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Category:
Social sciences , Linguistics
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1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 186 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
di Carlo Magno: il che ammette anche il Tomascheck, Die all. Slat., p. 101. — Anche lo Statuto di Koveredo è nella sostanza conforme a quello di Trento. ( 5 ) Si consultino a questo riguardo anche le opere seguenti: Francesco Felice Al berti (Principe-Vescovo di Trento) Annali del Principato , pubblicati da T. Gar, 1860. — Jnl. Ficker, Forschungen zur Reichs u. Iiechtsgesch. Italiens. — Hormayr, Geschichte Tirol's. — Malfatti, Degli idiomi, ecc. (’) Si consultino a questo proposito anche le opere

— 18G — si sia retta con gli ordini liberi che vigevano nelle citta lombarde della Lega, ordini liberi acquistati per le stesse cause e con gli stessi mezzi dei Comuni dell’alta Italia; come lo Statuto di Trento (1210, con riforme successive fino al 1528) abbia grande somiglianza nel civile e nel criminale con quello di Verona e di altre città della superiore e media Italia (*) ; come il libero allodio fosse oltremodo esteso nel Trentino e la proprietà oltremodo divisa; come anche il Comune

seguenti: Frapporti, Storia e con dizione del Trentino sollo la dominazione dei Goti, dei Franco-Dajoari e dei Longobardi. Trento, 1840. — Giuseppe Egger, Geschichte TiroVs. Innsbruck, 1872. — Alberti, Amali del Principato. — Malfatti, Gl'idiomi ecc. — Anche il Bonato diè gran peso, per la coloniz zazione del basso Trentino, alla supremazia dei conti del Tirolo, non che ai molti feudi dei signori bavaresi. — Ma quanto ai signori bavaresi ciò che resta assodato si restringe alla questione della nota

colonia nella Velie Folgaria, questione già trattata e discussa nella l 1 parte. — Quanto ai conti del Tirolo valgono anche pel Bonato i dati storici che nelle opere summentovate hanno messo a profitto il Frapporti, l’Egger, l’Alberti, il Mal fatti. — E qui mi cade a proposito di citare anche il Gegani, che nella Gazzetta di Ve nezia (v. cap. I in nota) ha certamente concesso anche troppo allo Schneller rispetto al Trentino. « D’ accordo coll’autore ci troviamo, egli dice, nell'opinione che tutta

o in parte fosse un tempo tedesca la Valsngana, cioè la valle superiore del Brenta ; e può darsi che tale fosse anco una parte della valle dell’ Adige ad ostro di Trento, non foss’ altro per rimmediata vicinanza dei Cimbri veronesi ». —Ma il Gegani, chiuso dentro ilimiti di tre appendici di giornale, non ha potuto fornir prove dirette delle sue concessioni ; mentre da quello che noi si è detto fin qui o si,dovrà dire più. oltre risulta, che la Val d'Adige fino a Salurno e la Valsngana per tutta la parte

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 146 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
Nella Cronaca di Folgaria del Bottéa (a. 1860) si legge che i Mócheni sono « colonie tedesche venute in quelle terre soltanto dopo il secolo decimo, chiamatevi dai signori fendali allo'scopo di abbatter selve, di fabbricar car bone e di lavorare nelle miniere », — AlForiglne feudale aveva pensato anche il Perini nella suà Statistica del Trentino (II Trento 1852), dove alla parola Tergine si legge quanto segue: « Una parte però del distretto riposta fra monti ad oriente conserva ancora corrotta

e là » (p. 5) e nella Etnografìa trentina (p. 16) così si esprime: « Ma furono infiltrazioni sporadiche e scarse, come se ne possono riscontrare anche nelle provineie di Verona e Vicenza ». Purtroppo però tutti questi egregi non hanno corroborato con documenti le loro affermazioni (’); e questa mancanza di carte e diplomi, in cui si faccia parola di vaste colonizzazioni dal di là al di qua del confine italico ( 2 ), serve a provar sempre meglio, che gl’insediamenti più numerosi debbono essere avvenuti in epoca

(I XIII Comuni ver. e i VII vicentini) crede che gli abitanti tedeschi dei vii e dei sin Comuni esistessero già molto prima del 900. — Dei tedeschi e dell’italiano Modesto Bonato, che nella sua storia dei VII Comuni inserì una lunga disquisizioue sui sedimenti successivi delle genti germaniche nel Veneto, dovrò parlare a lungo nella 2 a Parte. — Il Benvenuti accetta a occhi chiusi le argomentazioni etnologiche del Bonato.

la favella tedesca, e dai nomi dèi luoghi e di alcune famiglie sembra certo, che queste colonie tedesche emi grate nei bassi tempi fendali fossero molto più esteso ». — Non la pensa diversamente il Malfatti, che nel suo scritto Degli idiomi del Trentino, dopo aver parlato dei minatori e dei contadini di'Folgaria, v’aggiunge sempli cemente « dei casi sporadici di famiglie di dinasti o di ministeriali e coloni tedeschi, che per effetto delle condizioni politiche venivano di mano in mano a stanziare qua

anteriore al X secolo, come hanno affermato, oltre tutti coloro che di già conosciamo, altri eruditi di maggiore o minor vaglia, quali Mons. F. de’ Teeini, Tommaso Gar, Gabriele Rosa, Modesto Bonato, L. Ben venuti e parecchi tedeschi ( J ). — Per parte mia, della sorte toccata in genere (’) Panni che il Malfatti abbia voluto di troppo diminuire l’importanza delle colonie tedesche del Trentino e del Yeneto. — Non così il Bottéa, come appare dal seguente periodo. « Osservasi a questo proposito che

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 54 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
guerra, che consi derata ne’suoi effetti avrà per noi grande importanza. Eiferisce il Maffei nella sua Verona illustrata (1. Ili) essere stata opi nione dello storico Mariani di Trento, che l’idioma germanico fosse portato sui monti del Veronese, del Vicentino e del Trentino, ai tempi di Giusti niano, dai Goti ('). Se non che al dotto veronese questa ipotesi non parve nemmeno degna di discussione. Io invece, studiandoci sopra, ho dovuto persuadermi ch’essa merita bene e meglio d’essere meditata

e discussa ; e di discuterla qui mi propongo per conchiuderne che i Goti, non da soli, ma insieme ad altre genti germaniche che verrò di mano in mano additando, dettero origine alle popolazioni teu toniche che dimorano oggidì o dimorarono per lo addietro alle falde delle (’) Mich. Ang. Mariani, Trento e il sacro Concilio. Trento 1673. — A pag. 585 si leg gono sui Tedeschi di Pinè le seguenti parole: «Hanno i Piu ai tri del ruvido all’habito e all’aspetto e parlano una lingua che ha del Gotico : non per

vicini a Trento di questa fama si nomina Cimbra, Pergine, Pinè, Fol- garia, Val Àrsa ed altri». — Anche il Co.Francesco di Caldogno, come appare dalla sua relazione altrove citata, riteneva che i Tedeschi del Vicentino derivassero parte dai Goti, parte dai Cimbri, e affermava ch’essi conservavano ancora l'antica forza d’animo e di corpo « serbando ancora la. fortezza ile corpi ed animi loro ».

