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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1893
Achille di Lodrone
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Pagina 6 di 17
Autore: Papaleoni, Giuseppe / G. Papaleoni
Luogo: Venezia
Editore: Visentini
Descrizione fisica: 14 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Nuovo Archivio Veneto ; 5,2
Soggetto: p.Lodron, Achilles ¬von¬
Segnatura: II 102.477
ID interno: 242912
Bernardino mori nei 1529, in aprile, e due anni dopo, ad Ànfo, lo seguiva nella tomba madonna Polissena, sua moglie, figlia di Bartolomeo Colleoni, il gran capitano; parentado questo che dovette influire assai sul partito politico del conte di Lodrone (1). Il loro figlio Alessan dro aveva pochi anni prima, nel 1526, sposatala Palla vicina, dalla quale gli nacquero Achille, Ottone e Ippo lito. Fu probabilmente dopo la morte del marito che Drusiana abbandonò Anfo e si portò ad abitare a Leno

, forse temendo la vicinanza degli altri conti, che dove vano esserle poco benevoli; certamente essa vi era coi figli già nel 1546. E fu appunto in quest’anno che Achille, giovanetto sedicenne, ebbe la sua prima disgraziata av ventura. Ecco come egli la narra in una supplica (2), che presentò cinque anni dopo al Doge Francesco Donato. Espone dunque, parlando in terza persona, che egli « ri trovandosi in la terra di Pradalboino del territorio di Pressa, al tempo del carnevale, venuto a solazo par che

la notte della zobbia grassa fusse sta imerletto uno contadino del detto loco, per la morte del qual fumo imputati tre fratelli di conti da Gambara patroni del ditto loco con altri al numero di sette, tra li quali il predetto conte Achille, et per esser tutti sette proclamati per caso pensado tutti s’ appresentorno, et tutti sette forno assolti dal caso pensato per il Mag. c0 et Clar, mo miser <n I Registri comunali di Condino notano, 1 ' 11 aprile 1529, le spese per cibarie mandate a Lodrone « per

l'obito del conte Bernar dino r., e nel 155! quelle «per le esequie di madonna Polissena a Anfoi. Il Festi, nella Genealogia della Casa di Lodrone sino al secolo XV 1 Pisa, 1889) dà per moglie a Bernardino solo una Catte- rina Stampa. Questa potè essere la prima moglie del Lodrone; certo egli ebbe la figlia del Colleoni, dalla quale nacque Alessandro, l.2> Archivio di Stato in Brescia. Registro Ducali 1544-1552 -N. 2. — Dobbiamo la notizia e la copia di questo documento alla cortesia dell'avv. Fabio

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1893
Achille di Lodrone
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Pagina 9 di 17
Autore: Papaleoni, Giuseppe / G. Papaleoni
Luogo: Venezia
Editore: Visentini
Descrizione fisica: 14 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Nuovo Archivio Veneto ; 5,2
Soggetto: p.Lodron, Achilles ¬von¬
Segnatura: II 102.477
ID interno: 242912
zia, e pronto forse, per vendetta, a passare al campo nemico. Ma che tuttavia la benevolenza della Repubblica per Achille fosse ristretta dentro certi limiti, lo mostra, oltre alla durata del bando, anche un nuovo documento, la domanda cioè ricordata di sopra che il conte fece nel 1551 al Doge, perchè gli venisse concesso di presentarsi alle carceri a Brescia e di esporre le sue ragioni essendo egli stato condannato, come sopra si è detto, in contu macia. Nella supplica egli si dichiara

innocente del de litto appostogli, e osserva che nel processo per il fatto di Pratalboino, per quanto formato ad ofensam , nessun testimonio parlò contro di lui, perchè invero — dice egli stesso di sè — nihil mali fecil\ e quindi chiede di po tere dalle stesse risultanze del primo processo e senza bisogno quindi di farne uno nuovo dimostrare la sua in nocenza. Non manca, naturalmente, di rammentare le benemerenze del conte Bernardino e fa osservare che « il fidelissimo supplicante era disseso dalla

medola delle felici ossa del capitano generale Bartolomeo Coglioni da Bergamo, tanto fidel a questo IU. mo Stado ». Il Doge, prima di prendere una determinazione, mandò il 3 febbraio 1551 la supplica al podestà di Bre scia, che era ancora il Mocenigo, e gli impose di vedere il processo e di dichiarare, con giuramento, l’opinione sua. Della risposta del podestà non ci è rimasta alcuna notizia, nè sappiamo quindi quale esito avesse la fac cenda; ad ogni modo, se fu concesso al conte quanto domandava

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1893
Achille di Lodrone
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Pagina 10 di 17
Autore: Papaleoni, Giuseppe / G. Papaleoni
Luogo: Venezia
Editore: Visentini
Descrizione fisica: 14 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Nuovo Archivio Veneto ; 5,2
Soggetto: p.Lodron, Achilles ¬von¬
Segnatura: II 102.477
ID interno: 242912
stesso anno i^l egli si trovava a Udine presso il conte Lodovico Rangone, governatore allora del Friuli. E que sta cosa è veramente strana. Il Rangone, noto per essere stato implicato in tutte le guerre italiane di quel tempo, aveva avuta in moglie Barbara, figlia di Rolando Palla- vicino, fratello del padre di Drusiana, e aveva già co minciata coi fratelli di questa una lotta, che doveva du rare fino al i6zo e per la quale i Pallavicini erano mi nacciati di perdere la eredità paterna sotto

