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Libri
Anno:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Pagina 228 di 379
Autore: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Luogo: Milano
Editore: Aliprandi
Descrizione fisica: 374 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: III 79.502
ID interno: 333735
della provincia veneta ed inscritta alla tribù Pupinia, cogli stessi diritti dei cittadini di Roma: di partecipare cioè alla elezione dei magistrati della Repubblica prima e dellTmpero poscia: di esserne -eletti e di votare leggi. Non hanno dunque torto i Triestini se con un certo orgoglio di fronte ai teutoni, ai croati, invadenti il loro territorio attuale, ipfiltrantisi nelle loro istituzioni, si dicono discendenti dei

storiografi ufficiosi ed ufficiali che esumarono la vecchia e contradditoria storia di Monte Muliano — documento del secolo XVI — per falsare la storia vera e servire alle passioni politiche in senso antinazionale. ■ 1 La conquista della penisola istriana, tornò in particolar modo utile a Roma, tanto per i bisogni delle sue flotte nell’Adriatico e nell’Oriente, quanto per rinforzare ed assicurare da possibili minaccie delle orde barbariche fermentanti già al di là del Caucaso e nella penisola

balcanica, la colonia di Aquileja e la plaga veneta. A Trieste, a Pola, e lungo la costa che intercede fra i due punti, erano sicuri porti per l’approdo delle navi della flotta romana nella parte superiore dell’Adriatico. Il comando di questa flotta sedeva in Aquileja, centro, emporio di ogni traffico, di ogni attività, in tutta questa grande regione italica. A Grado, a Trieste, a Pola, ed in altri punti della costa erano cantieri ed arsenali ove si costruivano e riparavano lé navi, col legname di cui

allora abbondavano le selve della Carsia. Le comunicazioni con Roma erano per mare facili: poiché le navi da Trieste, e da Pola filavano direttamente per Ravenna. La colonna Trajana, in Roma, porta ne’ suoi bassorilievi, per due volte raffigurata, Trieste. In essi la città si mostra murata, colle rive solidissime, rivestite in pietra: col porto diviso in due da una lingua di terra sulla quale sorge il faro, in una torre alta e, rotonda. Nel primo di questi bassorilievi si vede l’imperatore Trajano

di Trieste colle città del litorale ed i paesi delì’interno. Parecchie sono le strade romane che facevano capo a Trieste: fra queste sono maggiormente ricordate, come principali: la strada che passando per il castello di Moncolano, a poca distanza da Contovello, congiungeva Trieste con Aquileja: quella che uscendo dalla antica porta Parentina correva lungo la costa istriana mettendo alle colonie importantissime di Parenzo e di Pola: infine, una terza, che varcato il giogo della Vena, presso Monte

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1926
¬La¬ Val Gardena : studi geografici
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Pagina 106 di 148
Autore: Viesi, Carlo / Carlo Viesi
Luogo: Gleno
Editore: Archivio per l'Alto Adige
Descrizione fisica: 136 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Literaturverz. S. 4 - 20. - Aus: Archivio per l'Alto Adige ; 19
Soggetto: g.Grödner Tal ; s.Geographie
Segnatura: 1175
ID interno: 184505
e di Tiberio, Roma arrivava alla catena terminale e la oltrepassava. Nel 15 dopo Cristo le terre conquistate vennero da Augusto erette in provincia imperiale sotto ii nome di v Rezia », tra l a Gallia ed il Norico. Ma gran parte dell'attuale regione tridentina era unita « Municipium Tridentinum », aggregato alla X Regione d'Italia, La provincia della Rezia era essenzialmente a carattere mili_ tare, con lo scopo preciso di guardare le vie naturali fra la pianura padana ed il Danubio. I confini della Rezia

98 LA VAL GARDENA inori delle valli montane, senza quelle precise delimitazioni che ì sostenitori della teoria retica vorrebbero ad esso assegnare. Ed allora che cosa rimane della teoria retica? È inutile fermarsi più a lungo nell'esaminare queste idee, nate e create in parte a scopo politico, che ogni giorno più ricevono qualche colpo sinistro dai progressi della glottologia e dalle inda- gini archeologiche. Il periodo Romano. La Gardena, di fronte all'arrivo dei Romani, qualche decennio

avanti all'èra cristiana, era, come si è visto sopra, con scarsissima popolazione e a civiltà etrusco-gallica, certo nelle stesse condizioni etniche del resto della regione e dell'Italia settentrionale. Isarci furono detti le genti dai Romani trovate lungo la val lata dell'Isarco. Come il processo di romanizzazione avvenne, non è facile spiegare. La conquista tendeva, per fini politico-strategici, al possesso delle vie naturali, dei valichi delle Alpi. E con le guerre con ì popoli alpini di Druso

ci sono dati vagamente da Tolomeo nella sua Geografia II, 12. Per quanto riguarda il territorio tridentino è quanto mai impreciso. Oggi due punti sono dati per certo quali stazioni militari e doganali fra la Rezia ed il Municipio di Trento (X Regione), e cioè la « Statio Majensis 0 Castrum Majense», l'attuale Maia (Mais) a Merano e Sabiona alla Chiusa di Bressanone. Appare cosi chiaro che il centro della regione atesina faceva parte d'Italia.

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Libri
Anno:
o. J.
Aufsätze über Johann Baptist Franzelin
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Pagina 41 di 90
Luogo: Ohne Ort
Descrizione fisica: Getr. Zählung
Lingua: Deutsch
Commenti: 10 Xerokopien in Mappe. - Fingierter Titel!<br />Cardinal Franzelin gestorben. - 1886 - In: Aufsätze über Johann Baptist Franzelin ; Sign.: III A-1.632/1 <br />De primo schemate constitutionis dogmaticae disquisitio coram 24 patribus deputatis habita a Ioanne B. Frenzelin S.I., consultore Commissionis theologicae. - 1890 - In: Aufsätze über Johann Baptist Franzelin ; Sign.: III A-1.632/2 <br />Hubert: Cardinal Franzelin / [Hubert]. - 1887 - In: Aufsätze über Johann Baptist Franzelin ; Sign.: III A-1.632/3 <br />Jean-Baptiste Franzelin. - 1892 - In: Aufsätze über Johann Baptist Franzelin ; Sign.: III A-1.632/4 <br />Lanz, Arnaldo: Giovanni Battista Franzelin / [Arnaldo Lanz]. - 1950 - In: Aufsätze über Johann Baptist Franzelin ; Sign.: III A-1.632/5 <br />Bernard, Pierre: Jean-Baptiste Franzelin / [P. Bernard]. - 1915 - In: Aufsätze über Johann Baptist Franzelin ; Sign.: III A-1.632/6 <br />¬Der¬ neuernannte Kardinal aus Tirol. - 1876 - In: Aufsätze über Johann Baptist Franzelin ; Sign.: III A-1.632/7 <br />Merk, August: Kardinal Franzelin und die Inspiration / von August Merk. - 1926 - In: Aufsätze über Johann Baptist Franzelin ; Sign.: III A-1.632/8 <br />Lauchert, ...: Johann Baptist Franzelin / Lauchert. - 1878 - In: Aufsätze über Johann Baptist Franzelin ; Sign.: III A-1.632/9 <br />De vita Ioannis Baptistae Franzelin, e Societate Iesu S.R.E. Presb. Cardinalis, commentarius. - 1887 - In: Aufsätze über Johann Baptist Franzelin ; Sign.: III A-1.632/10
Segnatura: III A-1.632/1-10
ID interno: 345436
provincia di Roma comprende la zona nord-ovest dei colli laziali e su una superficie di 150 kmq. conta : 50.000 ab. dei quali 49.950 ■ cattolici; parrocchie 17, sacerdoti secolari 28, reli- i giosi 75; seminario minore (1948); patroni i ss. Filippo e Giacomo apostoli ; festa il 1 maggio. • F. è l’erede della vicina Tusculo, che fu sede 7 di un principato di prisci-Latini e, diventata muni cipio, si mantenne fedele alleata di Roma. Tuscolo i nell’alto medioevo fu celebre come feudo di origine i dei conti

