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Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Pagina 179 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
ID interno: 615266
esperienza di non pochi anni ci dice che questo è un pronostico fallito; che lo studio gramrnaticale del latino nella scuola media unica è un inutile tormento e perció un insensato perditempo. M’inchino alla evidenza: e recito il mio atto di contrizione» 5 . Ma non era finita, perché un anno dopo Marchesi tornava di nuovo alla primitiva idea del latino per tutti, ammonendo: «stiano attenti gli amici della scuola, stiano attenti gli uomini del governo. La partita che si gioca oggi è pericolosa

assai, e la posta è molto grande. Se a undici anni puó sembrare troppo presto per cominciare a studiare il latino, a quattordici anni certamente è troppo tardi» 6 . L’esaltazione del ruolo del latino procede di pari passo con quella della scuola classica e della cultura umanistica. Anche in questo caso, però, ció non avviene senza ripensamenti: cosi, se all’inizio del 1945 egli aveva sentenziato che «la cultura umanistiea giova a tutti: Íl giomo in cui decadesse, sarebbe notte nel mondo» 7 , nel

1949 egli porrà le scuole classiche fra i ‘fattori distruttivi’ che «hanno preparato la tragedia del ceto medio italiano, il quale nelle sue case prolifiche e impoverite ha lo studente universitario o il diplomato o il laureato, e non il tecnico, il meccanieo, l’artigiano e l’operaio qualificato» 8 ; ció nonostante la frase del 1945 ritoma nell’identica formulazione dieci anni dopo 9 . Nell’articolo fortemente critico del 1949, invece, Marchesi aveva proposto di ridimensionare la seuola classica

e di ridurre e concentrare lo studio del latino, «perché non bisogna esagerare il magico potere del latino sulle capacità espressive dell’uomo colto. 11 latino, quello che si dovrebbe imparare nella scuola, non è piú una lingua viva. II latino vivo è quello che parliamo noi oggi»; e aveva saggiamente concluso che «il latino si studia non per parlarlo, ma per imparare a scrivere bene l’italiano» 10 . Si eapisce che, quando parla di studio del latino, Marchesi pensa al tormento della grammatica e della

sintassi, funzionali al ben tradurre dall’italiano al latino. Col passare degli anni, peró, anche in questo campo egli matura convinzioni diverse: sicché nello stesso articolo del 1955 in cui ripropone l’antica frase a elogio della cultura umanistica, egli si chiede se sia opportuno risuscitare «la pratica della lingua latina» e la sua risposta è sostanzialmente affermativa: perché è vero che la lingua latina è lingua morta, ma per risuscitarla basta rivolgersi agli umanisti, primi fra tutti Francesco

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Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Pagina 473 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
ID interno: 615266
Milano 1989, pp. 205-227, p. 205) e studia in profondità tutte le potenzialità della facoltà delPimmaginazione produttiva: essa è organo del\'«innovazione semantica, caratteristica dell’uso metaforico del linguaggio» {ivi, tr. it., p. 209), opera nella costruzione dello schema narrativo del racconto e «applicata all’azione [...] ha una funzione proiettiva che appartiene al dinamismo stesso dell’agire» (ivi, tr. it., p. 215). Ricoeur considera Pimmaginazione una “cerniera tra il teoretico

linguaggio hegeliano) delPalterità e per il sentimento soggettivo dell’empatia (PEinfühlung di eui parlano i fenomenologi tedeschi) nei confronti dell’altro; a tal proposito egli parla dell’“appercezione analogica” dell’altro come processo Ínteriore di “trasferimento in immaginazione”: «dire che Paltro pensa come me, che prova come me pena e piacere, significa poter immaginare ció che io penserei e proverei se fossi al suo posto. Questo trasferimento in immaginazione del mio “qui” al suo “là” è la radice

di ció che io chiamo empatia» (ivi, tr. it, p. 218). 20 Ricoeur, P., Percorsi del riconoscimento. Tre studi, op. cit., p. 113. Ivi, p. 111. 22 A partire dallo scritto del 1975 La métaphore vive Ricoeur si inizia a confrontare con le teorie degli “atti di discorso” nelle quali viene particolarmente messa in risalto quella che egli defínisce come «capacità creatrice del linguaggio (puissance créatrice du langage)» (Ricoeur, P., La métaphore vive, Seuil, Paris 1975; tr. it. e cura di Grampa

Acts, Cambridge Univ. Press, London 1969; tr, it. di Cardona, G.R., Atti linguistici. Saggio di filosofia del linguaggio, Boringhieri, Torino 1976. 23 Ricoeur, P., Percorsi del riconoscimento. Tre studi, op. cit., p. 111. 24 Ricoeur, P., Le Juste 1, Éd. Esprit, Paris 1995; tr. it. di Iannotta, D., 11 Giusto, Vol. I, Effatà, Cantalupa-Torino 2005, p. 42. 25 Ivi, p, 112. Sulla nozione di homme capable come filo conduttore delle ricerche antropologiche ricoeuriane cfr. gli studi contenuti nel volume

: M, Foessel, O. Mongin (a cura di), Paul Ricoeur. De l’homme coupable à l’homme capable, ADPF, Paris 2005. 26 Ricoeur, P., Percorsi del riconoscimento. Tre studi, op. cit., p. 122. 27 A proposito della correlazione tra capacità d’imputazione d’un azione ad una persona ed attribuzione della responsabilità Ricoeur ricorda quanto afferma il Dictionnaire de Trévoux del 1771: «imputare un’azione a qualcuno significa attribuirgliela quale suo vero e proprio autore, metterla per cosi dire sul suo conto