l’accusa di non legittimità. Non può quindi non fare una certa impres sione di vedere il figlio di Drusiana al seguito di un uomo che aveva propalata e forse esagerata la ignobile vita del suo avo materno e che in tutti i modi combat teva i suoi zii ; converrebbe ammettere che Drusiana fosse in disaccordo coi fratelli e tenesse le partì del nemico della sua famiglia. Mentre Achille si trovava ad Udine, Drusiana, che in questo frattempo era tornata ad abitare con gli altri figliuoli ad Anfo, machinò

un colpo, che avrebbe, a suo giudizio, dovuto metterla in grande favore presso la Re pubblica; ma le sue mene svanirono davanti alla fredda e calcolatrice politica della Signoria Veneta, cui parve forse troppo arrischiata l’impresa e sopra tutto poi tale da doversi fare maggior conto delle probabili conseguen ze, che della apparente utilità del progetto. L’occasione era stata questa. Erano successe, verso il novembre del 1551, delle liti sanguinose tra i Lodroni e gli uomini di Idro, sudditi veneti

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1893
Achille di Lodrone
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Pagina 11 di 17
Autore: Papaleoni, Giuseppe / G. Papaleoni
Luogo: Venezia
Editore: Visentini
Descrizione fisica: 14 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Nuovo Archivio Veneto ; 5,2
Soggetto: p.Lodron, Achilles ¬von¬
Segnatura: II 102.477
ID interno: 242912
lo assicurasse che il castello era fornito di belle artiglierie e monizioni e allora molto bene vettovagliato; egli si accontento di ringraziare della proposta, restando però sulle generali, e di assicurare che la Signoria avrebbe preso in considerazione buffetta della contessa: ma poi, esponendo, in una sua lettera del 2 dicembre (1), la cosa ai Capi del Consiglio dei Dieci, dichiarò appertamente che non gli pareva che dovesse farsi gran conto di quell’affare, e la Signoria seguì, a quanto i fatti mostrano

, l’opinione del capitano di Bre scia. Drusiana, alla quale dovette sorridere l’idea di ven dicare i danni sofferti dal suocero col consegnare il ca stello a Venezia, contro la volontà e contro i diritti de gli altri com 3 , nemici della Repubblica, restò disillusa e da questo punto non abbiamo più notizie di lei. Achille, morto il Rangone nel 1552, se ne tornò alle sue terre nella Valle del Chiese; e qui dovette eser citarvi quegli atti di brutale prepotenza che irritarono il popolo di Bagolino, il quale

, intollerante della signo ria dei Lodroni, vi aveva spesse volte resistito con la forza, e doveva questa volta vendicare l’oppressione con la morte dell’oppressore. La vita randagia e le persecu zioni subite avevano certamente indurito l’animo del gio vane; le gravi scosse recate dalle vicende della guerra li) Documenti trentini cit.

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1893
Achille di Lodrone
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Pagina 14 di 17
Autore: Papaleoni, Giuseppe / G. Papaleoni
Luogo: Venezia
Editore: Visentini
Descrizione fisica: 14 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Nuovo Archivio Veneto ; 5,2
Soggetto: p.Lodron, Achilles ¬von¬
Segnatura: II 102.477
ID interno: 242912
altro mezzo vedendo per salvare la vita al Guggellà, sta bilirono di toglierlo con la violenza ai suoi carcerieri, e assalirono il palazzo di Achille che, asseragliatosi dal- l’interno, resisteva fortemente co’suoi uomini. Ottone corse in aiuto del fratello, combattendo di fuori; ma alla fine, caddero i due conti e nella mischia i Bagolinesi ri masero padroni del palazzo, ed entrativi fecero prigioniero il giovane conte Ippolito, fratello dei due morti, e di chiararono di tenerlo come ostaggio

di Correggio (i), e cugina degli uccisi, al Vescovo di Trento, che allora era il cardinale Cristoforo Madruzzo, nella quale si chiede giustizia contro Bagolino. La narrazione che vi si fa del l’eccidio e delle circostanze che lo accompagnarono, per quanto presenti, coni’ è naturale, qualche varietà nei par ticolari, non è in fondo sostanzialmente diversa da quella delle cronache se non forse in quanto cerca di giustificare il contegno dei conti verso il Guggellà. Ecco [volgarizzato il sunto della lettera

, quale ci è dato dall’Hippoliti (2): « Ottone e Achille, conti di Godrone, furono uccisi dagli uomini di Bagolino, perchè, chiamato a loro Gug- (1) I Registri condinesi ricordano il matrimonio di Paola, stretto a Concesio, nel 1533. Un’altra tragedia famigliare doveva funestare questa donna; suo figlio Bertrando dì Correggio uccise il fratello na turale Pirro. (2) Historia ms. tomo II, pag. 280. La lettera è del 14 luglio - 554 -

