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Titolo A - Z
Titolo Z - A
Libri
Categoria:
Giurisprudenza, politica
Anno:
1968
XX annuale dello Statuto speciale di autonomia : 16. 2. 1948 - 26. 2. 1968
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Pagina 19 di 241
Luogo: Trento
Editore: Pres. della Giunta, Ufficio Stampa
Descrizione fisica: getr. Zählung : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Aggiornamenti ; 1968, Suppl. 1-3. - Enth.: XX annuale dello Statuto speciale di autonomia. - 1966 - 1968: Risposta ad una alluvione. - Oggi più domani. Resoconto. Destinazione avvenire;
Soggetto: g.Trentino-Südtirol ; s.Autonomie ; z.Geschichte 1948-1968
Segnatura: III 7.517
ID interno: 237750
tempo, ma come è stato vissuto dagli attori di quella memorabi le e solenne giornata. Un sabato, un giorno di Santa Lucia, con la solita fiera per le strade di Trento, un gruppetto di perso ne usciva dalla chiesa di S. Maria Maggiore, dove aveva ascoltato una messa celebrata da mons. Mer- ler, e s’avviava, per la stradetta di San Giovanni, in mezzo a rovine di case bombardate, verso i giardini e il palazzo della Provincia. C’era un tricolore al bal cone, accanto al malinconico vessillo della

Provincia, con le sue strisce violacee che ricordano il princi pato d’una volta. La sala delle sedute, con il bell’emiciclo che è un peccato che sia andato disperso, aveva un’aria lieta, con le sue vivide luci che ricordavano i momenti nei quali era stata sala delle feste di quel nobile albergo della « Belle époque ». Sovrintendeva all'andamento della cerimonia quell'ot timo e preparatissimo funzionario che era il dott. Fer retti, segretario generale della Provincia (giacché non sarà il caso

di dimenticare che la Regione fu ospite e pigionale della Provincia fino a qualche anno fa); le norme di attuazione per la giornata si limita vano a poche righe della Presidenza del Consiglio, ciclostilate sopra quella ruvida carta a buon mercato che è in uso presso il Poligrafico dello Stato. L’ufficio provvisorio venne costituito dal più anziano d’età fra i consiglieri eletti: era il buon dottor Negri, che cam minava già un po’ curvo, aveva una voce flebile e sommessa; sotto i lampadari spiccava il vago

: « Mit dem heutigen Tag... ». Voce che poi si avrà modo di ascoltare spesso in Consiglio. Né si potrebbe dimenticare, sempre parlando del gruppo linguistico tedesco - ed è, purtroppo, fra quelli che oramai sono scomparsi, anzi prematura mente scomparsi - quel temperamento positivo e se reno di buon amministratore che era il dott. Karl Erckert, presente nel primo Consiglio regionale e no minato, poi, nell’ambito della Provincia di Bolzano, presidente della Giunta, incarico che mantenne, con grandi qualità

da autodidatta e da idealista vecchio stile. Certamente, Defant fu uno degli autonomisti più seriamente convinti e più vigi lanti sopra ogni passo della nuova istituzione. Per i comunisti, la provincia di Bolzano aveva man dato Bettini-Schettini, che portava una chioma argen tata sempre in movimento, una figure alla Jaurès; al l'estrema destra, Cristoforetti sviluppava la sua verve,

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 165 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
i testimoni immediatamente dopo i principi del sangue o prima degli altri grandi \ Creato conte di Hardegg ed elevato alla più alta nobiltà, della provincia, Arrigo ebbe altresì onorevoli incarichi, quali di giudice provinciale dell’ Austria ed avvogaro della chiesa di Lilien feld. Ma la sua vita spoguevasi nel 1270 in giovanissima età ed uno do’suoi ultimi «atti fu la dotazione del monastero di Meylan. La sua vedova passava a terze nozze con Bertoldo di Uabenswald. Ora questo Arrigo burgravio

dì Daviti , conte dì Hardegg , sulla fede particolarmente del sig. Federico Firnhahcr 1 * fu tenuto fin qui costantemente com’ uno della dinastia duinate, argomen tandosi eh’ egli venisse al campo di Laa presso il re Ottocaro in compagnia del duca TJldarico di Carinzia, raccomandatogli forse dal conte Mainardo di Gorizia. Ma contro il Firnhahcr ed altri che seguirono la sua opi nione, lovossi ultimamente il sig. Giovanni Wendrinsky \ il quale stima che il citato Arrigo discenda invece dai burgravìi

di Dewin della Misnìa. Dimostrato con documenti clic nella Misnia trovasi fino dal 1253 un Arrigo, egli credo molto più probabile cho questi o non un Duinatc venisse all’ accampamento di Laa, «accompa gnando il margravio della Misnia cognato d’ Ottocaro. Ciò egli deduce anzitutto dalla stretta attinenza d’Arrigo col dotto mar- gravio, cui serve di testimonio in parecchie scritture 5 . F, mentre a Duino, così egli ingioino, in quel tempo non trovasi «alcun Arrigo, quello della Misnia nel 1256, poco

prima del L260 (in cui seguiva la battaglia di Kovssenbrunn) comparisce nella sua patria; vi torna nel 1204 in cui non si rammenta nell’Austria; o dal 1265 in poi nella Misnia più non appare. Questo ragionamento ha per se il vantaggio della dimostrata esistenza d’ un Arrigo di Dewin nella 1 Kurz, Gesell, Oesterreichs unter Ottokar , IL pag. 173 c seg. in data 1260, fine di giugno al.campo di Laa. 1 Nel 1271 la casa essa VjJbirga conferma la donazione di tre vigne al convento di Meylan fata dal suo

defunto marito (Font. Iter. Anstr. Il voi. I. pag 125). Il Wendrinsky sogna come data della sua morte il 23 dicembre 1270, nel quale si ha una sua donazione pel caso di morie al convento dì Meylan. 3 Heinrich von Ifardcck, Burggraf von Duino, nell’Ardi, f. österr. Gcschichtscqullen 1843, voi. II, * Heinrich, Burggraf von Dewin und Graf von Hardegg, nei Blätter des Vereins für Landeskunde von Nicderröstcrrcioh a. XI, 30 dicembre 1877. 1253 e 1256. Hernicus burgravìm iunior de Dewin testimonio del

