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Libri
Categoria:
Religione, teologia
Anno:
1903
Memorie storiche sulla chiesa e sugli arcipreti di Riva
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Pagina 38 di 61
Autore: Zanolini, Pietro / Pietro Zanolini
Luogo: Riva del Garda
Editore: Miori
Descrizione fisica: 57 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Riva del Garda ; z.Kirchengeschichte
Segnatura: II 106.220
ID interno: 203841
Ai 5 luglio 1302 Marco,, arciprete della chiesa di Riva, a nome proprio e del capitolo della stessa chiesa, protesta in Arco contro la nomina fatta dal vescovo di Trento Filippo, di Aìdri- ghetto Bruni a canonico della collegiata di Riva, mentre il numero dei canonici approvato dalla Santa Sede era completo, e protesta ancora contro le ruberie ed i danni fatti all’ arciprete, ai cano nici, ed alla chiesa di Riva dallo stesso Aldrighetto con molti soldati armati 1 2 ). Ài 22 luglio 1302 in Udine

, Gregorio Biffa, arciprete di Mon- tesiIice, vicario generale della Santa Sede, scrive al vescovo di Trento, raccomandandogli la causa dell' arciprete di Riva contro Aldrighetto Bruni % ). Ai 31 ottobre 1302 in Trento, nella chiesa di san Vigilio, Buscarario de Campo, canonico della chiesa di Trento, delegato dalla Santa Sede nella causa fra l’arciprete Marco dì Riva, agente in nome proprio, dei suoi confratelli e della chiesa di Riva, con tro Aldrighetto Bruni, chierico di Bono, impone a quest' ultimo

, già altre volte contumace, a comparire davanti a se entro con gruo termine. 3 ). Ai 7 febbraio 1303 in Riva, Ri conor, figlio del fu Bartolomeo de Passironis di Riva, lascia nel suo testamento 20 soldi veronesi alla pieve di Riva 4 ). Ai 25 agosto 1303 il vicario generale di Trento obbliga sotto minaccia di scomunica la confraternita di 8. Michele a conse gnare certi beni all'arciprete Marco di Riva 5 ). Ai 12 dicembre 1303, nel palazzo vescovile di Trento, Gua- lengo di Mantova, vicario generale

del vescovo di Trento Filippo, col consiglio del giudice Antonio di Ledro, condanna Federico 0 Orig. in archivio corni, di Riva - Caps. III. n. 6. 2 ) Detto. - Caps. Ili n. 6. 8 ) Dello. - Caps. IV. n. 2. 4 ) Delio. - Caps. III. n. 9. B ) Detto. - Caps. III. n. 8.

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1903
¬La¬ famiglia Betta di Arco, Revó di Castel Malgolo.- (Famiglie nobili trentine ; 2)
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Pagina 25 di 28
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 25 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 9, 1903, fasc. 3-4
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/2
ID interno: 109550
figlio di Bonifacio, la regolaneria mag giore della pieve di San Sisinio per sè, suoi figli e loro discendenti legittimi. 1738 marzo 29. — Domenico Antonio conte de Thun, principe vescovo di Trento, conferma a Giovanni Bonifacio de Betta figlio del fu Antonio come an ziano della famiglia il diritto di esercitare la regolaneria maggiore della pieve di San Sisinio. 1758 dicembre 6. — Francesco Felice dei conti Alberti di Enno, principe e vescovo di Trento, conferma a Giovanni Bonifacio de Betta qual

seniore della famiglia la regolaneria maggiore della pieve di San Sisinio per lui e per il nipote Giuseppe Francesco, figlio postumo di Francesco Antonio fratello di lui. 1759 maggio 23. — Francesco Betta viene laureato nel collegio di Santa Agnese di Mantova e nominato dottore di diritto canonico e civile. 1764 ottobre 6. — Cristoforo Sizze, principe vescovo di Trento, conferma a Giuseppe Francesco de Betta il diritto di esercitare la regolaneria maggiore della pieve di San Sisiìiio in nome anche del

fratello Giovanni Bonifacio. 1772 settembre 29. -- Cristoforo Sizzo, principe vescovo di Trento, con ferisce a Francesco de Betta seniore e procuratore di Giuseppe de Betta la regola neria maggiore della pieve di San Sisinio. 1776 settembre 11. — Genealogia fedele della nobile famiglia de Betta di Castel Malgolo proveniente da Milano, Arco e Revò, coll’elenco dei documenti relativi esistenti nell’ archivio del Castello, vidimata dai notai Domenico Widmann di Coredo e Michele Alvise Mendini di Sanzeno

1697 settembre 28. — Giovanni Michele conte di Spaur, principe vescovo di Trento, mentre conferma a Antonio Betta il diploma del suo antecessore principe vescovo, Carlo Emanuele Madruzzo, e quelli di re Ferdinando e Carlo V imperatore, gli conferisce dei privilegi estendendoli, compresa la nobiltà del principato, a Gio. Battista e Bartolomeo de Betta di Revò e loro di scendenti legittimi. 1698 gennaio 22. — Giovanni Michele conte de Spaur, principe vescovo di Trento, conferma a Antonio de Betta

e riveduta dall'Assessore delle Valli di Non e di Sole Lodovico Giovanni de Lutti. 1777 ottobre 25. — Pietro Vigilio dei Conti Thun e Hohenstein, conferma a Francesco de Betta e fratelli la regolaneria maggiore della pieve di San Sisinio. 1787 giugno 5. — In causa pretensa Civitatis a nob. D£2 Iosepho de Betta coram II1.™> magistratu consiliari Tridenti. Archivio Civico 3778. — Copia di Pietro de Negri Notaio del Magistrato Consolare. 1788 giugno 4. — Ingressus nobilis ed Excelentissimi Dm Iosephi filii

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Libri
Categoria:
Religione, teologia
Anno:
1903
Memorie storiche sulla chiesa e sugli arcipreti di Riva
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Pagina 32 di 61
Autore: Zanolini, Pietro / Pietro Zanolini
Luogo: Riva del Garda
Editore: Miori
Descrizione fisica: 57 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Riva del Garda ; z.Kirchengeschichte
Segnatura: II 106.220
ID interno: 203841
suoi confratelli, da in affìtto a Marchesio di Arco una pezza terra arativa sul tenere di Arco, *) 7. Calapino. 1236, 1240, 1251. 1260. Ai 25 febbraio 1236 in Trento, Clerico, abate del monastero di 8. Lorenzo di Trento, in presenza di Belenzano, chierico dì Riva e d’ altri, vende a Calapino, arciprete di Riva, ricevente a nome della chiesa e della pieve di Santa Maria di Riva, una pezza di terra vignata, ‘sita nel territorio di Riva, alla località Marnano per 30 lire di denari veronesi