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1893
Achille di Lodrone
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Pagina 13 di 17
Autore: Papaleoni, Giuseppe / G. Papaleoni
Luogo: Venezia
Editore: Visentini
Descrizione fisica: 14 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Nuovo Archivio Veneto ; 5,2
Soggetto: p.Lodron, Achilles ¬von¬
Segnatura: II 102.477
ID interno: 242912
la Drusiana, madre di Achille; e le questioni tra questi e i Rangoni durarono, come si è detto, fino al 1630. Uberto, fratello di Drusiana, uccise il giudice di Zibello e buttò da un ponte e poi fece seppellir vivo un Giam maria Bocchi. Drusiana, forse per la nota ferocia del fra tello, non gli affidò il figliuolo; ma questo non basta an cora a spiegarci la ragione per la quale invece mandasse Achille dal Rangone, che d’altra parte non era miglior pasta d’uomo, tanto che nel 1537 contro di lui

e contro la moglie Pallavicina era stata, sotto l’accusa di grandi delitti, pubblicata sentenza di morte. Questi parenti e questi maestri aveva avuto Achille; sull’indole del quale potè forse più l’eredità dell’ava ma terna. figlia di Bartolomeo Buffetti, che quella dell’ava pa terna, figlia di Bartolomeo Colleoni. E siamo cosi giunti alla catastrofe. Alcuni cronisti la pongono al 1555; i documenti provano in vece che successe senza dubbio nella prima metà dell’anno ante cedente. Narrano le cronache

venne a cognizione dei Bago linosi, essi si raccolsero armati e mossero, condotti dai loro consoli, verso Godrone, per liberare il loro compae sano. Giunti in prossimità del palazzo del conte Achille, mandarono alcuni dei loro a trattare con lui per ridurlo a più miti propositi, ed essendone stati respinti, si rivol sero al conte Ottone, perchè volesse egli stesso inter porsi presso il fratello. Cacciati anche da lui, nè alcun

8
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1893
Achille di Lodrone
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Pagina 8 di 17
Autore: Papaleoni, Giuseppe / G. Papaleoni
Luogo: Venezia
Editore: Visentini
Descrizione fisica: 14 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Nuovo Archivio Veneto ; 5,2
Soggetto: p.Lodron, Achilles ¬von¬
Segnatura: II 102.477
ID interno: 242912
ed inseguito, a mala pena potè ridursi nella Badia di Leno, asilo, come è noto, sicuro ed inviolabile. 11 capi tano, per ordine del podestà di Brescia, Giovanni Mo~ cenigo, fece circondare di guardie la Badia, e il conte, presto o tardi, avrebbe dovuto arrendersi, se non fosse venuto in suo soccorso 1' avvogadore Francesco Pisani, il quale ordinò senz’altro che il giovane venisse libe rato e potesse, senza molestie, tornarsene donde era ve nuto. Il podestà, cui doveva esser sembrato d’aver

fatta buona presa, ubbidì certo a malincuore, e narrando poi il fatto in una lettera, diretta ai Capi del Consiglio dei Dieci, che ci è conservata, non nascose il suo malumore. « Ha- vendo io —- scrive egli il eg aprile di quell'anno — vo luto obedir per debito mio alli magistrati superiori, non dimeno mi ha parso darne reverentemente notitia a Vostre Excellentie per esser contro le parte et mente di quelle il venir et star in li lochi prohibiti dalli confini, sui lì banditi, at ciò nello advenir

, occorrendo sinici casi, ne sia fatta provisione, come parerà al sapientissimo juditio dì Vostre Excellentie, alle quali bum il mente mi racco mando » (i). Ma certamente l’avvogaclore non aveva presa una sì grave deliberazione, senza forti motivi. Alla Signoria, pure lasciando lìbero corso alla giustizia quanto alla con danna del conte, doveva rincrescere che si gravasse troppo la mano sopra il nipote di un uomo che era stato di valido aiuto alla Repubblica, e che, ad ogni modo, aveva per questa sofferto

danneggiamenti e privazioni. Nè, d’al tra parte, conveniva alla Signoria di alienarsi l’animo dei feudatari e specialmente di quelli che tenevano le loro terre ai confini dello Stato, e, forse più clic altri, del Godrone, unico della sua famiglia che stesse per Vene ti) Documenti trentini dell'Archivio di Stalo di Venezia) busta V nella Biblioteca civica di Trento.

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Libri
Categoria:
Scienze naturali, agricoltura, economia domestica
Anno:
1924
¬L'¬economia agraria nel Trentino : saggio economico-sociale.- (Quaderno mensile ; 12)
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Pagina 14 di 113
Autore: Ruatti, Giuseppe / Giuseppe Ruatti
Luogo: Venezia
Editore: Ferrari
Descrizione fisica: 88 S. : Ill., graph. Darst., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Trentino;s.Landwirtschaft
Segnatura: II 214.199
ID interno: 351985
Adige, sul quale si tragit tavano verso Verona e verso Bolzano le merci locali ; diversi punti come Lavis, Sacco, S; Michele, ecc,, erano scali importanti per il commercio fluviale; Bolzano era 1’ultima tappa della navigazione atesina. Per lunghi secoli la cittadinanza dell’ Isarco fu l’inter mediaria del commercio fra il Nord ed il Sud: colà convenivano i commercianti italiani e tedeschi, gli uni attraverso Venezia a vendere ed esportare, gli altri a comperare per le città della Germania