adventum suum junxisset et exitum. Dd uu’altra lettera del segretario di Teodorico (L. 12, ep. 7) apprendiamo che nell’almo 506 anche il Veneto ebbe a soffrire per parte degli Svevi della Dalmazia. La lettera è diretta al Ca- nonicario del Veneto (Canonicario Venetiarum ) e concede ai possessori dan neggiati dagli Svevi l’indulgenza dei tributi della deeimaquinta indizione del regno dei Goti, la quale cadeva appunto nell’anno 507 a partire dal 493 : Suevorum incursione vastatis fiscum decimae

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 245 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
del grosso comune montano Serina, nella valle del Brembo, in quel di Bergamo, del dott. Luigi Carrara Zanotti. In questa descrizione si legge che, secondo una tradizione popolare inoppugnabile e confermata da autentici documenti (?), i fondatori e fabbricatori di Serina sarebbero stati

dai Celti. A quanto sembra, vi sono dei luoghi, che fino ai nostri giorni hanno conservata l’antica denominazione del fiume, o per lo meno nomi de rivati dallo stesso radicale. Noi conosciamo presso Chiavennà Bodengo. Il nome Bondeno s’incontra nei dintorni di Ferrara, Mantova, Brescello e Co- maccliio ». A conferma di queste parole del sig. Helbig io ricorderò che fra le città della Liguria propriamente dette, di qua dal Po, esisteva antica mente Bodincomagus presso Castrum Bobium (Bobbio

) (')• Or non potrebbe essere che la persistenza di questo suffisso ligure inco od eneo nella Lom bardia, nel Piemonte, nella Svizzera italiana, nella Liguria, nella Toscana e nell’ Emilia, tutti luoghi dove i Liguri ebbero stanza in epoca antichis sima, abbia favorita la diffusione della desinenza germanica in ing, che in talune di quelle regioni riscontrasi, vedi caso strano, più frequente che nella stessa Germania ? Per quel che riguarda infine quei nomi di castelli e villaggi alpestri della regione

lombarda ch’hanno fisonomia prettamente germanica, come Anfuro , Darfo , Erbanno ed altri che già ricordammo nel cap. I della l a parte, panni inutile insistere d’avvantaggio sulla teoria che ho esposta pei castelli friulani, fondati-da baroni tedeschi. La conservazione del nome germanico non deve far meraviglia. Anche i Tedeschi hanno conservato, come già si vide (Parte I a , cap. VI, p. 77, nota 1), nomi di fondo latino a luo ghi donde la razza e la lingua dei Romani scomparvero fin dai tempi delle

invasioni barbàriche. — Del resto nulla ci vieta di credere che alcuni fra i suddetti villaggi, in Val Trompia o in Val Camonica, fossero ab origine piccoli centri di gente germanica avventizia, e specialmente di minatori, che presto si confusero cogl’indigeni, perchè pochi e isolati, in luoghi aperti e popolosi (v. Parte 1% cap. IX) (’). — (') Cfr. il nome degl’ Ingo.unì, tribù ligure, donde Albingaunum , oggi Attenga. — Albeninga è pure il nome d'un grosso borgo della Spagna, ov’ebbero stanza gl’Iberi

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 193 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
dell’Avisio, nella valle del Noce, in Yal d’Adige e in Yalsugana, mentre la si può bellissimo spiegare, senza togliere aH’elemento germanico la parte che solo in alcuni luoghi gli spetta, merce le antiche e numerose colonie d’italici o Italioti, d’Euganei, di Veneti, d’Etruschi e di Romani (popoli dolicocefali o mesocefali), che in epoche diverse si stabilirono nelle contrade meridio nali dell’antica Rezia (v. Parte I, cap. II, p. 21 e cap. Y, p. 66, nota ì. Cfr. Panizza, Sui primi abitatori

del Trentino. Trento 1882. Estratto dall’Archivio trentino, a. I, fase. I. — Dott. Éligier, Aus der Vorzeit des Südlichen Tirol. Mittheilungen der antropologischen Gesellschaft XII B. III und IY Heft. Wien, 1882. — Giovanni Oberziner, 1 Reti. Roma, 1883). Anche la brachice- falia è per altro sufficentemente rappresentata nel Trentino, e ciò forse si deve attribuire anzi tutto ai Liguri e ai Galli o Celti (popoli brachice fali), che pur v’ebbero stanza (v. opp. e.). Dopo di che c’è da notare, parti

colarmente per la zona teutonica veneto-trentina, che nella stessa razza tede sca è avvenuta coll’andar dei secoli, per cause che non è mio compito inda gare, una lenta modificazione, essendo i moderni germani men copiosamente dolicocefali degli antichi (v. Tabella del Kollmann, p. 30). Sa infine il Tappeiner che cosa piuttosto si desume dalle sue ricerche ? Essendo nel Tirolo tedesco la brachicefalia e l’iperbrachicefalia largamente rap presentate, se ne desume che quivi il germanizzamento si dovette

i Tedeschi. Quei Reti, che avevano accettata la lingua dei Romani, ' subirono dai Tedeschi la stessa imposizione. Conchiuderò col ribadire le cose già dette in altri termini nella nota ultima del cap. XIII della l a Parte, che cioè i * dati antropologici sono insufficienti a risolvere definitivamente una questione etnologica, senza il sussidio della paletnologia, dell’ archeologia preistorica, della filologia e della storia, e che questo sussidio è nell’opera del Tappeiner sotto ogni rispetto manchevole

. Un consimile appunto trovo .nella .breve recensione, che dell’ opera del Tappeiner ci ha dato il sig. Carlo Cipolla (Archivio

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 137 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
il nord e il nord-est. — Ma a questo argomento si puh rispondere : 1° Che le vie per le quali si penetra nella Svizzera e nella Rezia sono ben più agevoli di quelle che conducono verso il sud (Schott, p. 208). 2° Che i luoghi, dove i Walser o Wàlliser andarono a cercar nuove sedi verso il nord e il nord-est (Berner Oberland, Grigiori, Vorarlberg, Ti- rolo,.Lichtenstein), potevano attirar colonie e offrir loro un soggiorno meno ingrato dei dintorni del monte Rosa ( 2 ). 3° Che mentre i veri e propri

