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Title A - Z
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Books
Category:
Pedagogy, Education
Year:
1907
Letture italiane raccolte ed annotate ad uso delle scuole médie tedesche
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Page 77 of 234
Author: Marchel, Franz [Hrsg.] / per cura di Francesco Marchel
Place: Innsbruck
Publisher: Wagner
Physical description: 228 S.. - 2. ed.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Text teilw. dt., teilw. ital.
Subject heading: g.Tirol ; s.Realschule ; g.Italienisch ; f.Lesebuch<br>g.Tirol ; s.Gymnasium ; g.Italienisch ; f.Lesebuch
Location mark: 419
Intern ID: 181497
— 71 — Occorrendo per gli usi civili la maggiore possibile semplicità nella divisione del tempo, si è convenuto cbe Fanno conti 365 giorni precisi; Fanno civile è quindi di quasi sei ore più breve del vero anno solare. Queste ore, sommate insieme ogni quattro anni, formano il giorno, eli cui è più lungo F anno bisestile, giorno che suolsi aggiun gere al mese eli febbràio. Tal mètodo di correggere l’anno civile, per ricondurlo in armonia col solare, non è, come già si vede, scevro di errore

grave inconveniente l'anno civile sulla règola delle 12 rivoluzioni lunari. Ecco F origine del- 1 anno lunare. Ma ben presto si vide che Fanno lunare, per essere più breve dell’ anno solare, non poteva più coin cidere col ritorno delle stagioni. Per conservare i 12 mesi fu quindi mestieri aggiungere al mese alcuni giorni. Ond’è che nella scienza si conoscono due spècie di mesi: il mese lunare, che è di circa 28 giorni, ed il mese solare, che ne comprende 30 o 31. Come il periodo lunare diede origine

. Tuttavolta per lunghissimi periodi di tempo esso può adoperarsi, senza che ne risul tino gravi alterazioni tra le divisioni dell’ anno. Se i moti apparenti del sole servirono a dividere il tempo in anni e giorni, le rivoluzioni della luna, satèllite della terra, le quali si compiono nel breve spàzio di circa 28 giorni, diedero occasione a spartire Fanno in porzioni che si dissero mesi. Ed abbracciando Fanno solare a un dipresso 12 periodi lunari, fu creduto dai pòpoli meno colti potersi formare senza

alla divisione deli 5 anno in 12 mesi, così le vàrie apparenze o fasi che la luna ci presenta in ciascuno di tali periodi (le quali sono il novilùnio, il. primo quarto, il plenilunio e F ultimo quarto), servirono a dividere il mese iu settimane. L’antichità pose ciascun giorno della settimana sotto la protezione del gènio d’una delle sfere che formano il nostro sistema so lare, e lo appellò dal nome del protettore; disse quindi: giorno della Luna, giorno di Marte, giorno di Mercùrio, di Giove

, di Vènere, di Saturno, del. Sole: onde si hanno anche oggi i nomi di lunedì, martedì, mercoledì, giovedì e venerdì. Un’ altra divisione dell’ anno, meno esatta però e meno uniforme delle nominate fin qui, è quella delle stagioni.

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Category:
Pedagogy, Education
Year:
1907
Letture italiane raccolte ed annotate ad uso delle scuole médie tedesche
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Page 31 of 234
Author: Marchel, Franz [Hrsg.] / per cura di Francesco Marchel
Place: Innsbruck
Publisher: Wagner
Physical description: 228 S.. - 2. ed.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Text teilw. dt., teilw. ital.
Subject heading: g.Tirol ; s.Realschule ; g.Italienisch ; f.Lesebuch<br>g.Tirol ; s.Gymnasium ; g.Italienisch ; f.Lesebuch
Location mark: 419
Intern ID: 181497
nominare per lasciar pen sare ad ognuno che il fatto potrebbe benissimo essere avve nuto nella sua, un signore mandò il servitore a comprare quattro chili di zùcchero. Appena T ebbe ricevuto, T esaminò e trovò che a quello zùcchero erano mietè altre sostanze di nessun valore. Visto ciò, fece sùbito inserire in un gior nale Tavviso seguente: „Quel droghiere, che ha venduto al mio servitore quattro chili di zùcchero falsificato, viene pre gato di mandarmene a casa quattro chili del buono, altri menti

— 25 55 . Un contadino e sua móglie presentarono un giorno una sùpplica a Federico II, re di Prussia. Egli esaminò la cosa e disse loro: ,,E d’uopo che vi rivolgiate al tribunale“ — Siamo già stati là, rispose il contadino. — In questo caso, replicò il re, non posso far più nulla per voi. — Vieni, disse il contadino a sua móglie; non vedi che egli è inteso col tribunale? — Federico rise di cuore a quel l’idea e prese la sùpplica. 56 * Il Principe di Joinville vedendo un gióvane soldato piegare

