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") del Principato brissinese, molti dei quali provenivano proprio dalla Germania scossa dai moti protestanti. Per fare solo un esempio della loro difficile condizione, 382 si consideri che i minatori lavoravano 380 Seelaus 1921, p. 411, Tr.d.A. Tuttavia il Seelaus compie un grave errore quando scrive che a prendere tale decisione fu il Principe-vescovo Sebastian II Sprenz, il quäle non era piü in vita giä dal 3 ottobre 1525! Il suo successore, il contestato Georg III d'Austria, figlio illegit- timo

dell’imperatore Massimiliano, era appena ventunenne quando venne postulata la sua elezione. Solo le pressioni del re Ferdinando I sul papa Clemente VII (1523-1534) otten- nero che Georg prendesse possesso della sede brissinese agli inizi del novembre 1527. Da quella data fino al 1539, anno in cui fu eletto arcivescovo di Valencia, Georg si disinteressö quasi del tutto della sua Diocesi, trovandosi spesso in viaggio per conto dell’Imperatore. Gelmi commenta che „il periodo del governo di Georg dAustria

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Clausa sub Sabione sita : Sabiona e Chiusa nel cuore della Val D'Isarco

Page 405 of 412

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(2001): Die Städte Tirols. Südtirol. Vol. 2, „Schlern-Schriften" 313, Innsbruck: Universitätsverlag Wagner innerebner, GEORG (1976): Die Wallburgen Südtirols. III. Eisacktal - Bozner Becken - Unter land. Bolzano: Athesia innerhofer, josef (1982): Die Kirche in Südtirol gestern und heute. Bolzano: Athesia kierdorf - traut, georg (1998): Künstlerkreise in Klausen am Eisack, in "Schiern" 72 Koenig, OTTO (1989): Tiroler Tracht und Wehr. Vienna-Monaco: Jugend und Volk Verlag kofler, erich (1988): Barbian

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Clausa sub Sabione sita : Sabiona e Chiusa nel cuore della Val D'Isarco

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, attraversava sotto il debole governo dell'irresoluto Georg III von Österreich (1525-1539), figlio illegittimo dell'imperato- re Massimiliano I d'Asburgo. Un antico scritto, un tempo leggibile aH'interno della chiesa della Croce, raccontava i fatti di quella notte nel tedesco fiorito dell'epoca: "Correndo l’anno 15 3 5 152 , la notte di S. Cassiano fra l’una e le due questo castello fu incendiato da un fulmine e arso; si suppose quäle causa il fatto che il giorno prima si era danzato nella sala dedicata

alla preghiera, nonostante vi si vedesse un Crocefisso in segno di ammonimento” 153 . Owiamente si procedette subito, ancora nell'anno 1533, a rimuovere i segni della catastrofe: lo stesso Georg von Österreich nel 1537 sali a Sabiona per controllare lo stato dei lavori di riedificazione delle fortificazioni. Tuttavia il palazzo vescovile 150 "Nella casistica dell’arte fortificatoria locale, Sabiona rimane un esempio isolato di fortezza medievale a livello quasi urbanistico, che trova nel triplice

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e bei frontone a merli dell'albergo "Walther von der Vogelweide”, giä casa dello Scrivano della Dogana ("Zollgegenschreiberbehausung”) nei secoli XVII e XVIII. L’edificio, la cui struttura risale alla metä del XIV secolo, nel 1433 era locanda dei von Gufidaun, fornita di una "Badstube” d’un bagno pubblico attivo fino agli inizi del 1500. Come giä accennato precedentemente, nel 1831 vennero trasferiti a questa casa dal vicino "Leon d’Oro” licenza ed insegna; mentre solo dopo il 1876, anno in cui Georg Kantio

- ler oste allAgnello l’acquistö come dependance del suo albergo, essa ottenne il nome attuale. E di quel periodo l'erezione, sul lato verso il fiume, del "Giardino di Walther” e la rappresentazione nel timpano del menestrello medievale ad opera del pittore Hans Rabensteiner. Dopo la morte del padre Georg (11 agosto 1903), i figli Kantioler rivendettero l’Agnello, incluso il "Vogelweide", a Josef Schieder, scultore di Ortisei che risistemö la facciata posteriore aggiungendovi il corpo a torretta

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Page 337 of 412

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di S. Andrea lambita dall’Isarco. Piü in alto sulla parete si conserva la pala barocca con il Martirio di S. Andrea, dipin- ta nel 1721 da Johann Georg Grasmair 644 per l’altare maggiore di Michael Rasner, 644 Johann Georg Dominikus Grasmair (1691-1751) era nativo di Bressanone. Insieme a Paul Troger (1698-1762) e a Michelangelo Unterperger (1695-1758) si formö alla scuola di Giuseppe Alberti da Tesero (1640-1716). Fu a Venezia, dove studiö il colorismo veneto, e a Roma, venendo in contatto con i massimi

