la Armerìa Beale, che qui sì conserva, la più ricca e pre ziosa che si conosca. Non è molto abbondante, ma in compenso quasi tutti gli oggetti che la com pongono, hanno un valore storico : sono armature, elmi, spade, sciabole, eoe. , portati da generali illustri in qualche segnalato combattimento, a cominciare da un’aquila romana appartenente giù alla 8.* legione, e scendendo giù giù sino alla spada che Napoleone cingeva a Marengo, e a qnella di Carlo Alberto. Oltre ciò, trofei nemici, armi asiatiche
si trovano frequentis sime le tracce della dominazione Sabauda; del pari vi si scorgono molte memorie de’ moderni av venimenti. Prescindendo dalla stupenda statua a cavallo di Emanuele Filiberto in Piazza San Carlo, capo lavoro del Marocclietti, e dal gruppo del Conte Verde, di Palagi, noi troviamo in Piazza-Carlo Alberto il monumento in bronzo a quel re sventurato , lavoro non altrettanto felice del Maroc- chetti medesimo; poi, in Piazza Castello, la statua raffigurante l’esercito sardo, lavoro di Vela
, donata dai Milanesi nel 1858; in Piazza Carlo Emanuele, il grandioso monumento scolpito dal