* 2 j. Ài 27 marzo 1236 in Trento, i monaci del convento di S. Lo renzo di Trento confermano la vendita di beni fatta da Clerico, abate del monastero stesso, a Calapino arciprete dì Riva 3 ). Ai 24 maggio 1240 nella chiesa di 8. Maria di Riva, Cala- pino, arciprete della stessa, è testimonio all’atto di procura rila sciata dalla comunità di Riva a Bernardo in causa arborum contro la comunità di Arco. Altri testimoni a tale atto sono Carletto de Mercato novo de Civitate Verona, podestà di Riva, e Sode- gherio

de Tito, podestà di Trento. 4 ) Ài 16 marzo 1245 in Arco, Adelperio del fu Federico d' Arco pronunzia sentenza favorevole alla chiesa di Riva nella causa fra l’arciprete di Riva Calapino, il sacerdote Domenico, i sindaei ed i procuratori della chiesa e del capitolo di Rivada una parte, b Orig. in archivio com. di Riva. - Caps. II. n. 1. b Doct. Hans v. Vqltelint. — Die sitdtiroler Notariatsimbreoia tur en un 13 lahrhunderte. - Innshruck. Wagner 1899. - N. 124. s ) Detto.— Opera sopracitata. - N. 198

. 4 ) Orig. in archivio com. dì Riva. - Caps. IL n. 30. Il comune di Riva aveva mossa lite al comune di Arco perchè questo voleva tagliare alberi del comune eli Riva per la costruzione del ponte. II giudice Bartolomeo de Alba pronunciò sentenza in Trento li 7 settembre 1240, proibendo agli archesi il taglio (orig. in archivio com. di Riva. - Caps, IL n. 18.)

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1903
¬La¬ famiglia Betta di Arco, Revó di Castel Malgolo.- (Famiglie nobili trentine ; 2)
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Pagina 22 di 28
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 25 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 9, 1903, fasc. 3-4
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/2
ID interno: 109550
Documenti consultati esistenti nell’ archivio della famiglia de Betta in Verona. 1344 aprile 25. Borgo di Bolzano, — Lodovico di Brandenburgo conte del Tiralo per sè e Margherita Maultasch rilascia al soldato Antonio figlio del va loroso soldato Guglielmo de li Betta di Valle Lagarina il privilegio, col quale la famiglia veniva aggregata alla macinata del conte del Tiralo per se e suoi leg- gittimi successori. 1425 febbraio 16. — Alessandro, duca di Mazovia, principe vescovo di Trento conferma

i privilegi e le esenzioni dai dazi e imposte dei possedimenti comperati dai fratelli Antonio e Geraldo de Concini, figli di Ehdrico, dal notaio Nicolò fu Paolo di Fondo. 1514 giugno 21. — Giorgio Vescovo di Trento, concede ad Antonio’Con cini, seniore della famiglia, per sè e pel fratello Giacomo, due quarte parti della decima grande di Sanzeno. 1525 luglio 21, — Ferdinando, Arciduca d’Austria, conte e governatore del Tiralo, prende sotto la sua protezione Bonifacio Betta e discendenti in ricom pensa dei

servizi prestati da Bonifacio durante il suo assessorato in Valle di Non e di Sole al tempo della sommossa rustica. 1533 marzo 9. — Testamento di Giacomo Concini di Casez, col quale no mina sua erede universale l’unica figlia Bona, moglie di Gregorio de Cendrata di Verona, rimaritata poi a Pantaleone Betta. 1534 settembre 11. — Bernardo desio, principe vescovo di Trento con ferma a Giacomo de Concini i privilegi concessi dal principe vescovo Alessan dro nel 1425. 1545 giugno 11. — Carlo V, imperatore

regio della reai Casa con aryiuo stipendio. 1547 marzo 7 e 1547 maggio 13. — Istanze autografe di Bonifacio Betta, Assessore delle Valli di Non e di Sole, al Cardinale P. Vescovo di Trento per essere esonerato, come cittadino di Trento, dal pagamento delle steure dei suoi beni in Mezolombardo impostogli da quel sindaco. 1554 luglio 26. — Testamento fatto a Malgolo da Gorio (o Gregorius) Cendrata marito di Bona de Concini, col quale lascia i beni posseduti nel terri torio veronese al fratello

Francesco, tutto il resto alla moglie Bona. Ordina di essere sepolto nella chiesa di Malgolo. 1555 luglio 25. — Rogito del Notaio Giovanni Busetti di Rallo, col quale Bona q.™ Giacomo Concini ved. di Gregorio Cendrata di Verona, nomina suo pro curatore generale il nob. Filippo Saraceni cittadino di Trento per tutte le cause pendenti e future.

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Libri
Categoria:
Religione, teologia
Anno:
1903
Memorie storiche sulla chiesa e sugli arcipreti di Riva
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Pagina 11 di 61
Autore: Zanolini, Pietro / Pietro Zanolini
Luogo: Riva del Garda
Editore: Miori
Descrizione fisica: 57 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Riva del Garda ; z.Kirchengeschichte
Segnatura: II 106.220
ID interno: 203841
con soldati armati. Sappiamo che ne derivò una grave causa,, che fu per trattata dalla curia trentina alla quale era. stata de mandata e raccomandata dal vicario generale della Santa Sede, Gregorio Biffa., arciprete di Non tesi lice, e che Aldrighetto Bruni venne citato a presentarsi entro un congruo termine davanti a Euscazario de Campo, canonico di Trento, e giudice delegato, ma non ce ne è noto l’esito 1 ). Nè qui hao line i tristi avvenimenti della chiesa di Riva, poiché ancora nel 1334

, se alcuno deteneva beni od esercitava. diritti a danno della chiesa di Trento, che cosa non sarà stato in tempi addietro, quando infuriava la dottrina arnaldistica? Nè posso ameno d’accennare che anche la collettazione dei benefici ecclesiastici, causata dalle ingenti spese delle crociate, concorse, benché in piccola parte, ad assottigliarne i redditi. Bai più antico estimo a noi noto dei benefici trentini, compilato a scopi di tassazione nel 1309 per ordine del cardinale diacono Napoleone Orsini