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Page 258 of 412

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. AI tempo della "Colonia artistica", il pittore locale Hans Rabensteiner dipinse per la sala Walther una Serie di quadri rappresentanti grandi personalitä della cultura tedesca (il von der Vogelweide, Dürer, Goethe, l'archeologo brissinese Fallmerayer, Io stesso Zingerle ed altri), dei quali resta oggi una ben minima traccia. Dopo la morte di Georg Kantioler, avvenuta nel 1903, ralbergo"AH'Agnello"passö ai suoi figli che Io gestirono ancora fmo al 1910, vendendolo poi al Bacher. Nel 2000

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Page 255 of 412

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: il pittore Franz von Defregger, Alois Gabi artista di Monaco, Robert Ruß paesaggista viennese, Georg Mader pittore tirolese, l'architetto Josef von Stadl, i pedagoghi Adolf Fluber di Innsbruck e p. Flavian Orglerdi Hall, il germanista di Breslavia Karl Weinhold, il poeta meranese Gottlieb Putz, il compositore Josef Pembauer, Io scultore viennese Heinrich Natter (autore del monumento bolzanino a Walther) ed il ricco mecenate Gustav von Ko- fler che partecipö finanziariamente all'erezione della statua

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Page 264 of 412

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Rumpfer ed il pittore Jeremias Rumpfer (morto nel 1640), entrambi artisti alla corte vescovile; l'intagliatore badiota Domenico La Luega il quäle, trasferitosi a Chiusa nel 1618, tedeschizza il nome mutandolo in Ortner: la sua bottega verrä rileva- ta dal figlio Johann, costruttore di altari; il pittore di Ellwangen Hans Georg Claus, cittadino di Chiu sa fmo al 1635 quando si trasferisce a Bressanone, dove ottiene'la libertä di dipingere, lavorare il vetro, scolpire e ricamare la seta"(cfr. E.Scheiber

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la base della sua attivitä missionaria un ex-monaco premostratense, lo svizzero Georg Cajakob detto dai suoi seguaci "Jörg Blaurock”, uno dei rappresentanti in Tirolo dell’eresia anabattista. Gli Anabattisti, o meglio "Battisti”, pur se "facevano appello a una vita rigorosamente morale e indubbiamen- te ne davano essi stessi l’esempio” 405 tuttavia, per la loro stessa visione ecclesiologi- ca che voleva la netta separazione tra Chiesa e Stato, vennero presto considerati un pericolo sociale sia dai

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Page 407 of 412

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, Astrid von - Förster, ellinor - merola, Giovanni (a cura di) (2007): Verbrannte Visionen? Erinnerungsorte der Täuferer in Tirol. Vol. 1, Innsbruck: University press seelaus, Georg (1921): Einiges über das Thinnetal und den Bergbau am Pfundererb erg e bei Klausen, in "Schiern” 2, 21/22 solderer, Gottfried (a cura di) (2001-2003): Das 20. Jahrhundert in Südtirol. Voll. I-V, Bol zano: Raetia sonneck, Florian (2005): Der Künstlerkreis in Klausen 1870-1914. Athesia Spornberger, Alois (1889

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II Reinthaler Kofel e una di quelle alture rocciose e scoscese che caratterizzano il paesaggio intorno a Chiusa e sulla cui importanza come probabili primitivi insedia- menti umani insistono Barbara e Berthold Zingerle nel loro Klausen und Umgebung, confortando a loro volta le teorie dello storico Georg Innerebner. Nella sua raccolta Die WaUburgen Südtirols, il volume dedicato alla Val d'Isarco classifica come “Wal lburgen”, come "castellieri" preistorici, praticamente tutti i rilievi di quel

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di un Lendplatz, di un terreno allo sbocco del torrente della Gola/Löchl dove, per concessione del barone Georg von Firmian giudice di Gudon, dal 1533 si poteva accatastare il legname. In compenso ogni anno i chiusani pagavano al Gerichtsherr due fiorini e due capponi, si impegnavano a tenere in buono stato la strada per Gudon e il sentiero sull'Isarco verso il maso Neidegg, inoltre allestivano nella zona l’area patibolare dove venivano giustiziati i malfattori. 38 Una curiositä: dal 1595 il patibolo veniva