Walser non obbliaronó il proprio nome e la propria origine, dai Tedeschi del Piemonte il nome pàtrio sarebbe stato affatto dimenticato, sarebbe- stata affatto dimenticata la stretta parentela e la comunanza d’origino dei diversi villaggi. Una seconda ragione d’analogia scopre Alberto Schott nella nota ipotesi dello Sehmeller pei cosidetti Cimbri, che cioè quel cuneo di popolazione (') Scliott, p. 204 e segg. — Bresslau, p. 177. ( 5 ) Cfr. Biondelli (Studi linguistici. Disp. 3% p. 18). — Bergmann

ho nulla nè da aggiungere, nè da togliere ai miei argomenti. — Nè trovo che alcunché di nuovo si contenga, dopo quanto fin qui abbiamo detto, nelle seguenti parole del Kind, Wanderungen am Südabhang des Monte Rosa, 1878). « È fuor di dubbio che le colonie tedesche al sud del m. Rosa provengono dal Vallese: tutto tende a dimostrare ch'esse dalla parte superiore della valle progredirono verso l'inferiore in direzione dello sbocco della medesima nella pianura, e che l'immigrazione ha avuto luogo in tempi

nei quali queste valli erano eli già occupate in parte da gente romana. Ciò provano i nomi dei luoghi. Forse gli abitatori del piano di tempra più molle avevano occupate alcune località nella valle e nei monti, e solo 'durante la bella stagione: i Tedeschi più induriti alle fatichee più au daci si accamparono in modo stabile nei tratti del paese rimasti ancora liberi, trovandovi pascoli per gli armenti e selvaggina per soddisfare al loro gusto per la caccia. Ma sono venuti in una volta sola

relazioni commerciali e politiche dei Tedeschi in questione col Yallese fra il X e il XIII secolo. Io Schott trova un’altra prova assai stringente per la sua tesi nel fatto, che i Tedeschi dell’alto Yallese più volte hanno oltrepassato i loro naturali confini varcando le Alpi che serrano la valle superiore del Rodano, spinti, secondo il costume germanico, da un forte stimolo di attività colonizzatrice. E qui cita parecchie emigrazioni di Yallesi verso la Svizzera e le Alpi Re- tiche, verso

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 118 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
, ma non ho potuto raccapezzare con qual fondamento, i Teolisci dei monti Borici. — Nel Placito tenuto l’anno 845 nella corte ducale di Trento, e pubblicato imperfettamente dal Muratori ( Antiq’. italicae M. Aevi, II, 911), è fatta di stinzione fra Longobardi e Teutisci , apparendovi designati coll’ appellativo di Longobardi gl’italiani e con quello di Teutisci i Tedeschi del Tirolo e del Trentino. Il prof. Carlo Cipolla nell’Archivio storico per Trieste, l’Istria e il Trentino (feb. 18S2, fase

vicino al lago di Garda, si legge: « In praesentia, bonorum hominum Theutonieorum et Latinorum » (Bonelli, No tizie storico-critiche della chiesa di Trento, 1160-62, voi. II, p. 382). — Agostino Dal Pozzo, [Idem, islor. dei VII Comuni, p. 2) racconta che, avendo visitato nel 1179 il Campagnola, venne a sapere che questi conservava tra le sue carte un documento del secolo Vili, nel quale erano nominati i Teutisci delle montagne veronesi. — Il Mupperg (Peteraiann’s Mittheilungen, 1816) cita eziandio

. 3°, p. 219), parlando appunto di questo Placito, ch'egli ha ripubblicato per intero, osserva che la voce leulisci cominciò ad essere usata al principio. del secolo IX, ma con significato puramente filologico, per -indicare quelli che parlavano la lingua dei Franchi, Alamanni, Bajoari e Turingi. Nel Placito invece è adoperata tanto in senso linguistico, quanto ini senso etnolor gico, ed è per conseguenza degna di nota. Io ne dovrò riparlare nella 2 a parte del mio scritto, cap. II. Qui aggiungerò soltanto

esistenti, quivi o poco lungi, dei gruppi di popolazione tedesca, attaccata per costante tradizione all’uso della propria lingua, per costante tradizione avversa all’elemento indigeno. Del rimanente, questo attaccamento alla lingua, agli usi e persino alle leggi nazionali era nel medio evo ben più vivo e saldo di quello che ap parve in seguito. Designati nel linguaggio officiale dell’età di mezzo coi nomi generici di Tkeutonici o Teutisci, che servivano a distinguerli dalla popo lazione latina (*), essi

tenevano moltissimo a queste denominazioni; e poiché nelle quistioui-giuridiche, in virtù d’un capitolare di Carlo Magno (’), ognuno avea diritto di porsi sotto la legge ed il gius della propria nazione o di quale altra più gli piacesse, essi non rin iniziarono a tale diritto che quando vi furono costretti. — Chi voglia conoscere i documenti medievali in cui (') I loro monti si chiamavano Montaneae Theutonieorum. In un documento del 1124, nel quale concedesi agli abitanti di Eiva d’alzare un castello

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Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 89 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
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Physical description: 252 S.
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Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
raggiunto i borghi sopra Trento, che già di cemmo essere stati per qualche tempo abitati da gente teutonica ( 3 ). (*) Lo stesso Bergmann dà prova di non esserne convinto, quando a p. 87 scrive: Cem- bra Thal oder Zirnmerthal.—Anche Modesto Bonato, nella sua Storia dei Vii Comuni-, si mostra propenso ad ammettere che i Cimbri possano aver dato il nomo al castello di Cim bra e alla Vài Cembra. Ma ciò supposto, crede che tutti sieno stati fatti prigionieri dai Franchi nel 590, quando costoro distrussero

. (’) Nave S. Bocco, Grumo, Mezzòtedesco e Rovere dèlia Luna sulla destra-, La vis, Faedo e S. Michele sulla sinistra riva dell’Adige v. cap. I pag. 12.- — Intorno al ger- manizzamento della Val Venosta e del tenére di Bolzano ho già citato la Memoria di B. Malfatti, I confini del IrincipUto di Trento. — Pei Nonsberge v. cap. I, P a g* fi nota 1: Beda Webèr (op. cit.); Tàppeiner (op. cit. p. 31, 32, 33, 38). L’Ultenthal, donde i Nons- herger provennero, fu germanizzato dai Bavàri. — Pei distretti

si sarebbe propagato ai loro compagni di stirpe, attratti nel Veneto dai lusinghieri inviti e dalle generose concessioni dei vescovi di Padova 0 per altri richiami di simil natura, e saliti più tardi à poco a poco, così dal nord come dal sud, sulle montagne veronesi e vicentine, mercè il lento progre dire del diboscamento e della coltivazione. Tutto quésto ha sembianza di vero: eppure io non posso accettare nè l’idea dello Schmeller, n'e quella del Bergmann per più ragioni : 1° Perché il nome

della Val Cembra non è dovuto, come già si vide', ai Cimbri (‘); •, 2° Perchè l’opinióne degli eruditi diede principio alla tradizione dei monta nari veronesi e vicentini, non questa à quella; 3° Perchè circa gl’inviti dei vescovi di Padova, non v’ha ombra di documento che giustifichi l’afferma^ zione del Bergmann,'come non ve n’ha per altre cause occasionali dal dotto tedesco immaginate (’); 4° Perchè da quanto dissi e dirò altrove è dimo strata erronea l’opinione, che i Tedeschi sieno saliti sili

