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Books
Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 87 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
abbiano osato superar Trento e Bolzano, o meglio, per esser più precisi rispetto alla regione tedesca del Trentino, la valle dèlFAvisio, 1° perchè la città di Trento e la valle inferiore dell’Adige, solcata da tre strade militari, con varie militari stazioni e parecchi castelli, erano cadute in potere di Narsete e dei Greci, e i Goti avrebber trovato sbarrata la via da percorrere; 2° perchè i Bajavari, approfittando della guerra che teneva occupati gli Ostrogoti in Italia, avevano di già incominciata

la loro invasione. — Lassù, nella valle superiore dell’Adige e nella valle delTEi-, sack, i Goti non . si sarebbero sentiti vicino ai Bavari irrompenti tanto si- curi, quanto nelle inen ricercate pendici alpine del Trentino e del Veneto, j Io credo anzi'che le poche famiglie che i Goti militanti avean lasciato, come / era loro costume, nei castelli della valle Atesina superiore, sieno fuggiti di- j nanzi ai Bajuvari, allo stesso modo che i Goti dalla parte d’Italia fuggivano ! dinanzi ai Greci

. I monti del Trentino e del Veneto, a sinistra dell’Adige, furono il luogo di ritrovo. — È inoltre assurdo per se stesso il supporre che l’affollamento dei Goti nella valle superiore dell’Adige sia stato tale, da renderli capaci di rimanere la razza predominante, quantunque sopraffatti e sottomessi dai Bavari. Io invece, per intender la persistenza dell’ elemento^ tedesco nella regione veneto-tridentina, non che nelle altre regioni, ho cre^ duto necessario ricorrere'non soltanto ai Goti, ma anche

nei quali il Thaler, il Dabn c lo Steub videro i discendenti degli Ostrogoti (Cfr. Egger. Geschichte Tirols I, p. 67, 70). 11 Tappei ner li giudica Bavari. 11 vero è forse che alcune schiere di Alemanni si vennero a stabi lire qua e là nel Tirolo occidentale, e ad esse poi si sovrapposero i Bajùvari (Malfatti, I confini del principato di Trento p. 8. « Già prima, ai tempi dei Goti, alcune schiere d'Aia- minni avevano messo stanza in qualcuna delle valli alpestri che dille sorgenti del Reno

si protendono a quelle delFIsargo (Eisack), accoltivi, da Teodorico come ospiti e quasi per grazia »). (') Procopio, De bello Goth. L. I, c. XI. « Deinde contractos undique Gothos omnes de scripsit». — Il sopradetto castello di Verruca è rodiamo Dosso di Trento.

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 188 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
, l’influenza italiana sia stata dal XVII secolo in gì il potentissima. Per provare del rimanente che il Trentino nella prima metà del medio evo divenne tedesco, i dotti alemanni sogliono ricordare di preferenza i Goti, i Bajuvari e i Longobardi. Ma prove irrefragabili dimostrano che i Goti si ritrassero sulle montagne, che i Bajuvari oltrepassarono appena il Noce, che i Longobardi divennero quivi italiani fors’anche più presto che in altre parti d’Italia, — Le prime due questioni ho. già trattate nella

prima parte di questo scritto (*). Quanto alla terza, fu già avvertito dal Gar (Pre fazione agli Statuti di Trento , p. XI) e ripetuto dal Malfatti (Idiomi del tren tino , p. 28), che nelle carte trentine e nel codice Vangiano non s’incontrano quasi mai professioni di legge longobarda; fatto singolarissimo che ne induce a credere, per legittima conseguenza, che le famiglie di stirpe longobarda, do- iciliate in numero piuttosto scarso nel Trentino, si sièno assai per tempo immedesimate colla

germanico et ita lico, utpote ex his nationibus conflata, quamquam longi sit major numerus Italorum ». (’) Della condizione di Trento sotto i Goti ragiona pure il Malfatti ( Idiomi , p. G). Poco a me rimane da aggiungere ai suoi argomenti. — Lo Schneller asserisce che Trento, distrutta dai harbari, fu rifabbricata e ripopolata di Goti da Teodorico; ma il fatto si è che l’incarico d'imprendere insieme a quei del paese la ricostruzione d’una città nel Trentino, ch'era forse la stessa Trento, danneggiata

oltre misura dalle invasioni, fu dato ai Feltrini e non ai Goti, (Cassiodoro Variar. L. V, ep. 9, Possessoribus Feltrinis). « In Tridentina igitur regione civi tatem costruì nostra praecipit auctor itas.... sed quia territorii parvitas magnitudinem operis sustinere non potest.... non decet paucos sustinere quod constat plurimis expedire ». — Oltracciò non è in dne sole lettere (Malfatti, Idiomi, p. 6) che Cassiodoro ha ricordato Trento e la regione tridentina (la precedente e l’ep. 28 del L. III

popolazione italica e abbiano perciò rinunciato al di ritto proprio per abbracciare l’indigeno.— Che tuttavia i Comuni rimasti sempre tedeschi abbiano preferito le leggi 'germaniche, è provato fino all’ evidenza dal noto documento di Pergine; mentre d’altra parte è fuor di dubbio che persino i feudatari più potenti, quali i signori di Pergine, di Castelbarco e (') Andreas Schott al principio del secolo XVII nel suo Itinerarium di già scri veva (Antwerpen, 1625) : « Utitur civitas haec (Tridentum) idiomate

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 85 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
l’elemento indigeno nella Val Venosta e in quel di Bolzano, dove i Bavari non riuscirono a stabilirsi soli damente, dove a lungo dominarono i vescovi di Trento. — Il germanizzamento del comitato di Bolzano e della Val Venosta si compì in epoca più recente per opera dei Conti del Tirolo e dei loro successori delle Case di Gorizia e d’Austria, come ha dimostratoli Malfatti nell’Archivio' storico per Trieste. lTstria e il Trentino (gennaio 1883, fase. I, voi. II. / confini del Princi pato di Trento

