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Books
Category:
Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
Year:
[1971]
¬La¬ borghesia e la sua crisi nella cultura contemporanea italiana e tedesca nel quadro dell'unità culturale europea : letteratura, storia, politica e sociologia, filosofia e pedagogia ; atti del VIII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 28. 3. - 2. 4. 1967
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Page 94 of 598
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Place: Meran
Physical description: LXI, 532 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Das Bürgertum und seine Krise in der deutschen und italienischen Kultur der Gegenwart im Rahmen der europäischen Kultureinheit Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967> g.Italienisches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967>
Location mark: II Z 759/8(1967)
Intern ID: 116764
principi per essere eterni sono fuori della storia e non potevano essere che venire a fatto con la realtà storica? Non vorrei che questa volta si fossero colte le parole piuttosto che la sostanza del- le parole. Quando parlo di principi etemi, non parlo di un iperura- nio di carattere platonico, di principi eterni per se stessi. Voglio dire che la borghesia del secolo XVIII ha elaborato dei principi fon- damentali per la coscienza moderna, i principi che rimangono so- stanziali, per

es. il principio della libertà. Ma non che mancasse prima di allora il senso e l'anelito alla libertà, non che mancasse 1'anelito all'uguaglianza e alla fraternità, giacché sono principi che si riconnettono palesemente alla predicazione cristiana. Volevo di- re solo che essi hanno acquistato coscienza della loro necessità po- litica, politica in senso alto, precisamente nel secolo XVIII. Solo in questo senso ho detto che la borghesia ha elaborato dei principi eterni, nel senso che l'idea della liberazione

dell'uomo come tale e l'idea dell'uguaglianza degli uomini sono principi che, portati dal- la borghesia dentro la vita della civiltà umana, rimangono un acqui- sto etemo, un elemento diventato attivo ed operante dentro la co- scienza dello spirito generale, tanto è vero che adesso anche la rivoluzione del proletariato e il socialismo devono intendersi come attuazione di quella libertà, sicché l'eversione della borghesia come classe, e cioé l'opposizione del proletariato alla borghesia, si deve

considerare, si puó considerare come attuazione di un ideale bor- ghese. La distinzione tra una concezione della borghesia come classe e della borghesia come storica portatrice di esigenze defini- tive può render chiaro il mio punto di vista. II proletariato si op- pone ora alla borghesia per attuare quei principi di cui fu porta- trice la borghesia: perció ho detto ''eterni'' tali principi, eterni nel senso che sono diventati una realtà irrinunciabile e promotrice del- la storia anche se deve sovvertire

quel particolare modo di incar- nazione della libertà, di cui è stata portatrice e sarà poi vittima la stessa borghesia. In questo senso volevo parlare di concezione "eterna'' della borghesia, e dei suoi principi. Mi pare dunque di aver risposto anche a Sciacca: quando diceva che libertà ed ugua- glianza sono valori eterni e non sono valori della borghesia. Pos- siamo essere perfettamente d’accordo, egli intendeva parlare della componente cristiana della predicazione borghese, io della storica

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Books
Category:
Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
Year:
[1971]
¬La¬ borghesia e la sua crisi nella cultura contemporanea italiana e tedesca nel quadro dell'unità culturale europea : letteratura, storia, politica e sociologia, filosofia e pedagogia ; atti del VIII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 28. 3. - 2. 4. 1967
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Page 86 of 598
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Place: Meran
Physical description: LXI, 532 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Das Bürgertum und seine Krise in der deutschen und italienischen Kultur der Gegenwart im Rahmen der europäischen Kultureinheit Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967> g.Italienisches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967>
Location mark: II Z 759/8(1967)
Intern ID: 116764
classe, piú precisamente come la classe uscita vittoriosa dalla rivo- luzione francese; b) la borghesia come Velaboratrice di principi «eterni» (della libertà, della universale uguaglianza, della pace tra i popoli; c) la borghesia come un particolare ethos, un particolare modo di pensare, di sentire, di comportarsL Sotto quesfultimo profilo il termine borghesia assume una accentuazione negativa. «Ora il problema fondamentale è proprio, a me pare, quello del rapporto tra questi tre momenti

- porto intercorrente tra la borghesia come classe e la éiaborazione dei principi che il Prof. Sansone ha definiti ”eterni”; per l’altro, quello del rapporto fra tali principi eterni e l’ethos storico che — dopo le critiche di Ibsen, di Nietzsche, di Shaw — non possiamo non sentire come mentaimente e moralmente circoscritto e problema- tico. C’é un rapporto necessario tra la classe borghese e questi ”principi eterni”? O questi principi — sia pure elaborati da parte- cipanti a quella classe — in quanto

principi, si staccano dall’ap- parenza e dalla stessa relazione a quella classe cosí da non giusti- ficare piú per se stessi la quatificazione di ”borghesi”? Se sono ”prin- cipi eterni”, come li possiamo dire ”borghesi”? 0 in che senso li possiamo dire tali? Non è estremamente pericoloso, una volta ri- conosciutili eterni, chiamarli borghesi? C’é si una tendenza storio- grafica che qualifica come ”borghese” anche il ”Du sollst” di Kant come pure la plotinica ”fuga” metastorica dell’lníinito o delle