Cimbra, come si rileva dal seguente passo di Paolo. Diacono. « Haec omnia castra cum diruta essent a Francis, cives universi ah iis ducti sunt captivi ». Se non che, senza bisogno di ricorrere a questa soluzione, contraddetta dallo stesso Diacono, L. IV, c. 1, ove ci fa sapere che Agnello, vescovo di Trento, si recò nel 591 ih Francia per riavere i prigioni e molti ne riscattò (cfr. cap. VII p. 79 nota 2), io credo d'aver già con buone ragioni dimostrato che il nome della Val Cembra ebbe tutt’altra

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Social sciences , Linguistics
Year:
1885
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Page 20 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
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Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
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Intern ID: 103499
tracce della lingua tedesca, e nel tipo e nei caratteri antropologici degli abitanti l’impronta teutonica (‘). Del resto anche da questa parte, come nel Veneto e nel Trentino, l’uso dell’idioma germanico è assai ristretto, perchè vive soltanto in Gressoney e in Tormazza.: Circa 7500 anime assegnano le ultime statistiche ai comuni tedeschi nella regione del monte Kosa e nella vai D’Ossola. . Anche nel Piemonte e nella Liguria non mancano infine nomi di luoghi, che-i filologi interpretarono colla

pure fuori del- paese. Di questo comune non rimase traccia, talché il Burckhardt suppose che Alagna si chiamasse Pressmilch ai tempi dello Tacimeli; ma questa supposizione è distrutta da un documento del 1270, nel quale si trova già il nome Alagna (Bresslau p. 187).— Val d’Ayas si chiama la parte superiore della Val Challant. Rimane a occidente della Val Lesa ed è bagnata dall’Evanson, che si getta nella Dora presso Verrez. In codesta valle trovasi un piccolo distretto che si chiama Cantone degli

lingua tedesca. Federico Bluhme, per un esempio, derivò dal nome dei Langobardi o Longobardi, come suol dirsi co munemente, quello del forte Bard sulla Dora Baltea ( a ). Per altri nomi vedi il capo Vili della II parte. Chiuderò questa mia descrizione additando al lettore due carte topo grafiche speciali, una per le regioni veneto-trentina e friulana ed una per la zona piemontese. La prima va unita alla monografia di C. Schneller nelle Patermann’s Mittheilungen, ed è un lavoro egregio

di Macugnaga erano in relazione commerciale coi tedeschi dell’alto Vailese ed anche coi« Yalesani di Yalsesia » col quale nome è poco verosimile che il relatore abbia voluto designare i suoi abitanti di Alagna. — Lo storico svizzero Tschudi nel secolo XYI (Gallia Comata p. 251. Beschreybung des Alpgebirgs p. 30) lasciò scritto cbe nella Yalsesia superiore v'era un villaggio tedesco con Chiesa, detto Pre- smello (Pressmilch), i cui abitanti erano conosciuti come buoni muratori e tagliapietre, e si recavano

e i Celti ». — Frequenti nomi locali d’origine teutonica s'incontrano anche in altri punti attorno all’alta Valsesia presso Alagna (Gallo, o. c. p. 177-180). — « Nella Val Sesia (scrive il Molon, Nuova Antologia 1° ott. 1880 p. 484) riscontrasi qua e .là qualche traccia d’idiomi e di popoli germanici .... siccome .pure in Val d'Aosta sulla Dora Baltea. Secondo il Lana e l’avv. Ottone, alle tribù Liguri dei Salassi in questa re gione si-sovrapposero ad una certa epoca .alcuni elementi di razza germanica

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Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 242 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
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Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
eh’ essi godevano presso gl’ indigeni nell’ uso della lingua del paese. Col tempo i barbari impararono a parlare come tutta la gente in mezzo a cui vivevano; ma, a quell’ ora di già era in voga il vocabolo destinato a mettere in canzonatura la loro primitiva imperizia- — Del resto l’opinione del Bidermann non potrebbe trovare ap poggi, fra le più recenti ricerche filologiche, che in uno scritto di Max Müller (nella Zeitschrift del Kuhn, V, 11). Ma l’illustre filologo evidentemente modificò le sue idee

erronee le supposizioni dei due filologi tedeschi, spiegando in modo logica mente e scientificamente inappuntabile la formazione del dialetto di Trento. Io rimando quindi il lettore ai due lavori dell'egregio professore ( Gli idiomi pari, nel Trentino e l'Etno grafia trentina), lieto di conchiudere insieme con eBso che i Tedeschi non contribuirono alla lingua e ai dialetti d Italia che per quei tre o quattrocento vocaboli che ci fornirono,

intimo dei parlari dell’alta Italia s’accosta forse al tedesco piuttosto che al latino? Il genio d’una lingua risulta da una lunga evoluzione, è opera del popolo, non di pochi individui, e tanto meno di pochi forestieri ». Dire insomma che i Tedeschi formarono dal latino i dialetti del Friuli e del Veneto è una sciocchezza (‘): dire che l’imparano dagl’indigeni è lo stesso che am mettere che questi indigeni c’erano, e numerosi tanto, da creare più dialetti e imporli agli Alemanni che vivevano

della lingua così nel Trentino, come nelle vicine regioni d’Italia : Die eigenstliche Trägerder sprachlichen Entwi ckelung werden aber in Trentino so gut, wie in dem benachbarten Gegenden Italiens, von Alters her Gothen und Langobarden gewesen sein. Su questo punto, egli prosegue, dovrebbe insistere l’occhio dei linguisti e degli storici della civiltà più che finora non si fece ». Ed eccoci così tornati all’opinione del Bembo, del Varchi, del Muratori, del Tirahoschi e del Perticari, il quale, per

tacere degli altri, spiegava l’origine della lingua italiana affer mando che i barbari, a mo’ d’esempio, invece di dire, da mihi illum panem, dicevano: da mi il pane! (Parte 2 a della Difesa di Dante, cap. Vili). — Io per parte mia più che alle affermazioni del Bidermann credo a una curiosa tradizione filologica dei Friu lani, che con un solo vocabolo risolvono la questione. Questo vocabolo è il verbo slam- bardà « storpiare le parole » il quale ricorda senza dubbio i Longobardi e la poca auto rità