Quando i Longobardi occupando l’Italia giungevano a Trento, i Baju- vari o Bavari s’erano di già spinti dal Brenner fino a Salimi (Salorno), po che miglia sotto Bozen (Bolzano) ('). In capo a due secoli, dal VI all’Vili, codesto paese era diventato, per un buon tratto germanico, e le reliquie del l’elemento reto-romano, che i Germani non erano riusciti ad assimilarsi, si trovavano confinate e ristrette nei luoghi più romiti ed angusti e sulle piu aspre montagne (’). Restava tuttavia dominante

si è conservato qua e là nella zona germanizzata dell'Adige e del- VRisaci:, nel Wippthal, nel Pusterthal e persino nel Innthal. (’) Joseph Thaler, Geschichte Tirols. Innsbruck 1854. — Dahn , Rei> ebriefe aus Tini und Italien in Pratz Deutschen Museum 1863, p. 424 e segg. — Steub, Herbsttage in Tirol. Mün chen Ì861 p. U -9 e segg. — Schneller { Deutsch. und Römern, etc.).

p. 1-32). Dati questi fatti, a me non par certo probabile l’opinione del Thaler e di Felix Dahn, dello Steub e di Cristiano Schneller, che in buona parte del Tirolo si sia conservata fino ai nostri giorni la razza dei Goti, vale a dire fra i contadini dell’Eggenthal, del Sarnthal, del Burggrafenamt (Meran) e deiruitenthal, e più specialmente in quelli di Algund, di Mais e di Passeier, uomini e donne di belle e fiere e nobili sembianze, leali, manierosi, senza la solita rozzezza e balordaggine contadinesca

( 3 ). Crede lo Steub che sieno questi i discendenti dei Goti che una volta il re Teodorico vi mandò pen difen dere dai barbari irrompenti le Chiuse Retiche (Claustra provinciae). Ad essi ai Boi, elf erano di stirpe celtica, e agli Avari, ch’erano di razza finnica. — Visto che i dialetti della Baviera sono di puro stampo teutonico, e appartengono nella classificazione delle lingue germaniche al grande gruppo degl) idiomi alto-tedeschi, io credo che non si discosti dal vero chi ritiene che i Bavari fossero

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 54 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
guerra, che consi derata ne’suoi effetti avrà per noi grande importanza. Eiferisce il Maffei nella sua Verona illustrata (1. Ili) essere stata opi nione dello storico Mariani di Trento, che l’idioma germanico fosse portato sui monti del Veronese, del Vicentino e del Trentino, ai tempi di Giusti niano, dai Goti ('). Se non che al dotto veronese questa ipotesi non parve nemmeno degna di discussione. Io invece, studiandoci sopra, ho dovuto persuadermi ch’essa merita bene e meglio d’essere meditata

e discussa ; e di discuterla qui mi propongo per conchiuderne che i Goti, non da soli, ma insieme ad altre genti germaniche che verrò di mano in mano additando, dettero origine alle popolazioni teu toniche che dimorano oggidì o dimorarono per lo addietro alle falde delle (’) Mich. Ang. Mariani, Trento e il sacro Concilio. Trento 1673. — A pag. 585 si leg gono sui Tedeschi di Pinè le seguenti parole: «Hanno i Piu ai tri del ruvido all’habito e all’aspetto e parlano una lingua che ha del Gotico : non per

vicini a Trento di questa fama si nomina Cimbra, Pergine, Pinè, Fol- garia, Val Àrsa ed altri». — Anche il Co.Francesco di Caldogno, come appare dalla sua relazione altrove citata, riteneva che i Tedeschi del Vicentino derivassero parte dai Goti, parte dai Cimbri, e affermava ch’essi conservavano ancora l'antica forza d’animo e di corpo « serbando ancora la. fortezza ile corpi ed animi loro ».

adventum suum junxisset et exitum. Dd uu’altra lettera del segretario di Teodorico (L. 12, ep. 7) apprendiamo che nell’almo 506 anche il Veneto ebbe a soffrire per parte degli Svevi della Dalmazia. La lettera è diretta al Ca- nonicario del Veneto (Canonicario Venetiarum ) e concede ai possessori dan neggiati dagli Svevi l’indulgenza dei tributi della deeimaquinta indizione del regno dei Goti, la quale cadeva appunto nell’anno 507 a partire dal 493 : Suevorum incursione vastatis fiscum decimae

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 65 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
remo mano mano occupando.— Mi preme anzi di stabilire fin d’ora che non lieve contingente ai nuovi abitanti delle valli e dei monti del Trentino e del Veneto dev’ essere venuto dalle città della Rezia. La caduta del regno getico, l’invasione bajuvarica o bavarese nella Rezia settentrionale, l’occu pazione per parte dei Greci di Trento e della valle inferiore dell’Adige ( 3 ), dovettero spingere naturalmente i Goti della Rezia a cercare una dimora più quieta e più indipendente là dove sapevano che

in poi s’andò popolando di gente teutonica (‘); ed (') Conza, ad esempio, dove si rinchiusero i 7000 ausiliari goti di Baccellino, giace appunto a pie’ degli Apennini. 0 V’ha ohi s’è occupato degli avanzi dei Goti in Toscana (Leo, Introduzione alla storia degli .Stati italiani Cap. II. — Memorie c documenti per servire alla storia del Prin cipato lucchese Voi. I, p. 23). ■ ( 3 )-Clie Marsete occupasse anche Trento e la valle inferiore dell’Adige è provato, checché uè dica il Frapporti ( Discorso

