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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1900
¬Le¬ guerre di Augusto contro i popoli alpini
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Pagina 160 di 248
Autore: Oberziner, Giovanni / di Giovanni Oberziner
Luogo: Roma
Editore: Loescher
Descrizione fisica: 237, 14 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: p.Augustus <Römisches Reich, Kaiser> ; g.Alpen ; s.Krieg ; z.Geschichte
Segnatura: III A-2.230
ID interno: 166664
punta co’ loro possessi anche sul declivio italico delle Alpi, essi non se ne davano per intesi, o continuavano a considerare il loro crinale, come il vero confine politico della pe nisola Il primo che portò un considerevole cambiamento nelle condizioni degli abi tatori delle Alpi Cozie fu, come già abbiamo notato, Giulio Cesare, che, mentre di minuì il possesso di que’ popoli, che gli avevano contrastato il passaggio, aumentò invece considerevolmente il regno, eh’ crasi stabilito sulla sommità

delle Alpi Cozie. Ad ammettere questo sono indotto da varie ragioni. Prima di Cesare le popolazioni de’ Controlli, Graioceli e Caturigi si stendevano fino alle sommità delle Alpi ; prima della guerra alpina di Augusto, il regno di Cozio era esteso assai, a danno dei po poli vicini. Che fatti importanti erano avvenuti dal tempo del passaggio di Cesare alla guerra d’Augusto, da aver determinato questo cambiamento? Chi dunque può averlo operato, se non che Cesare stesso, che per la legge Va tini

a aveva ottenuto il governo di tutta la Galli a citeriore, e quindi il diritto d’ introdurvi le necessarie tras formazioni politiche? Ed essendo così, quali ragioni possono averlo indotto a ciò fare? Il piccolo stato dell’Alpi Cozie, a’ tempi di Cesare, era governato dal re Donno. La fama di lui, come esperto, saggio ed accorto governante, sopravvisse a lungo anche dopo della sua morte, e perfino dagli scrittori medievali è ancora magnificato pel le sue virtù 2 , ed il nome suo rimase venerato

ne’ primi secoli cristiani trasformato in santo. Credasi infatti che il villaggio di San Donino in vai di Susa, non foss’ altro, in origine, che un San Donno 3 . Benché gli scrittori antichi non facciano cenno delle relazioni che furono fra lui e Giulio Cesare, pure ci riescono in questo di grande aiuto le iscrizioni. In una di esse è nominato un C. lulius Uonnvs il che indica che egli, quale re socio e amico del popolo romano, aveva ottenuto da Cesare di es sere ammesso, alla sua clientela e come tale

di godere il diritto di cittadinanza, di ritto di cui usufruirono poi anche i suoi successori. Vediamo infatti alla fine del- l’impero di Augusto la progenie di Donno sedere in senato ed occupare a Roma un cospicuo posto fra le principali famiglie, se Cottici, moglie di Vestricio Spurina, ed il loro figlio, Vestricio Cozio 5 , discendevano, coni’è probabile, da Donno. Convien credere che i servigi da lui prestati a Cesare fossero molto conside revoli per godere di tale onore. Egli l’avrà senza dubbio

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1900
¬Le¬ guerre di Augusto contro i popoli alpini
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Pagina 60 di 248
Autore: Oberziner, Giovanni / di Giovanni Oberziner
Luogo: Roma
Editore: Loescher
Descrizione fisica: 237, 14 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: p.Augustus <Römisches Reich, Kaiser> ; g.Alpen ; s.Krieg ; z.Geschichte
Segnatura: III A-2.230
ID interno: 166664
Vennoni, e forse una nuova serie di ladronecci da loro eseguiti sul territorio comense, che indussero Giulio Cesare, quando per petizione di Vatinio ottenne la Calila Cisalpina aggiuntovi PHlirio, e per la petizione stessa (a. 695 d. R.) il diritto di fondare nuove colonie 1 2 , a dedurre cinque mila coloni, fra i quali cinquecento no bili greci 3 ,„ nella città di Como, alla quale col nuovo nome di Novum Comuni 4 con cesse l’onore della cittadinanza romana. Ma, quando gli arbitri) di Cesare comin

ciarono ad impensierire i suoi avversari, il console ài. Claudio Marcello propose al senato che, essendo finita la guerra, fosse licenziato l’esercito vincitore, che a Cesare fossero tolte le provinole, e che .si privassero della cittadinanza romana i coloni Novocomensi, poiché era stata concessa loro per ambizione e contro le leggi 5 (a. 703 d. R.). Narra anzi Plutarco 6 che, non solo i Novocomensi furono privati della cit tadinanza romana, ma che il console ordinò di battere colle verghe un comense