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 127 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
e dei Veneziani ebber costituito una specie di repubblica con propri diritti ( 2 ). 4° Devesi pure tener conto di quella parte d’azione che sui dialetti tedeschi delle Alpi italiane hanno esercitato, nella pronunzia, nella fonolo gia e nella sintassi, le favelle di ceppo latino ( 3 ). (') Chiese e scuole sono tedesche, dice il Bresslau, nella Val Lesa, e i colti uomini del luogo conoscono non solo il dialetto, ma anche la lingua letteraria (p. 188, Cfr. Schott, p. 135, 250),—Per i Tedeschi della

regione centrale, dove preti venuti da Germania erano mandati dai vescovi a reggere le parrocchie, duve si predicava in tedesco, e dove non man carono per un pezzo scuole tedesche, vedi i lavori e le pubblicazioni del Bergmann e del- l’Attlmayr, dello Schmeller e del Cipolla. Fra i tedeschi dei XIII comuni e quelli della madre patria si ha pure notizia di qualche matrimonio (Cipolla, Le pop. dei Xlll Comuni, p. 128. Carta dotale dell’11 nov. 1445). — Tuttavia nei comuni, dove la lingua scritta

di Milano pei comuni del Piemonte; gli Scaligeri, i Visconti e la Repubblica veneta pei Cim bri) furono sempre larghe di esenzioni, d'immunità e di privilegi ai Tedeschi delle Alpi. La povertà di quei comuni non permetteva che s’imponessero loro gravi carichila natura dei luoghi, dove abitavano, lor garantiva la libertà. Fornir milizie all'occasione e difen dere i propri monti da qualsiasi esterno nemico, ecco gli obblighi a cui principalmente eran tenuti. I Cimbri si mostrarono sempre assai

al mercato a. Varallo. — Per i dialetti embrici vedi Ascoli, 0 - e. p. 44; F. e C. Cipolla, o. c. Capo primo III, B. 51, p. 230, 232-33, 236-42. Vocabolario passim. Schmel ler, Cimbr. Wörlerb.-, Bergmann, Einleit. s. G. W. e Wien. Jahr. d. L. CXXI, Anz. Bl.’A ragion d’esempio sik lobet = si loda [è lodato) trovasi già nel Catechismo del 1602: nel dialetto dei' XIII Comuni meer = mare è ma'scol. coinè in italiano, mentre in tedesco è neutro. — Si noti inoltre che Marco Pezzo, fin dalla 2 tt metà del

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 92 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
importanti lavori del dotto professore trentino ('), che mai non prevalse in Trento e nel territorio all’ intorno l’elemento tedesco. Quale altro migliore argomento potrebbe immaginarsi per combattere Tipotesi dello Schmeller e del Bergmann? Se i Bavaro-tirolesi non poterono colonizzare stabilmente la valle dell’Adige che fino a un certo punto, come e perchè ne avrebbero lasciata indietro ima gran parte per andarsi a stabilire in luoghi men fertili e. più lontani, separandosi così per sempre

Longobardi e coi Bavari si chiude la serie dei vecchi popoli ger manici, di cui si potevano mettere a profitto le vicende per rintracciare l’ori- gine di quegli alpigiani tedeschi, dei quali il vescovo Pietro di Vicenza fin dal 1407 diceva « ab antiquo ibidem habitatores » (cap. I, pag. 15 nota 2). (') Degli idiomi ecc. — Etnografia trentina. — Libro della citladinanm di Trento. — I confini del Principato di Trento. ( ! ) Il prof. Carlo Cipolla ammette la parentela idiomatica, ma la spiega in modo

dalla madre patria, senza nem meno serbarne memoria in una qualche tradizione o leggenda? Del resto dei lavori di Bartolomeo Malfatti, non che dell’idea comune al Bergmann e allo Schmeller, e accettata in massima dal Kink, dall’Attlmayr, dal Pallmam, dal Czörnig, dal Biondelli e da’ sigg. Francesco e Carlo Ci polla ( 9 ), che una diretta parentela colleghi i cosidetti Cimbri e i Bavaro-tiro lesi, tornerò a parlare più oltre (cap. XI e cap. XIII. — Parte li cap. III C). Qui per altro, prima

di chiudere questa parte del mio lavoro dedicata ■ ai Bavari, mi sia lecito domandare, perchè mai, una volta che il germaniz- zamento del Tirolo tedesco si attribuisce ai Bavari e agli Alemanni, non si dee poter attribuire il germanizzamento delle altre regioni tedesche delle nostre Alpi a genti germaniche, salite lassù dal sud, auzichè discese dal nord. Anche per queste il come, il quando e il perchè del loro agglomerarsi su certi punti della plaga alpina ce li ha suggeriti la storia. Capitolo IX. Coi

diverso (v. Capo Sili). — È saa opinione infatti che i Tedeschi del Trentino e quei del Tirolo te desco non sieno stati mai geograficamente congiunti. « Il legame diretto, cioè senza interru zione di spazio, dei nostri coi Tedeschi della Baviera, dovrebbe essere convalidato da un fatto che è tutt'altro che provato, resistenza e la diffusione cioè del linguaggio .tedesco nel Trentino, nell’epoca di cui trattiamo (secolo XIII) » (C. Cipolla, Le popolazioni dei XUI Comuni p. 61), (’) Agostino Dal Pozzo

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 237 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
faccia un nobile d’origine tedesca, era e si dimostrò italiano, come deputato al Parlamento friulano nel secolo XYI, e come commissario della Signoria di Venezia per la questione di confine nella Carnia (‘). Il sig. Schneller parla altresì di certe abbazie di Tedeschi fondate nella Marca d’Aquileja dai patriarchi e dagli imperatori germanici ( ! ). Ma può chiamarsi questo-un argomento serio? Qui, nella nostra Romaici sono anche oggidì seminari, monasteri e istituti di tutte le nazioni. N'e

maggior valore ha la solita osservazione, che i patriarchi aquilejensi fino alla caduta degli Hohenstaufen furono quasi tutti tedeschi. La mia ri sposta è a questo proposito la stessa che per i vescovi di Verona e di Padova Basta confrontare le due serie di patriarchi, che si nomarono d’Aquileja e di Grado, per veder confermato il mio concetto intorno all’influenza dei potenti nella ^elezione dei vescovi. —La sede d’Aquileja fu per più secoli soggetta alla volontà dei principi germanici, e a partire

dal 1016, ossia da Poppo, can celliere delhimperatore Enrico II, noi vi troviamo Eberardo, Gosobaldo, Be- rengero, Singifredo, Enrico, Federico e TJlrico, figlio di Marquardo duca di Carinzia, tutti tedeschi e ligi tutti agl’imperatori, che li favorivano. — Valterus bavaro, già vescovo d’una città della Baviera, fu chiesto dal Capitolo aquile- jense e confermato dal papa Innocenzo III (a. 1204). —Poi venne Bertoldus, figlio del duca di Moravia (a. 1218) ; poi 6 patriarchi non tedeschi, fra i quali

tre Torriani di Milano: poi un francese, Bertrando da S. Genesio (1314); un bastardo del re di Boemia, Nicola (1350); un altro Tornano, Lodovico (1358) ; e un altro tedesco, Marquardus Nordlingus (1364) : poi un seguito quasi non interrotto d’italiani, fra i quali molti patrizi veneti (cornea Pa dova, a Verona, a Vicenza, a Trieste, a Grado) delle famiglie Tecchio, Barbo, Barbaro, Donati, Grimani, Gradenigo, Delfin ( 3 ). — All’ incontro fra i pa triarchi di Grado, a partire dall’epoca in cui

nacque la scissione del patriar cato d’Aquileja (a. 580), i nomi furon sempre latini; e questo perchè, come (') Della vita e degli scritti di Jacopo Valvasone e della sua Memoria sui passi del Friuli di C. A. Combi. Venezia, Visentini, 1876. — Paulo Fambri, La Venezia Giulia, ' p. 115-122). (’) Lo Schneller insiste specialmente sopra un'antica abbazia di Benedettini sul Fella, di cui si occupò anche il Bergmann nell’Archiv für Kunde Oesterreichisehen Geschichtsqueìlen (1849, II Band, 1“ e 2 a Heft