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Category:
Pedagogy, Education
Year:
1907
Letture italiane raccolte ed annotate ad uso delle scuole médie tedesche
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Page 78 of 234
Author: Marchel, Franz [Hrsg.] / per cura di Francesco Marchel
Place: Innsbruck
Publisher: Wagner
Physical description: 228 S.. - 2. ed.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Text teilw. dt., teilw. ital.
Subject heading: g.Tirol ; s.Realschule ; g.Italienisch ; f.Lesebuch<br>g.Tirol ; s.Gymnasium ; g.Italienisch ; f.Lesebuch
Location mark: 419
Intern ID: 181497
mente quella della piogge, della neve e del gelo (Inverno). I pòpoli d'origine punica e gli Egiziani incomincia vano il loro anno civile dall autunno, ì Persiani dal mese di giugno, ed i Cinesi dalla prima luna di marzo. Presso i pòpoli settentrionali, Celti, Germani e Scandinavi, 1 anno aveva principio colla cruda stagione del verno. Ed anche- gli Ateniesi, ne’tempi più antichi della loro stòria, comin ciavano l’anno dall’inverno; ma in séguito, mutata usanza, vi diedero principio coll' estate

72 — » Nei paesi della zona tòrrida l’uomo conosce una sola stagione, sebbene interrotta dall’ època delle piogge e degli uragani. Ai poli, della terra ed alle regioni ad essi adiacenti la natura non comparti che due stagioni: quella delle te nebre e quella della luce. Ma in generale nelle zone temperate si conoscono distintamente quattro stagioni: la stagione del verde e dei fiori (Primavera), la stagione del caldo e delle messi (Estate), quella dei frutti e delle cacce (Autunno), e final

. I Romani invece, nell 5 època più antica della loro città, incominciavano l'anno dalla primavera, laddove dopo 1 ordinamento del calendàrio fatto dal re Ruma, diedero incominciamento all’anno coll'inverno. Da F. C. Marmocchi. 114. Galileo cieco. Un mattino di.primavera del 1639, un vècchio vene rando privo della luce degli occhi, uscito dalla villa di Arce tri. non lungi dall' Arno e da Firenze, solo, sopra pen siero, smarrì la via e più non sapeva dove fosse. Questo venerando canuto era Galileo

' Amo, il rumore delle cui acque lo fece avvertito del pericolo che pur troppo correva. Si ferma su due piedi,

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Category:
Pedagogy, Education
Year:
1907
Letture italiane raccolte ed annotate ad uso delle scuole médie tedesche
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Page 74 of 234
Author: Marchel, Franz [Hrsg.] / per cura di Francesco Marchel
Place: Innsbruck
Publisher: Wagner
Physical description: 228 S.. - 2. ed.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Text teilw. dt., teilw. ital.
Subject heading: g.Tirol ; s.Realschule ; g.Italienisch ; f.Lesebuch<br>g.Tirol ; s.Gymnasium ; g.Italienisch ; f.Lesebuch
Location mark: 419
Intern ID: 181497
per esèmpio a Stoc colma o Pietroburgo, breve è la luce del giorno nel verno e lunghissime sono le tenebre della notte, mentre in Italia, in Grècia, in Egitto le giornate nella medésima stagione sono più lunghe e le notti più corte. Nella state poi la parte illuminata del dì è più breve in questi ùltimi paesi e più lunga nei primi Ciò sarebbe impossibile, se la terra avesse una superficie piana. Altramente il sole, tanto di stante da noi, che a paragone di questa distanza la esten sione della

68 — nè le coste Africane, nè le montagne della Sardegna, luoghi tutti alla Sicilia circonvicini. Chè anzi appena si scor gono gli scogli di Malta, e non altro che nn piccolo cir cuito del Mediterràneo; Le vette dei monti, la sommità delle torri, le cime delle antenne delle navi sempre da lnnge ri mostrano prima delle loro parti inferiori; e se ci accostiamo a tali oggetti, o la nave a noi si avvicina, scorgonsi le sue vele a mano a mano, fino alle pili basse. Perchè ciò ? Perchè tra il luogo

ove siamo ad osservare, e quello dove seorgesi l’og getto, è una curvatura della superficie terrestre atta a nascondere il vascello e parte delle sue vele, la falda del monte, la base della torre ..... E poiché tal fenòmeno si osserva da ogni luogo e in ogni direzione, siamo sfor zati a concinnò ere che la figura del nostro pianeta è ro tonda. Che la terra sia tale, ce lo dimostra anche il fenòmeno dell’eclisse della luna. Chi è che non abbia osservato un’eclisse lunare? E chi ignora che questo

fenòmeno avviene perchè la terra, interposta tra la luna ed il sole, accoglie ì raggi di esso e getta la sua ombra su quel satèllite? Ora, in qualunque eclisse lunare l’ombra della terra si è presentata rotonda, e i corpi gettano l’ombra somigliante alla loro figura. Dun que rotonda è la figura della terra, E la sempre diversa lunghezza del giorno e della notte nelle vàrie regioni della superficie terrestre, non offre aneli’essa evidente prova della sua rotondità? Nelle regioni settentrionali, -diremo

