r — 127 — utili su quel di Moena devono essere stati altri; ed altri non possono essere stati che i conti Guelfi di Bolzano e quindi gli Eppan die a quelli subentrarono. Ed in fatti i Signori di Bol zano e poi gli Eppan erano già potentissimi e tali da ridersene del Vescovo di Trento quando questi ottenne il Principato se colare, e, come altrove pur si disse, erano padroni di tutte le terre e castella dell’Eizach e .di quelle sulla sinistra dell’Adige da oltre Bolzano fino a Lavis; peroni
nessun altro fuori di loro poteva spingersi dalle nostre parti. Vedemmo poi già come agli Eppan in sulla metà del I2.° secolo siano state fiaccate le corna, e come abbiano dovuto ce- .dere i loro beni al Vescovo di Trento per venirne infeudati, in parte,-quai suoi Vassalli, e che da allora troviamo esso Ve scovo in possesso .di beni oltre il Ponte de la» Costa. Peroni deve dirsi che egli, il Vescovo, col tracollo degli Eppan abbia con seguito 'i beni Tu Moena, e che poi in parte gli abbia riservati
a se stesso, ed in parte ceduti di nuovo agli Eppan per infeu- dazione. Conseguito tal dominio dal Vescovo su Moena, la cosa non correva più regolare che quella Terra facesse parte della Diocesi di Bressanone, ma sì che passasse anche per riguardo ecclesiastico alla Diocesi di Trento, e quindi alla Parecchia di Fiemme; e di fatto da quell’epoca la troviamo ecclesiasticamente a Trento unita. E da allora, probabilmente, si incominciò anche con qualche relazione giuridico-economico-politica di Moena con
Fiemme, relazione che andatasi sempre più stringendosi e per fezionandosi maturò e si compì coll’unione piena e formale del 1318. Intanto andava sempre più decadendo la stella degli Ap piano e potenti si facevano oltre ogni dire i loro rivali Conti del Tirolo, arrivando all’ apogeo di loro grandezza sotto ai due Mainarsi; i quali a tanto arrivarono a costringere il Vescovo di Trento ad infeudarli di-molti beni degli Eppan. Or si deve tenere per certo che sia stito in forza di queste infeudazioni che