¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
quale fu lasciata, alle prime avvisaglie, la chiesa vicentina dal Cardinal Ridolfi (Cantò, Gli eretici in Italia, Voi. Ili, p. 156): e se queste ragioni possono avervi favorita l’in fluenza dalle idee riformatrici, non si dee credere d’ altra parte che la ve neta Repubblica e la maggioranza del popolo vicentino abbiano protette e caldeggiate le nuove dottrine, quando s’accorsero che ne rimaneva offesa e scalzata dalle sue basi la religione dei padri. — Fu nel 1546 che quaranta persone delle piò
cospicue per meriti e titoli istituirono una specie d’àcca- demia nei dintorni di Vicenza per discutere delle questioni religiose che al lora preoccupavano le menti. Ma gli ascritti -non erano tutti Vicentini. Vi fu ammesso infatti Lelio Socino da Siena, che fu il fondatore del Sacinia- nìsmo (una setta che rinnovò in gran parte le opinioni di Ario) ; e al fianco di Socino vi tennero i primi posti Giorgio Blandrata medico di Saluzzo, Gio vanni Paolo Alciati milanese, e Giovanni Valentino Gentile
da Cosenza. Il popolo vicentino e la Repubblica di S. Marco pensavano così poco a inco raggiare i Soeiniani, eh V dovettero teuere, come dicemmo, le loro riunioni fuori delle mura; e quando il Senato veneto scoprì il segreto di quei con vegni, alcuni adepti furono presi e strangolati nelle carceri della veneta in quisizione, gli altri, fra i quali Lelio Socino, l’Alciati, il Blandrata, il Gentile, riusciti a fuggire, andarono errando pervarie contrade d’Europa. — E qui giova pur ricordare che nella
stessa Venezia, prima del 1546, si stampavano P) Grande iUustr. del Lombardo-veneto voi. IV, p. '/62-68. — Cantò, Gli erel. in It. Voi. Ili, Disc. XLV. — Anche il famoso vicentino Giangiorgio Trissino, autore di un poema che possiamo chiamar nazionale ( L'Italia liberala dai Goti), ebbe fama di poca ortodossia; e andarono incontro all'accusa di aderire alle idee dei Biformati, o per lo meno di cre derle un benefizio, parecchi altri illustri italiani, quali il Berni, l’Alamanni, il Flaminio, Vittoria