trovati in nessuna delle condizioni sovra esposte, scomparvero coll’andar del tempo assimilati dall’elemento italico, allo stesso modo di coloro cbe avean forse preferito di rimanersene intera mente soggetti ai Greci nelle città e nei borghi delle diverse provincie ( s ) ; mentre i rifugiati delle valli piemontesi, e della regione montuosa del Tren tino, del Yeneto e del Friuli, favoriti dalle condizioni suddette, sopravvis sero e divennero centro di continui insediamenti germanici, dei quali ci ver

della storia e dalla condizione-dei Trentino sotto la dominazione dei Goti, dei Franco-Bojoari a dei Longobardi p. 128), dal seguente passo di Paolo Diacono (L. Ili, c. 9): «,Eo quoque tempore Narsis patricius. ..universos Italiae fines obtinuit ». Che questi confini d’Italia erano allora sopra Trento lo dice lo stesso Paolo (L; IH, c. 9) e lo lascia intendere in parecchi altri punti della sua storia (Cfr. Hormayr, S&mmtliche Werke I). ( l ) Il Herzel e Alberto Schott, per darne un esempio

, descrivendo le valli intorno al Monte Eosa fanno osservare che i piani superiori di esse, dove si trovano i comuni d ori gine tedesca, son divisi dalle abitazioni sottoposte da strette, selvagge e lunghe gole di monti, le quali dovevano essere di assai difficile accesso prima che fossero diradati i boschi e resi praticabili i sentieri dirupati.'—Vedi pure Molon, I sette Comuni del Vicentino.- Mupperg, Deutsche Enclaven in Italien. Petermann’s Mittheil. 1876.

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 38 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
, dicea Clau diano parlando appunto di cotesto fatto: ad, mores facilis natura reverti. Si consulti inoltre la Notitia dignitatum utriusque Imperii, compilata ap punto ai tempi d’Onorio, e si vedrà che nel numero dei Leti disseminati per le provincie dèi due imperi i Goti son rappresentati dai soli Grutungi.— Se i Goti minori che del resto furono accolti nella Mesia come foederati e non come Leti, rimasero sempre tranquilli possessori del suolo ad essi concesso, ciò avvenne perchè temperarono

potevano alienare il loro campo nè abbandonarlo, quantunque, soggetti com’erano alla leva, entrando nella milizia, potessero con pieno diritto percorrerne tutta la carriera. I Leti erano barbari offertisi da se stessi ai Romani e detti perciò peregrini. Essi conservavano in gran parte i costumi barbarici, e il terreno in cui vivevano era di loro proprietà, sebbene non potessero nè abbandonarlo nè venderlo. Aveano l’obbligo del ser vizio militare, ebe adempivano formando corpi a parte coi loro prefetti

che l’audace visigoto non intendeva rinunziare alla sua grande idea, l’espu gnazione dell’eterna città. Stilicene sapeva inoltre che la vallata dell’Adige era un valico di straordinaria importanza, sia riguardo a un nuovo tenta tivo dei Goti, che avrebbero potuto preferire quella via ai varchi delle Alpi orientali, sia rispetto a qualunque altra probabile calata di barbari nella penisola italica. Badagaiso tenne appunto quella strada invadendo nel 405 l’Italia. È egli dunque verosimile che

proprio ai fianchi di quella vallata l’astuto vandalo volesse collocare nella condizione di Coloni 6 di Leti (*) dei barbari di così dubbia fede quali erano i Goti, o potesse approvare chi per lui ne avesse fatta promessa, quando egli non era giunto ancora sul luogo? Nè agli stessi Goti, popolo avvezzo a guerreggiare, che aveva piena coscienza della propria forza e dei propri destini, e che non amava coltivare ■ i campi neppure dopo averli conquistati colle armi, avrebbe potuto piacere la condizione

di Leti. Una torma di Grutungi (Ostrogoti) alla quale Teo dosio aveva assegnato delle terre letiche nella Frigia attorno alla città di Nacolia, moriva di fame nella più fertile contrada dell’Asia minore. Cattivi e irrequieti lavoratori quali erano, i Grutungi spezzarono alla prima occa sione i loro attrezzi rurali e insorsero col loro capo Tarbigilo, che pure aveva il grado romano di tribuno, mettendo a ferro e a fuoco le circostanti provincie (*). Hos p arvae poterunt impellere causas — In scelus

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 182 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
quindi potremo passarcene con poche osservazioni. Secondo il Bonato, i famosi Ecelini, mercè le loro vaste possessioni fra il Brenta e il Piave e una fugace signoria nei YII Comuni e in alcune parti del ducato di Trento, avrebbero offerto valido sostegno agli Alemanni che quivi di già dimoravano, e ne avrebbero attirati degli altri. Ma quali documenti confermano la supposizione di simili inviti? Neppur uno (‘), e ben s’intende perchè. Quando il primo Etzel ( s ) accompagnò in Italia (') Vedi

