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Books
Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 61 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
che cosa avvenne di costoro e dei fuggiaschi cui dettero ricetto. Quando Leutari e Buccellino piombarono in Italia, non tutti i Goti si mostrarono disposti a far causa comune coi loro nuovi alleati. Essendosi in fatti Narsete rivolto senza indugio contro i Goti di Toscana, appena ebbe (’) Che i soli Goti intorno al Po mandarono ambasciatori a Teodebaldo lo dice chiavò Agathias: /xóvoi. oi èx tov Ilcióov nora/nov wQfitjfiévoi. I Goti delle altre regioni se ne sta vano timorosi e guardinghi

fi finita non eia veramente, che i Goti i quali abitavano intorno al Po, appuntò perchè non si sentivano capaci di rinnovarla colle proprie forze, cominciarono a vagheggiare la speranza ili veder rialzate le sorti'della loro nazione dal re Teodebaldo (*). Gli spedirono a questo fine un’ambasceria, ma Teodebaldo non volle assumere per conto proprio l’impresa. L’assunsero invece per conto loro, quantunque il re non li approvasse o per lo meno fin gesse di non approvarli, i due fratelli alemanni

saccheggio le cose sacre. — Ma che av venne, mi si domanderà, dei superstiti? Io credo che, privi com’erano del loro capo, sieno stati dispersi per tutta la regione montuosa che si estende da Ceneda, di cui parla Agathias, alla valle dell’Adige, di cui parla il Diacono, dal terrore del male e dalla disperazione che tien dietro ad ogni sventura. Il paese non era loro infesto di certo, perchè tuttora occupato, come già sappiamo, in parte dai Goti e in parte dai presidi del re dei Franchi. — Vediamo adesso

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Books
Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 75 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
preceduti, anche i Longobardi si presero dapprima il terzo dei frutti, e in seguito la terza parte delle terre dei vinti, nè qui sarebbe opportuno discutere in che modo furono ripartite e ammi nistrate le terre di loro proprietà dai conquistatori, tanto più che molto se ne scrisse da molti. — Certo è che i Longobardi, alla stessa guisa dei Goti, non debbono nè possono aver coltivato i loro campi. La condizione di coloni 0 servi della gleba, e di aidii (coloni semi-liberi) s’addiceva ai vinti e agli

schiavi che anche i barbari possedevano, non ai vincitori, che sdegnavano 1 lavori campestri ed erano continuamente occupati a conservare la conquista, a governare lo stato, e a far guerre coi nemici limitrofi (Greci, Franchi, Avari e Slavi) ('). Stando così le cose, non è assurdo supporre c-he gli Svevi, i Gepidi e gli altri barbari, ridotti alla condizione di sudditi, e perciò non ammessi a ^ fruire di tributi e di rendite proprie, si sieno trovati ben presto costretti a v u> 1 darsi in numero

rilevante al colonato e all’aldionato ; e che i fuggiaschi delle guerre gotiche, preferiti fin dai primi tempi agli indigeni dai nuovi padroni, coi quali avean comune la lingua, i costumi e in parte anche la fede ariana, non trovando col crescere della popolazione sufficiente sosten tamento sui monti, abbiano potuto aneh’essi dedicarsi alla gleba e disten- j dersi a poco a poco dai monti verso il piano (*). I (') Io non intendo dire con questo che a tutti gl'italiani fu tolta la libertà perso nale e che

tutti furono ridotti alla condizione di aldii, come taluni sostennero. Rimasero al colonato quelli che già dapprima lo esercitavano, il che non toglie che taluni, tra i quali i b.irbari non longobardi, possano essere passati al colonati e all'aldionato durante la signoria longobarda. Tutti gli. altri cittadini liberi dello stato liberi rimasero, e liberi padroni della parte loro furono i proprietari italiani, dopo la separazione dei Romani dai Longobardi e la trasformazione del tributo d’un terzo

