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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1912
¬La¬ famiglia Orefici di Rovereto.- (Famiglie nobili trentine ; 21)
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Pagina 10 di 13
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Trento
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 9 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Tridentum ; 14,7/8
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/21
ID interno: 165299
Francesco Innocente, unico figlio di Gio Ferdinando, attese agli studi legali e raggiunse le piu alte cariche ed arrivò ai più alti onori. Nato il giorno 28 dicembre 1771, si dottorò in ambo le leggi e fu nel 1797 nominato vicario della giurisdizione del castello di Nomi per Teresa contessa Gonzales de Riviera e Elena baronessa Monteuffel, condomine di quella giurisdizione. Fu poi giudice a Lavis, segretario a Bissingen, e nel 1811 fu nominato consigliere del tribunale di commercio in Vienna

d’Appello di Milano, poi presidente del tri bunale di Trieste, presidente del tribunale d’Appello di Venezia e col titolo di Eccellenza, con decreto 5 agosto 1841, fu nominato primo vice presidente del supremo tribunale di giustizia dirigente il senato lombardo-veneto con sede in Verona. Nel 1834 fu inscritto tra i soci della Accademia degli Agiati in Rovereto (-). L’imperatore Ferdinando 1 con diploma 26 marzo 1839 volle premiare l’illustre giureconsulto concedendogli la ba ronia dell’impero con

aumento di stemma: Antico Orefici sormon tato dalla corona baronale. Tre cimieri su elmi da torneo, a destra a due corna di buffalo — quello di destra spaccato d’oro e azzurro, quello di sinistra d’azzurro e oro — ; a sinistra atre penne di struzzo—■ quelle di destra e di sinistra azzurre quella di mezzo d’oro —; nel mezzo alla lodola coronata del campo. Lambrecchini azzurro e d’oro a destra e a sinistra. Nominato consigliere intimo di Sua Maestà, fu insignito della corona ferrea di I classe e della

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1912
¬La¬ famiglia Piomarta de Langenfeld.- (Famiglie nobili trentine ; 22)
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Pagina 15 di 15
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Roma
Editore: Unione editrice
Descrizione fisica: 10 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Giornale Araldico-Storico-Genealogico ; 1,9/10
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 102.483 ; II 89.169/22
ID interno: 165300
Anno I F Asc. 1X-X Sommario dei fascicoli di settembre e ottobre 1912 DEL Giornale Araldico-Storico-Genealogico £• P, Vicini ... 1 Podestà di Modena. G. CaSCÌOli . . . . L’araldica nell’antica Basilica Vaticana. E. Portai ..... I Tornei in Sicilia. Qi Périni La famiglia Piomarta de Langenfeld. . È. P. . . . . . . . Sulla famiglia Portai. ORDINI EQUESTRI: A. S. — Ordine della Corona d'Italia. V. Poggi, ..... L’arma del Comune di Savona. Bollettino nobiliare. Bollettino Bibliografico

. ILLUSTRAZIONI — Fuori testo: Due tavole in cromolitografia a colori, una dell’arma • Nobiliare ; del 1715 e l’altra dell'arma Baronale del 1766 della famiglia Piomarta " de Langenfeld. — Nel testo: Armi di Qregorio IX, Conti; di Bonifacio Vili, . * V Carfani; di Urbano VI, Prignano; della famiglia Carfani; di Nicolò V; di Inno- ' cenzo VII, Migliorati; di Alberico C/bo; della famiglia Stefaneschi; del Cardinale Pietro Rodriguez; di Mafiolo di Lampugnano milanese; di Giziila Francia; del Cardinale Cristoforo

