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Subject heading: c.Trient <Diözese> / Diözesansynode <1593> g.Trient <Diözese> ; s.Kirchenrecht

Bciugata dal Sacerdote la fronte del cresimato, ritorna questi col suo patrino per un 5 altra via al primiero suo posto. Mentre par tono dai cancelli i cresimati, si avvia ai medesimi un altro drap pello, e così in seguito. Dopo i fanciulli si accostano collo stesso ordine le fanciulle. 5. Finita la cresima della prima divisione, e recitate le pre scritte preci, si apre una porta della chiesa, da cui hanno da li sche i cresimati, ed un’ altra, per cui entra la divisione seguente, e cosi fino

alla fine della sacra funzione. 6. Affinchè i cresimandi non si affollino ai cancelli, e non nasca disordine, vi saranno in chiesa due Sacerdoti in cotta, i quali regoleranno i drappelli, che di mano in mano devono acco starsi ai cancelli della comunione, e da quelli scostarsi, e veglie ranno, acciò la sacra funzione prosegua con buon ordine, e con divozione, silenzio, e senza interruzione, *7. I fanciulli che per timidezza non si scostano dai loro ge nitori senza pianto, devono da questi insieme

coi patrio! esser accompagnati alla cresima. 8. Il Curator d’anime della stazione, ove viene amministrato il Sacramento della Cresima, deve regolare, pubblicare, e fissare previamente alle singole divisioni dei cresimandi P ora da presen tarsi, onde togliere per questa maniera la confusione, e V affolla mento. 9. Affinchè poi tutti i patrini, cresimandi, e genitori possano osservare queste norme, ogni Curator d’anime dovrà debitamente esporle alla sua popolazione, e comunicar un esemplare della

pre sente istruzione a ciascun Sacerdote del suo distretto. 10.1 vi ghetti dei cresimati raccolti ai cancelli della comunio ne devono poscia essere consegnati al rispettivo Parroco pel con veniente registro.

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Law, Politics , Religion, Theology

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1880

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XXVI. PROSCRIBITUR CATECHISMUS BKECE8ANUS Petrus Vigilius I Septembris 1778. Fra gli obblighi »gravissimi del nostro Pastora! Ministero rav visiamo certamente essere il principale, per non dir unico, di pro curar la salute dell’ anime alla cura nostra affidate. Noi portava mo impressa altamente nel cuore questa massima già sul princi pio della seguita nostra esaltazione, ed eravamo però intenti di sciogliere il mezzo più sicuro per- conseguire sì importante, e sa lutevole oggetto. La dottrina

dei fondaménti della nostra Santa Religione Cattolica, e l’uniformità nell’ insegnargli era da noi ri guardata per questo mezzo più opportuno, e siamo quindi venuti .alla risoluzione d’introdurre in tutto il nostro Vescovato un tale Catechismo, che esponesse i prìncìpj dèlia nostra Fede, ed i dove ri del Cristianesimo in una chiara, e »siffatta maniera, che fosso proporzionata all’ intelligenza di ogni grado di persone. Ma nella già ideata esecuzione del nostro disegno ci prevenne il non mai

abbastanza lodato zelo della più pia, e cristiana Imperadrice, a- vendoei appunto S. M, I. R. ed Apostolica comunicato un Cate chismo composto dai più aecredati Teologi sotto 1’ ispezione di S. E. il Sig. Cardinale Arcivescovo di Vienna col previo intendimen to di tutti i Vescovi ordinai], Noi l’abbiamo letto col più sensibile piacere, e ritrovato sì bene ordinato, che ravvisiamo già compiute le nostre brame, ed eseguite le mire, rallegrandoci previamente di que’ copiosi spirituali frutti, che quindi

saranno per ridondare anche su questa nostra sì cara Diocesi. Con questa sì consolante fiducia noi lo consegniamo con questa nostra a tutt’ il nostro Ve nerabile, e diletto Clero, e comandiamo a tutt’i Parrò chi, e Cura ti del nostro Vescovato di servirsene dello stesso in avvenire ad oggetto della cotanto vantaggiosa uniformità tanto nelle Chiese, che nelle Scuole, e di spiegarlo ad ogni genere di persone con quello zelo, ordine, e chiarezza, onde sia unanimamente procurato, ed accresciuto non solo