, ci risulta che il benefìcio della chiesa di Santa Maria di' Riva era stimato con 26 marche, e da un elenco sulle collette papali incassate nel 1368 dal vicario del vescovo di Trento si rileva che esso era tassato con 2 marche * * 8 ). Dissi che altra causa della caduta delle collegiate fu la non residenza dei canonici nelle rispettive loro sedi. *) Orig. in archivio com. di Riva. - Gaps. IV. n. 2. s ) Detto. - Gaps. IV. n. 14. 8 ) Doct. Hans v. Voltelini. — Beiträge mr Geschichte Tirols. - Fer dinandeums

, alla morte del chierico Cassiano, che ne era Tamministratore, venne derubata di molti beni e diritti,-e la cosa fu di tanta e tale rilevanza, che il vescovo di Trento si vide indotto a far pubblicare in data. 4 dicembre 1334 nella chiesa di Riva un imperioso ordine di restituzione ai detentori a ), E se pensiamo che il sinodo diocesano, convocato in Trento nel 1336, epoca in cui la chiesa respirava già un po’ d’aria di pace, imponeva ai sarcedoti-di ricercare con ogni diligenza, pena la scomunica

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Libri
Categoria:
Religione, teologia
Anno:
1903
Memorie storiche sulla chiesa e sugli arcipreti di Riva
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Pagina 41 di 61
Autore: Zanolini, Pietro / Pietro Zanolini
Luogo: Riva del Garda
Editore: Miori
Descrizione fisica: 57 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Riva del Garda ; z.Kirchengeschichte
Segnatura: II 106.220
ID interno: 203841
14. Bernardo Giovanni. 1331 -1350 (?). Ài 4 dicembre 1334 nella chiesa di 8. Maria di -Riva* in presenza di Magistro Petro Phisico e di altri di Riva, Filippo de Floren tia* cappellano della stessa chiesa, pubblica una lettera eli Nicolò de Mixina, canonico e vicario generale del vescovo En rico di Trento, diretta a tutti gli abitanti delle pievi di Riva, Arco, Tenno, ed in genere agli abitanti della città e diocesi di Trento, colla quale vengono invitati tutti quelli che avessero a detenere

indebitamente beni della chiesa di 8. Maria di Riva, da essa perduti dopo la morte del chierico e beneficiato (tas siano, che ne era amministratore, a volerli restituire all’arciprete di Riva Bernardo ed ai suoi sacerdoti. ') Bernardo Giovanni, arciprete di Riva, intervenne personalmente al sinodo tenuto in Trento nel 1336. Il 1 febbraio 1339 in Riva, l’arciprete Bernardo Giovanni permuta una pezza di terra sita in Riva, località in Plano, per un altra pure in Riva, località Cultura, con Ser Tengo del

fu Ser Giovanni di Firenze, abitante di Riva. * 2 ) Ài 15 novembre 1341 in Riva, Belutele di Trento, vicario e giudice della terra di Riva, sopra istanza dell’arciprete di Riva, ordina al notaio di Riva Benvenuto di estendere il documento d’affittanza di dodici appezzamenti di terra arativa, siti in Arco e Riva, i quali già nel 1247 in Riva, sul pergula vitis Presbi- terorum, erano stati affittati dall’arciprete Calapino e dai suoi confratelli, a Ri pian do, detto Vetulo, di Arco, e ad Albertino

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1903
¬La¬ famiglia Betta di Arco, Revó di Castel Malgolo.- (Famiglie nobili trentine ; 2)
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Pagina 18 di 28
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 25 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 9, 1903, fasc. 3-4
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/2
ID interno: 109550
Paolina Benedetti di Mori, dalla quale ebbe due figlie, cosicché anche questa linea si estinse nel 1848 colla morte di Teresa spo sata in Verona al Conte Gio. Battista Orti, la quale nominò erede universale della sua cospicua sostanza il cugino Edoardo di Maurizio, Giuseppe Francesco figlio postumo di Francesco Antonio, presa la laurea di filosofia, si ritirò poi a castel Malgolo. Dal prin cipe vescovo di Trento Cristoforo Sizzo con diploma 6 ottobre 1764 fu nominato regolano maggiore della

PQSTERIS MONUMENTUM PGSU1T Nel 1797 combattendo gloriosamente contro i Francesi in ri compensa dei suoi meriti militari fu nominato da Francesco li im peratore con diploma 8 agosto 1798 capitano indi maggiore dei Bersaglieri di Trento, e decorato della medaglia grande d’oro, au torizzandolo a formare dei battaglioni ed a nominare in caso di guerra gli ufficiali. Già prima e precisamente nel 1788 era stato nominato avvocato della corte di giustizia in Trento. Essendogli

pieve di San Sisinio. Nel l’anno 1810 fu eletto sindaco municipale della comunità di Casez. Morì in castel Malgolo nel 1813. Fu il primo.della famiglia, che in virtù della legge impe riale del 1783, pubblicata a Rovereto nel febbraio del 1784, che impediva il seppellimento nelle chiese, fu sepolto nel cimitero pubblico, anziché nella cappella del castello. Ebbe da Maddalena de Gentili da Sanzeno dodici figli. . Dei dodici figli di Giuseppe Francesco, Giuseppe ancor stu dente pugnò contro i Prussiani

in Boemia, si laureò in legge e riprese poi di nuovo le armi. Nel 1796 alla prima Invasione francese, accettò l’incarico di comandante della milizia, ed in tale qualità respinse Tarmata gal lica dai confini del Trentino, perori gli venne eretta a [Bocca di Navene, una lapide tutt’ora esistente, coll’epigrafe seguente: CUM TRIDENTINI LIBERI MILITES D1U H1C CONSTITISSENT SUBTER OPTIMO ET PATRE ET DUCE NOB. IOSEPHO DE BETTA OALLIA GLORIOSISSIMO XXIX JULII FUGATA VICTORIBUS IN PATRIAM REDEUNTIBUS HOC