Operette morali di Leopardi, ma è da dubitare che quella storio- grafia sia la piü illuminata. In realtà il principio della libertà, cioé della verità che si rivela nell’intimo della coscienza del singolo, non è né borghese, né comunistico, né altro del genere. Eppure è un fatto che i ”principi eterni” si storicizzano e assumono una qualifi- cazione; è un fatto che Íl principio della Ubertà è diventato quello che storicamente chiamiamo liberdlismo, e che il termine Uberali- smo suona alle nostre

orecchie carico di una determinata accezione, si che con esso anche la modestia di alcuni partiti liberali europei resta necessariamente evocata. In realtà i principi eterni — i prin- cipi che, come idee platoniche, sono sempre al di là e al di sopra delle toro incarnazioni storiche — s’incarnano secondo una linea storica e si definiscono storicamente. Se cost é, anche il principio della libertà potrà, sotto un certo aspetto, essere definito ”bor- ghese”. Ma allora si tratta di tenere distinte alcune

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Books
Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1901
Land und Leute.- (Deutsche Sprachinseln in Südtirol und Oberitalien ; 1)
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Page 15 of 113
Author: Bass, Alfred
Place: Leipzig
Publisher: Verl. Dt. Zukunft
Physical description: VIII, 104 S. : Ill., Kt.
Language: Deutsch
Location mark: II 102.732
Intern ID: 181358
, Bürgermeister von Trient, und sein Freund der Domherr Francesco Tecini, Dechant von Pergine, lassen die Deutschen der erwähnten Sprachinseln von Alemannen abstammen, die nach der Nie derlage durch Chlodevech im Jahre 496 bei Theuderich von Verona (Dietrich von Bern) Schutz und Aufnahme fanden und in den Alpengebieten als Grenz markbewohner angesiedelt wurden. (S. Don Franc. Tecini: Dissertazione in terne alle Popolazioni alpine tedesche del Tixolo Meridionale e dello stato Yeneto, Trento 1860

. — B. von Giovanelli: Deik Origine dei Sette e Tre- dici Cornuni e d’altre Populazioni Alemanne abitanti fra 1’Adige e la Brenta nel Tentino, nel Yeronese e nel Yicentino, Trento. 1826.) Rudolf Kink (Codex Wangianus Urkunde No. 132 S. 304, V ien 1852) nimmt für die ganzen Sporaden keine besondere Ansiedelung an, sondern hält die heutigen Sprachinseln für Überreste aus der Zeit, wo Südtirol überhaupt noch von deutschen Völkerschaften besiedelt war. Am einfachsten und bün digsten ist der Ausspruch des Geistlichen

Bonato in seinem "Werke Storia dei Sette Cornuni Padova, 1857/93, er sagt darin: „Die Bewohner "dieser Sprachinseln stammen eben von Deutschen ah." Freiherr von Attlinayr ver zichtet auf eine Zurückführung der Sprachinseln und teilt die Mundart der Sette Cornuni nur dem baierischen Sprachgebiete zu. (Zeitschr. des Ferdi nandeums zu Innsbruck 1865/67.) Tecinis Nachfolger, Don Tommaso Botteä, verlegt in seinem Memorie di Pergine (Trento 1890) die Ansiedlung der Fersenthaler in das 11./12. Jahr hundert

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Books
Category:
Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
Year:
[1971]
¬La¬ borghesia e la sua crisi nella cultura contemporanea italiana e tedesca nel quadro dell'unità culturale europea : letteratura, storia, politica e sociologia, filosofia e pedagogia ; atti del VIII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 28. 3. - 2. 4. 1967
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Page 93 of 598
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Place: Meran
Physical description: LXI, 532 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Das Bürgertum und seine Krise in der deutschen und italienischen Kultur der Gegenwart im Rahmen der europäischen Kultureinheit Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967> g.Italienisches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967>
Location mark: II Z 759/8(1967)
Intern ID: 116764
degli italiani alcun elemento sostanziale delle verità del cattolicesimo. E questo discorso, un po' disorientato, mi riporta al discorso dei principi, alla difficoltà fondamentale che mi ha mos- sa prima Caracciolo e poi Sciacea. Si è detto: dunque esistono dei principi eterni, che sono i principi della borghesia, cioé il principio della libertà, il principio dell'uguglianza, il principio della frater- nità, i principi della rivoluzione francese. Ma questi principi si sono storicizzati. Allora che

validità hanno, se sono principi eterni e poi si sono storicizzati? Bisogna guardarli li. E si puó ritenere respon- sabile la borghesia di aver tradito dei principi etemi, quando quei — 35

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Books
Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 95 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
eserciti degl’imperatori germanici invadenti l’Italia sieno usciti i progenitori dei montanari teutonici. — Quegli eserciti seguivano i loro condottieri così alla venuta, come al ritorno; il periodo delle migrazioni germaniche era chiuso; le diverse nazionalità erano pienamente costituite; i popoli della Germania avevan tutti una patria stabile e cara, alla quale amavano far ritorno insieme ai loro principi, calati in Italia per ragioni fra le quali non era compresa quella di occuparne

armi, formando delle Compagnie di ventura, dapprima sotto gli ordini dei signori feudali, più tardi al soldo della Repubblica di Venezia e dei Principi italiani. Di milizie ultramontane al servizio di Venezia parla qualche documento di cui avremo occasione di occuparci (Parte II, cap. III). La piu terribile di queste masnade stra niere, soprannominata la Gran Compagnia e comandata da quel Guarnieri d'Urslingen che si compiacque d'intitolarsi Signore della gran Compagnia, nemico di Dio , di pietà