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
(1760)
Notizie istorico-critiche intorno al B. M. Adelpreto, vescovo e comprotettore della chiesa di Trento ed intorno ad altri vescovi della Germania, e dell' Italia a tempi dello scisma di Federigo I. imperadore ; Vol. 1
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Pagina 196 di 503
Autore: Bonelli, Benedetto / Benedetto Bonelli
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: XVII, 462 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: III 103.346/1
ID interno: 337105
33 rapporta tutti i Giudici della Provincia, non fa menzione di quefla „ ^Alberto , e pure effendo flato Vicario d'* Italia doveva effervi un qual- „ che altro Documento, o Notizia, che il comprovaffe o Giudice , o & Vicario di Federico. 3 , Una ragione poi adduco, che farà buona , cioè : come mai il j, Vicario d' Italia infeuda uno, o due Caftelli della Marca , quando 5 , nella Marca eravi il proprio Marchefe , cioè Guarnerio IV. ? Non doveva di quefto Marchefc farfi menzione ? (b ) Oltre di che conio

fa co- 33 me l'averte v e da chi l'aveffe? „ Se non che è certo, che la Storia di Fano del Nolfi non tro- vafi. originale, ma fi fono in Fano fole quattro Copie, e tutte con- „ frontano col nome ^Iberiinus, fenza elfervi il Tridentinus . Il Do- cumento avrebbe dovuto confervarfi in Fano, o nell'Archivio di S. Paterniano, o in quello della Cattedrale, amendue copiofi di perga- ,3 mene antiche ; e pure quefti non fi trovano (a) . Il Compagnoni „ nella Storia della Marca Anconitana , intitolata Regia Tkena , dove

, o non autentica , pofleriore } o non pofte- riore di più fecoli, del fecondo . Nè fi ac corda la teltimonianza d' eflo P. Ciacchi con quella del Sig. Porti, affermando que lli della fentenza del pi imo Documento » che ne II' Archivio ,AraveJcovak non v'è »0- tiziÜ • (b) Dello ftefiTo Marchefe fi parla nei primo» non nel fecondo Documento. (c) S'intenda non aderente a Federico, non come ad Imperadore, cui, come a ta le dimoftroffi fedele ; ma come a contra rio ad Adriano IV. P. 3V},

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Libri
Categoria:
Religione, teologia
Anno:
1903
Eco delle feste del decimoquinto centenario dei SS. Martiri Anauniensi : la pieve di Sanzeno ; notizie topografiche, civili ed ecclesiastiche
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Pagina 46 di 160
Autore: Morizzo, Marco / raccolte e compilate da Marco Morizzo
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: 135 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Nonsberg ; s.Märtyrer ; <br />g.Sanzeno ; z.Kirchengeschichte
Segnatura: II 102.542
ID interno: 150490
, presenti ì signori sacerdoti Gi roldo parroco di San Sisinio .... Nicolò prete, Marco prete di Casez, Pasquale prete- di San Sisinio, Bertoldino Giovanni,'detto Sarzono della villa di Salter Federico detto Znnain. Fedrigato dal detto Malgolo, e Marino del fu Nicolò di San Sisinio,. ed altro gran popolo di uomini e donne ivi radunato. Ili signor fra Ferino da Mantova, per la grazia di Dio vescovo arbane.se, consacrò la chiesa di S. Maria di Malgolo nella pieve di San Sisinio e il cimitero della stessa

chiesa ad onore dell'eterna- ed individua Trinità e di Maria sempre Vergine, in onore e riverenza della quale la etesa chiesa è stata edificata e degli apostoli Pietro e Paolo e degli altri Santi di Dio. E nell' ottava della dedicazione della stessa consacrò anche l' altare della medesima chiesa, nel quale solennemente e divotameate e con somma venerazione ripose delle reliquie di Santi e del latte della Vergine, dell'abito (?J di S. Caterina, del legno della Croce, e di altri molti Santi e Sante

di Dio. Ordinò poi che V anni versario della dedicazione di detta chiesa venga celebrato nella festa di S. Stefano., l'anniversario poi del detto altare nella ottava di Pasqua. A tutti ecc. »

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 379 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
dipinto rappresentante S. Gregorio Magno che accoglie a mensa duo angeli in aspetto di pellegrini. 17 anno 1783 fu 1’ ultimo in cui vi dimorassero i Padri Serviti, per 1’ avvenuta soppressione di Giu seppe II. Di che profittò il conte Raimondo IX della Torre, per ottenere che vi trasportasse la sua residenza il paroco e decano di S. Giovanni insieme co’ suoi cooperatori, abbandonando la sua antica casa canonica, la quale rimase distrutta. La chiesa di Santo Spirito, clic dapprima dava 1’ unico

ac cesso al monastero, dov’ essere stata cominciata da Raimondo VI prima del 1590, poiché di quell’ anno è l’indulgenza plenaria con cessa dal Papa Sisto V a chi visiterà quella chiosa nel giorno delle Pentecoste e in quello della dedicazione Però non liavvi me moria eh 1 essa venisse mai consacrata. Nel 1591 il pio fondatore la volle intitolare, non clic a gloria del Santo Spirito, ad onore della Beata Vergine e dei Santi Paolo o Lodovico, protettori suoi o della sua prima moglie \ 17 aitar maggioro