Anche il Bonato crede che Teodorico abbia accolto gli Alemanni vinti da Clodóveo nella Rezia limitrofa all’Italia, e specialmente nella Valsugana ! Anche il Bonato dice che i Goti non abbandonarono l’Italia ed assegna ad essi in particolare la Valsugana, il Vicentino e il Trevisano , e sn questo punto ci troviamo in parte d'accordo, quantunque egli si sia limitato ad affermazioni generiche, senza tentare uno studio minuto e paziente delle ultime vicende della guerra gotica, per determinare

da un lato le ragioni che spinsero i Goti a cercar rifugio sulle Alpi, dall’altro i luoghi ove'do vettero cercarlo. Egli ritiene che i Goti, come gli altri sedimenti germa nici, abbiano occupato il piano per qualche secolo, prima di salire sui monti. Anche il Bonato fa speciale menzione dei Longobardi, e reputa che la presenza dei Greci nella Pentapoli non abbia potuto alterare la preva lenza delle razze germaniche nel resto dell'Italia settentrionale e occiden tale e specialmente oltre

il Po. Ma a proposito di questa prevalenza non occorre eh’ io ripeta idee già sottoposte al giudizio dei lettori. Parò sol tanto rilevare, come sia una gratuita asserzione, esclusa interamente dalla natura del dialetto cimbrico, quella che sieno rimaste in Italia, rifugiandosi sui monti, molte famiglie di quei 20,000 Sassoni che abbandonarono la penisola dopo la morte di Alboino. ir Benvenuti che accetta tutto per i suoi Mócheni del Perginese, non rifiuta neppur questi Sassoni (op. cit. p. 67). Rispetto ai Tedeschi

avventizi che richiamò in Italia la signoria dei Carolingi e degli imperatori germanici, credo infine superfluo ripetere le cose già dette, o anticipare quelle che dovrò dire in seguito.— Se non che alla prima epoca dei sedimenti alemanni, che si chiuderebbe col secolo XII, il Bonato ne fa seguire, come si disse, una seconda, che anderebbe dal XII al XIY. Ma qui egli stesso confessa, che le sue ricerche riuscirono intricate e puramente congetturali, sebbene non senza pregio, in difetto del meglio: noi

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 126 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
non tanto recente di codesti alpigiani quello di re carsi per un po’ di tempo in altri paesi, e specialmente in Isvizzera, nella Alsazia e Lorena e in tutta la Germania meridionale, a lavorare ed a eser citarvi mestieri diversi ( 2 ). — Queste relazioni debbono pure aver contribuito (') Il contrario fn, a dir vero, asserito da un poeta del secolo XV (Francesco Coma da Soncino a. 1477), citato dal Venturi ( Storia di Verona p. 6) e dal Da Schio (o. e. p. 100). «La lingua loro al germanico pènde

3 6 Se le relazioni dei montanari tedeschi delle Alpi italiane colla madre patria furono in generale scarse e difficili, ciò non vuol dire che tos- sero nulle e impossibili II conte di Caldogno nella nota sua Relazione al doge Grimaui di Venezia scriveva, che sebbene codeste genti derivassero parte dai Cimbri e farte dai Goti, pur s’intendevano fra loro, e anche con gli altri popoli della Germania: « in qualche parte hanno questa inlelligen- tia anche con il resto delle genti d'Alemagna

(') ». Dai Mócheni e dalla \ valle dell’Àvisio al Tirolo tedesco non c’è grande distanza, e dai Mócheni ai \VII e ai XIII Comuni si aveva una linea non interrotta di Tedeschi. — Delle prelazioni che ebbero ed hanno alcuni villaggi tedeschi del Piemonte ,(spe- cialmente Gressoney, Macugnaga e Ornavasco,: ch’è sulla via del Sempione) con quelli del Vallese e della Svizzera, del Tirolo, del Vorarlberg e di al tre regioni germaniche, parlarono nei loro scritti lo Schott e il Bresslau. Era ed è infatti un uso

nel 1553 al Governo di Milano che quei di Macugnaga avevano allora col Vailese continuò commercio e coi Vailesi stringevano pure parentadi (Bresslau, p. 190). Lo stesso Bresslau, discorrendo dell’ industria e del commercio degli abitanti della Val Lesa (p. 188), così conehiude : « Per queste relazioni commerciali colla Svizzera' e colla Germa nia meridionale, che hanno condotto alla fondazione di ricche case Gressonesi a S. Gallo, ad Augusta, e a Costanza, l’uso della lingua tedesca

, si è conservato finora a Gressoney ». Cfr. Paolo Kind, Giuseppe Farinetti, Carlo Gallo, (opere citate).—In tutti i comuni del Piemonte, per là frequente, sebbene temporanea, emigrazione degli uomini, il.sesso femmi nino supera di molto il mascolino. . '

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 122 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
antichi del mittelhochdeutsch. Non si hanno studi speciali sugl’idiomi delle sporadi germaniche del Trentino; ma è ormai riconosciuto che una stretta affinità li collega al lin guaggio dei VII e dei XIII comuni (Schmeller U. d. s. C. p. 590 ; Ascoli, Studi crìtici I, p. 41). — Il Dal Pozzo (Mem. istor. dei VII Com. p. 75) così ne scrisse: « Un avanzo del dialetto tedesco che parlavasi nella Valsugana con servasi ancora nel monte di Roncegno e in alcuna delle Curatìe montane di Pergine, il quale

/ die’ compimento Giuseppe Bergmann, conservatore del medagliere imperiale a Vienna (n. 1796, m. 1872), che pubblicò il vocabolario Cimbrico ( Cimbrisches Wörterbuch) dello Schmeller con un’ introduzione e un saggio di grammatica (a. 1855).— A quasi identiche conchiusioni venne lo stesso Bergmann per i dialetti del Friuli, e anche più indietro risalì il Mupperg, che con siderò i comuni di Sauris e di Sappada come ultimi rappresentatiti degli antichi comuni tedeschi della regione friulana ( Alt

