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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
2000
Sesto : da comunità agricola di montagna a zona turistica
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Pagina 81 di 183
Autore: Holzer, Rudolf / Rudolf Holzer
Luogo: Lana
Editore: Casa ed. Tappeiner
Descrizione fisica: 176 S. : zahlr. Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Sexten ; s.Heimatkunde</br>g.Sexten ; z.Geschichte
ID interno: 609848
tori delle sue prediche, conferenze e conver- sazioni, oltre che di numerosi lettori dei suoi scritti. Un vasto campo d'impegno gli si aprl quando gli fu affidata la responsabilitä del terz'ordine francescano a nord e a sud del Brennero. Visitö tutti i conventi francescani e molte comunitä esterne e, dal 1920, di- resse anche le due pubblicazioni del terz'or dine. Poiche, quäle cittadino italiano, non poteva usare sempre impunemente il suo nome, firmö molti suoi contributi con Io pseudonimo

Franz Geser (dalla denomina- zione del maso d'origine). I presepi dormestici sestesi risvegliarono ancora nel ragazzo l'entusiasmo perquesta tradizione natalizia, passione poi accentuata daH'amicizia che legö padre Simon ai co- struttori di presepi di Sesto. Assunta nel 1922 la redazione del «Franziskanerglöck- lein», padre Simon fini col trasformare il pe- riodico, un po' per volta, in un annuario de- gli amici del presepe. La raffigurazione popolare del mistero natalizio l'affascinö in misura

crescente. Dal 1924 organizzö ogni anno un corso per co- struttori di presepi e allesti ripetutamente mostre di presepi presso la Plofburg di Inns bruck. Fu amico dell'intagliatore di presepi Seisl di Wörgl e di numerosi altri «Krippe- ler» in tutto il Tirolo. Padre Simon divenne cosi, col passare del tempo, l'ispiratore e la fiaccola del movi- mento dei presepi, e in quanto tale famoso ben oltre i confini del Tirolo. Prima di Nata le, nel corso di numerose riunioni, distribui- va consigli

e si adoperava per la diffusione della pratica del presepe, stabilendo contatti con appassionati in tutta la Germania. Per certi periodi mise la sua sensibile penna esclusivamente al servizio di questa profon- damente significativa usanza natalizia. II fra- tello Josef Reider, che viveva a Sesto, gli procurö nel 1935 l'opportunitä di intrapren- dere un pellegrinaggio alla volta dei luoghi santi della Palestina. Anche il quasi dimenticato presepe quaresimale ritrovö un posto di riguardo nelle Stuben dei

contadini tirolesi grazie al- l'indefessa opera di proselitismo di padre Reider, il quäle raccolse ripetutamente sug- gerimenti e nuove idee per la sua attivitä nel corso di incontri che ebbe con gli amici del presepe di Sesto. Quäle direttore - dal 1929 al 1940, anno in cui la pubblicazione fu vietata - del periodico «Der Krippenfreund» (L'amico del presepe), divenne il piü importante promo- tore del presepe di tutto il Tirolo. Scrisse fra l'altro il breve saggio «L'arte del presepe e l'amore del

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
2000
Sesto : da comunità agricola di montagna a zona turistica
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Pagina 136 di 183
Autore: Holzer, Rudolf / Rudolf Holzer
Luogo: Lana
Editore: Casa ed. Tappeiner
Descrizione fisica: 176 S. : zahlr. Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Sexten ; s.Heimatkunde</br>g.Sexten ; z.Geschichte
ID interno: 609848
Combattimenti nella zona delle Tre Cime All'inizio del conflitto erano state allestite postazioni anche nella zona delle Tre Cime. Cardine della linea difensiva era il Toblinger Knoten. Le trincee si dipartivano da 11, dietro l'lnnichriedl, in direzione del Lastron degli Scarperi e, a occidente, oltre il Teston degli Scarperi fino al Teston di Rudo. Tutti i rifor- nimenti per questo settore del fronte passa- vano per la valle Campo di Dentro, perche l'accesso alla valle del Sasso Vecchio era

sot to il tiro delle artiglierie nemiche. Fu allestita una funivia dalla valle Campo di Dentro fino al plateau delle Tre Cime per consentire l'inoltro relativamente riparato dei riforni- menti. A causa del caratteristiche d'alta mon- tagna del territorio, nella zona delle Tre Ci me non si verificarono tuttavia attacchi in grande Stile. La maggior parte dei combatti menti sull'altipiano avvennero nel quadro di operazioni di sostegno a offensive avversa- rie scatenate altrove. L'intera, vasta area

non presidiata era sorvegliata solo da nume- rose pattuglie. La parte piü importante del lavoro di ricognizione fu svolta dalla guida alpina Sepp Innerkofler, per molti anni ge- store del rifugio alle Tre Cime. Innerkofler era anche ben consapevole della straordina- ria importanza del Paterno quäle punto di appoggio per una futura, eventuale difesa dell'area delle Tre Cime. II cappellano milita- re Hosp allesti sulla vetta del Toblinger Kno ten una postazione d'osservazione e di dife sa. Le falle

che esistevano lungo la linea fino al fronte del Monte Croce furono tap- pate solo con la presa di possesso della Cro- da Rossa e delle forcelle del Sentinella e del la Undici. Gli italiani si attestarono invece fra il valico del Giralba e il monte Popera. Durante gli interi mesi di agosto e di settembre si verificarono violenti scontri nel- l'alta valle Bachern e anche nella zona delle Tre Cime. Poi, negli anni 1916 e 1917, in questo settore di confine non si registrarono piü, da parte italiana

, offensive di un qual- che rilievo. «Quelli della Croda Rossa» erano un fida to gruppo di uomini del posto e di Stand schützen esperti di montagna. Quelli della Croda Rossa Con l'avanzamento della linea difensiva, la Croda Rossa fu impostata e attrezzata dagli austriaci per fungere da copertura del fian- co destro. Divenne il cardine della postazio ne fra il Monte Croce e il monte Castelliere, mentre gli italiani erano appostati dirimpet- to, sulla Cima Undici. La vetta della Croda Rossa, eccellente

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
2000
Sesto : da comunità agricola di montagna a zona turistica
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Pagina 115 di 183
Autore: Holzer, Rudolf / Rudolf Holzer
Luogo: Lana
Editore: Casa ed. Tappeiner
Descrizione fisica: 176 S. : zahlr. Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Sexten ; s.Heimatkunde</br>g.Sexten ; z.Geschichte
ID interno: 609848
fine della secon- da guerra mondiale, si trovö a essere uno dei pochi comuni del Sudtirolo ancora quasi completamente privi di italiani residenti. II confine sul Monte Croce Due insegne stradali accanto alla molto bat- tuta strada di valico ricordano che lassü pas- sa oggi il confine fra due regioni comprese nello Stato italiano: il Trentino-Alto Adige e il Veneto. Ormai si e quasi dimenticato che proprio in quel punto, ancora ottant'anni fa, una sbarra di frontiera filtrava invece il traffico fra

