Alta Valle dell'Adige : (appartenente all'Impero Austro-Ungarico)
, piena di vita e di industrie. Vi sono filande da seta, segherie, fabbriche di biacca ed altri stabilimenti importanti. Sebbene breve, la storia di Lavis rammenta due fatti d'una qualche importanza. Il primo è l'incendio e saccheggio di Lavis, avvenuto il 5 settembre 1796 ad opera dei Francesi comandati dal Vaubois, sospettante i terrazzani di favoreggiamento e complicità cogli Au striaci, che, evacuando Trento, quivi si erano ritratti e fortificati, opponendo seria resistenza all'avanzarsi delle
di Trento, sulla sponda sinistra dell'Adige, ha una popolazione di 10.094 abitanti, sparsa nei Comuni di Civezzano, Àlbiano, Fornace, Baselga, di Pinè, Bedol, Lona- Lases e Miola. Consta, topograficamente, di un bacino o semicerchio di colline, con- giungentesi da un lato colla rapida pendice tagliata dalla strada da Pergine a Trento, dall'altro coll'altipiano dell'amenissima valle di Pinè, allungatesi a settentrione di Pergine e formante il dorso che divide il Fersina dall'Avisio. Vi corrono
i torrentelli Siila, Bosco, Bedol, Regnana e Prada. È regione quant'altra mai pittoresca. Civezzano, capoluogo del distretto, a 709 metri sul livello del mare, è un villaggio cospicuo con 1856 abitanti, case in gran parte moderne, belle vie e ben pulite. La sua chiesa decanale, eretta per ordine del munifico cardinale Bernardo desio, principe-vescovo di Trento, è di buona architettura, dovuta ad Antonio Medaglia, comense. È forse, architettonicamente, la migliore dell'agro tridentino, essendone in special
: di Pinè, della Serrala, di Piazze e di Lases. Nei non lontani colli di Sant'Agnese trovasi poi il laghetto detto Lago Santo, la cui singolare, per non dire assurda, leggenda fu raccolta dallo storico locale Mariani nell'opera Trento con il Concilio. Nei paesi rurali e montanini del distretto di Civezzano nulla havvi che, alFinfuori delle bellezze naturali dei luoghi, meriti rimarco. Solo nei pressi di Fornace, villaggio posto sulla destra del torrentello Siila, si trovano i ruderi dell'antico castello
di Fornace, posseduto per molto tempo dai signori di Roccabruna, da cui per eredità passò ai Gaudenti di Trento. Il castello venne in parte distrutto per costrurre la nuova chiesa parrocchiale, ed il torrione, alto e massiccio, crollò or son circa quarant'anni.