1701 FRANZELIN GIOVANNI BATTISTA - FRASHOKEREÌT 1702 deìl'cin. card. G. B. . Roma 1S87; Sommervonel, III, coll. >>LO-51 ; G. Filocrassi, La realtà uggcltiva’deUe specie eucaristiche secondo il card. F .. in Gregoriamtm, 19(1937). PP- 395 - 409 . Arnaldo Lanz FRANZINI, Antonio. - Scrittore ascetico, n. a Mariana (Corsica) il 12 genn. 1696, m. a Napoli il 27 apr. 1764. Ammesso nella Congregazione della Missione a Roma, già sacerdote, il 27 ott. 1723, fu per parecchi anni direttore del noviziato

della sua comunità. In quel tempo scrisse il Diario spirituale (Napoli 1778), scelta di fatti edificanti, tratti dalle vite dei santi e oppor tunamente legati da considerazioni ascetiche. Ebbe pa recchie edizioni; in francese fu tradotto dal sulpiziano Lasausse e pubblicato con il titolo : L’heureuse année, 011 l'année sanctifice par la Meditation des seniences et des exemples des saint's (Rouen 1798). limi..: [E. Rosset], A Totices bibliogr. sin les écrivains de la Cohgr. de la Mission , Angoulème

Tuscolo, i quali, tra il sec. x ed il xii, f- dominarono Roma e dettero alla chiesa molti papi. 7 Nel 1191 Tuscolo venne completamente rasa al suolo V dai Romani e gran parte della popolazione, compreso ! il vescovo, andò ad aumentare quella esistente in- tomo alle due chiese di S. Maria e di S. Sebastiano ff « in Frascata ». Tuttavia F. rimase località di modesta |t importanza, che nel 1410 veniva concessa da Gio ii' vanni XXIII a Giovanni e Nicola Colonna. Nel 1500 %. divenne dominio della S. Sede

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1903
Alta Valle dell'Adige : (appartenente all'Impero Austro-Ungarico)
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Pagina 35 di 42
Luogo: Torino
Editore: Ute
Descrizione fisica: S. 163 - 202 : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: La Patria, vol. I, parte 2
Soggetto: g.Trentino-Südtirol ; g.Etschtal ; s.Landeskunde
Segnatura: III 215.967
ID interno: 359312
196 Appendice importanza di quella che fino allora, dopo la decadenza romana, non avesse avuta. Quando i Veneziani, nel 1-4l i, per il testamento di Azzone di Castelbarco, si stabilirono nella valle Laga- rina, mirando alla conquista del Trentino, fecero di Rovereto il centro della loro occupazione, la quale durò quasi un secolo, poiché, nel 1509, dopo la disfatta di Agnadello'a Ghiaradadda, dovettero abbandonare, con tutta la -valle Lagarina, anche Rovereto. Il dominio veneto ha però lasciato

in Rovereto e nella valle La garina memorie care indelebili, ancora oggi vive, nel linguaggio e nelle consuetudini popolari. È ai Veneziani che Rovereto deve il principio e lo sviluppo dell'attuale sua fortuna ed importanza. Facen done il punto centrale della loro dominazione, delle loro operazioni nell'alta valle dell'Adige, diedero una maggiore consistenza e vitalità alle istituzioni comu nali, che sotto il governo feudale dei Castelbarco, per Rovereto, non si erano annunziate che in embrione

ab antiquo e sempre riconosciuto, sulle cosidette Vicinie, cioè sulle terre di Sacco, Liz— zana e Sega di Noriglio. Ai Veneziani Rovereto deve pure il principio della propria attività industriale, poiché essi furono i primi ad introdurvi e coltivarvi i gelsi, a produrre e lavo rarvi la seta, facendo prendere a Rovereto un posto importante nell'antica industria od arte serica, come allora era detta, al punto che, nel 1766, esistevano in Rovereto ventitré case di commercio, dedite esclusi vamente a questo

ricco ramo di traffico ; 36 filande, 26 incannatoi, quasi 13.000 arcolai e 5 tintorie. Nel 1564, avendo l'imperatore Ferdinando I d'Au stria diviso il suo dominio tra i suoi figli, l'arciduca Ferdinando, cui era toccato il Tirolo, non contento della parte fattagli, volle aggregarvi Rovereto colle sue dipendenze. Così non l'intese la cittadinanza di Rovereto, che, per mezzo del suo Comune, manda una solenne pub blica protesta, nella quale, fra l'altro, era detto: «Che « Rovereto coi Comuni si erano

Austriaci occu pata militarmente ed il podestà Dal Bene, primo fir matario della protesta, mandato in esìlio a Lavis. In pari tempo furono tolte e sospese a Rovereto tutte le franchigie accordate dai vari imperatori ed in queste condizioni, cioè sotto un governo esclusivamente mili tare, la città durò due secoli. Nel 1765 furono resti tuiti a Rovereto i diplomi consacranti i suoi privilegi, il governo militare venne sostituito da quello comu nale, ripristiiiato nelle sue facoltà, mediante il paga mento

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1903
Alta Valle dell'Adige : (appartenente all'Impero Austro-Ungarico)
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Pagina 10 di 42
Luogo: Torino
Editore: Ute
Descrizione fisica: S. 163 - 202 : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: La Patria, vol. I, parte 2
Soggetto: g.Trentino-Südtirol ; g.Etschtal ; s.Landeskunde
Segnatura: III 215.967
ID interno: 359312
Alla Valle dell'Adige 171 L'essersi conservato fra quelle popolazioni delle alte valli Trentine — valle di Fassa e contermini — l'idioma ladino , che malgrado i suoi barbarismi è pur sempre una derivazione della madre lingua latina, gli studiosi di storia trentina lo attribui scono, non senza buone ragioni, all'influenza del mite governo dei principi-vescovi di Bressanone, che dal 1400 fino al secolo XIX tennero in feudo queste valli e ne rispettarono il patrimonio avito della lingua e del

; ad oriente, colla Valsugana e la provincia di Vicenza nel Regno d'Italia; a mezzodì, col distretto capitanale di Rovereto. Seguendo col metodo finora tenuto, la gran valle discendente dell'Adige, proce diamo da settentrione a mezzodì, nella succinta descrizione degli interessanti paesi di questa regione, sopra ogni altra interessantissima. ' I. Distretto di MEZOLOMBARDO. — Per superficie, se non per abitanti, di tutti i distretti del circondario di Trento è il più importante. Ha una popolazione di 16.550

abitanti, suddivisi in 29 piccoli Comuni alpestri e rurali. Il distretto di Mezo lombardo è formato da due valli, l'una superiore e l'altra inferiore, divise dal Passo della Rocchetta, la quale è all'ingresso di quell'anfiteatro naturale, meraviglioso che è la prima parte della valle di Non. È bagnato dal fiume Noce, scendente dal Corno dei Tre Signori a ponente di Pejo e si getta in Adige dalla sponda destra, presso Zambana, in territorio di Mezolombardo. Tutto il distretto di Mezolombardo è, per

bellezze naturali, interessantissimo. Mezolombardo, capoluogo del distretto e sede della Giudicatura, ò una bella e grossa borgata di 3500 abitanti, posta parte in piano e parte sul declivio del monte, a 264 ni. sul mare, sulla destra del Noce. Ha edifizi moderni, puliti, di buona apparenza ; scuole pubbliche di vari gradi; un Casino di lettura riputato ed antico (il primo che si sia istituito nel Trentino); una privata ed interessante collezione di oggetti pre istorici, antichi, archeologici

una forte rocca a guardia dell'antica strada dai Romani pure aperta, da Vervò per Trento, Zambana, Acquamagra, Rocchetta. Nei bassi tempi il feudo di Mezolombardo, detto allora Medium e dai Tedeschi — impiantati visi coi conti del Tirolo — Meli, venne diviso ili due parti : in uno, il Medium Sancii Petri o vetus, denn compreso il castello e territorio dell'at tuale Mezolombardo; l'altro, il Novum o Sanala Maria de Corona, è l'attuale castello di Mezocorona, altro insigne monumento della storia