Un po' pervolta la popolazione, ini- zialmente diffidente se non ostile all'annes- sione del suo territorio all'ltalia, si abituö al- l'amministrazione italiana e ai rapporti con i pubblici ufficiali di lingua italiana. Nel perio- do fra le due guerre, le prepotenze fasciste determinarono da noi come in ogni altra parte del Sudtirolo tensioni e attriti fra i fun- zionari che si esprimevano nell'altra lingua e Ad Hans Watschinger, sindaco di Sesto dopo la prima guerra mon diale, fu conferita

la cittadinanza onoraria. Nella tavola d'onore dipinta da Albert Stolz sono raffigurati il cen- tro ricostruito di Sesto, nuove costruzioni a Moso, ed edifici in fiamme a San Vito con le famiglie co- strette a evacuare la localitä. almeno una parte degli abitanti. Solo l'ac- corto e conciliante comportamento del sin daco e poi podestä di allora, Hans Wat schinger del maso Innerbäcker di San Giuseppe Moso, consent! di evitare contra- sti gravi e persistenti con le autoritä. E Se sto, nel 1945 e quindi alla

due Stati e che c'erano, su en- trambi i versanti, le casermette dei doganie- ri e della polizia. Nei pressi dell'albergo del passo di Monte Croce si nota ancora un grande cip- po di confine sul quäle sono incisi il numero 13, la lettera N e l'anno 1753, e in cui sono ricavate due nicchie in cui erano un tempo fissate le targhe di marmo con Io stemma dell'impero austro-ungarico e il leone di San Marco, emblema della repubblica marinara di Venezia. II nome - Monte Croce - riman- da probabilmente

a una croce collocata al- l'altezza del passo e che segnava il punto di passaggio verso l'ltalia. I pascoli nei pressi del valico furono spesso, in passato, oggetto di dispute anche violente fra i sestesi e i «walschen», come erano chiamati dai locali gli abitanti del Ca- dore. Nel 1481, per esempio, il giudice Lam- precht Grosshaupt di Heinfels condannö al- cuni «walsche» per aver «brucato» con le loro pecore e capre l'alpeggio dei sestesi. Nella proclamazione di Heunfels del 1500, la demarcazione

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Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
2000
Sesto : da comunità agricola di montagna a zona turistica
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Pagina 25 di 183
Autore: Holzer, Rudolf / Rudolf Holzer
Luogo: Lana
Editore: Casa ed. Tappeiner
Descrizione fisica: 176 S. : zahlr. Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Sexten ; s.Heimatkunde</br>g.Sexten ; z.Geschichte
ID interno: 609848
fu inizialmente rin- viata a causa d'una malattia del vescovo di Bressanone, e infine la celebrö, il 5 agosto del 1827 e per disposizione delle superiori autoritä ecclesiastiche, il vescovo di Udine Emanuele Lodi. Gli affreschi del soffitto furono realiz- zati dal pittore Leopold Puellacher, mentre all'altare e al relativo corredo di sculture provvide un intagliatore del luogo, Josef Stauder. Le statue dell'altar maggiore rap- presentano gli apostoli Filippo (con la lancia) e Giacomo Maggiore (con

le conchiglie del pellegrino sul mantello). Ai due lati dell'alta- re di destra ci sono le immagini - molto ve nerate dalla popolazione - delle sante mar- tiri Caterina (con la ruota) e Barbara (con il calice). Le due figure di vescovi sull'altare di sinistra sono del vescovo pellegrino Valenti- no e di Nicola di Mira che regge un libro con le tre palle d'oro. Le pale dell'altar maggiore e di quello laterale di destra sono opere giovanili, dipin te nel 1831, dell'artista veneziano Cosroe Dusi. Sulla prima

sono raffigurati San Pietro (con la chiave) e San Paolo (con libro e spa- da) mentre appare loro la Santa Trinitä. L'impronta veneziana e particolarmente evi dente sulla pala dell'altare di destra, dove e ritratto San Domenico, in ginocchio e con la tonaca del suo ordine, mentre la Madonna gli porge il rosario. Accanto a lui, per terra, ci sono un cagnolino con una fiaccola ar- dente fra i denti, il globo terrestre e alcuni gigli. Sulla pala dell'altare laterale di sinistra e rappresentato San Vito

assieme ai genitori adottivi Modesto e Crescenzia, nonche due angeli con rami di palma e un vaso come at- tributo del martirio. II dipinto, eseguito nel 1860 da Franz Hellweger di San Lorenzo di Sebato, sostitui una pala di Adam Mölkh che raffigurava anch'essa San Vito e che proveniva probabilmente dalla chiesa prece- dente. In occasione del vasto restauro esegui to nel 1900 per iniziativa del parroco Bach- lechner, gli affreschi della volta furono ritoc- cati dal pittore Kerle. Nessuno poteva

immaginare, allora, che una ben triste sorte aspettava di li a poco l'edificio religioso. Du- rante il grande incendio del 12 agosto 1915, il tetto e i sostegni delle campane fu rono divorati dalle fiamme, le campane pre- cipitarono dalla torre, la punta del Campani le crollö e l'arcata posteriore della chiesa fu distrutta da una granata. L'interno della co- struzione rimase tuttavia risparmiato dal fuoco e si poterono cosi mettere in salvo gli altari e altri preziosi arredi. In seguito, nel- l'inverno

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Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
2000
Sesto : da comunità agricola di montagna a zona turistica
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Pagina 73 di 183
Autore: Holzer, Rudolf / Rudolf Holzer
Luogo: Lana
Editore: Casa ed. Tappeiner
Descrizione fisica: 176 S. : zahlr. Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Sexten ; s.Heimatkunde</br>g.Sexten ; z.Geschichte
ID interno: 609848
cui si davano un tempo in pasto i residui della lavorazione del latte, i rifiuti domestici e patate. La macellazione domestica e anco- ra praticata soltanto in poche fattorie. Trasporto e lavorazione del latte II lavoro del contadino di Sesto, che mirava in passato all'autosostentamento, si e oggi convertito in funzione della produzione lat- tiero-casearia. L'allevamento del bestiame da latte e da considerare, attualmente, co- me una delle piü importanti fonti di reddito dell'agricoltura

. La prima latteria sociale per la produzione di burro e di formaggi grassi fu fondata nel 1881 da 38 soci, ma sul finire di quel secolo dovette cessare l'attivitä per deficienze di conduzione e a causa delle dif- ficoltä di trasporto e di consegna del latte. Fu ricostituita solo nel 1926 e a lungo il latte di San Giuseppe Moso e stato trasportato alla centrale mediante carri trainati da caval- li e poi, a partire dal 1954, con i trattori. At tualmente la latteria sociale conta 72 soci che, nel 1998

, hanno conferito 27.200 et- tolitri di latte. II 3 per cento del totale e sta to venduto come latte fresco, il 6% impie- gato per la produzione di panna, il 19% per il burro e il 72% lavorato per trarne le note qualitä di formaggio di Sesto che godono di buona fama fra i buongustai. I boschi - da cassa di risparmio dei con- tadini a territorio di ricreazione L'ampia e fitta cinta di boschi prevalente- mente di abeti, larici e pini silvestri che co- pre i pendii asciutti non costituisce soltanto

un ornamento della valle di Sesto, ma an- che una protezione delle aree coltivate e abitate, una riserva d'eccellente acqua po- Dai boschi di proprietä comunale si preleva ogni anno una rag- guardevole quantitä di legname. In passato bastava per sostenere buona parte delle spese a carico della municipalitä. tabile e un importante supporto a sostegno del carattere ricreativo assunto dalla locali- tä. Fino a pochi decenni fa, quando i prezzi del legname erano ancora parecchio piü elevati di adesso

, le foreste rappresentavano anche una specie di cassa di risparmio per molti contadini. Della superficie boschiva (3353 ettari), il 65% e in mano privata, sud- diviso fra circa 240 aziende rurali. Meta di tutti i proprietari dispongono di meno di 10 ettari di bosco. La parte maggiore e di pro prietä del Comune, che ha 664 ettari di bo sco. Quest'«oro verde» e stato sfruttato per molti secoli come componente essenziale del sistema di autosostentamento dei con tadini e subordinato alle esigenze dell'alle

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Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
2000
Sesto : da comunità agricola di montagna a zona turistica
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Pagina 41 di 183
Autore: Holzer, Rudolf / Rudolf Holzer
Luogo: Lana
Editore: Casa ed. Tappeiner
Descrizione fisica: 176 S. : zahlr. Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Sexten ; s.Heimatkunde</br>g.Sexten ; z.Geschichte
ID interno: 609848
la val Canale, al quäle furono attribuiti, in aggiunta al cognome e per il particolare co- raggio dimostrato, la denominazione onori- fica «von Rosenau» e uno stemma di fami- glia. II maso Lanzinger, che reca oggi il no rme Honsa Lois, sorge su un'altura dalla quä le si gode di uno splendido panorama di Se- sto. Lo conduce da piü di 450 anni, per ininterrotta linea maschile, la famiglia dei Lanzinger, un cognome tuttora molto diffu- so a Sesto. Alla fine del XVI secolo il con- vento di San