e di mise ricordia, dopo aver devastata per conto proprio la Toscana, la Romagna e la Lombardia (1342-1343), tornò, come tutti sanno, carica di bottino in Germania. Ecco inoltre quanto si legge a proposito delle Compagnie di ventura nelle Storie fiorentine del Maechiavelli. « Erano in Italia in quelli tempi (sulla fine del secolo XIV) soldati assai Inglesi, Tedeschi « e Bretoni, condotti in parte da quelli Principi, i quali in vari tempi erano venuti in Italia, « parte stati mandati da’Pontefici, quando

erano in Avignone. Con questi tatti i Principi « italiani più tempo feciono le loro guerre, ìnsino che forse Ludovico da Conte romagnuolo « fece una compagnia di soldati italiani intitolata S. Giorgio, la virtù e disciplina del quale « in poco tempo tolse la riputazione a Tarmi forestiere, e ridussele negl’italiani, de’quali « poi i Principi d’Italia nelle guerre che facevano insieme si valevano » (L. I, c. 34).— Cfr. Ricotti, Storia delle Compagnie di-ventura. Parte I). ( ! ) Anche il Bergmann

7
Books
Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 225 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
poi a quel certo numero di vescovi veronesi, per i quali è messo fuori di discussione ch’erano veramente tedeschi, io non presumo di raccon tare la storia a chi la sa, ma non posso tacere che mi sembra assai strano, che uomini di conosciuta dottrina ignorino o fingano d’ignorare quanta parte abbiano avuto alcuni re e imperatori nella elezione e nella conferma dei vescovi, quando, dopo avere accresciuto con larghe donazioni le offerte dei fedeli ai principi della chiesa, s’arrogarono sui vescovi

il diritto della dop pia investitura, feudale ed ecclesiastica, e li dichiararono signori di castelli e città, e li proclamarono consiglieri, cancellieri, arcicancellieri, conti, mar chesi, duchi, principi e vicari dell’Impero, e li considerarono come loro vas salli, come loro creature, e ne confermarono con infiniti diplomi i diritti e i possessi feudali, le esenzioni, le immunità, le regalie, i privilegi ('). Ne seguirono dapprima le contese tra i vescovi e gli antichi signori feudali, e in. seguito

, quando gl’imperatori vollero revocare a se anche l’elezione dei papi, la lotta delle investiture, per la quale i pontefici riuscirono finalmente a conquistare la propria indipendenza, il diritto esclusivo della investitura ecclesiastica e la precedenza dell’investitura spirituale sulla temporale di qua dalle Alpi ( s ). — Ma se cessò così la diretta partecipazione degli impera tori e dei principi stranieri alla elezione dei vescovi, non per questo ebbe fine l’influenza indiretta, e Federico

b men vero che il più delle volte accadde il contrario, avendo i vescovi (’) I principi s'arrogarono in Italia non solo l’investitura dei vescovi, ma anche quella di qualsiasi altra dignità ecclesiastica, a cui potessero aspirare i loro favoriti,. raccoman dati o cortigiani. Questo, fatto, insieme all’altro che dei vescovi tedeschi, ri ebbero più o meno tutte le città della Marca, serve a farci intendere sempre meglio le cause della stra ordinaria affluenza di preti tedeschi in questa contrada

(V, c. II,-pag. .195). (’) Cor,cordato di 'Worms. Accordi fra Calisto II ed Enrico V. A. 1122. ( 5 ) Berengario I era circondato da vescovi forse .più cho da principi, dice il Sismoivli [IHstoire des Rep. Italienn.).

8
Books
Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 185 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
Per quel che riguarda Trento e il Trentino e l’origine dei dialetti ita liani che quivi si parlano, abbiamo da una parte il prof. Tomascheck di Vienna nel Commentario agli Statuti di Trento ( Die ältesten Statuten der Stadt und des Bisthums Trient in d. Archiv, f. Kunde Österreich. Geschichts- quellen he’rausgegeben von d. k. Akad. der Wissenschaften T. XXVI, pi 67-228, Vienna 1861), il prof. Schneller (1° Deutsche und Romanen in Süd-Tirol. 1877 — 2° Die Romanischen Volksmundarten in Süd-Tirol

pubblicazioni. Basta leggere gl 'Idiomi nel Trentino e l’Etnologia trentina per con vincersi che Trento è stata sempre italiana, che sempre popolate d’Italiani furono le valli del Sarca, del Chiese, del Noce, la valle inferiore dell’Adige da Trento in giìi, la Val Sugana inferiore, e in massima parte anche la valle dell’Avisio ('). — Basta leggere dello stesso Malfatti 11 libro della cittadinanza di Trento e / confini del Principato di Trento nell’Archivio storico per Trieste, l’Istria e il Trentino (febbr

. 1882, gennaio 1883) e con fortare questa lettura con quella dei Monum, Eccl. Trid. del padre Benedetto Bonelli (*) (1765), dello Statuto dei Battuti di Trento (’), non che della Biblioteca trentina pubblicata da Tommaso Gar l’anno 1858 (Gar, Pref. agli Statuti di Trento — Barone Giangiacomo Cresseri, Ricerche storiche sul ma gistrato consolare di Trento), per vedere come sia stata costante la prevalenza dei Latini sui Tedeschi, dell’idioma italico sul germanico in Trento e nella maggior parte del