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Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Pagina 113 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
ID interno: 615266
Id., Lo stormire del vento tra le piante, Testi e percorsi leopardiani, Marsilio, Venezia 2003, pp. 199-235. 22 Verter. Opera originale tedesca del celebre signor Goethe trasportata in italiano dal D[ottor].M[ichelangelo].S[alom]., Venezia, presso Giuseppe Rosa,1796, rispettivamente a p. 125 e a p. 165. Son miei i corsivi riguardanti l’affinità di parole chiave tra il testo leopardiano e quello goethiano in traduzione. 23 Alla luce degli inequivocabili riscontri testuali che sorreggono

l’analisi di questi versi, non puó non lasciare molto perplessi l’affermazione secondo cui «questo è forse l’unico luogo della poesia leopardiana in cui la tempesta viene rappresentata in positivo» (Felici, L., L’Olimpo abbandonato. Leopardi tra “favole antiche” e disperati affetti”, Marsilio, Venezia 2005, p.57). 24 Blasueci, L., Suil'ossianismo leopardiano, cit,, p. 213. Dubbi non possono non insorgere anche per quanto lo studioso afferma poche righe piú avanti: «Ma il motivo del piacere nella

tempesta, e piú in generale del piacere nei pericoli, é, come sappiamo, tipicamente ossianico, e questa volta documentabile con precisi riscontri testuali [...]». In realtà, sin dal primo riscontro del testo ossianico riportato (La morte di Cucullino, vv. 255-256) si nota che il cuore dell’eroe cresce, e s ’allegra non per i pericoli di un uragano o temporale, bensi nel fragor dell’acciar. Del resto, i testi leopardiani interessati, compreso il passo di Zib. del 18 novembre 1821, che Blasucci cita

subito dopo e che io qui cito piú avanti, non giustificano la confusione tra piaceri della tempesta e piaceri dei pericoli in generale. A p. 809, poi, lo studioso, fa un’ulteriore passo e, tenendo peró fuori l’insueto gaudio di Saffo, ribattezza questo motivo del piacere dei pericoli come piacere del rischio in se stesso: una defínizione semplicemente fuorviante nel caso dei luoghi leopardiani presi in esame. L'insueto gaudio di Saffo è invece fugacemente liquidato come «ultima risorsa del disperato

[...]» in Lonari, G., L’oro di Omero. L’ “Iliade”, Sqffo: antichissimi di Leopardi, Marsilio, Venezia 2005, pp. 82-83: l’esclusione subita da Saffo sia dall’esperienza dell’amore sia dalla dotazione del bello che è Ín natura, spingendola alla disperazione, spiegherebbe perché la poetessa venga a esser attratta da un gaudio insueto. 25 Camerino, G.A., L ’invenzione poetica in Leopardi. Percorsi e forme, Napoli, Liguori (“Critica e letteratura”), 1998; cfr. almeno le pp. 110-115. 26 Zib. 2118. 27 Leopardi

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Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Pagina 472 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
ID interno: 615266
Turoldö, F., Verità del metodo. Indagini su Paul Ricoeur, II Poligrafo, Padova 2000, in particolare p. 149 ss. 10 Ricoeur, P., Sè come un altro, op, cit., p. 101. 11 Ricoeur cita questi autori come coloro con i quali «ha tentato piü sistematicamente di mettere a confronto Termeneutica di origine fenomenologica» (ivi, p. 413). 12 Ricoeur, P., Philosophie de la volontê. 1 Le volontarie et l’involontaire, Aubier, Paris 1950; tr. it, di Bonato, M., Filosofia della volontà 1. II volontario

e l’involontario, Marietti, Genova 1990, p. 13. 13 Cfr. Husserl, E., Idées directrices pour une phénoménologie, tr, fr, di Ricoeur, P., Gallimard, Paris 1950. 14 Ricoeur, P., La mèmoire, l’histoire, l’oubli, Seuil, Paris 2000; tr. it. e Prefazione di Iannotta, D., La memoria, la storia, l’oblio, Raffaello Cortina, Milano 2003, p. 494. 15 Ivi, p. 494. 16 Ricoeur, P., Percorsi del riconoscimento. Tre studi, op. cit,, p. 145. Le tematiche della memoria e della promessa sono trattate soprattutto negli ultimi

scritti del filosofo in relazione al “riconscimento del sè” e a quella che egli definisce «fenomenologia dell’uomo capace (phénoménologie de l’homme capable)» (ivi, p. 107): «con la memoria e con la promessa la problematiea del riconoscimento di sè raggiunge simultaneamente due sommità. L’una si rivolge verso il passato, l’altra verso il futuro. Ma vanno pensate insieme nel presente vivente del rieonoscimento di sè, grazie ad alcuni tratti che esse possiedono in comune. In primo luogo si inscrivono

in maniera originale nel ciclo delle capacità dell’uomo capace» (ivi, p. 127). A proposito del “poter promettere” viene anche sottolineato come questo sia un atto linguistico performativo che presuppone e si fonda sulle altre capacità del soggetto: «il poter promettere presuppone il poter dire, il poter agire sul mondo, il poter raccontare e dare forma all’idea dell’unità narrativa di una vita, infíne il poter imputare a sè stessi l’origine dei propri atti. Ma la fenomenologia della promessa si concentra

in riferimento all’accezione aristotelica dell’essere come “potenza”. 19 Ricoeur, P., Promenade au fil d’un chemin, in Turoldo, F., Verità del metodo. Indagini su Paul Ricoeur, op, cit., pp. 15-16. Condividiamo l’interpretazione di Jean Greisch secondo la quale Ricoeur in tutti i suoi scritti avrebbe tentato di portare alla luce le implicazioni contenute nella teoria dell’immaginazione produttiva (produktive Einbildungskraft) di Kant. La concezione del soggetto come homme capable, messa chiaramente

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Filosofia, psicologia
Anno:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Pagina 322 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
ID interno: 615266
critico, in: Hintze, O., Storia, Sociologia, Istituzioni, a cura di G. Di Costanzo, Napoli 1990, pp. 163-221. 7 Cfr. Troeltsch, E., Deutscher Geist und Westeuropa. Gesammelte kulturphilosophische Aufsatze und Reden, hrsg. von Hans Baron, Tübingen 1925; inoltre Garin, E., la voce “Storicismo”, in: Enciclopedia del Novecento, Roma 1984, VII, pp. 213-231; Schiera, P., Otto Hintze, Napoli 1974. Lo “straordinario saggio sullo storicismo” di Hintze è “probabilmente il piü importante tra i tiumerosi