Candido, nella sua qualitä di proprietario fondiario, ne consenti la sparti- zione e, dalle parti cedute, si costitui il maso Obermaurer. La denominazione Lanzinger potrebbe essere derivata da un nome di persona, Lan- zo. II cognome e parecchio ricorrente a Se sto e il maso Lanzinger e da considerare con certezza come la culla di tutti i Lanzin ger dei dintorni. Non e stato invece assoda- to se i Lanzinger della Baviera siano o meno imparentati con quelli di Sesto. Poco si sa della storia del maso Mau

. Sparti- to in due parti, fu ricongiunto all'inizio del XX secolo in occasione di un passaggio di proprietä. Antichi documenti lo qualificano an che come maso Dietrich e i diritti di usufrut- to erano di pertinenza della chiesa di Santa Caterina e del convento delle domenicane di San Candido. Verso il 1600 il maso Hueb risultava diviso in piü parti. La parola «Hu be» serviva in passato a definire una parte di fattoria. Non risulta che l'Huebhof abbia mai dato origine a nomi di famiglia. II precedente

, originario maso Holzer con i campi attorno, culla della stirpe degli Holzer di Sesto, era circondato da ogni par te da foreste e si trovava fra la cappella del bosco e il maso Ladstätter. L'edificio abitati- vo fu demolito all'inizio del ventesimo seco lo, mentre stalla e fienile esistono tuttora. Compare fin dal 1522 nei registri fondiari del convento di San Candido e non risulta che sia mai stato diviso. Con la parola tede- sca «Holz» (legno) si definiva anticamente anche il bosco. II cognome Holzer

e oggi ancora molto diffuso a Sesto e nei Comum vicini. Le fattorie Oberlampach e Niederlam- pach sono nate in seguito a una lontana spartizione del maso originario Lampach. L'edificio del maso Niederlampach, che e stato per secoli diviso fra due famiglie, e sul- la riva sinistra del torrente Wadi ed e attual mente disabitato. Diversi campi furono ven- duti all'asta all'inizio del secolo. Analoga la sorte del maso Oberlampach, sulla riva de- stra del torrente Wadi. La casa fu demolita verso il 1900

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Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
2000
Sesto : da comunità agricola di montagna a zona turistica
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Pagina 55 di 183
Autore: Holzer, Rudolf / Rudolf Holzer
Luogo: Lana
Editore: Casa ed. Tappeiner
Descrizione fisica: 176 S. : zahlr. Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Sexten ; s.Heimatkunde</br>g.Sexten ; z.Geschichte
ID interno: 609848
Le vecchie forme dei masi Secondo il significato tradizionale, anche a Sesto si intende per «maso» (Hof) un com- plesso formato da terreno, bestiame, edifici adibiti ad abitazione e all'esercizio delle atti- vitä agricole, nonche dalle costruzioni mino- ri come stalle, granai, fienili, capanni, muli- ni. In senso piü stretto compongono il maso tutti i beni immobili necessari alla vita del- l'uomo e del bestiame. Esaminando piü at- tentamente il quadro, si colgono nel «pae- saggio culturale

» (nell'accezione antropologica, in quanto segnato dalla pre- senza umana) di Sesto due soli tipi di maso: quello a doppio edificio e il maso a un solo edificio. Delle complessivamente 81 fattorie di Sesto dove si procede tuttora alla coltiva- zione del suolo o aH'allevamento del bestia me, e i cui proprietari praticano esclusiva- mente o almeno complementariamente l'agricoltura, tredici sono vecchi masi a dop pio edificio, undici si sono dotati solo nel- l'ultimo decennio di un edificio ad hoc per le attivitä

rurali, mentre 57 sono tuttora ma si a un solo edificio. II tipo prevalente del maso a un solo edificio e stato sicuramente condizionato dalla scarsa consistenza del bestiame di cui erano dotate le fattorie: locali d'abitazione, stalla, fienile e altri ambienti di lavoro costi- tuiscono quindi un tutt'uno riunito sotto uno stesso tetto. II maso di Sesto non si di- stingue perciö in alcun modo, sotto questo profilo, da quello dell'alta val Pusteria. Fatta eccezione per il Fronebner, le case di tutti

i masi hanno la fronte rivolta verso valle e, a seconda dell'inclinazione del suolo, sono ar- ticolate in altezza in due o tre piani. II maso a un solo edificio e composto da due corpi addossati l'uno all'altro in mo do da formare un'unica struttura: l'alloggio (detto «Feuerhaus», e cioe «casa del focola- re») e il magazzino o deposito di cereali, fo- raggi e delle altre risorse alimentari (detto «Futterhaus», la «casa degli alimenti»). II maso Pfeif, con l'an- tichissimo edificio per il governo

della fatto- ria e il granaio in muratura, ci e rimasto conservato fino a oggi come retaggio dell'in- sediamento bavaro. Nella casa contadina (in senso di allog- gio) di Sesto si entra passando per la «La be» (un largo corridoio) che si apre o sul versante del frontone (e in tal caso si parla di atrio centrale) o sul versante della «Trau fe» (della gronda del tetto, e allora si ha l'atrio laterale). Dalla «Labe» una scala scende in cantina e un'altra conduce al cor ridoio superiore e, da qui

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Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
2000
Sesto : da comunità agricola di montagna a zona turistica
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Pagina 60 di 183
Autore: Holzer, Rudolf / Rudolf Holzer
Luogo: Lana
Editore: Casa ed. Tappeiner
Descrizione fisica: 176 S. : zahlr. Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Sexten ; s.Heimatkunde</br>g.Sexten ; z.Geschichte
ID interno: 609848
occasione di spiegare che definisce - come il trentino «ciurciola» (o «ciorciola») - la pigna delle conifere, mentre il suffisso «-thal» indica una valle o conca evidentemente almeno in passato ricca di pigne. Secondo le fonti, la denominazione del maso fu adottata come cognome, verso il 1360, da un Lienhard, il progenitore di tutti i Tschurtschenthaler (una grafia e una pronuncia che spaventano e ingarbugliano spesso coloro che non hanno dimestichezza con il tedesco: ma e proprio con riferimento

al nome della fattoria servi in origine per iden- tificare il proprietario del relativo maso o co- munque una persona ad esso collegata. L'uso dei cognomi in aggiunta ai nomi di persona era invalso giä verso la fine del XIII secolo. Perö solo per effetto delle dispo- sizioni del Concilio di Trento (1645-1663) i cognomi furono annotati anche nei registri parrocchiali e non si poterono piü cambiare. In precedenza capitava che certi contadini mutassero cognome anche piü volte nell'ar- co della vita. Era

usuale cioe che il proprie tario d'una fattoria assumesse come cogno me la denominazione del suo maso, ma che se ne sbarazzasse poi se gli capitava di ce- derne la proprietä. E una tradizione contadi na che sopravvive spesso anche oggi: per esempio quando il proprietario del maso Egarter e comunemente chiamato l'Egarter Christi benche faccia parte della grande fa miglia dei Tschurtschenthaler e ne rechi an che il cognome anagrafico. Vi sono alcune famiglie di Sesto che portano tuttora il cognome

derivato dal ma so in cui vivono. Sono casi in cui la proprietä della fattoria e stata ininterrottamente tra- smessa per linea maschile dalla fine del XVI secolo. Per elevare e rafforzare il fiero senso d'appartenenza degli agricoltori al loro ce- to, la Provincia di Bolzano conferisce un at- testato ai proprietari dei masi «chiusi» (cosi detti perche non smembrabili per volontä di legge, al fine di conservare l'unitä fondiaria essenziale per il mantenimento d'una fami glia) i quali possano dimostrare

38 come proprietari di beni immobili; e at- Da quando gli agricol tori di Sesto hanno smesso di coltivare i campi, la cottura del pane al maso e caduta in disuso.