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Books
Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 91 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
Questi perì affogato nel passare a nuoto il Ticino, e Ansprando fu gridato re, e di lì a tre mesi morì lasciando il regno al figlio ('). — Dei Bajoari discesi in Italia con Ansprando e Liutprando non ci rimase notizia; ma se Bazovara deve ai Bajuvari il suo nome, come sostiene il Muratori (v. cap. VI), si può credere che costoro abbiano quivi preso stanza per concessione dello stesso Liutprando. Che ve li collocasse Alboino, e che questi avesse che fare coi Bajuvari, non risulta da veruna

testimonianza. — Del re Liutprando narra inoltre il Diacono, che tolse molti castelli ai Bavari, servendosi più delle parole che delle armi ( 2 ). — Da Liutprando in poi Longobardi e Bajuvari rimasero in perpetua concordia. 'Tassilone II, l’ultimo degli Agilolfingi, sposò Luitperga, figlia di Desiderio, ultimo re dei Longobardi; riportò, ma non per sempre, come or ora vedremo, il confine del dominio bajuvarico al sud di Bolzano, dov’era prima delle conquiste d’Alachis e di Liutprando (a. 769); e per aver

mantenuto segrete intelligenze con Desiderio, e per aver fomentati e ajutati i ribelli tentativi di Adelchi, non che per altre ragioni che sarebbe troppo lungo enumerare, fu assalito, battuto e spodestato dai Franchi. Già Carlo Martello e Pipino avean dovuto lottare coi Bavari, insoffe renti della franca signoria. Carlomagno stabilì di assoggettarli, e li strinse da tre parti. Egli in persona si recò sul Lech; un esercito di Franchi, Tu- ringi e Sassoni comparve sul Danubio; Pipino, re d’Italia, venne

dalla parte di Bolzano. Tassilone, reso impotente a difendersi, si die’ a discrezione e fu rinchiuso in un chiostro (a. 788), e la Baviera, come gli altri paesi dell’im pero franco, venne divisa in comitali. Fra questi Comitati, quelli di Bolzano e della Val Venosta passarono ai tempi degli Ottoni o di Corrado il Salico sotto la potestà del Vescovo di Trento (Malfatti, 1 confini del Princip.di Trent, p. 12 e segg. I castelli trentini distrutti dai Franchi p. 341). Nel modo che si è detto fu pertanto

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Books
Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 97 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
vestigio alcuno d’elemento germanico, e anche sugli Apennini, sorsero parécchi di codesti castelli. Com’ è che di teutonico essi non conservano nulla, o tutt* al più il solo nome ? Chi soste nesse che i loro fondatori trassero seco di Germania anche i coloni per le terre ottenute in feudo, non potrebbe rispondere a una tale domanda. Ma ben vi posso rispóndere io, affermando che i conti, i marchesi, i vassalli e i valvassori di sangue straniero e di nobiltà più o meno recente, che coi loro servi

Molti ne aveva insigniti delia potestà fendale la signoria dei Franchi. Moltis simi ne furono dissseminati per tutta l’Italia dagli Ottoni e dai loro suc cessori fino all’epoca della costituzione dei Comuni. —La presenza, o meglio la frequenza di questi signori settentrionali al tempo del feudalesimo su tutta la regione delle Alpi e quindi una conseguenza d’uu tale stato di cose, e non si deve negare ('). Occorre soltanto guardarsi da un grave errore, qual’ è il supporre che sieno stati appunto

cotesti signori quelli che popolarono di coloni settentrionali i Comuni tedeschi della plaga alpina, col trarsi dietro o chiamare all’occorrenza dalla Germania gente armata e famiglie intere, che là prendevano stanza, dove i loro padroni acquistavano terre ed erigevau castelli. Se questa fosse la verità, bisognerebbe ammettere che un tal fatto siasi verificato dovunque dominarono dei dinasti germanici, e in tal caso si potrebbe domandare come e perche su tre punti soltanto delle Alpi, ben di stinti

