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Books
Category:
Pedagogy, Education
Year:
(1971/1974)
Der fahrende Skolast ; 16. - 19. 1971 - 1974
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Page 19 of 24
Author: Südtiroler Hochschülerschaft
Place: Bozen
Publisher: Südtiroler Hochschüler/innen/schaft
Physical description: Getr. Zählung
Language: Deutsch
Notations: Abschlussaufnahme von: 1971,1-4 ; 1972,1-3 + Probenr. 1-2 ; 1973,1-4 ; 1974,1-3 ; Vorhandene Dubletten: 1971,1-3 ; 1972,1-3 + Probenr. 1-2 ; 1973,1-5 ; 1974,1-3
Subject heading: g.Südtirol ; s.Student ; f.Zeitschrift
Location mark: III Z 342/16-19(1971-74)
Intern ID: 319173
etnico-lin- guistiche e per la cultura regionale del Friuli-Venezia Giulia, sezione re gionale delt’AIDLM (Associazione internazionale per la difesa delle lingue e culture minacciate). Una questione essenziale, della quale bisogna sempre tener conto quando si vagliano i problemi delle minoranze, è quella della coscienza (Bewusstsein). La coscienza al livello più basso è il semplice rendersi conto della differenza che passa tra l’individuo stesso, tra la sua comunità e gli al tri. Tale coscienza

della differen za che passa tra lui e gli altri, ma anche dei diritti che da tale diffe renza gli derivano e manifesta la propria coscienza anche col chiede re l'attuazione e il rispetto 'dei suoi diritti. Tale sviluppo non è iniziato ovun que contemporaneamente e persi no nelle zone in cui esso è stato notevole, non ha raggiunto' sempre tutti gli strati della popolazione Così si hanno tuttora zone e stra ti sociali in cui la coscienza delle proprie peculiarità è rimasta ancora allo stato primitivo

, al livello più basso. Sulla coscienza nazionale si basa il principio della nazionalità, che è teoricamente la base di quasi tutti gli stati moderni, e il diritto alla autodeterminazione dei popoli, che in un certo senso è il culmine del principio della nazionalità. La manifestazione precipua della coscienza nazionale è quella di chie dere per se stessi e per la propria lingua gli stessi diritti che godono gli altri e le altrui lingue. E’ questa pure Tunica forma di coscienza na zionale che permetta

primo articolo della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo: « Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di co scienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza ». La formazione degli stati « nazio nali » ha creato le minoranze o al meno il problema delle minoranze che possono essere, a seconda dello sviluppo della propria coscienza, linguistiche o nazionali. Contempo raneamente ha portato la coscien

za linguistica e nazionale a nuovi sviluppi. In primo luogo ha provocato un fenomeno che potremmo forse chia mare Pipertrofia della coscienza na zionale: taluni gruppi incominciano a pretendere per se più di quanto non siano disposti a riconoscere agli altri. E ciò nel nome della superio rità del proprio gruppo sia perchè esso è più numeroso, sia perchè è più ricco e quindi potente. Le manifestazioni delTipertrofia della coscienza nazionale sono so stanzialmente di due tipi. Sono del primo tipo quelle che

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Category:
Pedagogy, Education
Year:
(1971/1974)
Der fahrende Skolast ; 16. - 19. 1971 - 1974
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Page 14 of 24
Author: Südtiroler Hochschülerschaft
Place: Bozen
Publisher: Südtiroler Hochschüler/innen/schaft
Physical description: Getr. Zählung
Language: Deutsch
Notations: Abschlussaufnahme von: 1971,1-4 ; 1972,1-3 + Probenr. 1-2 ; 1973,1-4 ; 1974,1-3 ; Vorhandene Dubletten: 1971,1-3 ; 1972,1-3 + Probenr. 1-2 ; 1973,1-5 ; 1974,1-3
Subject heading: g.Südtirol ; s.Student ; f.Zeitschrift
Location mark: III Z 342/16-19(1971-74)
Intern ID: 319173
Impressioni sui convegno di studi della SH Sono stato a suo tempo un sostenitore delle iniziative che in questi due anni la SH ha intrapreso, per affrontare ed analizzare il problema della convivenza dei gruppi etnici nel Sudtirolo, sia come problema generale che come insieme di problemi particolari, perchè per la mia condizione di mistilingue ero convinto che molti di quel li che sì considerano « gravi problemi » in realtà sono tali solo perchè essi sono visti da un’angolatura partico lare