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1880

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=' 88 = ]e Helle nostre: Lettere Pastorali non abbiamo mancato d’inculcar ne a’ Parochi questo loro principalissimo preciso debito, acciò con esattezza fosse cibato il Popolo col Pane della Divina Parola, e colla spiegazione de 7 Rudimenti, e Mister] della nostra Fede, dal ebe unicamente dipende il bene delle Anime; e ci'ha fatto spera te, che li Parochi, e Curati di tal dovere ricordevoli, non avran mancato alle parti loro, per non aver a datur strettissimo conto nel tremendo Tribunale

la Messe, ingiungiamo a’ Parochi, Curati, e Sacerdoti, di dover di tratto in tratto dal Pulpito, ed Altare far conoscere al-Popolo, e particolarmente a’ Genitori Fin- dispensabile loro incarico d’iotervemrvi non tanto per profittarne loro stessi, che forse gli abbisognerà, quanto per dar l’esempio, ed in citamento a’ proprj Figli, ed altri Subordinati; ricordandogli, che avanti Iddio sarà da loro esatto strettissimo il conto della trascu- raggine, e dello scandalo, che avranno apportato, mentre niuiaa

, ed a cadaun altra .Persona d’ un, e-l’altro sce so, a dovei intervenire, ed assistere ad opera dì tanto spirituale profitto; cooperando a misura della capacità colli Parochi, è Curati

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1880

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comune degli autori, che la Messa non deve esser più breve della terza parte d’ un ora. Non è però maraviglia, che le Messe d’ alcuni Sacerdoti, che appena v’ impie gano un quarto d’ora, cagionino scandalo, e raffreddamento di fede nel popolo. In adempimento pertanto del nostro Pastorale Ufficio, (2) Noi non mancheremo d’usare i più efficaci mezzi per iscoprire tai Sacerdoti, che dimentichi della dignità, e grandezza della S. Mes sa la celebrano con grave storpiamento delle sacre cerimonie , e con

frettolosa, ed ansante lettura, e non giovando a correggerli le dolci ammonizioni, passeremo in seguito alle minacele, ed alle pene. In tale occasione inculchiamo pure novellamente l’esatta os servanza dell’ editto: Quoniam quormidam delli 14 Giugno 1783. risguardante il color delle vesti, con che si deve andare alla Chie sa per celebrare la S. Messa, ed assistere alle funzioni Ecclesia stiche. E poiché sappiamo, che alcuni Sacerdoti, e Chierici, ad onta della somma di lui chiarezza, ingannati da nno

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affollamenti ed inconvenienti, che di sovente accadono ove viene amministrato il S. Sacramento della Cresima, e per rendere questa sacra funzione ben regolata, e divota, si do vranno esattamente osservare le seguenti prescrizioni : 1. A questo Sacramento non vengono ammessi fanciulli minori di cinque anni compiuti ; i capaci devono essere bene istruiti e avere il prescritto viglietto firmato dal proprio Curator d’ anime. Di età minore possono essere cresimati i soli infermi, e questi in una divisione

separata dopo la Cresima dei sani. 2. I fanciulli che si presentassero con viglietti mancanti del la firma del Curator d’ anime, non sarraano ammessi al Sacramen to della Cresima. 3. Prima d’incominciare l’amministrazione di questo Sacra mento, all’ avviso da darsi dal pergamo, tutto il popolo uscirà di chiesa; ìndi entreranno i soli patrini eoi loro cresimandi in nu mero non maggiore di 300 ; giacché tanti appunto possono esser cresimati in un’ ora. Entrando in chiesa i fanciulli si mettono coi loro