Trentino ; come il regno italico sotto i Franchi compren desse anche il Comitato di Trento ( 4 ); come Trento fra l’XI e il XII secolo (') Io mi discostai dal Malfatti solo in questo, che diedi assai maggiore importanza all’elemento tedesco che un tempo si distese dai Mócheni ai VII ed ai XIII Comuni. Egli invece se ne sbriga con poche parole e non entra nella questione delle origini. (’)' Veggasi dello stesso Bonelli, Notizie storico-critiche della chiesa di Trento, 1760-62. Il Malfatti trae pure non

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Books
Category:
Law, Politics , Social sciences
Year:
1997
Individuo e rapporto comunitario nell'Europa alle soglie del terzo millennio : filosofia, storia, pedagogia, letteratura, sociologia ; atti del XXIII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 6 - 8 maggio 1996
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Page 78 of 668
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <23, 1996, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XX, 635 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Das¬ Individuum und die gemeinschaftlichen Beziehungen im Europa an der Schwelle des dritten Jahrtausends Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: s.Europäische Integration ; s.Jahrtausendwende ; f.Kongress ; g.Meran <1996> s.Jahrtausendwende ; s.Sozialer Wandel ; f.Kongress ; g.Meran <1996>
Location mark: II Z 759/23(1996)
Intern ID: 120377
ecclesiastico, ma laieale; non di tipo privatistico attinente a persone o a famiglie, ma pubbli- co, riguardante cioè il consiglio eomunale e l’intera comunità. La novita è il particolare tipo di rapporto tra il gruppo consiliare e l’assemblea dei capifamiglia». 16) Europa/1 cit., pp. 31-39. 17) Nel 1939: «È innegabile che la complessità e la disarmonia sociale e culturale del nostro tempo ha posto in primo piano l’urgenza di riaccendere la luce chiarificatrice dei principi»; cfr. A. STELLA

, Ideali e prospettive storiche dal Partito popolare alla Democrazia cristia- na, Albignasego (Padova) 1990. 18) A. FAZIO, Razionalità economica e solidarietà, Laterza (il nocciolo, 21), Bari-Roma 1996, pp. X, 95. 19) Ilhd., p. 96. 20) Cfr. M. GARBARI, Vittorio de Riccabona (1844-1927). Problemi e aspetti del liberalismo trentino, Trento 1972, pp. 29-31,127-129 (Societàdi studi trentini di scienze storiche, Mono- grafie, vol. XXIV); A. STELLA, Trento, Bressanone, Trieste: sette secoli di autonomia

dell’autonomia trentina, U.C.T., Trento 1996. 24) Pierluigi Angeli (Verbali del Consiglio provinciale di Trento, vol. 1979,1, p, 425 e passim, cit. da S. FABBRINI, L’autonomia tra partiti e istituzioni: individuazione delle problemati- che politiche, in 1948-1988. L’autonomia trentina:origini ed evoluzione fra storia e diritto, Atti sessione storica a cura di P. Schiera, Consiglio della Provincia autonoma di Trento, Tren- to 1989, pp. 125-126). 25) S. BENVENUTI, Storia del Trentino, Panorama, Trento 1995

, vol. I, pp. 273-74; cfr. anche G. MARTINA S.J., La chiesa nell’età dell’assolutismo, del liberalismo, del totalitarismo, vol. III, Morcelliana, Brescia 1984, p. 222: «...il Vaticano I non apri una nuova epoca nella storia della Chiesa, come aveva fatto il Tridentino, ma portó alle ultime conseguenze quelle tendenze che, presenti a Trento, per le circostanze storiche poco favorevoli non avevano ancora esercitato tutta la loro efficacia. II Vaticano I resta dunque in pieno nell’epoca posttri

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Books
Category:
Social sciences
Year:
1886
¬Die¬ Nationalitäten in Tirol und die wechselnden Schicksale ihrer Verbreitung.- (Forschungen zur deutschen Landes- und Volkskunde ; Bd. 1, H. 7)
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Page 14 of 94
Author: Bidermann, Hermann Ignaz / von H. I. Bidermann
Place: Stuttgart
Publisher: Engelhorn
Physical description: 87 S.
Language: Deutsch
Notations: Literaturverz. S. 10 - 13
Subject heading: g.Tirol ; s.Nationalität
Location mark: D II 103.215 ; II 103.215 ; II A-17.034
Intern ID: 130343
11] Die Nationalitäten in Tirol etc. 399 ,10. Benvenuti, Luigi, La Cronaca di Folgaria e le Memorie di Pergine e del Perginese del Decano Don Tommaso Y. Bottéa. Trento 1881. 11. Bidermann, Herrn. Ign., Die Italiener im tirolischen Provinzialverbande. Inns bruck 1874, Wagner. 12. Bidermann, Herrn. Ign., Die Romanen und ihre Verbreitung in Oesterreich. Graz 1877. 13. Bidermann, Herrn. Ign., Slavenreste in Tirol. Slawische Blätter, Wien 1865. 1. Heft. 14. Bonelli, Benedetto, Notizie istor