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Libri
Categoria:
Religione, teologia
Anno:
1903
Memorie storiche sulla chiesa e sugli arcipreti di Riva
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Pagina 48 di 61
Autore: Zanolini, Pietro / Pietro Zanolini
Luogo: Riva del Garda
Editore: Miori
Descrizione fisica: 57 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Riva del Garda ; z.Kirchengeschichte
Segnatura: II 106.220
ID interno: 203841
Nel 1485 erano cappellani della chiesa di Riva Nicolò do Prato di Piacenza, e Bernardino de Riparolo della diocesi di Cremona *). 25. Antonio di ledro. 1499. Antonio di Ledro, canonico di Trento, fu investito dell’arci- pretura di Riva nel 1499. Nello stesso anno trovami quali aspiranti a questa arcipretura Si mone de Nigrelli, Lodovico Simonetta di Milano, e Girolamo de Cortesiis di Brescia, essendone stato privato Antonio di Ledro 2 ). Anzi Limone de Nigrelli rinunzia li 7 ottobre 1 199

» 4 j. Nell’ anno 1499 era cappellano della pieve di Riva presbite^ Bermrdus de Lugaris de Cremona 5 ). Antonio di. Ledro non risiedette mai in Riva, ma fu sempre a Trento, dove saggiamente prèsto l’opera sua alla chiesa ed al vescovado dal 1484 quale professore di legge canonica, poi dal 1498 quale canonico, indi dal 1514 al 1525 quale vicario generale e ). *) Orig. in archivio com. di Riva - Caps. V. n. 87. а ) lì Schneller — Opera citata. - Ford. Zeit. 3 Folge. - 40 Heft. - pag

posses sione non habìta all’ arcipretura di Riva, verso assicurazione di un 5 annua pensione di 20 fiorini camerali in oro a favore di Lo dovico Simonetta di Milano 3 ). In data 17 dicembre 1499 Girolamo de Cortesi is, prete della diocesi di Brescia, a mezzo del suo procuratore Paolo Yegio (?) si obbliga di pagare le annate per la parrocchia di Riva, resasi vacante per la morte di Apollonio di Parma, portanti 120 fiorini camerali d’ oro, entro il termine di sei mesi probamt de intruso per testes

. 73- s ) e 4 ) Fr. Schneller. — Opera citata. - Ferd. Zeit. - 3 Folge. - 38 Heft. - pag. 305. б ) Mazzetti. — Delie antiche relazioni fra Cremona e Trento. - Mi lano. 1831. pag. 64. ®) Bonblll — Monumenta Ecclesiae Tridentinae.-Yo 1. IV, pag. 291*

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1903
¬La¬ famiglia Betta di Arco, Revó di Castel Malgolo.- (Famiglie nobili trentine ; 2)
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Pagina 24 di 28
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 25 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 9, 1903, fasc. 3-4
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/2
ID interno: 109550
3. — Domenico Bonmartino di Trento rappresenta Mas seria Crivelli vedova di Pantaleone come tutrice di Giovanni Bonifacio per re golare alcune differenze coi sindaci di Malgolo e Salter. 1599 ottobre 13. — Istrumento col quale Pantaleone Betta, coH’isborso di 52 ragnesi, compera il diritto della corte franca delle frazioni di Salter e Malgolo. 1609 gennaio 24. — Rogito del Notaio di Riva Girolamo Saco, relativa alla conferma ed al complemento e rispettivo pagamento di 1000 ducati per titolo di dote

spettante a Margherita di Nicolò Alessandrini, moglie di Girolamo Betta. 1618 maggio 7. — I sindaci delle comunità di Salter, Malgolo e Romeno risolvono di vendere a Masseria Crivelli madre di Bonifacio Betta un appezza mento di terre alla località detta alla Valle, 1632 ottobre 23. — Carlo Emanuele, principe vescovo di Trento, crea Bo nifacio de Betta figlio di Pantaleone regolano maggiore della pieve di San Si- sinio per sè e i suoi eredi maschi. 1633 giugno 20. ■— Carlo Emanuele, principe vescovo

di Trento, conferma a Bonifacio Betta di Castel Malgolo il privilegio di immunità ed essenzione da imposte del castello ed adiacenze riportando il testo della transazione del 12 di cembre 1569 tra Pantaleone padre di lui e le comunità di Salter e di Malgolo. 1634 giugno 2. — Carlo Emanuele Madruzzo, principe vescovo di Trento, acconsente a Bonifacio Betta di Castel Malgolo che la fiera dei Santi Martiri anauniensi di Sanzeno da un solo giorno, sia portata a tre giorni di durata. 1637 marzo 9. — Carlo

Emanuele Madruzzo, principe vescovo di Trento, conferma a Bonifacio de Betta di Pantaleone di Castel Malgolo, i diplomi dell'ar ciduca Ferdinando del 21 luglio 1525 e dall’imperatore Carlo V dell’11 giugno 1545 e nomina Bonifacio e tutti i suoi legittimi discendenti nobili del principato vescovile di Trento. 1644 marzo 5. — Carlo Emanuele Madruzzo, principe vescovo di Trento, nomina Bonifacio de Betta Massaro delle valli di Non e di Sole. 1645 ottobre 7. — Papa Innocenzo X consacra sacerdote Giovanni

Betta di Castel Malgolo. 1650 aprile 25. — Giovanni Pantaleone Betta fu laureato in Padova nel palazzo episcopale a voti unanimi in jure Pontificio et Cesareo. ; 1650 maggio 22. — Carlo Emanuele Madruzzo, principe vescovo di Trento, nomina Giovanni Pantaleone Betta arciprete di San Lorenzo di Lomaso. 1650 ottobre 6. — Bonifacio Betta sborsa 80 ragnesi per liberarsi da un aggravio verso la chiesa del santo Rosario di Sanzeno addossandolo ad Alberto Pellegrini. 1653 maggio 5. — Francesco Simone Betta