Deutschen Gemeinden Friauls), e volle dimostrare con prove filologiche che il dialetto degli Zcthrer (abitanti di Sauris) si collega direttamente agl’idiomi dei Goti e dei Lon gobardi (Petermann’s Mittheilungen 1876 ; Aus allem WelUheilen. Iui. 1880). — Non meno notevole infine è il giudizio profferito da Alberto Schott, nell’opera Die Deutschen Colonien in Piemont , intorno ai dialetti tedeschi del monte Uosa, che cio'e piti di qualunque altro dialetto della Germania meridionale, essi presentano

i caratteri del m. h. d. e in certi casi anche dell’a. b. d. quali ci si offrono nei documenti dell’XI e del XII secolo. — I dialetti della Svizzera alemannica corrispondono alle lingue dei secoli XIII e XIV. ' Quelli dei Tedeschi del monte -Rosa ci riconducono al XII e fors’an- che piu indietro alla vera e propria epoca dell’a. h. d. (p. 174). Le tracce di questa vetustà lo Schott addita dalla pag. 181 alla pag. 187, riferendo da ultimo anche l’opinione del Leo, che parimenti trovò quei dialetti più

infirma le mie congetture, perchè i Goti, i Bugi, gli Eruli, i Gepidi, i Lon gobardi, gli Alemanni, i Borgognoni, i Franchi, i Bavari, tutti insomma i popoli germanici, dei quali ho trattato in questo mio scritto, parlarono lin gue da cui si svolsero piuttosto i dialetti dell’alto che del basso tedesco. I due rami principali dell’antico alto tedeseo, ossia dell’antica lingua teuto nica meridionale, erano, nell’età di mezzo, il francìco e Yalemannìco. — Il gotico, per caratteri speciali e per la sua

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 83 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
, e i monti e le valli più settentrionali e'meno ricercate dello stesso. Frjuli. — Nè qui si deve credere che da quel tempo sia scomparsa ogni traccia d'elemento longobardo nella nobiltà friulana. Erano longobardi •Agio ne , uno degli ambasciatori di Oarlomagno a Bizanzio l’anno 811, Eberhard (disceso dal duca Gisnlfo) margravio del Friuli negli a. 836-868, Leone ■ patriarca d’Aquileja, ucciso ranno 827 da Rodoaldo, anch'esso■ longobardo. Ghe più ? Una 'parte dalla nobiltà friulana-conservò l’uso della

delle Alpi Gamiche, fra. le sorgenti della Piave e del Tagliamelo (‘), e anche sui monti che costeggiano il corso superiore di questi fiumi, dove tuttavia, insieme alle altre ■ genti teutoniche che fin dai tempi di Narsete vi avevan cercato ricovero, soggiacquero all’elemento latino più presto che in altri luoghi meno aperti e meno accessibili (v. cap. IX; cfr. Parte II, cap. VII). Volgendoci prima di chiuder questo capitolo alla , regione piemontese, dove pure collocammo Goti e Longobardi, non

dobbiamo dimenticare che la storia delle irruzioni barbariche ne porge il destro di additare anche in altri elementi un contributo alla popolazione teutonica delle Alpi Pennine e Leponzie. Non è soltanto sul versaute meridionale, bensì anche sul versante opposto che i recessi alpini hanno favorito la conservazione di antiche, stirpi teuto niche; il che ognun vede quanto valore aggiunga alla mia tesi. — I Bor gognoni che nel V secolo fondarono lungo il corso del Rodano e verso oriente fino all’Aar

un forte regno, caddero nel VI secolo sotto la franca signoria pur rimanendo uno stato a se. Nel corso del secolo IX, in cui si stabilirono i limiti linguistici fra Germani e Romani secondo i confini politici di quel tempo, la più gran parte del regno borgognone adottò la lingua del paese, e soltanto nelle valli più nascoste delle Alpi, nell’alto Vallese, neirUechtland, nel Berner Oberland e in qualche altro distretto della Sviz zera si conservò l’antica lingua burgundia o borgognona, trasformata e tra

legge longobarda .fino al secolo XV (F.'di Manzano, Annali del E,riuli I. Udine 1858. Cf. patte II cap. VII): (’) Il Mupperg (dott. Lotz) crede discesi dirèttamente dai Longobardi gli abitanti di Sauris; ma il Czörnig [Die Deutsche Sprachinsel Saitris p. 3-5) impugna questa tesi. Noi ci contenteremo di.mettere il longobardo nel novero degli elementi che contribuirono alla formazione delle isole tedesche del Frinii. Il fondo della popolazione teutonica, fu verosi- tnSlmente costituito anche;qui dai

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 175 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
, plurimos in Liguria et Venetiis extinxcrat ». Queste parole, se confermano cib che scrisse Procopio intorno alla peste e ai morbi, attenuano altresì e modificano, piti di quel che non paja, la de solante descrizione dello storico bizantino. Se nella Liguria e nel Veneto non avessero allora avuto stanza che dei Germani, il Warnefrido non avrebbe detto Ronfgini. E se questi Romani fossero stati pochi, e la pestilenza non ne avesse lasciati in vita che pochissimi, lo storico longobardo non si sa rebbe

contentato di dire plurimos ext'mxerat. Il motivo stesso del ritegno dei Romani a resistere non fu tanto la scarsezza del numero, quanto un di sperato sgomento nel vedersi piombare addosso i Longobardi tre anni dopo essere stati colpiti da quel flagello. La frase virtus non erat Romanis vali damente conferma questa interpretazione. Siamo giunti così ai Longobardi, e anche a questo popolo il sig. Schnei- ! ler concede più di quel che gli spetta. Esso avrebbe ripopolato le regioni) del Veneto e del Friuli

, dopo averle disertate ai tempi di Clefi e del go verno ducale: ma a tal proposito giova riferire alcune parole del Malfatti (Etnografia trentina) « Che i conquistatori formassero il grosso della popo lazione mi pare contraddetto dui fatti, scrive il valente professore dell’Isti tuto superiore di Firenze, dei quali non accennerò che il rapido disparire dei Goti, e la necessità in cui fu Alboino di aggiugnersi per la conquista dell'Italia alcune migliaja di Sassoni, i quali, com’è noto