“speranze fallaci” per muovere le forze morali e spingerle all’azione (p, 164). Gli accenti di Hintze ricordano quelli di Weber a conclusioni del saggio II lavoro politico come professione. Cfr. Weber, M., II lavoro intellettuale come professione. Due saggi, nota introduttiva di D, Cantimori, Torino 1960. 9 Cfr. Hintze, O., Troeltsch e i problemi dello storicismo, cit. p. 163. Anche Marianne Weber sottolinea il valore epocale del Tramonto: “l’opera di Oswald Spengler ... stava attirando l’interesse del

mondo intero”. Cfr. Weber, M., Max Weber. Una biografia, cit. p. 767. Su Spengler “guru” opposto a Weber scienziato cfr. l’introduzione di Roth, G., ivi, p. 41 e sgg. 10 “Visione del mondo (Weltanschauung) e struttura categoriale (Kategorialstruktur) sono certamente unite alla radice, ma una differenziazione tra le due mi sembra che sia comunque auspicabile e anche realizzabile” (cfr. Hintze, O., Troeltsch e i problemi dello storicismo, cit. p. 166). 11 Cfr. Chabod, F., Uno storico tedesco

contemporaneo, cit. p. 260. II punto in questione ha in effetti un interesse morale e politico che si rischiara e si potenzia in rapporto alle “esaltazioni spengleriane”; cfr. Tessitore, F., Troeltsch politico. La risoluzione del problema valore-utilità contiene quella del rapporto tra morale e politica intese come rapporto tra morale individuale e morale applicata allo stato. Nella loro divaricazione nasce la questione storica del disciplinamento. Laddove è affermata la loro armonia la questione non

si pone. (“Noi affermiamo che v’è piena e perfetta analogia tra l’una e l’altra sfera di azione: la ricerca dell’utile per l’individuo ha il suo analogo nell’affermazione della potenza dello stato”. Cfr. Lamanna, E.P., L 'amoralismo politico (1916), in: II beneper il bene, con Íntr. di P. Piovani, Firenze 1967, p. 56. 12 Cfr Piovani, P., la voce “Etica”, in: Enciclopedia del Novecento, Roma 1977 p. 826. 13 Su questo problema-rapporto interverranno i piü grandi pensatori tedeschi del primo Novecento

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Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Pagina 344 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
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Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
ID interno: 615266
scorso Novecento, intende trascrivere la sintesi a priori nella struttura del diritto. L’essenza del diritto, secondo Kelsen, la cui posizione è fondamentale in proposito, consisterebbe nello sviluppo dei rapporti giuridici in relazione alla presenza di una imputabilità. Ció in cui consiste l’imputazione è la materia del diritto, ma la sua identità è nella fonna, ossia nel fatto che a qualcuno viene imputata qualche cosa. I valori riconosciuti o negati non sono rilevanti alla defmizione del

diritto, essenziale è la procedura dell’imputazione e i suoi con- seguenti adempimenti. Come nel giudizio trascendentale determinante dell’attività conoscitiva kantiana la materia del conoscere, a livello giuridico i fatti imputati sono contenuti occasionali, solo la struttura ci dà la “fonna pura” della riflessione giuridica 2 . È chiaro che in questa prospettiva i contenuti sono irrilevanti. La dottrina pura del diritto è compiutamente formale. I valori da un lato e la fragilità umana dall’altro

, sono elementi necessari come condizioni della possibilità del giudizio, ma la struttura razionale analitica del giudizio stesso precede il vissuto, la prassi, la causalità, elementi che costituiscono la materia del diritto ma non riguardano la sua forma. La dottrina pura del diritto non attinge quindi la concretezza dell’esperire fenomenico e storico e forse questa dottrina che vorrebbe garantire la piú rigorosa neutralità fínisce per essere essa stessa una presa di posizione ideologica. Ma Kant

, oltre che essere l’autore della Critica della ragion pura, lo è pure della Critica della facoltà di giudizio. In questa terza Critica elabora un’altra forma di giudizio: il giudizio rifiettente, giudizio tipico della valutazione estetica e del riconoscimento della finalità. E qui la “purezza” ci abbandona. La materia del giudizio riflettente non è piü una massa amorfa di dati che nell’incontro con le forme trascendentali diverrà mondo fenomenico; nel giudizio riflettente il fenomeno è già costituito

dei valori e assumere la forma del giudizio trascendentale riflettente, che trova le sue argomentazioni in itinerari speculativi finalistici e non meccanicistici. 308

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Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Pagina 161 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
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ID interno: 615266
estremo rifugio, che il mondo extrastorico delle stelle, e in definitiva la sospirata morte. E notevole che gli ultimi scrittori qui menzionati siano tutti meridionali. Com’é noto, il Meridione d’Italia fu teatro d’una vera e crudelissima guerra civile dopo il compimento delfunità politica; furono gli anni del cosiddetto brigantaggio, o, come piü correttamente diceva Croce, del brigantaggio politico, che vide residui delfesercito borbonico, contadini in rivolta contro i galantuomini, romantici

legittimisti intemazionali e persino ex garibaldini combattere assieme ai veri briganti locali. Va peró precisato che raffigurazioni cosi critiche non implicavano in quei narratori alcuna nostalgia del vecchio assetto politico. Si rammenti, ad esempio, e per restare a autori del Novecento, fepisodio della visita del protagonista del Gattopardo al re Ferdinando II, e alla sua percezione dell’impotenza del sovrano a govemare il regno. Anche nQlYAlfiere di Alianello lo Stato borbonico è presentato senza

un vero rimpianto, e come destinato a cadere per implosione, alla quale farrivo dei garibaldini e dei piemontesi fomisce appena f occasione - il rimpianto è semmai che nel Regno delle due Sicilie si fosse creata una situazione come quella. A questo filone allude il verbo disfatto del titolo di questo scritto - titolo a me suggerito dal collega Angelo D’Örsi. E va inteso cum grano salis. In realtà quei narratori vollero piuttosto fomire una diversa prospettiva, alternativa alla unilaterale retorica

ufficiale. Per autori come quelli sopra citati si puó ricordare, per qualche affmità, anche un filone presente nella letteratura statunitense del Novecento. Si tratta di scrittori che hanno guardato con occhi nuovi al Sud di quel paese e alla Guerra di Secessione, rifiutando funilaterale opinione filonordista. Se f opera piü celebre di quelf àmbito è Via col vento di Margaret Mitchell (1936), a ben altro livello si pongono il romanzo The Fathers (tradotto in italiano per la Feltrinelli col titolo

1 nostri padri), del 1938, del poeta e critico Allen Tate e la sua Ode to the Confederate Dead, del 1927 - ma la stesura defínitiva è del 1937. Fu il britannico Frank Kermode a mettere a confronto per primo il Gattopardo e The Fathers. Un richiamo alla guerra civile in atto negli Stati Uniti è nel finale d’un altro romanzo di Alianello: L ’eredità della priora, dedicato al brigantaggio politico postunitario. In esso, alcuni personaggi, già combattenti fra i «briganti», decidono di imbarcarsi