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Books
Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 199 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
prima Parte (e. IX) che fra il IX e il XII secolo, dopo la conquista dei Franchi, l’Italia tutta fu visitata, cercata, e scelta a propria dimora da un numero rilevante di stranieri, e specialmente di Tedeschi, desti nati a coprire gli uffici più elevati nello Stato e nella Chiesa, o attratti dalla spe ranza di trovar fortuna. Ognuno ne può restar convinto leggendo i documenti pubblicati finora per illustrare le antichità medioevali e la storia politica, civile ed ecclesiastica delle diverse regioni

e delle singole città italiane, non che delle più illustri famiglie della penisola, durante il medio evo. Le professioni di legge salica, alamannica, ripuaria, bajuvavica e longobarda, che si leggono in tanti documenti; la frase ex natione mea messa accanto alla professione della legge adottata; le frequenti aggiunte degli epiteti nazionali francus, alamannus, todeschus, teotonicus ai nomi che s’incontrano nei contratti, diplomi, testa menti ed atti pubblici e privati d’ogui genere, di cui son piene

le storie documentate ei codici diplomatici ed ecclesiastici; ecco altrettanti fatti che dipendono da codesta affluenza straordinaria di stranieri.—Tutte le città ita liane soggette al predominio germanico ne avevano la parte loro: nessuna meraviglia dunque che la sua parte ne' avesse anche Bassano. Non però in assai larga misura, perchè l’aggiunta di todeschus è fatta ad alcuni nomi soltanto nel doc. del 1175 ; e questa mi sembra la miglior prova che gli stranieri in quella città erano scarsi

si trova menzione alcuna di Bassano nei documenti, e sembra dimostrato che la sua fondazione rimonti all’epoca in cui, per le scorrerie degli Ungheri,

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Books
Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 66 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
o Italioti ; gl’ Italioti e gli Euganei incalzati dagli Etruschi e dai Veneti ; gli Etruschi sopraffatti dai Galli o Celti; i Celti in lotta tra loro e coi Romani (‘). Dello stesso fatto ci fornisce prove luminose la storia dei Pirenei, dei Carpazi e del Caucaso. Dello stesso fatto abbiamo un altro esempio nelle Alpi medesime, dove una parte degli abitatori indigeni della Rezia settentrionale e centrale fuggirono dinanzi alle invadenti fiumane degli Alemanni e dei Bavari dal nord e dal l’ovest, degli

, lasciando sempre in libero e incon trastato possesso alla popolazione latina tutte le città, nonché le valli più aperte e popolose, N'e mi si dica che codesta fuga dei vinti nei luoghi meno accessibili delle Alpi può parere inverosimile. —Abbiamo già visto che i Goti fin dal principio della guerra coi Greci s’erano appoggiati alle pendici alpine e vi aveano eretto rocche e castelli. Issi misero a profitto questi punti d’appog gio per disseminarsi sulla regione alpina nei luoghi men colti e meno abi tati

Slavi dall’est-, e si rinserrarono in tranquilli angoli e in valli romite, conservando i loro idiomi, che fanno parte oggidì della branca ro mancia 0' ladina ( 5 ). f) Stratone, L, IV. Polibio, L-XXXIV, 10. Livio, V, 33. Plinio, L. Ili, c. 30. Ecco p. es. come si esprime Strabone «ad alteram paitem Lepontii, Tridentini, Stoni, et aliae complures exiguae gentes, quae superioribus temporibus Italiam tenuerunt, latrociniis deditae et pauperes ». ( ! ) Bidermanu, 1. Die Romanen etc. 2. Die Italiener

6
Books
Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 130 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
dialettologia in questo genere di ri cerche. Io infatti altro non ho voluto dimostrare coi miei ragionamenti che questo : essere le conclusioni a cui son giunto appoggiandomi di preferenza ai dati storici facilmente conciliabili con quelle a cui giunsero finora i filologi. Ma v’è di più. Il Bergmann e altri dotti nomini non si contentarono di affermare che i Tedeschi del Friuli, del Trentino e del Veneto erano una | volta riuniti all’elemento germanico del Tiralo, ma v’aggiunsero che quei I Tedeschi debbono

