove il Vescovo Giorgio, dopo i torbidi di Trento, si era ritirato. Vennero eletti a Sindaci, ossia Procuratori delle Valli, i Notai Griilielmo fu Ottone di Cles, Sembiante fu Antonio di Fa villo, Delaito fu Antonio di Ognano (Pelliza.no) è Alessandro no- . bile Cazzuffo, abitante di Nano. Doveano essi esporre i torti di cui si eran rese colpevoli le persone colpite dalla furia del po polo, comprovarne

la verità, e in fine implorare ampio perdono per quanto erasi detto e fatto nella recente sollevazione, non solo per tutti i complici e fautori di quella, ma ben anche per i Capi. Onde dare poi maggior peso alle rimostranze e alle preghiere dei Sindaci, si aggiunsero loro due accreditate persone per ciascuna delle ventitre Pievi esistenti nelle Valli del Sosio, Introdotti pertanto alla presenza del Vescovo, cui circonda vano alquanti de' suoi Vassalli, i Procuratori ebbero invito di esporre a voce

dovuto alle loro ingiustizie; quindi, onde metter al sicuro le persone dalle offese che potean ricevere dai Castel lani, aver il popolo dato addosso ai castelli di Tueno, di S. Hip- polito e di Al tagli arda, e spogliatili di robe e di munizioni, e uccisi quelli che si opponevano, averli ridotti in un mucchio di rovine. — Fidenti però nella ben conosciuta clemenza del Prin-

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Books
Year:
1890
Storia della Val di Sole
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Page 72 of 104
Author: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Place: Trento
Publisher: Monauni
Physical description: 103 S.. - 2a ed.
Language: Italienisch
Location mark: II 8.254
Intern ID: 339179
di Tmajo (Dimaro) e di Armejo (Vermiglio.) Nel 1516 il Vescovo Bernardo accordò nuovi favori alle valli, come questi: che le cause minori di lire quaranta potessero appellarsi dalla sentenza dell'assessore al tribunale del Capitano, anziché di Trento; che i merciaiuoli (mezzadri) non debbano presentarsi nelle case private, ma bensì aprire le loro botteghe ai pubblici mercati di Fondo, di Sanzeno, di Cles e di Male. Nel 1567 si ordina', che l'assessore nei mer coledì e sabbati di ogni settimana abbia

come regola di buon governo ; e che ciò siasi fatto dal Principe, in sul bel principio del suo dominio, lo possiamo congetturare, in mancanza di documenti, dal sistema feudale allora in vigore, e dalle replicate visite fatte nella nostra .valle dal Vescovo Fe derico 'VVanga tra gli anni 1208 e 1215 ; ma abbiamo sicura menzione di tal favore accordato al Comune di Mezzana soltanto nel 1365. La cosa poi apparisce evidentemente dal famoso docu mento del 1407. in forza del quale il Vescovo Giorgio

ad udire in luogo con veniente le cause civili e criminali, e vien tassata la quota di promerenza a lui dovuta. Oltre questi privilegi comuni ad ambe le valli, trovo accor dati speciali favori a riguardo della Val di Sole, che nella nostra narrazione non devono ommettersi. Il più antico è quello del diritto di mercato annuale presso l'antico castello — Maleturn

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Books
Year:
1890
Storia della Val di Sole
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Page 92 of 104
Author: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Place: Trento
Publisher: Monauni
Physical description: 103 S.. - 2a ed.
Language: Italienisch
Location mark: II 8.254
Intern ID: 339179
sulla destra del Nosio verso il castello di Cles. Nel 1371 ne era signore un Saguvariano; nel 1383 da un Martino d' Altaguarda fu venduto ai Tono, ed ora ò abbandonato, 8. Castello del Tonale. Lo troviamo nominato per la prima volta nel 1275, nella occasione che dall'Imperatore viene intimato a Mainardo conte del Tirolo, che lo avea prepotentemente occupato, di farne restituzione al Vescovo di Trento insieme agli altri castelli della nostra valle. Forse già da tempo più remoto vi esisteva