. - critiche intorno al M. Àdelpreto vescovo. Vol.. I, IL Trento 1760 a. 1761. 15. Bonelli, Benedetto, Notizie istor.-critiche della Chiesa di Trento. (Fortsetzung des vorhergehenden Werkes, als dessen Volume III parte prima es be zeichnet ist.) Trento 17-62. 16. Bonelli, Benedetto, Monumenta Ecclesiae Tridentinae, (Schluss des Werkes,. statt in ital. Sprache in lateinischer verfasst.) Trento 1765. 17. Bottéa, Tommaso Vigilio, Cronaca di Folgaria, Trento 1860, Monauni. 18. „ „ r Memorie di Pergine e del

Perginese. Trento 1880, Monauni. 19. Campelì, Ulrich, Zwei Bücher rhätischer Geschichte. Erstes Buch: Topogr. Beschreibung von Hohenrhätien, deutsch von Konradin von Mohr. Chur 1851. 20- Chiusole, Adamo, Notizie della Valle Lagarina. Verona 1787. 21. Dahlke, G., Deutsche Ansiedlungen in Welschtirol. Deutsche Warte 1874 VI. Bd., S. 193 ff. 22. Egger, Dr. Joseph, Die Tiroler und Vorarlberger. Wien u. Teschen 1882. 23. Faber, Felis, Evagatorium in Terrae Sanctae etc. Peregrinationem. Biblioth. d. litter

. Ver, zu Stuttgart, II. Bd., 1843. 24. FIlos ; Francesco, Sopra qualche punto della storia trentina Discorsi. Rove reto 1839, Marchesini, 25. Gar, Tommaso, Episodio del medio evo Trentino. Trento 1856, Monauni. (Betrifft die altdeutschen Ansiedlungen um Pergine.) 26. (Gar, Tommaso) Calendario Trentino per l'anno 1854. Trento, Monauni. 27. Gehre, Dr. M., Aus Südtirol. Chemnitzer Tagblatt 1882, zweite Beil., Nr. 217, 227, 231, 239- 28. Gimmer, E., Deutsche im Nonsberge. Amtbors Alpenfreund IX, 1878

, S. 130-142. 29. Gnesotti, Cipriano, Memorie per servire alla storia delle Giudicane. Trento 1786. 80. Haller, Jos. Th., Das k. k. Landgericht Enneberg in Tirol. Beitr. f. Gesch., Statist, etc. von Tirol u. Vorarlb., VI. Bd., 1831. 31. (Dr. Hedinger?) Aus den Bergen an der deutschen Sprachgrenze in Südtirol. Stuttgart .1880. 32. H(ellwald), F(riedrich) v., Die Bhäto-Romanen. Ausland, 45. Jahrg., 1872, Nr. 3 u. 4. 33. Hormäyr, Jos. Frhr. v., Geschichte der gefürsteten Grafschaft Tirol. I. Teil

13
Books
Category:
Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
Year:
2005
¬La¬ cultura europea: metodo e creatività : atti del 27. Convegno Internazionale di Studi Italo-Tedeschi, Merano, 8-10 ottobre 2004
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Page 322 of 420
Author: Cotteri, Roberto [Red.] ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien (27 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / Accademia di Studi Italo-Tedeschi, Merano. Con la collab. del Centro Studi Interculturali dell'Università di Verona. [Sotto la direzione di Roberto Cotteri] [ed. sotto la dir. di Roberto Cotteri ...]
Place: Merano
Publisher: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Physical description: XXI, 393 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ europäische Kultur: Methode und Kreativität Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Literaturangaben
Subject heading: g.Europa ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Location mark: II Z 759/27(2004)
Intern ID: 611993
sue teorie scientifiche. In uno dei suoi scritti Einstein mise in evidenza che ci sono due diverse specie di teorie nella Fisica: La maggior parte di esse è di tipo costruttivo. Esse tentano di formare un quadro dei fenomeni complessi partendo da principi relati- vamente semplici. La teoria cinetica dei gas, per esempio, tenta di ri- condurre al movimento molecolare leproprietà meccaniche, termiche e di diffusione dei gas. Quando affermiamo di comprendere un certo grup- po difenomeni naturali

, intendiamo dire che abbiamo trovato una teo- ria costruttiva che li abbraccia. In aggiunta a questo gruppo molto vasto di teorie, ve n ’é un altro costituito da quelle che io chiamo teorie dei principi. Essefanno uso del metodo analitico, invece che di quello sintetico. II loro punto di partenza e il loro fondamento non consistono di elementi ipotetici, ma diproprietà generali deifenomeni osservate empiricamente, principi dai quali vengo- no dedotte formule matematiche di tipo tale che debbono valere

in ogni caso particolare che si presenti. La termodinamica, per esempio, parten- do dal fatto che il moto perpetuo non si verifica mai nell ’esperienza ordi- naria, tenta di dedurne, mediante processi analitici, una teoria valida in ogni caso particolare. II merito delle teorie costruttive sta nella generali- tà, nella jlessibilità e nella chiarezza, il merito delle teorie dei principi nella perfezione logica e nella saldezza delle basi. La teoria della Relati- vità appartiene alla categoria delle