è contesto di bei marmi, a forma antica, coll’ arca dei martiri nel mozzo 3 . Al lato del vangelo liavvi la tribuna della Famiglia Torri an a, patrona della parrocchia di S. Giovanni, cui la chiesa di S. Spirito serve ora di succursuale; dall’altra parto si passa per la sacristia al coro dei monaci, oggi molto più angusto di prima. Sotto quello Raimondo VI eresse la cripta dove desiderò essere sepolto accanto alla moglie' Lodovica ed ai suoceri Mattia Hofer e Lucrezia d’Arco 1 ; e dal- l’epigrafe

Turrianorum Cineres li. I. P. scolpita sopra la porta, si raccoglie che divenne sepolcreto anche de’ suoi discendenti, benché non tutti sieuo in essa desposti. Rinnovata dalla Principessa di Hohenlohe, accoglie ora in due ricchi sarcofaghi le ceneri del lacrimato Principe Egono suo marito, e d’una figlia volata a Dio noli’ età dell’ innocenza. È preceduta dalla cappella mortuaria che ha sopra 1’ altare l’immagine della B. V. Addolorata. Non poteva inspirarsi alla tavolozza della vedova Principessa

argomento più toccante e che meglio stesso in armonia col proprio dolore! ' Vedi Epigrafi, N. 24. 1 Ivi, N. 25. 5 lì conte Federico Luigi della Torre ordinava nel suo testamento del 1768 che l’altare di stucco nella annessa cappella mortuaria si facesse in marmo; raa questo è in legno e sembra che il marmo siasi riservato per l’aitar maggiore. 4 II Kandier, Indicazioni ecc. nota che nel 1636 i corpi di Mattia Hofer e di sua moglie Lodovica (sic) (l’Arco da S. Giovanni sieno stati trasportati nella

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Libri
Categoria:
Religione, teologia
Anno:
1860
Annali del principato ecclesiastico di Trento : dal 1022 al 1540.- (Biblioteca trentina o sia raccolta di documenti inediti o rari relativi alla storia di Trento ; Dispensa 12 - 15 : Annali, Cronache, Diarii)
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Pagina 398 di 828
Autore: Degli Alberti, Francesco Felice ; Gar, Tommaso [Vorredner] / compilati sui documenti da Francesco Felice Degli Alberti. Reintegrati e annotati da Tommaso Gar
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: X, 550 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Statuti della città di Riva : 1274 - 1790 / con un introd. di Tommaso Gar e un discorso di Simone Cresseri. - 1861
Soggetto: g.Trient <Hochstift> ; z.Geschichte 1022-1540
Segnatura: II 103.174
ID interno: 219661
'2i giugno dell'anno corrente (4). Nello stesso mese, il vescovo nostro invitava con un proclama tutti i feu datari! e vassalli della sua Chiesa alla debita ricogni zione dei feudi ebe da essa tenevano, sotto le pene legali della caducità; e questo proclama fu fatto affìg gere alle porte della cattedrale, della parochialc di Boi- giano, e delle chiese di Riva., di S. Zeno e di Bove- fi) Miscellanea Alberti, T. IH, fol. 184. (2) Archivio episcopale. (5) Miscellanea Alberti, T. IH, fol. 182. (4) Gcnlilolti

. In sequela di ciò., Sigismondo, avan zato negli anni e mosso dalla sinderesi, restituì ad Udairieo le valli di Annone e di Sole, da lui per sì lungo tempo indebitamente possedute, assolvendo i sud diti dal giuramento prestatogli (3). Non ostanti i passati dissapori , il vescovo Udairieo accolse con tutto l'onore nella propria residenza l'im peratore Federico III nel suo passaggio per Trento. Questi, ricevutolo in piena sua grazia, gli accordò la investitura della temporalità e le regalie, con diploma dei

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Libri
Categoria:
Religione, teologia
Anno:
1860
Annali del principato ecclesiastico di Trento : dal 1022 al 1540.- (Biblioteca trentina o sia raccolta di documenti inediti o rari relativi alla storia di Trento ; Dispensa 12 - 15 : Annali, Cronache, Diarii)
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Pagina 306 di 828
Autore: Degli Alberti, Francesco Felice ; Gar, Tommaso [Vorredner] / compilati sui documenti da Francesco Felice Degli Alberti. Reintegrati e annotati da Tommaso Gar
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: X, 550 S.
Lingua: Italienisch
Commenti: Statuti della città di Riva : 1274 - 1790 / con un introd. di Tommaso Gar e un discorso di Simone Cresseri. - 1861
Soggetto: g.Trient <Hochstift> ; z.Geschichte 1022-1540
Segnatura: II 103.174
ID interno: 219661
liiicnzc di Trento, dopo il Castello di Trento e intorno alla chiesa di S. Giorgio in Molinara; e della quarta parte della decima di divezzano, e di una parte del lago e della decima di Terlago, ad Antonio di Mol ve no cittadino di Trento; di una parte di Castel desio e di certe decime in Meclo, in desio, in Tcrmenago, in Piazzana, in Revò, in Budel, in Àlmezago, in Ca stello, in Calagana, in Cavizzana, in Tuono, e di una casa nel Castello di Rumo, cori corti ed ortaglie, a Jacopo Plotner, per

sè e figli maschi; del castello di 'Vigolo Yattaro e d'una pezza di terra con castagneto, a Matteo dei Murlini, cittadino di Trento; della metà d'una torre in Tcrzolasio c d'una cascina e d'un pra ticello e d'un orto, e d'una decima nelle ville di Ter- zolasio, di A mago, di Magrasio e di Caldesio, a Fran cesco di ser Marchesi di Caldesio (1), Li 24 fcbbrajo del 1425 , il vescovo Alessandro investiva Sigismondo di Castel Yassio del castello dello slesso nome nell' Anaunia e delle terre e dei boschi

ad esso contigui, e della metà della decima un dì pos seduta da Enrico di Rottenburg, maestro della Curia del Tirolo, ed ora spettante al duca Federico, e della decima del pane e dei commestibili nella villa di Ron zone , pieve di S, Lorenzo, Ài tre di maggio dello slog s' anno, il vescovo nostro affidò la rocca di Brcguzzo nelle Giudicane a Paride di Lodrone. promettendogli annualmente 200 ducati per la custodia di essa, e 280 ducati pel suo ufficio di Vicario nelle suddette valli, (-]) Ilippolili

