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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1854
Dizionario corografico del Trentino : con la regione subalpina dell'Adige.- (Dizionario corografico-universale dell'Italia ; Vol.1, P. 1)
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Pagina 237 di 335
Autore: Perini, Agostino / compilato per cura di Agostino Perini
Luogo: Milano
Editore: Civelli
Descrizione fisica: XLVI, XIII, 278 S.
Lingua: Deutsch
Soggetto: g.Trentino-Südtirol ; f.Ortsverzeichnis
Segnatura: III 154.332
ID interno: 138326
SEL Sgomberata Ia Valsugana dalle schiere di Eccellilo il castello di Selva fu ritornato ai discendenti della casa di Caldonazzo. Nel 4285 lo tenevano Leone e Rizzando e nel 4340 Guglielmo, figlio di Rizzardo, lo rinunziò a Nicolò di Bruna, vescovo di Trento, colla ferma fiducia che i vescovi di Trento fossero per aver' cura di lui e 'della sua posterità nei loro bisogni in con siderazione della fedeltà e divozione sua e de’suoi 'antenati n quella chiesa. Questa linea di Caldonazzo si chiamava

dal ca stello de Silva. Nel 4349 il castello fu oc cupalo da Jacopo da Carrara, signore di Padova, e nel 4350 fu ceduto .al marchese di Rrandeburgn da Alberteìlo da Parma , ivi capitano per Francesco-da Carrara. Il principato di Trento fu ritornato dal Bran- deburgo ai. vescovi nel 4359, e sembra che fosse restituita anche la giurisdizione di Levico, essendovi nel 4374 Arrigo di Cal daico, capitano e reggente in nome del ve scovo. Da un documento dell’ anno 4474 parrebbe che,il castello di Selva

e la giu risdizione di Levico fossero congiunte a quella di Caldonazzo, di cui era signore ' Jacopo Trapp ^ ma di là a non molto tro viamo Levico in potere dei principi di Trento, e nel 4495 il vescovo Udalricó' di Lichtenstein fece riStaurare il fastello cò me accennava un” iscrizione che stava so pì a la porta. ‘Qualche aggiunta vi fece il vescovo Giorgio, di Naidech, come accen navano due iscrizioni del 4547. Ma quello che più contribuì a ornamentare questo castello fu 1 Bernardo Clesio, e ci, piace

di qui riportare fa descrizione che ne fa mon signor Angelo Massarelio, ' segretario del concilio di. Trento. « Il 43 settembre 4545 4. reverendi car dinali Santa Croce e Polo alle 49 ore si partiremo da Trento alla volta di Lievego- • per andar a trovare il cardinale di Trento il quale li aveva invitatila'! suo castello. Li,accompagnava N signor Nicolò illadrutio, fratello maggiore di esso cardinale di Tren to, e il signor Sigismondo d’Arco, con'dieci cavalli. Detto Lievego è lontano da Trento dieci

miglia. E prima una.bella villa in un piano assai largo, rispetto all’ essere fra grandissimi 'monti, presso unjago di lun ghezza quasi un miglio e'larghezza un tiro d’archibugio , dal qual lago ha principio il fiume Brenta che passa a Padova, E il paese assai ben coltivato alla pianura. Lungi dulia villa di Lievego un miglio, ili un colle, è posto un bellissimo castello, qual chiar mano la'Selva; è del .vescovo di Trento in temporale e spiriuiak È un loco molto S EX 481 bene ornato di bellissime

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Giornali e riviste
Fogli Annunzi Legali Prefettura Trento
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Pagina 3 di 4
Data: 22.02.1936
Descrizione fisica: 4
e Cor radini Augusta nata Filippi residenti in Molina di Fiemme : 1) di quelli siti in Molina di Flem me : I lotto: casa di abitazione e rustica con cortile in Molina civ. N.ro 31 porz. 1, della p. edif. 355-4 con an nessa legnaia; p. edif. 629 in P. T. 1144 C. C. di Castello, cui alla casa: 1) strada comunale, 2), 3) e 4) transiti consortali, ed alla legnaia: 1) transito consortale e: 2) Ida Holneider, 3) Ca- vada eredi fu Roberto, 4) il debitore; p. fond. 946 orto in Molina in P. T. 493

