Der fahrende Skolast ; 16. - 19. 1971 - 1974
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Author:
Südtiroler Hochschülerschaft
Place:
Bozen
Publisher:
Südtiroler Hochschüler/innen/schaft
Physical description:
Getr. Zählung
Language:
Deutsch
Notations:
Abschlussaufnahme von: 1971,1-4 ; 1972,1-3 + Probenr. 1-2 ; 1973,1-4 ; 1974,1-3 ; Vorhandene Dubletten: 1971,1-3 ; 1972,1-3 + Probenr. 1-2 ; 1973,1-5 ; 1974,1-3
Subject heading:
g.Südtirol ; s.Student ; f.Zeitschrift
Location mark:
III Z 342/16-19(1971-74)
Intern ID:
319173
. E’ una realtà che si è potuta riscontrare anche durante le giornate del convegno. La lingua, nella nostra particolare situazione, non è solo espressione del proprio' mondo, della propria esperienza, ma mezzo per comunicare, per comprendere i valori, le caratteristiche, la cultura dei gruppi linguistici. Significa questo assimilazione o integrazione di uno dei gruppi etnici? Significa essere realisti, adattarsi cioè alla realtà del la nostra regione: il bilinguismo non è un compromesso fra due
nazionalità, ma imo strumento di progresso 1 co sciente, civile ed intelligente. La lingua materna deve poter vivere autonoma, deve mantenere i suoi valori di civiltà, ma non. deve diventare uno strumento di sopraffazione etnica. Accanto' alla lin gua materna la seconda lìngua, da apprendimento ag giuntivo e scarsamente motivato, deve poter svilupparsi spontaneamente. La realtà della nostra Provincia rifiuta una seconda lingua con fini esclusivamente utilitaristici, perchè in quest’ultima maniera non
contribuirebbe alla reciproca conoscenza e comprensione. Un bilinguismo così inteso può portare ad un miscu glio di culture o alla perdita di parte delle proprie caratteristiche ? E’ evidente che se ogni lingua è espressione di una particolare civiltà, l’armonica conoscenza delle lingue parlate nella nostra Provincia, porta di conseguenza alla accettazione anche dell’altra civiltà. Senza questa accet tazione il discorso linguistico, ai fini della comprensione, resta sterile ed artificioso. Questo fatto non
rappresenta però un danno per lo sviluppo della persona. La cultura non ha infatti con fini, steccati, pregiudizi; la cultura è diffusiva e si apre all’uomo indipendentemente dal gruppo al quale ap partiene. Possedere due o più strumenti di comunicazione non costituisce perciò alcun pericolo; è fattore invece di ar ricchimento spirituale e di apertura mentale. Spetta perciò alla Provincia avviare, nel rispetto re ciproco, le possibilità di collaborazione viva, intelligente e realistica. E’ questo
un atteggiamento degno della persona uma na; la realtà delle cose esige ormai dì vedere e di agire non più mitologicamente, ma antropologicamente. Si devono eliminare gli ostacoli che impediscono una reale convivenza: restare nel dubbio, nel timore, nel pre giudizio, è atteggiamento sterile, mortificante e significa non avere capito il ruolo della nostra Provincia. Il convegno organizzato dalla Hochschùlerschaft è scatturito proprio dall'esigenza di vedere con chiarezza nel futuro delle nostre popolazioni