, si ricondussero più tardi di là dalle Alpi. Le stragi dei Romani, di cui parla Paolo Dia cono ai tempi di Clefi e del governo ducale, colpirono i viros potentes et nobiles; gli altri furono ridotti alla condizione di tributari coll’obbligo di pagare ai conquistatori il terzo dei prodotti del suolo. Ma se i. Goti e i Longobardi avessero formato il più degli abitatori, perchè non appropriarsi addirittura i terreni? perchè accontentarsi di un terzo dei prodotti? Forse mi si opporranno le civitates subrutas

ed i populos , qui more segetum ex creverant, extinctos, di cui parla pure lo storico longobardo. Ma è rettorica del buon Paolo;: sono iperboli che contrastano con quello che narrò prima egli stesso’; avvegnaché nè gli anni di Alboino fossero stati tali che la po polazione dei vinti avesse potuto diventar folta come le spighe; nè s’abbia memoria allora o poi, meno per Padova, Cremona e Oderzo, di popolazioni massacrate e di città distrutte. Anzi le città, abitate quasi per intero da (') De Gestis

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 174 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
non avevan voluto lasciargli libero il passo, lo Schneller non fa parola, quasiché i' Franchi sieno rimasti sempre tranquilli possessori delle terre conquistate sotto il re Teodeberto. Andando innanzi di questo passo, il sig. Schneller non ha neppure so spettato tutto quello che io dissi intorno agli Alemanni vinti da Clodoveo, ch’egli ritiene sieno stati accolti tutti nella Re zia italiana, e intorno al passo d’Ennodio, ch’egli prende alla lettera. (Gfr.cap. 1Y della l a Parte). — Non un motto

della fine dei Goti, bastando averli messi in conto per accrescere il numero dei Tedeschi dell’alta Italia.— Non un motto di Agazia, di Menandro Protettore, di Mario Aventicense, e (Ji quanti altri ci hanno servito di guida nel delineare gli ultimi eventi della guerra gotica. — Il solo Procopio è nelle grazie dello Schneller, perchè nella sua Storia arcana si legge, che fin dal tempo della guerra tra i Goti e i Greci la Liguria o Gallia transpadana ed il Yeneto appartenevano in gran parte ai Germani

parla lo storico bizantino, altri non erano che i Franchi e i Goti, dei quali già sappiamo quali furono le ul time sorti; mentre rispetto alla descrizione dell’immensa solitudine dell’Ita- lia superiore e dei funesti effetti delle pestilenze, delle guerre, delle inva sioni, è fuori di dubbio che Procopio amò esagerare. Belisario, del 'quale era segretario Fautore della Storia arcana, non si è mai spinto oltre il Po, nè il suo segretario può quindi aver parlato per aver visto co’ propri occhi

. — Lo stesso Schneller riconosce che se ogni irruzione di barbari avesse costato ai Romani 200000 vittime, il conto salirebbe a qualche milione, mentre le lettere di Cassiodoro provano chiaramente, che, quando regnava in Italia Teodorico, gl’indigeni non facevan difetto nel Friuli e nel Yeneto (’). O Per il Friuli è notevole la letteta 26 del L. XII (furiarum), dove si ordina di sospendere, per la mala riuscita dell' ultimo raccolto, certe somministrazioni dì vino e di frumento, eh 1 erano prescritte pei

et Curialibus Fo- rofuliensibus ), — Dello stesso genere della lettera 26 del L, XII è la lettera 7 del L. VII al Canonicario del Yeneto ( Canonicario Venetiarum). Cfr. X. VII, ep. 9 Possessoribus Fel- trinis e L. X, ep. 7, dove si parla dei granai trevigiani (Ex Tarvisìnis atque Tridenti nis horreis).

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 66 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
io colle mie argomentazioni sugli estremi sforzi dei Goti, dei Franchi e de gli Alemanni contro la greca dominazione ho inteso appunto di cominciare la lista di cotesti fuggiaschi e venturieri, che non deve qui terminare, ma si accrescerà in appresso di nuovi elementi, anche d’altra natura, sì da por gere una spiegazione probabile della larga estensione che fra Trento, Verona e Bassano, intorno al Monte Rosa e in alcuni distretti del Friuli ebbero per lungo tempo le colonie germaniche

, quando si videro privi della signoria eh’ erano avvezzi a esercitare, e di quel terzo delle terre d’Italia, di cui fino allora avean goduto il possesso. Se ciò non basta, tutta Tantica storia d’Italia è là per dimostrare come le prische popolazioni ehe successivamente han dominato sulle pianure del Po e del Veneto, costrette a cedere il posto a nuovi dominatori, sempre cerca rono e rinvennero sulle Alpi facile scampo e libera dimora. Lassù corsero i Liguri cacciati dagli Euganei e dagli -Umbri

o Italioti ; gl’ Italioti e gli Euganei incalzati dagli Etruschi e dai Veneti ; gli Etruschi sopraffatti dai Galli o Celti; i Celti in lotta tra loro e coi Romani (‘). Dello stesso fatto ci fornisce prove luminose la storia dei Pirenei, dei Carpazi e del Caucaso. Dello stesso fatto abbiamo un altro esempio nelle Alpi medesime, dove una parte degli abitatori indigeni della Rezia settentrionale e centrale fuggirono dinanzi alle invadenti fiumane degli Alemanni e dei Bavari dal nord e dal l’ovest, degli

(Bidermann, Die Romanen p. 125, nota 2). Della città di Trento si legge nel Viatorium di D. Frühling (Ulm 1644. II, 114) « Italorum refugium est cum quid in fortunii illis occurrit ».