aver popolato dapprincipio il piano e non possono esser ! saliti che tardi sui monti. Questa sentenza sarà da me combattuta nella ’ II parte (Cap. Vili). — Per ora mi basta d’aver posto in form che la mia opi nione, affatto contraria alla loro, non è smentita dalla storia. Solo attenen domi infatti a prove storiche indiscutibili cercai dì dimostrare che le reli quie dei primi barbari invasori fin dal principio occuparono le montagne, non del tutto prive di abitanti, donde poi poterono distendersi

cause si riferiscono) più gente che prima non vi fosse; ma più ancora ve ne spinse indubitabilmente la rivincita dell’elemento indigeno, che nei luoghi più aperti era rimasto mescolato coi Tedeschi e tro vava appoggio sulle vicine città (v. Cap. XIII). Molti di quei Tedeschi si dovettero allora romanizzare per non trovarsi a disagio là dove abitavano. Si videro invece costretti ad accentrarsi in luoghi incolti, o ad abbandonare definitivamente il piano e le colline e a rinserrarsi nei monti e nelle

valli più recondite, accanto ai loro connazionali quivi da più lungo tempo stan ziati, tutti quelli che preferirono conservare la propria lingua e i propri co stumi (v. Cap. XIII). In codeste sedi di difficile accesso si conservò più a lungo l’elemento germanico, finche non fu raggiunto e conquiso anche in esse dall’influenza italica ('). (') Hi si permetta d'asserire che la mia ipotesi ha hen poco di comune, per il metodo che ho tenuto, per le cose che ho detto, per le conclusioni a cui son giunto

7
Books
Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 67 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
danubiane, mentre i re Fran chi avean cessato d’occuparsi dei possessi d’Italia e non pensavano affatto a rinnovare la guerra coi Greci. Ma come avvenne che dei Goti più non s’ebhe notizia dall’epoca della loro disfatta, e del nome loro non rimase verun indizio sulle Alpi? — Egli è che presso i popoli della Germania il re era il simbolo della nazione. Collo sparire della monarchia spariva il nome del popolo e nessuno più se ne occu pava.— Così fu degli Eruli, così dei Bugi, dei Vandali e d’altre nazioni

di minor conto. Intorno ai Gepidi in questa forma s’esprime Paolo Diacono parlando della disfatta che loro infissero i Longobardi : Gepidarum vero genus est diminutum, ut eoo ilio jam tempore ultra non habuerint regem. Per gli Ostrogoti a questa ragione storica si aggiunse il fatto che sulle Alpi si trovarono commisti ai Franchi, agli Alemanni e ad altri popoli, e ad altre genti che sopraggiunsero in seguito, talché a sì strano miscuglio nessuna stirpe potè imporre il proprio nome, e nel medio evo

lo riguardarono come loro parente (‘). (') Mabillon, Annales Banedict . L. XXVI, c. 36 ad annum 794. — Theodulfus in Pa- raenes. ad. Judices : Mox sedes, Narbona, tuas, urbemque decoram Tangimus, occurrit quo mihi laeta cohors: Relliquiae Getici populi, simus Hespera turba, Me consanguineo sit duce laeta sibi. Quanto ai Goti, che, giusta un’opinione del Trova, avrebbe condotto in Italia Alboino, re dei Longobardi, vedi il capitolo seguente.

8
Books
Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 179 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
sistema colonico. Nessuna testimonianza storica lascia inoltre sospettare, che i Longobardi, quando si furono definitivamente stabiliti nella nostra penisola, vivessero sparsi per le campagne. Nelle città, nei villaggi, o nei castelli essi dimora vano stretti intorno ai loro capi, quando la guerra non li chiamava altrove. (') — E nelle stesse città non è a credere eh’essi costituissero la maggioranza. Erano italiani i possessori che non avean bisogno di coltivare colle proprie mani le loro terre

