più su verso Ma- letto e Brente , ove il monte cade a precipizio dalla parte di occidente , e la lava fu sempre più che in ogni altro luogo minacciosa ; continuando, discendono alla terrazza inferiore dell’ Etna per Adernò, Paterno , Catania e lungo la costa del mare, anch’essa di formazione vulcanica. E codesto un territorio magnifico , e nomini agiati, in gran parte felici e sereni, abitano nei numerosi villaggi e nelle piccole città dell’Etna, specialmente verso mezzodì e occidente fin su alla
bizzarra Micologi , per dove è obbligato a passare chi vuol salire sull’ Etna. Zaffavano , Annun ziata, Tre Castagna , Linguagrossa ed altri sono tutti paeselli posti per lo meno a duemila piedi sul livello del mare, ma folti di popolazione e circondati di splendidi giardini, nei quali il ricolto delle messi e delle frutta è doppio che sul continente. Felici sudditi di un possente signore ! Come è ammirabile 1’ aspetto del monte , quando s’ apre la primavera e i campi si adornano della rosea fioritura
dei mandorli e di lieti ciclnmi, mentre la vetta è ancora coperta di un bianco e rilucente mantello di neve ! Poi verdeggiano sui suoi fianchi i boschi ; la lava infocata si fa strada framezzo le nevi e le squaglia; torbidi ruscelli precipitano nei burroni, e la vetta del monte appare denudata fra le nubi, le quali s’aggirano intorno ad essa, gettando larghe ombre , ovvero squarciandosi, scendono a ingombrare le profonde insenature , che s’ aprono qua e là sui lati di esso. Spesso il monte manda
giganteschi buffi di fumo nell’azzurro estivo del cielo, ovvero si scote c fa tremare il suo trono, quasi a saggiare le proprie forze , lanciando sassi roventi sulle sotto poste colline. ’ Poi si acqueta per lungo periodo di tempo e lascia crescere le seminagioni fino nei suoi più riposti recessi, e maturare le frutta fin presso alle sue voragini. Fino dai tempi, in cui l’isola era ancora avvolta nel velo della tradizione, narrasi di eruzioni del monte , e se Omero nulla racconta delle violente sue scosse
, potrebbe tuttavia essere che il Ciclope, che lanciava rupi, secondo c detto nell’Ocft'ssea, fosse una personificazione dell’Etna , da vanti ai cui sussulti dovettero fuggire le piccole navi dei Greci. Più tardi si annoverarono quasi in ogni secolo due eruzioni, e spesso le città sparse intorno al monte ebbero a soffrirne, più che altre Catania, la quale, simile a fenice, risorge sempre dalle sue ceneri. Nei tempi antichi, come al presente, il monte fu spesso salito da frequenti schiere di viag-