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1905
Castello del Buon Consiglio in Trento : descrizione artistico-storica ; progetti per i lavori di ristauro = kunsthistorische Beschreibung ; Projekte für die Restaurierungsarbeiten = Castello del Buon Consiglio in Trient
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Pagina 7 di 91
Autore: Tommasi, Natale / Natale Tommasi
Luogo: Innsbruck
Editore: Selbstverl.
Descrizione fisica: [40] Bl., 11 Taf.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Text ital. und dt.
Soggetto: g.Trient / Castel del Buonconsiglio
Segnatura: IV 301.953
ID interno: 495368
NATALE TOMMASI - CASTELLO DEL BUON CONSIGLIO IN TRENTO - nel cortile davanti al Castello, e ai tempi del rinascimento murata; essa metteva sul luogo dove attualmente si trova il locale No.82, come apparedallapiantadelpianoterra(Tav.I). Il Castello ha tutt'ora due entrate (Tav. I): una rampa con ponte levatoio forma l'entrata al cortile della parte medioevale, l'altra entrata conduce alla scala principale del Palazzo del rinascimento. Esiste pure una parte della rampa che dal cortile anteriore

a sorvegliare la città e i dintorni. La piattaforma ad alto parapetto e a merli posta sopra la volta superiore appartiene alle costruzioni più recenti. Difatti si vede che il rivestimento dei muri nelle parti basse della circonferenza interna della Torre è fatto con lastre sottili di pietra viva calcarea, rossiccia e bianca, di differente grossezza, e precisamente esse variano press' a poco dalla grossezza d' un mattone romano fino circa al doppio. La malta è di una composizione speciale e la la vorazione

di tutto il materiale accenna a mano romana. Tale maniera di costruzione adottavano i Romani nei luoghi dove esisteva il materiale adatto, ed esempi di ciò si possono riscontrare nelle opere romane ancora esistenti lungo la costa dell'Adriatico. Queste parti si possono quindi attribuire ai tempi romani e dovevano già esistere nell'epoca in cui furono costruite le mura della città (515 d. C.). — Il rivestimento della periferia esterna è formato da lastre di pietra per la maggior parte rossiccia

, a strati più alti che nell'interno, la qual cosa fa supporre che questo rivesti mento sia stato ricostruito più tardi, forse in occasione di qualche rialzamento della Torre. Tale supposizione è confermata dalla circostanza che i muri, compreso il rive stimento esterno ed interno, raggiungono la grossezza di 2.50 m. Nel pavimento della Torre, composto di una massa speciale e situato presso la roccia, si trova soltanto l'abbassamento a forma di canale indicato nella pianta (Tav. I) e nello spaccato

e 8), come pure quello della colonna di mezzo della galleria laterale In der antiken Stadtmauer zwischen dem alten Kastell und der letzten Bastion befinden sich noch immer die Stein einfassungen eines Spitzbogentores, welches seinerzeit als Eingang zum Hofraume vor dem Kastell ausgebrochen und während der Renaissancezeit wieder vermauert wurde ; dasselbe mündete an der Stelle des Raumes, der im Grund risse des Parterres (Taf. 1) mit No. 82 bezeichnet ist. Das Kastell besitzt noch heute zwei Zugänge (Taf

6
Libri
Anno:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Pagina 114 di 379
Autore: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Luogo: Milano
Editore: Aliprandi
Descrizione fisica: 374 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: III 79.502
ID interno: 333735
altri più celebri, è il Doss Trento, o 'Verruca, guardante la vicina città — di cui già abbiamo parlato — antica sede (dice la Guida dell’Ambrosi) di una rocca eretta dai Romani « a freno dei Barbari ». Purtroppo la rocca romana non ha impedito ai barbari di stanziarsi validamente nella prima gentile città italiana, che é oltre il confine della Germania : e la rocca che sopra il Doss Trento ora sorge, non sta più a freno dei barbari, scendenti dall’Alpe in Italia, ma degli Italiani che

volessero, non salire le Alpi — ché passò il tempo di tali pretese per gli Italiani — ma riunirsi ai loro fratelli di questa vallata, coi quali hanno comuni cielo, avi e lingua. Giungendo dalla strada di Riva — quella da me percorsa — o dalla ferrovia, Trento si presenta nel miglior modo possibile, colle vesti di città elegante, pulita, moderna. Passato il ponte dell’Adige, ed oltre il piazzale della stazione ferroviaria, si offre al vian dante un magnifico squadre a giardini inglesi, nel cui mezzo

, che si gode da questo piazzale, è quanto di più pittoresco si possa desiderare: ed è specialmente dalla stazione o dalla finestra dell’Hotel Trento, che si può ammirare da vicino, senza scomodarsi, nella sua prospettiva migliore, in tutta la stranezza della sua forma il già tante volte menzionato Doss’ Trento. Tutto ciò però é suburbio immediato: non città. Si entra in Trento per una via larga, fiancheggiata da platani alti e fronzuti, detta della Statione, e dopo aver passato, sopra un ponte

in pietre, quasi nel mezzo ad un boschetto di verdura, il rivo più sopra accennato. Oltre questo ponte sorgeva, come evidentemente appare da talune costruzioni comuni •— anche senza dire delle due torri, la Torre verde e la Torre Vanga, che stanno come due capisaldi, agli estremi della città, luna alla sinistra e l’altra alla destra di chi entra — l’antica cinta delle mura di Trento: costrutta, dicesi, da Teodorico, che i disegni e le incisioni di un mezzo secolo fa, ci dànno' ancora diritte, nere

e merlate siccome quelle' d’un vecchio castello del romanticismo. Dove sorgevano le antiche mura — delle quali sono ancora in piedi alcuni avanzi nella parte occidentale ed a mezzodì- della città — con grande vantaggio della pubblica igiene, c’è oggi una larga ed ariosa spianata: con filari di alberi rallegranti la vista ed ossi genanti l’aria. Nell’interno della città, la via della Stagione,h breve. Due soli edifici la fiancheggiano : quello vastissimo delle scuole civiche, a destra di chi entra

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1903
Alta Valle dell'Adige : (appartenente all'Impero Austro-Ungarico)
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Pagina 11 di 42
Luogo: Torino
Editore: Ute
Descrizione fisica: S. 163 - 202 : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: La Patria, vol. I, parte 2
Soggetto: g.Trentino-Südtirol ; g.Etschtal ; s.Landeskunde
Segnatura: III 215.967
ID interno: 359312
172 Appendice nel 777, sconfissero il longobardo duca, ocapo, Magi- Ione, di Lagaro. Una parte dello storico castello è ben conservata e rimodernata; ma la parte più antica, esi stente già prima della metà del secolo Vili, e la rocca che a monte domina l'attuale edifizio, sono in com pleta rovina. Il castello di Me'zocorona fu dominio e residenza dei signori della famiglia omonima, che lo ebbe in feudo nel 1239 da Mainardo conte del Tiralo, con vasta giu risdizione nel paese circostante e sui

Comuni di Grumo, Nave, San Rocco, Rovere della Luna, Monte, ecc. Passò per successione alla famiglia dei conti Firmian, che lo tenne dal 1473 al 1825 con diritti feudali, ed ora vi abita ancora, signorilmente. Altri castelli di questo territorio, che ebbero nel passato importanza nelle vicende del paese, sono : il castello di Molveno dei sipori di Stenico, famiglia spentasi intorno al 1400; — il castello di Belforte, ora in completa rovina, sopra una punta rocciosa, fra Spormaggiore e Cavedago