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Category:
Pedagogy, Education
Year:
1907
Letture italiane raccolte ed annotate ad uso delle scuole médie tedesche
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Page 53 of 234
Author: Marchel, Franz [Hrsg.] / per cura di Francesco Marchel
Place: Innsbruck
Publisher: Wagner
Physical description: 228 S.. - 2. ed.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Text teilw. dt., teilw. ital.
Subject heading: g.Tirol ; s.Realschule ; g.Italienisch ; f.Lesebuch<br>g.Tirol ; s.Gymnasium ; g.Italienisch ; f.Lesebuch
Location mark: 419
Intern ID: 181497
47 93. La tomba dell* Imperatore Massimiliano in Innsbruck. Nella chiesa dei Francescani ad Innsbruck trovasi il monumento sepolcrale dell’imperatore Massimiliano. Esso è òpera dello scultore Alessandro Collin di Malines, ed il bronzo fu fuso clan’italiano Del Duca. L’imperatore è ri tratto in ginòcchio, in atto di pregare: i ventiquattro bas sorilievi, che circondano il sarcòfago, ci danno la sua bio grafia. Conviene osservarli attentamente, ricordandosi, che Thorwaidsen ebbe a dichiararli

’ antichità ■e principi e principesse della casa, d’A bslungo. 94. Méad, cèlebre mèdico d’Inghilterra, ci vien rappre sentato dalla stòria come un eròe d’amicizia; di lui si legge questo incomparàbile anèddoto. Freind, altro mèdico rino mato d’Inghilterra ed amico di Méad, cadde in disgràzia della corte, per aver parlato con troppa libertà del go verno, e fu messo in prigione nella gran Torre di Londra. Alcuni mesi dopo cadde ammalato il primo ministro, e venendo Méad ricercato, questi l’assicurò bene

, che l’avrebbe guarito; ma che pertanto non gli avrebbe ordinato mi sol bicchiere d’acqua, se prima non avesse reso la libertà all’ amico suo Freind. Il ministro dichiarò risolutamente, non esser quella cosa possibile, ma che d’altronde egli era risoluto di sagrifìcare ogni somma, ch’egli avesse mai saputo domandare; ma il mèdico rimase fermo nella sua richiesta. Alcuni giorni dopo il ministro vedendo, che la malattia peggiorava, pregò in fine il Re di far grazia a Freind. Dal momento che gli venne

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Category:
Pedagogy, Education
Year:
1907
Letture italiane raccolte ed annotate ad uso delle scuole médie tedesche
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Page 226 of 234
Author: Marchel, Franz [Hrsg.] / per cura di Francesco Marchel
Place: Innsbruck
Publisher: Wagner
Physical description: 228 S.. - 2. ed.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Text teilw. dt., teilw. ital.
Subject heading: g.Tirol ; s.Realschule ; g.Italienisch ; f.Lesebuch<br>g.Tirol ; s.Gymnasium ; g.Italienisch ; f.Lesebuch
Location mark: 419
Intern ID: 181497
a Fulle quantità Furcht, in — setzen far paura ad uno Fnhaànger pedone m, ; soldato d’infanteria Fntterkammer fienile m. G. Gabe dono Gallerie galleria, ccrridojo gar oft ben spesso ganz del tutto Gebirge montagna, monte m. Gebirgsluft aria dei monti Gedanken, seine — darüber haben stare pensando sopra q. e. gedulden aver pazienza Gefahr pericolo Gefälligkeit affabilità, com piacenza gefälligst di grazia; — wol len voler compiacersi di gefaßt fein auf etwas -as pettarsi q. e. ! Gefühl sentimento

— venire a contesa Gericht giudizio, tribunale m., ; vor — in giudizio, in tribunale gesagt, sich — sein lassen tenersi per detto Geschäft negozio, affare m. geschehen farsi Geschrei rumore m. Geschwätz parlare, ciarlare Geselle garzone ir.., ope raio Gesellschaft leisten tenere, fare compagnia Gesinnung intenzione f. gesprächig ciarliero, dis corsivo, parlatore gestatten perméttere. getrösten, sich consolarsi getrost sein consolarsi gewähren accordare, offrire gewaltsam violente gewaltig forte