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Books
Category:
Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
Year:
2005
¬La¬ cultura europea: metodo e creatività : atti del 27. Convegno Internazionale di Studi Italo-Tedeschi, Merano, 8-10 ottobre 2004
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Page 220 of 420
Author: Cotteri, Roberto [Red.] ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien (27 : 2004 : Meran) ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / Accademia di Studi Italo-Tedeschi, Merano. Con la collab. del Centro Studi Interculturali dell'Università di Verona. [Sotto la direzione di Roberto Cotteri] [ed. sotto la dir. di Roberto Cotteri ...]
Place: Merano
Publisher: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Physical description: XXI, 393 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Die¬ europäische Kultur: Methode und Kreativität Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Literaturangaben
Subject heading: g.Europa ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <2004>
Location mark: II Z 759/27(2004)
Intern ID: 611993
Riassunto in lingua italiana AXEL BÜHLER LIMITAZIONI NELL’ ATTRIBUZIONE DI RAZIONALITÀ DURANTE LTNTERPRETAZIONE Nella mia relazione esamineró la portata dei principi di benevolen- za interpretativa per la dottrina metodologica delle scienze umane e so- ciali, con particolare riferimento alTattribuzione di convinzioni alle persone. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, si tratta, innanzitut- to, di un principio di consistenza nonché di un principio delle vere con- vinzioni - principi che

possono essere formulati nel seguente modo; 1. Se possibile, le convinzioni che attribuiamo ad altri dovrebbero for- mare un sistema consistente/ 2. Se possibile, dovremmo attrubuire agli altri convinzioni che consi- deriamo vere. Siffatti principi si basano su ipotesi empiriche, soprattutto su ipote- si psicologiche riferite alla formazione delle convinzioni nelle persone. Rifacendomi a recenti risultati della ricerca - in primo luogo psicologi- ca-, esamineró i presupposti empirici per Tapplicazione

dei due princi- pi. Indicheró i campi in cui tali applicazione potrebbe avere successo, specificando, inoltre, come tali campi possano essere delimitati rispetto ad ambiti in cui, in caso di applicazione dei principi in questione, do- vremmo aspettarci risultati errati. In tal modo, si ottengono le seguenti quattro regole condizionali di benevolenza interpretativa: 1. Attribuisci agli altri delle convinzioni vere, se il contenuto di tali convinzioni riguarda la sfera fisica della quotidianità

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Books
Category:
Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
Year:
[1971]
¬La¬ borghesia e la sua crisi nella cultura contemporanea italiana e tedesca nel quadro dell'unità culturale europea : letteratura, storia, politica e sociologia, filosofia e pedagogia ; atti del VIII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 28. 3. - 2. 4. 1967
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Page 555 of 598
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <8, 1967, Meran> / Istituto Culturale Italo-Tedesco - Merano
Place: Meran
Physical description: LXI, 532 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Das Bürgertum und seine Krise in der deutschen und italienischen Kultur der Gegenwart im Rahmen der europäischen Kultureinheit Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Deutsches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967> g.Italienisches Sprachgebiet ; s.Bürgertum ; s.Kulturwandel ; f.Kongress ; g.Meran <1967>
Location mark: II Z 759/8(1967)
Intern ID: 116764
possibili molteplici forme e modi di identificazione del fondamento ad una pluralità problematica di mondi del principio. E anche qui è necessario awertire che dal mondo dei principi (un mondo platonico in verità) ai mondi del principio, la pluralizzazione riguardan- do il mondo, ribadisce una singolare singolarità del principio che d'al- tra parte, è vero, da quella pluralizzazione riceve una legittimazione paradossale del suo stato problematico; ora, e poiché non è questo il luogo

significa, dal punto di vi- sta della borghesia, la possibilità che la borghesia è di verificare l'au- tenticità del suo stato critico dal grado di efficacia che il fondamento riesce a determinare per sé nella storia: ed anche questo è un modo di impegnare la pluralizzazione del mondo dei principi alla singolarità del principio perché la necessità della efficacia del fondamento non significa soltanto la problematica contemporanea della divisione della testimonianza e della idea, ma significa anche

il problema di una valu- tazione piu rigorosa del rapporto dei principi alle ideologie e della ideologia al principio. Ma anche questo è ancora un altro discorso, poiché viceversa la divisione della borghesia dalla sua parenesi storica se pone in essere la borghesia come atto, necessariamente assume dal- la necessità di un controllo rigoroso dell’estendersi della borghesia alla storia, la possibilità e il rischio di riconoscere il mondo della storia valido per se stesso: che è poi anche un riconoscere

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Books
Category:
Social sciences , Linguistics
Year:
1885
¬I¬ Tedeschi sul versante meridionale delle Alpi : ricerche storiche
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Page 79 of 254
Author: Galanti, Arturo / del Prof. Arturo Galanti
Place: Roma
Publisher: Tip. della R. Accademia dei Lincei
Physical description: 252 S.
Language: Italienisch
Subject heading: g.Deutsche ; s.Nationale Minderheit ; g.Südalpen ; z.Geschichte
Location mark: III A-14.025
Intern ID: 103499
c. 18, 29 ;L. IX, c. 16, 25; L. X, c. 3. — Epistole franche pubblicate dal Frehero ( Corpus Bist. Franc ) e raccolte dal Troya nel suo Coti. Dipi. Long .— Anastasio bibliotecario. — Balbo (Storia d'Italia sotto % barbari). — Muratori (Annali). (’) Nel 577 « scesero i Franchi al confine d'Italia sopra Trento (così scrive il Balbo L. II, c. 6) e presero il castello d'Anugui che credesi quello di Nan. Accorsevi Ragilone conte longobardo di Lagare, una terra fra Trento e Verona : riprese il castello e tornava carico di preda ; ma fu incontrato