patrini nei sedili dalla parte del Vangelo, e le fanciulle da quella dell’ Epistola. Entrati i cresimandi si chiudono le porte tutte della chiesa, nè si permette più l’ingresso, od uscita a chic chessia. 4. Dopo ciò un Sacerdote reciterà dal pulpito le orazioni, che all’ atto gli verranno indicate. Segue indi la generale impo sizione delle mani, dopo la quale i fanciulli si accostano eoi loro patrini in piccoli drappelli ai cancelli della Comunione, e. là s’in ginocchiano tenendo fra le dita delle

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prescritte tanto dalle leggi canoniche, che politiche. Per togliere siffatto inconveniente Sua Altezza Rev.ma il Prin cipe Vescovo ordina espressamente ai Curatori d’anime d’inserire nelle predette fedi tutte le rispettive prescritte indicazioni, cioè: a. Nelle fedi battesimali, oltre 1’ ora, giorno, mese, anno della nascita, e tutti i nomi del nato, l’indicazione se è legittimo, i no mi dei genitori, la loro condizione, il luogo del domicilio, il gior no del battesimo, il nome del battezzante, quello

dei padrini e la loro condizione. 5. In quello di matrimonio, il giorno della celebrazione, il no me e cognome degli Sposi, la loro età precisa, la loro condizione, e domicilio, il nome dei genitori, con tutte le altre indicazioni prescritte dalla sovrana patente 21. Aprile 1815., il nome del mi nistro assistente, quello dei testimoni e loro condizione. c. In quelle di morte, 1’ ora, il giorno, mese, anno, e luogo della morte, il nome, cognome, età, condizione, domicilio del de funto, il nome dei

di lui genitori, la malattia, se sia stato muni to dei Sacramenti, il giorno, e luogo della sepoltura. Oltre a. ciò s’inculca grandemente ai Curatori d’anime di scriv ere questi importanti documenti con caratteri chiari, leggi bili) con nitidezza, © proprietà, di firmarli di propria mano scri vendo per intiero il proprio nome, cognome e ufficio.

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, verrà questo pure proposto in tempo a questo Nostro Uffizio Spi rituale per V opportuno provvedimento. . V. Viene espressamente proibito P incominciare, o finire qua lunque Processione in tempo di notte. VI. Le processioni generalmente concesse in ogni Parrocchia, o. Curazia ( qualor però in questa vi sia V uso legittimo di farle sepa~ ratamente dalla Pieve) sono le seguenti : 1. Nella Solennità della Purificazione di Maria Vergine. 2. Nella Domenica delle Palme. 3. Nel Venerdì Santo, qualor siavi

il costume, a condizione pe rò, che non si porti in essa inalberato altro seguo fuori di quello della Santa Croce, restando espressamente proibiti tutti gli altri Simboli, e Rappresentanze. 4,. Nel giorno di S. Marco. .5. Nel giorno di S, Croce dei 3 Maggio, qualor sia tu uso. fi. Nei tre giorni delle Rogazioni. 7, Nella Solennità del Corpus Domini colla sua Ottava. , 8. Nelle Domeniche seguenti la detta Solennità del Corpus Domìni fino, alla Festa di S, Bartolommeo, ove siano in uso, e sol tanto intorno

alla Chiesa, 9. Ove trovatisi le rispettive Confraternite, ogni prima Domenica del Mese quella del Rosario, ogni terza quella del Santissimo Sa cramento, ogni quarta quella dèlia Dottrina Cristiana, e queste pure dovranno farsi soltanto intorno alla Chiesa. VII. In occasione di grave pubblica calamità sarà permesso di fare una Processione ( sempre tra i confini della Parrocchia] qualor però così giudichi il Parroco, alla di cui prudenza viene rimessa, senza che punto possano arbitrare, e molto meno