7. Castello di Altaguarda. Se ne vedono le maestose rovine nella valle laterale del Barn5 o di Bresimo; e chi lo reputasse postato troppo fuor di mano, rammenti che in antico la strada pubblica della nostra valle poggiava in alto, e arrivata a Cis si internava per la val lata del Barnes, e traversato il torrente toccava a' piedi del castello l'antichissimo paesetto di BaseJga, e da qui per il contado di Livo discendeva sino al confine della valle, cioè al torrentello Pescara, continuando poi

fabbrica fortificata: quali sono lina torre a Strombiano sotto Ce- lentino; un'altra a Mezzana, una torre a Terzolas, posseduta una volta da un ramo dei signori di Caldesio, feudo che anche oggi si conserva nella nobile famiglia Ferrari. Un altro feudo nobile troviamo a Croviana, detto di Belvedere, goduto in antico dalla famiglia Lodron, poi Busetti di Ballo, ed* ora dalla famiglia Sar tori. Crii Annali del Principato fan cenno nell'anno 1433 di una Rocca, detta di Yaltorna, infeudata a Giorgio

un fortilizio per fermare i barbari che dal Tonale venivano verso il Trentino ; certamente i Yescovi, appena divenuti Sovrani del luogo, si affrettarono a restaurarlo, attesa la importanza della sua posizione. Non ne resta vestigia, ma deve essere stato eretto alla sommità di quel valico, ove più tardi si alzarono l'Ospizio e la Chiesetta di S. Sortola- meo, che tuttora sussistono a comodo e vantaggio dei viandanti. 9. Altri Fortilizi minori. < Nelle nostre Carte troviamo pur menzione di qualche altra

17
Books
Year:
1890
Storia della Val di Sole
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Page 67 of 104
Author: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Place: Trento
Publisher: Monauni
Physical description: 103 S.. - 2a ed.
Language: Italienisch
Location mark: II 8.254
Intern ID: 339179
valli più basse del Trentino, era pur penetrata nella Pieve di Ossana. ma fu di breve durata. Kella Pieve di Male invece si manifestò nel 1636, e dal maggio all' agosto ne caddero vittime oltre cento e settanta persone, come rilevasi da nota autentica e contemporanea ; molte famiglie di Male restarono estinte. Cessato nel 1803 il Principato di Trento, e aggiunto imme diatamente al grande Impero dell' Austria, i nostri valligiani traversarono senza gravi molestie tutte le vicende guerresche

e politiche che sconvolsero i primi lustri del corrente secolo, con servandosi obbedienti e sommessi ai vari governi, che in questi anni ebbero dominio del paese; patirono qualche disagio alla venuta dei soldati francesi, e presto dopo nella neue in massa del 1809 contro i Baveri, ma nulla vi avvenne che sia degno di ricordo, Piuttosto noterò, che la valle risentì danni e spaventi non pochi nella primavera del 1848, quando un corpo di volontari italiani, disceso dal Tonale, la percorse sino a Male, ove

Decorsero poi molti anni per rimettere le conseguenze pub bliche e private prociotte dalla grave ribellione del 1525, e 1' esito infelice della medesima fu senza dubbio di buona lezione al nostro popolo. Imperocché non solo non troviamo mai più rin novati simili avvenimenti, ma anzi conosciamo che i nostri val ligiani, mediante onesto contegno, ricuperarono gli antichi privi legi, e per quanto durò il Principato Trentino si mantennero fedeli e onorati sudditi. Dopo quell'epoca pertanto poco

o nulla ac cadde in Val di Sole di interessante per la nostra Storia. La cosa pubblica era amministrata in base allo Statuto Tridentino, con riguardo a speciali statuti del paese; le famiglie venivano pacifi camente ingrossandosi, e mediante 1' emigrazione, il lavoro e il risparmio si procuravano onesto sostentamento. Merita però di esser ricordata una disgrazia, che afflisse molti paesi della Valle. Quella pestilenza che nel 1630 avea devastato il Ducato di Milano, e nel 1633 portato strage nelle