al Campo Rutiliano da Cramnichi, duca dei Franchi, e morto. Ciancichi poi in quella o in altra impresa prendeva Trento. Ma Eboino, duca di di questa città, faeea battaglia con esso a Salurna, uccidevalo e riprendeva il bottino e la città ». Nel 590 « venti duchi Franchi (L. II, c. 8), partiti in due eserciti, varcarono i confini d’Italia. Aldoaldo con cinque altri duchi volse a destra, e per le Rezie scese ne’ piani di Milano e vi pose campo. Olone, il settimo, che li seguì, accostatosi a Bellinzona

, fu morto d’una saetta A manca scese Chedino o Cheno con gli altri tredici duchi franchi per Val di Trento su Verona, e corse quelle provincie fino a Vicenza; e perchè molte delle ville e castella erano già siate dei Franchi , faeemsi dare giuramento. Autari stava chiuso in Pavia e ogni duca in ogni città ». — Nel Trentino furono allora distrutte Te- sana (Tisens), Maletum (Malè), Sermiana' (Sirmian), Appianum (Eppan), Fagitana (Faedo), Cimbra (Cembra), Vitiànnm (Vezzano), Brentonicum (Brentonico

), Volaenes (Volano presso Roveréto), Enhemase (forse Ennemansus-M.insò d’Enno-Denno), due altre ville nel territorio di Alsuca (Valsugana), e uno in quello di Verona,— « Per Verruca intercedevano i vescovi di Savione (Sabiona) è di Trento, ed era riscattata con secento soldi. Tolserne gli abitanti e la roba; e tuttavia prima di raggiungere le patrie sedi furono ridotti a tal povertà, che ebbero a vender le vesti e le armi per vivere ». — Nel 591 per ordine del re Agilulfo andò in Francia Agnello vescovo

di Trento per ottenere la restituzione dei prigionieri, e ne ri scattò infatti parecchi. V’andò pure Evin duca di Trento per conchiudere la pace, e tornò a pace fatta Paolo Diacono, L. Ili, c. 31; L. IV, c. I. — Muratori, A. 577, 590,591.;- Balbo, L. II, c. 6-10. — Malfatti, / castelli trentini distrutti dai Franchi. Arch. stor. per T. l’Ia. e il Tr. A. 1883, voi. II, fase. 4.

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Books
Category:
Law, Politics , Social sciences
Year:
1997
Individuo e rapporto comunitario nell'Europa alle soglie del terzo millennio : filosofia, storia, pedagogia, letteratura, sociologia ; atti del XXIII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 6 - 8 maggio 1996
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Page 513 of 668
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <23, 1996, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XX, 635 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: ¬Das¬ Individuum und die gemeinschaftlichen Beziehungen im Europa an der Schwelle des dritten Jahrtausends Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: s.Europäische Integration ; s.Jahrtausendwende ; f.Kongress ; g.Meran <1996> s.Jahrtausendwende ; s.Sozialer Wandel ; f.Kongress ; g.Meran <1996>
Location mark: II Z 759/23(1996)
Intern ID: 120377
i poteri civili nel territorio. Tutto questo processo, in definitiva di formazione di comunità terri- toriali omologhe e contigue, costituite ed organizzate per provvedere ai bisogni di tutti i viventi, si svolge all’insegna di un’idea piú generale, radicata in ogni uomo per almeno otto secoli: quella di un mondo cri- stiano ordinato da Dio sotto i due principi, dell’autorità santa del ponte- fice e dell’autorità regale, simboleggiata, quest’ultima, dall’imperatore. Naturalmente, il vero primato

a vedere con la morale cristiana che egli deve osservare privatamente. Nell’epoca in cui il potere dei principi è al culmine, la ribellione al potere della Chiesa riveste la forma del protestantesimo, vale a dire di dottrine teologiche che negano in radice la necessità della Chiesa e la sua autorità sul potere civile, e tali dottrine si diffondono immediata- mente, mettendo a subbuglio anche i Paesi che poi rimarranno cattolici, perché esprimono l’esigenza dei tempi. I principi, in seguito al prote

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Books
Category:
Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
Year:
1995
¬Il¬ concetto di amicizia nella storia della cultura europea : storia, glottologia, filologia, filosofia, pedagogia, letteratura ; atti del XXII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 9 - 11 maggio 1994
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Page 494 of 804
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <22, 1994, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XX, 766 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Begriff Freundschaft in der Geschichte der Europäischen Kultur Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Europa ; s.Freundschaft ; s.Begriff ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <1994>
Location mark: II Z 759/22(1994)
Intern ID: 103864
af- fronti il tema dell’amicizia con i principi 10 : un rapporto importante per i ricchi uomini d’affari i quali erano direttamente coinvolti nel nuovo esi- gente sviluppo delle finanze statali che caratterizzava l’epoca. II buon rapporto con il principe consentiva di aprire nuove vie ai propri investi- menti; di continuo erano richiesti prestiti o donazioni necessarie ai prin- cipi per sostenere le spese dello Stato o lo splendore del principato, ed anche le donazioni erano poi remunerate in vario modo

