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Subject heading: g.Klausen <Bozen> ; z.Geschichte g.Klausen <Bozen> ; s.Heimatkunde

di un Lendplatz, di un terreno allo sbocco del torrente della Gola/Löchl dove, per concessione del barone Georg von Firmian giudice di Gudon, dal 1533 si poteva accatastare il legname. In compenso ogni anno i chiusani pagavano al Gerichtsherr due fiorini e due capponi, si impegnavano a tenere in buono stato la strada per Gudon e il sentiero sull'Isarco verso il maso Neidegg, inoltre allestivano nella zona l’area patibolare dove venivano giustiziati i malfattori. 38 Una curiositä: dal 1595 il patibolo veniva

eretto non piü sui prati a sinistra dell'Isar- co, ma di nuovo sui cosiddetto Galgenbühl, giä "colle del patibolo” della cittä di Chiu sa. Nel paesaggio il colle, una roccia isolata dalFaspetto ancora oggi abbastanza si- nistro, si riconosce a picco sulla strada statale poco a nord del maso Reintaler, dal quäle prende il nome odierno di Reinthaler Kofel (m 577]. Il fianco sud e coltivato a vigneti, mentre verso la strada per Velturno appare ricoperto di macchie di pini, querce e betulle. 38 Gasser

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Geography, Travel guides , History , Südtiroler Dorfbücher

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2009

Clausa sub Sabione sita : Sabiona e Chiusa nel cuore della Val D'Isarco

Page 89 of 412

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Se anticamente la strada di fondovalle poteva essere percorsa con carri da trasporto, le mulattiere di montagna avevano comunque il vantaggio di abbreviare di intere giornate il tragitto. E si ritiene che, anche dopo l'apertura nel 1314 della cosiddetta "via Runter” lungo il corridoio fluviale, continuö ad essere usata contemporanea- mente la strada montana, la ‘‘Kaiserstrasse'', che a Colma si ricollegava al tracciato di fondovalle. 83 Numerosi erano i sentieri alpini secondari che da tempi

scavi con- dotti negli anni 70 nel vigneto del Bischofhof, non esclude che alcuni possano risali- re addirittura al Mesolitico. 86 Che la roccaforte naturale di Sabiona fosse occasionale 83 In un saggio della Rivista del Ferdinandeum (1864, Die erloschenen Adelgeschlechter Ti rols ) si ipotizza che una strada medievale proseguisse il percorso sul Renon in direzione di Villandro ("in alto sopra la chiesa parrocchiale, dove ancora oggi si segnalano le taverne e le stalle per i cavalli”), per poi

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Clausa sub Sabione sita : Sabiona e Chiusa nel cuore della Val D'Isarco

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i m 2391 dello Jocherer Berg/Monte del Passo, i 2581 della Cima di S.Cassiano e i 2301 della Fortschellscharte/Forcella S.Cassiano. In fondo, tra le scure abetaie della gola corre la via Pucher, costruita dai minatori negli anni tra il 1844 e il 1845 per collegare rapidamente la cittä con la zona di lavorazione metallifera di Garnstein (Pucher e la deformazione dialettale del tedesco "Pochwerk", "frantoio per la ganga"); la strada oggi e asfaltata e percorsa dal traffico locale, malgrado i numerosi

la fortezza, feudo dei Principi- vescovi, ebbe funzione di controllo sui numerosi giacimenti minerari di rame, argento e pirite della zona; dal XIII secolo fino al 1415 fu anche sede del Giudizio di Lazfons o Gericht Gernstein. All'altezza del suggestivo maniero, dietro la locanda del "Mühlele"(m 850), la strada devia decisa- mente dal torrente Planken, che scende da ovest, e sale in diversi tornanti fino alla panoramica frazione di Lazfons. All'intorno, lungo le ripide pareti che, rieche di foreste

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Clausa sub Sabione sita : Sabiona e Chiusa nel cuore della Val D'Isarco

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torre, che seguiva il senso della strada e sulla cui funzione permangono dubbi: forse una stalla, oppure una capanna per il deposito del sale o di altre merci destinate al dazio o al mercato. Un lungo muro a secco (la struttura "D”) posto ad Oriente del frangiflutti, con un andamento nord-sud, e senz’altro identificabile con un argine/ muro portante dell'antica strada. Dall'ambito murario settentrionale verosimilmente le vecchie mura si dipartivano in direzione di Branzoll, da dove forse

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Clausa sub Sabione sita : Sabiona e Chiusa nel cuore della Val D'Isarco