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Libri
Categoria:
Religione, teologia
Anno:
1903
Memorie storiche sulla chiesa e sugli arcipreti di Riva
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Pagina 51 di 61
Autore: Zanolini, Pietro / Pietro Zanolini
Luogo: Riva del Garda
Editore: Miori
Descrizione fisica: 57 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Riva del Garda ; z.Kirchengeschichte
Segnatura: II 106.220
ID interno: 203841
Nel 1606 il cavaliere commendatore Claudio Ordita cedette ai Linciaci di Riva un livello francabile del capitale di ducati 160, coll’ onere di far cantare due messe solenni, e di farne celebrare venti basse ogni anno. 31. Donato Gierardi. 1618 - 1630. Al Benamati successe il prete Donato Gierardi, che il To- vazzi crede della nobile famiglia dei Girardi di Pietrapiana, an cora fiorente in Trento '). Appena nominato arciprete, resignò il beneficio dell’altare di 8. Giovanni nella chiesa stessa

aver perduti per la peste tutti quelli della sua famiglia (omnibus de fumilia Gierardi - pree- mortuis), e che ai 29 aprile 1630 egli avea benedetto il matri monio di Baldessare Bruno e Domenica Abbondi 2 ), Di lui abbiamo poesie nella raccolta di componimenti poetici pubblicata in Trento nel 1600 dai padri Somaschi pelle, morte deb cardinale Lodovico Madruzzo, vescovo di Trento, intitolata: Lacrjma Seminarti Tridentini sub cura Patruum Congregai. So- maschee in 1. et R. Ludovici Madrutìi funere

di Riva, che era stato fondato e dotato dal nobile Pompeo Moscardini, in seguito a che il he-' nefieio fu concesso al prete Nicolò Zucchelli di Tonno. 11 Mariani dice di lui che fu casista celebre, del quale non poco si servi ne’ consigli e decisioni il vicario di Trento, vescovo Pietro Belli. Mori fra il 29 aprile ed il 23 luglio del 1630 di peste, ciò che si desume, in mancanza di analoga registrazione nel libro dei morti, dal fatto che ai 23 luglio 1630 è notata come morta Benvenuta Girardi, dopo

celebrato. Tridenti, apud I. B. Gelmini 1600. 32. Dio. Batta. Salvatori 1630 - 1657. Apparteneva alla nobile famiglia dei Salvador! di S. Naz- zaro di Riva, ora estinta. Era dottore in ambo le leggi. Mori il 9 luglio 1661, e fu sepolto nella tomba eli famiglia nella parrocchiale. . - *) Tqvazzi. — Paroduale Trideniinum . a ) Registri dei morti e matrimoni della parrocchiale di Riva.

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Categoria:
Storia
Anno:
1903
¬La¬ famiglia Betta di Arco, Revó di Castel Malgolo.- (Famiglie nobili trentine ; 2)
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Pagina 19 di 28
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 25 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 9, 1903, fasc. 3-4
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/2
ID interno: 109550
stata contrastata la cittadinanza di Trento, ne intentò causa e la vinse, come appare dal decreto del consiglio di Trento del 22 di cembre 1787, col quale si riconosce la cittadinanza trentina alla nobile famiglia Betta di castel Malgolo. Morì in Trento nel 1833. Della seconda moglie Antonia dei conti Terlago ebbe un figlio, il quale ebbe una figlia che fu l'ultimo rampollo della famiglia e con lei si estinse questa linea nel 1876. Un altro figlio di Giuseppe Francesco, Filippo, si consacrò

alla carriera ecclesiastica, studiò a Vienna, si fece prete a Trento nel 1788, e di qui passò a Roma nel collegio germanico per per fezionarsi negli studi. Ebbe l’alto onore nel 1792 di leggere al Quirinale davanti al papa Pio VI un’orazione d’occasione. Fu poi cappellano in San Paolo d’Eppan e nel 1805 fu nominato Priore del santuario di San Romedio. Nel 1825 ricevette colà T impera tore Francesco I; e morì ivi nel 1855 dopo 50 anni di priorato. Lasciò erede suo pronipote Edoardo figlio

di Maurizio. Un terzo figlio di Giuseppe Francesco, Francesco, studiò al Teresiano di Vienna, e percorse la carriera giudiziaria. Laureatosi in legge, fu protocollista di consiglio presso il tribunale mercantile e di cambio in Vienna, poi segretario del dicastero dei nobili, consigliere di tribunale, indi consigliere d’appello al tribunale in Venezia, poi di nuovo consigliere d’appello in Vienna, dove morì nel 1812. Pubblicò un’ opera in lingua tedesca in cinque vo lumi La pratica della Giurisprudenza

. Dei figli di Maurizio, Edoardo, socio della nostra Accade mia, nato a Castel Malgolo nel 1822, godette come naturalista fama europea. Studiò a Milano indi a Pavia, dove si laureò in legge, ma per aver ereditato, come dicemmo più sopra, una vi stosa sostanza dalla cugina Teresa de Betta vedova del conte Orti

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Libri
Categoria:
Religione, teologia
Anno:
1903
Memorie storiche sulla chiesa e sugli arcipreti di Riva
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Pagina 53 di 61
Autore: Zanolini, Pietro / Pietro Zanolini
Luogo: Riva del Garda
Editore: Miori
Descrizione fisica: 57 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Riva del Garda ; z.Kirchengeschichte
Segnatura: II 106.220
ID interno: 203841
Nel 1698 fu costruita la sacristia nuova a spese della con fraternita stessa o della comunità di Riva, utilizzando in parte la vecchia sacristia. 35. Cristoforo Sizzo. 1713-1717. Era della nobile famiglia trentina dei Sizzo de' Noris, che diede il vescovo Cristoforo alla chiesa di Trento. Resignò la parrocchia verso la fine del 1717 in favore del. suo successore prete Carlo de Levri, e mori a Brescia 1 ). 36. Carlo de Levri d’Kasfeld. 1717 - 1727. Era di Biave nelle Giudicane. Resignò in favore

del suo successore nel 1727, e morì ai 24 novembre dello stesso anno. Fu sepolto nella parrocchiale da vanti all’ altare maggiore. Nel 1717 venne pubblicato in Trento « il Manuale comodo « per li curati del P. M. Giare batista Benamati servita di Gua- « stalla », e dedicato al nostro arciprete colle seguenti parole: « Al rev. sig. Cario de Levri de Hasenfehl, dottore di sacra teo- « logia, protonotario apostolico, della sacra cesarea e regia cat- « tolica maestà cappellano effettivo, beneficiato

dell’Abbazia, alle « Scale Mariane di Vienna, del cels. e rev. vescovo e principe di « Trento, consigliere ed esaminatore prosinodale, decano foraneo « benacense, arciprete di Riva, etc. ». Dopo la di lui morte ìa parrocchia restò vacante, e fu retta fino al 1730 da vicari parrocchiali 2 ). Di casa Levri ricorda il Gnesottì 3 ) altri distinti nomi : « Tre « fratelli Levri di Biave figli del nobil Antonio Levri abitanti in « Arco nel 1565 Bartolomeo, Lelio e Giovanni. Di Lelio singolare « nella perizia