C. C. di Castello/ cui: 1) e 2) tran siti consortali e legnaia, 3) Gavada eredi fu Roberto, 4) strada comunale p. f. 918-3 e 918-4 arativo con apiario in Molina in P. T. 493 C. C. Castello, cui 1 e 4 transiti consortali 2 Cano nica Molina, 3 Zorzi Egidio II lotto..: p. f. 1041 prato in Molina «Prati al'Maso» in P. T. 493 C. C. Castello cui: 1) Corradini Antonio, Tomela, 2) roccia, 3) Corradini Ago stino, 4) strada comunale. p. f. 1159-3 arativo ai piani delle Seghe in P. T. 493 C. C. Castello cui: 1) Demarchi

eredi fu Bartolomeo 2) Corradini eredi fu Giovanni, 3) Gava da Domenico fu Gio Batta, 4) Borto- lotti eredi fu Emilio III lotto: p. f. 1254-4, 1254-2 prato I. di Rusia alle Vallene in P. T. 493 C. C. di Castello cui: 1) e 4) Corradini eredi fu Margherita; 2) Corradini e- redi fu Davide, 3) Zancanella eredi fu Luigi e Bortolotti eredi fu Giuseppe II) di quelli siti in Albiano IV lotto: p. f. 1769 località alla Cro ce arativo detto Porcion classe 2, a- rea mq. 1822 in P. T. 35 C. C. di Al biano

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 92 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
città 2 ), s’assicura l’assistenza dei fratelli Adelberto e Bertoldo di Vanga. Gli insorti s’ uniscono ad Ulrico di Beseno già collegato con i Vicentini, e ad Ulrico signore d’Arco, che avea dalla sua, e Veronesi, e Bresciani, e prima facendo scorrerie in varie parti, sommuovono i contadini, e s’impadroniscono del castello di Mezzacorona. Indi si ritraggono sul territorio d’Arco -, e, riunite le loro forze, irrompono in Valsugana, e spogliano dei suoi beni Guglielmo di Caldonazzo. Saccheggiano

la comunità di Vi- golo, e poi, risaliti su quel di Povo, v’ occupano il castello, e di là minacciano Trento. Il Vescovo dà tosto mano alle armi, e corre ad assediare quel castello. Promette a quei di Povo (8 aprile 1210), che il castello non sarà distrutto 3 ), e con i soccorsi ottenuti dal conte del Tirolo e dai suoi fratelli, estende la guerra a tutti i di lui nemici. Pellegrino, padre d’ Ulrico di Beseno è fatto prigioniero nello stesso suo castello, e bastò questo avvenimento per indurre

ad avvilimento gli assediati del castello di Povo, e ridurre all’ impotenza i capi del- 1* opposizione. Arnoldo e Moscardino di Muscardo, Bertoldo di Bor gonovo, e Enrico di Ottone Grassi, che tènevano il castello, n’escono e si' rendono a discrezione, e poi tutti gli altri, eh’ ebbero parte principale nella rivolta, convengono un dopo l’altro ai piedi del Vescovo e ne implorano il perdono. Si narra, che Ulrico, di Beseno fu uno de’ primi a sottomettersi ; egli a dì 28 maggio dello stesso anno si presentò

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1875
Genealogia dei Conti de Welsperg discendenti dagli antichi Guelfi d'Altdorf : compilata in base a documenti
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Pagina 18 di 50
Autore: Racchini, Cosmo / Cosmo Racchini
Luogo: Pisa
Descrizione fisica: 40 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Giornale araldico-genealogico diplomatico ; 2,8/9
Soggetto: p.Welsberg <Familie> ; z.Geschichte
Segnatura: III 102.494
ID interno: 236700
Welfsperg co! Vescovo di Bressanone, ri guardo al loro castello e giurisdizione di Welfenstein, ed anche in quel caso fu Al berto Conte di Tirolo che sostenne gene rosamente i fratelli de Welfsperg. Già nell anno 1214 Ottone IV fu testi monio allorquando Alberto Conte di Tirolo rinunziò al castello di Sommersberg in fa vore del Vescovo di Bressanone. Nel 1218 Ottone de Welfsperg, Alberto Conte di Ti rolo e Dito de Firmian si recarono a Ve nezia, ove compariscono insieme in un do cumento dei