Moroni;de! Cardinale Pietro Fonseca Portoghese; dell*Arciv. Teobaldo di Rougemont; dell’Arciv. Giovanni Podio; del Card. Antonio Cerdan; di Paolo Fortiguerra; della famiglia De Pereriis; del Card. Riccardo Oliviero de Longueil ; del Véscovo Giovanni Lòdo; del Card. Bernardo Fruii; del Card. Gio. ^ . Batta Zeno; del Card. Stefano Nardini; del Cav. Ugo Langles; del Vescovo . Bartolomeo Marasco ; del Card. Ardicino della Porta; della famiglia Carranza; del Card. Antoniotto Pallavicini; della famiglia

Tagliaferro; della famiglia Pazzilli; ,'dellà famiglia Fabi; della famiglia Perbenedetto e del Vescovo Bernardino della Cróce — Palazzo Piomarta ora della Pubblica Istruzione — Placca Gran Cordone, , Placca Grand’Ufficiale, Commenda, Croce d* Ufficiale e Croce di Cavaliere del- - . .l’Órdine-della Corona d’Italia — Arma del Comune di Savona —Scudo coll’arma del Comune di Savona, nella sua forma antiquiore. Bassorilievo in pietra nera (se- ? i colo XIII) — L’aquila come stemma del Comune di Savona: Sigillo

comunale del secolo XIII e Sigillo comunale del secolo XIV ;— 11 Crocifisso fra S. Brigida e S. Onofrio, cbll’aquiìa, imperiale accostata dall’arma di Savona e da quella del po- • . desta Gofredo Zoàgli. Bassorilievo in marmo con data del 1346 — Bassorilievo marmoreo, nel cui cèntro è l’aquila ghibellina che conculca il leone guelfo, fra lo ^ > scudo palato di Savona è quello della famiglia savonese dei Sansoni, e neh campo le figure degli apostoli Pirfyo e Paolo (secolo XIV) ^— Testone di Luigi XII

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1912
¬La¬ famiglia Orefici di Rovereto.- (Famiglie nobili trentine ; 21)
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Pagina 9 di 13
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Trento
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 9 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Tridentum ; 14,7/8
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/21
ID interno: 165299
nel 1690, ond’è che i figli passarono sotto la tutela di don Dio nisio Saibante. Erano: Margherita, che sotto il nome di suor Ce cilia Angelica si fece nel 1696 monaca nel monastero di San Carlo in Rovereto, fu due volte eletta badessa (1718 e 1727) e per molti anni funse da registratrice delle grazie ottenute per l'intercessione della venerabile Giovanna Maria Della Croce; Cecilia Teresa che sposò Ambrosio figlio di Nicolò Resmini; Francesco Antonio e Gio Ferdinando. Quest’ultimo si avviò alla

carriera sacerdotale e come prete teatino passò gran parte della sua vita a Monaco, dove fu insi gnito delle principali cariche di quell’ordine compresa quella di visitatore generale di tutta la Germania. Prima di far professa dettò il suo testamento il giorno 30 dicembre 1703, a rogiti Andrea Tabarelli R). Morì nel 1761. Francesco Antonio laureatosi in ambo le leggi attese con impegno agli interessi della città della quale fu nominato prov veditore negli anni 1712, 15, 18, 21, 24, 34,37,40, 43; poi

po destà di Riva nel 1729, vicepodestà di Rovereto nel 1731, e nello stesso anno capitano di giustizia del castello'di Brentonico e com missario generale dei Quattro Vicariati. Morì nel 1743. Da Dome nica, figlia di Bortolameo Piomarta, carta di dote iti data 25 set tembre 1719, a rogiti Gio Francesco Turbiti, aveva avuto alcuni figli: Cecilia Teresa, che sposò un Ballista di Brentonico; Giovanna Maria, che col nome di Suor Maria Luigia entrò nel monastero della visitazione di Santa Maria in Rovereto

la carica di provveditore della città negli anni 1746, 49, 53, 56, 57, 61, 64, 67, 70, 73, 76 e 79, di vicepodestà nel 1771. Egli testò in data 30 gennaio 1784, a ro giti Giuseppe Bettini ( cs ) ; il giorno dopo morì seguito a breve distanza dalia moglie Giovanna, figlia di Girolamo Savioli. ( l - 4 ) Archivio notarile di Rovereto, tribunale di Rovereto. P) Archivio notarile di Rovereto, archivio bavaro N. 431. Archivio notarile di Rovereto, tribunale di Rovereto.