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Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Pagina 101 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
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ID interno: 615266
GIUSEPPE A. CAMERINO DA VORRENDA DELIZIA AL PIACERE DEIPERICOLIDEL TEMPORALE. LEOPARDI, L’ELEGIA E IL WERTHER Verso la fine del 1817, inteso a rifondare in senso moderno il genere dell’idillio, e soprattutto ad ampliarne gli orizzonti rispetto al modello antico, sia per quanto conceme il paesaggio lunare e nottumo e i fenomeni naturali, anche tempestosi, sia per quanto conceme i palpiti interiori e i cosiddetti errori e sogni del cuore, Leopardi si trova di fronte a componenti del lavoro

poetico che si aprono a un genere lirico diverso, quello dell’elegia. Non è infatti casuale che, legate al cosiddetto Diario del primo amore del dicembre 1817, il poeta componga - rispettivamente nello stesso mese e nel gennaio 1818, secondo la datazione di Porena 1 - Elegia I ed Eiegia II per Gertrude Cassi-Lazzari, di cui è segretamente invaghito. E neppure è casuale che nel giugno 1818 egli abbozzi quattro Argomenti di elegia e, un anno dopo, ancora un Argomento di elegia e tre Argomenti di idillí

, denotando implicitamente una vera e propria rivisitazione dei due generi. E ancora: non è casuale che 11 sogno - come s’é già visto - venga nella prima stampa, quella dell’agostol825 nel Caffe di Petronio 1 , indicato come Elegia, e solo nelle stampe successive del ’26 lo stesso testo viene indicato come Idillio IV; un’oscillazione estremamente rivelatrice dell’impegno del poeta al riguardo. II Diario del primo amore (si mantenga il titolo tràdito, che non è dell’autore) viene definito dallo stesso

Leopardi «ciarle [...] fatte con me stesso per isfogo del cuor mio e perché mi servissero a conoscere me medesimo e le passioni [...]». Lo isfogo del cuore e le passioni echeggiano chiaramente le passioni e la voglia del povero core di Werther nella traduzione di Michelangelo Salom, presente nella biblioteca di famiglia: «[...]dall’affanno ai trasporti di gioia, e dalla dolce mestizia alle piu ardenti e piü pericolose passioni»; «[...] il mio povero core è come un fanciullo infermo, ed io lo lascio

fare a sua voglia » 3 . Un versante, dunque, diverso dai fenomeni naturali e paesaggistici. II poeta contrappone ai «sentimenti del suo cuore, che in sostanza erano inquietudine indistinta, scontento, malinconia, qualche dolcezza [...]» (malinconia, in particolare richiama scopertamente la dolce mestizia del Werther italiano), l’insorgere dell’«amor tenero e 65

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2010
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Pagina 197 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
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Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
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9 II latino nella scuola, in «Riforma della Scuola» del novembre 1955 (= UC 387). i0 L’istruzione superiore, in «Rinascíta» delPagosto-settembre 1949 (= Í7C369). 1 ' II latino nella scuola, in «Riforma della Scuola» del novembre 1955 (= UC 389). 12 Discorso Ínaugurale dell’anno accademico 1943-44 (= UC 125). 13 Ai giovani, in «Fratelli d’Italia» del maggio 1944. 14 A. La Penna, Concetto Marchesi. La critica letteraria come scoperta dell’uomo, Firenze, La Nuova Italia 1980, 84. 15 Fascismo

e Università, Ín «Rinascita» del gennaio 1945 (= UC 322). 16 Occidentali in via Veneto, su\V Unità del 4 luglio 1950 (= UC 178). 17 Tasse universitarie, sull’Unità del 19 agosto 1950 (= CC 381-3). 18 Fascismo e Università, in «Rinascita» del gennaio 1945 (= UC 322-3). 19 Crisi di scuola e di cultura, Ín «Rinascita» del luglio 1948 (= UC 351-2); cfr. L. Canfora, II 'Marchesi’ di La Penna, in «Riv.Fil.Istr.CL» 109, 1981,235, 20 Motivi di politica scolastica, in «Rinascita» del novembre 1945 (= UC 331

). 21 Lapersona umana nel comunismo, conferenza tenuta il 16 aprile 1945 (= UC 43-^14). 22 Cito da G. Campagna, Concetto Marchesi. Con un ’appendice di pagine politiche e di varia umanità presentate da Ezio Franceschini, Sapri, Edizioni del «Centro Librario» 1963,35. 23 A. La Penna, op.cit., 85. 24 Nel n. 2 de «II Politecnico», del 6 ottobre 1945. 25 II saggio Filologia e filologismo. Prolusione al corso di Letteratura latina, nella R. Università di Padova, tenuta il 19 novembre 1923, fu edito in «La Parola

. Rassegna mensile di conferenze e prolusioni» 17, 1924, 103-9, preceduto dalla nota seguente: «Concetto Marchesi è laureato in legge e lettere, professa da non pochi anni filologia classica nelle Università italiane, ora in quella di Padova. La sua traduzione delle Corone di Prudenzio, gli scritti intorno a Giovenale e Marziale, i piu recenti volumi su Seneca e Tacito ne fanno uno dei migliori conoscitori del pensiero latino tanto classico che cristiano, che abbia Pltalia contemporanea. II Marchesi non

mi sembra la posizione assunta nei confronti di Marchesi da G.F. Gianotti, Per una storia della letteratura latina. Parte V, in «Aufidus» 22, 1994, 87-89. 30 SM1241. 31 SM1237. 32 SM1237. 33 5M1241. 34 G. Compagna, op.cit., 22. 35 Del Tieste di Seneca il Marchesi pubblieó nel 1908 dapprima un saggio critico con una traduzione in versi (a Catania, per i tipi di Battiato), poi un testo critico con traduzione e commento (a Roma, presso Albrighi e Segati), 161

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Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Pagina 463 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
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heideggeriana di un radicale oblio dell’essere (Seinsvergessenheit) della metafisica occidentale e si qualifíca come una ricerca di carattere ermeneutico: si tratta di un’enneneutica úeWhomme capable, di una ricerca intomo a quel nucleo interiore della produttività del soggetto che, come abbiamo constatato sulla scorta anche di quanto afferma lo stesso filosofo, costituisce il “filo sottile” che regge fintera indagine ricoeuriana. Possiamo dire quindi che Heidegger ha avuto per Ricoeur

la funzione essenziale di far “riorientare ,, la sua ricerca filosofíca verso la problematica ontologica. L’intento delfindagine ermeneutica ricoeuriana si è dimostrato tuttavia radicalmente opposto a quello di Heidegger: il télos, la finalità almeno intenzionale, dell’ampio intinerario di ricerca ricoeuriano non è stato affatto un dissolvimento della soggettività umana nella panica partecipazione all’essere, bensi la fondazione di un’ontologia del soggetto. La problematica da cui sono sorti gli

approfonditi studi del filosofo francese sulla simbolica del male, sulla psicoanalisi, sul linguaggio, sulla semantica dell’azione, sul racconto e sui signifícati del “fare storia” hanno avuto sempre come scopo ultimo la chiarificazione del valore dell’identità umana: sono state ricerche incentrate sempre, in uitima analisi, sulla problematica antropologica, sull’identità dell’io che parla, narra e agisce nella storia. 5. Ermeneutica dell’identità personale e valore ontologico dell ’attestazione in Soi