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constantem Voluminibus, quorum Primum hanc praefert Insciip- tionem : Esposizione del Simbolo della Fede Cattolica. In Napoli MDCCLYiii. nella Stamperia Sìmoniana, con licenza de’ Superiori, Se cundum : Esposizione delV Orazione'Domenicale; Tertium: Esposizione del Decalogo, ibidem, anno mdcclix , eodemque praelo ; Quartum- Esposizione de’ Sagramenti; Quintum ; Esposizione de’ Comandamenti della Chiesa, con la Giunta di un Trattato della Giustificazione, eo dem loco, anno mbcclx . iisdemquo Typis

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= U8 = al divin Padre con irriverenza la vittima di riconciliazione si fan no rei del più. enorme peccato di sacrilegio^ di scandalo. Yi spa venti la maledizione, che Dio medesimo loro intima per mezzo di Geremìa Profeta: Maledictus qui facit opus Dei negligenter . Scolpito nel cuore quel verissimo detto : qui Missam precipitai, in Infemmm precipitai. Vi ricorda, che una tale riverenza ab impietate, come dice il S. Concilio di Trento, vice sejuncta esse potest. Vi atterri scano a salute

, e Leggi, che dovranno esattamente :os servarsi in tutto questo Nostro Principato, e che comincieranno ad aver il loro vigore col primo, del vegnente Luglio. I. Nissan» Processione- potrà farsi se non che tra i Confini della propria Parrocchia, non ©stante qualunque-uso, e ragione in contrario : eccettuandosi soltanto quelle, che sono istituite per ri conoscere una Chiesa Matrice, sempre però' tra i confini di que sto Principato. II. Se taluna Comunità pretendesse di essere obbligata con voto a qualche

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dispense a con dizione, che le Parti dimostrassero d’ aver pria ottenuta simile dispensa anche dall’ Autorità Politica. Ora però per facilitare la cosa e introdurre nella Diocesi la desiderata uniformità, S. A. It.ma ha trovato in questo particolare di ordinare quanto segue : 1. Tutti i Decani sono autorizzati a dispensare in nome del- 1’Ordinariato da pubblicazioni matrimoniali nel loro distretto; solo pel Decanato di Trento è riservata tale dispensa alla Curia. 2. Se il Decanato è vacante

, o se il Decano è assente dalla sua Sedersi accorda tal facoltà al Provisore, o vicegerente. 3. Tanto il Decano, quanto il facente funzioni può solo allora usare di questa facoltà, quando gli sposi dimostrano d’aver già ottenuta la relativa dispensa da parte politica. 4. Queste dispense debbono concedersi dal Decanato sempre gratis, tanto se si danno in iscritto, che vocalmente. Dietro tali prescrizioni vien Ella Sig. Decano delegato da S. A. R.ma a dispensare da pubblicazioni matrimoniali. Trento 25 Febbrajo

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ordiniamo, che nissu- na donna venga ammessa all’ uffizio di Mammana, se prima ella non porta al Parroco del luogo un attestato d’ nn approvato Medi co, o Chirurgo, da cui apparisca, essere essa capace abbastanza, ed istrutta in ciò, che appartiene all’ arte Ostetricia, sicché eser citandola non esponga a cimento la vita della prole, o della ma dre. Munita di tale approvazione dovrà presentarsi al Parroco, per' essere accuratamente esaminata riguardo all’ amministrazione del Sacramento dei Battesimo

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la S. Messa, basta rifletterò, che in esso, come la Fede c’ inse gna, si ■ contiene, e si sacrifica quel medesimo Cristo Signor No stro, il quale una volta sull’ Aitar della Croce mercè lo spargimento di tutto il suo Sangue si offerì al Divino suo Padre in- espiazio ne de’nostri peccati. Essendo però la natura degli uomini siffatta, (1) che alla con templazione dello divine cose senza sostegni, e risvegliamenti e- sterni non così facilmente s ! innalza-, la Santa Mtjjj,re Chiesa per ciò stabilì certi riti