per dimostrare meglio che non si considerava per cittadino romano. . La trascuranza, nella quale cadde la colonia comense, per le ostilità di M. Claudio Marcello contro Cesare, diede animo nuovamente ai Vennoni, per cui nuove spedizioni dovettero essere allestite contro di loro 7 8 . Ma in queste nuove guerre eb bero compagne altre tribù alpine, finche furono tutte insieme sottomesse da P. Silio, legato di Augusto. Ma prima di parlare della guerra fatta da lui, dobbiamo esami nare le condizioni

., 1. c., Ciò., Ad famil ., 13, 35, parla di un C. Aviano Filosseno suo ospite quem Caesar meo bene fìcio in Novoeomenses retulit. — Appiano, B. k?., 2, 26, dice, per errore, che alla nuova colonia fu concessa solo la cittadinanza latina. 4 La città di Como ti trova così nominata, Nomini Comum, in CATULLO (35, 3) in SUETONIO (Caes., 28) e Neóxtofiov in Appiano (B. Civ., 2, 26), in Plutarco (Caes., 28). 6 Suet., 1. c. 6 6. Cesare, c. 29. Cic., ad Alt., 5. 11, 12. 7 Non h ben certo contro quale parte del

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1913
¬La¬ famiglia Malfatti di Ala-Verona.- (Famiglie nobili trentine ; 23)
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Pagina 7 di 16
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Roma
Editore: Unione editrice
Descrizione fisica: 11 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Giornale Araldico-Storico-Genealogico ; 2,1
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/23
ID interno: 165301
bedue consiglieri del comune di Àia, Biagio lasciò dopo la morte Jacopo Antonio, dal figlio del quale, Cesellino, discende il celebre matematico Gio. Francesco, professore all’università di Ferrara, e il colonnello Cesare Dionigi; da un altro tìglio di Jacopo An tonio, Grio. Pietro, trassero la loro origine gli attuali baroni di Monte Pretto di Ala, i quali in data 2 gennaio 1871, creati cava lieri, furono con diploma 24 aprile 1899 innalzati al grado di baroni. La famiglia dei Monte Pretto

Impero da Cesare Michele Angelo Davalos de Aquino di Aragonia, supremo maresciallo di campo e consigliere intimo di. Sua Maestà, al quale fu accordato il diritto di dispensare titoli di nobiltà da Leopoldo I con di ploma 12 marzo 1704. L’imperatore Carlo VI con l’atto di Vienna 24 aprile 1736 nominava Valeri ano Malfatti barone del Sacro Romano Impero col predicato di Tburendorf e concesse aumenti di stemma. La famiglia di Rovereto è oggi rappre sentata dal barone Valeriane, da 25 anni benemerito

podestà di Rovereto e deputato al Parlamento, e dal suo nipote Cesare, studente ginnasiale. Vi furono altri rami ancora della famiglia Malfatti discen denti da Chemino, cioè i rami Mori, Tierno e Chizzola, tutti estinti, che non ottennero però mai nessun titolo di nobiltà. I discendenti dì Chemino, che presero dimora in diversi luoghi del Trentino e in Verona sarebbero, secondo l’albero genea logico da me compilato e riassunto da documenti, quelli che sto trascrivendo qui sotto :

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1913
¬La¬ famiglia Malfatti di Ala-Verona.- (Famiglie nobili trentine ; 23)
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Pagina 15 di 16
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Roma
Editore: Unione editrice
Descrizione fisica: 11 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Giornale Araldico-Storico-Genealogico ; 2,1
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/23
ID interno: 165301
oon Cesare Pedemonte moglie Aurf.lia del conte Lelio Ginsti Giovanni Giacomo, capitano moglie Maria Lodron Giulio — moglie Ginevra Verità Lodovico n. 18 febbraio 1618 7 14 gennaio 1691 sp. 1055 Eleonora Kmanuelli Lodovico CECILIA Maddalena Alessandro (testo 1027) moglie Antonia di Lodovico Cillò di Riva Giovanni Francesco moglie Paola di Andrea Del Ben vedova di Alvise qrn. Tomaso Stagnoli Antilta Giovanni Francesco ( testò 1611) moglie Flavia Pellegrini vedova del conte Filippo Rmilei Giacomo