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 203 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
liberi o Arimanni dei castelli e dei villaggi, nella Marca trivigiana specialmente e nel Friuli, dovevan rimanere assai più strettamente legati all’autorità del signore e venivano compresi nelle vendite, nelle permute, nelle divisioni patrimoniali. Allorché gli uomini liberi cominciarono a formar corpo o comunità, gli uomini di Masnada non ebbero alcuna parte nel governo dei luoghi, ove abitavano. Ma coll’andar del tempo furono accolti nella Comunità, e moltissime carte, dice il Verci, provano che

le tradizioni del popolo italiano non sono mai venate meno un solo istante; il che vai quanto dire che non è mai venuta meno la gente sia per numero sia per forza morale capace d’imporle ai sopraggiunti. Bassano non fa eccezione al principio da me stabilito, anzi lo conferma. Eisulta infatti dai documenti finora pubblicati che al principio del secolo XIV quella città era tutta italiana ('), quantunque fosse cessata da soli quaraut’anni la dominazione di quegli Ecelini, cbe a parere del Bonato

i ma snadieri degli Ezelini erano sempre in Bussano tra i primi officiali del Comune. — Ciò posto, potrebbe credersi che gli uomini di Masnada fossero tutti tedeschi, ma questa non è la mia opinione, anzitutto per l’origine della parola, la quale è italiana e ci fa suppore cbe co- desti uomini altro non fossero in principio che dei servi addetti ad un manso. È posta infatti oramai fuor di dubbio la stretta parentela delle voci basso-latine e italiane mansio, mansum, mansus , magione, manso, maso, massa

, masnada ( mansionala, macinala, masnala, mastino, [masnadino = cane della cosa), massaio, masseria (Cfr. Diez, Elym. Wörterbuch d. Dom. Sprachen t, p. 258, 266). Oltrediehè il nome e la cosa, anche sotto la forma speciale d’isti tuzione militare, si ritrovano altrove, nel Ferrarese per esempio, come appare da documenti degli Archivi estensi (Murat. Diss. XIV, p. 801,802) e presso parecchi signori italiani, quali la contessa Matilde e il Pontefice (Ibid. p. 809, 810). — Leggo infine nella Storia degli

Ecelini del Verci, all’anno 1259, il seguente decumento (Voi. III, n. 243) « Actum manumissionis Nicolai de Margnano de Masnada Ecelini factum ab episcopo Tarvisino ». Quest'uomo di Masnada non è, a quanto sembra, un tedesco. (') Essa ottenne fra gli altri diritti l’indipendenza nelle cause civili e criminali. Infi niti del resto sono gli esempi di luoghi, terre e castelli, il governo dei quali, all’epoca in

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 119 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
— 119 compaiono nomi di teutonici o teotisci ('), consulti le pubblicazioni del Mu- ì raion, del Verci, del Dondi, del Gloria e deU’Attlmayr. . . \ Ma di quanti documenti si potrebbero citare a questo proposito il più degno d’essere riferito è senza dubbio il documento di Porgine. Esso è del- | l’anno'1166 (13 maggio) , e fu scritto nel cenobio di 'Valdo in Pergine ( )• j Gli abitanti di Eierozzo, Eoveda, Tignola, Erassilongo, villaggi del Perginese, | che politicamente dipendevano da Trento

, o al pari dei li discendenti de' Longobardi l’avevano generalmente conservata, quantunque anche la legge salica avesse acquistato proseliti per effetto della signoria carolingia e delle posteriori 1 immigrazioni. . i ( ! ) Edito dal Bonelli. Notizie storico-critiche intorno al b. m. Adalperlo , XI , n. 54. : Trento 1761. Vedi pure Montebello, Schneller, BidermanD, Benvenuti opp. cit. ( 3 ) Su 11’antichità di questi comuni del Perginese così s’esprime l'illustre Tommaso Gar ( Episodio del medio evo

, duecento e quattrocento anni cioè fin dal se- j colo Vili ( 3 ). — Uè vale il d-ire che queste parole possono essere un’espres- | sione notarile. Gli abitanti dei villaggi del Perginese non avrebbero insi- : stito con tanto ardore sul loro diritto, se non fosse stato consacrato da una ; ’ .1 i (') Qui occorre avvertire che non tutti i Tedeschi stabiliti in Italia, dei quali e fatta ì menzione nei documenti, erano teutisci e teutonici delle vere e proprie colonie germani che. Molti erano nomini

di ventura, pubblici ufficiali, signori feudali, ecclesiastici, soldati, gente insomma d'ogni fatta, venuta in Italia ell’epoca del feudalismo e del predominio gei- manico, dai Carolingi in poi. Di questi Tedeschi avventizi ce n’erano in tutto le città del l’alta Italia, e professavano - legge salica, alemanna, ripudila, come lor meglio piacesse. , Essi però non si debbono confondere con quelli delle colonie teutoniche, che avevano ! adottata la legge longobarbà fin dai tempi della longobarda dominazione

trentino, 1856)': « Lungo le due sponde (.del Fersinap parte pel piano e parte sull’erta montana, giacciono dei villaggi quasi tutti fondati nell’epoca delleprune immigrazioni barbariche, e specialmente durante il dominio dei Longobardi ». Quanto al j nome Mòcheni degli abitanti tedeschi del Perginese, rilevasi dallo Schmeller e dal Berg mann, dall’Ascoli e-dal Bonato, eh’essi per il vezzo che hanno d’intercalare nei loro di scorsi e d’introdurre in parecchie dizioni il verbo machen = machen (fare

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 182 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
quindi potremo passarcene con poche osservazioni. Secondo il Bonato, i famosi Ecelini, mercè le loro vaste possessioni fra il Brenta e il Piave e una fugace signoria nei YII Comuni e in alcune parti del ducato di Trento, avrebbero offerto valido sostegno agli Alemanni che quivi di già dimoravano, e ne avrebbero attirati degli altri. Ma quali documenti confermano la supposizione di simili inviti? Neppur uno (‘), e ben s’intende perchè. Quando il primo Etzel ( s ) accompagnò in Italia (') Vedi