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ai Chiusani il privilegio di raccolta degli introiti sul sale, con l’obbligo perö di usarli per la cura e la manutenzione della strada aH'interno dell’abitato 350 . D'altro canto era stato ancora il Principe-vescovo Ulrich Putsch a far pavimentare, nel 1429, la strada principale di Chiusa “que prius fuit fetida et tam stricta in viis quod currus currui nullo modo poterat cedere", 351 prima tanto sporca e nauseabonda e cosi Stretta da impedire il passaggio a due carri contemporanea- mente. Le mura cosi

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Clausa sub Sabione sita : Sabiona e Chiusa nel cuore della Val D'Isarco

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tenendo conto anche della vicinanza del ponte che, qui come in altre cittä tirolesi, diventa ben presto "un elemento centrale della storia dei traffici e deH’economia” e dello sviluppo stesso della cittadina sull’Isarco. 273 All’altezza del “serrarium” di Chiusa, della strettoia naturale tra roccia e fiume, la strada che percorreva il lato orografico destro dell'Isarco veniva costretta in un budello "per il quäle non poteva transitare nello stesso istante piü di un carro”. 274 Appare perciö molto

interessante la collocazione della chiesa di S. Andrea, situata evidentemente piü in basso rispetto al livello della strada e deH'abitato, in una posi- zione - per cosi dire - "eccentrica" rispetto alla linea di sviluppo del resto della citta dina, protesa verso l'acqua piuttosto che verso la parete rocciosa. Essa sembra tanto piü particolare se si tiene in considerazione la probabilitä che, nella costituzione del borgo medievale, per mancanza di spazio si sia formata prima la fila di costruzio- ni a monte

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Clausa sub Sabione sita : Sabiona e Chiusa nel cuore della Val D'Isarco

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di una strada di circonvallazione ad ovest della cittä che fosse in grado di smaltire il traffico in modo piü rapido e sicuro che non la Stretta viuzza cittadina, tralaltro disse- stata dalla recente alluvione. II 1 novembre di quell’anno il nuovo tracciato viario del Bren- nero, la galleria sotto castel Bran- zoll e l’ardito ponte stradale sul torrente Tinne erano giä pronti alla consegna. Il Volksbote, il giornale quotidiano sudtirolese, riferisce cosi della cerimonia di inaugurazione: '7er

cosi come i Vigili volontari di questi comuni. All’apparire del Sign.Prefetto la banda musicale di Chiusa ha intonato la Marcia Reale, cui ha fatto seguito il saluto del Signor Podestä Enrico Guerrieri a nome della Citta- dinanza. Dopo la benedizione impartita all’entrata del tunnel dal Sign.Decano Moser assistito da ministranti, Sua Eccellenza, tenuto un discorso, ha aperto al traffico la nuova strada." 509 "Coi tedeschi si mangiava bene" Negli anni del Primo Dopoguerra tra gli italiani che

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Clausa sub Sabione sita : Sabiona e Chiusa nel cuore della Val D'Isarco

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II documento del 3 dicembre 1308 (Tiroler Landesarchiv) Di seguito il testo originale con cui il prelato boemo von Schlackenwert, eletto pochi giorni prima al soglio episcopale brissinese, il 3 dicembre 1308 concede Io "ius forense" per le due case acqui- state a Chiusa dal von Plehtz, situate probabilmente nella Cittä Alta tra la strada e il fiume: Johannes pischolf ze Prixnen verleiht dem Ebelein von Plehtz zwaei hauser und hoefstet ze Chlausen in der stat mit allen diu und der zue gehoert

, concede ad Ebelein von Plehtz il legittimo diritto forense per due case e corti rurali nella cittä di Chiusa. Queste egli le ha acquistate da Nikelein e dai figli di Tegnen Winter di Chiusa, ed esse si trovano tra le case della "Klausnerin" ("Chiusana") e della "Muetling". II diritto forense si riferisce a tutti gli ambienti (cantine e stanze) e a tutto ciö che ad essi compete, dalla strada in gib Uno all'lsarco. Ne sono testimoni: Raeimbrecht von Sebne (di Sabiona), Randolt da Villandro, Fritze

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Clausa sub Sabione sita : Sabiona e Chiusa nel cuore della Val D'Isarco

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Entrando dall'ingresso sulla via cittadina, al pianterreno si ammira ancora l'antica "Gaststube” una bella sala in cui, dal pilastro circolare al centro, si diparte la vol- ta a crociera gotica. A destra del portale un tempo passava un viottolo "del fuoco” un "Feuergaßl", che scendeva al fiume: lo si vede ancora in dipinti e foto della fine dell’Ottocento, poi coperto ed infine chiuso. Poco piü avanti, sempre sullo stesso lato della strada, al civico 64 si trova una casa le cui origini

taglia l'angolo si affaccia sull'angusto "vicolo del Trogolo", "Tränkgasse” una delle viuzze "del fuoco" che, nel medioevo, collegavano la strada principale al fiume. L’abbeveratoio in pietra, oggi vasca di una fontanella, giustifica il nome del viottolo. 695 Nel 1397 il parroco Hans von Sengen la acquistö da Jorig Säbner von Velturns come abi- tazione per il Primissario dell'Ospizio degli Apostoli; dal 1827 al 1910 la possedettero i Kantioler del "Lamm” (Gasser - Nössing 1991, pp. 236-238). 696 Ibd., p. 68.

