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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1905
¬Di¬ Felice e Gregorio Fontana : scienziati pomarolesi del secolo XVIII ; notizie biografiche e bibliografiche con lettere inedite, versi, ritratti ed autografi
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Pagina 111 di 118
Autore: Adami, Casimiro / Casimiro Adami
Luogo: Rovereto
Editore: Grandi
Descrizione fisica: LXII, 55 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Bibliogr. S. [XXXIX] - XLVIII
Soggetto: p.Fontana, Felice
Segnatura: II A-2.964
ID interno: 151463
ALCUNI CENNI DI POMAROLO Su in alto in cima allo scoglio ovvi il castello ne’ suoi ruderi informi a ri cordare la nebulosa lontana epoca della guerra e delle violenze. Al piano i campi ubertosi ed il paese vasto nell’allegria del sole, che lo bacia quasi con simpatia. È Pomarolo un gioiello della Valle Lagarina e per la posizione sua, e per la ricchezza dei suoi squisiti prodotti. E si chiederà quale possa essere la storia lontana del paese che per il merito dei figliuoli suoi

ha orgogliosamente un nome, augusto. Ma pur troppo per la storia tutto è mistero. Il castello potrebbe svelare i lontani reconditi segreti ma i ruderi tacciono, e perfino l’origine del nome di Varco apposto al maniero si avvolge nel dubbio e nelle supposizioni. Fu qui dove i Castelbarco ebbero la loro prima residenza lagarina. Fu qui che Carlo quarto figliolo del Re Giovanni di Boemia si trovò nel 1347 a convegno con Cane della Scala e con Guido Gonzaga signore di Mantova e cognato di Guglielmo di Castelbarco

, per trattare gli affari della sua succes sione al trono dell’ impero. Qui i Castelbarco tenevano con lusso e sfarzo la loro corte e quando loro piaceva venivano in carrozza per una comoda strada sia a Pomarolo dove era il loro palazzo, sia a Savignano dove avevano le stalle, i fienili e le scuderie, sia attraversando la Volpara, nella vicinissima frazione di Chiusole, che dopo il 1266 divenne la terra del Castello, messa a vedetta per i dazi e per le scorrerie pira tesche dell’Adige, e dove nel

1198 ebbe luogo la solenne investitura fatta dal vescovo Corrado di Trento a favore di Briano figlio di Aldrighetto condizionata fra altro al diritto nei vescovi trentini di poter avere libero ingresso nel castello quando che fosse ed in tempo di pace ed in tempo di guerra. Non è vero che a Chiusole vi fosse un castello, come taluno storico vorrebbe ricordare. Chiusole era luogo di quiete e di delizie, lontano dai rumori nella placida cura dei giardini e degli orti ubertosi alla sponda dell’Adige

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