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1912
¬La¬ famiglia Orefici di Rovereto.- (Famiglie nobili trentine ; 21)
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Pagina 5 di 13
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Trento
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 9 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Tridentum ; 14,7/8
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/21
ID interno: 165299
Bortolameo occupò la carica di provveditore presso il locale Municipio negli anni 1573, 76, 79 e 87 e lasciò morendo le figlie Giulia sposatasi con Gio Battista Smitarello, Armellina andata sposa a Valentino, figlio di Nicolò Pandini di Lizzana, carta di dote in data 14 agusto 1585, a rogiti Giuseppe Resmini R), e un unico figlio Francesco. Questi fu insignito della carica di provveditore nel 1607, 12 e 15; possedeva a Rovereto tre case, una nel borgo di Santa Ca terina (comperata da Jacopo

Angheben come da documento 26 e 30 gennaio 1607, s rogiti Francesco Partini ( 2 ), l’altra in contrada canonicae veteris (comperata da Nicolò Savioli, come dall’atto 12 novembre 1606, a rogiti Bonafede Malinverno ( ,T ) e la casa pa terna, sede della famiglia, situata nella piazza Pretoria (del Podestà) oggi casa Canestrini, indivisa col cugino Cristoforo, dal quale comperò la parte a lui spettante, atto 8 febbraio 1602, a rogiti Gasparo Berrà vai lo ( 4 ). Francesco aveva sposato Giacomina, figlia

di Giovanni Sa violi, la quale testò in data 8 febbraio 1624, a rogiti Bonafede Malinverno (”) e morì il giorno 14 luglio dello stesso anno, mentre suo marito era passato a miglior vita già nel 1615, dopo aver fatto testamento in data 1 agosto 1615, a rogiti Gasparo Paga- nini ( B ) nel quale espresse la volontà di essere sepolto nella tomba di famiglia esistente nella chiesa della Madonna del Carmine in Santa Maria ; un’altra tomba la famiglia Orefici possedeva nella chiesa di San Marco, la pietra

sepolcrale della quale portava l’in scrizione : FAMI PIA DELLI OREFICI, I due coniugi procrearono una serie di figli, che furono il lustro della nostra città. Veromca andò sposa a Gasparo, figlio di Nicolò Cosmi; Rosana sposò Andrea Baroni di Sacco, carta di dote in data 7 ottobre 1619, a rogiti Gasparo Paganini ( 7 ) e 14 ottobre 1636, a rogiti Gio Tomaso Malfatti ( 8 ); Giovanni si laureò in ambo le leggi, fu provveditore della città nel 1617, 23, 26,29, 32, 35, 39 e 49; testò in data 24 maggio 1630

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Categoria:
Storia
Anno:
1912
¬La¬ famiglia Orefici di Rovereto.- (Famiglie nobili trentine ; 21)
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Pagina 7 di 13
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Trento
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 9 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Tridentum ; 14,7/8
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/21
ID interno: 165299
Ferdinando, un altro figlio di Francesco, nato a Rovereto il giorno 17 aprile 1607, si avviò al sacerdozio dopo aver assolto gli studi nel collegio germanico di Roma. In data 5 febbraio 1640 fu nominato canonico della beata Vergine ad Nives di Salisburgo, occupò la carica di amministratore del vescovato di Gurg (insieme col fratello Bortolarneo) prima per l’arciduca Sigismondo poi per l’arciduca Francesco, fu consigliere del concistoro della metropoli di Salisburgo e beneficiato di San Girolamo