-même comme un autre Ci soffermiano ora a prendere in esame alcuni passaggi decisivi del voiume del 1990 Soi-même comme un autre, opera che puó considerarsi quasi come una summa del pensiero di Ricoeur e che costituisce il tentativo di rispondere all’interrogativo u chi sono io?”. È in essa che l’autore espone chiaramente il suo progetto di una “rinnovata filosofía del cogito”, spiega il valore teoretico della nozione di attestazione e pone in luce la sottesa intenzionalità ontologica della sua

ermeneutica del sé, dell’identità personale. Nella Prefazione delfopera l’autore prende nettamente le distanze da due opposte tendenze filosofiche della modemità che hanno particolarmente aecentuato il tema della soggetto: una è quella dell’ambizione fondativa del cogito realizzata da Cartesio e portata 427

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Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Pagina 462 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
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du sujet: lo si trova anch’esso nella raccolta II conflitto delle interpretazioni. È con tali incisive parole che in questo studio Ricoeur sintetizza la sua posizione nei confronti di Heidegger: «la forza dell’ontologia messa in opera da Heidegger pone le fondamenta di ció che chiameró una ermeneutica delV«io sono», la quale procede dalla confutazione del cogito concepito come semplice principio epistemologico, e insieme designa uno strato d’essere che bisogna situare, per cosi dire, sotto

il cogito» 43 . II proposito di Ricoeur è quindi quello di utilizzare la critica heideggeriana alla soggettività come un «momento di purificazione di una autentica filosofia del soggetto» 44 : ció significa che Heidegger viene utilizzato da Ricoeur come uno dei “maestri del sospetto”. Heidegger - sottolineando la necessità di un «legame primordiale» 45 dell’uomo (Dasein) con fessere (Sein) - è colui che da una parte ha reso possibile una «distruzione del cogito» 46 (quale principio gnoseologico del

soggettivismo modemo e principio logico di una U certitude sans vérité”) e dalfaltra è colui che ha tentato una restituzione stessa del cogito al piano ontologico. L’asserzione cartesiana cogito, ergo sum, per Heidegger omette una cosa essenziale: f ontologia delf esserci e «lascia indeterminato [...] il senso stesso delf essere del sum» 41 , L’Heidegger di Essere e tempo ha avuto quindi, per Ricoeur, il grande merito di spostare faccento da una filosofia che vede nel cogito il fondamento epistemologico

ad una filosofia che si pone in prima istanza il problema delf essere come problema dimenticato e dimenticato proprio nel cogito, ovvero a causa della priorità assegnata nella modemità filosofica al principio gnoseologico cartesiano. Alla figura del cogito Heidegger ha dunque sostituito quella del Dasein: quest’ultimo costituisce «l’ente che noi stessi siano» 48 il quale si interroga sulle strutture ontologiche fondamentali e sul senso stesso della propria costituzione ontologica (ontologische

Verfassung): il Dasein è fente che si interroga sul senso del proprio essere e «la eomprensione delfessere che esso cerca» 49 è anche una determinazione d’essere del suo stesso esserci, del suo stesso scoprirsi concretamente situato (Da) nelfessere (Sein). Ad avviso di Ricoeur, in Essere e tempo ma anche nelfintero pensiero di Heidegger, si possono trovare i presupposti per una nuova filosofia delfcgo ontologicamente orientata e che non intende rinunciare a porsi con radicalità la domanda sul senso

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Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Pagina 178 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
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Fu proprio l’importanza di Marchesi nel contesto politico-culturale a provocare quello che Alicata defini un improvviso «appannamento dell’interesse» del PCI per i problemi dell’istruzione 3 , che si protrasse per almeno 7 anni. Alcuni dirigenti comunisti, fra i quali in particolare Antonio Banfi, erano decisamente contrari all’insegnamento del latino nella scuola media: per Marchesi, invece, non solo il compito della scuola restava quello di selezionare la classe dirigente essenzialmente sulla

base degli studi umanistici, ma il latino non poteva mancare neppure nella preparazione dei tecnici. Esagerando, per parte sua, sul versante opposto, Banfi gli obiettava che la scuola classica, in quanto destinata a trasmettere i valori etici tradizionali di una élite, ignorava le esigenze delle masse; rimaneva un nobile castello, del tutto lontano dalla vita. È lecito non condividere questa interpretazione del senso e del ruolo della scuola classica; bisogna, tuttavia, riconoscere che Banfi

coglieva bene le cause fondamentali della sua crisi nell’essersi essa ridotta alla «contemplazione di una humanitas esemplare», alla «scoperta delle sue forze e dei suoi atteggiamenti», all’«analisi delle sue strutture», e nell’aver inteso la lettura dei classici come «espressione non di una vita, ma di una forma, di una classicità». Tutti elementi, questi, che avevano contribuito ad un «distacco dalla vita, del suo mondo ideale da quello della realtà quotidiana». Proprio in tale distacco aristocratico

e nel culto di tali astratti valori letterari la borghesia aveva trovato, secondo Banfi, «il conforto e la giustifícazione del proprio disvalore umano, del perduto senso di certezza e di universalità» 4 . L’evoluzione del pensiero di Marchesi in questo campo è significativa per cogliere i dubbi e le contraddizioni che spesso contraddistinsero il suo modo d’agire. Nell’immediato dopoguerra Marchesi muove dal concetto progressista di una scuola media uguale per tutti e obbligatoria; a questo punto gli

si presenta il problema del latino, col dilemma: latino per tutti oppure scuola media non uguale per tutti? Netta, come si è visto, fu inizialmente la sua posizione, e tale rimase a lungo; finché nel 1955 egli fece un’improvvisa marcia indietro, cercando addirittura di negare quanto aveva sostenuto all’epoca del dibattito con Banfi: «mi si imputó di volere imporre una cultura umanistica a ragazzi e bimbette di dodici anni. In realtà non ho mai gravato l’anima mia di cosi nero peccato. Allora intendevo