Absburgo ebbero sempre delie attenzioni speciali per i vini trentini, che godettero privi legi ed esenzioni ; e si comprendono facilmente le recondite ragioni di tali preferenze. Del resto I’ economia rurale era regolata dagli statuti e dalle carte di regola che i Comuni, come quelli dell’Italia settentrionale, s’erano introdotte ed approvate. Anzi l’amministrazione vescovile sia civile che giudiziaria si uniformava alle libertà comunali delle popolazioni trentine, le quali rendevano omaggio

al loro principe Vescovo quando questi aveva giurato di rispettare le consuetudini ed r loro diritti. Fiemme serbò, lottando contro gli Absburgo e contro i Vescovi, la propria autonomia civile e giudiziaria; le Giudicane ebbero pure un regime democratico privo di ogni inframmettenza nobiliare. Politicamente iL Trentino godette un momento di gloria verso il 1500 quando resse le sorti del Principato il cardinale Bernardo Clesio, il mecenate delle arti ed il protet tore del rinascimento. Una schiera

di eletti artisti costruì, allargando, la sontuosa residenza del Castello del Buon Consiglio : il Romanino ed il Brusasorci ornarono le belle sale coll'arte divina del loro ingegno cinquecentesco; sorsero palazzi in purissimo stile rinascimento che ancor oggi abbelliscono le contrade di Trento; sotto il Clesio vennero fatti i preparativi per accogliere degnamente 3 partecipanti al Concilio triden tino, che doveva fermare l’onda della Riforma germanica minacciosa ormai per l’intera Europa. Ai successori

del Clesio, ai Madruzzo, venne concesso l’onore d’ospitare con signorilità e splendore principesco gli illustri delegati dei Concilio (1545-1563). In seguilo all’importazione di rilevantissime quantità d’oro e d’argento durante l’epoca del Concilio, la vita rincarò straordinariamente. Però il Concilio influì favorevolmente sullo sviluppo dell’industria serica, che mosse i suoi primi passi da Rovereto. Già prima del 1500 furono piantati i gelsi nella Valle Lagarina durante il dominio deila

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Libri
Categoria:
Scienze naturali, agricoltura, economia domestica
Anno:
1924
¬L'¬economia agraria nel Trentino : saggio economico-sociale.- (Quaderno mensile ; 12)
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Pagina 19 di 113
Autore: Ruatti, Giuseppe / Giuseppe Ruatti
Luogo: Venezia
Editore: Ferrari
Descrizione fisica: 88 S. : Ill., graph. Darst., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Trentino;s.Landwirtschaft
Segnatura: II 214.199
ID interno: 351985
Altro ramo importantissimo, pur troppo decaduto nell’anteguerra per lo sviluppo viticolo e per la scarsa rimunerazione dei prezzi — « gloria del passato e morente spe ranza del futuro » come ebbe a chiamarla il Volpi in un opuscolo — era la bachicoltura. Il critico momento della pebrina venne superato mediante la selezione microscopica ; a Trento lo sforzo degli allevatori e dei sericoltori riuscì a fondare il magnifico Istituto Bacologico, il quale passò in Amministrazione del Consiglio

. In seguito alla legge provinciale 8 novembre del 1881, venne istituita a Trento una Sezione del Consiglio Provinciale d’Agricoltura ed alla periferia si crearono i consorsi agrari distrettuali i quali, entro ogni mandamento, esplicavano un’attività molteplice in collaborazione col centro. In pratica il Consiglio era una forma di decentramento ammini strativo ; tutte lè leggi od i provvedimenti d’ordine tecnico od economico-giuridico nei rapporti dell’agricoltura venivano formulati con riguardo

all’autorevole parere del Con siglio ; la propaganda venne compiuta da funzionari specializzati dipendenti, cosi per la zootecnia, per il caseificio, per la frutticoltura e viticoltura, per l’agricoltura in generale; per la compera e la vendita delle scorte agrarie e gli attrezzi rurali venne aggiunta una Agmsia agraria, mentre per la fornitura di viti e piantine da frutto e gelsi sorsero i vivai. Il Consiglio era l’organo integrale e la sua sede la casa dell’agricoltura. Il Consiglio Provinciale

d’Agricoltura, sebbene avesse delle interferenze coll’istitu zione omonima di Innsbruck, fece sempre opera di schietta propaganda nazionale fra le campagne e cooperò efficacemente alla rinascita agraria del Trentino. Merito precipuo della mirabile organizzazione va dato al Baron Massimiliano de’ Mersi , per lunghi anni Presidente dei Consiglio, ed al Segretario cav. Giuseppe Pedrotti , che per oltre 30 anni diresse con tatto ed infaticabile operosità le sorti dell’ istituzione. Accenno pure all’influenza

dell ] Istituto Agrario Provinciale di 8. Michele, il quale, dotato di un vasto podere e di rilevanti mezzi didattici, propagò le norme razionali di coltura e mediante i lavori accurati di Edmondo Mach e poscia di Carlo Portele sull’eno logia diffuse la sua fama anche fuori dell’ambiente trentino. Dal 1874 io poi, ogni anno, l’Istituto licenziò un numero considerevole di giovani pratici dell’agricoltura e della tecnica moderna. L’insegnamento purtroppo era bilingue nell’ anteguerra e della durata

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Libri
Categoria:
Tecnologia, matematica, statistica
Anno:
1925
¬La¬ navigazione sull'Adige in rapporto al commercio Veronese.- (Quaderno mensile ; 40) - .- (Bollettino dell'Istituto Statistico-Economico di Trieste ; 4. 1925, 4)
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Pagina 131 di 136
Autore: Zamboni, Carlofilippo / Carlofilippo Zamboni
Luogo: Venezia
Editore: Ferrari
Descrizione fisica: 108 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Etsch ; s.Binnenschifffahrt ; z.Geschichte
Segnatura: II 8.257
ID interno: 84057
Tav. Tav. Tav. Tav. Tav. Tav. Tav. Tav. Tav. Tav. Tav. Tav. Tav. Tav. Tav. Tav. Tav. Tav. Tàv. Tav. Tav. Tav. Tav. INDICE DELLE TAVOLE I. Blocco in pietra raffigurante dei rostri romani, rinvenuto nel 1891 du rante gli scavi per la costruzione dei muraglioni. Museo Arch. del Teatro Romano di Verona. IL - II traino del burchio. Particolare della stampa «Verona Città celeber rima » del sec. XVII. Collezione Bibl. Com. di Verona. III. - Il Burchio. Particolare della stampa «Veduta del Ponte delle

