sentimenti, e dal patriottismo che lo agitava continuamente, passò a Milano, e poi a Torino., dalla cui Corte ottenne, come poeta nazionale e Cesareo, un’annua pensione. Nel 1862 fu nominato De putato al Parlamento Italiano, ed ora siede nel Senato, nel Consiglio Superiore della pubblica istruzione, e dirige la Scuola Superiore femminile fondata in Roma dal Ministro De Sanctis. Le sue poesie sono vivacissime, ricche di belle immagini e squisitamente armoniche. Hanno un’ attraenza particolare
, che le fa leggere con quell’ avidità che mai sazia, e alle cose lette fa desiderare che presto succedano le nuove. Citiamo di queste; le Poesie stam pate a Padova (1836), e poi ristampate più volte; La donna e Ì nomo (Padova, 1839). La Maresciallo d’ Avere, tragedia. (Livorno. 1841); Edmengarda , canti cinque (Milano, 1845). Passeggiate solitarie , nuove poesie (Padova, 1847); ì nno nazionale (Trento, 1848); Nuove Poesie (Torino, 1856); Opere edite ed inedite (Milano, 1863-65; Armando (Firenze
, 1868); Arderlo, poema -(Torino, 1868); Psiche , sonetti (Padova, 1876); Iside (Roma, 1878), ecc. Giovanni Rizzi è poeta idealista di ottima scuola. Ebbe i natali in Treviso' li 22 ottobre del 1828 da genitori trentini; e fatti gli studi universitari di diritto in Inushruck, prese le armi per la indipendenza italiana. Era allora il 48, che commoveva tutti gli ani mi generosi; e finite le lotte, s’ adagiò a Milano, prendendo parte all’insegnamento nella Scuola Superiore femminile fondata da quel
solerte Municipio nell’anno 1860. Vi divenne l’anima; ed è per lui che 'quella scuola ebbe a salire in alto da rendersi modello alle scuole femminili sorte dipoi in Italia. Come poeta non mandò alla stampa molte cose; ma quelle che abbiamo di lui, sparse in molti giornali sono di un valore inestimabile. Il suo Grido (Milano, 1878) è un capolavoro d’ arte, una satira di maniera nuova sua propria, tratteggiata con molta grazia c soavità. Ebbe parecchie edizioni; ed è apprezzata dagli stessi suoi
avversari, dai veristi, che il Rizzi vorrebbbe ridurre a miglior consiglio, e formano la scuola moderna che cammina a fianco del nuovo indirizzo impresso dagli studi esperimentali alla filosofia scientifica. E cosi si dica della Superbia, frammento di un polimetro intitolato: I sette peccati (Milano, 1882). Giovanni Bar. Cav. a Prato è uno de’ nostri più laboriosi