, per lo più emotiva, e soprattutto con una visuale limitata ai confini della nostra provincia. Ho partecipato a tali convegni nella doppia veste di persona mistilingue e di responsabile di un partito, da un lato per soddisfare la naturale esigenza dì ciascuno dì una continua ricerca e conoscenza di se stesso, dall’al tro per trasferire nell'azione politica i risultati e gli obbiettivi che da un’analisi corretta dei problemi emer gono in altri termini per adeguare l’azione politica alla realtà e non

schaft in Südtirol zu schaffen ». Non vorrei che tali considerazioni venissero frainte se, assegnando loro significati ohe non volevano avere. Non si tratta solo di trovare e perseguire delle soluzio ni che consentano a tutti gli abitanti del Sudtirolo di poter essere se stessi e di avere adeguata soddisfazione alle proprie capacità lavorative nel Sudtirolo stesso; si tratta soprattutto di individuare un ruolo al Sudtirolo nell’ambito più ampio non solo dell’Italia ma anche della Europa

, e di favorire uno sviluppo economico, sociale e culturale delle popolazioni della provincia di Bolzano tale da arrestare l’emigrazione e remorragia di forze giovani e tale da evitare che le difficoltà che oggi già si incon trano possano' ricreare delle tensioni pericolose. Proporzionale etnica, obbligo del-la madre lingua, resi denza prolungata in provincia o in regione per poter ac cedere a dei diritti: sono palliativi per tamponare mo mentaneamente la situazione, sono altresì garanzie dove rose nei

merito agli studenti universi tari sutirolesi di aver voluto per primi affrontare un aspetto così peculiare e così vitale per le popolazioni della nostra regione. E’ stata una presa di coscienza della situazione, della realtà esistenti nella Provincia di Bolzano. E’ stato anche un atto di coraggio, perchè, abbando nando luoghi comuni divenuti ormai retorici ed irritanti, si sono voluti analizzare i problemi che interessano lo sviluppo di tutti i gruppi etnici conviventi nel Sudtirolo. Il convegno

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Category:
Pedagogy, Education
Year:
(1971/1974)
Der fahrende Skolast ; 16. - 19. 1971 - 1974
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Page 20 of 24
Author: Südtiroler Hochschülerschaft
Place: Bozen
Publisher: Südtiroler Hochschüler/innen/schaft
Physical description: Getr. Zählung
Language: Deutsch
Notations: Abschlussaufnahme von: 1971,1-4 ; 1972,1-3 + Probenr. 1-2 ; 1973,1-4 ; 1974,1-3 ; Vorhandene Dubletten: 1971,1-3 ; 1972,1-3 + Probenr. 1-2 ; 1973,1-5 ; 1974,1-3
Subject heading: g.Südtirol ; s.Student ; f.Zeitschrift
Location mark: III Z 342/16-19(1971-74)
Intern ID: 319173
invece dei fenomeni stimolati dallo stato come organizzazione del gruppo maggioritario e come orga nizzazione gestita da persone che, cresciute nel periodo fascista, sono talmente compenetrate dalla co scienza nazionale ipertrofica, da non rendersene conto. Infatti anche persone che professano idee demo cratiche, cristiane, socialiste e co muniste non riescono a seguire il discorso sulla pari dignità sociale della lingua del gruppo' minorita rio e tirando a pretesto la sotto- sviluppata o deviata

della lingua del grup po maggioritario e cerca di inculca re agli alunni ila convinzione che la loro parlata sia qualcosa di me no nobile, di secondaria importan za, buono per chi fa i lavori di minor prestigio sociale. Essendo la frequenza della scuola obbligatoria per otto anni, il fatto assume già l’aspetto di atto violento contro il gruppo minoritario ed in partico lare contro la sua lingua. In _ secondo luogo la radio e la televisione che trasmettono ridottis simi programmi nella lingua del

lingua emarginata, bandita dal la vita pubblica cessa di sviluppar si ed è estremamente disonesto ri chiamarsi a questo scarso sviluppo per impedire la restaurazione della sua piena dignità sociale). Qui ci sono pure delle sovvenzioni dello stato ad enti ed organizzazioni che si sforzano a creare un’opinione pubblica contraria all’uso della lin gua del gruppo minoritario, coltiva no i sentimenti di superficialità allo stato e creano il clima di caccia al traditore della patria. Un'altra questione