inesorabile faida, troncarono al Ve scovo ed ai suoi sudditi tutte le strade ed arrestarono i passanti. Fu in questa occa sione che Ottone de Welfsperg prese me diante assalto il castello di Matrey appar tenente al Vescovo. In questa guerra i ve scovili riportarono una sconfitta dopo l’al tra; lilialmente il Vescovo Bertoldo veden dosi incapace dì continuare la guerra, si rivolse all’imperatore, il quale indusse il 3 marzo 1221 Alberto Conte di Tirolo a fare una pace, nella quale anche Ottone de Welf

sperg s’obbligò di non molestare più il Ve scovo di Bressanone. Il relativo documento si trova stampato negli scritti dell’ Ilormayr, del Sinnaclier e del Sadurner. Nell’ anno 1237 fu Ditone testimonio della cessione del castello di Reifeneck, fatta da Alberto Conte di Tirolo in favore del Vescovo di Bressanone. Il relativo passo suona: Testes: 1). Ileinricus de Vecifespercit et D. Otto Welfus ejus frater. I). Ileinricus de Boimonl etc. Ad. Sterzìng a D. 1239 mi. I, Die martis 3 intrante Marth

nell’investitura pel ca stello di Reiffeneck fatta da Egnone Vesco vo di Bressanone in favore del Conte Al berto di Tirolo leggiamo fra i leslimonj : J). ileinricus de Welfesberch et D. Otto Welfus ejus frater. Nell’ anno 1243 conchiuse certo Enrico Beige un contratto col monastero d’I. Can dido in Jnnicben riguardo a’beni in Beiden, in Wüiienbach, ed in Walgratt, e ciò sotto le porle del castello di lleunfels in praesen tia D. Ottonis Wdf de lleunfels, come s e- sprime il relativo documento. A questa per

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1875
Genealogia dei Conti de Welsperg discendenti dagli antichi Guelfi d'Altdorf : compilata in base a documenti
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Pagina 22 di 50
Autore: Racchini, Cosmo / Cosmo Racchini
Luogo: Pisa
Descrizione fisica: 40 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Giornale araldico-genealogico diplomatico ; 2,8/9
Soggetto: p.Welsberg <Familie> ; z.Geschichte
Segnatura: III 102.494
ID interno: 236700
di Meiscnreul, Zellhcim c Haus Weisperg. Quest’uliimo castello era min parte (idran ti co castello di Yfelfsnerg edificata più cardi. Comparisce Wuidcrigo in tutte le genealo gie dei conti de Yv'clsperg nell’ Archivio di Primiero, come pure nella cronaca del monastero di Wiltan, ed oltre di ciò in un documento dell’anno 1219 che suona come segue : ‘i Aniv) i2;9, tl o iO in rinvìi doni f i in Lindo in prc-sOMia ìli. Alberti Comitis Tirdensis, Di. V*o'<le- rici tii ;i i v-.’e f do 'YcH'spcfch

'.Ti Prpntoolii tic ponto. Ins pontis vi Soliool p-issotorn poh teloneum do ipso ponte et do munse adjacente et hoc feci spio D. Mornndinus pro n-nta^mla marcis arcuili quas ipsi D. Aitomo in d toni pro Udo -un Mnrpmretln dono < 1 -jì,ì a‘. - Questa pergamena si trova nell’ Archi vio de’ Confi de Wolkenslcin nel castello di Troslburg. Wolderigo lasciò da sua mo glie la quale era una figlia del Signore di Wellhurns, otto figli cioè: 1. Ulrico I de Wclfsperg Signore di Hans. 2. Wulfingo de Wclfsperg Signore

da suo padre il castello di Zellliciiii cd i diritti ur- liariali e prediali sul paese di Zeli nella l’ustoria superiore. Esso morì senza lasciar prole: suo fratello Ulrico 1 fu il suo erede. Corrado Weil terzo tiglio di Wolderigo, ereditò da suo padre il castello di Ligoede nella Posteria supcriore, con giurisdizione e diritti dinnslinli inerenti. Lo troviamo in doni menti degli anni 1202, 1209. 1272 12711 1281 c 1289. Ecce una donazione ai mo nastero di S, Candido m'I 128! o mori nel 1281. Firmava