Antonio, viveva 1613 moglie Laura di Morso Fraudili Bartolomeo, viveva 1671 moglie Giulia di Giuseppe Dalla Riva vedova di Ottavio Verità Cesare moglie Mattea di Giulio Giusti Sansone Isabella coniugata con GIAMBATTISTA BATTAGLIA Giovanni Giacomo n. 22 novembre 1607 Giulio Cesare Agostino Sansone Gian Giacomo Elisabetta antilia Giacomo Antonio b. 17 marzo 1659 b.30 agosto 1660, 119 marzo 1742 b. 28 agosto 1661 coniugata oon Nicolò Broc.nolico »,,.166» Girolamo di Pietro Liso. 1 , b. 25 settembre 1641

, 2° matrimonio .1 Lucrezia coniugata Pernis 10 dicembre 1878 Alessandro Cesare Bonifacio canonico Giacomo Antonio, n, 28 settembre 1775 a Sebenico sp. 1600 Maria Adriana di Giuseppe Dominici» I ' Girolamo Giuseppe . 27 luglio 1801 a Venezia. Bartolomeo Francesco .. 25 febbraio 3802 a Verona Alessandro Agostino n, 28 agosto 1806 a Verona Domitilla 7 febbraio 1822 Alessandro, n. 20 gennaio 1823, f 23 febbraio 1890 moglie Guglielmina di Antonio Campo, 7 27 giugno 1882 Antonio Gaetano □. 14 loglio 1824 Caterina

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1913
¬La¬ famiglia Malfatti di Ala-Verona.- (Famiglie nobili trentine ; 23)
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Pagina 10 di 16
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Roma
Editore: Unione editrice
Descrizione fisica: 11 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Giornale Araldico-Storico-Genealogico ; 2,1
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/23
ID interno: 165301
morì senza prole e testò in data 12 agosto 1611 a rogiti Gio. Andrea Bonis, a favore dei suoi nipoti Sansone, Giulio, Ales sandro, Gian Antonio, e dì suo pronipote Lodovico. Cesare, terzo figlio di Giacomo Antonio, che non è ricordato dal padre nel testamento, viveva a San Qairico sposo a Mattea Giusti — carta di dote in data 23 giugno 1589, a rogiti Jacopo Verdelli — dalla quale ebbe un figlio Sansone, che è nominato nel lestamente dello zio di lui Bartolomeo. Gio. Giacomo, quarto figlio

Gio. Francesco, che in data 14 giugno 1627, prima di partire per la guerra fece testamento, a rogiti Giovanni Mal fatti notaio in Ala, a favore delle sue due sorelle Cecilia e Mad dalena. Aveva per moglie Paola, figlia di Andrea Bel Bene, vedova di Alvise qm. Tommaso de Stagnoli — carta di dote in data 26 marzo 1591. a rogiti Gio. Andrea Boni. Di Giulio non trovai nessun documento ; ebbe per moglie Ginevra Verità; lasciò morendo un figlio Lodovico, che nel 1655 sposò Eleonora di Cesare Emanuelli

. Dai due coniugi nacquero Giulio Cesare (nato 1659 j 1728) dottore e sacerdote, Agostino Sansone (nato 1660 f 1742) che era andato sposo a Laura di Maria Francesco Brenzoni — carta di dote 22 gennaio 1724, a rogiti Gian Filippo de Parenti — Gian Giacomo (nato 1661 f 1747) e un’unica figlia Elisabetta, che prese per marito Nicolò Brognolico — carta di dote 1° luglio 1689, a rogiti Giacomo Vanzonetto, Agostino coprì nel 1728 la carica di vicario del distretto di Valpantena, Gian Giacomo pure quella

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1900
¬Le¬ guerre di Augusto contro i popoli alpini
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Pagina 47 di 248
Autore: Oberziner, Giovanni / di Giovanni Oberziner
Luogo: Roma
Editore: Loescher
Descrizione fisica: 237, 14 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: p.Augustus <Römisches Reich, Kaiser> ; g.Alpen ; s.Krieg ; z.Geschichte
Segnatura: III A-2.230
ID interno: 166664
Adula. Veramente nè gli antichi scrittori, nè le epigrafi ci traman darono un nome speciale di questa parte delle Alpi, delle quali solo il monte Adula è ricordato 3 ; perciò alcuni le denominano, con Cesare, Somme, altri, come, già si disse, ne fanno un tutto colle Alpi Pennine 4 ; invece il De Vlt 5 , dotto investigatore delle vicende'storiche dì queste regioni, basato su tre antiche iscrizioni, dov’è parola d’un procuratore delle Alpi Atrezziane, cercò di sostenere, che questo è il vero nome