: erano italiani i chierici, i mercanti e per la massima parte 1 servi e gli artigiani, i quali avean pur conservato le antiche loro corpo- razioni. — Col tempo anche i Longobardi si ascrissero in buon numero al deificato; e il Muratori sostiene altresì che in mezzo a codesto popolo non mancassero i servi, i poveri, gli artigiani, e i coltivatori: ed io lo ammetto, e ammetto del pari che il loro numero andasse aumentando col tempo ; sempre però dentro certi confini, e in guisa da mantenersi tenue

magnam semper nobilium Langobardorum multitudinem habuit , quorum auxilio metuebat Bertaridus Alachis potentiorem fore » ( 3 ). — E che i Longobardi non eran poi tanti e dovevano la loro signoria alla forza più che al numero, alla codardia dei Greci e al torpore degl’italiani più che alla moltitudine (') Nei villaggi si recarono ad abitare poche fare o famiglie- Talora una sola, donde forse i noti nomi locali: Fara Basiliani (Basiano), Fara Olivana nel Bergamasco, Fara Vetula ora Fallavecchia nel

10
Books
Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 65 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
pur certo che di questi gruppi di gente teutonica insediatasi tra i contraf- ' forti alpini non potè conservarsi traccia che là dov’essi furono più o meno tardi rafforzati dà nuovi elementi , o si trovarono divisi per la natura dei luoghi dalla circostante popolazione italica, o al loro arrivo prevalsero in modo sulla scarsa popolazione indigena da poterla sopraffare e assorbire. I Goti e i Franchi delle Alpi Cozie e quelli che limgo l’Italia s’eran rifugiati sugli Apennini ('), non essendosi

sovra montagne poco frequentate, in grembo a valli remote, coperte di selve e pressoché neglette dai nuovi dominatori, avean cercato rifugio le reliquie della loro nazione. Anche il Malfatti ( Etnografia trentina p. 15) riconosce che alcune valli la terali dell’Adige, siccome troppo povere o troppo difficilmente accessibili, non avranno accolto probabilmente che minuti venturieri o fuggiaschi. Questo giudizio si può estendere, senza tema d’errare, a quasi tutta la regione al pina che dal VI secolo

in poi s’andò popolando di gente teutonica (‘); ed (') Conza, ad esempio, dove si rinchiusero i 7000 ausiliari goti di Baccellino, giace appunto a pie’ degli Apennini. 0 V’ha ohi s’è occupato degli avanzi dei Goti in Toscana (Leo, Introduzione alla storia degli .Stati italiani Cap. II. — Memorie c documenti per servire alla storia del Prin cipato lucchese Voi. I, p. 23). ■ ( 3 )-Clie Marsete occupasse anche Trento e la valle inferiore dell’Adige è provato, checché uè dica il Frapporti ( Discorso

12
Books
Category:
Geography, Travel guides , Linguistics
Year:
(2005)
Ladinia : sföi culturâl dai Ladins dles Dolomites ; 29. 2005
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Page 169 of 242
Place: San Martin de Tor
Publisher: Ist. Ladin Micurá de Rü
Physical description: 236 S. : Ill., graph. Darst., Kt.
Language: Deutsch; Italienisch; Ladinisch
Notations: Goebl, Hans: ALD-II: 2. Arbeitsbericht (2004) / Hans Goebl ; Edgar Haimerl, 2005</br> Goebl, Hans: ¬Der¬ "Sprechende" Ladinienatlas : Vorstellung des akustischen Moduls des ALD-I samt Hinweisen zur Installation und Benützung der beiliegenden DVD / Hans Goebl ; Roland Bauer, 2005</br> Jodl, Frank: ¬L'¬ origine della palatalizzazione di [k,g/a] nel romanzo dell'Italia settentrionale, del Ticino, dei Grigioni e della Ladinia dolomitica / Frank Jodl, 2005</br> Kostner, Barbara: Cantare a più voci in Val Badia : ruoli, regole e significati della polivocalità di tradizione orale in una valle ladina dolomitica / Barbara Kostner ; Paolo Vinati, 2005</br> Pausch, Oskar: Am Beispiel Brioschi: Dolomitenlandschaft als Bühnendekoration / Oskar Pausch, 2005</br> Ponticelli, Loredana: Paesaggio e linguaggio: pratiche di relazione / Loredana Ponticelli, 2005</br> Tecchiati, Umberto: Sistemi insediativi ed organizzazione del territorio nel Bronzo recente dell'Alto Adige / Umberto Tecchiati ; Massimiliano Di Pillo, 2005</br> Thiele, Sylvia: Quersprachig denken : zum Umgang mit lexikalischen und anderen Lücken beim Fremdsprachenerwerb / Sylvia Thiele, 2005</br> Videsott, Paul: Dolomitenladinische linguistische Bibliographie 2002 - 2003 - 2004 / Paul Videsott, 2005
Subject heading: g.Ladiner ; f.Zeitschrift<br />g.Ladinisch ; f.Zeitschrift
Location mark: II Z 1.092/29(2005)
Intern ID: 402742
longobardo da par te dei Franchi (cf. carta II). Riguardo al ruolo che svolgeva l’epoca merovingia per la nostra zona bisogna mettere in rilievo che dal 591 in poi, una parte considerevole dell’ odierna Ladinia dolomitica, almeno 63 la zona isarchese fino a Bolzano e la Val Pusteria, faceva parte del dominio bavaro che però si avvicinava sempre di più al regno franco, cf. C agol 1997, 72: L’influenza franca sul ducato di Baviera è riconoscibile nella presenza dell’istituto comitale [...], che sarebbe