essenziale, del la quale bisogna pure tener conto, quando si tratta dei problemi delle minoranze, è quella della fedeltà al lo stato', già affiorata nel corso di questa meditazione. I gruppi minoritari sono spesso accusati di infedeltà già a priori. In fatti già con la loro stessa esistenza essi sarebbero una negazione della unità o almeno deH’uniformità del lo stato. Quando poi pretendono' di poter manifestare in pubblico que sta loro diversità o reclamano qua le loro diritto un tale trattamento

da parte dello stato che riconosca ufficialmente e nubblicamente la loro esistenza e il loro diritto alla diversità, sarebbero già dei nemici della patria e rei di alto tradimento. E qui conviene fare una precisa zione sul termine patria. Gli stati volentieri confondono non soltanto i termini stato e nazione, ma anche i termini stato e patria. In realtà si tratta in ambedue i casi di due cose diverse. La patria non. può essere che il territorio su cui risiede tradi zionalmente la mia nazione e che può

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Category:
Pedagogy, Education
Year:
(1971/1974)
Der fahrende Skolast ; 16. - 19. 1971 - 1974
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Page 15 of 24
Author: Südtiroler Hochschülerschaft
Place: Bozen
Publisher: Südtiroler Hochschüler/innen/schaft
Physical description: Getr. Zählung
Language: Deutsch
Notations: Abschlussaufnahme von: 1971,1-4 ; 1972,1-3 + Probenr. 1-2 ; 1973,1-4 ; 1974,1-3 ; Vorhandene Dubletten: 1971,1-3 ; 1972,1-3 + Probenr. 1-2 ; 1973,1-5 ; 1974,1-3
Subject heading: g.Südtirol ; s.Student ; f.Zeitschrift
Location mark: III Z 342/16-19(1971-74)
Intern ID: 319173
. E’ una realtà che si è potuta riscontrare anche durante le giornate del convegno. La lingua, nella nostra particolare situazione, non è solo espressione del proprio' mondo, della propria esperienza, ma mezzo per comunicare, per comprendere i valori, le caratteristiche, la cultura dei gruppi linguistici. Significa questo assimilazione o integrazione di uno dei gruppi etnici? Significa essere realisti, adattarsi cioè alla realtà del la nostra regione: il bilinguismo non è un compromesso fra due

nazionalità, ma imo strumento di progresso 1 co sciente, civile ed intelligente. La lingua materna deve poter vivere autonoma, deve mantenere i suoi valori di civiltà, ma non. deve diventare uno strumento di sopraffazione etnica. Accanto' alla lin gua materna la seconda lìngua, da apprendimento ag giuntivo e scarsamente motivato, deve poter svilupparsi spontaneamente. La realtà della nostra Provincia rifiuta una seconda lingua con fini esclusivamente utilitaristici, perchè in quest’ultima maniera non

contribuirebbe alla reciproca conoscenza e comprensione. Un bilinguismo così inteso può portare ad un miscu glio di culture o alla perdita di parte delle proprie caratteristiche ? E’ evidente che se ogni lingua è espressione di una particolare civiltà, l’armonica conoscenza delle lingue parlate nella nostra Provincia, porta di conseguenza alla accettazione anche dell’altra civiltà. Senza questa accet tazione il discorso linguistico, ai fini della comprensione, resta sterile ed artificioso. Questo fatto non

rappresenta però un danno per lo sviluppo della persona. La cultura non ha infatti con fini, steccati, pregiudizi; la cultura è diffusiva e si apre all’uomo indipendentemente dal gruppo al quale ap partiene. Possedere due o più strumenti di comunicazione non costituisce perciò alcun pericolo; è fattore invece di ar ricchimento spirituale e di apertura mentale. Spetta perciò alla Provincia avviare, nel rispetto re ciproco, le possibilità di collaborazione viva, intelligente e realistica. E’ questo

un atteggiamento degno della persona uma na; la realtà delle cose esige ormai dì vedere e di agire non più mitologicamente, ma antropologicamente. Si devono eliminare gli ostacoli che impediscono una reale convivenza: restare nel dubbio, nel timore, nel pre giudizio, è atteggiamento sterile, mortificante e significa non avere capito il ruolo della nostra Provincia. Il convegno organizzato dalla Hochschùlerschaft è scatturito proprio dall'esigenza di vedere con chiarezza nel futuro delle nostre popolazioni

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