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 245 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
austriaci i diritti e le rendile di Iaydhof, pegno doli’ Austria Nata questione anche sul castello di Freiuìoiibcrg, uno dei quattro divisi da Anna di Wilthaus fra i figli e le figlie, Giovanni Vescovo di Gurk conferma la convenzione seguita fra il marito di Caterina e Rodolfo di Walsee, in forza della quale quest’ ultimo sua vita durante rimane in possesso del disputato castello; morto luì, una metà andrà a Caterina, l’altra ad Anna sorella di lei ancor nubile *. Intanto però nello spazio

a Ramberto di Walsee suo marito la sua metà del castello di Eyboinswald 4 ; nell’altro l’Arciduca Ernesto d’ Austria conferma il testamento con cui Caterina figlia d’ ‘Ugone di Duino lascia erede dell’ intero castello d’ Eybeinswald suo marito Ramberto di Walsee ; onde si potrebbe raccogliere che Anna morisse dopo 1’ anno 1406 c Caterina intorno ai 1418, dopo essere venuta in possesso dell’intero castello di Eybeinswald. Altri invece la credono morta nel 1427 6 ; superstite ella lasciava un figlio

omonimo del marito Ramberto, che continuò, come dicemmo, la schiatta dei Walsee ancora per tutto il secolo. E in Fiume, nella ■ 1 Ardi. Imp. 1400, 29 settembre. ' *- 2 Ivi, 1401, 21 marzo, Bleiburg. Abbiamo già veduto nella pagina ante cedente nota 1, che simile questione e divisione avvenne nel medesimo anno alcuni mesi dopo rispetto al castello di Eybeinswald. s ■ 3 Ivi, 1404, 14 settembre. 4 Datato da Vienna 1406, 0 luglio; vedi il Notizcnblatt della K. Aka demie der Wissenschaften 18öl, pag. 381

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Libri
Anno:
1887
Commentari della storia trentina : con un'appendice di notizie e documenti
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Pagina 213 di 633
Autore: Ambrosi, Francesco / Francesco Ambrosi
Luogo: Rovereto
Editore: Sottochiesa
Descrizione fisica: 317 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.611
ID interno: 350295
di Trento, un esercito di 15 mila persone tra fanti e cavalli, ne manda una parte in Valsugana contro il castello d’ Ivano, eh’ era stato occupato dai Veneziani, e con la parte maggiore di circa 12 mila uomini cala improvvisamente -sul territorio di Rovereto (23 aprile 1487). Li comandavano Guglielmo conte d’Amasia, Giorgio di Sonnenburg, Federico Kampeller ed altri. I paeselli di Volano, Sacco, Lizzanella e Lizzana sono primi a sog giacere al furore di quelle truppe, e vi rimangono desolati ; la città

è stretta d’ assedio, e il Priuli rinserratovi scarseggia di munizioni e di vettovaglie. Vi s’ aggiunge il tradimento di due Lagarini, che fatta amicizia con i capitani dell’Arciduca, conducono il nemico ai luoghi meno fortificati, dove le artiglierie potevano agire più liberamente. Presa la città, rimanevano il castello e le terre adiacenti ; e qui la resistenza si fa più lunga per il valore e il patriottismo di certo To maso dal Morar di Brentonico, che sprezzando i pericoli, accorse in soccorso degli

assediati. Ci entra ed esce con incredibile ardimento, e si fa aiutare nell’ impresa daH’Albanesotto che comandava alla rocca di Riva 3 ). E intanto il veneto Senato inviava un esercito sotto la condotta dì Girolamo Marcello e di 'Pietro Diedo, il primo provve ditore ed il secondo capitano di Verona ; ina quell’ esercito impedito di procedere oltre, è costretto ad accamparsi a Serra valle. Di là il Morar faceva passare al castello armi ed armati, e finché si mantenne viva l’opera sua, il nemico non

riuscì a stancare la fermezza del Priuli. Il castello resisteva a tutta oltranza, ma i traditori suaccennati tornano ad impiegare le loro arti maligne in dann dei prodi asse diati, e in breve il castello fu costretto ad arrendersi. Si guardava al campo di Serravate che era passato agli ordini di Giulio Cesare Varano Signore di Camerino ; ma i militi veneziani, che aveano tentata la fortuna per accorrere in soccorso del travagliato castello, vi lasciarono la vita in un combattimento, sopraffatti dal