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Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
2000
Sesto : da comunità agricola di montagna a zona turistica
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Pagina 125 di 183
Autore: Holzer, Rudolf / Rudolf Holzer
Luogo: Lana
Editore: Casa ed. Tappeiner
Descrizione fisica: 176 S. : zahlr. Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Sexten ; s.Heimatkunde</br>g.Sexten ; z.Geschichte
ID interno: 609848
le antiche denominazioni tedesche dei cam- pi e alcuni nomi di famiglia consentono di capire che si tratta di un insediamento ger- manico. Sul versante settentrionale del tor- rente Lumiei (Mitterbach in tedesco) sono sparse in mezzo a grassi prati alcune fatto rie isolate, diverse piccole borgate e i paesi di Unterzahre (che i locali chiamano «das Dorf» - «il villaggio» - e gli italiani Sauris di Sotto) e Oberzahre (rispettivamente Ploz - «la piazza» - e Sauris di Sopra). Tracce delia

ascendenza tedesca e dei secolari contatti con la vai Pusteria rimangono negli edifici ecclesiastici. Nella chiesa di San Lorenzo, a Sauris di Sopra, la Via Crucis reca ancora iscrizioni tedesche e il gotico altare a portei le, risalente al 1551, e opera del maestro brunicense Michael Parth. Un ulteriore rac- cordo con la val Pusteria e costituito dalla chiesa di Sant'Osvaldo a Sauris di Sotto, or- nata anch'essa di un altare a porteile del 1554, intagliato dal costruttore d'altari Ni kolaus di Brunico

. Fino alla fine del XIX secolo solo strette mulattiere varcavano i valichi verso i territori finitimi del Comelico, del Cadore e del Friuli. Dall'ultimo dopoguerra un'audace strada carreggiabile aperta lungo i 21 chilometri della selvaggia gola del torrente Lumiei col- lega la comunitä ad Ampezzo e alla valle del Tagliamento. Soprattutto le persone piü anziane parlano tuttora a Sauris un idioma tedesco dalle strutture arcaiche che ha molte somi- glianze con il dialetto delle valli Lesach e Moll. Nel

frattempo si e fortemente frammi- sto con numerose parole italiane e friulane. Solo in tempi recenti gli abitanti hanno ri- preso coscienza del valore delle tradizioni e del linguaggio tedesco e si adoperano per la loro conservazione. Per molti secoli la gente del posto e vissuta di agricoltura e di un modesto com- mercio del legname con i veneziani. Negli Ultimi decenni il turismo ha scoperto anche quest'appartato paradiso alpino, portando alla popolazione un modesto benessere. Le origini degli

linguistiche tedesche si sono del tutto interrotti. Altare incorniciato d'oro della chiesa di Sauris di Sopra, opera del brunicense Michael Parth.

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Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
2000
Sesto : da comunità agricola di montagna a zona turistica
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Pagina 171 di 183
Autore: Holzer, Rudolf / Rudolf Holzer
Luogo: Lana
Editore: Casa ed. Tappeiner
Descrizione fisica: 176 S. : zahlr. Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Sexten ; s.Heimatkunde</br>g.Sexten ; z.Geschichte
ID interno: 609848
aveva giä cominciato a costruire il tratto meridionale dell'autostrada e insisteva per che il tracciato passasse per il Sudtirolo. Ten- tö di procurarsi l'appoggio degli ambienti politici sottolineando il rilievo che l'arteria avrebbe assunto nel quadro della rete auto- stradale che, in Italia, e prevalentemente in mano pubblica. Nel tardo autunno del 1967 la giunta provinciale sudtirolese, in una pre- sa di posizione, respinse bensi la Variante di Sesto, perö dovette tener conto anche delle

passare in galleria sotto il versante assolato e popolato della valle. Un progetto realistico o una manovra diversiva? In questa situazione di estremo perico- lo, Sesto si mobilitö nuovamente a livello politico. Alla comunitä comprensoriale della Pusteria la Variante sembrö accettabile e la soluzione di compromesso che era stata prospettata a Sesto attenuö gli scrupoli dei pusteresi. Da parte sua la societä autostra dale, nel corso di colloqui informativi, pro- nosticö la fioritura economica del

Comelico e della val Pusteria, descrivendo Sesto come una capricciosa «primadonna». Questa sar- castica definizione sollecitö i sestesi ad ap- pellarsi nuovamente all'opinione pubblica, con reiterati e risoluti appelli. La svolta: importanti alleati Verso la fine del 1971 cominciö a scemare anche nel Comelico l'interesse per quella che era stata vantata come la «benedizio- ne» dell'autostrada, tanto piü che non vi esistevano le condizioni tecniche e ambien- tali per insediamenti industriali di notevoli

dimensioni: si finl quindi con Io scegliere di rimanere un'oasi di tranquillitä. Un'opposi- zione massiccia si profilö anche nello Ziller tal, in Austria. Infine gli atteggiamenti scet- tici dei governi di Roma e di Vienna oltre che quelli del Sudtirolo e del Nordtirolo raf- forzarono la posizione di Sesto nella lotta contro il progetto di realizzare l'autostrada Alemagna. Si intensificarono notevolmente le prese di posizione - di perplessitä e di ri- fiuto - sulla stampa e, dopo la drammatica svolta del

1971, i partiti politici ripresero a esaminare la questione piü attentamente. Tornö a galla anche il tracciato originaria- mente previsto, quello lungo la valle di Lan- dro. La decisione ultima non e stata ancora presa. Nuovi e piü insistenti dubbi, alimen- tati da considerazioni ambientalistiche, sono sorti anche nel Tirolo settentrionale, dove si e cominciato a dichiarar guerra a certe ma- lintese forme di «progresso tecnico». La crisi del petrolio, nel 1973, suggeri per parte sua un ripensamento

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
2000
Sesto : da comunità agricola di montagna a zona turistica
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Pagina 47 di 183
Autore: Holzer, Rudolf / Rudolf Holzer
Luogo: Lana
Editore: Casa ed. Tappeiner
Descrizione fisica: 176 S. : zahlr. Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Sexten ; s.Heimatkunde</br>g.Sexten ; z.Geschichte
ID interno: 609848
Piü a est, su un esteso pendio sotto la cinta dei boschi, sono i masi Golsa Fusch e Kalkbrenner («della fornace»), scaturiti dalla suddivisione del maso Niedergols. Antichi documenti del monastero di San Candido menzionano un «Kolshof» che tu dato il 9 giugno 1440 «in pegno» dal canonico Tho mas von Stilfs al capitolo di San Candido in cambio della lettura d'una messa perpetua. Nel 1 580 il capitolo di San Candido, che poteva disporre dei beni del monastero, autorizzö la spartizione, tuttora

vigente, del maso originario. E possibile che la denomi- nazione sia derivata, anche in guesto caso, dal latino «collis», perö non si sa se vi fosse una qualche connessione con il maso Ober- gols di Monte di Fuori che trasse il nome dallo stesso vocabolo. La famiglia dei Nie- dergolser si e estinta a Sesto nel 1742 con la morte di Luzia Niedergolser. II Geeshof apparteneva all'ente assi- stenziale della diocesi di Freising a San Can dido e risulta suddiviso fin da tempi remoti. Si ignora da che cosa