Navi di Verona» del sec. XVIil. Coll. Bibl. Com. di Verona. IV. - La Dogana del Ponte delle Navi, stampa della seconda metà del sec. XVII. Coll. Bibl. Com. Verona. V. - La Catena di S. Zeno (1739). Coll. Bibl. Com. di Verona. VI. - Veduta di Legnago. Coll. Museo Civico di Verona. VII. - Veduta del Ponte del Castel Vecchio di Verona. Coll. Bibl. Com. di Verona. Vili. - Lo Zatterone. Particolare della stampa « S. Giorgio di Verona veduto dal poggio di Casa Muselli » del sec. XVIII. Coll. Bibl. Com

. Verona. IX. - Veduta del Ponte delle Navi (metà del sec. XVIII), Coll. Bibl. Com. di Verona. X. - Il Molo della Dogana del Ponte delle Navi. Stampa della prima metà del sec. XIX. Coll. Bibl. Com. Verona. XI. - Fede di Sanità di Ulma del 1723. Coll. Ant. Arch. Veronesi. Arch. di Sanità. XII. - Fede di Sanità di Bolzano del 1726. Coll. Ant. Arch. Veronesi. Arch. di Sanità. XIII. - Fede di Sanità di Amsterdam del 1723. Coll. Ant. Arch. Veronesi. Àrcb. di Sanità. XIV. - Fede di Sanità di Verona del sec

. XVIII. Coll. Ant. Arch. Veronesi. Arch. di Sanità. XV. - Corso dell’Adige dalla Dogana dell’Isolo alla Catena della Vittoria. Coll. Ant. Arch. Veronesi. Arch. del Comune, XVI. - Regaste del Redentore prese dal Ponte della Pietra. Sec. XTX. Coll. Bibl. Com. di Verona. XVII. - Dogana dell’Isolo e Canale delle Seghe. Disegno a colori. Coll. Ant. Arch. Veronesi. Arch. del Comune. XVIII. - Canaletto: L’Adige tra Ponte Pietra e Ponte Nuovo. Quadro ad olio esi stente nei Museo di Dresda. XIX. - Canaletto

: 11 Ponte delle Navi. Quadro ad olio esistente nel Museo di Dresda. XX. - Prospetto e Pianta dello Sboro. Disegno a colori. Ant. Arch. Veronesi. Arch. del Comune. XXL - Tipo di burchio attuale. Relaz. Gen. tav. 2. Atti della Commissione per la Navigazione interna. XXII. - Tipo di barca attuale di Pescantina. Relaz. Gen. tav. 12. Atti della Com missione per la Navigazione interna. XXIII. - Veduta del Lungadige alla Vittoria in Verona (stampa della prima metà del sec. XIX). Coll. Bibl. Com. Verona. io

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Libri
Categoria:
Scienze naturali, agricoltura, economia domestica
Anno:
1924
¬L'¬economia agraria nel Trentino : saggio economico-sociale.- (Quaderno mensile ; 12)
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Pagina 97 di 113
Autore: Ruatti, Giuseppe / Giuseppe Ruatti
Luogo: Venezia
Editore: Ferrari
Descrizione fisica: 88 S. : Ill., graph. Darst., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Trentino;s.Landwirtschaft
Segnatura: II 214.199
ID interno: 351985
II teroldego è il vino tipico di Mezolombardo, San Michele e Lavis, molto colorito e pregevole materiale da taglio; contiene in media il 12.40 D / 0 di alcool. Il marsemino cresce sulle colline basaltiche di Isera (Rovereto); è un vino amabile, ricco di alcool (in media il 12%), dotato di un caratteristico profumo. Lo schiavane o schiava gentile viene coltivata in grau parte del Trentino, in modo particolare nel circondario di Cembra e del medio Sarca; contiene circa il 10°/ 0 di alcool

; il contenuto alcoolico e le sue qualità dipendono dall’ ambiente e dalla quantità di produzione ; nelle località adatte ed in annate di me diocre produzione dà un vino pregevole, amabile, poco acido. Sono coltivati pure altri vitigni di speciale notorietà introdotti negli ultimi decenni per opera del Consiglio Provinciale d’Agricoltura e d eli’’Istituto agrario di Sàn Michele (1). Del prodotto vinicolo la metà circa veniva esportata nei paesi di Oltre* Brennero, il resto consumato nel' Trentino

; sì presta al taglio ; l’uva viene usata quale uva da tavola. La rossara, diffusa in tutta la regione e particolarmente nella Vallata dell’Adige: è molto produttiva, di qualità scadentissima, atta però ai taglio per preparare vini da pasto. Bianche ; La vernaccia bianca viene coltivata al piano ; dà una produzione abbondante, ma piuttosto scadente; contiene circa il 10% di alcool. La nosiola è diffusa nelle plaghe del medio Sarca, dove si confeziona il pregevole vino santo, poscia nella valle di Cembra

. La produzione del piano veniva spedita in forma di mosti dolci nella Svizzera, che assorbiva così le qualità scadenti. I prezzi vengono di solito effettuati per unità di misura delle uve pigiate — il co sidetto graspato — i quali sono rilevati dal 1880 al 1923 nell’ allegato diagramma per il circondario di Trento. Gli adeguati uve — usualmente chiamati tasse graspato — servono per determinare i prezzi dei contratti non finiti ; si distinguono in tre differenti categorie a seconda deila qualità e del pregio