’ animo . d ! ogni Celebrante un-santo timore, e spavento,-par cui quindi si operasse il gran Mistero con venerazione, e compungimento de’fedeli assistenti. . Ma con infinito nostro cordoglio ci è pervenuto a. : notizia j- elie taluni de’ Sacerdoti niente curandosi della pia intenzione di Santa Chiesa, e posta in obblio la tremenda Maestà dello stesso Gesù Cristo Eterno Sacerdote, che per mano de’suoi Ministri si (I) Cerne. Trid, Sess. 22. Gap. 5. itì

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; proibendo pure in particolare alli Sacerdoti portarsi a cele brare in Ovata, o Veste di Camera in Chiesa, Cappelle, od anche Oratorj privati, sotto pena, rispetto alli Sacerdoti, della sospensio ne a Divinis, oltre altre arbitrarie; e rispetto alli Chierici, d’ es ser sospesi dalle Ordinazioni. Comandando alli Parochi, c Curati,

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= 89 = Iiell 5 insegnar la Dottrina, ed esplicar i Misterj necessarj alli Fan ciulli ogni Domenica* e Festa di precetto, ed agli adulti il Cate chismo ogni quindici giorni per lo meno, servendosi, de’ termini piani, famigliar!, e schietti senza fioretti, o vane figure. Ed acciò in ninna maniera venghi frastornata quest 5 Opera pia dal Demonio, che a tutto potere vorrebbe distrutta, o tenta interromperla, proi biamo, durante la Funzione della Dottrina, e Catechismo, ogni sor ta di Giuochi

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fu della Dottrina Cristiana, per la qua-

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huic nostrae ordinationi, translationi, et Mandato de Verbo ad Verbum pro inserto haberi, et Utrimque observari volumus. III. NUNDINARUM VILIUMQE NEGOTIORUM PRO CLERO INTERDICTIO. Ex täßnäßto Dominici Aniùnìi Fràncisms de Mattini Vicarius Generatis 3 Decembris 1131. Essendo la maggiore delle sollecitudini quella di conservare nel suo vero decoro la santità e dignità del Sacerdozio, convenen do alla gravità de 5 costumi P esemplarità della, vita in esso, che ' corrisponda alla sublimità del grado

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to curarsi dì aver prima V approvazione dell’ Ordinariato. Per to gliere questo abuso, e impedire le conseguenze dispiaeevoli, che possono derivarne, si determina e prescrive quanto segue. - 1, I priori, o capi di confraternite, o altre pie unioni, e così pure i Comuni, non hanno alcun diritto di scegliere il predicato re indipendentemente dal proprio parroco, o curato, al quale è affidata la predicazione della parola di Dio nella propria chiesa. Desiderando essi in occasione di panegirici

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^ 15 i = te, nell’atto soltanto, die lo-presentano alla Chiesa, avvisano il : sagro Ministro del suo operato, sicché egli così su due piedi non può maturamente giudicare della validità, o invalidità del Sagra melo: vogliamo, ehe dai Parrochi espressamente si comandi ad ogni Mammana quantunque approvata, che nel caso d’aver priva tamente battezzato, debba prima di portare l’infante alla Chiesa, distintamente, e fedelmente riferire al Parroco, o altro deputato a battezzare, come abbi conferito

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&y- s JOANNi JACOBO DELLA BONA E pjscopo et Principi REGIMEN ECCLESIA TRIDENTINA CAPESSENTI PAFITULUM pCCL-ESIJB pATHEDITALIS. *5 Ecclesia Tridentina ab sevo Apo stolico sua repetens incunabula, hye- romartyris Vigilii praedicatione diffu sa, et sanguine foecundata, hodierna die Tibi traditur Optime Praesul et Princeps, ut Parentis affectu eandem amplexus , doctrinae opportunitate, veritateque, quae in ea infirma sunt confirmes, disrupta consolides, et ver bum vitae in aeternitatis cibum alen

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