; anticamente era detto Ca stello di Sporo , dalla famiglia tedesca Spaur, a cui fu infeudato nel secolo XIV dai conti del Tìrolo ; — il castello di Bellosio del secolo XIV, posseduto dai conti Ktien di Monaco; — il castello di Sporo Sant'Anna, ora un mucchio di rovine ; — il castello, pure rovi nato, di Enno, presso il paesello di Dauno ; — il ca stello di Tono o Thun, sulla vetta di un colle a 600 metri, sopra il paesello di Toss, maestoso, imponente, al principio della valle di Non ; appartenne

ü più bel borgo della valle (677 m. sul mare). Più che dai Cimbri, i quali, sconfitti da Mario, si sarebbero ritirati in questa ed in altre valli del Trentino, come si disse facessero nel non lontano altipiano dei Sette Comuni o d'Asiago, è probabile che il suo nome, col paese circo stante, l'abbia tratto dall'albero cembro, una specie di pino {Pinus cembra di Linneo), conosciuto anche dagli antichi e comunissimo, anche in tempi recenti, prima della mala febbre dei diboscamenti in tutta la bassa

vallata dell'Avisio. 11 distretto di Cembra è uno dei più poveri del Trentino. Nei dintorni di Cembra, a sinistra dell'Avisio, sopra una rupe di porfido quarzifero, isolata nel mezzo della valle, sorgono ancora gli avanzi dello storico castello di Segonzano, eretto da Rodolfo Scancio nel 1216, in torno ad una rocca d'origine romana e della quale, benché minacciante rovina, si Tede anche oggi l'an nerito e mozzo torrione. Il punto importante nel quale sorge il castello di Segonzano, e quindi anche

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Libri
Categoria:
Religione, teologia
Anno:
1911
¬La¬ corrispondenza del Cardinal Cristoforo Madruzzo nell'Archivio di Stato di Innsbruck : coll'elenco delle lettere e documenti, un indice dei nomi e dei luoghi e una riproduzione del quadro del Cardinal Madruzzo del Tiziano, già esistente a Trento
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Pagina 42 di 53
Autore: Galante, Andrea / Andrea Galante
Luogo: Innsbruck
Editore: Libr. Acad. Wagneriana
Descrizione fisica: XII, 35 S.
Lingua: Italienisch
Segnatura: III 58.093
ID interno: 318469
(54 ffisli). ji. 1500. [1040] 22 febbr. Vienna. — Ferdinando ]ie dei Romani (ita!. 1). |1('41| 18 febbr. Vienna. — Ferdinando Re dei Romani (ital. 2—3l. |1042] 1 marzo. Roma. — .liolo della famiglia del l' 111.' 10 e Rev.' 10 Card, e Principe di Tronto' (ital. 4—5). [11)4:11 20 febbr. Vienna. — Ferdinando Re dei Romani flat. G). [Iii44] 31 die. Mantova. — 11 Preuosto Gtier. ? (ital. 7—81. [1045j 25 agosto. Brescia. —Domenico Bollani, Vescovo di Brescia (ital. 10). [1G46| 10 giugno. Napoli

. 37—38). [1681] 17 febbr. (1563). — s. 1. Decretum per Impera toren) (ted. 39—40). [1682] s. d. et 1. Ricevuta di Wilhelm Reinhart, am ministratore delle tasse (ted. 41). [1683] Note legali con due allegati (ital. 42—46). [1684]' 24 luglio (1563). Vienna. — Ferdinando Re dei Romani (ted. 47— 50). [1685] 29 luglio (1563). Vienna. — Idem (ted. 51—54). [1086] 1 nov. (1563). — Johanpeter Grapinel al Gover natore e Consiglieri dell'Alta Austria in Innsbruck (ted. 55—56). [1687] Minute legali (ted. 57—63). [1688

] 29 luglio (1563). Vienna. — Ferdinando Re dei Romani al Governatore e Consiglieri in Innsbruck (ted. 64—65). [1689] 15 genu. (1563). Trento. — Copia di lettera di Pancrazio Kuhen al Governatore e Consiglieri di Innsbruck (ted. 66—07). [16901 15 genn. (1563). — Originale della precedente, con allegato sulle decime del Conte Pietro de Lodron (ted. 68—71). [1691] Lista di decime del Conte Pietro di Lodron (ital. e lat. 72—73). [1692] 26 agosto (1563). Innsbruck. — Tnformatio et, Instruetio (ted

9
Libri
Anno:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Pagina 100 di 379
Autore: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Luogo: Milano
Editore: Aliprandi
Descrizione fisica: 374 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: III 79.502
ID interno: 333735
Ed è in omaggio a questo diritto storico, sacrosanto, oggi bassamente disconosciuto dai sacerdoti della politica di tornaconto e da coloro che scambiano gli stimoli del ventricolo per quelli della coscienza c del patriottismo, che intendo fare una rapida corsa nella storia '.di questa città, forte e gentile ad un tempo, che ha dato martiri e soldati alla patria, che dovrebbe essere primo baluardo dell’Italia verso l 3 Alpi teutoniche ed è rimasta invece la prima tappa della razza tedesca sulla

terra italiana. Che la storia di Trento e della sua regione sia intimamente collegata alla storia dell’Italia superiore, non occorre gran fatica per dimostrarlo. Basterebbe all’uopo la più. arida esposizione cronologica dei fatti avvicendantisi attraverso i secoli : ma qualche opportuna argomentazione, qualche deduzione tratta dalla logica dei fatti, non nuocerà per affermare la verità nei dubbiosi e far brillare all’occhio di chi si ostina a negarlo, più luminoso, che mai, il principio ’■ del

' diritto storico. . Nelle sue antichissime origini, Trento non ha nulla a die fare colle razze tnordiche. ' • * * . » Queste, quando si spinsero verso il mezzodi, .non s’affacciarono mai oltre il limite.delle Alpi. I primi colonizzatori della grande valle dell’Adige, spiegantési à nord e a sud di 'Trento, furono con ogni probabilità Etruschi — la più antica ed illustre fra le razze primitive degli italiani, sovrappostisi ai 'primi abitatori della valle, che si potrebbero chiamare indigeni. La grande

alluvione gallica — cosa ben diversa dalle posteriori alluvioni franche — che occupò tutta la parte superiore d’Italia, riconosciuta dai Romani per Gallia Cisalpina — nome che i politicastri d’oggi, rievocandolo, credono di rinfacciarlo a spregio della Lombardia postasi con ammirabile concordia di popolo attraverso ai loro disegni belligeri — la grande alluvione gallica, che minacciò perfino Roma nei suoi primi 'passi verso la grandezza e la potenza, ed alla quale alluvione si deve la fondazione delle

più antiche ed illustri città dell’Italia* superiore, passò anche nella regione trentina, e vi lasciò, segno della sua conquista e sovrapposizione alle razze antiche, eretta la città dei tre monti, che oggi è detta Trento. Dunque, niente origine nordica, o cimbrica, o germanica come a taluno giova insoffiare. Origine estrusca, o quanto meno gallica — e dopo la conquista della Gallia Cisalpina fatta da Roma, avvenuto un secondo rimpasto, una fusione fra le due razze, la latina e la gallica

10
Libri
Anno:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Pagina 162 di 379
Autore: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Luogo: Milano
Editore: Aliprandi
Descrizione fisica: 374 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: III 79.502
ID interno: 333735
sulla quale verrà un -giorno in cui si dovrà parlare molto, perche in essa si dovranno studiare - e scavare i confini veri, naturali, etnografici fra l’Italia e la Germania, fra questa parte del mondo latino ed il mondo tedesco. Quel giorno auspicato, purtroppo, è aticora lontano: e prima che esso arrivi — a meno che qualche cataclisma politico, al di fuori della volontà degli attuali governi, non si incarichi egli stesso di mutare la carta d’Europa — altri potrà studiare meglio e più

, dai Romani ■ conquistata, colonizzata, fertilizzata, civilizzata al punto da vedere i suoi cittadini — come appare dalla famosa tavola clesianà, conservata nel -Museo 'di Trento e della 'quale si é ripetutamente parlato — elevati alla dignità, allora importante, di cittadini romani. La valle di Non dividesi attualmente in due denominazioni ben distinte: valle di Non propriamente detta e valle di Sole. La valle di Non, tiene, diremo cosi, tutta la parte inferiore della vallata, seguendo