18
Books
Year:
1890
Storia della Val di Sole
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Page 12 of 104
Author: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Place: Trento
Publisher: Monauni
Physical description: 103 S.. - 2a ed.
Language: Italienisch
Location mark: II 8.254
Intern ID: 339179
dissotterrata la famosa Tavola, è posto nelle vicinanze del confine tra le due Talli, e torna quindi probabilissimo, che il tenore di quella riguardi gl' interessi di una e dell' altra valle ; e ehi sa, azzardo dire, che i Sind,uni in essa nominati non sieno quelli che poi chiamaronsi Solandri? È poi da rimarcarsi eziandìo che, giusta antichissima tradizione, lo stesso San Vigilio venne nella Tal di Sole a predicare il Vangelo di Cristo, e ne porgon argo mento le molte chiese al di lui nome

dedicate ; anzi si afferma, che dall' alta Val di Sole per il valico di Valpiana sia disceso nella Rendena, ove appena penetrato con glorioso martirio coronò la sua missione nei primi anni del secolo quinto. Durante la dominazione romana le famiglie ebbero agio di allargarsi anche nella nostra Valle, e piantarvi nuovi paeselli, e il nome loro imposto indica appunto 1' origine di quel tempo. Tali sono Botezanà, Bordelkma, Cassano,, Cavk-zana, Corviana, Decano, Piano, Mezzana, Plezano, Clajano, Augnano

muovevano verso l'Italia. Imperocché la Val di Sole presentava una via, se non comoda, certamente opportuna a tutti quelli che dalle provincie occidentali tentavano discendere per la Valle dell'Adige e della Sarca nelle italiche pianure. 0 dalla parte del Tonale, o dalla parte di Pejo imboccavano essi la Valle del Nosio, e questa seguendo giungevano a Trento, ovvero piegando a destra per il valico di Campiglio scorrevano la Rendena e le Giudicane per quindi precipitarsi sulle terre Padane. E poi degno

di studio il nome dato a questi valichi alpini; Pellium a quello che dall'alta Valtellina e dal Montoccio mena a Pejo ; Armellium a quello che sorpassa il Tonale, ora Vermejo o Vermiglio ; Ampelhum a quello che congiunge colla Rendena, ora Campejo o Campiglio. Se non che i propugnacoli preparati nella Valle non basta rono a fermare le incursioni di barbari, che come valanga pioni-

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Books
Year:
1890
Storia della Val di Sole
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Page 59 of 104
Author: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Place: Trento
Publisher: Monauni
Physical description: 103 S.. - 2a ed.
Language: Italienisch
Location mark: II 8.254
Intern ID: 339179
Ma più che altrove fiera e minacciante apparve la sommossa nella Tal di Sole* ivi non piacevano punto, anzi si lamentavano | provvedimenti assunti nella Dieta a carico dei rivoltosi, e sopra tutti pungeva quello di assoldare cinque mila fanti a spese dei possidenti per castigare i ribelli. Si veniva quindi organizzando un nuovo e più tempestoso tumulto nella 'Valle; e, giusta l'avviso del primo luglio spedito dal Vescovo al suo capitano, ne erano indicati caporioni certo Simone dalle Padelle