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Libri
Categoria:
Tecnologia, matematica, statistica
Anno:
1925
¬La¬ navigazione sull'Adige in rapporto al commercio Veronese.- (Quaderno mensile ; 40) - .- (Bollettino dell'Istituto Statistico-Economico di Trieste ; 4. 1925, 4)
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Pagina 15 di 136
Autore: Zamboni, Carlofilippo / Carlofilippo Zamboni
Luogo: Venezia
Editore: Ferrari
Descrizione fisica: 108 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Etsch ; s.Binnenschifffahrt ; z.Geschichte
Segnatura: II 8.257
ID interno: 84057
un affluente avrà permesso alle piccole imbarcazioni di raggiungere il territorio Vicen tino » (1). Le comunicazioni fra la Lombardia e la Germania si effettuavano per il Lago, di Garda navigando fino a Lazise da dove era agevole raggiungere la via fluviale dell’A dige (2) ; di questo si parla in una controversia sorta tra il Conte di Garda ed il Comune di Lazise circa il ripatico che si doveva riscuotere a Lazise dai mercanti Lombardi, pro venienti dall’altra sponda del lago ; essa fu decisa

, un canale quindi che avrebbe reso possibile a Mantova, e a tutte le città Padane superiori ad essa, di commerciare col mare e rispettivamente con Venezia senza toccare Ferrara ed il-suo territorio con la quale Mantova era altrettanto nemica, quanto Verona; questo avrebbe dovuto esser portato a termine di spese comuni ^ nel breve periodo di tempo intercedente fra il I. Luglio ed il S. Michele 1192. Questo progetto non giunse ad effettuazione perchè, dopo una serie di guerre fra Mantova e Fer rara, quella

riuscì vittoriosa e nella pace del 1192 con la mediazione di Verona, Ferrara promise ancora una volta di tenere aperto alla navigazione il Po in perpetuo » (4). ' Venendo a trattare della navigazione sul basso Adige, di cui B. Cessi in un’ inte ressante sua pubblicazione (5) parla soventissimo, e specialmente su quella parte del fiume che bagna il Polesine sappiamo che questa fu causa di numerose lotte per il pre dominio che voleva assumere Venezia di fronte a Padova ed agli Estensi. Bisogna com

da quella soggezione commerciale in cui la teneva Ve nezia ; ottenendo un predominio sull’Adige avrebbe più facilmente potuto conseguire il suo scopo, o, tutt’al più, recare non piccolo danno al commercio Veneziano, imponendo (1) Schaube - Storia del Commercio dei Popoli Latini del Mediterraneo, pag. 86i.’ Non so però a quale affluente vorrebbe alludere lo Schaube ; per parte mia credo che le merci trasportate su navi fino ad Àlbaredo avranno proseguito poi per terra fino a Vicenza. (2) Schaube - Storia

del Commercio dei Popoli Latini , ecc. , pag. gog. - La strada che oggidì dalla località di Ponton sull’Adige, nei pressi di Domegliara, porta a Lazise è appunto quella seguita nei secoli scorsi. (3) Schaube - Storia del Commercio dei Popoli Latini del Mediterraneo, pag. 902. (4) Schaube - op, cit., pag. 903, (5) Benvenuto Cessi - Venezia e Padova e il Polesine dì Rovigo nel Secolo XIV - Città di Castello 1904, pg. 15.

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Libri
Categoria:
Tecnologia, matematica, statistica
Anno:
1925
¬La¬ navigazione sull'Adige in rapporto al commercio Veronese.- (Quaderno mensile ; 40) - .- (Bollettino dell'Istituto Statistico-Economico di Trieste ; 4. 1925, 4)
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Pagina 31 di 136
Autore: Zamboni, Carlofilippo / Carlofilippo Zamboni
Luogo: Venezia
Editore: Ferrari
Descrizione fisica: 108 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Etsch ; s.Binnenschifffahrt ; z.Geschichte
Segnatura: II 8.257
ID interno: 84057
che si trovassero ad Egna o a Trento richiesti dai tedeschi di trasportare rami od altro, dovessero fare la vettura in comune senza frode. Disposizione questa che, oltre a fissare un equa ripartizione fra i soci dei guadagni, dovea certo favorire i mercanti stessi, offrendo loro più facili i mezzi di trasporto. E a questo proposito si può ricordare il Cap. 79 del Libro I degli Statuti della Domus secondo il quale il podestà deve cercare di impedire che i mercanti tedeschi, o forestieri, vengano

portati sull’altra riva dell’Adige, allo pcopo che tutti debbano venire a Verona con le loro mercanzie. L’ articolo 41 (i)' ci dà notizia di un patto stretto fra le due Arti dei Radaroli e dei Brentari, a proposito dei monti trentini e di quelli di Vallarsa in ispecie, che da tutti i guadiati dovea esser osservato. Non ne conosciamo purtroppo il tenore, ma è facile capire che dovea riguardare lo sfruttamento dei boschi trentini e che avea lo scopo di tutelare gli interessi delle due Arti. L’ Arte del

resto, avea molta cura che i suoi rapporti commerciali col Trentino non venissero danneggiati in qualsiasi modo, e uno dei primi obblighi che imponeva ai suoi iscritti era di non far alcun patto di legname, o pegola con qualche persona del Trentino, il quale potesse tornare a disonore, ossia a svantaggio del Comune di Verona o del mestiere. In questo caso la multa veniva lasciata all’arbitrio del Gastaldo e dei suoi consiglieri (40)». Non si capisce il motivo dell’ ommissione negli Statuti del 1319