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Clausa sub Sabione sita : Sabiona e Chiusa nel cuore della Val D'Isarco

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. Ciononostante, nel 1835 lungo il Tinne si edificö un Pochwerk, ossia un frantoio per i minerali, cui si aggiunse undici anni dopo una pres- satrice. Nel tempo si vide necessaria la costruzione di una strada di collegamento rapido tra la zona mineraria e la cittä: infatti, fino ad allora il trasporto dei minerali fino allo "Erzstadel”, al deposito del Fraghes, era avvenuto manualmente lungo lo "Erzweg”, attraverso il maso Moar in Ums ed il villaggio di S. Valentino. Inoltre chi, all'epoca, voleva scendere

da Lazfons o Garnstein poteva farlo solo passando per Verdignes e Pradello. Fu cosi che nel 1844 si mise mano al nuovo tracciato stradale attraverso la valle del Tinne (l’attuale "Pucherstrasse”) il quäle, aperto al traffico privato l’an- no successivo, favori comunicazioni e trasporti, unitamente agli impianti funicolari che dalle gallerie scendevano al frantoio. Agli inizi degli anni Settanta dell’Ottocento, perö, la furia del torrente mise piü volte a dura prova la nuova strada, distruggen- done

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Clausa sub Sabione sita : Sabiona e Chiusa nel cuore della Val D'Isarco

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dell'Isarco. La zona intorno alla foce del Tinne venne colpita duramente nel 1753, mentre quattro anni dopo, in agosto, il torrente tracimö sommergendo i terreni circostanti e causan do ulteriori danni al giä piü volte danneggiato ponte sull’Isarco. Alla fine dello stesso mese, pesanti esondazioni dell’Isarco tra Bolzano e Bressanone fecero sparire interi tratti della strada del Brennero, lo stesso accadde per ampi spazi coltivi intorno a ca- stel Anger, mentre i prati dell'Ospizio, e l'Ospizio stesso

, furono ricoperti dalle acque. 1766, 1768, 1776 (il Löchlbach sommerse di melma il Lendplatz e la strada per Gu- don), 1778 (quando il maltempo procurö danni non solo agli edifici e ai campi in cittä, ma persino al monastero di Sabiona): come in un rosario di sventure, si rincor- sero con scadenze snervanti gli anni delle alluvioni. 11 secolo XIX non fu esente dal pagare il suo tributo di catastrofi, in special modo nel 1839 e nel 1843, anno in cui si provvide del resto a riparare il ponte cittadino

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Clausa sub Sabione sita : Sabiona e Chiusa nel cuore della Val D'Isarco

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trapezoidale irregolare con i lati maggiori ciascuno di 320 m di lunghezza e i lati minori lunghi 150 m quello coincidente con la Porta Bolzano, e 50 m quello della Porta Bressanone. La strada principale percorre- va allora, e percorre ai nostri giorni, tutto l’abitato intra moenia con i suoi 315 m di lunghezza e una larghezza massima di 6 m. 362 Nel corso del Basso Medioevo la struttura urbana non subisce modificazioni sostan- ziali, giacche la natura del luogo lascia spazio sufficiente alla sola

edificazione di una duplice teoria di case: l'abitato continua perciö a srotolarsi lungo l'unica strada che vede allineati, alti, stretti e separati da pochi brevi vicoli, gli edifici i quali, dalla parte della rupe, hanno orti e cantine scavati nella roccia al livello dei tetti, mentre nel lato a valle, al di sotto del piano stradale, presentano lunghi giardini ricavati sulle 360 Un inventario della fine del Quattrocento annovera 3 barilotti di polvere, un barile grande e uno piccolo di frecce

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in servizio per soli venti anni, fino al 1979, quando si decise di dirottare gli sforzi finanziari sulla costru- zione di una nuova strada tra Lazfons e Velturno (1985-90), piü adatta alla rapiditä del traffico moderno. Precedentemente, nel 1969, in concomitanza con i campionati mondiali di sei in Val Gardena era stata inaugurata la moderna strada gardenese, costruita sul tracciato del vecchio trenino dismesso nel '60. Ma l’impresa viaria piü ambiziosa riguardö senz’altro il completamento dell’impor