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Category:
Pedagogy, Education
Year:
1907
Letture italiane raccolte ed annotate ad uso delle scuole médie tedesche
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Page 218 of 234
Author: Marchel, Franz [Hrsg.] / per cura di Francesco Marchel
Place: Innsbruck
Publisher: Wagner
Physical description: 228 S.. - 2. ed.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Text teilw. dt., teilw. ital.
Subject heading: g.Tirol ; s.Realschule ; g.Italienisch ; f.Lesebuch<br>g.Tirol ; s.Gymnasium ; g.Italienisch ; f.Lesebuch
Location mark: 419
Intern ID: 181497
dietro la casa di nascosto venire in mente qualche cosa di austero oder di severo aspettarsi qualche cosa fienile m. seguire nascosta mente arresto (hier agli arresti) gonfiarsi proruppi in la grime in ginòcchio implorare dire pugno concedere per tutta la vita il leale abitante di Schwitz cantone m. raccolta del fieno lite f,, litigio convocare (cónv.) dotto, istruito giudizio, tribunale in. vor— in giu dizio, in tribu nale segare mucchio, in — Imm gen ammucchiare mi è affatto impos sibile

würde überführen Berechnung trügen angreifmd doch Verhältnis aufgeben frühes Grab mögen Fassung sich erheben Fühlbarkeit verleihen das Unabänderliche Anteil erleichtern aggiudicare(aggni- dico) assegnare per sentenza, sentenziare me ne congratulo con te, me ne consólo con te. oder teco mettersi d’accordo, finirla questione, accomodar la cosa sentire nel più profondo del cuore fuor che portare compiangere la disgràzia dolore m. aver diritto a for mare una cosa, a. concepire (isco) una cosa sorte

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Category:
Pedagogy, Education
Year:
1907
Letture italiane raccolte ed annotate ad uso delle scuole médie tedesche
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Page 22 of 234
Author: Marchel, Franz [Hrsg.] / per cura di Francesco Marchel
Place: Innsbruck
Publisher: Wagner
Physical description: 228 S.. - 2. ed.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Text teilw. dt., teilw. ital.
Subject heading: g.Tirol ; s.Realschule ; g.Italienisch ; f.Lesebuch<br>g.Tirol ; s.Gymnasium ; g.Italienisch ; f.Lesebuch
Location mark: 419
Intern ID: 181497
. 1. Ringraziare l’amico, che si dà premura di procurarci un piacere; 2. Promettere di conservargli bene il suo libro; 3. Pregarlo del favore di chiederci qualche servizio, dichiarandoci pronti a fare il possibile per soddisfarlo: 4 Rinnovare brevemente i ringraziamenti e salutarlo. 36 , Verona, 18 Luglio 1888. Mio caro amico, Sono quindici giorni che una tosse di natura accanita m’impedisce di venire a scuola.. Eccomi quindi nella trista situazione di non poter tener dietro alle spiegazioni che faranno

16 — 34 . Berlino, 26 Settembre 1894. Mio caro Luigi, Ti mando 1’Amico dei fanciulli, che io ho letto « n tanto piacere. Tieni pur questo libro tinche ti pare; son certo, che sarà ben conservato. Io non desidero altro se non che nella lettura di esso tu possa trovar tanto piacere quanto io ne trovai. Vivi certo che sarà sempre di soddisfazione per me di poterti, come in questa, così in ogni altra occasione prestar servizio. Il tuo amico Enrico. ; 35 . Risposta alla lèttera precedente

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Category:
Pedagogy, Education
Year:
1907
Letture italiane raccolte ed annotate ad uso delle scuole médie tedesche
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Page 9 of 234
Author: Marchel, Franz [Hrsg.] / per cura di Francesco Marchel
Place: Innsbruck
Publisher: Wagner
Physical description: 228 S.. - 2. ed.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Text teilw. dt., teilw. ital.
Subject heading: g.Tirol ; s.Realschule ; g.Italienisch ; f.Lesebuch<br>g.Tirol ; s.Gymnasium ; g.Italienisch ; f.Lesebuch
Location mark: 419
Intern ID: 181497
Parigi: „Questo giardino sarà dato a colui che potrà pro vare d essere perfettamente contento,“ Un ricco avaro, •die aveva letto quell iscrizione, corse avidamente dal prin cipe nella speranza di ottenere quel magnifico giardino, e gli disse: Altezza, io posso assicurarvi che io sono quanto si può essere contento, e che per conseguenza nessuno è più degno di me di divenir padrone del giardino promesso, — Andate, disse il principe; se foste veramente contento non desiderereste il mio giardino

. II. „Sia la parola — Nunzia del vero, Sia del pensiero — Spècchio fede!; Nè rida il labbro — Se piange il core, Nè finga ardore, se dentro è gel. Dom. Capellina, 13 . Napoleone I, incontrato un giorno uno dei suoi gene rali, che non si reggeva bene in piedi, lo fermò e gli disse: „Generale, voi bevete“ „Sì, Maestà.“ „Voi bevete molto.“ „Sì, Maestà.“ „Voi bevete troppo." „No, Maestà“ „Come no, se vi vedo traballare !“ „Io bevo sempre alla salute di Vostra Maestà, e per una salute così preziosa non