, soprattutto in- diretto, ma non per questo meno interessante o lucroso. Ed i mercanti a propria volta avevano necessità dell’appoggio e della benevolenza del sovrano per poter liberamente e proficuamente sviluppare i propri traf- fici entro lo Stato: «e le amicizie de’ principi massime si voglion acqui- stare e aoperare per accrescere e amplificare a’ suoi e alla famiglia sua nome e buona fama, e degna autorità e laude». Per ottenere la fiducia del principe è necessario all’uomo d’affari osservare

«a lungo conservano l’iniziata e cresciuta grazia e benevolenza». Gli esempi di fortunate e- sperienze che avevano aperto buone possibilità di affari agli uomini del- la sua famiglia, in diverse occasioni ed a contatto con principi dai carat- teri e dalla personalità differente, sono illuminanti. Ma, potremmo ob- biettare, si puó considerare questa vera amicizia? O non piuttosto l’instaurarsi di un interessato rapporto, sovente instabile e volubile? Soffermiamoci dunque sulle pagine seguenti là dove

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Books
Category:
Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
Year:
1995
¬Il¬ concetto di amicizia nella storia della cultura europea : storia, glottologia, filologia, filosofia, pedagogia, letteratura ; atti del XXII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 9 - 11 maggio 1994
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Page 749 of 804
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <22, 1994, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XX, 766 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Begriff Freundschaft in der Geschichte der Europäischen Kultur Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Europa ; s.Freundschaft ; s.Begriff ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <1994>
Location mark: II Z 759/22(1994)
Intern ID: 103864
presenza, con una certa leggiadria e venustà piena di modestia». Non la posso «con parole esprimere [...]. E forse chi persuadeva le amici- zie avere occulti e quasi divini principi e radici era da udirlo» (p. 268). Di qui certe amicizie fra le piante e fra gli animali, nell’intero mondo della vita, descritte da Columella, Pomponio Mela, Plinio il Vecchio, Cicerone. «Celeste beneficio e divino dono»: sono le radici occulte di questa propensione ai legami e all’amicizia, cose che hanno

un’estensione universale (p. 269). E per questo non ci dispiacciono quegli «scrittori antiqui» che «per altri loro principii e processi dimo- strano prima la vera amicizia nulla essere altro che coniunzione di tutte nostre divine cose e umane, consentendosi insieme e amandosi con aper- ta e somma benivolenza e carità» (p. 286). Anche Aristotele aveva inco- minciato rVIII libro deWEtica Nicomachea, dedicato con il IX all’amicizia, richiamandosi agli antichi fisiologi, come Empedocle con i suoi principi

esplicito al versante teologico cristiano della charitas: «Sem- pre a me piacque quella nostra appresso de’ nostri sacerdoti sacra e divi- na sentenza, quale comanda tanto ami el prossimo quanto te stessi» (p. 303). Gli esordi sono dunque nel legame universale che congiunge tutte le cose. Ma come diviene esso cosa umana e, appunto, legame d’amicizia? Posto fra eros e charitas, principi assoluti e trascendenti, quali sono in- vece le condizioni terrene dell’amicizia? Dall’amico ci si aspetta, e si spera

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Books
Category:
Cultural history, Ethnology, Music, Theatre , Social sciences
Year:
1995
¬Il¬ concetto di amicizia nella storia della cultura europea : storia, glottologia, filologia, filosofia, pedagogia, letteratura ; atti del XXII convegno internazionale di studi italo-tedeschi, Merano, 9 - 11 maggio 1994
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Page 561 of 804
Author: Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) ; Internationale Tagung Deutsch-Italienischer Studien <22, 1994, Meran> / Accademia di Studi Italo-Tedeschi - Merano
Place: Meran
Physical description: XX, 766 S.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Parallelsacht.: Der Begriff Freundschaft in der Geschichte der Europäischen Kultur Beitr. teilw. ital., teilw. dt. mit jeweils dt. oder ital. Zsfassung.
Subject heading: g.Europa ; s.Freundschaft ; s.Begriff ; s.Kultur ; f.Kongress ; g.Meran <1994>
Location mark: II Z 759/22(1994)
Intern ID: 103864
di apprezzare la fedeltà (di una città, Andria, dirà, come per un blasone di gloria, facendo incidere il detto sull’architrave della porta: «Andria fidelis, adfixa nostris medullis»), non seppe riconoscere l’amicizia e fu spietato e ingiusto con il suo intellettuale/segretario. Dante, poeta e intellettuale costretto dalle vicende dell’esilio a farsi cortigiano anche lui e consigliere di Principi, tomerà piu volte sulla que- stione, rievocando figure quali Currado Malaspina, Cangrande della

il bene comune, nel miraggio di una società governata mediatamente dai filosofi. Era la riscoperta di Cicerone, di Seneca, dei fondamenti etici della società, del- la virtus e della probitas, della società dei boni viri. Gli esempi non mancano. Petrarca ne è precursore, nel rapporto con i Principi amici, Giacomo Colonna, i vescovi Filippo di Cavassole, Gui- do Sette e tutti gli amici/signori della sua vita di grande intellettuale e consigliere di Principi. Quella confidenza ed affettuosa amicizia che

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