. Testò una prima volta a Rovereto in data 11 ottobre 1660, a rogiti Antonio Ma- linverno ( ] ), lasciando erede il nipote dottor Giovanni, una seconda in data 9 luglio 1668, a rogiti Turner di Salisburgo ( 2 ), legando la maggior parte dei suoi possedimenti alla città di Rovereto, perchè fosse istituita una scuola pubblica con cinque maestri, sacerdoti secolari, e con cinque classi per l’insegnamento graduale dei ru dimenti e della grammatica. Patrono del ginnasio (secondo l’istruzione) doveva essere

il seniore della famiglia Orefici col diritto del jus praesentandi pro fessores. Ogni sacerdote era poi tenuto a celebrare due messe in settimana secondo l’intenzione del testatore. Prima di questa fon dazione la nostra città per l’avviamento agli studi ginnasiali non aveva che un pubblico precettore, come si rileva dagli atti del consiglio civico (1500-1600). Ferdinando morì il giorno 10 luglio 3 668 e fu sepolto nella chiesa di San Pietro in Salisburgo. 11 con siglio cittadino nel 1669 accettò

l’eredità e nel 1672 diede prin cipio all’istruzione ginnasiale. Da poco tempo l’onorevole Consiglio municipale di Rovereto, per eternare la memoria di questo benemerito cittadino e figlio, battezzò col suo nome una via della città. Il giorno 18 dicembre 1669, a rogiti Pietro Malinverno ( :! ), fu fatto l’inventario degli oggetti di proprietà di Ferdinando, che si trovavano depositati al monte di Pietà, beni lasciati alla comu nità di Rovereto, e in data 9 giugno 1690( 4 ), a rogiti dello stesso notaio

, fu eseguito l'inventario di tutti i suoi possedimenti.,. Di Benvenuto, un altro figlio di Francesco, morto nel 1643, nell'archivio notarile non esiste che un documento in data 6 luglio ( 5 ) Archivio notarile dì Rovereto, tribunale di Rovereto. ( 2 ) Biblioteca civica di Rovereto, documenti per la storia della Vallagarina (copia). ( 3 - 4 ) Archivio notarile di Rovereto, tribunale di Rovereto.

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1912
¬La¬ famiglia Piomarta de Langenfeld.- (Famiglie nobili trentine ; 22)
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Pagina 7 di 15
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Roma
Editore: Unione editrice
Descrizione fisica: 10 S. : Ill.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Giornale Araldico-Storico-Genealogico ; 1,9/10
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 102.483 ; II 89.169/22
ID interno: 165300
Con atto del 16 dicembre 1654, a rogiti Antonio Malinverno, 1 i fratelli Pi ornarla divisero i loro beni in modo ohe Antonio ebbe il negozio di Rovereto e diventò il capostipite della fami glia roveretana dei Piomarta. Agostino e Defendente morirono celibi e Carlo passò ad Ala di Trento e fu capostipite di quella famiglia alense. Carlo aveva sposato Domenica, figlia di Roberto Roventa di Agrano, assicurazione di dote in data 10 dicem bre 1656, a rogiti Ferdinando Sroz, 2 Antonio morì

il 12 aprile 1679 lasciando dietro di sè un figlio, Matteo, morto celibe nel 1667, e Bartolomeo, Questi at tese al commercio della seta, che in quel tempo fioriva in Rove reto, fece affari d’oro, che gli procurarono copiose ricchezze ed agiatezza. Bartolomeo con l’atto del 18 marzo 1704, a rogiti Pier Ri naldo Manzoli, 8 comperava dalla famiglia Balter, per l’importo di 24 ragnesi da quattro troni e dieci carantani, 4 * la tomba netta chiesa areipretale di San Marco tra gli altari di Sant’An tonio e San