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Category:
Pedagogy, Education
Year:
1907
Letture italiane raccolte ed annotate ad uso delle scuole médie tedesche
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Page 21 of 234
Author: Marchel, Franz [Hrsg.] / per cura di Francesco Marchel
Place: Innsbruck
Publisher: Wagner
Physical description: 228 S.. - 2. ed.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Text teilw. dt., teilw. ital.
Subject heading: g.Tirol ; s.Realschule ; g.Italienisch ; f.Lesebuch<br>g.Tirol ; s.Gymnasium ; g.Italienisch ; f.Lesebuch
Location mark: 419
Intern ID: 181497
di lèttere. Le lettóre altro non sono, come già si è detto, che un’imitazione del corretto favellare; ed è perciò effe rispetto al contenuto esse sono di tante spècie di quante sono i verbali discorsi. Allo stesso modo adunque effe nella vita comune ora parliamo per interrogare o rispondere, ora per pregare o ringraziare, ora per ammonire o riprendere, e quando per consigliare o sconsigliare, così a tenore delle circostanze nostre o d’altrui ci occorre esprimere per iscritto uguali sentimenti e pensieri

15 labbra? E la tua scrittura sia calda di quest 5 affetto. Tanto più la lèttera è da pregiare, quanto più è imàgine del familiare discorso: salvo, già si intende, quella maggior nettezza di modi effe a effi scrive è dato mèglio di conse guire effe a cffi parla.“ Le qualità generali d'una lèttera sono: 1. La brevità. 2. La precisione, 3. La chiarezza. Sono da evitare le poscritte, effe in generale disdicono assai, pereffè dimostrano poca attenzione in cffi scrive. 38, Delle diverse spècie

. E di qui hanno origine^ le diverse spècie di lèttere, come sarebbero di domanda o di ri sposta, di preghiera o di ringraziamento, d’avviso o di riprensione, di consulta o di consiglio, ecc. Siccome le lèttere responsive sono per molti riguardi assai più fàcili a stendersi effe non le altre, poiché in esse ci viene segnata la via del pensiero e della espressione dalla lèttera stessa a cui dobbiamo rispondere, così queste lèttere saranno prescelte pel primo esercizio. Nelle lèttere seguenti s'insegnerà

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Category:
Pedagogy, Education
Year:
1907
Letture italiane raccolte ed annotate ad uso delle scuole médie tedesche
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Page 8 of 234
Author: Marchel, Franz [Hrsg.] / per cura di Francesco Marchel
Place: Innsbruck
Publisher: Wagner
Physical description: 228 S.. - 2. ed.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Text teilw. dt., teilw. ital.
Subject heading: g.Tirol ; s.Realschule ; g.Italienisch ; f.Lesebuch<br>g.Tirol ; s.Gymnasium ; g.Italienisch ; f.Lesebuch
Location mark: 419
Intern ID: 181497
5 . „Non ti lagnai' de’mali, Non creder soli i tuoi : Ognuno dei mortali Ha da soffrire i suoi.“ Bértela. 6 . Uno sciocco scherniva un uom di spirito per la gran dezza delle sue orécchie. „Io confesso“, disse questi, „di averle troppo grandi per un uomo, ma voi mi accorderete parimente di averle troppo piccole per un àsino“. Alcuni ladri, essendosi introdotti nella casa di un si gnore, andarono al letto del cameriere, e gli dissero che se si moveva, era morto. „Solenne bugia“, rispose questi

, „se mi muovo è segno che sono vivo“. 8 . Un nomo ricco, ma ignorante, aveva una bellissima biblioteca; del quale venendo a parlare un dottissimo signore, disse: „Costui rassomiglia ad un gobbo, che porta la sua gobba dietro alle spalle, e non la guarda mai.“ 9 . In mezzo alla grande crisi della guerra dei sette anni, un soldato di Federico II disertò; ma venne preso e con dotto dinanzi al re. „Perchè m’hai tu lasciato?“ gli do manda Federico. —- „Affé, Sire“, rispose il disertore, ,,i vostri affari vanno

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Year:
1907
Letture italiane raccolte ed annotate ad uso delle scuole médie tedesche
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Page 47 of 234
Author: Marchel, Franz [Hrsg.] / per cura di Francesco Marchel
Place: Innsbruck
Publisher: Wagner
Physical description: 228 S.. - 2. ed.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Text teilw. dt., teilw. ital.
Subject heading: g.Tirol ; s.Realschule ; g.Italienisch ; f.Lesebuch<br>g.Tirol ; s.Gymnasium ; g.Italienisch ; f.Lesebuch
Location mark: 419
Intern ID: 181497
41 Curioso Ciro di conoscere il significato di quelle pa role, ne fece chiedere conto a Creso, il quale disse: „Fu tempo, in cui troppo fidente della mia fortuna ho disprezzato le parole del saldo Solone, il quale mi diceva che nessun uomo può dirsi felice prima di morire. Troppo tardi n’espe- rimentai la dura verità.“ Ciro si fece sèrio, pensò un mo mento alla fragilità delle umane grandezze ed alla possi bilità eli trovarsi lui stesso nella dolorosa situazione del suo nemico. Gli donò la vita