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Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Pagina 312 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
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del giusnaturalismo “come insegnavano ancora Kant e Fichte, non era stata mai del tutto rimossa nè nella scuola di Fries né nel pensiero cattolico dove era rimasta stabilmente in piedi il vecchio sistema del diritto di natura razionale, insegnato dalla Chiesa”. A ció bisognava aggiungere inoltre la forte influenza del positivismo nella seconda metà del secolo XIX e gli infíussi dello spirito tedesco nella letteratura storico-filosofica anglo-francese. Hintze fa i nomi di Carlyle, Seeley, Renan

, si possa ampliare il concetto di storicismo in maniera tale da includere in esso anche il marxismo e il positivismo. II punto- chiave dovrebbe naturalmente essere spostato dalla categoria dell’individualità in quella dello sviluppo”. In riferimento a questo punto-chiave: le “forme dello sviluppo storico”, Hintze inserisce la discussione intomo al principio del “pragmatico” e accenna alla coppia concettuale Kultur — Zivilisation articolata da Spengler. IIprincipio del mondo moderno: visione del mondo

e pragmatismo. “Troeltsch, scrive Hintze, ha visto l’opposto dello storicismo nel naturalismo. Ció corrisponde al suo avvicinamento al polo della visione del mondo per quanto conceme il concetto di storicismo. Tuttavia si potrebbe, se si giudica dal punto di vista del polo categoriale, porre anche un’altra opposizione, cioé quella nei confronti del pragmatismo, Con ció intendo il principio storiografico che dominava prima dell’avvento dello spirito moderno detto specifícamente ’storico’, ed anche accanto

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Filosofia, psicologia
Anno:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Pagina 406 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
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ID interno: 615266
nella coscienza, deve poter pensare se stesso”. Si tratta del rapporto tra “intelligibile” e “sensibile”, che nella sua doppiezza appartiene alla realtà umana. Questa particolare accentuazione dell’umanità come humanitas si collega dunque al concetto di cultura. Cultura, in defmitiva, è formazione moraie di se stesso da parte dell’uomo concreto, avente come misura la natura divina che in Kant si chiama umanità. E ancora va detto che l’uomo è il terminus a quo e il terminus ad quem di tutte

, domanda anche, poiché vuol sapere, che cosa deve fare e che cosa puó sperare. Chi domanda che cosa deve fare, domanda anche che cosa puó sapere e sperare. Le domande sono funzioni di una conditio humana o dell’“apertura al mondo” dell’uomo: strutturazione della sua Weltanschauung. Le forme del domandare e del rispondere, sempre realizzate in un modo o in un altro, sono modi dello stabilirsi dell’uomo nel mondo, come cultura. II processo della cultura in questo modo pué produrre alcune varianti del

domandare e del rispondere. Se si concepisce in questo senso una filosofía basata sul concetto di mondo, essa non puó che indirizzarsi verso la questione di una vissuta comprensione del mondo umano e di se stessi. A questo punto si collega la riflessione di E. Cassirer, il quale nota che «la critica della ragione diviene una critica della cultura», riprendendo e chiosando Paffermazione di Kant: «il nome orgoglioso di una ontologia... deve fare posto all’umile nome di una mera analitica dell’intelletto

puro» 5 . Ma Cassirer aggiunge che questa analitiea non è piü un’analitica del puro intelletto, ma deve «comprendere Pambito intero di una “comprensione del mondo” di cui Puomo è capace». Questo “ambito intero della comprensione del mondo” (“ganze Kreis des Weltverstehens”) 6 è la cultura che viene tematizzata nella Critica del giudizio e neWAntropologia kantiana. In questa interpretazione Cassirer non parte piü dal semplice fatto della cultura, ma dal fatto della cultura di tutte le possibili

, effettuali e vissute comprensioni del 370

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Filosofia, psicologia
Anno:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Pagina 313 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
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ID interno: 615266
Invece dello storicismo, come visione del mondo, opposto (da Troeltsch) al naturalismo, Hintze propone, dalla parte dello stori- cismo, come struttura categoriale, il “pragmatismo” e l’opposizione tra pragmatismo e visione del mondo. II principio storiografico del pragmatismo, affiancato all’opposizione delineata da Troeltsch, generava un’altra “connessione di senso”. Secondo Hintze, lo storicismo di Troeltsch, che emergeva nella critica a Spengler e alla contrapposizione tra Kultur

visione del mondo, ma è conciliabile con diverse visioni del mondo, come ad esempio l’idealismo e il positivismo” la dialettica e l’evoluzionismo. Ambedue le connessioni avevano in comune la critica alla rozzezza del rapporto Kultur — Zivilisation ma non il dispiegamento del principio . Hintze, infatti, confessa di propendere, anche se con “obiezioni e riserve”, dalla parte di Spengler 52 . Da questa parte, dalla parte del pragmatismo e della storia politica, mette gli storici eigentlich; dalla parte

della “nuova idea storica” mette giuristi, filologi, teologi, filosofi ed eeonomisti. I primi esploravano i settori nei quali dominava “l’agire finalizzato di singole personalità”, i secondi esploravano, invece, “l’azione delle anonime potenze della vita”. II primo era lo storicismo caratterizzato in senso pragmatico il secondo, lo storicismo caratterizzato in senso etico 53 . Secondo un paradigma consolidato già nella fondazione kantiana del comando morale, e che pone in una gerarehia ascendente

dimensione naturale, dimensione pragmatica e dimensione morale, la storia politica considerata secondo il principio storiografico del pragmatismo si sottraeva ad una storia generale della Kultur. In questa si sentiva come “nel letto di Procuste” e non riusciva a sciogliere i nodi posti dalla sfinge della storia mondiale. In questa storia non si dava unità di senso e valore come pretendeva la storia della Kultur. La storia politica, dice Hintze, sta al disotto di quella unità e al disopra della storia

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Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Pagina 464 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
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avanti da Kant e Husserl nella filosofia traseendentale, l’altra è quella dell’anti-cog/Vo e Nietzsche ne è il suo fautore insieme agli altri “maestri del sospetto” (Marx e Freud). II cogito cartesiano, fio penso (.Ich denke) di Kant ed in generale tutta la filosofia trascendentale sono prospettive di fondazione filosofica nelle quali «la problematica del sé ne esce magnificata, ma a prezzo della perdita del suo rapporto con la persona di cui si parla, con Yio-tu dell’interlocuzione, con

filosofie del soggetto: egli spinge alle estreme conseguenze il dubbio cartesiano, dubitando della stessa certezza logica costituita dal cogito. Alla «verità sterile» 4 delle fílosofie fondate sul cogito e al dubbio iperbolico spinto da Nietzsche nei confronti della stessa certezza del cogito, Ricoeur contrappone il suo itinerario speculativo di un ermeneutica del sé, la quale «occupa un posto epistemico (e ontologico, come viene detto nel decimo studio [di Sé come un aitro]) che si situa

al di là di questa alternativa del cogito e dell’anti- cogito» 55 : in quest’approccio enneneutico alla posizione immediata dell’io - tipica dell’argomentare cartesiano e piú in generale delle fílosofie del cogito - viene sostituita la “via lunga” di un’analisi sulla mediazione riflessiva del sé (soi-même). Anche per ben comprendere il significato dello stesso titolo dell’opera Sé come un altro, oecorre rilevare che l’uso fílosofíco fatto da Ricoeur del termine “sé” va al di là dei limiti grammaticali