Corno dei Tre Signori, una delle più alte cime della valle di Sole, ricevendo a destra ed a sinistra una quantità di affluenti, fra i quali le acque tutte scendenti per questo versante dai monti del Tonale, e dai gioghi di Campiglio nelle Giudicarle : lo scolo della valle della Mare o di Pejo, il Saent, ed altri minori, in gran numero. 5 Nella valle di Non, propriamente detta, corrono'due strade di grande importanza: quella 'che da Trento per Mezzolombardo, Rocchetta, Cles, porta a Male, invai

di Sole, e di là per il valico del Tonale in Valcamonica. L’altra più recente, detta „della Mendola, dal valico che fa di questo monte — e che scende da Bolzano e Fondo a Cles, tenendo la sponda, sinistra del Noce — si unisce còlla prima a Rocchetta. Cles è il capoluogo della valle di Non: borgo antichissimo: sede della giudicatura distret tuale — ricco di memorie storiche. Nelle sue vicinanze, ai Campi Neri, si rinvennero molte antichità'romane, fra le quali resterà mai sempre famosa la tavola

: clesiana suddetta. La popo lazione della valle di Non, come tutte le popolazioni alpine«, quando sono sane è godenti di un relativo benessere, è vivace, intelligente, laboriosa. È italiana di tradizioni, di costume, di lingua. Parla un dialetto poco dissimile da quello delle vicine Giudicarle: colle quali ha

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Libri
Anno:
1889
Italia Irredenta : paesi - storia - impressioni
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Pagina 184 di 379
Autore: Chiesi, Gustavo / Gustavo Chiesi
Luogo: Milano
Editore: Aliprandi
Descrizione fisica: 374 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Segnatura: III 79.502
ID interno: 333735
sbarrava la strada alle loro conquiste e l’ignoto, purtroppo ad essi fatale, che vi stava dietro — dovettero portare nella attuale valle Lagarina, il ricco corredo della loro coltura, delle loro istituzioni; cosicché, come ben dice un modesto illustratore della valle Lagarina— «quando i Rezi spaventati ammiravano il rapido e terribile avanzarsi delle romane legioni, condotte da Druso, poteano degli abitanti della valle Lagarina, rivolgersi ai romani soldati c dir loro con diritto: Non toccate

questa terra che dessa è terra d’Italia sacra agli dei: Haec est Italia Diis sacra. » I Romani in valle Lagarina hanno lasciato prove durature del loro passaggio, della loro dominazione. La via militare romana Claudia-Augusta, che dalla valle del Po metteva in quella del Danubio, percorreva la valle Lagarina in tutta la sua lunghezza; anzi, è accertato che dalla Chiusa veronese fino a Trento, due fossero le strade romane percorrenti questa valle: Luna sulla destra e l’altra alla sinistra dell’Adige

. Sepolcreti, iscrizioni, medaglie, armi, mo nete romane, trovate in ogni parte della valle, provano la consistenza e l’importanza data da Roma a questa sua colonia prealpina. II nome attuale, valle Lagarina, lo deve al medio evo, alla conquista longobarda: la prima nozione scritta che di valle Lagarina si ha, è in Paolo Diacono, accennante ad un Regilone comites de Pagare, che governava il paese ed aveva la sua sede in lolla, clic fu detta de Pagare e poscia Lagarina. Nell’invasione franca la valle

Lagarina passò sotto il dominio feudale dei marchesi di Trento: come appare dal Piacilo temuto da Ludovico II, in Trento nell’845 — rammentato dal Muratori — ed al quale intervennero uomini di Marco, di Avio, Castione, Mori, Tierno e Lenzina, terre tutte della valle Lagarina, che al marchese di Trento facevano atto di vas sallaggio. Per troncare certe questioni che tenevano in armi i valvassori, signorotti di vari castelli della regione, Corrado il Salico nel memorando placito erigente Trento

in principato vescovile, assegnava il dominio della valle Lagarina alla Mensa vescovile di Trento: ed i principi vescovi la divisero in vari capitanati con sedi a Pradaglia, Lizzana, Castelbarco e Scr- ravalle. Ma i capitani una volta installati colle loro famiglie nei ricchi feudi della ridente vallata, tentarono, e vi riescirono il più delle volte, di rendersi indipendenti dalla curia vescovile di Trento: di qui le guerre continue, le interminabili contese delle varie famiglie feudali di valle Lagarina

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Libri
Categoria:
Storia , Religione, teologia
Anno:
1897
Regesto cronologico dei documenti, delle carte, delle scritture del principato vescovile di Trento esistenti nell'I. R. archivio di corte e di stato in Vienna
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Pagina 179 di 201
Autore: Dominez, Guido / Guido Dominez
Luogo: Cividale
Editore: Strazzolini
Descrizione fisica: VIII, 192 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: c.Wien / Haus-, Hof- und Staatsarchiv ; g.Trient <Diözese> ; s.Regest ; f.Verzeichnis
Segnatura: II 102.538
ID interno: 87423
Cornano, vili, delle Giudicarle sulla des. del Sarca, fraz, del coro, di Lomaso, 106, 409, 724, 726, Comasine, vili, della Val di Peio alla des. del Noce, 93. Commezzadura, denominazione com plessiva di quel tratto della Val di Sole, che comprende i 5 comuni di Piano, Mestriago, Mastellina, Deg- g'iano, Almazzago, 150. Condino, com. della Valbona sulla des. del Chiese, 196, 377, 558, 726. Coredo, com. e cast. dell'Ànaunia fra il Rio Verdes e il Rivo- di Fontanelle, affluenti di sin. del Noce

Madruzzo, V.° di T., (1539 67), 1179-1184, 1187, 1188, 1190. Crociferi, 170. La Curta, forse Cure, cas. del com. di Lomaso nelle Giudicarle ? o Corte, cas. del com. di Montagne, nella valle del Manez, affli, del Sarca? Il contenuto del doc. 365 mi fa rebbe pendere per il primo. Curtablum, l'orse Corte, fraz. del com. di Rumo nell'Anaunia? 163. Cusiano ( Ousillartum ), vili, della Val di Sole allo sbocco della Vermi gliana nel Noce, 107, 110. Cavallini (vadum de Cuvalo subtus Formicarium)\ Gufi, sulla

des. del l'Adige alla confluenza dell'Eisack ? L' espressione del doc. 21 lo farebbe credere. I h Daltovisino, una delle vette del To nale, parte della cima Marzen, 130. Dainbel (Ambulimi), com. dell'Ànau nia sulla sin. della. Novella, 162, 507, 544-546, 592, 605-608. datìo , intendevasi una prestazione qualsiasi, senza significare alcuna determinata imposta, 7. decanta , comunemente : distretto, nel quale era divisa una comunità ; anche giurisdizione, 584. Deggiano (Dfizanuìn), com. della Val di Sole

presso la confluenza del Meledrio nel Noce, 268, 754, App. 2. Dermolo ( Armullum, Hermulum), com. dell'Ànaunia alla sin. del Noce presso Tassullo, 206. S. Desiderio (chiesa di), limite or. della Contea di Trento al tempo del V.° Udalrico II ; presso Novaledo sulla sin. del Brenta, 2, Deutschnoven ( Nova Teutonica ), vili, della Eggenthal a 10 km. S. E. da Bolzano, 937, 1016,