il dì 28 Agosto cogli Austriaci, ne fu respinto. Gli Austriaci occuparono Fiume. Qui il capitano La- zarioh, nativo di Trieste, oriundo istriano, assunse volon tariamente F incàrico di tentare l 3 impresa dell’Istria per eccitare i pòpoli a sottomettersi alla casa d’Austria, o al meno per occupare con astùzie di guerra altrove le forze di Frància. Gli si affidarono pertanto 47 Croati del reggi mento Yarasdin, un tenente e sette ùssari Con questa poca gente egli partiva da Fiume all’ alba del 2 Settembre

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Year:
1907
Letture italiane raccolte ed annotate ad uso delle scuole médie tedesche
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Page 79 of 234
Author: Marchel, Franz [Hrsg.] / per cura di Francesco Marchel
Place: Innsbruck
Publisher: Wagner
Physical description: 228 S.. - 2. ed.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Text teilw. dt., teilw. ital.
Subject heading: g.Tirol ; s.Realschule ; g.Italienisch ; f.Lesebuch<br>g.Tirol ; s.Gymnasium ; g.Italienisch ; f.Lesebuch
Location mark: 419
Intern ID: 181497
venerando : „Fratello, tu mi hai tolto al perìcolo, ed io voglio toglierti alla po vertà. Da oggi innanzi starai meco; avrai un posto alla mia mensa, un letto nella mia casa: sarai il cieco — guida -del cieco ; sarai il compagno indivisibile della mia estrema vecchiàia.“ E così fu. Gio. Lardelli, Letifure scelte.

— 73 «i mette in ascolto, se 'qualcuno a Ini si appressi; e non ndendo che il mormorio del fiume, leva la fàccia incontro al sole e dice sospirando: „Gran Dio! Tu che mi desti per tanti anni di poter figgere lo sguardo nei segreti, della creazione, ridonami la luce degli occhi per pochi momenti, insino a tanto che io possa vedere la strada che mena ad Arcetri.“ E cadendogli calde lagrime dagli occhi spenti, restò di bel nuovo in ascolto. Ed ecco ode il calpestio d’un uomo che si avanzava verso

di lui pel greto del fiume, e che batteva per le ghiàie la punta d'un bastone ferrato. L’uomo s’avanza, gM passa da presso, gli rasenta quasi il vestito, e va oltre. „Amico, grida allor Galileo, aiuta un pòvero cieco che ha smarrita la strada!“ L’altro si ferma su due piedi, si rivolge a Ini e gli risponde sorridendo : „II fatto è curioso, Voi cieco domandate aiuto ad un altro cieco fi A cui Galileo : „Cieco voi pure? Ma come potete ■camminare con tanta franchezza ?“ — „Eh ! l’abitùdine. Questa

è la mia via. Ogni giorno passo di qui per andare ad Are etri.“ — „Appunto ad Arcetri, interruppe il filòsofo, anch’io debbo andare.“ -— „Siete voi di casa?“ dimandò P altro. — „Sì, sono di casa.“ — Allora avrete inteso a parlare del pòvero Spinello.“ — „Mi pare.“ — „Ebbene son io, son io appunto! Ogni giorno salgo 'costì alla villa, ed ogni giorno mi vien fatta elemòsina o d’un pane, o d’un quattrino da quel bravo signore, dal signor Galileo; voi lo conoscerete quel buon signore

?“ — „Sì, sì lo co nosco . . ma guidami ad Arcetri; prendimi sotto il bràc cio; guidami alla villa, e ti darò una moneta.“ Spinello ubbidì, e mentre salivano verso Arcetri, si avvennero negli scolari di Galileo, che andavano in cerca del maestro. Nè P ebbero essi prima veduto, che correndogli incontro, escla marono: „Oh, signor Galileo, in quanta angùstia ci avete tenuti!“ A queste parole il povero Spinello prendeva le mani al grande astrònomo, e gliele stringeva e baciava per gratitùdine. Al quale disse il vècchio

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1907
Letture italiane raccolte ed annotate ad uso delle scuole médie tedesche
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Page 89 of 234
Author: Marchel, Franz [Hrsg.] / per cura di Francesco Marchel
Place: Innsbruck
Publisher: Wagner
Physical description: 228 S.. - 2. ed.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Text teilw. dt., teilw. ital.
Subject heading: g.Tirol ; s.Realschule ; g.Italienisch ; f.Lesebuch<br>g.Tirol ; s.Gymnasium ; g.Italienisch ; f.Lesebuch
Location mark: 419
Intern ID: 181497
considerarsi come grandi allargamenti del loro letto. Altri s'inabissano in sotterrànei, nè più si veggono uscire. Molti si nascondono per qualche tratto e poi appaiono di nuovo come la Finca, che, gettatasi nella grotta di Adelsberg, ricomparisce presso Planine, sotto il nome di Unz, torna ad inabissarsi e rivede sotto Oberlaibach la luce, chiamandosi allora Lubiana. Una gran parte dei fiumi, che scendono dai monti e passano per luoghi ricchi di miniere, traspor tano seco particelle di metalli, come oro