. si volsero a minac ciare i castelli di Fondo, di Caides e di Ossana. L'aspetto delle cose avea assunto tale e tanta imponenza, che il Vescovo Bernardo con lettera del 14 luglio significava al suo capitano Sigismondo di Tono doversi ornai procedere contro i ribelli con più. rigore di quanto prima si avea fatto. Ma si tirava innanzi nella speranza di buoni risultati da parte della Dieta- Questa era stata chiusa il 20 luglio, e i commissari dell' Arciduca, in unione ai delegati del Vescovo, ebbero ordine

di Malò, e un altro, del quale si tace il nome. Allo scopo di scongiurare il pericolo furono tosto spediti dei commissari per tutta la valle, onde pubblicare gli ordini dell'Arciduca e della Dieta. Convocato il popolo a Croviana, pae sello vicino a Malè, ser Simone Mirano, uno dei commissari, parlò alla lolla spiegando le disposizioni sancite dai superiori, ed esortando in buona maniera il popolo ad osservarle, ma gli fu. risposto bruscamente: voler anch'essi obbedire all'Arciduca, ma ritenere false

le lettere e gli or dilli a di lui nome pubblicati ; risponderebbero meglio tostochè fossero 'ritornati, da Innsbruck i loro messi. Simile trattamento e simile risposta ebbero i com missari anche nella Val di Non, meno che da quei di Coredo e di Tajo, dicon le carte. Quando poi i tumultuanti vennero a spiare che i loro De putati eran trattenuti prigioni à Innsbruck, montarono sulle furie, e dimessa ogni idea di conciliazione, decisero di tutto tentare per difesa delle proprie ragioni; e senza più

di render note in ambo le Valli le disposizioni in quella deliberate, di ricevere il giuramento dalle singole Comunità, e di eccitare il popolo alla sommissione e alla pace. Con tale intendimento erano essi capitati il 19 agosto a Ossana, e nella nuova villetta delle Fucine invitarono a pubblica

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Books
Year:
1890
Storia della Val di Sole
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Page 86 of 104
Author: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Place: Trento
Publisher: Monauni
Physical description: 103 S.. - 2a ed.
Language: Italienisch
Location mark: II 8.254
Intern ID: 339179
opinamento io stesso ho contrapposto con apposita dissertazione, che verrà stampata nell' Archivio Trentino del 1884, alcune gravi osservazioni, le quali se anche non possono, nel silenzio della storia, collocare la cosa in piena evidenza, nondi meno devono valere assai a difesa di quanti hanno ritenuto e ritengono essere i Franchi venuti a Trento nel 590 per la Val di Sole, e in questa aver distratti i menzionati castelli. Di questi, e di altri, che più tardi furono alzati nella nostra valle, vengo ora

, ^rapporti e altri, ammettendo, che la irruzione di que' barbari avvenisse dalla parte del Tonale. Se non che il signor Bartolameo Malfatti, trentino pur esso, con suo scritto pubblicato nel 1883 manifestò diversa opinione, e con molta industria protegge la congettura che i Franchi sieno discesi nella Yenosta, e giunti sotto Merano vi abbiano diroccato i quattro castelli sopra nominati, dei quali si ingegna di trovarne la postura sulla destra dell'Adige fra Merano e Bolzano. A tale affatto nuovo

a fare speciale narrazione seguendo l'ordine del tempo, e prevalendomi di quanti amminicoli le nostre carte e le nostre tradizioni ci somministrano. Nè faccia meraviglia ad alcuno il vedere eretti fin da tempi così lontani luoghi muniti, corpi trincerati e fortilizi (latinamente Castrum) nella Val di Sole ; ri flettasi, che essa più d'ogni altra valle del Trentino era esposta alle scorrerie ed agli insulti di genti nemiche, le quali a traverso delle Alpi Retiche si avanzavano a' danni dell' Impero

E questo lo apprendiamo da Paolo Diacono, il quale nella sua storia dei Longobardi ci narra, che i Franchi, gente barbara venuta dall'alta Gallia, nell'anno 590 penetrarono numerosi nelle valli trentine e vi distrussero parecchie castella. Ora, fra i dieci enumerati dallo storico, i primi quattro castelli si ritengono ap partenere alla nostra Yalle, e sono indicati coi nomi — Tesana — Maletum — Semiana — e Appianum. — Così hanno opinato fra i nostri scrittori gli eruditi Tartarotti, Barbacovi

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