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1903
¬La¬ famiglia Betta di Arco, Revó di Castel Malgolo.- (Famiglie nobili trentine ; 2)
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Pagina 11 di 28
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 25 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 9, 1903, fasc. 3-4
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/2
ID interno: 109550
Bonifacio diede sempre prova di singolare valentia ottenendo felicissimi successi nelle molte e svariate mansioni ripetutamente affidategli dai principi vescovi di Trento e seppe cattivarsi al tresì l’amore e la stima degli abitanti del Trentino, tanto che egli potè facilmente calmare gli spiriti bollenti dei ribelli, por fine alle discordie e superare i pericoli della famosa guerra rustica. Bonifacio condusse a buon fine anche una delicata e diffi cile missione a Roma, ove s'era recato quale

Procuratore della città e contea d’Arco per trattare di gravissime questioni che a lui riuscì di comporre e superare con plauso ed onore. Nominato nel 1517 assessore delle valli di Non e di Sole passò in quella occasione ad abitare colla propria famiglia in Cles, poi in Revò, donde il principio del ramo di Revò e più tardi di castel MaJgolo. Nel 1520 Bonifacio accompagnò ad Aquisgrana il cardinale Bernardo Glesio, principe vescovo di Trento, che interveniva alla incoronazione dell’imperatore Carlo

1400 ebbero la cittadinanza di Trento, come ri sulta anche dal documento del 1787, e li troviamo inscritti nel libro della Cittadinanza di Trento fra le famiglie cittadine prima del 1528. In seguito poi, questa famiglia fu erroneamente segnata come estinta.

vescovo di Trento, scelse Bonifacio a proprio consigliere e luogotenente, carica che continuò a conservare per ben venti anni continui fino alla sua morte, successa in Revò il giorno 18 luglio . 1559, all’età di 84 anni. Bonifacio ebbe tre mogli: Angiola de Cabri-Farini, Lodovica nobile Gallossa da Campo e Dorotea nobile Bai Bue di Verona. Si divorziò dalla prima, la quale passò poi a seconde nozze con Bernardo Bertoldi di Arco. Col mezzo dei conti d’Arco i Betta di Arco, Revò e castel Malgolo fin dal

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Libri
Categoria:
Religione, teologia
Anno:
1903
Memorie storiche sulla chiesa e sugli arcipreti di Riva
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Pagina 35 di 61
Autore: Zanolini, Pietro / Pietro Zanolini
Luogo: Riva del Garda
Editore: Miori
Descrizione fisica: 57 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Riva del Garda ; z.Kirchengeschichte
Segnatura: II 106.220
ID interno: 203841
Ài 17 luglio 1273 nella canonica stessa, Antonio arciprete di Riva, assieme ai suoi confratelli B asalico, prete, Yivione, Bregogno e Francesco, chierici e confratelli della chiesa di S. Maria di Riva, in presenza di Fra Giacomo, priore di S. Nicolò presso Riva, da in affìtto due pezze di terra arativa sopra 8. Tomaso, alla località ad Gleraoi, a Giovanni di Arco per 1’annuo affitto di una galeda di biada 3 ). Ai 7 febbraio 1275 Fon ora Stazonerio, abitante di Riva, nel suo testamento lascia

legati alle chiese dì 8. Maria di Riva, di S. Nicolò di Riva, all’ospitale di S. Tomaso presso Riva, alla chiesa di S. Francesco di Riva, ai frati predicatori di Trento, alle monache di 8. Domenico del suburbio di Trento * 2 ). 9. Giacomo. 1279. 1282. Interviene personalmente al sinodo diocesano tenuto in Trento li 11 novembre 1279. L’anno 1282 nella lite fra il vescovo Enrico II ed il convento di Stams nella diocesi di Bressanone, in punto alla giurisdizione sulla parrocchia di Mais, 1’abate

di Marienberg, il preposito della cattedrale di Bressanone e T arciprete di Riva vengono dal papa delegati quali giudici, ma 1’ abate ed il convento di Stanis re spingono l’arciprete di Riva quale sospetto 3 ). 10. Marco. 1283- 1314. Ai 9 novembre 1283 in Riva, Marco arciprete di Riva., assieme a Basalico, prete, ed ai confratelli Francesco, Bregogno, e Leone, da in affitto a Bonaventura de Ponte di Arco una pezza di terra arativa sita in Arco ad Ooredium per T annuo affitto di mezza galeda di frumento

4 }. 9 Orig. in archivio com. di Riva - Caps. II. n. 35. 2 ). Detto. - Caps. II. n. 29. s ) Gar. — Annali del principato di Trento di F, F. Alberti. - Trento. 1860. pag. 184. *) Orig. in archivio com. di Riva - Caps. IL n. 83.

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Libri
Categoria:
Religione, teologia
Anno:
1903
Memorie storiche sulla chiesa e sugli arcipreti di Riva
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Pagina 45 di 61
Autore: Zanolini, Pietro / Pietro Zanolini
Luogo: Riva del Garda
Editore: Miori
Descrizione fisica: 57 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Riva del Garda ; z.Kirchengeschichte
Segnatura: II 106.220
ID interno: 203841
arciprete di Riva Angelo Negri, fossero im piegati nel restauro della chiesa di Riva, e non ad altri scopi 3 ). Alberto od Albertino, de Tridino Montisferrati, dell’ordine dei minori e suffraganeo del vescovo di Trento, fu eletto e con fermato li 16 ottobre 1444 vescovo Essiense in parlibus wjideliuni e nel 1447 ebbe dal vescovo di Trento in commenda la chiesa parrocchiale di 8. Maria di Riva, resasi vacante per la morte di Angelo Negri. Ne prese possesso in seguito a rescritto del papa Nicolò V dei