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1854
Dizionario corografico del Trentino : con la regione subalpina dell'Adige.- (Dizionario corografico-universale dell'Italia ; Vol.1, P. 1)
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Pagina 330 di 335
Autore: Perini, Agostino / compilato per cura di Agostino Perini
Luogo: Milano
Editore: Civelli
Descrizione fisica: XLVI, XIII, 278 S.
Lingua: Deutsch
Soggetto: g.Trentino-Südtirol ; f.Ortsverzeichnis
Segnatura: III 154.332
ID interno: 138326
274 YIL della chiesa di Trento. Con documento del 4244 il vescovo Alderigo investì di Ca stel Vigolo gli uomini di quella terra, e per la custodia e guardia dello ».tesso assegnava - loro sui beni de! vescovado -120 lire vero nesi di piccoli. Nell’almo 1286 il vescovo Egnone concedeva a Giordano ed Àzzone, figliuoli di Montanaro, di fabbricarsi il CaHello di 'Vigolo,;.ehe-.sembra esser staio distrutto dalle orde , dii Eeeslmo, che in quello stesso anno dalla Yalsugana enge sero il principato

. - Per la posizione di questa terra sul. con fine dello dinastia di Caldonazzo, della qual casa Siccone s’era fatto signore di tutta Valsugana, seguirono frequenti conflitti per il póssesso della stessa; ma prevalendo la forza e l’autorità dei principi di Trento, Vigolo restò in potere dei principi e fece parte della pretura di Trento fino all isti tuzione della giudicatura di divezzano, alla quale fu incorporato. . ‘ Sul territorio di questo comune, quan tunque posto, a qualche elevatezza; si col

tivano i gelsi e le viti, ed bevvi una bella filanda da seta recentemente eretta dai ba roni trentini. , • , Parrocchia dipendente dal decanato di LevicOjla quale ha filiali le curazie di Vai- taro e Vaisorda. VIGOLO. Capitanato di Trento, di stretto giudiziale di Vezzano. .. Abitanti 484, case. 62. Estinto fiorini 26,026, car. 82. Villaggio della valle superiore di Vez- zàno, situato al basso, di sotto alla parroc chia di Baselga, donde è chiamato anche Vigolo Baselga. ■ Primieeria eretta nell’anno

48-17, filiate della parrocchia di Baselga, decanato di Calavino. - ■ VILLA o VILLA LAG AURA.- Capita nato di Trento, distretto giudiziale di No- gorèdo. Abitanti, compreso il villaggio di Ro ga redo, 4758, case 437. Estimo fiorini 55,470, car. 44. Questa piccola borgata è situata alla de stra dell’Adige fra Nogaredo e Pomarota, e sembra che anticamente fosse stata il ca- poluogo della valle. L’antica strada romana, che congiungeva il Po col Danubio, correva in vai Lagarina sulla destra deU’Adige: te lapidi

, dalle corte di Luit- prando, egli. venne in Trento passando i prati di Rutnaniana (Romagnano,), Verso il secolo XI si venne costruendo la strada di Rovereto, e quella terra crebbe ad una bella borgata , poi a città e a capoiuogo della valle. Prima di quel tempo licnppluo- go si chiamava Legare, sede del, comite longobardo Ragliane, il qualeneliincur- story de’Franchi si fece lór contro' fino al castello Anagnis, che prese e depredò, È opinione fondata del.Tortèrptli essere stata questa terra

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1903
Alta Valle dell'Adige : (appartenente all'Impero Austro-Ungarico)
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Pagina 13 di 42
Luogo: Torino
Editore: Ute
Descrizione fisica: S. 163 - 202 : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: La Patria, vol. I, parte 2
Soggetto: g.Trentino-Südtirol ; g.Etschtal ; s.Landeskunde
Segnatura: III 215.967
ID interno: 359312
e magnifica cascata (Pontalto), dopo la quale mette foce in Adige, a mezzodì della città, nella località detta il Deserto; il Bio di Vela , il Bio di Sardagna , il Rio Bondone, il Sedè ed altri minori corsi d'acqua che ingrossano l'Adige, a monte ed a valle di Trento. Il Sardagna, prima di finire in Adige, sulla riva destra del fiume, fa una bella cascata, precipitando dall'altipiano di Sardagna per alti dirupi nella valle di Trento, davanti a questa città. La linea ferroviaria del Brennero taglia nella

sua lunghezza il circondario o distretto capitanale di Trento, scendendo da San Michele a Mattarello. Essa segue, con lievi varianti, il tracciato dell'antica strada Claudia dei Romani, ed ha in questo territorio quattro stazioni: due estreme, Mattarello e San Michele; due intermedie, Trento e Lavis. Fanno capo a Trento le strade postali della Valsugana (Pergine, Borgo, Primo- lano e Bassano), della valle del Sarca (Cadine, Vezzano, Arco, Riva); la prima si stacca dalla porta orientale della città

(porta Aquiléja) e risale il corso del Fersina; l'altra, a maestro di Trento, si stacca, al sobborgo di Piedicastello, dalla carrozzabile percor rente la valle dell'Adige e, per il Buco o stretta di Vela, passa nel bacino fluviale del Sarca, tributario maggiore del lago di Garda. Strade di minore importanza con giungono Trento con tutti i Comuni del distretto e dei circondari limitrofi. Clima. — È dei più temperati, e consente nella regione le più utili colture del gelso, della vite, delle ortaglie

. La temperatura dà in Trento una media di +12°,7 cen tigradi; il caldo sale da +25° a 86°: il freddo rade volte oltrepassa i —7®. TRENTO. — Città principale della regione, con oltre 25.000 abitanti, si stende su una superficie pres soché piana, alla sinistra dell'Adige, a 190 metri sul mare. E cinta in gran parte di mura ed ha forma in pianta di cuore. E sede della Sezione di Luogotenenza per il Trentino, del Comando militare di brigata, del l'Ufficio del Genio militare, della Direzione di finanza

arriva colla ferrovia, sia da Verona o da Bolzano, quanto per chi ne viene da una delle grandi valli tributarie dell'Adige, dalla Valsugana o dalla valle di Non, il panorama della conca

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia
Anno:
1883
¬I¬ reti : in relazione cogli antichi abitatori d'Italia ; studi storici e archeologici
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Pagina 31 di 304
Autore: Oberziner, Giovanni / Giovanni Amennone Oberziner
Luogo: Roma
Editore: Artero
Descrizione fisica: XI, 262 S., XXIX Bl. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Räter ; g.Italien ; z.Vor- und Frühgeschichte
Segnatura: II 115.140
ID interno: 84306
In che modo si governassero i Reti nel .tempo della loro indipen denza non ci è ben noto. Pare tuttavia che ogni singola comunità vi vesse una vita indipendente, finché tutte furono sottomesse dai Ro mani, e vennero da loro fomite di maggiori o minori diritti, secondo che per la loro posizione o per la loro renitenza nel lasciarsi sog giogare potevano esser loro accordati. Solo una piccola parte di questo paese fu aggregata alla Rezia, e quando quella vasta provincia fu di visa in due parti

, il che avvenne assai tardo, le comunità più setten trionali fececero parte della prima Rezia, che avea 11 suo centro nella città di Curia. Parlo dei Vcnosti e dei popoli più settentrionali posti presso la catena centrale alpina, mentre verso mezzodì si stendeva tanto poco quella provincia, che è assai' probabile % che gli Isarci non fossero in essa compresi, e che i suoi confini fossero presso Partschins e Se ben . (Sublavione), che erano due 'stazioni dì pubblicani. Le altre comunità furono dai

Romani aggregate ai finitimi municipi 3 , dei quali erano Brescia, Bergamo, Como, Verona, Trento e Feltre i principali. Delle ì tre ultime di queste città la fondazione è in generale attribuita ài Reti, -Verona debbe la sua.origine, secondo la testimonianza di Plinio ai Reti ed agli Euganei. Di fatti monumenti con iscrizioni euganee fu rono coli trovati, la quale cosa, aggiunta alle altre circostanze da noi già addotte per dimostrare fin dove i Reti in tempi antichi si estèn devano, ci fa fede della