Anche il Bonato crede che Teodorico abbia accolto gli Alemanni vinti da Clodóveo nella Rezia limitrofa all’Italia, e specialmente nella Valsugana ! Anche il Bonato dice che i Goti non abbandonarono l’Italia ed assegna ad essi in particolare la Valsugana, il Vicentino e il Trevisano , e sn questo punto ci troviamo in parte d'accordo, quantunque egli si sia limitato ad affermazioni generiche, senza tentare uno studio minuto e paziente delle ultime vicende della guerra gotica, per determinare

da un lato le ragioni che spinsero i Goti a cercar rifugio sulle Alpi, dall’altro i luoghi ove'do vettero cercarlo. Egli ritiene che i Goti, come gli altri sedimenti germa nici, abbiano occupato il piano per qualche secolo, prima di salire sui monti. Anche il Bonato fa speciale menzione dei Longobardi, e reputa che la presenza dei Greci nella Pentapoli non abbia potuto alterare la preva lenza delle razze germaniche nel resto dell'Italia settentrionale e occiden tale e specialmente oltre

il Po. Ma a proposito di questa prevalenza non occorre eh’ io ripeta idee già sottoposte al giudizio dei lettori. Parò sol tanto rilevare, come sia una gratuita asserzione, esclusa interamente dalla natura del dialetto cimbrico, quella che sieno rimaste in Italia, rifugiandosi sui monti, molte famiglie di quei 20,000 Sassoni che abbandonarono la penisola dopo la morte di Alboino. ir Benvenuti che accetta tutto per i suoi Mócheni del Perginese, non rifiuta neppur questi Sassoni (op. cit. p. 67). Rispetto ai Tedeschi

avventizi che richiamò in Italia la signoria dei Carolingi e degli imperatori germanici, credo infine superfluo ripetere le cose già dette, o anticipare quelle che dovrò dire in seguito.— Se non che alla prima epoca dei sedimenti alemanni, che si chiuderebbe col secolo XII, il Bonato ne fa seguire, come si disse, una seconda, che anderebbe dal XII al XIY. Ma qui egli stesso confessa, che le sue ricerche riuscirono intricate e puramente congetturali, sebbene non senza pregio, in difetto del meglio: noi

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 139 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
ne’ suoi possedimenti del Vallese, è segno che ce n’era bisogno, e uno scambio non avrebbe giovato a nulla. E si capisce pure com’egli vo lesse mettere a profitto la popolazione della valle d’Anzasca, se si considera che mentre la valle della Saass è coltivabile e abbastanza fertile, povero e nudo distretto alpino è invece la valle d’Anzasca, specialmente nella sua parte superiore, dove si trova Maeugnaga. — Ne vale asserire che il provvedimento (’) Bianchetti, II, 163; Gremaud, 30, 426; Bresslau

dall’altra, per porre un termine alle continue ruberie ed ostilità dei vaccari de'duo territori (‘). « Communis et homines de Mac-ugnaga » vi è detto, e son 'bastate queste parole per indurre il Bianchetti e il Bresslau ad affermare che Maeugnaga era stata popolata pochi anni prima del 1291. — Questo però a me sembra un modo d’argomentare molto arrischiato. — Nel documento del 1291 gli abitanti son nominati, perchè vi si tratta di loro e vi si discute diretta- mente dei loro interessi. Nei

precedenti son taciuti perchè quando, nel medio evo, si cèdeva, si vendeva o si collocava in feudi un luogo qualsiasi, s’in tendeva che la sorte del luogo fosse dagli abitanti seguita, e quindi spesso (che non intendo dir sempre) si riteneva inutile nominarli. — Poi non biso gna perder di vista il modo d’abitare di quei Tedeschi. Si trattava di mon tanari,'e pastori sparsi qua e là in poveri-casolari. Il Comune centrale di Maeugnaga aveva allora probabilmente pochissima importanza e quindi non se n’era

mai fatta menzione prima del 1291. Inoltre il dialetto di Maeugnaga ha la stessa impronta di vetustà degli altri dialetti dei Silvii e ha con essi stretta parentela, come si raccoglie dallo Schott (p. 145 e segg.) Non v’è dunque ragione per assegnare ai suoi abitanti un’origine più recente che a quelli della Yal Lesa, che lo stesso Bresslau ritiene popolata dai Tedeschi del Yallese fin dal secolo XI 0 (v. cap. X, p. 105). Il Bresslau crede che la colonizzazione sia stata opera dei signori

di Biandrate ed ecco come. — Y’è un documento del dicembre 1247 ( 2 ), secondo il quale gli abitanti della valle d’Anzasca oppressi da debiti e da altre an gustie avevano ipotecato i loro beni al conte Uberto di Biandrate. Non avendo essi potuto cancellar 'l’ipoteca, la valle cadde in proprietà del Conte. Una parte ne pervenne pure a Pietro del Castello, signore di Pormazza, ma già ]’8 giugno 1250 era di nuovo ceduta da quello al conte Gottofredo III di Biandrate; che ne sposava la figlia Àldisia

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 243 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
scomparso dalle campagne del Friuli (‘). Capitolo Vili. Io non ho altro a dire intorno alla pretesa preponderanza numerica dei Tedeschi sui Latini delFa/to Italia orientale dal VI al XIV secolo. — Ma nemmeno Yalta Italia occidentale ha trovato grazia presso taluni. Se oggi non vi sono isole di lingua tedesca tra quelle, del Veneto e del Trentino e quelle del monte Rosa, scrive il sig. Schneller, debbono bene esservi state nei primi secoli del medio evo. Ne è prova la terminazione in erigo (ted. ingen

) di molti paesi e paeselli, intorno alla quale ha scritto Giovanni Flechia ( ! ). Codesta desinenza si trova in circa 200 nomi locali, nella Lombardia e nel Piemonte, ed anche nella Svizzera italiana, nella Liguria, nella Toscana e .nell’Emilia. — Se non che il Flechia, quantunque ammetta che la si deve ai Tedeschi e non ai Celti od ai Liguri, come le altre, non meno frequenti, in ago ed asco, è ben lungi dal dedurne quelle conclusioni che ne ha e che trovano riscontro in altrettanti ch’essi presero

-romanischen com’ essi le chiamano. Ma a questo riguardo io trovo helle alcune pa role del Bonghi ( Lettera a Paulo Fambri , premessa al libro dello stesso Fambri, La Vene zia Giulia). « Se il friulano, egli dice, sia nn dialetto ladino o italico, è una questione, mi pare, che si può discutere con intera tranquillità di spirito.... È certo, però, che non se ne trae politicamente nulla; e se i Friulani non parlano un dialetto addirittura italico, ma sibbene romancio, non sono di certo meno italiani per