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Libri
Categoria:
Religione, teologia
Anno:
1860
Annali del principato ecclesiastico di Trento : dal 1022 al 1540.- (Biblioteca trentina o sia raccolta di documenti inediti o rari relativi alla storia di Trento ; Dispensa 12 - 15 : Annali, Cronache, Diarii)
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Pagina 532 di 828
Autore: Degli Alberti, Francesco Felice ; Gar, Tommaso [Vorredner] / compilati sui documenti da Francesco Felice Degli Alberti. Reintegrati e annotati da Tommaso Gar
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: X, 550 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Statuti della città di Riva : 1274 - 1790 / con un introd. di Tommaso Gar e un discorso di Simone Cresseri. - 1861
Soggetto: g.Trient <Hochstift> ; z.Geschichte 1022-1540
Segnatura: II 103.174
ID interno: 219661
— rm — Langermaniel Giovanni, vica rio in Termeno, 409. Lansarollo, giudice, 217. Larziprevedana, ufficio, 259. Lasino, caslellania e comune, 254, 560, 515 j 594, 595, 412, 452. Lasta, vigna presso Trento, 575. Lasle (luogo alle), pressi'Tren to, 465, Laslcgo , 162. Laudi o sentenze arbitrali, 54, 37, 60, 70, 78; 79, 8'5, 85, 87, 92, 107, 279, 598, 599, 426, 451, 452, 458. Lavarone, connine, 42, 152, 559. Lavis, connine, 585; torrente, 592, Lazo (decima di), 54. Lazzaro (dosso e castello

di .Iacopino della Sa vi ola, 58. Leudro (Antonio di), vicario generale, 427. Leu le , 155. Levieo , comune e castello, 95, 125 , 155, 159, 178, 205 , 208, 260, 514, 542, 545, 569, 591, 592, 594, 406, 408, 445, 458, 460, 462, 405, 468, 470, 485. Levili della cattedrale di Tren to, 525. Liabardo di Giovo, 145. Libello del 1511, 419, 420. Lidomo (prato di), 422. Liechtenstein , castello e signo ri, 59, 167, 261; Baldas- sare, 540; Cristoforo, 482; Enrico, 261; Giorgio I, e Udalrico, vescovi di Tren

to. V. Vescovi di Trento; Guglielmo, 292 ; Paolo, 401. JJgonizzalori. V. Zappatori. Limburg (Vigerio di), 164. Linz, città dell'Austria, 477. Lisignaco , villa, 22, Livo, comune, castello e si gnori, 186, 291, 298, 404; (Anselmo di), 50, 48; Ar noldo, 50; Bonìnsegna 159- Ruggicro, 57. Lizzano, , parodila, castello e signori, 94, 104, 105, 210, 256, 559, 418, 480; Aldri-

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Libri
Categoria:
Religione, teologia
Anno:
1860
Annali del principato ecclesiastico di Trento : dal 1022 al 1540.- (Biblioteca trentina o sia raccolta di documenti inediti o rari relativi alla storia di Trento ; Dispensa 12 - 15 : Annali, Cronache, Diarii)
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Pagina 557 di 828
Autore: Degli Alberti, Francesco Felice ; Gar, Tommaso [Vorredner] / compilati sui documenti da Francesco Felice Degli Alberti. Reintegrati e annotati da Tommaso Gar
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: X, 550 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Statuti della città di Riva : 1274 - 1790 / con un introd. di Tommaso Gar e un discorso di Simone Cresseri. - 1861
Soggetto: g.Trient <Hochstift> ; z.Geschichte 1022-1540
Segnatura: II 103.174
ID interno: 219661
V. Vaccino, monte, e miniere di esso, 70. Vado, Guglielmo, di Termeno, 216. Vadena (corte di), 28. Valcamonica, 127, 405. Yctldalmeclm < -comune, 441. Valentino (chiesa di San), 136. Vakriano di Trento, 201. Valerio Alberto, vescovo di Fa- magosta, 45. Valerio (San), 20. Valle (Antonio della), 562. — ¥1113,221, 445. — degli Spini, presso Yigo- lo Yaltaro, 422. Vaìleggio, terra e castello, 417. Vallerò , castello, 205. Valli: di Annone. Y. Anaunia. — dell'Enno. V. Enno. — di Fassa. V. Fassa