stato adottato almeno dall’ultimo quarto del secolo VII, quando, stando alle notizie fornite da Paolo Diacono [...], un conte bavaro sarebbe stato incaricato del con trollo del castello di Bolzano e dei castelli adiacenti [...]. Per riferimenti all’elemento merovingio nel senso religioso e culturale e le rela tive possibilità d’espansione da nord (cf. carta II), quindi dal dominio franco-ba- varo, rimandiamo a B osl 1976, 173: Cogliamo qui [i.e. con la missione orientale iniziata da Amando] gli

seconda ondata di attività missionarie e all’arrivo dei missionari 63 Al dominio merovingio si aggiunge la parte della Val Venosta che va da Müstair fino ai dintorni di Merano. La zona venosta che rimase sotto il dominio longobardo fino alla conquista carolingia, dunque dal 591 al 774, dovrebbe essere stata quella che si estende da Merano a Bolzano, senza includere Bolzano stessa che costituiva il punto estremo del dominio bavaro-merovingio. Anche i territori a sud e a est di Bolzano come l’odierno

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Books
Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 89 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
si sarebbe propagato ai loro compagni di stirpe, attratti nel Veneto dai lusinghieri inviti e dalle generose concessioni dei vescovi di Padova 0 per altri richiami di simil natura, e saliti più tardi à poco a poco, così dal nord come dal sud, sulle montagne veronesi e vicentine, mercè il lento progre dire del diboscamento e della coltivazione. Tutto quésto ha sembianza di vero: eppure io non posso accettare nè l’idea dello Schmeller, n'e quella del Bergmann per più ragioni : 1° Perché il nome

monti a poco a poco e dopo lunga dimora nel piano; 5° Perchè i Bajoari dapprima, come ho già accennato al principio di questo capitolo, e in seguito i Tirolesi, non si spin sero mai oltre un certo confine verso il mezzodì. Se infatti l’elemento ger mànico oltrepassò nel Tirolo il limite odierno della lingua tedesca, si può soltanto concedere che in epoca men remota, mentre si germanizzavano la Val Venosta e il tenére di Bolzano, esso abbia altresì colonizzato alcuni punti dei Nonsberge , ed abbia

. (’) Nave S. Bocco, Grumo, Mezzòtedesco e Rovere dèlia Luna sulla destra-, La vis, Faedo e S. Michele sulla sinistra riva dell’Adige v. cap. I pag. 12.- — Intorno al ger- manizzamento della Val Venosta e del tenére di Bolzano ho già citato la Memoria di B. Malfatti, I confini del IrincipUto di Trento. — Pei Nonsberge v. cap. I, P a g* fi nota 1: Beda Webèr (op. cit.); Tàppeiner (op. cit. p. 31, 32, 33, 38). L’Ultenthal, donde i Nons- herger provennero, fu germanizzato dai Bavàri. — Pei distretti

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