dell’articolo che riportammo dal Simeoni per ciò che riguarda le richieste dei mercanti tedeschi : potrebbesi dedurre che essendovi un’ altra arte che sul fiume esercitava ì trasporti, fosse divenuto inutile e quindi non più necessaria la trascrizione. Da quanló però abbiamo potuto comprendere da una analisi ai singoli articoli, la revisione del 1319 per lo statuto dell’ Arte- dei Radaroli, a nostro parere è stata una riforma che si è riflessa su tutto il funzionamento amministrativo interno della stessa

arte, non nei riguardi della navigazione e del commercio. La revisione di Cangrande ha avuto come primo effetto di abolire il carattere polìtico , militare, che avevano avuto le arti sotto Ezzelino da Romano; infatti nei nuovi statuti fu omesso 1’ articolo 64, del 1260 che prescriveva agli iscritti di raccogliersi cum armis sotto il vessillo del mestiere quando la campana del Comune avesse sonato a martello (ad strenam). L’Arte era dunque costituita e dai mercanti di legname, e dai conduttori delle

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Categoria:
Tecnologia, matematica, statistica
Anno:
1925
¬La¬ navigazione sull'Adige in rapporto al commercio Veronese.- (Quaderno mensile ; 40) - .- (Bollettino dell'Istituto Statistico-Economico di Trieste ; 4. 1925, 4)
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Pagina 52 di 136
Autore: Zamboni, Carlofilippo / Carlofilippo Zamboni
Luogo: Venezia
Editore: Ferrari
Descrizione fisica: 108 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Etsch ; s.Binnenschifffahrt ; z.Geschichte
Segnatura: II 8.257
ID interno: 84057
Camera di Commercio sappiamo come nel 1563 esisteva in Verona un Consorzio di conciapelli, (non però regolarmente costi tuito), già da parecchio tempo addietro, ciò che ci fa supporre che la pelletteria vi fio risce sino all’ epoca dei Visconti e forse anche a quella degli Scaligeri (1) ; 1’ industria del legname in questo periodo secondo è quasi finita; i vastissimi boschi che occupavano gran parte della campagna veronese'sono ora assai ridotti per l’incremento fortissimo avuto dall’agricoltura

. L’arte dei radaroli esiste ed è sempre assai prospera perchè ha il monopolio del commercio del legname del Trentino, che invia a Verona e Venezia col mezzo della fluitazione. Sebbene fiorissero queste industrie, come dicemmo, il tarlo delia decadenza esisteva sempre, la posizione privilegiata acquistata; durante il predominio scaligero andava via via diminuendo. La storia industriale e commerciale veronese ha però un merito: quello di non aver avuta una decadenza rapida, ma lenta e continua (2). Nel

1630 31 il gran contagio fece risentire fortemente i suoi effetti sulla vita economica della città. « Ben è vero per altro che le condizioni migliorarono in seguito, così che nel secolo XVIII esse si trovavano di' nuovo abbastanza prospere. Il commercio di esporta zione, non ostante i ceppi imposti dalle opinioni allora correnti in fatto di economia politica, non solo si allargava alle diverse città dello Stato Veneto, ma si distendeva ancora nelle regioni limitrofe dei Trentino, del Milanese, del

Parmigiano, del Reggiano, del Modenese, del Mantovano, del Guastallese, giungendo sino alla lontana Toscana e alla Romagna» (3). «Ma un nemico più terribile delle guerre e della peste ebbero le industrie non solo di Verona, ma di tutto lo Stato Veneto, e questo bisogna cercarlo nelle mutate condizioni del mercato Europeo e npl sorgere delle grandi industrie, che di necessità uccisero le industrie piccole. Una lotta di concorrenza contro le più potenti e più ricche nazioni di Europa non poteva essere

sostenuta da uno Stato ormai decre pito quale era quello della Serenissima» (4). Sul finire del secolo XVIII, pochi anni prima della caduta di Venezia, la situazione industriale di Verona era quella che più sotto riportiamo con dati statistici, ricavati dall’ opera del Gantù (5), situazione industriale, che, sebbene ormai triste, rispetto ai secoli precedenti, può rappresentare ancora una. prosperità non certo di piccola entità. • «L’industria cittadina, oltre a versare su quanto tocca immediati bisogni

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Categoria:
Tecnologia, matematica, statistica
Anno:
1925
¬La¬ navigazione sull'Adige in rapporto al commercio Veronese.- (Quaderno mensile ; 40) - .- (Bollettino dell'Istituto Statistico-Economico di Trieste ; 4. 1925, 4)
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Pagina 23 di 136
Autore: Zamboni, Carlofilippo / Carlofilippo Zamboni
Luogo: Venezia
Editore: Ferrari
Descrizione fisica: 108 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Etsch ; s.Binnenschifffahrt ; z.Geschichte
Segnatura: II 8.257
ID interno: 84057
diffusione nei paesi dell’Occidente d’ Europa (1) delle droghe e degli altri prodotti che le galee venete importavano dall’Oriente al Porto di Venezia. Questo fatto è assai rilevante perchè essendo slata una delle arterie principali per le relazioni commerciali, questa via dunque ha dovuto indubbiamente risentire gli effetti del grave colpo che la ntfbva via alle Indie per mare e la scoperta del nuovo mondo inflissero a questo genere di commercio, di cui i veneziani avevano goduto, se non