. — di Fiemme. V. Flemme. — delle Giudicane. V. Giu- dicarie. Valli: di Ledro. Y. hedro, — di Sole, V. Sole. — di Venosta. V. Venosta. Valsugana , 19, 62, 156, 238, 259, 248, 382, 411, 441, 460, 465. Valtellina, 515, 519, 405, '467. Vaìterna (rocca di), 298. Valturnis (Ugo di), 145. Valvenstein (castello di), 54. Vanga (Federico di), vescovo d'i Trento. V. Vescovi di Trento. Vanna (torre e casa di) in Tren io, 122, 202, 205, 277. Vanga (signori di): Adalbero- ne, (>1, 80, 96, 100, 122, 127; Agnese, 144

; Bornio o liei-aldo, 116, 122, 144, 224; Federico, 11G; fami glia in genere, 205. Varano, villa, 445. Varda (Ulrico di), 164. Varena , 51, 435. Varino (Asquino di), 140. Varnero , marchese, 21. Varolo, villa, 407. Vassio, castello, 294. Vasso (Morando e Roberto di), 221. Vatlaro (Vigolo), comune, 73, 74, 86, 117, 119, 152,259, 256, 260, 294, 422, 426, 468. Veissi Teodorico dì Eppan, 75. Vela, gola e torrente, 80. Velletri, 250. V els o Velles: (Arnoldo di), 198; (Enrico di), 164; (Leo nardo di), 591

11
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1906
Popolazioni e costituzioni antiche di Valsugana, Primiero, Fiemme, Fassa, Cadore, Ampezzo e i Sette Comuni Vicentini
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Pagina 21 di 85
Autore: Rizzoli, Giulio / Giulio Rizzoli
Luogo: Feltre
Editore: Tipogr. Zanussi
Descrizione fisica: 80 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Trentino ; z.Geschichte
Segnatura: II 104.059
ID interno: 151174
e figli di suo fratello Ge remia, tutto quello che possedeva in detto Comune, e specialmente un mulino in Centa. Ai 16 agosto dello stesso anno, i Sindaci Antonio detto Paciera e Gennaro, per assicurare i possedimenti del Comune, fanno estendere dal notaio Francesco d'Ivano un documento, dichiarando che il castagnéto ed il rnaso di Santino fino alla strada che porta a Vicenza,, ad eccezione dei vigneti del castello del S. Francesco e nipoti, appartengono al Co mune, così pure il mulino in Centa col

terreno annesso, e che spetta ancora al Comune il prato di Filanzanega detto Sinellungo, come pure il colle di Brenta fino al lago di Levico e Tenna: che il S, Tibaldo figlio del S. Nicolò di Brenta eresse un castello murato nel quale egli abita e vi fece piantare delle viti, ma che è proprietà del Comune perchè quelli di Caldonazzo da oltre 60 anni pascolavano, roncavano e bo- scheggiavano : che il piazzale sul colle, della casa del S. Tibaldo alla via di Tenna è del Comune, quantunque il S. Tibaldo

S, Rizzardo della Selva davanti il prete Giovanni della Pieve ed il notaio Fr, d'Ivano. 1319. ®/s M Giudice Bartolomeo Vicario del nobile e potente S. Mi chele di Castelnuovo sulla piazza di Caldonazzo, dove si-fa la giustizia, pronuncia sentenza contro Bosentino e Mugazzorie pel confine dove il Trambario entra nel Mandola, 1344 12 / ia 11 notaio Mezan de Mezano d'innanzi la porta del castello, presenti i cointeressati, fissa la quota di legname e d'altro che devono somministrare al castello di S. Siccone

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Libri
Categoria:
Religione, teologia
Anno:
1860
Annali del principato ecclesiastico di Trento : dal 1022 al 1540.- (Biblioteca trentina o sia raccolta di documenti inediti o rari relativi alla storia di Trento ; Dispensa 12 - 15 : Annali, Cronache, Diarii)
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Pagina 303 di 828
Autore: Degli Alberti, Francesco Felice ; Gar, Tommaso [Vorredner] / compilati sui documenti da Francesco Felice Degli Alberti. Reintegrati e annotati da Tommaso Gar
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: X, 550 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Statuti della città di Riva : 1274 - 1790 / con un introd. di Tommaso Gar e un discorso di Simone Cresseri. - 1861
Soggetto: g.Trient <Hochstift> ; z.Geschichte 1022-1540
Segnatura: II 103.174
ID interno: 219661
di fosse, e d'una terra sotto il detto castello e sopra la villa di Meclo, che si chiamava la casa di Meclo, e di molte decime, a un Giorgio liei e ad Eurico di lui nipote; della decima in Mais, in Eppan, e delle ville di Faire e di Basilica nella pieve di Livo, sotto Alto gii arda, e di certi masi in Bugnaoa, al nobile Svajero di Corona del Nos; dei castelli di Romano e di Lodrone, e delle decime già di ser Vochesio di Ma- druzzo nella valle Renderla, e di altre che i suoi mag giori ebbero