) e tuttora frequente a Sesto. II maso originario Froneben appar- tenne inizialmente al cappellano del ca- stello di Thurn e passö in seguito alla ca- nonica della parrocchia di Tesido. Sul vasto e pianeggiante pianoro di Fron- L'antico edificio del- l'Ausserfroneben e stato ristrutturato per farne un accogliente posto di ristoro. eben c'erano fino alla fine del ventesimo se- colo due masi: il Froenbner e il Temeler, un maso doppio con casa d'abitazione e ma- gazzino. La casa fu demolita, mentre l'an

- nesso magazzino fu trasformato in casa d'abitazione per una sola famiglia: l'attuale posto di ristoro Froneben. Gli esperti derivano la prima parte del la denominazione da «fron» (signore) e la seconda da «Ebene» (pianura) ovvero da una «Ebnung» (livellamento) del terreno. Barbara Fronebner, deceduta pochi anni or sono, e stata l'ultima a portare il cognome desunto dal maso. San Giuseppe Moso L'unico maso del le origini di Moso era il Wassermann («l'uomo dell'acqua»), le cui costruzioni erano

un tempo nei pressi del- l'odierna pensione Alpenblick. Con la co- struzione d'una seconda casa, verso il 1800, sorsero le denominazioni dei masi Oberwas- serer e Unterwasserer. Dai documenti risulta che nel 1429 ta- le Johann Weber, tutore di Christian e Ger trud, vendette per 18 ducati d'oro una fat- toria presso il «Wassermann» alla moglie di Hans Lampacher. Di questo maso delle ori gini - dell'usufrutto del quäle era titolare il conte di Gorizia e che era una delle piü grandi fattorie di tutta

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
2000
Sesto : da comunità agricola di montagna a zona turistica
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Pagina 120 di 183
Autore: Holzer, Rudolf / Rudolf Holzer
Luogo: Lana
Editore: Casa ed. Tappeiner
Descrizione fisica: 176 S. : zahlr. Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Sexten ; s.Heimatkunde</br>g.Sexten ; z.Geschichte
ID interno: 609848
e dolomite: il gruppo del Popera, il Longe- rin, il Rinaldo, e la catena composta dalle Terze, dal Clap e dal Siera. Verso Oriente, al- l'intersezione dei confini fra Austria, Veneto e Friuli, si leva il Peralba, che i tedeschi chia- mano Hochweissstein e ai cui piedi scaturi- sce il Piave. II corso del fiume attraversa Sappada-Bladen, antica isola linguistica te- desca, e accoglie poi, nei pressi di Santo Stefano di Cadore, la maggior localitä del Comelico, le acgue del rio Padola che scen

- de da ovest e sgorga dall'Alpe di Nemes, nel sestese. Nel tratto successivo le acque del Piave hanno scavato nelle rocce calcaree una pro- fonda fenditura che ha ostacolato per secoli i contatti con il vicino comune di Auronzo e con la rimanente parte del Cadore. Soltanto nel 1840 fu aperta nella rocciosa gola del Piave una strada lunga una decina di chilo- metri e ricca di curve, che perö frane, slavi- ne e valanghe interrompevano spesso. Og- gi, grazie ai quattro chilometri di una galleria scavata sotto

il Monte Piedo nel 1986, la «strada dla Val» e percorribile tutto l'anno senza inconvenienti. II ritornello di una vecchia canzone popolare - «Com'e bello il Comelico! Se non ci fosse la strada della valle sarebbe un paradiso» - esalta po lemicamente il fascino del territorio racchiu- so tutt'attorno da alte montagne. Isolati com'erano, gli abitanti del Co melico - i comeliani - passavano agli occhi dei vicini per gente rozza, dura, arretrata e diffidente: e hanno conservato tuttora tratti di chiusura

e di conservazione. II tedesco che visita il Comelico, fa caso non soltanto alla diversa tipologia del- l'insediamento umano e al diverso Stile di vita della popolazione che vi risiede, ma anche al ladino che vi si parla. Oggi e fram- misto a molte espressioni dialettali venete e a termini italiani, testimonianze degli influssi del vicino Cadore: ma nel complesso costi- tuisce un ulteriore fattore di separazione e di diversitä rispetto a Sesto e alla sua popo lazione. Sui pendii assolati, agli inizi del XII

per il fieno. Ai piedi delle propag- gini orientali del gruppo del Popera, con la Croda Padola, la Croda da Campo e il monte Aiarnola, giace Padola, la prima localitä oltre il passo di Monte Croce.

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
2000
Sesto : da comunità agricola di montagna a zona turistica
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Pagina 22 di 183
Autore: Holzer, Rudolf / Rudolf Holzer
Luogo: Lana
Editore: Casa ed. Tappeiner
Descrizione fisica: 176 S. : zahlr. Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Sexten ; s.Heimatkunde</br>g.Sexten ; z.Geschichte
ID interno: 609848
anche alla pubblica lettura dell'ordinamento dei pascoli sulla malga di Nemes. La diffusa devozione a San Vito si tradusse nella scelta di questo nome per molti neonati nonche per l'insediamento compatto che era venu- to a formarsi attorno alla chiesa. Solo dopo la prima guerra mondiale - come abbiamo visto - la denominazione «San Vito» ha ce- duto un po' per volta a quella attuale del Comune: Sesto. Con l'entrata in funzione della nuova chiesa, la pratica di vita religiosa fu notevol- mente

favorita: non solo dalla regolare cele- brazione delle messe, di domenica e negli altri giorni festivi, ma anche dalla promessa delle indulgenze, e infine da numerose do- nazioni da parte di privati abitanti della zo- na di Sesto. L'istituzione della curazia II crescente numero d'anime da assistere e la difficoltä di provvedere alla loro cura muovendo dalla San Candido che distava quasi due ore di cammino, portö verso la metä del XVII secolo alla costituzione della curazia. Secondo la lettera

istitutiva, la curazia fu eretta il 17 dicembre del 1651, e il capi- tolo di San Candido vi insediö come curato il canonico Johann Kaspar Frankenreiter zu Frankeneck junior, nativo di San Candido. La curazia ebbe perö soltanto il 6 maggio del 1665 la formale approvazione da parte La vecchia canonica della piazza principale ospitö fino al 1860 i sacerdoti, e fu poi an che, fino al 1894, edi- ficio scolastico e, fino alla prima guerra mondiale, sede degli uffici comunali. Oggi vi e sistemato il mu- seo

Rudolf Stolz. dell'ordinariato del principe vescovo di Bressanone. A parte il contributo di 100 fio- rini concesso dal capitolo di San Candido, furono gli stessi abitanti di Sesto ad addos- sarsi tutti i costi dell'istituzione, impegno in cambio del quäle ottennero il 28 giugno del 1664 il diritto di patronato, vale a dire la possibilitä di partecipare alla scelta del curato. Ai curati che vi si succedettero fu ga- rantita una rendita di 101 fiorini integrata da varie corresponsioni annuali in natura

, come 40 chili di strutto, 3 «Galten» (misura corrispondente a circa 35 litri) di avena, 40 «Scheppen» (gomitoli) di lana, due «Schett» (circa 60 litri) di grano e uno «Schett» di segala. Un edificio acquistato nel 1657 dal capitolo di San Candido fu adi- bito a sede (o canonica) della curazia e si decise che alla sua manutenzione si sarebbe provveduto con i mezzi in dotazione alla chiesa. II curato disponeva inoltre del diritto di legnatico, poteva tenere due vacche e farle pascolare sulla malga