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"Strada del Tirolo" (L.-Ph. Coignet, Musee des Beaux Arts di Dunkerque) mo. Luoghi simbolici, metafore agresti di quel sentimento di sconcerto, di quel "su blime ineffabile”, di quel nostalgico deliquio che pervadeva l’animo inquieto del po- eta tardoromantico di fronte agli arcani di una natura selvaggia, a tratti demoniaca. "Questa riscoperta turistica dal 1820 in poi traccia percorsi paralleli sia nella lette- ratura sia nell'ambito artistico. Le acqueforti diffuse a grandi tirature

presenze precarie che attraversano, lungo una polverosa Strada del Tirolo 10 - il titolo di questo idillio paesaggistico d’inizio Ottocento un incombente scenario di rupi, selve, acqua e cielo. II bei dipinto del francese Jules- Louis-Philippe Coignet ci immette in quella che, a tutti gli effetti, sembra essere la 9 Gasser 1998 (nota alla siderografia di Albert Henry Payne, Klausen mit dem Kloster Sehen ). 10 Le vedute venivano pubblicate in tutta Europa e spesso copiate in parte o in toto da altri

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1 » La Casa Rechegg in una foto d'epoca La cappella di Loreto, restaurata una prima volta nel 1963, e stata rinnovata nel periodo 2001-2002. Lasciando la Cappella e ritornando verso la strada si noti, presso il muro di fronte, un capitello risalente al XVI secolo, affrescato con scene sacre della metä del ,700 (le due nicchie verso la strada rappresentano una Crocifissione e la Madonna con i santi Sebastiano e Giacomo ). Alle spalle dell'edicola si apre l'ingresso ad una delle dimore nobiliari

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, si puö supporre che a Chiusa, nei giorni di fiera, "la strada principale che attraversava la cittä fungeva anche da piazza dei mercato ", 339 almeno per le merci minute e solo per coloro che avevano diritto di venderle, ossia i cittadini; il dubbio e d’obbligo, poiche l'angusta cittadina sull’Isar- co, a differenza di Strassenmärkte meglio posizionati, non disponeva di ampi spazi intra moenia, atti all’esposizione di grandi quantitä di mercan- zie o alla costruzione di comodi percorsi porticati. Per

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di Bressanone, si puö ben comprendere quanto delicato ed importante fosse il compito deH’Ufficiale di Dogana, lo "Zöllner". Questi veniva nominato direttamente dal Principe-vescovo, riceveva uno stipendio adegua- to al suo ruolo prestigioso ed aveva il diritto di risiedere presso la Casa Doganale. Tra i suoi doveri figuravano non solo l’esazione delle imposte sulle merci in transito, ma anche la vigilanza sul contrabbando e la manutenzione della strada nel tratto com- preso tra il "Brüggel”, il ponticello

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piü grande e piü sentita dell'anno, vissuta con la parsimonia tipica dei Tirolesi, con spirito ancora non del tutto sfrena- tamente consumistico. Non si sorprenda perciö il turista italiano di ritrovarsi praticamente solo per le vie della cittadina la sera della Vigilia: intorno alle 18 ogni negozio, cosi come le ban- carelle del mercatino chiudono i battenti e, per strada, si incontrano solo i pochi ritardatari che corrono a casa per la cena. Una cena che i chiusani, come in tante parti del

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viaggiare daU'Italia verso YAustria, prese perö la strada verso Yeternitä e concluse la sua vita a Chiusa il 17 febbraio del 1735. Cadde vittima della morte dopo essere stato sotto le armi per la Fede e per Ylmperatore. II tempo della sua vita era di appena 59 anni, quello della suagloria e eterno . 619 Figura emblematica ed attualissima quella di Franz Leopold barone von Zungenberg (1676-1735), feldmaresciallo degli Ussari e figlio di Mehmed Czonka-Beg, pasciä e comandante della fortezza turca

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lapidee apposte su diversi edifici del centro storico, tra cui l’abside della chiesa di S. Andrea e la canonica. La cronaca delle conseguenze della catastrofe emerge con vivido realismo dalla pen- na del giornalista Franz Pitra, in una sua relazione del novembre successivo: 497 “Allorquando la valanga si proiettö fuori della strettoia della valle del Tinne - sotto un sereno cielo estivo - la sua via non era piü il modesto corso del torrente ma, stridendo con violenza sulla strada lungo la parete

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