¬La¬ persona ed i suoi problemi nella cultura italiana e nella cultura tedesca dell'Ottocento nel quadro dell'unità culturale europea : atti del I convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 20 - 23 aprile 1960
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Author:
Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <1, 1960, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco in Alto Adige
Place:
Meran
Physical description:
295 S.
Language:
Deutsch; Italienisch
Notations:
Parallelsacht.: ¬Die¬ Person und deren Probleme in der deutschen und italienischen Kultur des XIX. Jahrhunderts im Rahmen der europäischen Kultureinheit
Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Darin enth.: Rasmo, Nicolò: ¬La¬ storiografia artistica dell'Ottocento nell'Alto Adige / Nicolò Rasmo, 1963 In: ¬La¬ persona ed i suoi problemi nella cultura italiana e nella cultura tedesca dell'Ottocento nel quadro dell'unità culturale europea ; S. 219 - [227]. - Sign.: II Z 759/1
Subject heading:
g.Deutsches Sprachgebiet ; z.Geistesgeschichte 1800-1900
g.Italienisches Sprachgebiet ; z.Geistesgeschichte 1800-1900
Location mark:
II Z 759/1(1960)
Intern ID:
117196
rimase il tentativo di un repertorio bibliografico del Manacorda perché ormai la incipiente germanistica italiana incominciava a saper attingere direttamente ai repertori bibliografici tedeschi. Un decisivo impulso ad un ampliarsi, rafforzarsi, maturarsi della germanistica italiana venne dall'insegnamento e dall'attività del Farinelli chiamato a Torino nel 1907, su proposta del Graf e del Renier, alla cattedra di letteratura tedesca di quella università. Per rivelare e precisare che eosa abbia
significato allora l'inse- gnamento del Farinelli, mi permetto di ricordare le parole del Gabet- ti, che, laureatosi in letteratura italiana con una tesi sul Prati, si rifece scolaro accanto al Farinelli e fu uno dei suoi primi discepoli ad inse- gnare letteratura tedesca all'università di Genova prima e poi a Ro- ma. Dice il Gabetti: « Quando in un pomeriggio di novembre del 1907 a Torino, nell'aula settima della facoltà di lettere, dall’alto dell'altis- sima cattedra, dove eravamo soliti vedere
davanti ai nostri occhi. D’ogni lato si spalancavano orizzonti, la cultura degli altri popoli non era piii un semplice inci- dente marginale, un termine di paragone e un'occasione piú o meno a vaghe analogie, ma tutte quante le espressioni della eultura, presso tutti i popoli, diventavano ugualmente oggetto di espressione viva, immediata nella vibrante impetuosità italiana del maestro, la vita dello spirito si ampliava con naturalezza in una spontanea vastità di respiro europeo; e qui appunto
significó prima di tutto per noi, il Farinelli, l'annullamento di ogni apparente contrasto fra Io spirito nazionale e la materia illimitatamente vasta dell'esperienza spirituale, lo sprovincializzarsi della cultura, la cultura italiana veduta come forza viva e operante nel complesso divenire della storia úmana, ma presto il FarineUi divenne per noi, per le nostre giovani ansie, speranze e incertezze anche qualcosa di piíi limitato e preciso. Erano quelli gli anni della polemica fra ció che si usava