83 sulla Senna, Pietroburgo sulla Neva, Vienna e Buda-Pest sul Danubio, Praga sulla Moldava, Graz sulla Mur, Berlino sulla Sprea, Lisbona sul Lago, Madrid sul Manganare, To rino sul Po, Firenze sull 5 Arno, Roma sul Tèvere. L' Egitto sarebbe un' àrida solitudine senza le acque del Nilo, il quale, deponendovi il grasso e fecondatore suo fango, lo rende, particolarmente in quella contrada, che chiamasi delta, la più ferace pianura del mondo. Alcuni fiumi passano in mezzo a laghi, che possono

solitàrio e gli chiese: Che cosa fai tu in questo luogo deserto? — Colui rispose: Imparo sapienza. — Il principe disse : Insegnane anche a me qualche cosa! Allora il filòsofo scrisse sopra un papiro queste me moràbili parole: „In tutto ciò che vuoi fare o dire, pensa prima a quello che ne può seguire!" L’imperatore ricevette con gratitùdine il morale avver timento, e tornatosi a Roma, fece scolpire le prudenti pa role in molti luoghi del suo palazzo, ma. specialmente sopra la porta, che metteva alle sue

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Books
Category:
Pedagogy, Education
Year:
1907
Letture italiane raccolte ed annotate ad uso delle scuole médie tedesche
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Page 41 of 234
Author: Marchel, Franz [Hrsg.] / per cura di Francesco Marchel
Place: Innsbruck
Publisher: Wagner
Physical description: 228 S.. - 2. ed.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Text teilw. dt., teilw. ital.
Subject heading: g.Tirol ; s.Realschule ; g.Italienisch ; f.Lesebuch<br>g.Tirol ; s.Gymnasium ; g.Italienisch ; f.Lesebuch
Location mark: 419
Intern ID: 181497
— 35 — 80. I pasti del generale Jackson. Nel 1814, il generale americano Jackson, dopo fatta guerra vittoriosa agli Indiani, fu costretto di tornare nella fortezza Strother con numerosi feriti, truppe spossate e volontari brontoloni, Gli approvvigionamenti mancavano, i nuovi reggimenti promessi dallo stato di Tenessee non arrivavano. II presidio, condannato a privazioni d’ogni sorta, si lagnava e mormorava sopra tutto contro il gene rale, che accusava niente meno che di stornare le provvi gioni

per la sua tavola. Una mattina, Jackson vede un soldato avvicinarsi a lui. 11 suo viso era dimagrato dalla fame e un violento sdegno gli si leggeva in volto. II volontàrio si dirige al generale, che si disponeva a far colazione, gli rimprovera con termini risentiti il lusso della sua tàvola, e l’angùstia nella quale egli lascia i suoi soldati; Jackson con accento di massima bontà, gli risponde: „Non essendo sòlito d’im battermi in nn pòvero avente fame senza dividere con lui, eccoti la metà della

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Books
Category:
Pedagogy, Education
Year:
1907
Letture italiane raccolte ed annotate ad uso delle scuole médie tedesche
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Page 85 of 234
Author: Marchel, Franz [Hrsg.] / per cura di Francesco Marchel
Place: Innsbruck
Publisher: Wagner
Physical description: 228 S.. - 2. ed.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Text teilw. dt., teilw. ital.
Subject heading: g.Tirol ; s.Realschule ; g.Italienisch ; f.Lesebuch<br>g.Tirol ; s.Gymnasium ; g.Italienisch ; f.Lesebuch
Location mark: 419
Intern ID: 181497
, aprendo la porta o le finestre. In nessun caso poi si debbono tener accesi, durante la notte, nella càmera, in cui si dorme. Scania. 121. Il castello di Schònbrunn. Il grandioso castello di Schònbrunn, colle stupende sue piantagioni, sorge non lungi da Vienna, verso sud-ovest, e vi si può andare a piedi senza stancarsi. L’accesso alle tante delizie stando per sovrana liberalità aperto al pùb blico, non è a meravigliare se Schònbrunn viene continua- niente visitato nella bella stagione da gran numero

di am miratori, sì viennesi che forestieri. Fu cominciato il castello sotto Leopoldo I e finito sotto Maria Teresa. Oggi serve di residenza estiva alla famiglia imperiale. L’interno del castello si può visitare ogni qual volta l’augusta famiglia ri è assente. Stupendo è il giardino ■co’ suoi tappeti di fiori, colle colossali fontane salienti, cogli spaziosi lunghissimi riali, ornati di belle stàtue di sog getto mitològico. Sopra un’altura sorge l’aèreo tempietto, detto Gloriet, fatto costruire unitamente

