Appunti di cronaca : (1735-1812) sul cessato Monastero delle suore della visitazione dette anche Salesiane in Rovereto
fece stampare coi tipi di Pietro Galvagni, una sua operetta asce tica dedicata alle donne del ritiro Salesiano, consistente nella Co rona di Maria V. intitolata: Alfabeto delle sante virtù e prero gative di Maria Vergine ecc. Quest’operetta costò al Betta ra- gnesi 18 per 300 copie, tutte piegate e fra queste 24 in formato grande e 12 legate per regalo. Il giorno 29 gennaio 1737 venne per la prima volta cele brata con particolare solennità la festa di S. Francesco di Sales, protettóre del nuovo
Betta. Solo, da ciò che successe più tardi, riteniamo che fra gli argomenti pertrattati, vi sia stato quello del cambia mento del luogo, di ritiro e della fabbrica di un apposito mona stero > con propria chiesa, idea caldeggiata fino dal principio della fondazione. Infatti col S. Michele dell’anno 1737, le donne del pio ri tiro, trasferirono la loro dimora nella casa di Nicolò Francesco Rosmini, commissario del Castello di Rovereto, abitata sino allora dai Barberoni, casa che crediamo debba essere
quella attualmente di proprietà Scinoti situata fra le case Zandonati e Zanini in piazza delle, Oche. Qualche tempo appresso, il 6 novembre, don Betta tornò a Trento per ricevere l'autorizzazione dal P. V, di poter co struire una propria cappella per le donne del ritiro. L’arciprete di S. Marco don Felice de Betta, cugino del no stro cronista, onde favorire anche l’erezione di una apposita chiesa per le Salesiane, con rogito 11 gennaio 1738, del notajo Battisti, legò alla stessa una dotazione
ritiro e ai 9 del susseguente aprile venne tenuta la prima conferenza. Intervennero l’arciprete don Felice Betta, come padre spirituale; i due fratelli don Angele e don Ambrogio Rosmini come confessori, il curato don Pergola e don Saibanti come coadiuvatosi, don Aste quale sindaco teologo, don Butteri quale segretario, don G. B. Betta quale capellano e assi stente delle dozzinanti. Quest’ultimo recitò il discorso d’apertura. Di quali cose s’abbia parlato non si sa e nulla traspare dalle memorie del