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 143 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
non lieve differenza, come già dissi, di fronte ai Walser dei Grigioni e del Vorarlberg, che il loro nome non hanno mai obbliato. Nella generica denominazione di Valesani di Valsesia, che oggi a rigore spettar dovrebbe ai soli abitanti di Alagna alle sorgenti del Sesia (tro vandosi Rima e Rimella in due vallate laterali alle sorgenti del Sarmenta e del Mastaloue, che del Sesia sono affluenti), io veggo piuttosto una prova del fatto, dì cui già feci parola al cap. ì, p. 20 nota 1, che cioè

l’elemento teutonico fosse un tempo assai più diffuso nella Val Sesia di quello che oggi nop sia dato supporre. Chiuderò questa discussione con alcune osservazioni generali. Il Bresslau trova un sostegno alle sue idee nel fatto che non si trovano documenti, in in cui si faccia menzione di quei Comuni come di luoghi abitati, prima del secolo XII o del XIII. — Ciò si può anzitutto negare per Ornavasco. Ma in ogni modo pare a me che non si possa approvare il metodo arbitrario adottato dal Bresslau, qual’è

oriundi del Vallese, dove pure signoreggiarono i conti di Biandrate. — Anche, le assonanze dei nomi Vailese, Val Sesia, Val Lesi, contribuirono forse alla formazione di storielle relative all’origine vailese dei Tedeschi del Piemonte, storielle che, a quanto sembra, caddero ben presto in dimenticanza, appunto perchè non avevano a fondamento la verità. Di quei cosiddetti Valesani non è infatti rimasta notizia che nello scritto di Gioacchino Annone (cap. I, p. 20 nota 1), il che costituisce una

quello di ritenere che l’origine dei suddetti villaggi rimonti proprio all’epoca in cui ne cominciano a parlare dei docu menti. Una volta che il Bresslau medesimo riconosce, che manca il materiale per stabilire l’origine sicura di Ponmatt, di Alagna, di Rima e di Rimella, non pub mancare o giacer tuttora ignorato in qualche archivio anche il ma teriale necessario per rendere indiscutibile la più remota esistenza di tutti i distretti tedeschi del Piemonte ? Dal 1000 indietro è un fatto che

regioni. Nè devesi del pari dimenticare la primitiva e tradizionale maniera di vivere e d’abitare dei Tedeschi in questione. Sparsi dapprima pei monti e per le valli, essi non dettero importanza che tardi al capoluogo (vedi c. VI, c. XI). Fu per effetto di questa loro maniera d’abitare e di vi vere che i Tedeschi del Monte Rosa, della Val d’Ossola, della Val Sesia, ri masero lungo tempo senza chiese proprie (Schott, p. 209); il che ammesso, si comprende facilmente come il villaggio abbia potuto

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Books
Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 133 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
sono diffusamente e dottamente occupati, Zingerle, Steub, Bidermann, Schneller ed Angerer. Oggidì Innsbruck ha ripreso l’aspetto che aveva prima del se colo XVII, ma i Tedeschi si lagnano ugualmente del perenne avvantaggiarsi e progredire dell’elemento italiano nel Tirolo tedesco ('). — E se np lagnino] pure. Noi Italiani non possiamo che rallegrarcene, nella speranza che col| tempo la nostra lingua, acquistando sempre terreno in tutti i distretti te-1 deschi e slavi di qua dalle Alpi fino

al Brennero e alle vette nevose delle \ Giulie, possa darci il diritto di aspirare anche per ragioni etnologiche a quei | •naturali confini, che la storia, la geografia e i bisogni della difesa nazionale ] ci assegnano. Che anzi si può ben dire fin d’ora che i Tedeschi del versante | meridionale delle Alpi e gli Slavi dellTstria e del Friuli orientale non ab- j biano, nella delimitazione etnografica della patria italiana, maggiore impor tanza di quella che hanno i Francesi del Piemonte, gli Albanesi

zur Nalionalitälsta- lisiik Oesterreichs. Bozen 1881. — A proposito dell'influenza della civiltà italiana sugli Slavi e i Tedeschi accampati di qua dalle Alpi ben si esprime Ruggero Bonghi nella lettera che serve di prefazione al libro di Paulo Fambri, La Venezia Giulia (Venezia Naratovich 1880 p. XXIII). « Questo suolo italiano ha conquiso durante i secoli i diversi occupator! suoi, ha cancellato sopra di essi lo stampo della nazione di cui erano, e n’ha impresso loro uno anovo, uno suo, quello del popolo

italiano. La ragione è il colore della civiltà nostra, del genio nostro, che non cessa di sopraffare ogni altro, e per una forza naturale, inerente, punto ajutata da nessuna delle forze nazionali nostre ». (’) Prospero Antonini, Il Friuli orientale. Milano Vallardi 1865. — Del Friuli, Venezia Naratovich 1813. — Riccardo Fabris, Il confine orientale d'Italia. Roma, Manzoni 1878. — Paulo Fambri, La Venezia Giulia. Venezia Naratovich 1880. — Il Fambri cita a pag. 1,2, 3 vari altri libri intorno

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Books
Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 154 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
giù si trattava d* un elemento tedesco quasi del tutto latinizzato fin dal- rxi secolo, adir poco, e che appunto per mezzo di questo elemento misto all’indigeno, cui concèdevasi dai Canonici e dal Comune di Verona l’uso dei pascoli e dei boschi nella Frizolana e in Erbezzo, sarebbe scomparso anche: quel tanto di pretta popolazione germanica, che ancora rimaneva nelle contrade meridionali e occidentali dell’ altipiano dei Lessini, se non fossero sopraggiunti à rinvigorirla ed accrescerla

i Teutonici del Vicentino (a. 1287). Ma e tempo di proseguire l’esame dei documenti, dai quali pare a me che risulti sufficientemente provata la presenza d’una popolazione stabile, quantunque scarsa, non solo in Calavena, ma anche nella selva Frizolana, in Porcara, Saline, Cerro ed Erbezzo, prima del XIII secolo. In nn documento del 969, gennaio 22, si trova nominata la Silva Hermanorum (Selva degli Alamanni), cioè la Frizolana che più tardi tro vasi dipendente dal Comune di Verona. Il Cipolla crede che

il nome Herma- norum non accenni a veri e propri abitanti, ma solo a gente che aveva diritto di tagliar legna e pascolare colà. Siccome però il documento concede per decreto di Ottone I agli homines incensiti del monastero di S. Maria all’Organo, abitanti in Zago, il diritto di pascolare, di seminare ed arare, con dominio sulle persone (capellationem, seminationem, arationem et per sonas) nella suddetta Silva Hermanorum; e siccome d’altronde gli abitanti della pianura sono esplicitamente nominati nel

stesso Cipolla, si tratta d’investiture a Tedeschi (p. 64-67 ecc.) l'aggiunta di todescus o di teutonicus ai nomi degl’investiti manca costantemente. f) Ottone I concesse ai suddetti incensiti (vale a dire — uomini soggetti a censo o tributo) di usare dei diritti di pascolo, semina ecc. nella Silva Hermanorum =sicut alii ata gini (come gli altri della Yalle Atesina). ( 5 ) Benché il testo dato dal Muratori (Ani. il. M. Aevi Dissert. XXXIV, T. Ili, p. 73, a. 969) abbia pascua, ho voluto seguire

la lezione e l’interpretazione del Sig. Cipolla, che ha letto il testo originale. ( 3 ) Vedi Parte II, Cap. Ili dove si ragiona degli Arimanni.

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