interamente, quasi, il monopolio. E queste due grandi scoperte che furono la causa precipua delio spostamento del « centro del commercio mondiale » come dice appunto il Luzzatto (2) non riesciranno di danno, come iu seguito vedremo ai traffico per la via dell’Adige, anzi lo aumenteranno specialmente durante il primato commerciale olandese (sec. XVII) in cui essa, rimanendo ancora grande via internazionale, ma accresciuta di valore, servirà assai bene per portare e a Verona e a Venezia e a diffondere per

l’Italia i prodotti importati per le nuove vie. Fra le merci che salgono l’Adige dirette a Verona ed ai paesi della Germania, tro viamo anzitutto la seta, che già, fino dalla prima metà del secolo XIII (3), a Verona è molto usata dalla'Signoria Scaligera; i panni di Tripoli di Barberia s’importarono pure in questa città (4) e gli altri prodotti orientali, come i colori, che servivano in grande quantità nell’industria tessile, tanto fiorente in Verona, che la tintura costituiva una industria a parte con

una propria corporazione: oltre i manti di seta, lo Schaube cita come vi si trovassero anche i metalli preziosi, quali 1’ argento e 1’ oro, e il denaro co niato (5). Da documenti del 1400 si rileva pure come il zafferano, il reo barbaro ed il muschio (6), passavano per l’Adige; infatti, negli atti dei Rettori veneti di Verona, si viene a cono scere come anche i veronesi avevano dirette relazioni con il Levante, tanto, che nel 1435, in una questione sorta fra questi ed i tedeschi, con i quali

avevano costituito una società per il commercio dello zafferano., si addiviene alla spartizione dei capitali c del lucro ricavato e di certe, non parve quantitatis croci seti zafrani (7). Pure, dagli stessi atti, si conosce come nel 1496, un tal Simone Simoni, veronese, si dichiarava debitore presso un tal Ghinchefar da Costantinopoli, di ducati 110 per libre 90 di reo barbaro, di tre oncie di muschio e di libre tre e mezzo di tela rossa da belletto. Egli dice di voler annullare il suo debito

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Categoria:
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Anno:
1925
¬La¬ navigazione sull'Adige in rapporto al commercio Veronese.- (Quaderno mensile ; 40) - .- (Bollettino dell'Istituto Statistico-Economico di Trieste ; 4. 1925, 4)
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Pagina 32 di 136
Autore: Zamboni, Carlofilippo / Carlofilippo Zamboni
Luogo: Venezia
Editore: Ferrari
Descrizione fisica: 108 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Etsch ; s.Binnenschifffahrt ; z.Geschichte
Segnatura: II 8.257
ID interno: 84057
Quali redditi spettavano all’Arte? L’art. 17 e successivamente il 9° stabilivano ! che ad essa spettasse la suddetta tassa di sei denari per remo e di tre de stanga dalle ( zattere che scendevano per 1’ Adige fino a Verona; a questi poi s’ aggiungevano le intra- tiche pagate da chi s’inscriveva al mestiere e primitivamente anche dal terzo dei bandi e delle giudicature (1). Non si spiega il motivo dell’ ommissione nei nuovi statuti della seguente tariffa del noli stabilita dall’ art. 51 che

ci dava un’ idea del prezzo del trasporto : Gli scali ove affluivano i legnami, erano diversi a Verona: il primo si trovava a j Saval, fuori della città nel comune di.Quinzano (allora sobborgo delia città) sulla riva | sinistra dell’Adige. In questo luogo pare si fermassero molte zattere, se non tutte, dice ] il Simeoni, e ce lo può dimostrare l’articolo 64, che ci dà una tariffa dei diritti di con- | duttura da Saval ai vari scali delia città : fino alla Beverara (Regaste S. Zeno

) e al Vo j di S. Lorenzo, dove vi è la Chiesa omonima, c’era uno dei più importanti scali, ci voie- 1 vano soLdi 8; fino al Broilo (la riva a monte del Ponte della Pietra, presso il Vesco vado) e all’ Isolo soldi 12, e per arrivare a campo Marzo ce ne volevano 16 (2). Pure esso j non è stato riportato nel nuovo statuto; invece sono rimaste tutte Je• disposizioni atte 1 a far mantenere sgombre da legname o da altro le vie che portavano agli scali. 1 Altri provvedimenti del genere sono stati aggiunti colla nuova

compilazione con > l’intendimento che il corso del fiume in città avesse a rimanere libero per il passaggio ì deile zattere e delle navi; così si puniva con venti soldi colui che avesse lasciato distrug- ! gere la propria zattera dalla corrente (art. LVI) e si ordinava, come già vedemmo, ai j radaroli, scendendo T Adige di gridare tre volte davanti 'ai molini per farli trarre a terra ; (art. LV1I), Di mulini infatti in città nel fiume v’ erano moltissimi ; ci informa a questo j proposito il Brenzoni

in un suo studio di prossima pubblicazione, che essi nel secolo j XIII, XIV raggiungevano un numero assai elevato. t a L’ Arte — scrive il Simeoni — era sopratutto rivolta all’ interesse dei guadiati, 'j a cui cercava di assicurare P esclusività del Commercio, ma pure si occupava anche di j renderlo comodo, facile e sicuro a beneficio di tutti. Gli articoli dello statuto procura vano di favorire l’interesse della classe più di quello dell’indirizzo, il che riusciva infine di grande vantaggio ai deboli

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