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contendenti, il 24 aprile 1460 le truppe tirolesi si ritirarono da Sabiona. 145 Il successore del Cusano, il vescovo Georg Golser (1464-1488) muni ulteriormente la rocca per paura dell'imminente pericolo turco; sotto il potente principe-vescovo car dinale Melchior von Meckau (1488-1509) invece si provvide ad un parziale restauro 144 La famiglia dei Tirol, probabilmente originaria della Val Venosta, nel corso dei secoli XII e XIII seppe imporsi nel panorama politico locale con un deciso appoggio agli

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, all’interno dei confini della Contea e dei due Principati-vescovili. Georg Kirchmayr, cronista dell’epoca, notava che nel condannare gli "eretici" Ferdinando esercitasse "primariamente la vendetta piü che la giustizia". E tuttavia, se "il Tirolo allora fu conservato alla fede cattolica, lo si deve all’azione decisa di Ferdinan do I, il quäle intervenne con rigore soprattutto contro i Battisti dei quali circa 600 furono condannati a morte e quasi 6000 dovettero emigrare" (Gelmi 1984, p. 125, Tr.d.A.]. 408

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un frammento musivo d'epoca romanica: si tratta di una fascia a meandro, visibile sul bordo sinistro della parete d’ingresso. Presto restaurato, il tempio rimase meta di pellegrinaggio. Anzi acquistö d’impor- tanza quando, nel 1628 219 , si procedette alla ricognizione delle ossa di diversi vesco vi di Sabiona e le si raccolse nel reliquiario barocco a forma di sarcofago, che si am- mira a tutt’oggi nella parete meridionale della navata. Nel 1638 il parroco di Chiusa Georg Kröll commissionö i due altari

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ar- cuato e finestra doppia presenta uno stemma dei von Wolkenstein (nubi in campo bianco-rosso): la casa padronale infatti, dopo esse- re appartenuta al cancelliere bris- "Madonna con Bimbo e Santi Ausiliatori" (C. Lindner, 1630 ca.; Canonica Parrocchiale) sinese Georg Felix von Mohr, dal 1682 fino al 1906 fu in possesso dei conti von Wolkenstein-Trostburg che la ristrutturarono in Stile barocco. "La casa signorile stessa, alla quäle conduce il viottolo d'accesso, e una costruzione quadrangolare

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Page 370 of 412

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, il piü inquieto era proprio lo Haspinger, il quäle si offri da su bito come „Feldpater“ („cappellano di campo") per le compagnie di tiratori scelti di Chiusa, Gudon e Lazfons. Il suo sdegno divenne irrefrenabile allorquando i Bavaresi ordinarono il saccheggio del „Tesoro di Loreto": l’ispettore Johann Georg von Dillis di Monaco per l'occasione sequeströ ben 30 preziosi dipinti e varie opere letterarie 688 Nel discorso commemorativo l’oratore esaltava la figura del Cappuccino combattente con queste

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” sull’Isarco, degno complemento all'albergo "Lamm”. Il nuovo punto d'incontro rappresentava un successo perso nale di Georg Kantioler che, nel- lo stesso anno, aveva rilevato da Josef e Johanna Egger la vecchia osteria "Löwe” ormai in fallimen- to, ristrutturandola e facendone una dependance deH’"Agnello”, il "Walther von der Vogelweide” per l'appunto. In questo modo l'impresa dei Kantioler, cui apparteneva anche la residenza "Gamp”, veniva ad essere la piü grande struttura ricettiva della cittä

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del Comune per i progettati restauri. 471 Non allo stesso modo reagirono invece alcune personalitä chiusane, fortemente inte- ressate al benessere che tutto questo andirivieni poteva recare alla cittä ed alle loro attivitä. E questo il caso di Georg Kantioler (1840-1903], oculato oste dello storico Franz Schwaighofer, Transfer Kulturgeschichte 1, Bolzano-Vienna 1994, p. 170 (cit. da Gas ser - Kraus 2000, p. 15). 470 Dopo la morte di Zingerle (1892), Wallpach nel 1894 acquistö castel Anger

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ancora nel XIX secolo si potevano vedere anelli di ferro e ca- tene, si trovavano forse le prigioni cittadine. Per lo meno a partire dal 1460, data cui risale la prima menzione, 472 vi ebbe sede la locanda piü antica ed elegante della cittä dopo il "Grauer Bär” ed il "Weißes Kreuz". Dal 1860 il "Lampl”, ossia r'Agnellino” come venne affettuosamente ribattezzato dagli illustri awentori della fine del secolo, divenne proprietä di Georg Kantioler il quäle, insieme alla moglie Fanny, lo amministrö

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