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Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Pagina 55 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
ID interno: 615266
Gerar» (Gn 20, 1). A Bersabea, è questo il luogo del sacrificio di Isacco, dopo aver stabilito falleanza con Abimèlech, «Abramo piantó un tamerice a Bersabea, e li invocó il nome del Signore, Dio dell’etemità. E fu forestiero per molto tempo nel paese dei Filistei» (Gn 21, 33-34). La separazione è totale, assoluta e irreversibile. Quando si trovava tra i Cananei, Abramo manda il suo servitore, sotto giuramento, a cercare «nel mio paese, nella mia patria» una moglie per Isacco: «Gli disse

il servo: “Se la donna non mi vuol seguire in questo paese, dovró forse ricondurre tuo figlio al paese da cui tu sei uscito?”. Gli rispose Abramo: “Guardati dal ricondurre là mio figlio! II Signore, Dio del cielo e Dio della terra, che mi ha tolto dalla casa di mio padre e dal mio paese natio, ehe mi ha parlato e mi ha giurato: Alla tua discendenza daró questo paese, egli stesso manderà il suo angelo davanti a te, perché tu posa prendere di là una moglie per il mio fíglio. Se la donna non vorrà

seguirti, allora sarai libero dal giuramento a me fatto; ma non devi ricondurre là il mio figlioF» (Gn 24, 5-8). Dopo l’incontro con Rebecca, che sarà la sposa di Isacco, il servitore racconta la ‘consegna’ ricevuta da Abramo e aggiunge un passaggio che mi sembra la chiave di volta del viaggiare di Abramo. «Io dissi al mio padrone: “Forse la donna non mi seguirà”. Mi rispose: “II Signore alla cui presenza io cammino, manderà con te il suo angelo e darà felice esito al tuo viaggio

...”» (Gn 24, 39-40). Ho intenzionalmente sorvolato sull’episodio piii tragico del viaggio di Abramo, quello su cui si è piu esercitata la filosofía, la teologia, la letteratura, l’arte, e cioé il sacrificio del fíglio della promessa Isacco di cui si parla al capitolo 22. La richiesta di Dio oltrepassa i limiti della comprensione, ma anche in questo caso Abramo cammina alla presenza del suo Signore, si fida e questa fiducia, che è il senso piú vero e profondo della speranza, farà di lui il ‘cavaliere della fede’, per riprendere

Kierkegaard e il padre di una moltitudine di genti. Questa fiducia-speranza è il novum che fa del viaggio di Abramo un continuo evento, una continua risposta agli eventi che parlano e gli indicano la strada da percorre “verso la terra che io ti mostreró”. Proviamo a questo punto a dare un senso alf‘altrove’ della speranza. Qui infatti, non c’é sofferenza, bensi la continua, avvincente, a volte dolorosa certo, scoperta di una strada che si fa nel suo stesso essere percorsa. II senso del viaggio è lo stesso

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Filosofia, psicologia
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2010
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Pagina 306 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
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prussiano” (Preussengeist) mentre in realtà “lotta con la democrazia e la repubblica” 25 . Nella recensione al secondo volume, Troelsch sottolinea tre aspetti dello “strano libro” sul tramonto: la posizione filosofica dell’autore, il rapporto tra filosofía e scienze, il sistema dei valori-guida. II tratto pragmatico e l’associazione di pragmatismo e contemplazione sono di nuovo posti in evidenza come costitutive della posizione filosofica delfautore. II principio del pragmatismo (a cui si rifà

Hintze) viene connesso da Troeltsch ad un vitalismo senza riscatto. Benché Spengler lo avesse derivato da Schopenhauer e Nietzsche, esso sembrava non possedere né il riscatto negativo del Nirvana, né il riscatto positivo del superuomo. Partendo dal pragmatismo, infatti, f autore, da una parte, sul versante del “praticismo”, esprimeva “un realismo duro privo di illusioni per fepoca democraticizzata e infine cesaristica che gli si prospetta davanti”. Dalla parte opposta, invece, sul versante

religioso, in parte le leggi storiche e i percorsi paralleli di Lamprecht, fondati non su basi positivistico-psicologiche bensi su basi biologico-morfologiche 26 . Per qiianto riguarda il rapporto con le scienze, Troeltsch sottolinea altri motivi di riflessione: una metodologia meramente casual- psicologica; gli elementi di razza e sangue come fondamento di cultura; e infine quelle che defmisce una “serie di chiacchiere confuse in tutti i maggiori campi del sapere”, A queste “chiacchiere” (in seguito

elaborate ontologicamente da Heidegger), è connesso il terzo punto che a sua volta diventerà costitutivo della teologia “cristiano- tedesca”. “II sistema di valori-guida, dice Troeltsch, è discusso da Spengler in base alla svalutazione del Cristianesimo e alla mancanza di razza sia del Nuovo Testamento sia della figura di Cristo - esaminati sotto il titolo “Problemi della cultura araba”. Spengler, dice ancora il recensore citandolo, riconosce il signifícato della storia nell’importanza del gesto, nel

ruolo dello stato, della guerra, del sangue, nell’onnipotenza del successo. II cristianesimo è posto fuori 270