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Libri
Categoria:
Arte, archeologia
Anno:
1882
¬Il¬ castello di Duino : memorie
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Pagina 343 di 481
Autore: Pichler, Rodolfo / di Rodolfo Pichler
Luogo: Trento
Editore: Seiser
Descrizione fisica: VIII, 469 S. : Ill., Kt.
Lingua: Italienisch
Commenti: Xerokopie
Soggetto: g.Duino / Schloss
Segnatura: II A-1.623
ID interno: 137259
Ma benché già Carlo V avesse inalzati i tre Ternani an zidetto al grado comitale e riconoscesse in loro il baronale, nuova confermazione dii quest’ ultimo ottennero i due fratelli Francesco e Febo della Torre da Ferdinando I Re dei Romani nel 1554, quando ancora non aveva conseguita la corona imperiale. 1 mo tivi ch’egli adduco nel suo diploma, per fare questa spontanea concessione, sono più espliciti di quelli addotto da suo fratello l’Imperatore. .Dopo lo solite considerazioni generali egli

soggiunge: »Ed essendosi esposto con testimonianze degne di fede, siccome anche Noi abbiamo di ciò graziosa notizia, che il nome e la stirpe .dei della Torre ab antico deriva da nobile c lodevole prosapia e che secondo le vetuste scritture ed istorie di Lombardia e d’altri luoghi furono già in grande o sublime dignità e signori della città di Milano e d’altre terre c luoghi circonvicini e conti e signori di Valsassina; e che per tali sono stati tenuti o reputati; ma che per mala sorte od infortunio

non hanno usato alcun titolo, tranne il defunto Giorgio della Torre e parimente Nicolò della Torre nostro consigliere e capitano di Gradisca, i quali usarono il titolo o grado di baroni; abbiamo graziosamente considerato questa antica, nobile e lodevole discen denza del nome e stirpe d’ essi della Torre e gii utili, onorevoli e grati servigi ch’ossi hanno reso costantemente ai nostri prede cessori Arciduchi d’Austria e Conti di Gorizia di felice memoria e successivamente a Noi, come anche oggidì

fa Francesco della Torre consigliere della nostra reggenza e farà in avvenire insieme con Febo della Torre suo fratello. Per tutte le suddette ragioni abbiamo con maturo o meditato consiglio e moln proprio fatta questa singoiar grazia ai detti Francesco e Febo della Torre, di crearli, come li creiamo nuovamente per l’avvenire, ed esaltarli in perpetuo insieme coi loro legittimi eredi c discendenti maschi e femmine Baroni e Baronesse , aggregandoli e coequandoli al nu-

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Linguistica
Anno:
(2011)
Ladinia : revista scientifica dl Istitut Ladin Micurà de Rü ; 35. 2011
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Pagina 287 di 427
Luogo: San Martin de Tor
Editore: Ist. Ladin Micurá de Rü
Descrizione fisica: 419 S. : Ill., graph. Darst., Kt.
Lingua: Deutsch; Italienisch; Ladinisch
Commenti: ALD-II: 7. Arbeitsbericht (2010 - 2011) / Hans Goebl ..., 2011</br> Bernardi, Rut: Frühe ladinische Texte aus Col/Colle Santa Lucia / Rut Bernardi ; Paul Videsott, 2011</br> Borghi, Guido: Possono i toponimi Fursìl, Fèrsina, Festornìgo, Fodóm risalire all'indoeuropeo preistorico attraverso il sostrato preromano venetico? / Guido Borghi, 2011</br> Casalicchio, Jan: ¬L'¬ uso del gerundio con i verbi di percezione gardenesi / Jan Casalicchio, 2011</br> Eichenhofer, Wolfgang: Bemerkungen zu diversen Etymologien im NVRST / Wolfgang Eichenhofer ; 6</br> Piazza, Sabine: Armenfürsorge in der Gemeinde St. Ulrich : eine mikrogeschichtliche Untersuchung mit Fokus auf das 19. Jahrhundert / Sabine Piazza, 2011</br> Principali risultati delle ricerche archeologiche nei siti della recente età del Ferro di Ortisei (Ciamp da Mauriz, Via Roma, Col de Flam) / Umberto Tecchiati ..., 2011</br> Verdini, Massimiliano: ¬Lo¬ Zibaldone poetico di Alessandro Goglia : plurilinguismo letterario a Gorizia tra XVIII e XIX secolo / Massimiliano Verdini, 2011</br> Zanello, Gabriele: ¬Il¬ vocabolario della lingua friulana di Giorgio Faggin : 25 anni dopo / Gabriele Zanello, 2011
Soggetto: g.Ladiner ; f.Zeitschrift<br />g.Ladinisch ; f.Zeitschrift
Segnatura: II Z 1.092/35(2011)
ID interno: 563400
attestato nella documentazione venetica, l’onere della prova della preferibilità di un’analisi — almeno a livello derivazionale — retica anziché venetica ricade in teramente sulla posizione dell’accento. Benché le etimologie di toponimi che i Romani hanno assunto da popolazioni e lingue preesistenti risultino — in tutti i casi in cui sia possibile una verifica, sul lato preromano, delle quantità vocali che — totalmente compatibili con l’ipotesi che l’assegnazione dell’accento nella

toponomastica romanizzata si fondasse sulle consuete norme della lingua latina, non si può escludere in teoria che, almeno in alcune circostanze (per esempio, se l’opposizione di lunghezza vocalica non era pertinente nella fonologia di qual che lingua preromana, come l’etrusco e presumibilmente il retico epigrafico), la forma latina assumesse l’accento di quella prelatina, regolando di conseguenza la (percezione della) quantità della penultima sillaba. Per *fers-il- reto-tirrenico, come già ricordato

Stempel 1994, 1995] sia secondo la teoria di una regolazione sulla quantità della penultima, Meyer-Lübke 1901). Ciò dovrebbe escludere, per l’epoca della romanizzazione, un’accentazione /furstl/. È conget turabile che il nome giunto in latino abbia attraversato una mediazione venetica risalente alla fase anteriore alla fissazione dell’accento sulla prima sillaba in retico ed etrusco, ma allora bisognerebbe ammettere o che il venetico prevedesse l’ac- centabilità di una penultima sillaba non lunga (ciò

che tuttavia richiederebbe di riprendere in considerazione anche il suffisso venetico -ilo- tra le possibili analisi morfo-etimologiche di Fursil) oppure che tale sillaba fosse percepita come lunga e dunque il suffisso risultasse, in latino e forse anche in venetico, *>-illo- (*-iUi-ì), *-ilo- (/ (Fili-) o i *>-Hlo- (*-illi-?). Che in una fase precedente all’accentazione fissa della prima sillaba in etrusco il suffisso -il fosse accentato è decisivamente provato, a parere di Rapelli (2003— 2004

, 445—446), dal suffisso latino -illüs nell’antroponimia: a dimostrazione della

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
(1761)
Notizie istorico-critiche intorno al B. M. Adelpreto, vescovo e comprotettore della chiesa di Trento ed intorno ad altri vescovi della Germania, e dell' Italia a tempi dello scisma di Federigo I. imperadore ; Vol. 2
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Pagina 110 di 828
Autore: Bonelli, Benedetto / Benedetto Bonelli
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: XCVI, 730 S.
Lingua: Italienisch
Segnatura: III 103.346/2
ID interno: 337106
yAL DITTICO si fecondo: circiter an.LX. &c. Che fc incredibil sembrasse tanta anti chità della Chiefa di Trento, quan ta dal noftro Dittico vienci fùppofta, renderebbefi molto più superiore ad ogni credenza la fondazione della tette lodata Chiefa di Brescia , e di limili altre, che febben più vi cine a* persecutori de' primi Cri- ftiani , non pertanto z tempi appo solici, o a loro proflimi, tengonfi erette . , Similmente incredibil fa rebbe T antichità della Chiefa Lau- reacenfe nel Norico, che

dal la Let tera, di Simmaco Papa, scritta sotto l 'anno 504. prelTo il Pagi .all'anno 504. n. 5. lì dice ab ^Apoßolis funàa- ta &c. Su di che scrisse Marco Vel iero illuftre Scrittore L. z. Rer. $ók. foi. pj, 3j Haud multo polì 55 diritti Servatoris mortem Nori- 33 co Chriftianae pietatis splendo- 3, rem ilIuxilTe fama obtinct &e. „ Che anche nella fiottra Rezia, mas- imamente in Trento , penetrale rantolìo non meno il lume della Religion^ Criftiana , batta a per suaderlo la vicinanza con