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 239 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
, debbono aver accresciuta co- desta esotica nobiltà feudale di parenti e di amici chiamati dalla patria. Di questi signori e possessori tedeschi, che dominarono nel Friuli dal se colo X al XII, il sig. Zahn ne rammenta parecchi (p, 15). — Cita pure ve scovati e monasteri germanici che avevano dei beni nel Friuli (p. 16). — Ma con tutto ciò alla metà del XIII secolo gli effetti della colonizzazione ba ronale- erano di già cancellati e il ßomanesimo aveva ripreso definitivamente il disopra

difetto neppure dentro i merlati castelli, che i nuovi baroni s’erano fabbricati nei loro feudi. — Il libro del pro fessore v. Zahn è giunto a proposito per ribadire nell’animo mio que sta persuasione. — Io vi trovo infatti asserito che i signori tedeschi non debbono aver condotto seco nel Friuli colonie di contadini, perchè già v’erano braccia sufficienti di Beto-romani e di Slavi per maneggiare la zappa e l’aratro. Chi venne di Germania dietro a qualche barone più potente, lo fece per ragioni

personali, e avuto in feudo un pezzo di terra e un po’ di bestiame, si cacciò fra la popolazióne indigena o si stabilì insieme con altri (') Cfr. Partè I, cap. IX in fine. Nella prefazione p. 2, il Zahn mostra di conside rare il Friuli corae l’ultima stazione deirimmigrazione gotica nell’alta Italia, e ciò collima mirabilmente colle idee da me espresse a questo proposito nella l a Parte. (’) Ognuno vede come queste idee dei sig. Zahn escludano interamente quanto asse rirono lo Schneller e compagni sulla

(p. 67). — Questa moderazione del sig. Zahn hanno opportunamente rilevata nelle loro brevi recensioni del libro Die Deutschen Burgen in Friaul, l'avv. G. Marcotti di Firenze (Fanfulla n. 46, 1883, 18 febb. — Un tedesco in Italia — firmalo Aristo) e il sig. Carlo Cipolla (Archivio veneto 1883, fase. 5°, p. 175-178).

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 114 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
Il doti. Trienti parla della maniera di costruire dei montanari tirolesi ; ma più importanti ancora a quésto proposito, per un richiamo storico ap-: plicabile a tutte le colonie teutoniche delle nostre Alpi, sono le osserva- ziovi di Alberto Schott sui comuni tedeschi del Piemonte ( Die deutschen Colonien in Piemont, p. 120 e segg.). — Lo Schott osserva infatti che in essi riscontrasi l’antico costume germanico, quale ci fu descritto da Tacito e da Ammiano Marcellino (‘). Il centro del paese

, vale a dire il principal gruppo di case, è costituito dalla chiesa parrocchiale con altri edifìzi addossati alla chiesa stessa (casa del parroco, casa del sindaco, scuole, albergo, eco.): il resto delle abitazioni è disperso per disianze anche lunghe in casali od in case isolate, alla maniera degli antichi Tedeschi e dei moderni Svizzeri, mentre si sa che i Eomani formavano dei villaggi con fabbricati continui e insieme aggrup pati (‘). — Ma c’è di più. I nomi dei casali son d’origine puramente

i Goti abitato sulle Alpi, dovevano essere del genere sopra descrittole il fatto stesso che i Goti, vinti dai Greci, si sparsero un po’dappertutto, è una (') « Nullas Germanorum populis urbes habitare satis notum.est, ne pati quidem inter « se junctas sedes. Colunt discreti ac diversi, ut fons, ut campus, ut nemus placuit » (Tacito, Germania, 16). — « Vicos locant non in nostrum morem connexis et cohaeren- « tibus aedificiis: suam quisque domum spatio circumdat, sive adversus casus ignis reme ge dium

, sive inscitia aedificandi » (Germania, 16). — « Territoria habitant, ipsa oppida « ut circumdata retiis busta declinant » (Marcellino, XVI, 2). (’) L unica eccezione a questa regola pei villaggi tedeschi del Piemonte- è Iti mella, perchè si trova in una stretta valle, cinta dà monti. Quivi le case si dovettero raggrup pare per necessità. Si noti che il costume delle abitazioni separate, comune un dì proba bilmente a quasi tutte le stirpi teutoniche, s'incontra ai giorni nostri solo in quei paesi

germanici, che meno soggiacquero alle influenze esterne e alle mutabili vicende del tempo (Westfalia, Foresta nera, Alta Svevia e Svizzera). Sulle nostre Alpi codesto costume s’è conservato specialmente tra i Silvii e a Sauris nel Friuli, certo per la stessa ragione.

15
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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 41 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
s'accórse che fra l’imperatore e il re dei Visigoti si ventilavano degli accordi, profferse i suoi servigi ad Onorio, si diè a molestare le truppe d’Alarico e d’Ataulfo, e potè a questo modo man dare a monte quelle trattative che vedea di mal occhio ( a ). Come spiegare questa pertinace avversione di Saro per Alarico, se non supponendo ch’egli sia stato Panima della diserzione dei Goti nella valle dell’Adige? Quel brusco distacco aveva forse reso impossibile ogni ravvici namento fra lui ed il suo

re. Sozomeno infatti (L. IX, c. 9) dice .ch’egli era sospetto ad Alarico per vecchia inimicizia, e Zosimo racconta (L. VI, c. 13) che Alarico ed Ataulfo gli erano ostili per una certa scissura nata già da un pezzo fra loro, ex. nvog rcQoXaßovurjg àXXoxgiótiytog. Questa scis sura, dappoiché Saro appare per la prima volta al servizio dei Romani l’anno 405, può credersi che avesse principio appunto nella valle dell’Adige l’anno 403. Gli storici ch’io citai noi dichiarano, ma costoro eran greci e riferirono