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 35 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
zi avo il processo della sua beatificazione, di cui perù non gli fu dato vedere la fine prima della sua morto Singolare contrapposto alle miserande condizioni del Friuli formavano la vita specchiata di Pagano e il concorso purancho di alcune favorevoli congiunture, sotto le quali egli entrava al go verno del suo principato*, il perchè a lui più che ad altri sareb- besi creduto poter presagire giorni più fortunati. La grande ri putazione, di cui già godeva Pagano, era sostenuta dai numerosi

membri della sua famiglia, ricchi di beni e d’ aderenze o sollevati alle più ragguardevoli cariche civili ed ecclesiatiche. Altri vennero con lui di Padova insieme con molti fuorusciti, che servirono a crescergli lustro c ad aumentare la forza del partito guelfo. Molto doveva sperarsi dall’ essere Pagano stretto in parentela coi conti goriziani e dall* amichevole corrispondenza con Federico d’Austria; finalmente lo stesso valore personale eh’ egli avea mostrato e la sua attinenza col re Roberto

di Napoli potevano conciliargli fra i suoi sempre maggiore riverenza. Ciò non di meno le difficoltà colle quali ebbe a lottare, erano tante, che poco potevano valergli questi vantaggi. A ragione il denaro vidi chiamato il nerbo della guerra, o questo, mentre non gli mancò inai la guerra, gli fece sempre difetto, inceppando così i suoi disegni o le sue imprese. Abbiamo già toccato le suo spedizioni in Lombardia, dove la speranza di riconquistare il per duto dominio Tornano o di giovare alla causa dei

Guelfi, veniva accresciuta dalle censure lanciato al Visconte, o dalla formida bile oste raccolta contro di lui. Ma sci anni di assenza dalla sua sedo non portarono giovamento nè alla duplice causa da lui di fesa, nè al Friuli abbandonato in preda all’anarchia, che l’abate Giovanni di Rosazzo, suo vicario generale, o il suo fido congiunto e consigliere Rinaldo della Torre, fratello del defunto Patriarca Gastone, non ebbero forza a domare. Ma di quanto s’impoveriva il Patriarcato, di tanto odi molto

più s 1 arricchivano i signori di Gorizia. A questi fino alla inve stitura di Pagano, che avvenne soltanto nel 1320, spettavano lo entrato del principato, per essersi eletto il conte di Gorizia capi tano generale durante la vacanza della sede. Con un gravoso con vegno, che a Pagano costò immensi sacrificii e al conte goriziano fino all 1 estinzione del debito fruttava il pegno di molta parte delle Vedi il Nicolctii e il Valvasone nella vita di Pagano della Torre,

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 23 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
e dispersi. In questo frattempo Finnocente Matteo struggovasi in proteste di lealtà e di devozione verso FImperatore. Da quel giorno la ritentata sorte dell’ armi cessò in Lom bardia di sorridere ai della Torre. Parecchi membri della famiglia e i più illustri dei Guelfi rimasero uccisi o prigioni. Potè Ber trando del Poggeito, legato del Papa, tentare la liberazione dei carcerati; poterono i Fiorentini muovere in soccorso dei loro alleati, potè anche invocarsi F aiuto di Federico d’ Austria, eletto Ile

dei Romani, e Pagano della Torre, allora già Patriarca d’Aquilcia, predicare la crociata contro i Visconti; potò Matteo Visconti, sempre fiero ed avveduto, finire la vita erotico e scomunicato all 1 età di novant 1 unni; poterono in fine nel 1323 unire le loro forze Raimondo di'Cardona, Arrigo di Fiandra e Simone della Torre, figlio di Guido; — ma da Galeazzo e Marco Visconti, soccorsi da Lodovico il Ba- varo, rimasero sconfitti a Vaprto , e Simone stesso vi perdette la vita. Ciò avveniva nel

febbraio del 1.324, che segna ü termine della signoria Torriana, Stanco di narrare tante lotte e tumulti guerreschi prima di aprire la stanza dove si accolgono le immagini dei quattro Pa triarchi Torriani, chiedo all’ indulgente lettore di volermi aceompa- in un pacifico eremo. Quante volte in mezzo alle strepitose faccende ed agitazioni della vita non abbiamo sentito noi pure il bisogno di cercare una stanza solinga che F animo ci sollevi ad altra sfera! Forse vi cercammo una stilla di balsamo pel

nostro cuore ulcerato, forse una speranza più pura della terrena; forse un’amore che meglio contenti i nostri desiderii insaziabili di feli cità. K chi sa che allora l’aspetto sereno e tranquillo d’ un umile monaco non sia giunta fino a destare la nostra invidia. Perciò sotto quelle ruvide lane si nasconde non meno F uomo volgare che F illustro patrizio; o se a quello le privazioni o i disagi riescono moti duri, tanto più ammirasi questi, elio dando l’addio a quanto allieta la vita dei grandi, trova