\' Italia, zi continuo commercio co J Romani, e lìngolarmente T esserli confidera- ta la noftra Città qual Metropoli della medefima noftra Rezia, e qual Porta sì dell' Italia, che della Ger mania. Vero è, che nel primo Se colo della Chiefa non mancaronvi persecuzioni ; ma vero è ancora , che quelle non poterono impedire te promulgazioq del Vangelo, e la dilatazion della Chiefa, fino adire f-' Leone il Grande Ser. 80, e. 6. UD i ÀLRICI^NO . 13 „ Non minuitur perfecutoribus Ec- „ clefia , fed augetur

, contar non potè più di diciassette Fedeli : Septemdecim erant fideles , cum espi Epifcopatum . Si fa iti oltre di S, Trocolo Vescovo di Ve rona, che se ne stava cum pane is Cbriflianis. Neppure fi opponga , che troppo tardo cessarono le fu- perdizioni del Paganefìmo nelle con trade di Trento, perchè troppo tar do ancora vennero esse a terminare non che nelle contrade di Verona, e di Brelcia, ma ben anche in quel le lìesse di Roma, centro per altro della Religione Criftiana , fino a scrivere nel terzo

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Libri
Categoria:
Geografia, guide
Anno:
1854
Dizionario corografico del Trentino : con la regione subalpina dell'Adige.- (Dizionario corografico-universale dell'Italia ; Vol.1, P. 1)
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Pagina 121 di 335
Autore: Perini, Agostino / compilato per cura di Agostino Perini
Luogo: Milano
Editore: Civelli
Descrizione fisica: XLVI, XIII, 278 S.
Lingua: Deutsch
Soggetto: g.Trentino-Südtirol ; f.Ortsverzeichnis
Segnatura: III 154.332
ID interno: 138326
DOS DEUTSCHNOFEN. Vedi Nova tedesca . *BIETENHEIM. Circolo di Pusteria, comune del distretto di Brunecco, Abitanti 203, case 25, Villaggio della Pusteria situato a breve distanza verso settentrione dalla città di Brunecco. Nelle antiche carte è chiamato Villa Theodonis e il nome tedesco sem bra una traduzione dell’ antico suo nome. In questo villaggio ebbe sede dall’anno4754 fino all’anno 4786 il capitano o delegato del circolo di Pusteria, sotto 1’ imperatore Giuseppe li fu traslocato nel

villaggio di San Lorenzo e di là nella città di Bru necco. Cappellata esposta filiale della parec chia e decanato di Brunecco , diocesi di Bressanone, DIETRÖBESENO.Frazione del comune di Besenello, distretto di Roveredo , cir colo dello stesso nome. DIMÀRO. Circolo di Trento , comune del distretto di Malè. Abitanti 422, case 57. Estimo fior, meranesi 7542 car. 42. Villaggio della valle di Sole, situato alia destra del Noce, 2 miglia a levante da Malè, Il territorio di questo comune è ricco di selve che

si estendono verso il giogo di Campiglio, del resto non vi cre scono che cereali. Curazia filiale della parocchia e deca nato di filale. DOLASO. Circolo di Roveredo, distretto di Stenico , frazione del comune di San Lorenzo. Villaggio di 22 case, DON. Circolo di Trento , distretto di Fondo, comune formato dai due villaggi chiamati Villa di sopra e Villa di sotto. Abitanti 329, case 38. Estimo fior, meranesi 15,400. Le due ville di Don stanno a piè d’una selva alla sinistra del rivo Moscaio, 5 mi glia

a ponente da Caldaro da cui sono separate dal monte detto la Mendola, tre miglia a mezzogiorno da Fondo. Esposilura filiale della parocchia di Ro meno, decanato di Fondo. BORSINO anche Orsino. Circolo di Roveredo, distretto di Stenico, comune e in pari tempo frazione del comune gene rale di Banale verso caste! Mani. Abitanti 314, case 52. Estimo fior, meranesi 42,826 car. 58. Villaggio delle Giudicarle esteriori si tuato sulla sinistra del Sarca, 2 miglia a levante da Stenico. ; DOSSO. Frazione del

comune di Prezzo, distretto di Condino, circolo di Roveredo, Trentino DOS 65 DOSSO. Frazione del comune di Yal- larsa, distretto di Roveredo, circolo dello stesso nome. Villaggio con curazia filiale della paroc chia di Vallarsa, decanato di Roveredo. Abitanti 306. DOSSO. Frazione del comune di Ter ragnolo , distretto di Roveredo, circolo dello stesso nome. DOSSO delue POSTE. Frazione del comune di Trambillenn, distretto di Ro veredo, circolo dello stesso nome, DOSS-TRENTO, anticamente Verrucca, Colle

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Libri
Categoria:
Religione, teologia
Anno:
1911
¬La¬ corrispondenza del Cardinal Cristoforo Madruzzo nell'Archivio di Stato di Innsbruck : coll'elenco delle lettere e documenti, un indice dei nomi e dei luoghi e una riproduzione del quadro del Cardinal Madruzzo del Tiziano, già esistente a Trento
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Autore: Galante, Andrea / Andrea Galante
Luogo: Innsbruck
Editore: Libr. Acad. Wagneriana
Descrizione fisica: XII, 35 S.
Lingua: Italienisch
Segnatura: III 58.093
ID interno: 318469
seguito, unitamente agli indici dei nomi e dei luoghi, varrà a facilitare ulteriori ricerche e in base ad essi possiamo ora farci un' idea adeguata della estensione della Corrispondenza del Card. Crist. Ma druzzo, la quale merita certamente di venir annoverata fra le più notevoli fonti storiche del Cinquecento. Essa si compone di ben 1742 numeri e consiste essenzialmente di lettere indirizzate al Card. Cristoforo Madruzzo, in cui figurano, i personaggi più cospicui dell'epoca. Cosi vi si tro

vano venti lettere di Carlo V, ben centoventicinque di Filippo II re di Spagna, oltre a diverse di Francesco II, re di Francia, di Ferdinando re dei Romani, dell'Arciduca Ferdinando, di Giovanni duca di Baviera, di Sigismondo Augusto re di Polonia e della consorte di lui Caterina, di Giovanni re di Portogallo, e delle regine di Boemia e di Spagna. Accanto a questi sovrani figurano lar gamente nella raccolta i principi e capi dei diversi Stati italiani, come Emanuele Filiberto di Savoia'), i duchi

di Parma, Mantova, Ferrara, Urbino, Firenze, Margherita duchessa di Mantova e Monferrato e Anna d'Alangon, Marchesa di Monferrato, Andrea Doria, i X Consiglieri della libertà e stato della Repubblica di Siena, i Rettori e il Podestà di Verona, il Sindaco d'Asti, gli Anziani di Alessandria, ecc. Un largo contributo è dato dai Cardinali più cospicui dell'epoca, quali il Card, del Monte (che fu poi pontefice col nome di Giulio IH), il Card. Farnese, il Card. Morone, il Card, lleginaldo Polo, il Card

caratteristiche dell'epoca, quelle della madre del Cardinal Cristoforo, Eufemia di Sporen berg, oltre a quelle dei fratelli Nicolò e Aliprando, e dei nipoti Lodovico e Gianfederico. Della nobiltà trentina figurano diverse lettere e documenti delle famiglie dei Conti d'Arco e dei Conti di Lodron, con alcune lettere del Conte Spaur, accanto a numerose lettere di discendenti dalle più cospicue famiglie della nobiltà italiana. Fra questi basti ricordare i d'Adda, gli Aligieri di Dante, i Borromeo, i Colonna

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