21 novembre 1447, a mezzo dell’abate di 8. Lorenzo presso Trento, a ciò delegato dal papa stesso 4 ). II 1 agosto 1449 Francesco Foscari, Doge di Venezia, par tecipa a Giovanni Dragaciino, provisore di Riva, essergli stato notiticato con bolla di papa Nicolò che al vescovado di Trento era stato eletto il Rev. Padre Giorgio. Per ciò ordina e comanda che gii si permetta nelle terre della diocesi trentina, soggette al dominio veneto, la libera am ministrazione e giurisdizione nelle cose spirituali, e che sia

ri conosciuto nella sua autorità e preminenza, aggiungendo d’essere sicuro, per promesse fattegli dallo stesso vescovo a mezzo dei suoi oratori, che egli sarà amicissimo della repubblica, e che q Orig. in archivio com. di Riva - Caps. IX. n. 10. 2 ) Fu. Schnecler. - Opera citata. - Ferd. Zeit. - 3 Folge. - 40 Heft. - pag. 73. ' , *) Grig. in archivio com. di Riva. - Capa. IX. n. 15. 4 ) Bonklli. — Montini. Eccl. TridenL-Yol, IV. pag. 345, e Fr. Schnel- ler. - Opera citata. - Ferd. Zeit. - 3 Folge. - 38 Heft

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1903
¬La¬ famiglia Betta di Arco, Revó di Castel Malgolo.- (Famiglie nobili trentine ; 2)
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Pagina 17 di 28
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 25 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 9, 1903, fasc. 3-4
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/2
ID interno: 109550
dal principe vescovo di Trento Giovanni Michele conte Spaur confermati tutti' i privilegi dei suoi anteces sori ed estesi anche al ramo di Revò. L’anno seguente ebbe dal medesimo principe vescovo la Regolaneria maggiore di San Sisinio, e fu Massaro delle valli di Non e di Sole. Nell’anno 1703 comandò la milizia incaricata a difendere il forte della Rocchetta, che mi nacciava di essere assalito dai Francesi. Si sposò nel 1682 con Barbara Filos di Mezolombardo. Ebbe cinque figli, il primogenito dei

temente fu riedificata per opera dell’attuale proprietario del ca stello cavalier Raffaele de Concini. Catterina si fece monaca ed entrò nel monastero di San Carlo a Rovereto. Carlo Lodovico entrò nell’ordine di San Francesco col nome di Padre Bonifacio e morì nel convento di Cles. Antonio, l’unico superstite dei figli di Bonifacio, a undici anni fu paggio della principessa Piccolomini ìndi scudiere. Nel 1663 si ritirò nel proprio castello di Malgolo. Con diploma 28 set tembre 1697 gli furono

quali Giovanni Bonifacio nato nel 1684 sposò Anna de Gen tili di Sanzeno, dalla quale ebbe quattordici figliuoli. Fu per molto tempo al capitanato di Castellando alle dipendenze del conte Thun, Regolano maggiore di Rumo. Indi ritiratosi a vita privata dopo la morte del padre si separò dai fratelli e andò ad abitare a Banco di Sanzeno, dove mantenne saldi i diritti e tutti i privilegi, di cui godevano i Betta del Castel Malgolo. Da Domenico Antonio dei conti Thun, principe vescovo di Trento, con

diploma 29 marzo 1738 fu insignito della regolaneria maggiore della Pieve di San Sisinio, regolaneria che gli fu confermata dal successore del principe ve scovo Thun, Francesco Felice dei conti Alberti, con diploma 6 dicembre 1758 per sé e il suo nipote Giuseppe Francesco figlio postumo di suo fratello Francesco Antonio. Giuseppe ordinato sacerdote fu investito della cappellata di Malgolo. Francesco Antonio, studiò legge e poi si ritirò nel castello di Malgolo, morì nel 1739 senza vedere l’unico

figlio Giuseppe Francesco che fu dato alla luce dalla moglie Vittoria Tenaglia dopo la sua morte. Dei quattordici figli di Giovanni Bonifacio, Francesco nato a Castelfondo nel 1736 si laureò in legge e fu vicario e giudice dei conti Lodron, feudatari di Nogaredo e di Villa. Ebbe dal prin cipe vescovo di Trento Pietro Vigilio dei conti Thun con diploma 25 ottobre 1777 la regolata maggiore di San Sisinio. Sposò 3

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Libri
Categoria:
Religione, teologia
Anno:
1903
Memorie storiche sulla chiesa e sugli arcipreti di Riva
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Pagina 55 di 61
Autore: Zanolini, Pietro / Pietro Zanolini
Luogo: Riva del Garda
Editore: Miori
Descrizione fisica: 57 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Riva del Garda ; z.Kirchengeschichte
Segnatura: II 106.220
ID interno: 203841
della parrocchia di Riva, col diritto di futura successione, ma il vescovo gliela rifiutò recisamente. Più tardo, e precisamente nel 1776, il vescovo di Trento Pietro Vigilio di Thunii aveva promessa la parrocchia di Riva al canonico di Trento Giuseppe Urbano Buffa, ma il Zambotti si rifiutò di cedere, dicendo di non lasciarla che colla morte. Affievolito di forze e già totalmente sordo, dopo 58 anni di governo della chiesa di Riva, morì ai 7 novembre 1788. Dopo la di lui morte la parrocchia

fu nuovamente offerta al canonico Buffa, ma egli non la volle accettare, per cui, apertasi la concorrenza, fra 19 competenti fu scelto : 40. Francesco Antonio Fiorio. 1789- 1808. Nacque a Riva il 20 maggio 1730. Fino al 1784 fu parroco di Tignale, nel quale anno prese possesso della parrocchia di Os- sanna, prescelto fra 58 concorrenti. Nel 1789 passò quale par roco e decano foraneo a Riva, fino al giorno della sua morte, che fu il 4 agosto 1808. Uomo di illibati costumi, di profonda dottrina, di esemplare

zelo nella cura delle anime, di somma prudenza nell’ ammini strazione degli affari, visse carissimo a tutti, e la sua perdita fu meritamente compianta. Fu sepolto nel cimitero di 8. Michele fuori della città di Riva, presso la torre della cappella, dalla parte d’ oriente. 41. Filippo Visintainer di Ldwenberg, 1809- 1833. Nacque a Forgine il 6 settembre 1763, e In consacrato sa cerdote il 23 settembre 1786. Era dottore in teologia, dopo aver latti i suoi studi al col legio germanico a Roma. Fino