Bernardino sulla lapide sepolcrale della quale si leggeva la seguente iscrizione : 6 DON HIC E QUIESCUNT OSSA ET CINE i NOB. E AMPLIATI PI-M ART A DE LONGHENFELTT QUAE HOC SACELLUM DIVO VINGENUO EERR1RXO DICATUM EEEXTT ET DOTAVI! ANNO BNI 010 DOCXIIII Bartolomeo ,si era sposato colla nobile Caterina de Chiusole, con la quale fece testamento nella sagrestia dei padri Cappuc cini in data 14 gennaio 1703, a rogiti dio. Francesco Turióni. 7 * Arch. Not. Abbrevio « Archivio notarile di Rovereto», con Arch

. Not., mentre le citazioni di altre fonti sono date per esteso. 2 Ibid. 3 Ibid. * Un ragneso (fiorino del Seno) valeva di solito cinque troni 1 o lire venete, una lira era computata a Rovereto, in quel tempo a 60 centesimi di moneta odierna. ‘ Uà lapide è fra conservata in un avvolto della Chiesa. ■ 3 Arch. Not.

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Libri
Anno:
1912
Perché la Valle di Fiemme non ottenne ancora una ferrovia? : ricordi e speranze
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Pagina 26 di 33
Autore: Riccabona, Vittorio / di Vittorio Riccabona
Luogo: Trento
Editore: Zippel
Descrizione fisica: 31 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Fleimstalbahn;z.Geschichte ; <br>g.Fleimstal;s.Eisenbahn;z.Geschichte
Segnatura: II 278.535
ID interno: 517937
quanto era stato convenuto fosse ratificato e messo in esecuzione anche dal governo centrale. Posteriormente il ministro d'allora delle ferrovie in una nota spedita alla Giunta, dichiarava non soltanto la sua soddisfazione per 1 intesa fra i deputati italiani e tedeschi della provincia, ma facendo un passo pivi innanzi, esprimeva eli accedere in massima al compromesso. Sì violano i patti. . Parrebbe che un simile patto conchiuso e sanzionato dal go verno sotto gli auspicii di S. M., col voto

esplicito di tutti i partiti, senza protesta da parte di nessuno, e col nobile intendimento di avviare la pace fra le due nazionalità della provincia, dovesse con siderarsi come qualche cosa di più di un momentaneo compromesso di tolleranza e di tregua, e che il nobile risultato che si attendeva valesse anche il sacrificio di ima ventina di milioni che veniva addossato al governo.

risparmiato alla valle un grande perpetuo ed irrimediàbile di sastro. Il nuovo compromesso proposto dai deputati. Ma naturalmente la questione non rimase assopita. Un pro blema come questo, prestò o tardi deve pure avere una risoluzione ed i nostri deputavi, in un'epoca in cui avevano non poca influenza presso il governo ed il parlamento, in causa della situazione dei partiti, tentarono di risolverlo con un'ardita combinazione appog giata dal governo stesso, cioè con un accordo fra tutti gli

interes sati mediante la costruzione delle due linee. Tutti conoscono il compromesso di Bolzano. Nel 1909 sotto la Presidenza di S. E. il Luogotenente il detto accordo veniva stipu lato con l'assenso della grande maggioranza di tutti i deputati della Dieta. In seguito l'accordo stesso fu presentato dal Podestà di Bol zano. dal Podestà di Trento e dal Presidente della Comunità gene rale di Fiemme con un memoriale, a S. Maestà in occasione della visita ad Innsbruck e fu domandato il suo appoggio, perchè

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Libri
Anno:
1912
Perché la Valle di Fiemme non ottenne ancora una ferrovia? : ricordi e speranze
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Pagina 12 di 33
Autore: Riccabona, Vittorio / di Vittorio Riccabona
Luogo: Trento
Editore: Zippel
Descrizione fisica: 31 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Fleimstalbahn;z.Geschichte ; <br>g.Fleimstal;s.Eisenbahn;z.Geschichte
Segnatura: II 278.535
ID interno: 517937
corso di tui garantire f. azioni già sottoscritte da Comuni e privati, una sovvenzione dello Stato di f. 950.000, o della provincia di f. 270.0ÌHT, dovevano costi tuire il capitale di fondazione. Un'emissione di f. 2.020.000 in obbligazioni doveva completare il capitale di costruzione. Tutte le difficoltà parevano superate, il paese pieno di slancio s'avviava all'azione: tutti gli uomini onesti anche forestieri segui vano con simpatia la concordia, l’abnegazione, il coraggio di questo nostro