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Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
2000
Sesto : da comunità agricola di montagna a zona turistica
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Pagina 175 di 183
Autore: Holzer, Rudolf / Rudolf Holzer
Luogo: Lana
Editore: Casa ed. Tappeiner
Descrizione fisica: 176 S. : zahlr. Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Sexten ; s.Heimatkunde</br>g.Sexten ; z.Geschichte
ID interno: 609848
altre mani perche anche il figlio maggiore, a sua volta scultore, decedette di li a poco. Veit Königer si trasferi in Stiria nel mo- mento di maggior fortuna del barocco e in un periodo in cui vi operavano numerosi ar- tisti di fama. II suo Stile fu influenzato da quello del suocero Schokotnigg, da altri piü anziani maestri e, in particolare, da Georg Raphael Donner. Sul finire della vita fu at- tratto anche dal classicismo. I suoi perso- naggi - assai mossi, incastonati di bianco e con gli

am Vogau e di Kapfenberg, nelle chiese di Maria Rehkogel, Frohnleiten, Turnau, Gams Wildon, nella cappella dei frati minori di Bruck, nei santuari di Maria Trost e del Weizberg, nella chiesa del monastero di Stainz, in numerose edicole e infine anche nel Santo Sepolcro di Kapfenberg. La sua opera ha trovato un meritato omaggio nell'emissione da parte delle poste federali austriache di un francobollo specia- le in occasione del «200° anniversario della nascita dello scultore Veit Königer»: un evento che

ha nuovamente richiamato l'at- tenzione del pubblico sull'operato artistico del maestro. Rudolf Stolz e il suo museo II paesaggio artistico del Tirolo della prima metä di questo secolo e impensabile senza il contributo che vi diedero i fratelli Rudolf, Ignaz e Albert Stolz. Mentre Ignaz e Albert poterono regolarmente studiare e diventare pittori accademici, Rudolf era stato designa- to dal padre a succedergli nella direzione di un'impresa di imbianchini a Bolzano. Perö, alla morte del genitore, abbandonö

ben presto quest'attivitä artigianale per dedicar- si, come autodidatta, alla pittura. Divenuto noto con la Danza macabra e gli altri affreschi del cimitero di Sesto, fu chiamato ripetutamente dall'architetto Cle mens Holzmeister ad eseguire altri lavori di ampio respiro. Di sua mano sono importanti opere conservate a Lana e nel Vizentinum (il seminario minore di Bressanone), nel cimite ro di Colle Isarco, i dipinti sulla porta muni- cipale di Brunico e quelli che decorano la stazione ferroviaria

di Innsbruck. Quando, durante la seconda guerra mondiale, si intensificarono i bombarda- menti a Bolzano, si ritirö nell'autunno del 1943 nell'amata Sesto, che non lasciö piü fi- no alla morte e dove trovö, nel locale cimi tero, l'estremo riposo in una tomba per la quäle dipinse, poco prima di morire, un af- fresco particolarmente bello raffigurante la Madonna. Un riconoscimento molto gradito fra i molti altri che ebbe fu il conferimento del premio Mozart, nel 1940, da parte dell'uni- versitä di Innsbruck

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Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
2000
Sesto : da comunità agricola di montagna a zona turistica
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Pagina 20 di 183
Autore: Holzer, Rudolf / Rudolf Holzer
Luogo: Lana
Editore: Casa ed. Tappeiner
Descrizione fisica: 176 S. : zahlr. Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Sexten ; s.Heimatkunde</br>g.Sexten ; z.Geschichte
ID interno: 609848
in tal caso trovarsi dalle parti di San Giusep pe Moso, a nove chilormetri dalla localitä la- tina, considerato che un miglio romano cor- risponde all'incirca a un chilometro e mezzo. Dal punto di vista della distanza la supposizione e dunque fondata, perö fino ad oggi non sono state trovate tracce ne della strada ne del cippo. E se Sesto avesse invece derivato il no rme dalla presenza di sei case? In annotazio- ni della magistratura di Heinfels risalenti al 1433 e al 1463 si legge: «Item

una campanella d'argento. Solo in anni recenti alcune pubblica- zioni hanno ripreso il parere secondo cui il nome deriverebbe dall'«ora sesta». Per i monaci del convento di San Candido la gior- nata lavorativa cominciava alle 6 del matti- no, e quindi l'ora sesta coincideva con il mezzogiorno. Rispetto a San Candido, la valle di Sesto si estende appunto verso mez zogiorno e il sole vi passa nell'«ora sesta». Se e fondata quest'ipotesi, sarebbero stati dunque i monaci di San Candido a desume

- re da questa circostanza il nome alla nostra valle. Per molto tempo il nome Sesto e servi- to esclusivamente per identificare la valle; soltanto in seguito la denominazione si e estesa anche alla municipalitä e alla parroc- chia, per divenire usuale - al posto della precedente San Vito - all'inizio del secolo, vale a dire nel periodo della prima fioritura del turismo. Ed e stato appunto questo ra- mo dell'economia a dar vita di recente alla pubblicitariamente efficace denominazione di «Sesto-Moso

» e, in tempi ancora piü vici- ni, allo slogan «Nel paradiso di Sesto»: con la prima definizione i sestesi degli insedia- menti maggiori intendono dichiarare la loro appartenenza alla stessa comunitä, con la seconda rilevare il gradimento di quanti tra- scorrono le ferie da noi. La grafia del nome e solo minimamen- te cambiata nell'arco d'una storia ormai mil- lenaria. In due documenti risalenti al XIII se colo si menziona una fattoria «in sexto», ma giä nel libro fondiario di Gorizia del 1299 l'amanuense

usö la forma attuale. In diversi antichi atti del monastero di San Candido si trovano le grafie «Sechsten», «Segsten» e anche «Sexten», a volte usate perfino contemporaneamente. E la gente del posto come ama qualifi- carsi? Gli abitanti di Sesto sono i «sestesi» o i «sestani«? £ possibile che quest'ultimo vo- cabolo abbia una sua giustificazione lingui- stica, perö nell'uso comune e la prima for ma a prevalere: malga sestese, formaggio sestese, Dolomiti sestesi e cosi via. Lo stemma municipale Con

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Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
2000
Sesto : da comunità agricola di montagna a zona turistica
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Pagina 179 di 183
Autore: Holzer, Rudolf / Rudolf Holzer
Luogo: Lana
Editore: Casa ed. Tappeiner
Descrizione fisica: 176 S. : zahlr. Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Sexten ; s.Heimatkunde</br>g.Sexten ; z.Geschichte
ID interno: 609848
Cronologia 965 prima menzione di Sesto (Sexta) 1900 restauro della chiesa parroc- come denominazione di una chiale malga 1915 (4 agosto) evacuazione della 1208 menzione di una fattoria a Sexto popolazione di Sesto a causa 1284 consacrazione della chiesa di della guerra San Vito e del cimitero 1915 (12 agosto) San Vito incendiata 1350 c. tracciata una carreggiabile oltre dalle granate: distrutte la chiesa la sella di Monte Croce parrocchiale e 22 case 1452 il vescovo Cusano rilascia alla 1915

(6 settembre) distruzione di Mo chiesa una lettera d'indulgenze so (chiesa e 17 case) 1480 piü antico catasto ecclesiastico 1918 (primavera) rientro della popola 1500 c. descrizione del tracciato di fron- zione evacuata tiera al Monte Croce 1920 (10 ottobre) annessione di Sesto 1651 Sesto diviene sede di curazia all'ltalia 1703 gli Schützen di Sesto incaricati 1923 (ottobre) conclusione dei lavori di presidiare il passo di Monte di ricostruzione e consacrazione Croce della chiesa, delle campane, del 1717

costruzione della chiesa di San cimitero e inaugurazione del Giuseppe a Moso municipio 1753 collocazione di cippi di confine al 1923 acquedotto a pressione per Se passo di Monte Croce sto e Moso 1809 (agosto) gli Schützen parteci- 1931 costruzione della centrale elet pano alla difesa della chiusa di trica di Bagni di Moso Lienz 1951 cade una valanga dal monte 1824/26 costruzione della chiesa curaziale Gusella di Dentro dei santi apostoli Pietro e Paolo 1956 allestimento a Waldheim della 1860 c. fondazione

della banda musicale prima funivia a trazione 1864 elevazione a parrocchia 1962 costruzione dell'asilo infantile e 1869 prima ascensione della Cima dei dell'edificio dei vigili del fuoco a Tre Scarperi e della Cima Grande Moso di Lavaredo 1965 costruzione della funivia della 1871 una valanga caduta dal Wadi Croda Rossa distrugge una casa del maso 1965/66 alluvioni catastrofiche Hösler: tre morti 1966/68 allestimento del museo Rudolf 1881 prima ascensione della Cima Stolz Piccola 1976 costruzione del

padiglione del 1882 alluvione: il torrente di valle si tennis apre un nuovo letto fra Moso e 1979 fondazione della compagnia de- Sesto gli Schützen «Sepp Innerkofler» 1884/86 costruzione dei fortini di Monte 1982 costruzione della «Casa Sesto» di Mezzo e Haideck 1983 congresso dell'lnterski 1889 fondazione del corpo dei vigili 1988/90 costruzione della palestra del fuoco volontari 1993 costruzione della filovia circolare 1893 fondazione dell'associazione per ai Prati di Croda Rossa la cassa di risparmio

