¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
faccia un nobile d’origine tedesca, era e si dimostrò italiano, come deputato al Parlamento friulano nel secolo XYI, e come commissario della Signoria di Venezia per la questione di confine nella Carnia (‘). Il sig. Schneller parla altresì di certe abbazie di Tedeschi fondate nella Marca d’Aquileja dai patriarchi e dagli imperatori germanici ( ! ). Ma può chiamarsi questo-un argomento serio? Qui, nella nostra Romaici sono anche oggidì seminari, monasteri e istituti di tutte le nazioni. N'e
maggior valore ha la solita osservazione, che i patriarchi aquilejensi fino alla caduta degli Hohenstaufen furono quasi tutti tedeschi. La mia ri sposta è a questo proposito la stessa che per i vescovi di Verona e di Padova Basta confrontare le due serie di patriarchi, che si nomarono d’Aquileja e di Grado, per veder confermato il mio concetto intorno all’influenza dei potenti nella ^elezione dei vescovi. —La sede d’Aquileja fu per più secoli soggetta alla volontà dei principi germanici, e a partire
dal 1016, ossia da Poppo, can celliere delhimperatore Enrico II, noi vi troviamo Eberardo, Gosobaldo, Be- rengero, Singifredo, Enrico, Federico e TJlrico, figlio di Marquardo duca di Carinzia, tutti tedeschi e ligi tutti agl’imperatori, che li favorivano. — Valterus bavaro, già vescovo d’una città della Baviera, fu chiesto dal Capitolo aquile- jense e confermato dal papa Innocenzo III (a. 1204). —Poi venne Bertoldus, figlio del duca di Moravia (a. 1218) ; poi 6 patriarchi non tedeschi, fra i quali
tre Torriani di Milano: poi un francese, Bertrando da S. Genesio (1314); un bastardo del re di Boemia, Nicola (1350); un altro Tornano, Lodovico (1358) ; e un altro tedesco, Marquardus Nordlingus (1364) : poi un seguito quasi non interrotto d’italiani, fra i quali molti patrizi veneti (cornea Pa dova, a Verona, a Vicenza, a Trieste, a Grado) delle famiglie Tecchio, Barbo, Barbaro, Donati, Grimani, Gradenigo, Delfin ( 3 ). — All’ incontro fra i pa triarchi di Grado, a partire dall’epoca in cui
nacque la scissione del patriar cato d’Aquileja (a. 580), i nomi furon sempre latini; e questo perchè, come (') Della vita e degli scritti di Jacopo Valvasone e della sua Memoria sui passi del Friuli di C. A. Combi. Venezia, Visentini, 1876. — Paulo Fambri, La Venezia Giulia, ' p. 115-122). (’) Lo Schneller insiste specialmente sopra un'antica abbazia di Benedettini sul Fella, di cui si occupò anche il Bergmann nell’Archiv für Kunde Oesterreichisehen Geschichtsqueìlen (1849, II Band, 1“ e 2 a Heft