, e vietando alla città Vofferta garanzia delle priorità. Negli annali della provincia sarà ben difficile il ritrovare un uguale precedente. Iu tutte le altre provinole della monarchia si era già introdotta la massima che le ferrovie locali dovessero essere sorrette da sussidi c garanzie provinciali. Se la Dieta rite- neva che un singolo municipio come 1 compromettesse le sue finanze con una''garanzia superiore alle sue forze, sarebbe stato suo dovere di subentrare da sè con la garanzìa pimj^ria

popolo che pareva ringiovanito. ti i privati capitalisti, con quel pian« si obbligava di 554.000 di azioni di priorità, . mencre^nSOCTOOQ eli„ Il veto della Dieta provinciale. Ma vigilava la triplice coalizione quasi spaventata dall’ immi nente successo. Per la garanzia delle azioni di priorità da prestare dalla città di Trento occorreva ! ’àpp rovazion e „de lla ■Giuiita^pr^vi n - ciale. Qui adunque bisognava puntare la leva per rovesciare l’edi ficio. E qui appunto i Bolzanini trovarono

i compiacenti demolitori. Bisognava ottenere la ripulsa della domanda, e l’opera riuscì a meraviglia. La che pure sarebbe stata competente a deliberare sulla domanda di Trento, deferì la decisione alla Dieta, senz a neppure espri rnep q. JL jmo parere, ed ommettendo perfino di distribuire a tempo ai d e pufal LaMrfi circostanziata relazione della città di Trento; c la Dieta, gi à in precedenza o sii le, rospi rise 1 g ^do^ , manda di Trento, riputando ogni compartecipazione in azioni di fondazione

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Libri
Anno:
1912
Perché la Valle di Fiemme non ottenne ancora una ferrovia? : ricordi e speranze
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Pagina 13 di 33
Autore: Riccabona, Vittorio / di Vittorio Riccabona
Luogo: Trento
Editore: Zippel
Descrizione fisica: 31 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Fleimstalbahn;z.Geschichte ; <br>g.Fleimstal;s.Eisenbahn;z.Geschichte
Segnatura: II 278.535
ID interno: 517937
. Ciò non ostante i promotori del programma generale non si sgomentarono: separarono la linea Trento - Malè, dalla linea Lavis - Molina. Moena, proponendo per la prima un piano finanziario con soccorso dello stato e della provincia; e rimettendosi per la seconda ad un nuovo piano finanziario, da combinare all’amichevole con la Comunità generale.

Ma il neeare la garanzia provinciale ed il vietare la garanzia ^ * _üii.jn ~ 1 ''«***^ r n. r —*rèr comunale, e ciò per assecondare le eccessive pretese della sola città di Bolzano, era una evidente ingiustizia. La fiera risposta del Podestà di Trento. La cosa pareva enorme a tutto il Trentino, e della generalo indignazione si rese interprefeìTlTodestà di' ITenlo^Xn'ìonio TambQ?jL~, in un fiero discorso, pronunciato nel consiglio comunale in cui stigmatizzava «la patente ostilità della Giunta

di prove a sostegno'della sua accusa diretta alla Giunta, si vide in breve giungere dalla Procura di Stato.,up..d&GJ&to di desistenza. àia intanto col conchiuso della Dieta era stato inflitto un grave colpo a tutta la geniale concezione Mazzuraiia. Le singole diramazioni della linea si trovarono sconnesse dal- fazione comune, e fu gioco forza isolare l'impresa dell’Aiiaunia meno contrastata dell' impresa Avvisiana fatta segno a tanta ira e a tanta persecuzione. Sì riprende l’opera sotto altra forma

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