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Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
2000
Sesto : da comunità agricola di montagna a zona turistica
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Pagina 121 di 183
Autore: Holzer, Rudolf / Rudolf Holzer
Luogo: Lana
Editore: Casa ed. Tappeiner
Descrizione fisica: 176 S. : zahlr. Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Sexten ; s.Heimatkunde</br>g.Sexten ; z.Geschichte
ID interno: 609848
di villaggio di montagna. Gli edifici abitativi del periodo del «rifabbrico», fatti di pietra rivestita di calce, non ebbero piü, in prevalenza, il tipico tetto alpino a for ma di sella e protetto da scandole, ma tetti coperti di lamiera, spioventi a una sola falda oppure a forma di piramide. Si tentö cosi di dare alle costruzioni, pur conservandone il carattere rurale, un'aura cittadina. Si coglie insomma nelle case d'abitazione, nei fienili e nelle stalle una mescolanza di elementi ur- bani e agricoli

, con perdita tuttavia di molte componenti originali della precedente archi- tettura contadina del Cadore. Nel Comelico Superiore sorgono le lo calitä di Padola, Dosoledo, Candide, Casa- mazzagno e - sull'altipiano del passo di Sant'Antonio - il piccolo villaggio di Danta. A una quota piü bassa, nel Comelico Infe riore, sono disposti i paesi di Costa, San Ni- colö, Campitello, Costalissoio e il capoluogo Santo Stefano di Cadore. Da qui, lungo il corso superiore del Piave, si incontrano poi i modesti

insediamenti di Campolongo, Pre- senaio e San Pietro. Alcuni altri chilometri piü a valle c'e, in un'ampia conca, l'isola lin- guistica tedesca di Sappada (Bladen). Notizie storiche II Comelico ha costituito per diversi secoli un'unica entitä amministrativa assieme al Cadore. Le prime testimonianze di presenza umana nella zona sono alcuni resti preistori- ci e tracce sparse del periodo romano. Una bene organizzata attivitä di disboscamento fu avviata solo nel medioevo, all'epoca dei longobardi e dei

franchi. Comelico Superio re e Comelico Inferiore furono due delle dieci «centene» del Cadore. Ai tempi del- l'imperatore tedesco Enrico IV, nel 1077, il Cadore fu ceduto all'influente patriarca di Aquileia, i cui vassalli, i conti da Camino, ri- conobbero in uno statuto rilasciato nel 1338 il diritto degli abitanti di seguire gli usi e le consuetudini locali. Questo documento garanti loro per oltre 500 anni un'ammini- strazione autonoma, poteri giurisdizionali, esenzione fiscale e anche

la possibilitä di te- nere una propria, piccola truppa armata con compiti difensivi. Grazie alla emanazio- ne di disposizioni dette «laudi» -simili ai «Weistümer» («sagge sentenze») tirolesi -, Ai margini della locali tä di Dosoledo sorgo no gli antichissimi, piccoli magazzini per il ricovero del bestia- me e del fieno, mentre le case di abitazione costeggiano sui due lati, addossate l'una all'altra, la strada principale. furono regolati l'utilizzazione collettiva delle malghe, la manutenzione delle strade

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Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
2000
Sesto : da comunità agricola di montagna a zona turistica
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Pagina 107 di 183
Autore: Holzer, Rudolf / Rudolf Holzer
Luogo: Lana
Editore: Casa ed. Tappeiner
Descrizione fisica: 176 S. : zahlr. Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Sexten ; s.Heimatkunde</br>g.Sexten ; z.Geschichte
ID interno: 609848
La letteratura alpina sa dirci invece ben poco di Johann Watschinger (1864-1894), che pure accompagnö nel 1892 Theodor Wundt durante la prima ascensione inver- nale della Grande e della Piccola di Lavare- do. Anche tre figli dello scalpellino Wastl (Bastiano) del maso Unteradamer di San Vito divennero guide alpine: Michl (1863- 1935), Christian (1864-1925) e Josef (1865-1914) Innerkofler. Michl sposö una giovane di San Candido e vi si trasferi per fare il mugnaio. Molti noti alpinisti conti

- nuarono tuttavia a ricorrere alla sua espe- rienza di guida. Nel romanzo d'ambienta- zione montanara «Am Seil des Stabeier Much» (In cordata con Io Stabeier Much), Io scrittore Karl Springenschmied ne illustra in forma suggestiva le esperienze e le av- venture. Meno noto fu Christian, gestore del rifugio Zsigmondy. Furono superati entrambi, per fama e successo, dal fratello piü giovane, guello Josef Innerkofler cui Springenschmied elevö un duraturo monumento con il romanzo «Der Sepp» (II Peppino

). I turisti Io conosce- vano come Sepp, appunto, mentre la gente del luogo Io chiamava semplicemente «der Bergsteiger» (Io scalatore di montagne). Da ragazzo lavorö al maso Sagschneider e sfruttö le giornate di libertä per dedicarsi, sui monti di casa, a escursioni e scalate nel corso delle quali prese confidenza con le piü note vie d'arrampicata. Suo grande modello fu un lontano parente, il cugino Michl, e cioe il «re delle Dolomiti». Dopo aver conse- guito la patente di guida, conquistö nel 1890 assieme

al suo maestro, Veit Innerko fler, la parete nord della Cima Piccola e di- venne famoso di colpo, anche perche con quell'arrampicata in verticale iniziö l'era del quarto grado di difficoltä. II suo libretto di guida annovera parecchie prime ascensioni nelle Dolomiti. Apri nuove vie sul Toblinger Knoten e sul Paterno, sul Monte Popera e sulla Cima Dodici, sull'Undici e sulla Tre Scarperi, nel gruppo Geisler, sul Sassolungo e sulla Punte delle Cinque Dita. Attirö parti- colare interesse nel mondo

alpinistico quan- do, accompagnando Io scrittore e alpinista berlinese Treptow, vinse la parete sud del Dachstein. Sepp si rese conto molto presto del- l'importanza economica del turismo e, as sieme alla moglie Maria Stadler di San Lorenzo di Sebato, svolse a Sesto, sotto questo aspetto, un lavoro pionieristico. Dopo aver gestito per tre anni il rifugio del Monte Elmo, assunse nel 1898 la responsa- bilitä del rifugio delle Tre Cime che divenne e si consolidö, anche grazie all'assiduo impegno profuso dalla