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Libri
Categoria:
Giurisprudenza, politica
Anno:
1949
Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige : legge costituzionale, 26 febbraio 1948, n. 5 = Sonderstatut für die Region Trentino-Tiroler Etschland
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Pagina 17 di 37
Autore: Trentino-Tiroler Etschland / Regione Trentino-Alto Adige
Luogo: Trento
Descrizione fisica: S. 1 - 35
Lingua: Italienisch; Deutsch
Commenti: Aus: Bollettino Ufficiale della Regione Trentino-Alto Adige, 25 febbraio 1949, n. 1. - Text dt. und ital.
Soggetto: g.Trentino-Südtirol / Autonomiestatut <1948> ; f.Quelle
Segnatura: III 109.513
ID interno: 219739
tributo. Art. 23. • ■ I processi verbali di accerlamenlo delle con travvenzioni sono compilali dagli agcnli scopri tori e fanno fede in giudizio fino a prova con traria. Art. 24. La presente Legge è dichiarala urgente ai sensi del .lerzo comma deU'nrl. 49 della Legge Costituzionale 2G.2.48 n. 5 od avrà effetto dal pruno giorno del'mese successivo alla sua pub blicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Trentino e 'Allo Adige. II. PRESIDENTE DEI.U GIUNTA RKGIONA LE : Odorizzi VistoT

Il Commissario del Governo per la Riccione: i Bisia ì DECRETO DE]. PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIO NALE PER IL TRENTINO-ALTO ADIGE dell’ ILI.1949 Ripartizione degli Affari tra gli Assessori IL PRESIDENTE della giunta regionale per il TRENTINO - ALTO ADIGE. Yisla la deliberazione del 5.1.49 con la qua le il Consiglio Regionale nomina Assessori effet tivi i Signori Negri Doli. Luigi, Tessmann Doti. Federico, Mayr Paolo, Girardi Giovanni Battista, Turióni Doli. Donato e Rosa Avv. Riccardo; Visto Pari: 36 dello

agrari e stazioni agrarie sperimentali, al- picollura e parchi per la protezione della flora e della fauna, caccia e pesca, cooperazione agri cola, contributi di miglioria agraria d’accordo co gli Assessorati Lavori Pubblici e Finanze, uti lizzazione delle acque pubbliche in quanto toccas se gli interessi deli'agri coltura o interessi fore stali d’accordo coir Assessorato Lavori Pubblici, opere di bonifica d'accordo coll’Assessorato La vori Pubblici ; III. atl'Asscs.sorc Mayr Paolo è affidala

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1908
Vita Trentina nel Cinquecento - Conferenza tenuta a Trento nella Sala del Palazzo della Filarmonica il 25 Aprile 1908
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Pagina 6 di 25
Autore: Oberziner, Giovanni / Giovanni Oberziner
Luogo: Trento
Editore: Ed. Trentina
Descrizione fisica: 23 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Trentino ; z.Geschichte 1500-1600
Segnatura: II 192.774
ID interno: 258463
VITA TIÌKN'L'IXA SKI. aXljUXCEXTO 5 .ziono di neofiti, )e ossa de' santi in più decorose urne, tutti sono uomini rotti a ogni maneggio politico, fanno guerre, firmano paci, difendono sem pre i diritti dell'impero sull'Italia, anche quando questi sono contrari •alla, politica pontificia. La stori a de' principi, -dico, ci è 'nota. Ma chi ci sa dire, coila stessa precisione, i fremiti del popolo, che singulto con fede non meno ardente sotto le stesse cupe arcate della cattedrale? Chi ci sa •dire

nella sua integrità la storia delle interne convulsioni, che certo non mancarono? Quella che sarebbe la vera, la viva storia della città, non ci è rivelata che da rapidi baleni, fra il baglior de' quali appena si travede il carroccio, appena si sente il suono della, venga, che chiama il popolo a comizio di libertà, appena echeggiano i nomi di guelfi e ghi bellini. E se qualche rara volta i principi accolsero, benevoli, l'eco de' la menti popolari, le patrie mura merlate tremarono sotto l'impeto

delle ba lestre di vicari o emissari imperiali, e lasciarono indelebili impronte le fiamme e le ruberie di un Ezzelino da Romano, di un Mai nardo; conte del Tirolo, di un Mastino della Scala- Ma sono casi più unici che rari che il principe faccia causa co- •mune col popolo ; in complesso quello è il rappresentante della volontà imperiale, e per sostenersi più saldamente di rimpetto al popolo, nomina -i vicini conti del Tirolo avvocati, o difensori del'Ia chiesa tridentina. In complesso quindi vita

italiani favorire l'imperatore Carlo IV a conquistarsi il pos sesso della nostra città; vide a lui sostituito il marchese di Branaen- burgo; vide il ritorno de' principi vescovi, ma ridotti a un'ombra di po- 'tere, che in realtà era abusivamente esercitato da' conti del Tirolo. 11 popolo, che continuava per conto suo a godere le franchigie comu nali, era indifferente che il potere sovrano fosse in maino dell'uno o del l'altro, dal momento che il principe non era che il rappresentante d'una ■autorità

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 251 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
. Il parlamento, escluso il conte di Gorizia indirettamente implicato nell’ uccisione, affidò la tutela dello Stato ad Alberto II Duca d’Austria, al quale anche Carlo IV Imperatore commise la pacificazione della provincia. Con Federico o Corrado degli Auf- fenstein discese pure un altro Uidarico di AValsee, il quale, po nendo gli scrittori la mort di Uidarico il Grande nel 1329, deve essere un figlio d’ ugual nome. Questi venuto con forte esercito ad occupare il Friuli superiore, vi rimase finche 1’ elezione

del nuovo Patriarca, Nicolò fratello di Carlo IV, indebolì nel principato l’in fluenza degli Austriaci confinanti. Fra gli altri membri della casa di Walsee che si dicono venuti in Italia, trovatisi pure Arrigo 1 c Rodolfo. Anche queste disce.se di qua dai monti devono avere age volato il contatto dei Walsee coi Duinati. I Pettau ed i Liechten stein furono parenti degli uni e degli altri; stretta colleganza avevano con ambi duo i. casati i Meissau ed i Kappcllon. D’ altro lato gli avi di Ugone

di Rauchenstein nella contesa per ■ la tutela dei figli di Ertncido di Pettau 3 ; Uida rico di Walsee dopo una lite avuta col Rauchenstein e con Ugone tutori dei Pettau c parenti pure d’Uidarico, rinuncia per 2500 libbre viennesi all’ eredità della madre 4 . In parecchi altri atti i Walsee ■ , ■ \ . . 1 Vedi pag. 101,. Uel 1380 Ugone non Rodolfo di Walsee e le loro mogli fanno mal leveria per il conto Arrigo di Holstein. Ardi, Imp. detto anno; 22 maggio (orig.) 3 Ivi, '1385, 22 febbraio, Radkersbnrg (orig