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Category:
Pedagogy, Education
Year:
1907
Letture italiane raccolte ed annotate ad uso delle scuole médie tedesche
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Page 43 of 234
Author: Marchel, Franz [Hrsg.] / per cura di Francesco Marchel
Place: Innsbruck
Publisher: Wagner
Physical description: 228 S.. - 2. ed.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Text teilw. dt., teilw. ital.
Subject heading: g.Tirol ; s.Realschule ; g.Italienisch ; f.Lesebuch<br>g.Tirol ; s.Gymnasium ; g.Italienisch ; f.Lesebuch
Location mark: 419
Intern ID: 181497
àbiti assai poco appariscenti, si fece condurre da quello stesso impiegato all’abitazione del podestà, che appunto allora si trovava in mezzo ad un cròcchio d’amici. „Sono un ufficiale dell’Imperatore“, disse Giuseppe, ,,e vorrei pre garla di sbrigare quella povera gente, che ha già troppo aspettato laggiù." „1 contadini possono aspettare ancora", rispose il podestà impazientito, „io non mi disturberò cer tamente per loro." ..Ma, signor mio", riprese il supposto ufficiale, „bisogna, essere più

umani coi propri subalterni". — „La dispenso dal darmi lezioni; io conosco il mio dovere". „Ella mi dispensa dal darle lezioni, ed io, che sono il suo sovrano, La dispenso ulteriormente dalle nóje e dai disagi inerenti all’incarico eh’Ella disimpegna tanto male: Ella è dimesso dal suo ufficio, che sarà tosto assunto dal- l’impiegato, che io stesso nomino podestà del luogo" Poco dopo la sua assunzione al trono, Giuseppe intro dusse nel suo stato molte riforme, le quali però non tro vando nel popolo

quell’appòggio, che egli aveva sperato, non ebbero pieno effetto. Seguendo fedelmente le orme dell’augusta sua genitrice, egli provvide all’incremento della pubblica istruzione, fece fondar molte scuole ed ebbe sempre di mira il benèssere dei suoi sùdditi. Il 20 Febbrajo 1790 moriva quest’òttimo principe, lasciando nel cuore dei suoi sùdditi imperitura e benedetta memòria di sè. La breve epigrafe appiè della stàtua equestre, che sorge in onor suo nella piazza Giuseppina a Fienna, e che fu eretta

dall’Imperatore Francesco I, è il più eloquente elògio del compianto monarca. Quell’epi grafe dice: Giuseppe II Imperatore vissuto alla felicità de’suoi pòpoli non lungamente, ma per intero. 83. L’Imperatore Giuseppe II e la védova ammalata. Dolce in ogni tempo è il beneficio, ma vieppiù dolce quando è accompagnato dalla sorpresa. Mentre un altissimo personàggio passava una mattina per tempo incògnito e tutto solo per un sobborgo di Vienna,

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Category:
Pedagogy, Education
Year:
1907
Letture italiane raccolte ed annotate ad uso delle scuole médie tedesche
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Page 81 of 234
Author: Marchel, Franz [Hrsg.] / per cura di Francesco Marchel
Place: Innsbruck
Publisher: Wagner
Physical description: 228 S.. - 2. ed.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Text teilw. dt., teilw. ital.
Subject heading: g.Tirol ; s.Realschule ; g.Italienisch ; f.Lesebuch<br>g.Tirol ; s.Gymnasium ; g.Italienisch ; f.Lesebuch
Location mark: 419
Intern ID: 181497
Terminato il diàlogo e presi i dódici ducati, la gio vine corre difilato a casa, consegna il denaro ed i panni alla madre, la conforta a sperare nella protezione del si gnore sconosciuto che le aveva fatto quel dono, e ne fa un ritratto così fedele, che alcuni de' suoi parenti riconob bero in esso 1 ? imperatore. Vergognosa di avere parlato con tanta libertà, non sa più come risolversi di andare al palazzo il giorno appresso. Ma incorata dai parenti che l’accompagnano, vi arriva tutta tremante

, riconosce il sovrano nel suo benefattore, e cade in uno svenimento. IL principe intanto aveva già chiesto informazioni del padre di lei, e del reggimento in cui aveva militato; ed era vero tutto ciò che aveva detto la gióvane. Quand’ ella si fn ria vuta, l’imperatore la fece entrare co’suoi parenti nel suo gabinetto, e nel modo più cortese le disse: — Questo, o buona giovine, è un assegnamento di pensione pari allo stipendio di vostro padre, che sarà go duto da vostra madre: e venendo a mancare la madre

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