dalla Chiesa di Trento, al nobile Parisio di Lo drone ; della metà del castello di Tuono, già pos seduto da Bartolomeo, Guglielmo e Biagio di quel nome, e delle decime nella villa d'Orliselo in Val dì Sole, nella pieve di S. Sisinio, in Smarano, in Vervò, e della sesta parte della decima di Tuono, a Baldas- sare ed Antonio, nipote e zio, di Molare; di una pic cola muta o dazio, che si esige a Trento ogni anno nella festa di S. Vito e. Modesto, fino alla festa di S. Vigilio, e di certe decime nella

valle di Ledró e in Riva , ad Antonio figlio di Bonapace dei Toccoli d'Arco; d'una torre e mezza, site nel castello di Ca gno, e d' un palazzo con alcuni casali in detto castello e di certe decime, a Jacopo di Rumo; della terza parte della torre di Comaio e di certe decime in Arco, in Comaio, nelle valli di Bono e di Rendena, c del di ritto di esenzione dalle collette, dazii ed altri balzelli e pubblici carichi, ai nobili di Comaio, i quali prote starono di ricevere quell'investitura senza

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1875
Genealogia dei Conti de Welsperg discendenti dagli antichi Guelfi d'Altdorf : compilata in base a documenti
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Pagina 27 di 50
Autore: Racchini, Cosmo / Cosmo Racchini
Luogo: Pisa
Descrizione fisica: 40 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Giornale araldico-genealogico diplomatico ; 2,8/9
Soggetto: p.Welsberg <Familie> ; z.Geschichte
Segnatura: III 102.494
ID interno: 236700
casa e situali nelle loro dizioni. Nel 1427 fondò un beneficio nella cappella dei castello di Tlmrn, ed al tro beneficio nella parrocchiale di Bruneck riservando alla sua famiglia il diritto di pa tronato su di questi beneficj. Morì nell’an no 1434 e denn sepolto nella parrocchiale di Bruneck. Giovanni V de Welsperg figlio di Ga spard, prese per moglie Speronala de Seben Reifenstein e morì nel 1442 lasciando due figli, Osvaldo e Gaspard li cd una figlia, Anna moglie di Guglielmo d’Àlba-Triebcn

- bach, la quale morì dopo aver fondato tre benefici in Salisburgo ed uno in Feldkirch, nell’anno 1809. Osvaldo Barone di Welsperg figlio di Giovanni V sposò Margherita Fuchs deFux- perg, e morì nell’ anno 1301 dopo aver fondato due beneliej perpetui nella parroc chiale di Cavalese in Fiemme ed un’ altro nella Chiesa di 8. Pietro in Trento. Sua unica figlia Margherita sposò Giorgio Fuchs de Foxperg. Gaspard li Barone di Welsperg si sta bilì in Coira nei Grigioni, fabbricò nelle vi cinanze un castello

al quale diede il nome di Welsberg, di cui ora non rimane clic un paese che porta il nome di Felsberg, essen do il castello stato distrutto da una frana caduta dal monte Calanda. Ammogliato con Anastasia de Siegberg, morì senza figli nel- 1’ anno 1304. Baldassarre Barone de Welsperg fi glio di Gaspard I fu uno de’ più celebri membri della casa Welsperg. Nacque nel 1412, divenne ancor giovine consigliere in timo dei Principi di Gorizia e luogotenen- I te del Palatinato di Corinzia. Regnava in quel tempo