, IX, 9. — Filostorgio, XII, 3. — Ataulfo e Savo seguitarono a combattersi nella Gallia, e Saro dovette alfine soccombere. ( J ) L’idea vaga e indeterminata ch’ebbero di codeste discordie dei Goti gli annalisti e i cronisti non contemporanei fe’ nascere ed accreditò Topinione che Badagaiso e Alarico discendessero insieme in Italia l’anno 400, e costretti a ritornarsene indietro, sorte fra loro discordie inconciliabili, ridiscendessero separatamente, l’uno nel 405, l’altro nel 408. —Il breve lasso di tempo che corse

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 58 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
momento della ribellione, riman sempre escluso cbe i Rugi fossero rimandati alle antiche stanze, perchè nella Vita di s. Epifanio d’Ennodio e ü&WH isto ria miscella si legge che l’anno 493 i Rugi occuparono Pavia, abbandonata dai Goti e vi rimasero due anni, cioè fino al 495 (') ; perchè il Rugiland. fu occupato dal 488 al 505 dai Longobardi, cui successero gli Eruli ( 2 ) ; perchè infine i Rugi erano ancora in Italia l’anno 541, allorché, morto il re goto Ildibaldo, fu improvvisamente gridato

tamen (Rngis) integrum fere biennium exegil (Epipha nias) taliter , ul ab eo flentes discederent , etiam ad parenles et familias regressuri. Se que sto è il passo , donde il Balbo ha tratta la persuasione che i Rugi vennero rimandati in patria, dopo essersi ribellati, io non so. Ma questo so e tengo per fermo, cbe il ritorno alle famiglie non può significare partenza dallTtalia. Non avevano essi valicate le Alpi con le donne e i fanciulli dopo aveq lasciate deserte le prische sedi del Rugiland

? Le loro fa miglie eran dunque in Italia, e i Rugi che occuparono Pavia altro forse non erano cbe un distaccamento militare quivi acquartierato per ordine dello stesso Teodorico, avendo dovuto i Goti abbandonare momentaneamente quella città. (‘) Di queste occupazioni del Rugiland per parte dei Longobardi e degli Eruli dovrò discorrere più oltre. (Capo ¥1). ( 3 ) Procopio, De bello Golii. L. Ili, c. 2.

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 67 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
danubiane, mentre i re Fran chi avean cessato d’occuparsi dei possessi d’Italia e non pensavano affatto a rinnovare la guerra coi Greci. Ma come avvenne che dei Goti più non s’ebhe notizia dall’epoca della loro disfatta, e del nome loro non rimase verun indizio sulle Alpi? — Egli è che presso i popoli della Germania il re era il simbolo della nazione. Collo sparire della monarchia spariva il nome del popolo e nessuno più se ne occu pava.— Così fu degli Eruli, così dei Bugi, dei Vandali e d’altre nazioni

prevalsero gli appellativi di Theutonici o Theotisci , finche a solleticare l’amor proprio di quei montanari non sorse la leggenda dell’origine cimbrica. Con tutto ciò ai tempi di Carlo Magno rimaneva ancora qualche ricordo del nome gotico in Italia. Quel Teodulfo, uomo assai dotto, che da Carlo imperatore ottenne la badia di Flenry e poi il vescovato di Orleans, era di nazione italiano e discendeva dai Goti. Egli stesso infatti racconta che, an dato a Narbona, quivi trovò un resto di Visigoti, che

lo riguardarono come loro parente (‘). (') Mabillon, Annales Banedict . L. XXVI, c. 36 ad annum 794. — Theodulfus in Pa- raenes. ad. Judices : Mox sedes, Narbona, tuas, urbemque decoram Tangimus, occurrit quo mihi laeta cohors: Relliquiae Getici populi, simus Hespera turba, Me consanguineo sit duce laeta sibi. Quanto ai Goti, che, giusta un’opinione del Trova, avrebbe condotto in Italia Alboino, re dei Longobardi, vedi il capitolo seguente.

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Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 75 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
congettura del Muratori è dunque sostenibile, e in questo caso non deve far meraviglia che gli Svevi e fors’ancbe i Gepidi e quanti altri Germani accompa gnarono i Longobardi, abbiano scelta la lor sede tra l’Adige e il Bacchigliono. . Essi furono per certo attratti, come i Longobardi, dalla presenza di genti | del’a stessa lingua, che abitavano sui monti e colle quali più facilmente e| più volentieri che cogl’indigeni romani poterono nei primi tempi della lor ' dimora in Italia stabilir

commercio e relazione, — Se peraltro.i profughi Goti, Regi, Franchi, Alemanni ed Eruli avevano naturalmente evitati in quei paraggi i luoghi più aperti e popolosi, può ben essere che appunto questi 5 luoghi abbiano occupato gli Svevi e gli altri Germani, per espressa volontà j dei Longobardi, onde non sfuggissero alla sorveglianza del re a dei duchi, ;j che intendevano d’aver sovr’essi piena signoria. Fu per sottrarsi a questa -l sudditanza che i Sassoni partirono d’Italia. Come i barbari che li aveano

tutti furono ridotti alla condizione di aldii, come taluni sostennero. Rimasero al colonato quelli che già dapprima lo esercitavano, il che non toglie che taluni, tra i quali i b.irbari non longobardi, possano essere passati al colonati e all'aldionato durante la signoria longobarda. Tutti gli. altri cittadini liberi dello stato liberi rimasero, e liberi padroni della parte loro furono i proprietari italiani, dopo la separazione dei Romani dai Longobardi e la trasformazione del tributo d’un terzo

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