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Libri
Categoria:
Religione, teologia
Anno:
1903
Eco delle feste del decimoquinto centenario dei SS. Martiri Anauniensi : la pieve di Sanzeno ; notizie topografiche, civili ed ecclesiastiche
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Pagina 42 di 160
Autore: Morizzo, Marco / raccolte e compilate da Marco Morizzo
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: 135 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Nonsberg ; s.Märtyrer ; <br />g.Sanzeno ; z.Kirchengeschichte
Segnatura: II 102.542
ID interno: 150490
di essere ristaurata, si dovette alzare il pavimento della medesima, giacché all' esterno il terreno, servendo di cimitero, si era fatto più alto. Tale lavoro domandava necessariamente, che si dovesse elevare anche 1' aitar maggiore, sotto di cui da s. Vigilio era stata collocata l'urna marmorea contenente le reliquie dei nostri Martiri, Per non ismuoverla dal suo posto, il che si giudicò irriverenza e sfregio, fu invece costruita sopra la stessa una piccola cripta, il cui vólto era sostenuto

, di cui ricorreva in quel giorno- la festa, la salvezza della patria, i Lombardi osano affrontare nella pianura di Legnano 1' infe rocito imperatore, e tenendo nel loro mezzo il Carroccio, custodito da una compagnia di gagliardi, dopo accanito e sanguinosissimo com battimento ne riportano la più completa vittoria, impadronendosi persino della cassa militare, dello stendardo e della lancia stessa del l'imperatore, il quale sfugge a stento la morte. Milano è salva, ma i Lombardi non si lasciano

ubbriacare dalla vittoria, anzi ne riferi scono ogni merito a Dìo, e si assevera che tre colombe, staccatesi dal l' arca dei santi Sisinio, Martìrio e Alessandro, si erano venute a po sare sul Carroccio, e standovi tutto il tempo che durò la battaglia, aveano cosi dato coraggio alla compagnia della morte, ivi combat tente, per il valore della quale fu decisa la vittoria. Narrano poi gli storici di quel tempo, che subito dopo 1 buoni Milanesi decretarono, che in ogni anno fossero rese grazie solenni

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 411 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
ganti no preparato a spese del pubblico, affine di condurlo per mare alla sua città. La fermata dell 1 Imperatore a Grigliano sì ■volle perennare dal quadro che a Miramar ne commise l’illustre e sventurato rampollo della sua stirpe, 1’ Imperatore del Messico, Massimiliano; Trieste in gratitudine degli statuti confermati e della sua missione mercantile da Leopoldo I. iniziata, da Carlo VI con più vasto disegno promossa e da Maria Teresa compiuta, inalzava in suo onore una statua. ! Ma per

accogliere l’eccelso principe a Duino con ogni pos sibile dimostrazione d’onore, un altro motivo aggiungovasi in questa avventurata congiuntura. I conti della Torre lo ospitavano non più in casa sua, come fu già di Federico III, ma nella loro propria signoria. Tenendola in pegno per oltre scssantamila fiorini, ck’ erano andati mano mano prestando alla camera cesarea, essi non avevano lasciato cadere le trattative por la compera iniziata dal loro padre, Gian Filippo; o tre anni dopo la sua morte, nel 1653

ne ottennero la proprietà daHMmperatoro Ferdinando III '. Egli però si riservava il diritto di ricompera e vietava perciò ai figli di Gianfìlippo di vendere o d’impegnare la signoria senza una speciale sua concessione. Più _ tardi Leopoldo I accettava por pagamento anche un credito vistoso elio i Torriani avevano colla Moravia, pervenuto a loro aH’cstinziono del ramo moravo fondato dal conte Mattia, fratello di Gianfìlippo *. So non che sul prezzo definitivo della compera e sopra altre particolarità era

intanto insorto un grave litigio o passarono nove anni prima che lo trattative riconducessero 1’ accordo. Se i conti della Torre vollero finalmente entrare nel pacifico possesso di Duino, dovettero acconciarsi alle esigenze della camera di Graz, che sul contratto del 1653 accampò T eccezione di lesione enorme, e rinunciare ai loro diritti pignoratizii sulla dogana di S. Giovanni, che restò esclusa dalla vendita. In tutto la famiglia pagò per la signoria e il capitanato di Duino oltre la metà di quello

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 201 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
Duca Alberto III d’ A usiria assicurava sul castello di Ilarisp erg avuto in pegno dal Duca, le seicento libbre viennesi ricevute come dote della defunta Anna di Wallse sua moglie , dai fratelli di lei Rodolfo , Ramberto e Federico 4 . Questo documento che ci reca la certa prova della parentela stretta fra i Waìsee e i Duino, ci dà la prima spiegazione, in qual modo dopo la morte dei Weisseneck, all’ estinguersi della famiglia dei Duinati, i Walsce potessero di ventare di quest’ultima gli eredi

, sebbene da Anna cli .Walsee Ugonc non abbia avuto figliuoli, almeno superstiti. Anna di Wilthaus di cui, morto Arrigo suo padre, non sopraviveva che un fratello per nome Rodolfo, trovasi maritata ad Ugonc VI nel 1875. In quell’ anno è detto che Ugone di Duino e sua moglie Anna di Wilthaus danno ordine ai castellani delle rócche di Eybeinswald, Gonewitz, Frendenberg o S tüte über g, già appartenute al defunto Arrigo di Wilthaus, padre di Anna, di non consegnarle clic a Rodolfo , fratello della medesima