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1854
Dizionario corografico del Trentino : con la regione subalpina dell'Adige.- (Dizionario corografico-universale dell'Italia ; Vol.1, P. 1)
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Pagina 212 di 335
Autore: Perini, Agostino / compilato per cura di Agostino Perini
Luogo: Milano
Editore: Civelli
Descrizione fisica: XLVI, XIII, 278 S.
Lingua: Deutsch
Soggetto: g.Trentino-Südtirol ; f.Ortsverzeichnis
Segnatura: III 154.332
ID interno: 138326
Danubio, con pochi • nè' fertili campi all’Intorno, estranea al' commercio di qiud tempo, poteva sorgere una terra popolata e fiorente. Ma tostp che per la via di Liz- • zana, si trovo più retto e più breve il-cam- mino verso Trento sulla sinistra del fiume, il forte di Beseno prese .un’ importanza nella.storia e.nrfe'que,il bisogno di guar dare-con un Castello il difficile passaggio, del Leno. -A quel passaggio esigevansi pure i tribuli di dazio: donde si venne formando la borgata che dalle macchie

cui il nome avrebbe esistito 1 qualche anno prima dei fratelli-della Ro vere e tutta la filastropcu del Sanseverino cadrebbe per sè. -, ,11 Baroni riporta un’antica traditione, ed é. aver Guglielmo di Càslelbarco inco- .minctatq a dare a Rovereto forma di terra forte, averla cinta di mura e munita di • Castello, che in documenti dèlia'prima metà del secolo’ ‘XIV chi amia vasi CasLel-nuov.o. Ciò sembra veramente i l fa|tq pur sicuro. Geonàrdo di Càstèlbarco i sposò Sofìa unica-.figlia di Giacomo

territorio che stava'di mezzo; La strada principale fra Trento è Veròna era allóra definitivamente tracciata' sulla sinistra del fiume, o'vje Gd- ; glìelm'o possedeva i forti di Beseno, delja, Pietra, di Lizzana e di SerruvaUè.’L’imj boccatura di Val (àrsa e il passaggio sui -Leoò erano' condizioni piùl'fa^orévolì ad 1 ingrossate . una terra che non fosse in Liz- zana, óve-non - sembra aver *m’ni esistito che un castello ed un comune rurale;', e cós'r.t Castelbarchi stabilirono* in Rove reto i loro

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
[ca. 1888]
Guida di Rovereto : con una pianta della città.- (Guide Woerl)
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Pagina 8 di 19
Luogo: Würzburgo [u.a.]
Editore: Woerl
Descrizione fisica: 13 S. : Kt.. - 2. ed.
Lingua: Italienisch
Commenti: Dt. Ausg. u.d.T.: Führer durch Rovereto
Soggetto: g.Rovereto ; f.Führer
Segnatura: I A-4.415
ID interno: 160812
“' (2263 m) eco. Storia. Rovereto', _ come quasi tutti i paesi della Val d’Adige era una sta* 'Mone etnisca, divenuta in seguito possesso dei romani, come appare dai moltissimi oggetti ■scavati: come citta si fece nome soltanto verso il 12° , Secolo. Stando alla tradizione sembra che nell’ anno 970 una princi- ; pessa boema sia giunta in questa valle ed abbia fatto erigere il Castello ’ Ai Barco: del reato .Rovereto in quell’ ©poca consisteva soltanto in. un '.gruppo di case, che erano costruite nelle

vicinanze del Pont©Forbato. Questa principessa boema ditesi abbia preso per marito un giovine .cara* .„fiere seco venuto di Boemia, il quale in seguito cambiò' il suo nome di famiglia in quello' di Castelbarco, come si chiamava il castello fatto eri- ; ■gore-dalla mogli©. Un figlio di questi principi. di nome Giovanni. Castel- ■ barco fondò' la lìnea del Castelbarco Lagarimi, Questa famiglia s’impòs-. :'Sesaò il mano in mano dell’ intiera valle lagarina e prese le partirei 4 Guèlfi, entrando perciò

in lotta col vescovo dì Trento, che era Ghibellino'.. ‘ 'Guglielmo ■ di Castelbarco (1300) fortificò il castello e fece innalzare dello aura, giacché Rovereto incominciava ad essere una stazione d’importanza.-' Guglielmo ii 'Castelbarco non lasciò morendo alcun figlio ; in tal modo G possesso' della vali© Lagarina venne diviso fra ì suoi nipoti. Avendo ■ ’Ùn'Azzone di Castelbarco lasciato i suoi beni al figlio bttoro (1410) i •.quali dopo la morte (1411) di questi dovevano' entrare in possesso iella

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