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Filosofia, psicologia
Anno:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Pagina 461 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
ID interno: 615266
fondamentale istanza heideggeriana di una “riproposizione e ripetizione stessa del problema dell’essere” non esita peró a porre in luce le lacune e le mancanze stesse dell’indagine heideggeriana. Per Ricoeur «con il modo radicale di interrogare usato da Heidegger, i problemi che hanno mosso la nostra ricerca non soltanto restano non risolti, ma vengono persi di vista» 40 : si tratta delle problematiche concementi le scienze umane ed il soggetto, i significati del suo agire nella storia, del suo produrre

testi, del suo narrare, del suo raccontare sé stesso in relazione alla propria identità personale (proprio per questo defmita dal filosofo anche come “identità narrativa”). Ad avviso di Ricoeur, nel Novecento Heidegger ha peró avuto il grande merito di «rieducare il nostro occhio e di riorientare il nosto sguardo» 41 in direzione di una probematica filosofica fondamentale ed ineludibile, quella dell’essere e del senso dell’essere per quell’ente, l’uomo, che unico tra gli enti è capace di “porre

radicalmente in questione se stesso”. La ricerca della comprensione del senso dell’essere, in Ricoeur - diversamente da Heidegger - diviene quindi momento essenziale e propedeutico per una piu profonda comprensione del sé, per una difficile riconquista del valore ontologico del cogito: il soggetto pensante, interpretante e creativo (homo hermeneuticus ed homo capax) si riconosce anche come un esistente, e «scopre, mediante l’esegesi della sua vita, che è posto nell’essere prima ancora di porsi

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Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Pagina 148 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
ID interno: 615266
di nozione comune nel XIX secolo. La lingua, scrisse ad esempio, in Italia, Luigi Settembrini, è la «prima manifestazione del sentimento nazionale» (Ricordanze della mia viia, I, 7). 1 In tal senso, la ricorrente «questione della lingua» che ha caratterizzato a lungo la storia d’Italia è significativa. E vero che la lingua in questione fu, per molti secoli, solo quella letteraria, non parlata; ma si trattava pur sempre di lingua italiana. E d’obbligo iniziare da Dante e dal suo trattato latino

, rimasto incompiuto, De vulgari eloquentia. Scritto nei primi anni del Trecento, esso pose il problema d’una lingua comune a tutta la lirica italiana (non semplicemente toscana o siciliana e simili). Una lingua sovraregionale, quindi; anche se i confini della sua Italia certamente non coincidevano in tutto con quelli attuali. Ne era esclusa Torino, con Trento e Alessandria. II trattato dantesco fu reso noto peró solo nel primo Cinquecento da Giangiorgio Trissino, che lo tradusse, e lo utilizzó

- abusivamente - nella sua proposta del volgare cortigiano. Un altro momento fondamentale è rappresentato dalle Prose della volgar lingua (1525) del veneziano Pietro Bembo. Rompendo con quelle che erano state le soluzioni linguistiche di koiné dei poeti quattrocenteschi, e inserendosi nelle discussioni del suo tempo, tra le quali rientrava anche la proposta di Trissino, Bembo indicó per la comune lingua letteraria poetica il modello del Petrarca del Canzoniere e dei Triumphi e, in via secondaria, di Dante

; e, per la prosa, il modello del Boccaccio del Decameron. Bembo fece testo, e la lingua letteraria italiana fu condizionata per tre secoli dal suo scritto e dall’esempio fomito dalle sue Rime (1530), che in realtà proponevano una lingua arcaica e in parte morta (come bene avvertirono i letterati fiorentini del tempo, inizialmente ostili). Nel Settecento - secolo per piú versi anche in Italia rivoluzionario e scardinatore - cornincia una crisi feconda e radicale, che via via mette molte cose

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Libri
Categoria:
Filosofia, psicologia
Anno:
2010
Cultura animi : scritti in onore di Roberto Cotteri = Festschrift für Roberto Cotteri
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Pagina 152 di 540
Autore: Cotteri, Roberto [Gefeierte Pers.] ; Akademie Deutsch-Italienischer Studien (Meran) / [ed. curata dall'Accademia di Studi Italo-Tedeschi sotto dir. di Ivo de Gennaro ...]
Luogo: Merano
Editore: Accademia di Studi Italo-Tedeschi
Descrizione fisica: XXXIII, 499 S. : graph. Darst.
Lingua: Deutsch; Italienisch
Commenti: Beitr. teilw. ital., teilw. dt. Studi italo-tedeschi : collana di monografie dell’Accademia di Studi Italo-Tedeschi = Monographische Reihe der Akademie Deutsch-Italienischer Studien = Deutsch-italienische Studien ; 19
ID interno: 615266
penisola. II penultimo capitolo del trattato Del principe e delle lettere di Vittorio Alfieri, intitolato Esortazione a liberar la Italia dai barbari, ebbe in questo senso un ruolo importante. Alfieri richeggió in esso, allusivamente e ostentatamente, quello stesso ventiseiesimo capitolo del Principe, e apertamente auspicó, con linguaggio appunto profetico, una soluzione politica unitaria e centralistica per l’Italia. I suoi modi profetici tomano nel sonetto Giorno verrà e altrove

: particolarmente significativo è un luogo del Parere sulla Rosmunda, dove si afferma (a proposito proprio del Segretario fiorentino) che «null’altro manca» al «nostro Machiavelli, [...] perch’egli appaia ai nostri occhi un Tacito», «se non che glTtaliani ridiventino un popolo». E sono famose le righe contenute nel capitolo dedicato da Francesco De Sanctis a Machiavelli nella sua Storia della letteratura italiana: «In questo momento che scrivo, le campane suonano a distesa e annunziano l’entrata degl’italiani

a Roma. II potere temporale crolla. E si grida il “viva” alla unità d’Italia. Sia gloria al Maehiavelli!». Anche per Luigi Settembrini, «II primo concetto di fondare in Italia uno stato grande e forte fu di Niccoló Machiavelli» (Ricordanze della mia vita, I, 8; sintetizza l’interpretazione data nelle sue Lezioni di letteratura italiana). Lo scrittore fiorentino è ormai eletto a precursore del Risorgimento, a profeta del Regno d’Italia. È l’interpretazione che toma anche nella monumentale monografia

che gli dedicó Pasquale Villari, pur orientato verso uno scientismo positivistico (1877-1882). II ventiseiesimo capitolo del Principe si chiudeva citando quattro versi della canzone Italia mia di Petrarca: canzone, che ebbe una grande fortuna nei secoli, in Italia. Occasionata da un momento particolarmente drammatico di guerra tra signori italiani e nel quale lo stesso poeta corse grave pericolo, essa deplora l’uso delle milizie mercenarie straniere da parte di quei signori, e li esorta a volgersi

a piú pacifiche e fruttuose attività. Anche in Petrarca, come in Dante, la nozione di Italia come entità culturale (non politica) è ben presente; nella canzone Italia mia compare anche un insolito uso di patria nel senso di “Italia” (v. 84). E certo egli ebbe, aneor piú di Dante, un ruolo importante anche nel fissare la convinzione della continuità tra l’antica Roma e l’Italia successiva. Una convinzione che, peraltro, non sarà condivisa dai romantici del «Conciliatore», agli inizi quindi del

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