, o promette passargliene l’interesse di cento libbre annue. A questa Ugone fa la controdote di duemila libbre, fra cui ottocento formano il dono mattutino; e il tutto assicura sul castello di Mernberg, pegno avuto dai Duchi d’Austria, promettendo passarne alla moglie Y interesse di dugento libbre all’ anno \ Segno quindi un patto ereditario fra Ugone di Duino e Rodolfo di Wilthaus, il quale conferma la successione . secondo lo strumento citato del 1875 *. Vedremo poi che, verifi catosi il caso della morte

di Rodolfo di Wilthaus senza prole, tutta la sua eredità passava alla casa di Duino. Indicate lo parentele e i matrimonii di Ugone VI, possiamo 1 Kavlspcrg col suo torrione che anche oggidì domina sulle alpi carin- ■ diane, fu sede della nobile famiglia d’ugual nome la quale lo perdette nel 12Ü3. 2 Ardi. Jmp, 1373, 5 maggio, Vienna (orig.) Fra gli altri suggelli pen dono dal documento quello d’Ermanno di Cilla c d’Ottone d’ Ortemburgo. J Ivi, 1375, 30 marzo (orig.) 4 Ivi, 1.376, 1 settembre, Cilli (orig

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 274 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
— 2G7 - ' o ' relazione'co’suoi possessi duinosi e fiumani, e eoi confinante' Friuli; Ramberto II suo figlio, che per le sue lotte con Trieste risalta maggiormente nella storia di Duino, fu molto occupato anello nelle guerre religiose della Boemia; Rami)erto III e suo fratello Volfango si trovano aver preso parte alle dissensioni insorte fra i principi austriaci; gli storici pongono in particolare rilievo lo screzio nato fra ì Walsee e l’Imperatore Federico III, e l’improvviso abbandono del

medesimo a S. Vito di Carinzia, cpiand’ egli nel 1452 s’ avviava alla volta di Roma, affine di prendervi lo due corone della Lombardia e dell 1 Impero. Che questa discordia fra soggetti e principe non durasse, noi raccogliamo da quanto seguì alcuni anni appresso. Imperciocché venuti nel 14G4 i due fratelli Ramberto III e Volfango ad una divisione delle sostanze ereditate dai signori di Duino, di queste lasciarono la proprietà a Federico III. Quali sieno i-boni toccati a ciascuno, si vede dagli atti

stessi di cessione dei due fratelli. Il primo concerno l’alienazione fatta sotto forma di donazione o te stamento da Volfango nel 1405; od in volgare suona a un di presso come segue: : sio Volfango di Walsee, Signore di Duino e nella Carsia, maresciallo supremo dell’ Austria, scalco della Stiria e capitano nell 1 Enno supcriore ecc. confesso c manifesto pubblicamente colla presento lettera, a tutti coloro che la vedranno o no udranno la lettura che, avendo prese a cuore o considerate lo molte

c grandi grazie e favori impartiti dal Serenissimo Principe e Signore, Signor Federico Imperatore Romano, aumcntatoro in ogni tempo dell 1 Im pero, Re d’Ungheria, Dalmazia e Croazia, Duca dell 1 Austria, della Stiria, della Carinzia e della Carinola, Conto del Titolo ecc. mio signore graziosissimo, come anche dagli antenati di lui, i Duchi d’Austria, a me ed ai miei avi del nome di Walsso e gli altri pure,, che ancora oggigiorno Sua Grazia Imperiale mi concedo o mi con cederà in avvenire; avendo

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 116 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
, del Yan-Platten, del Wouwcrmann, Evcrardo Van- Aclst, Francesco Yan-Mieris, Dirle Van-P>orghein, Van der Velde, Gilbert Hcemskcrk, Luca cVOlanda ed altri molti. , Storicamente importanti sono due ritratti di scuola ale manna, rappresentanti Federico III, c Massimiliano I, dei quali l’uno divenne per cessione dei Walsce proprietario di Duino, l’altro entrava nella signoria della contea di Gorizia all’estinguersi di quei conti. - In questa galleria continua la copiosissima raccolta di maio liche

, porcellane e cristalli fatta dalla Principessa; molti portano 1’ arma Torriana, altri quella degli Hohenlohe, cd uno quella della Gonzaga, moglie di Ferdinando III, c madre per affetto di Eleonora Gonzaga sposata a Gian Filippo della Torre, L’ occhio è partico larmente attratto dai vaghissimi gruppi di statuette in porcellana c da altri fini lavori distribuiti su mensolotto di vetro veneziano, come pure dallo figure in rilievo dei fratelli. della Robbia. Aggiungiamo a, tutto questo i cassettoni

scolpita per lunghi anni. • . . ./, A Due stanze da lotto a cui dà accesso la galleria, meritano la nostra attenzione non solo per la loro ricchezza e il buon gusto '• Coilice della Marciana, di cui copia- nell’ardi, di Duino, Sez. Rai-, inondo VI. Ha per titolo: Descrizione deir ingresso nel Palazzo Ducale della Serenissima Morosina Morosini, moglie del Doge Marino Grimani 1597, con la ccrànom'a delia Posa d’oro benedetta, mandatale in dono dal Sommo Pontefice, - ■ . - ' \ *

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 249 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
rivolta l’ira dello Scaligero. 11 perchè Arrigo di Gorizia cerco sor prendere Can Grande all’impensata; ma fallitogli il colpo e temendo il furore del Veronese, chiese in gran premura soccorso a’ suoi alleati del Friuli e d’ oltre monti. Uldarìco di Walsee s’ era già segnalato fra gli altri membri della sua famiglia, non meno pel suo valore, che per la devozione alla casa d’ Absburgo. E di vero, scoppiata nel 1307 la contesa pel trono di Boemia fra Arrigo di Oariuzia ed i Duchi austriaci

