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Books
Category:
Arts, Archeology
Year:
1992
Piero della Francesca : (c. 1420 - 1492) ; nel V. centenario della morte.- (Studi italo-tedeschi ; 16 )
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Page 26 of 136
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran)
Place: Merano
Publisher: Verl. der St. Josef-Bücherbruderschaft
Physical description: XI, 114 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Subject heading: p.Piero <della Francesca> ; f.Kongress ; g.Meran <1992>
Location mark: II 131.841
Intern ID: 69529
rispetto alla superficie del quadro nella sua interezza. Cosl come del dramma scritto o recitato il ruolo delle dramatis personae è caratterizzato attraverso la loro posizione ed azione, cosi esse vengono disposte sulla superficie del quadro secondo leggi formali percepite intuitivamente. Questo ordinamento di superficie, che vuol essere inteso come equivalente del moto immaginario e della collocazione delle figure nello spazio, questo ordine è di natura prettamente artistica e ha poco a che vedere con

di singole opere e nel loro inserimento in piú ampi filoni di tradizione. Cosi si mostra, per esempio, come nel caso di una miniatura di Pol de Limbourg un precedente disegno di rombi proiettato sull'intera rappresentazione serve alla costruzione del paesaggio, mentre la profondità spaziale si sviluppa solo in riluttante tensione con esso (7). Lo spazio «in sé», come ha spiegato Kurt Badt, non è in fondo oggetto di raffigurazione artistico-pittorica, ed anche lo spazio a scatola costruito, che secondo

Panofsky è da comprendersi come unitario ed illusionistico, si dimostra, ad un'analisi piú attenta, né omogeneo né isotropo, sviluppando invece una dinamica autonoma, che mette a repentaglio l'unità della superficie del quadro e minaccia di risucchiare l'osservatore nel vortice incontrollato, sempre piú veloce man mano che guadagna profondità (8). Agli inizi della pittura moderna l'effetto illusionistico era cercato sulle figure stesse e nella loro posizione relativa oppure nella posizione delle figure

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Category:
Arts, Archeology
Year:
1992
Piero della Francesca : (c. 1420 - 1492) ; nel V. centenario della morte.- (Studi italo-tedeschi ; 16 )
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Page 92 of 136
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran)
Place: Merano
Publisher: Verl. der St. Josef-Bücherbruderschaft
Physical description: XI, 114 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Subject heading: p.Piero <della Francesca> ; f.Kongress ; g.Meran <1992>
Location mark: II 131.841
Intern ID: 69529
ogni cosa raffigurata nel suo aspetto esteriore è resa ravvicinata e simile all'altra, senza peró subire alcuna violenza. Si tratta di semplificazione e non di distorsione. La severità longitudinale delle figure è accentuata dal drappeggio. Le pieghe degli abiti degli angeli sembrano cannellature di colonne. Nelle loro proporzioni ed anche nel loro aspetto, Cristo e Giovanni non si differenziano sostanzialmente. Significativo il neofita che si sta sfilando la camicia. Con la testa nascosta

e riservate. Piero - come Jan van Eyck, Velazquez oppure Manet - fa parte di quei pittori le cui persone raffigurate non agiscono oppure limitano al minimo necessario le loro azioni. Anche le azioni dell'anima! I quadri di Piero sono popolati da esistenze da natura morta. E sono proprio il silenzio e la riservatezza delle persone, il loro carattere ermetico a far supporre a molti studiosi che dietro i quadri di Piero si nascondano dei misteri. Se a torto o a ragione - non sarà facile trovare un accordo

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Category:
Arts, Archeology
Year:
1992
Piero della Francesca : (c. 1420 - 1492) ; nel V. centenario della morte.- (Studi italo-tedeschi ; 16 )
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Page 98 of 136
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran)
Place: Merano
Publisher: Verl. der St. Josef-Bücherbruderschaft
Physical description: XI, 114 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Subject heading: p.Piero <della Francesca> ; f.Kongress ; g.Meran <1992>
Location mark: II 131.841
Intern ID: 69529
possedeva sufficiente potenza artistica per riunire in una sintesi cose che a noi sembrano opposte. Anche laddove egli lavora con chiare forme stereometriche le superfici perdono ia loro soiidità e densità. Non sono piú come in Castagno sbalzate dal metallo, bensi formate da luce e colore. L’occuparsi dei fiamminghi comporta per l'arte di Piero il raggiungimento di uno status che non solo la innalza al di sopra di quella del suoi contemporanei, ma le conferisce qualità che sembrano sottrarla

loro di prospetto un giovane scalzo. La chiarezza delle proporzioni e la spazialità equilibrata conquistano immediatamente i'osservatore. Longhi ha magistralmente descritto il dipinto quando scrive: «Ci pare insomma che uno dei segreti di quest’arte fosse nel conferire anche ai credenti intervalli fra le forme un valore positivo di nuova pienezza» (30). Solide forme plastiche ed il volume dello spazio vuoto s'intrecciano tra loro. Che questa impressione non sia casuale è stato dimostrato

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Category:
Arts, Archeology
Year:
1992
Piero della Francesca : (c. 1420 - 1492) ; nel V. centenario della morte.- (Studi italo-tedeschi ; 16 )
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Page 102 of 136
Author: Deutsch-Italienisches Kulturinstitut in Südtirol (Meran)
Place: Merano
Publisher: Verl. der St. Josef-Bücherbruderschaft
Physical description: XI, 114 S. : Ill.
Language: Deutsch; Italienisch
Notations: Beitr. teilw. ital., teilw. dt.
Subject heading: p.Piero <della Francesca> ; f.Kongress ; g.Meran <1992>
Location mark: II 131.841
Intern ID: 69529
geometria euclidea (33). Le parole di Fra Luca Pacioli su Piero «di tal facoltà delli tempi nostri degnissimo monarca» (34) non sono adulazione, ma comspondono ai fatti. II primo libro tratta di punti, linee e superfici, il secondo di corpi stereometrici e della loro costruzione ed il terzo della rappresentazione prospettica di teste e di forme architettoniche. II progresso rispetto ad Alberti le cui considerazioni hanno carattere empirico piuttosto che sistematico consiste nel fatto che Piero procede

con la massima severità matematica. Secondo Pacioli pare che Leonardo dopo aver saputo dell’esistenza del trattato di Piero abbia desistito dal progetto di un libro sulla prospettiva. Piú tardi Piero ha scritto un altro libro «De quinque corporibus regolaribus» in cui riconduce il mondo complesso dei fenomeni a cinque forme, che a suo parere fanno parte della perfezione divina, in base alla loro regolarità e perfezione geometrica (35). La ricerca delle proporzioni armoniche corrisponde a livello

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