¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
, l’influenza italiana sia stata dal XVII secolo in gì il potentissima. Per provare del rimanente che il Trentino nella prima metà del medio evo divenne tedesco, i dotti alemanni sogliono ricordare di preferenza i Goti, i Bajuvari e i Longobardi. Ma prove irrefragabili dimostrano che i Goti si ritrassero sulle montagne, che i Bajuvari oltrepassarono appena il Noce, che i Longobardi divennero quivi italiani fors’anche più presto che in altre parti d’Italia, — Le prime due questioni ho. già trattate nella
prima parte di questo scritto (*). Quanto alla terza, fu già avvertito dal Gar (Pre fazione agli Statuti di Trento , p. XI) e ripetuto dal Malfatti (Idiomi del tren tino , p. 28), che nelle carte trentine e nel codice Vangiano non s’incontrano quasi mai professioni di legge longobarda; fatto singolarissimo che ne induce a credere, per legittima conseguenza, che le famiglie di stirpe longobarda, do- iciliate in numero piuttosto scarso nel Trentino, si sièno assai per tempo immedesimate colla
germanico et ita lico, utpote ex his nationibus conflata, quamquam longi sit major numerus Italorum ». (’) Della condizione di Trento sotto i Goti ragiona pure il Malfatti ( Idiomi , p. G). Poco a me rimane da aggiungere ai suoi argomenti. — Lo Schneller asserisce che Trento, distrutta dai harbari, fu rifabbricata e ripopolata di Goti da Teodorico; ma il fatto si è che l’incarico d'imprendere insieme a quei del paese la ricostruzione d’una città nel Trentino, ch'era forse la stessa Trento, danneggiata
oltre misura dalle invasioni, fu dato ai Feltrini e non ai Goti, (Cassiodoro Variar. L. V, ep. 9, Possessoribus Feltrinis). « In Tridentina igitur regione civi tatem costruì nostra praecipit auctor itas.... sed quia territorii parvitas magnitudinem operis sustinere non potest.... non decet paucos sustinere quod constat plurimis expedire ». — Oltracciò non è in dne sole lettere (Malfatti, Idiomi, p. 6) che Cassiodoro ha ricordato Trento e la regione tridentina (la precedente e l’ep. 28 del L. III
popolazione italica e abbiano perciò rinunciato al di ritto proprio per abbracciare l’indigeno.— Che tuttavia i Comuni rimasti sempre tedeschi abbiano preferito le leggi 'germaniche, è provato fino all’ evidenza dal noto documento di Pergine; mentre d’altra parte è fuor di dubbio che persino i feudatari più potenti, quali i signori di Pergine, di Castelbarco e (') Andreas Schott al principio del secolo XVII nel suo Itinerarium di già scri veva (Antwerpen, 1625) : « Utitur civitas haec (Tridentum) idiomate