Rodolfo e Federico, Uldarico di Walsee, capitano della Stiria, aveva invasa insieme coll’ Arcivescovo Corrado di Sa lisburgo la Carinzia, tenendone occupati molti luoghi. Se non che .Vassassinio dell’Imperatore Alberto I. (1 maggio 1308) tolse all’Au stria il suo sostegno ed Arrigo di Carinzia rimase padrone della Boemia. Nuova sommossa scoppiava in Austria nel 1310 contro Federico il Bello, e questa volta i nobili erano spalleggiati.dai Duchi della bassa Baviera. Uldarico . accorse co’ suoi Stiriaui

tanto in Austria quanto nella Baviera. 1 sollevati dell’ Austria furono seve ramente puniti; la guerra coi Bavari durò con varia fortuna fino all’aprile del 1311. Nel 1313 nacque dissidio per la tutela dei giovani principi della Baviera; ed essendosi vòlta una parte a Fe derico d’Austria, Uldarico di Walsee fu mandato insieme col mare sciallo di Pilichdorf contro la Baviera all’lsar, mentre Federico e suo fratello, il Duca Leopoldo, dovevano congiungevsi con lui. Ma prima che ciò avvenisse, Lodovico

sconsigliato. . ' • : Anche alla chiamata del cónte di Gorizia, fra la cui casa ed i Walsee fu contratta alleanza di parentela Uldarico non indugiò a rispondere; e comunque gli storici narrino variamente i particolari della sua impresa sotto Padova, so no raccoglie però che il Walsee fece dapprima le parti di arbitro nella questione; ma essendosi frattanto rotta la tregua, Uldarico nel 1320 mosse da Padova iti- 1 Col matrimonio di Uldarico (figlio?) di Walsee con Caterina, nata da Alberto 1Y di Gorizia. ■

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 182 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
roso ed una corte ragguardevole Della sua munificenza ci è prova V erezione della chiesa e il monastero degli Àgostiniaui in Fiume, compiti poi più tardi, nel 1408, da Ramberto di Walsee. Fu questa la stazione prediletta dell’ una e dell 5 altra famiglia, le cui ceneri in parte riposavano in quegli avelli. L’ atto di fondazione del 1315 è andato perduto, ma è ricordato dal Bauzcr colle seguenti pa role: Flumine S. Viti... coenobium S. Auglistini eremitis auspicatur (sic) fertur Hugo de Duino

d’indole meno aspra, della società con cui ebbe a trattare. In grande concetto lo tennero sempre e Federico il Bello, da cui, dopo 1’ occupazione di Trevigi, venne creato anche capitano di Collegllano e i conti di Gorizia, che in tempi sca brosi affidarono'a lui la somma delle cose. Alla morte inopinata di Arrigo li conte di Gorizia, il duca di Carinzia, ex re di Boemia, ebbe la tutela del minorenne Gio vanni Arrigo: contatrice e reggente della contea divenne la vedova contessa Beatrice. 'Ugone IV che

aveva portato il funesto annunzio di quella morte, venne eletto a sostenere le veci dell’ infanto Gio vanni Arrigo, sostituito per acclamazione dai Trevigiani al padre suo nella reggenza del comune, iu gratitudine verso la casa di Gorizia e por timore dello Scaligero. Trovasi quindi Ugone IV nel 1323 portare il titolo non usato nei tempi ordinarii, di 'capitano generale della contea di Gorizia e della terra di Trcvigi 3 , o di là fino al 1328 assiste Beatrice nello sue varie vicende e contese

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1908
Vita Trentina nel Cinquecento - Conferenza tenuta a Trento nella Sala del Palazzo della Filarmonica il 25 Aprile 1908
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Pagina 5 di 25
Autore: Oberziner, Giovanni / Giovanni Oberziner
Luogo: Trento
Editore: Ed. Trentina
Descrizione fisica: 23 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Trentino ; z.Geschichte 1500-1600
Segnatura: II 192.774
ID interno: 258463
in Italia, come orde feroci, Visigoti^ Alani, Svevi, Bandar, Unni, Eruli e Rugi, e~scomparvero tutti come meteore sciolte ai, cocenti raggi del sole latino; scesero Ostrogoti, vennero Bizantini, irrup pero Longobardi, Franchi, vi tennero un dominio più o meno lungo ; la sciarono tutti l'impronta della loro prepotenza anche ne' nostri monti, che avevano sempre seguito le sorti di tutto il resto della penisola; e se- per qualche tempo, in seguito, dopo il regno italico de' Berengari, sotto i primi

imperatori germanici, ne furono staccati .politicamente, in torma di inarca .indipendente, non per questo erano considerati come estranei. .all'Italia, poiché della stessa marca facevano parte anche Verona e il Friuli. Anche quando, nel 1027, l'imperatore Corrado il Salico assegna va al vescovo Udalrico II e a' suoi successori il territorio trentino, eretto a principato ecclesiastico, e ciò evidentemente per affidare a mani sicure- la. custodia delle porte d'Italia, non si mutavano le condizioni interne

della città e del popolo, che continuavano a svolgersi nel medesimo mo do come in tutte .le altre città dell'Italia settentrionale. Quando noi vedevamo sul marmoreo pavimento della cattedrale,, pur troppo ora distrutto per un malinteso spirito di novità, sollevarsi: impietrite le effìgi de' nostri principi, poteva alcuno imaginarsi, che ivi: stesse allineata la storia de' secoli passati. Ma quelle faccie imperterrite^ fredde, quelle mani più esperte della spada che del pastorale, rivelavano- qualche

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