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Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
2000
Sesto : da comunità agricola di montagna a zona turistica
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Pagina 173 di 183
Autore: Holzer, Rudolf / Rudolf Holzer
Luogo: Lana
Editore: Casa ed. Tappeiner
Descrizione fisica: 176 S. : zahlr. Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Sexten ; s.Heimatkunde</br>g.Sexten ; z.Geschichte
ID interno: 609848
energie per gli indios del Brasile padre Kle mens Hofer (1935). Fra i laici, mi piace ricordare la figura del mastro postale e albergatore Hans Stemberger (1877-1960), cui dobbiamo nu- merosi e preziosi apporti agli studi storici lo- cali. II dott. Peter Ortner (1934), per decenni insegnante e preside di scuole medie supe- riori sudtirolesi, va annoverato fra i piü attivi paladini della conservazione del paesaggio, della natura e delle peculiaritä etniche sudti rolesi, attivitä per la quäle gli

e stato confe- rito il premio «Walther von der Vogelwei de». In numerose pubblicazioni e nel corso di conferenze ha comunicato il suo sapere specialistico in forma facilmente comprensi- bile e coinvolgente. Su alcune di queste personalitä di par- ticolare spicco e opportuno che mi soffermi con cenni piü dettagliati. Padre Adolf Innerkofler, scrittore popo- lare e predicatore I meriti e le opere letterarie del padre reden- torista Adolf Innerkofler sono poco noti a Sesto, sua localitä di origine

- menti poetici. A Klemens Maria Hofbauer, santo del suo ordine religioso, elevö un mo- numento letterario sotto forma di biografia. Padre Adolf fu sempre molto attento ai bisogni dei giovani. L'impegno che profu se a favore della gioventü studiosa gli pro- curö l'appellativo di «padre degli studenti». Si adoperö anche, in ogni luogo in cui fu at tivo, per elevare il livello delle associazioni cristiane. E fu anche, fra un impegno e l'al- tro, missionario popolare e direttore di eser- cizi spirituali

. Nel 1915, per ragioni di salute, si fece trasferire nel clero secolare. Non diminui tuttavia il suo impegno e la sua indefessa attivitä per le persone socialmente piü de- boli, fungendo da cooperatore in diverse lo calitä dell'Austria inferiore e a Vienna-Wie- den. Durante la prima guerra mondiale assistette la popolazione afflitta dalla fame. La divisione del Tirolo dopo la prima guerra mondiale Io colpi dolorosamente. Negli anni venti, condusse, da focoso pa- triota quäl era, un'intrepida

battaglia per le sorti del Sudtirolo, amata terra d'origine. Convocö manifestazioni in numerose cittä della Germania e descrisse con parole incisi- ve, in pubblici discorsi e durante conferen ze, la miseria del Sudtirolo sotto il giogo del fascismo. Essendo presidente dell'associa- zione degli scrittori cattolici, riusci a conqui- stare alla causa del Sudtirolo numerosi quo- Padre Adolf Inner kofler assieme alla famiglia adottiva, quella di Franz Vill grater dell'ornonimo maso di Moso, che Io aveva

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
2000
Sesto : da comunità agricola di montagna a zona turistica
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Pagina 113 di 183
Autore: Holzer, Rudolf / Rudolf Holzer
Luogo: Lana
Editore: Casa ed. Tappeiner
Descrizione fisica: 176 S. : zahlr. Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Sexten ; s.Heimatkunde</br>g.Sexten ; z.Geschichte
ID interno: 609848
Sesto, terra di confine ll confine del territorio comunale di Sesto ri- spetto ai vicini municipi austriaci ovvero tiro- lesi orientali di Sillian e Kartitsch corre lungo il collinoso crinale carnico, nei cui punti di maggior rilievo sono collocati marmorei cip- pi di frontiera sui quali sono scolpite le lette- re I e A. In prossimitä dell'Eisenreich (la Monta- gna del Ferro, cosi detta per le miniere che vi si sfruttavano in passato e che e l'estremi- tä piü orientale del Sudtirolo) comincia

la delimitazione rispetto alla provincia veneta di Belluno, un confine che scende da li fino alla sella del Monte Croce di Comelico e prosegue poi quasi rettilineo fin verso la ere il «crocefisso dell'Eu- ropa» eretto sull'Elmo, nel 1958, da giovani esploratori di vari pae- si europei. sta del monte Popera (Arzalenkopf). Quindi asseconda - in direzione sud, in mezzo ad alte cime e a forcelle scoscese - la linea del- 10 spartiacque fra il bacino dell'Adriatico e quello del Mar Nero, sfiorando la Cima

aspetti, la vita quoti- diana degli abitanti. Una particolaritä di Se sto consiste tuttavia nel fatto che con il Comelico, nonostante la strada che da se- coli collega i due territori, non c'e stato al- cuno scambio culturale o sociale. Fino a po- chi anni fa, fra i sestesi, non c'era nemmeno molta stima per il tipo di civiltä, i modi di vita e le usanze dei vicini del Come lico. Sono stati invece annodati legami mol to piü fitti con i vicini «dall'altra parte del monte», quelli che stanno nel Tirolo

orien tale. Nel 1919, dopo l'esito - infelice per l'Austria - della prima guerra mondiale, il Sudtirolo fu occupato dalle truppe italiane. Fu fissato come linea di confine Io spartiac que fra i bacini dell'Adriatico e del Mar Ne ro, ovvero dell'Adige e della Drava. Posti di frontiera furono eretti, fin dalla fine del 1918, nella piana di Dobbiaco e sul passo di Monte Croce, considerato che la Drava, con il rio di Sesto suo affluente, scorre verso l'Austria. Senonche poi, probabilmente per

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Libri
Categoria:
Geografia, guide , Storia , Südtiroler Dorfbücher
Anno:
2000
Sesto : da comunità agricola di montagna a zona turistica
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Pagina 116 di 183
Autore: Holzer, Rudolf / Rudolf Holzer
Luogo: Lana
Editore: Casa ed. Tappeiner
Descrizione fisica: 176 S. : zahlr. Ill.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Sexten ; s.Heimatkunde</br>g.Sexten ; z.Geschichte
ID interno: 609848
sehen oltre la croce» - che era poi anche la delimitazione fra il territorio soggetto al Sa- cro Romano Impero e guello di pertinenza della repubblica di Venezia - fu minuziosa- mente descritta. La linea di frontiera scen- deva lungo il versante all'ombra della valle, dalla Forcella Popera in direzione del «pern- pat» (il passo), attraverso l'«inner tall der Kreuztelder» (la valle interna del Monte Croce), fino al «bild bei der Muerlacken» (l'insegna presso i laghetti morenici) a ridos- so del

valico. Di li saliva diritta sul versante assolato fino all'«ersten ker der Gämsbach» (la prima ansa del torrente dei Camosci), per seguirne il corso - arricchito sulla malga ro dovuti essere collocati nel 1589, perö i sestesi si opposero. E quindi fu eretta solo una piccola Stele nelle immediate vicinanze del passo di Monte Croce. Quando, nel 1648, si decise di provvedere al rinnovo del cippo sul passo, altri tentativi di comporre la vertenza relativa ai pascoli fallirono nuova- mente e, anzi

, i contrasti lungo la linea di demarcazione si accentuarono, con i sestesi che lamentarono in numerosi esposti di pro- testa Io scarso sostegno da parte delle auto- ritä tirolesi. Soltanto nel 1752, in occasione della regolamentazione generale del confi ne austro-veneziano basata sull'accordo del 1582, le autoritä riuscirono a stabilire una li nea riconosciuta da entrambe le parti. Dal crinale carnico fino al Papernkofel (il monte Popera, che in tedesco si chiama oggi Arza- lenkopf) furono collocati

, negli anni 1848 e 1866, le truppe dell'imperial-regia monarchia occuparono inizialmente la zona del valico e avanzarono poi fin dentro il Cadore, dove si svolsero ri- petuti combattimenti. Quindi, con la sepa- razione dei territori del Veneto e del Friuli dalla monarchia austro-ungarica, il Monte Croce ridivenne valico di frontiera, e il con- trabbando di viveri, tabacchi e Stoffe fiori nell'un senso come nell'altro nonostante la severitä dei controlli. Allo scoppio della prima guerra mon diale fra

Italia e Austria, le truppe austriache arretrarono la loro linea difensiva di circa tre chilometri a valle del valico, lasciando il pas-

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