¬Il¬ Tirolo, unità geografica? : studio di geografia politica
di Bressanone, e quindi il confine seguiva l' Isarco fino « in Uria fluvio » (Briebach), confluente di sinistra, oppure, se condo un atto di divisione fra i vescovati di Trento e Bres sanone del 1050, « per rìvuni Gar dum » (Eggental), affluente pure di sinistra, ma più a mezzogiorno del primo, lasciando però a Trento la « Pieve di Nova » (Welschnofen) (1). Questi confini, che comprendevano solo il fondo valle e i grandi altipiani porlirici laterali di Val d'Adige e Vai d'isarco, se gniti dalle
vie imperiali, fino alle chiuse fluviali, confermano il valore strategico del territorio e quello politico della do nazione. Per quanto riguarda i limiti della contea di Trento, sappiamo che, ancora nel sec. XI, la Val di Memme (sebbene, nel 1101, avesse ottenuto privilegi dal vescovo G ebb ardo) apparteneva a Trento, fino al Ponte della Costa, alla stretta fluviale presso Moena : mentre la Val di Fassa, che comu nicava largamente coi contermini alti bacini di Val Gar dena, Badia e Livinallongo
, era data a Bressanone (2). Da sotto Moena, il confine — sebbene in ciò gli storici non siano tutti concordi, — si portava fino all'Alpe di Lùsia. ; attraverso l'alta Val Travignolo, all'incirca secondo l'odierno limite settentrionale del distretto di Fiera di Primiero, e raggiungeva le creste della catena, che divide la Val di Fi emme dalla Val Sugana, escludendo così Primiero e Borgo ; il quale ultimo, mentre anteriormente al 1027 ap parteneva a Trento, ora colla Val Sugane, era donato da Corrado
li al vescovato di Feltro (3). Il confine scendeva (1) Cfr. Galante (A.), I confini storici del Principato e della Diocesi di Trento. «Atti Soc. It. per il Progr. delle Se. », Vili Kiun., Roma» 1916» pag. 520 ; cfr. anche Stolz (O.), Dcutschtirol, cit., pag. 76- (2) Cfr, Thunn ( M .)j, Il ducato di Trento* cit., pag. 15. (3) Federico I Barbarossa» nel 1161, restituì nuovamente la