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Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1903
¬La¬ famiglia Betta di Arco, Revó di Castel Malgolo.- (Famiglie nobili trentine ; 2)
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Pagina 15 di 28
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 25 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 9, 1903, fasc. 3-4
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/2
ID interno: 109550
nominato comandante della valle di Flemme. Il principe vescovo cardinale Carlo Emanuele Madrazzo con diploma 23 ottobre 1632 10 nominava Regolano maggiore della pieve di San Sisinio, e con altro diploma 9 marzo 1637 confermava a Bonifacio e ai suoi le gittimi eredi i diplomi nobiliari che i suoi antecessori avevano ottenuto dall’arciduca Ferdinando e dall'imperatore Carlo V, e nominava inoltre Bonifacio e suoi legittimi discendenti, nobili del principato di Trento. Con lettera 5 marzo 1644

venne eletto dal medesimo principe vescovo Massaro delle valli di Non e di Sole. Sposatosi nel 1621 colla nobile Ginevra Particella di Trento ebbe ventidue figli. Bonifacio morì nel 1651 a Castel Malgolo. La ve dova visse fino al 1680 e morì a Lomaso ove trovavasi per av ventura presso il figlio arciprete Gio. Pantaleone. Un fratello di Pantaleone e figlio di Dorotea Dal Bue di nome Gio. Battista era rimasto a Revò, il quale ebbe per moglie Francesca de Saracini di Trento, dalla quale ebbe nove

di Rivarolo nel 1589 a soli 20 anni. Un terzo figlio, Bonifacio sposò Brabante de Sale, dalla quale ebbe sette figli, uno dei quali di nome Alessandro arruo latosi nell’esercito imperiale prese parte alla guerra scoppiata nel •ducato di Milano militando nelle file del colonnello Madruzzo. Nel 1620 Alessandro si distinse alla battaglia di Monte Bianco e prese più tardi parte alla riconquista della città di Praga. Sotto 11 colonnello Baldironi venne nominato capitano della città di Ge nova. Dopo dodici anni

di servizio attivo si ritirò nuovamente in Revò, dove servì per altri trent’anni come capitano nella milizia delle Valli di Non e di Sole sotto il comando del conte di Lo- dron e del barone Carlo Colonna de Fels. Fu nel castello di Ossana negli anni 1635 e 1636 per impedire l’invasione del nemico dalla Valtellina. Nel 1646, quando Gustavo; re di Svezia, occupata gran parte della Germania, stava già per avanzarsi ai confini del Ti-

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Libri
Categoria:
Religione, teologia
Anno:
1903
Memorie storiche sulla chiesa e sugli arcipreti di Riva
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Pagina 23 di 61
Autore: Zanolini, Pietro / Pietro Zanolini
Luogo: Riva del Garda
Editore: Miori
Descrizione fisica: 57 S.
Lingua: Italienisch
Soggetto: g.Riva del Garda ; z.Kirchengeschichte
Segnatura: II 106.220
ID interno: 203841
sicurezza dove si sìa trovata T antica casa canonicale, ma v’è tutto il fondamento a ritenere che essa sia sempre stata dove è 1’ attuale. a ) Statuti della città di Riva, 1274-1790, con una introduzione di Tomaso Gar. - Trento. Monauni. 1861.

-«(#)*-«(#)»-«(■#)»-«(#)»-»(:#)»-«{#)»-«(#)*>-«(#)»-«(#)»- CAPITOLO IV. La casa canonicale- L’antico statuto di Riva *), dato nel 1274 dal vescovo di Trento Enrico II, ordinava che chiunque possiede casa o corte (maso, o casa con annessa campagna) nel borgo di Riva, abita colla famiglia e masseria e fa fuoco in Riva, debba pagare le imposte (dacias) e fare la guardia (faxere maitas et scaramaitas) ed altri esercizi, come gli altri borghigiani abitanti in Riva, e ciò a scanso di pene pecuniarie

. Da questi oneri andava affatto immune soltanto la canonica, ovvero la casa e la corte della chiesa di Santa Maria di Riva. Lo statuto però provedeva alla limitazione del privilegio di questa immunità ecclesiastica col disporre ancora che nissuno degli abitanti ardisca di vendere qualunque possesso immobile a religiosi o sacerdoti,, pena la condanna al pagamento del valore della possessione venduta, se la-vendita fosse successa'ad insaputa del podestà e del consiglio. (§§ 26 e 131 ). . Non consta con

19
Libri
Categoria:
Storia
Anno:
1903
¬La¬ famiglia Betta di Arco, Revó di Castel Malgolo.- (Famiglie nobili trentine ; 2)
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Pagina 12 di 28
Autore: Perini, Quintilio / Quintilio Perini
Luogo: Rovereto
Editore: Ugo Grandi
Descrizione fisica: 25 S. : Ill., graph. Darst.
Lingua: Italienisch
Commenti: Aus: Atti dell'I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti degli Agiati in Rovereto. Ser. 3, Vol. 9, 1903, fasc. 3-4
Soggetto: g.Trentino ; s.Adelsfamilie ; s.Genealogie
Segnatura: II 89.169/2
ID interno: 109550
d'Italia, della Spagna, della Francia e della Germania. Tanto era il sapere e la dottrina di Giovanni che nel 1540 fu eletto canonico della cattedrale di Trento e nel 1556 rettore dell'abbazia di Sari Gottardo in Ungheria, indi nel 1559 vescovo di Trieste col titolo di conte palatino. Dopo esser rimasto in tale dignità per sei anni volle assumere di nuovo la direzione della abbazia di San Gottardo, dove mancò ai vivi nell'anno stesso 1565. Per gli eminenti e fedeli suoi servigi Giovanni ebbe à Fer

Tra i figli di Bonifacio merita speciale menzione Giovanni fi glio di Angiola de Cabri, nato in Arco nel 1499, il quale dedicatosi agli studi delle scienze medica e teologica e nominato protome dico di corte del principe vescovo e cardinale di Trento Cristo- foro Madruzzo, fu poco tempo dopo chiamato da Ferdinando I, re dei Romani, alla propria corte e destinato all'ufficio di proto medico dei suoi due figli arciduchi Massimiliano e Ferdinando, coi quali ebbe pòi a peregrinare per le città

dinando, re dei Romani, un diploma col quale egli veniva nomi nato fisico famigliare e domestico regio della reai Casa con an nuo stipendio, in data 27 luglio 1545, ed un mese prima,, cioè il giorno 11 giugno 1545, aveva già ottenuto da Carlo V un altro di ploma, col quale si riconfermava l’antica nobiltà dei Betta e si esten deva con singolarissimi privilegi; a favore tanto di Giovanni quanto di suo padre Bonifacio per sè e per tutti i suoi legittimi discendenti ed eredi maschi e femmine in perpetuo

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