Ladinia e Italia : [discorso inaugurale letto l'11 gennaio 1917 nell'adunanza solenne del R. Istituto Lombardo di Scienze e Lettere]
ca in molti avverbi, nella risposta dei latini plus minus (ma sopras, mcinz), magis, melius, foris, — A questo parziale sagrificio del -s va poi parallelo, quasi a dimo strare che pur su quest'altro punto non sia possibile un taglio netto tra ladini e italiani, va parallelo un parziale riconoscimento dell' -2 di plurale mascolino pur tra i ladini. Il quale troviamo non solo nella sezione orientale e centrale, senza che sia sempre necessario ripeterlo dal l'Italia, ma pur ne' Grigioni, e anzi
appunto tra quelli de' ladini grigioni che più son remoti dall'Italia, nella Sopraselva. Qui, in particolari condizioni sintattiche, si aveva 1'-/ finale, e cioè 1'-/ del nominativo plurale latino, nell'aggettivo e nel participio e si conserva tuttodì in modo assoluto nel plurale del partic, dei verbi in -are, corrispondendo dunque p urtai al nostro portati. E que ste condizioni dovevan essere pur quelle dell'Engadina, s'è lecito inferirne dal preziosissimo cimelio ch'è il plur. provi prati (9), che
dev'essere un *prai rifatto sul giusto sing, pro, e dove non solo abbiamo 1' -i, grazie alle con dizioni arcaiche in cui anche altrove ci si offre il rifles so di questa parola (10), ma pure Yo diventato ö grazie all' -i finale; fenomeno che richiama singolarmente l'al ta Italia e più singolarmente ancora le condizioni di Posch iavo e Bormio. Poche parole spenderemo intorno al secondo carat tere negativo. Riguarda esso la conservazione del l di parole quali fiamma, damare, glarea, plenus , ecc., cui