delle Alpi, che oggi di con si Leponzie, Lepontiche o Lepontine; ma avremo in seguito occasione di tornare su .questo importante argomento, e di esaminare quanto e quale fondamento possa avere una tale,, asserzione. Questo è certo che, per attestazione di Cesare 6 , i Leponzi abitavano le Alpi, donde il Reno trae le sue scaturigini; il che è pure confermato da Plinio 7 , die pone quei popoli sulle Alpi presso le origini del Rodano. Se però da loro erano occupate le sommità delle Alpi, convien pure

., I. pag. 35. 1 Amm. Marc., XV, 16, Cf. Forbigeu, Jlandb. der alien Gcog., III. pag. 11 li, in nota. Il Simler, 0. c., pag. 250, chiama Summas Alpes quelle che s’innalzano al 8. Gottardo, e ciò sull’autorità di Cesare, De b. Ili, 1, 1: Cum in Ilaliani profidsccrclur Caesar, Servhnn Calbum eum lepiote XII et parte cquitatvs, in Xantuatis, Ven/r/ros Sedttnosque inisit, qui ab fhiibus Allobrogum e.l lacu Le,marino et fluminc Rhodano ad summas Alpes pertinent. È però da dubitare se in queste parole Cesare

zì/r ’fza/.iav iv rote ngóaOrv jWvot; Igozgixà xai a.-i oga. Veramente qui Strabone non parla del lago come linea di confine, ben ché dal contesto debbasi intendere appunto così, poiché sopra la città di Como non poteva essere che il lago, che distingueva i popoli nel modo descritto dallo storico greco, oppure lo sprone, che si stacca dal gruppo del- 1’ Adula. 11 III, ì, 38. È bensì vero che Tolomeo confonde l’Ossola dei Leponzi coll ’ Oeelum de Oraioceli, ricordato da Cesare, De b. //., I, 10, ponendo

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1913
¬La¬ famiglia Carpentari de Mittenberg di Rovereto.- (Famiglie nobili trentine ; 24)
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Pagina 9 di 13
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Roma
Editore: Unione editrice
Descrizione fisica: 8 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Giornale Araldico-Storico-Genealogico ; 2,5/6
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/24
ID interno: 165302
1785, a ro giti Girolamo Untersteiner, 4 a favore dei suoi nipoti e un unico figlio, Leonardo. Questi come il padre studiò diritto all’università di Bologna, dove si laureò in ambo le leggi. Si ritirò a Rovereto dove passò tutta la sua vita provvedendo al bene della città. Fu nominato provveditore negli anni 1727, 1732, 1735, 1737, 1740, 1743, 1746, 1749. 1752 e 1754. Con un atto in data 4 settembre 1755, à ro giti Bartolomeo Giorgio Battisti, 5 Leonardo istituì una cappel lata di due messe

da celebrarsi nella chiesa della B. V. del Loreto nella nostra città. Testò in data 15 marzo 1757, a rogiti Bartolomeo Giorgio Battisti, 6 * coll’istituzione di un fedecommesso di primogenitura. Fin dal 1725 aveva per moglie Giulia Anna, figlia del dottor Melchiore Partini, nobile de Meuhof la quale testò in data 23 agosto 1776, a rogiti Giuseppe Bettini, 1 e alla sua morte, avvenuta il giorno 16 marzo 1757, lasciò dopo di sè numerosa prole, della quale ben sette figli si dedicarono al sa cerdozio: Pietro

Oristano, patrimonio per il chiericato in data 14 agosto 1747, a rogiti Bartolomeo Giorgio Battisti, 8 9 morì tren taduenne nel 1758; Gio, Oristano dell’ordine dei gesuiti, morto trentenne nel 1750; Giuseppe, patrimonio per il chiericato 5 feb braio 1756. a rogiti Carlo Antonio Grasser, !) fu rettore del se minario di Trento ; Melchiore, nel 1752 vestì, nel collegio a Sant’ Ignazio di Bologna, l'abito della Compagnia .di Gesù, fu professore di filosofia a Mantova e morì nel 1813 a Monza; Gio. Battista

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